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     Il tempio di Esculapio.                                                                                                        

                                                                                                                                                                                                                                                                     

                                                                                   

                                Verso  l'Immortalità ?

   

    La ricerca scientifica,che,come l'evoluzione umana,biologica e culturale,avanza a velocità esponenziale,è giunta,oggi,ad una fase di metamorfosi esplosiva.  Da qualche  anno, infatti,dal fronte della ricerca, quasi ogni giorno,ci  giungono  notizie di conquiste  straordinarie:  si  pensi alla clonazione della pecora Dolly,alla mappazione completa del  genoma  umano,a cui  si  è  pervenuti  con notevole anticipo  sul  previsto (nel 1990,quando lo Humane Genome Project fu avviato,molti ritenevano che ci sarebbero voluti 20 anni o più), alla  scoperta,che esso è composto  da meno di 100.000 geni,il che significa che per conoscere le loro funzioni saranno necessari meno  dei  50  anni previsti. Intanto,sono già stati  individuati  i geni di 1500 malattie  genetiche, e si parla di Metabonomica (un nuovo metodo per identificare con precisione e in breve tempo una malattia,prima ancora che si manifestino i sintomi,leggendone le impronte digitali,ossia le molecole prodotte dal metabolismo di una persona malata),di Genomica funzionale (nuova disciplina che comprende le ricerche volte a comprendere la funzione svolta da ciascun gene),di Farmacogenomica (lo studio della variabilità individuale nella risposta ai farmaci),di Proteomica (la mappatura completa del milione di differenti proteine che costituiscono  le cellule e i tessuti del corpo umano) finalizzata a realizzare,(si spera entro 10 anni), farmaci su misura per ogni singolo paziente, più efficaci e con minori effetti collaterali,di vaccini genetici,ricavati da DNA od RNA, contro malattie spesso mortali come la malaria, l'Aids,l'epatite C,contro le quali i metodi di immunizzazione tradizionali sono poco efficaci. (Da rilevare che,l'industria farmaceutica,soltanto negli USA,spende dai 500 ai 700 milioni di dollari per ogni farmaco che viene approvato,ma che soltanto il 20% dei composti sperimentati giunge all'approvazione,per cui,farmaci associati a test genetici che ne assicurino l'efficacia e la sicurezza potrebbero acquisire anche un vantaggio competitivo sul mercato).  Si pensi ancora ai trapianti multiviscerali (più organi trapiantati  contemporaneamente  sullo stesso individuo),al trapianto di reni, fegato e polmoni tra viventi,che consente  di strappare alla morte i pazienti anche quando non sono disponibili organi da cadaveri,al trapianto di mani,di mandibola e di ginocchio. Il 21 Luglio 2003,chirurghi del Policlinico di Vienna,per la prima volta al mondo,hanno eseguito il trapianto di lingua in un paziente al quale questo organo era stato asportato per un tumore del cavo orale. Qualche Autore si è detto pronto ad eseguire anche il trapianto di viso in pazienti che abbiano il volto sfigurato da malattie o incidenti. Questo intervento comporta la rimozione del volto di un cadavere e la sua successiva applicazione su un essere umano vivente,e,secondo un rapporto del Royal College of Surgeon of England,il procedimento microchirurgico necessario all'intervento è già stato individuato. Si pensi all'impianto di un orecchio artificiale,eseguito con pieno successo, dall'équipe del Prof. Vittorio Colletti,della Clinica otorinolaringoiatrica di Verona, su di un bambino di 4 anni,sordo dalla nascita a causa di una deformazione della coclea e dell'assenza del nervo acustico,all'impiego del laser ad eccimeri nella correzione  dei  difetti  visivi,che ha consentito a milioni di persone in tutto il mondo di disfarsi degli occhiali,alla retina artificiale (nel 2000,sei pazienti americani,ciechi perchè affetti da retinite pigmentosa,hanno riacquistato la vista con l'inserimento di una retina artificiale inventata dal dott. Alan Chow. Il dispositivo consta di un microchip e di 3500 micro-cellule solari,che convertono la luce che giunge attraverso l'occhio in impulsi elettrici inviati al cervello tramite il nervo ottico),all'occhio bionico,ancora in fase sperimentale (il Dott. William Dobelle,del Dobelle Institute di New York,ha impiantato nel cervello di un suo paziente,completamente cieco da c.a 30 anni per un trauma cranico, 68 elettrodi di platino nell'area della corteccia cerebrale che elabora gli impulsi visivi. Una minitelecamera ed un sensore ad ultrasuoni,inseriti in un paio di occhiali,inviano le immagini ad un piccolo computer che elabora l'immagine,calcola le distanze,semplifica i dati e li invia al cervello. In tal modo,il paziente riesce a percepire i contrasti di luce e i contorni degli oggetti. Il dott. Dobelle pensa di poter migliorare la sua visione utilizzando un maggior numero di elettrodi). Nel 2000,al California Pacific Medical Center,un paziente di 43 anni,Mike May,originario della California,che aveva perso la vista all'età di tre anni a causa di un incidente,è tornato a vedere dopo 40 anni,dopo un trapianto di cornea e di cellule staminali epiteliali molto specializzate provenienti da un cadavere e che mantengono in buono stato la cornea,anche se il suo cervello deve imparare a leggere le immagini,infatti,non ha il senso della profondità nè della prospettiva e quando guarda volti oppure oggetti è un po' come se vedesse un quadro astratto. Il 22 ottobre 2003 la rivista britannica New Scientist ha riferito che un'équipe di scienziati dell'università di Toronto è riuscita ad isolare delle cellule staminali intorno all'iride di occhi umani donati alla Banca dell'Occhio del Canada. Ogni occhio ha fornito circa 10.000 cellule staminali, da ciascuna delle quali potevano essere cresciute altre 15.000 cellule figlie. Le cellule, iniettate poi negli occhi di topi appena nati, hanno generato a loro volta altre cellule retiniche tra cui coni e bastoncelli sensibili alla luce. Il dott. Ronald Crystall,della Cornell University di New York,ha iniettato,nel cuore di pazienti destinati ad un by-pass,il gene Vegf,che regola la produzione di vasi sanguigni nel feto,con risultati soddisfacienti.  Il gene è stato inserito nel patrimonio genetico dell'Adenovirus del raffreddore,oportunamente modificato,che è stato iniettato direttamente nel cuore. Ricercatori del New York Medical Center, iniettando cellule staminali isolate  dal midollo osseo,intorno  alla  zona  infartuata,hanno già ottenuto,nel topo,la rigenerazione  del  muscolo cardiaco  grazie  alla  differenziazione delle stesse in cardiociti. Lo scorso Aprile 2003,il Dott. Emerson Perin,del Baylor College e dell'Università del Texas di Houston,ha riferito che un suo paziente cardiopatico,che non poteva muoversi da casa,dopo l'inserimento,nel muscolo cardiaco,di cellule staminali isolate dal suo stesso midollo osseo,riesce a salire senza problemi otto piani di scale. La terapia messa a punto dal dott. Perin si basa su un particolare tipo di cellula staminale chiamata Cd34,iniettata direttamente nel cuore dei pazienti cardiopatici. Cinque persone che erano in lista d'attesa per un trapianto,dopo questo trattamento hanno avuto un miglioramento tale dell'efficienza cardiaca da non avere più bisogno di un cuore nuovo. Il dott. Noel Gonzales,dell'ospedale Hermanos Ameijeiras dell'Havana e del Centro di Ingegneria Genetica e Biotecnologia,il 27 Giugno 2003, ha dichiarato che forse nel giro di pochi mesi sarà in condizioni di applicare agli uomini una tecnica,già sperimentata con successo sugli animali,che utilizza un fattore di crescita, isolato dall'endotelio vascolare,per stimolare la crescita di nuovi vasi sanguigni e   favorire la riparazione di una lesione cardiaca.  Il dott. Victor Dzau,del Brigham and Women's Hospital di Boston,ha inserito un gene chiamato Akt1 all'interno di  cellule staminali mesenchimali del midollo che producono,in genere,muscoli ed ossa. Le cellule così modificate  sono state poi iniettate in alcuni topi i cui cuori erano stati privati di ossigeno, come accade negli infarti quando le arterie sono bloccate. Più del 60% delle cellule modificate sono sopravvissute per 48 ore e in questo arco di tempo sono riuscite a stabilizzare la situazione bloccando qualsiasi ulteriore complicazione.   Con un  lavoro pubblicato sulla rivista Cell,(Sett. 2003),Piero Anversa e Bernardo Nadal-Ginard,del New York Medical College di Valhalla, hanno dimostrato che,nel cuore dei ratti,sono presenti cellule staminali che,in provetta,  danno origine ad una crescita clonica e sono multipotenti, cioè danno origine sia a cellule cardiache contrattili, sia a cellule vascolari che danno origine a vasi coronarici. Questi Autori hanno iniettato, nel cuore di ratto ammalato di infarto,cellule staminali cardiache prelevate dal cuore dello stesso animale dopo averle fatte crescere in provetta, una volta iniettate,queste cellule  hanno generato un nuovo tessuto sano riparando il cuore e ripristinando  la funzione dell'organo. Le cellule staminali hanno riparato il 70% del tessuto dopo 20 giorni.  Gli studiosi hanno accertato che anche il cuore umano ha una riserva di staminali. La dott.ssa Christine Mummery, dell'Hubrecht Laboratory, in Olanda, ha riferito che nel 2002,è riuscita a creare un cuore in grado di battere  partendo da una piccola riserva di cellule staminali.  Un gruppo di scienziati del National Stem Cell Centre di Melbourne,hanno utilizzato delle cellule staminali embrionali che, differenziandosi in cellule del polmone,sono state in grado di riparare alcune lesioni ritenute incurabili. Il dott. Richard Mollard sostiene che questo approccio potrà essere utile anche in casi di fibrosi cistica, mesotelioma, enfisema, bronchite cronica e cancro,anche se sono necessari ulteriori studi. Beverly Rzigalinski,della University of Central Florida,ha scoperto che,trattando,in vitro,i neuroni con nanoparticelle di ossido di cerio,questi vivono in media 6 mesi invece dei normali 25 giorni di vita in laboratorio. Le nanoparticelle agirebbero bloccando i radicali liberi.  Nell'ambito di una ricerca condotta da Angelo Vescovi e Gianvito Martino,dell'Istituto S. Raffaele di Milano,topi colpiti dalla sclerosi multipla hanno ripreso a camminare dopo l'iniezione di cellule staminali neuronali adulte. Le cellule staminali iniettate nei topi sono infatti riuscite a ricostruire la mielina. L'Istituto,condurrà ora una sperimentazione sulle scimmie utilizzando cellule staminali umane di origine fetale.   Erika Kalil e Tarcisio Barros,della Facoltà di Medicina dell'Università di San Paolo (Brasile),nel 2002,iniettando,in alcuni paraplegici e tetraplegici,cellule staminali adulte prelevate dagli stessi pazienti,nella zona lesionata del  midollo spinale,sono  riusci a restaurare le connessioni nervose e a far riacquistare parte della sensibilità alle loro membra paralizzate da anni. Nel Dipartimento di Patologia Sperimentale dell' Università di Bruxelles,cellule del pancreas,trapiantate nel fegato malato di ratti,si sono trasformate in cellule epatiche rigenerando l'organo.  Lisa Colletti e coll.,(2003),dell'Università del Michigan,hanno scoperto che,nelle cavie,l'elevata capacità autorigenerativa del fegato,dopo epatectomia parziale,è dovuta al fattore delle cellule staminali SCF. I ricercatori,somministrando questo fattore,sono riusciti a far ripartire la rigenerazione dell'organo in cavie in cui l'avevano bloccata sperimentalmente. Un gruppo di ricercatori canadesi ha scoperto che le staminali sono in grado di riparare i tessuti pancreatici in topi diabetici. Il dott. Mick Bhatia, direttore del Robart Research Institute,in Canada,ha dimostrato che anche le staminali adulte estratte dal midollo sono in grado di individuare i tessuti malati, in questo caso il pancreas, e incitare le cellule a rigenerarsi in 14 giorni. I ricercatori hanno riscontrato che, subito dopo l'iniezione di staminali, il livello di glucosio nel sangue scendeva drasticamente, mentre si normalizzava la quantità di insulina. Uno studio  condotto dal team del dott. Marc Hammerman,della Washington University School of Medicine, di St. Louis,  pubblicato sulla rivista American Society for Artificial Internal Organ,ha dimostrato che tessuti embrionali di topo,trapiantati in topi diabetici, riescono a far sviluppare un pancreas in grado di produrre correttamente insulina. In pratica,i ricercatori  hanno estratto dagli embrioni di topi del tessuto che stava sviluppandosi in pancreas e lo hanno poi trapiantato nell'addome di ratti diabetici. Dopo due settimane dall'intervento il tessuto era già cresciuto e iniziava la produzione di insulina. Dopo 5 settimane,l'organo neonato era in grado di provvedere la quantità necessaria all'organismo dell'ormone che regola gli zuccheri nel sangue.   Il Prof. Tejal Desai,docente di Ingegneria Biomedica all'Università di Boston,ha sperimentato sui topi il prototipo di un pancreas artificiale di silicio,dotato di un cervello elettronico,che iniettato nel corpo di un diabetico,attraverso minuscoli fori del diametro di un miliardesimo di metro,rilascia,solo quando è necessario,la quantità giusta di insulina. I minuscoli fori impediscono l'ingresso degli anticorpi,evitando,in tal modo,le reazioni di rigetto dell'organismo.  Si  pensi al fegato bioartificiale,anche se ha un impiego ancora limitato,al cuore artificiale,sempre più perfezionato (alcuni  pazienti a cui è stato impiantato sono ancora  vivi  a cinque anni dall'impianto! In particolare,la pompa Jarvik 2000,che supplisce alle carenze del ventricolo sinistro,sta dando successi crescenti e si sta affermando come alternativa al trapianto dell'organo malato). Il 23 Settembre 2003,al congresso della Società Europea dei Trapianti,in corso a Venezia,il dott. Paul Soulillou,direttore del Dipartimento di Immunologia dell'Università di Nantes,ha riferito che,alla Mayo Clinic di Ronchester,nel Minnesota,un babbuino,per la prima volta nella storia della medicina,viveva da più di 5 mesi con un cuore ingegnerizzato di maiale e non presentava nessun segno di rigetto e nessuna infezione.  Si pensi ai nuovi  approcci  sperimentali  per la terapia dei tumori. Al riguardo,è il caso di segnalare che un gruppo di ricercatori del National Cancer Institut di Bethesda sta tentando di combattere meglio alcuni tumori trapiantando in donne malate,dopo la chemioterapia,cellule staminali prelevate da donatori compatibili. Le cellule trapiantate potenziano il sistema immunitario del ricevente malato e attivano a loro volta cellule che attaccano il tumore e lo controllano. Alcune donne con tumore al seno,dopo la chemioterapia, hanno ricevuto un trapianto di cellule staminali. In alcune di esse si è osservata una riduzione del tumore, in altre una stabilizzazione della malattia. Si tratta di un approccio che potrebbe essere esteso per combattere altri tumori aggressivi e resistenti ai farmaci. Si pensi al trapianto di cellule cerebrali per la cura del morbo di Parkinson,alla scoperta,da parte del  Prof. Boncinelli, dell'Istituto  S. Raffaele di Milano,di 2 geni "architetto"del sistema nervoso centrale.  A. Bodnar,ed M. Ouellette,della Geron Corporation,introducendo,in cellule somatiche,il gene di una subunità dell'enzima "telomerasi",hanno impedito,in vitro,la morte e riattivao la replicazione  di  cellule umane che,raggiunto il  limite di  Hayflick,avevano cessato di riprodursi,alla scoperta di cellule staminali pluripotenti nel cervello,nel midollo   spinale,nell'epidermide,nel grasso di liposuzione di individui adulti, e nel cordone ombelicale, (le cellule staminali presenti  nel cervello si possono  trasformare in sangue e muscoli,mentre quelle presenti nel midollo osseo possono trasformarsi in tessuti scheletrici, cardiaci,epatici e nervosi). All'ospedale di Pescara,l'équipe del professor Emilio Manes, direttore dell'Unità operativa di ortopedia e traumatologia,sta sperimentando la tecnica di ortopedia rigenerativa,impiegando le cellule staminali per riparare le ossa. I risultati sono  molto soddisfacenti. Le cellule staminali utilizzate vengono prelevate dal paziente stesso. Il giorno prima dell'intervento viene prelevato il plasma per ottenere i fattori di crescita. Il giorno stesso dell'operazione, invece, dalla cresta iliaca viene aspirato del midollo osseo e, da questo,isolate le cellule staminali. Una volta preparato l'osso,si  fa un'iniezione di 5-6 cc. di cellule staminali e poi lo si ricopre con il gel di fattori di crescita. Nei casi di necrosi della testa del femore,in persone tra i 40 e i 45 anni,tolta la parte danneggiata,si è formato un osso nuovo.  Si pensi ancora alla scoperta,da  parte dell'équipe del Prof. Pelicci,dell'Istituto Europeo di Oncologia, della proteina  P66,prodotta dal gene SHC che,nel topo e, probabilmente,anche  nell'uomo,ordina alla cellula di suicidarsi. Topi  geneticamente modificati e resi incapaci di produrre la P66,vivono mediamente un  terzo  di  più  di  quelli del gruppo di controllo.  Il dott. Yuri Bozzi,dell'Istituto di Neurofisiologia del CNR di Pisa,ha evidenziato che stimoli nocivi di diversa natura determinano l'attivazione di particolari proteine endocellulari,le caspasi,che degradano il DNA nucleare e quindi provocano la morte dei neuroni ed ha dimostrato l'efficacia di un fattore neurotrofico cerebrale,il Brain-Derived Neurotrophic Factor (BDNF),nell'impedire,nel ratto, l'apoptosi dei neuroni del corpo genicolato in seguito a lesioni della corteccia visiva. Importanti studi sono attualmente in corso, sia in Europa sia negli Stati Uniti, per verificare la possibilità di somministrare neurotrofine per la cura del morbo di Parkinson e di altre malattie del sistema nervoso centrale. E' stato accertato che la nicergolina,un farmaco dotato di proprietà vasoattive con azione sulle funzioni cognitive,è in grado di proteggere dall'apoptosi mediata dalla deprivazione del NGF trofico e,a forti concentrazioni,di prevenire la morte neuronale. Lo stesso effetto si ottiene su preparati cerebrali sottoposti a perossidazione. I l  dott. Pier Carlo Marchisio, dell'Istituto  San Raffaele  di Milano,ha  scoperto la proteina "survivina" che impedisce l'apoptòsi (la morte  programmata delle cellule); disattivando questa proteina potrebbe essere possibile bloccare la crescita  tumorale, attivandola, invece, potrebbe  essere possibile   impedire,ad es.,la morte per apoptosi delle cellule epatiche  colpite da epatite B. La terapia genica,grazie a Claudio Bordignon,dello stesso Istituto, ha  registrato  un  primo  notevole  successo nella  cura dell'immunodeficienza  combinata  grave  (Ada), Anche in Francia,nel 2002,quattro bambini sono guariti da questa malattia che li costringeva a vivere in ambienti sterilizzati in quanto privi di difese immunitarie,grazie all'impiego di farmaci derivanti dalla sperimentazione genetica. Negli Stati Uniti,un uomo di 58 anni,Charles Wilson,afflitto da gravi problemi di cuore,oggi è ancora in vita solo grazie ad un programma sperimentale di terapia genica. Il Prof. Antonio Giordano,dello Sbarro Institute for Cancer Research della Temple University di Filadelfia,nel 2003,ha riferito che introducendo un gene regista nelle masse tumorali polmonari di 500 cavie,ha ottenuto la guarigione in 450 casi,il 90%,e si è detto pronto ad avviare la terapia genica sull'uomo . Il prof. Giorgio Palù,del dipartimento di istologia, microbiologia e biotecnologie mediche dell'università di Padova, ha sperimentato con successo nell'uomo un protocollo di terapia genica per la cura dei tumori cerebrali e, in alcuni casi, della tiroide. I ricercatori del Californian Onyx Pharmaceuticals di Richmond,in California,hanno ottenuto ottimi risultati con il virus modificato Onyx-015,che uccide solo le cellule cancerogene lasciando intatte le quelle sane. In uno studio,hanno iniettato il virus direttamente nel fegato in cancrena di alcuni pazienti ed hanno osservato che il tumore si restringeva,mentre,nel sangue,le proteine anomale secrete dal tumore diminuivano in modo significativo o divenivano del tutto irrintracciabili. Attualmente,sono in corso 636 sperimentazioni di terapia genica,che coinvolgono più di 3400 pazienti, mirate contro il cancro,le immunodeficienze gravi,le malattie infettive e cardiovascolari,il diabete,la sclerosi laterale amiotrofica e l'artrite reumatoide.  Dal 2001,l'équipe del Prof. Giuseppe Novelli,dell'Università di Roma 2,è impegnata nella sperimentazione della nuova terapia genica non virale. Tale metodica si avvale di vettori non virali,costituiti da lipidi (liposomi,ossia sferette lipidiche in grado di racchiudere il DNA da trasferire) o da agenti in grado di condensare il DNA,come i polimeri cationici a carica positiva. I liposomi cationici sono particelle sferiche che interagiscono con il DNA mediante interazioni elettrostatiche e lo veicolano all'interno della cellula bersaglio tramite un processo endocitotico. I liposomi presentano il vantaggio,rispetto ai vettori virali,di presentare una bassa immunogenicità. Rispetto ai virus,hanno il vantaggio di non presentare alcun rischio in termini di sicurezza,anche se tendono ad avere una efficienza minore e ad essere poco selettivi.   Diversi ricercatori hanno riscontrato delezioni specifiche in segmenti del DNA mitocondriale nel cervello di  persone anziane. L'australiano Anthony Linnane ha dimostrato che meno del 5% del DNA mitocondriale è integro nel tessuto muscolare di un soggetto di 90 anni. E' ragionevole ipotizzare che,se si potessero riparare,con la terapia genica, le delezioni  riscontrate nel  DNA  mitocondriale di persone anziane,si potrebbero restituire loro,almeno in parte,vigore e salute. In un esperimento in cui a topi di laboratorio è stata somministrata una adeguata dose di  coenzima Q10 (CoQ10) prima di somministrare Doxorubicina,una sostanza  tossica che induce delezioni nel DNA mitocondriale,nessun topo ha subito delezioni,contrariamente a quanto accaduto negli animali di controllo ai quali era stata somministrata la sola Doxorubicina.  Ricercatori dell'Istituto di Scienze Neurologiche del CNR,Sez. di Catania,coordinati dal dott. Sebastiano Cavallaro,hanno individuato 140 geni implicati nei processi che mediano l'apprendimento ed il consolidamento della memoria. Le proteine codificate da questi geni potrebbero consentire lo sviluppo di nuove terapie in grado di migliorare le capacità cognitive in condizioni patologiche quali l'Alzheimer ed il ritardo mentale. Il dott. Stewart Frankel, dell'Università di Yale,ha scoperto che moscerini con mutazioni genetiche che causano un livello più basso dell'enzima Rp3 istone deacetilase,sopravvivono dal 33 al 50% più a lungo della norma.Il  dott. White, di Cleveland,si  è detto pronto ad  eseguire  il  primo trapianto di  testa ( per  strappare  alla  morte chi,per es.,in un incidente stradale,riportasse  lesioni  multiple gravissime,incurabili,in  tutto  il corpo,eccetto la testa,sede della persona,che così verrebbe salvata). Nel 2000,l' équipe del Prof. Matthew Andrews, dell'Università della Carolina del Nord,ha identificato negli scoiattoli e nei criceti siberiani,una specie ibernante,i geni PL e PDK-4 che sembrano direttamente responsabili del processo di ibernazione. Il PL blocca il metabolismo dei carboidrati,il secondo gene controlla un enzima che converte gli acidi grassi consentendo all'organismo di utilizzarli come carburante. I ricercatori sono convinti che gli stessi geni siano presenti anche nell'uomo e che quindi sia possibile indurre  l'ibernazione  attivandoli. La Alcor, negli  Stati Uniti,dal 2001,applica un procedimento  più  avanzato per  l' Ibernazione Umana: la "vetrificazione". Si pensi,ancora,alla  rapidità  con cui  sta crescendo  la  potenza  dei processori (raddoppia c.a dopo ogni anno e mezzo) e si stanno sviluppando software  sempre più  sofisticati  che  trovano impiego  in campo medico e chirurgico, che consentono diagnosi sempre  più accurate e riducono o impediscono possibili errori  da  parte del  chirurgo,consentono minore invasività e maggiore  precisione e sicurezza negli interventi. I neuroscienziati prevedono che in torno al 2019 i computers avranno la potenza di elaborazione del cervello umano,20 milioni di miliardi di operazioni al secondo! E,alla Ucla di Los Angeles,Theodore Berger ha già creato un ippocampo artificiale,un chip che ne ripete le prestazioni e che sperimenterà presto sui topi. Il fisico Frank Tipler,a pag. 43 del suo libro "La Fisica dell'Immortalità",afferma che ci sono prove schiaccianti che tra 30 anni o poco più saremo in grado di costruire una macchina intelligente come un essere umano. I ricercatori Cynthia Breazeal del Mit e Charles Guerin e Albert Mehrabian nel Québec,hanno messo a punto i sistemi Kismet ed Emir,che manifestano sentimenti primitivi.  Il progresso nel campo dell'intelligenza artificiale porterà nelle nostre case Robot badanti,in grado di accudire persone anziane o malate. Infatti,l'ultima versione del robot  Asimo presentata dagli ingegneri giapponesi della Honda,non solo cammina eretto,sale e scende le scale,apre le porte ed accende le luci,ma,se chiamato per nome,si volta in direzione dell'interlocutore,guarda in faccia chi parla e sa rispondergli. Inoltre,avverte rumori improvvisi, come la caduta di un oggetto,riconosce i volti delle persone immagazzinate nella sua memoria,le chiama per nome,comunica messaggi e le guida dove devono recarsi.
 
   Ciò premesso,non è ingiustificato supporre che  sia giunta l'ora di dare un impulso decisivo alla ricerca biomedica,con  impiego  ingente  di  fondi  e di ricercatori, per combattere  più  efficacemente contro le malattie,per ottenere, in tempi  ragionevolmente brevi, xenotrapianti, organi  e tessuti da cellule staminali  e  ingegneria  tissulare,in  modo  da risolvere  definitivamente il problema  del reperimento degli organi per i  trapianti,la rigenerazione,in situ,di  tessuti  ed  organi con cellule staminali o messaggeri chimici,molecole efficaci  nel  trattamento  dell'invecchiamento, che è anch'esso una malattia,terapia  genica!  Si  stà facendo il  possibile per ottenere quanto  prima  questi  risultati?  Si  è certi che non si  possa  fare  di  più?  Sono  sufficienti i  fondi stanziati  a livello internazionale  per la  ricerca?  Cosa ne pensano gli addetti ai lavori (ricercatori,ministri  della ricerca  scientifica e della sanità,fondazioni ed associazioni per  il progresso della scienza e la lotta contro le malattie) e la gente comune  di  tutto il  mondo?  Dalla ricerca può venire  un aiuto a chi è vittima di una mutazione genetica deleteria,a chi,in  una  corsia  d'ospedale o in  una sala  di  rianimazione, o  anche  soltanto  tra le mura domestiche,a causa  di  una  malattia  incurabile,lotta  contro la morte,o è paralizzato e incontinente in un letto o  su di una sedia a rotelle.  
 
    Forse,qualcosa si sta muovendo,almeno nella coscienza degli osservatori più avveduti. Infatti,i n un editoriale pubblicato in Aprile sulla rivista Science,il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan,ha affermato che la comunità scientifica mondiale è da considerarsi  un membro dell'ONU,ed ha rivolto agli scienziati un appello affinchè cooperino nella campagna intesa a diffondere l'accesso alle conoscenze scientifiche,e si è detto molto lieto di collaborare con gli scienziati di tutto il mondo,di sostenerne la ricerca e di diffonderne a tutti i popoli i suoi benefici risultati. Negli Stati Uniti,il National Institute of Health ha annunciato (Ott. 2003),un'iniziativa a favore della ricerca scientifica, mettendo a disposizione dei vari centri circa 2 miliardi di Usd per la ricerca medica e per incoraggiare approcci innovativi alla stessa e facilitare le scoperte e il progresso. Il dott. Elias Zerhouni direttore del NIH ha detto: "Ciò che ci proponiamo è una visione completamente nuova della ricerca. Siamo convinti che ci sono delle opportunità reali per rivoluzionare la scienza nel nostro Paese". Solo per l'anno prossimo sono già previste 28 iniziative, con un costo complessivo di 130 milioni di Usd. Il piano, che ha preso il nome di NIH Roadmap,è frutto del lavoro di oltre 300 tra consulenti accademici e industriali, ed è stato stilato nell'arco di 14 mesi. Tra gli obbiettivi principali, incoraggiare gli scienziati allo scambio di informazioni, coinvolgere il maggior numero di persone negli esperimenti e prestare attenzione ai gruppi di sostegno per i pazienti. Il National Institute of Health,per incoraggiare i ricercatori e le idee più promettenti,ha annunciato 10 Innovator Awards di 500.000 Usd per i prossimi 5 anni, che saranno destinati ai progetti migliori, quelli cosiddetti "high-risk". L'Ente spera di istituire,con il tempo,dei database accessibili agli addetti ai lavori, che conterranno le informazioni provenienti direttamente dai laboratori, e che quindi sarà costantemente aggiornato. E oltre a questi archivi specifici, il NIH progetta di aprire un'agenzia che coordini la ricerca pubblica con quella svolta dalle compagnie private, di modo che l'unione fra le due possa velocizzare i tempi di sperimentazione.  Il 28 Ottobre 2003, Singapore,con la collaborazione della Juvenile Diabetes Research Foundation International,ha lanciato un progetto di c.a 3 milioni di Usd  per incrementare la ricerca sulle staminali.  Il 28 maggio 2003, a Milano,è stata annunciata la nascita della Fondazione Umberto Veronesi,per il progresso delle scienze. Lo Stesso  Veronesi ha illustrato i 5 grandi motivi di questa iniziativa :  il rientro in Italia di ricercatori qualificati, la formazione di nuovi scienziati sui temi della genomica e postgenomica, la progettazione di un nuovo assetto per la ricerca e la cura delle malattie più gravi, la promozione della scienza nei Paesi emergenti, lo sviluppo di una nuova cultura scientifica nelle nuove generazioni. A proposito di questo ultimo punto è già in programma una Conferenza Mondiale sul Futuro della Scienza che si terrà ai primi di ottobre del 2005 a Venezia. Un avvenimento che affronterà i grandi temi di riflessione: scienza e Religione, Scienza ed Economia, Scienza e Politica, Indipendenza della Scienza, Etica della Scienza.  Presidente del Comitato promotore è Francesca Merzagora. Fanno parte del Comitato d'Onore cinque Premi Nobel fra cui Renato Dulbecco, Rita Levi Montalcini, Carlo Rubbia; nel comitato scientifico figurano scienziati di fama come Claudio Bordignon, Pier Paolo Di Fiore, Jacques Bernier. Da citare,infine,la nascita della Genextra,l' Azienda Biotecnologica creata dal finanziere Francesco Micheli con l'obiettivo di trovare un farmaco che disattivi il gene P66,per prolungare,almeno sino a 100 anni,la vita media in buona salute.  
 
 

    L'immagine quì in basso è una larva di stella marina.

 

                                                                         

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                                         Toward the Immortality?

                                                                                                                                                                                                   

    The scientific research that, as the human, biological and cultural evolution,advance to exponential spe ed,it have come, today, to a phase of explosive metamorphosis. For any year,in fact,from the front of the research, almost each day,we learn newses of extraordinary conquests,one think about the cloning of the Dolly sheep, the complete decoding of the human genome, completed with remarkable advance on the expected,the discovery it contains less than 100,000 genes,that means that to know the functions of all these genes will be necessary less than 50 scheduled years. Meanwhile,the genes of a thousand genetic illnesses were already characterized. One think about,besides,the multivisceral transplantations (more organs transplanted at the same time on the same patient ! ),the transplantation of liver and lungs between living people,the transplantation of hands,the employment of the laser to correct the visual defects, that has allowed to million of people all over the world to take away him the glasses, the implantation of an artificial cochlea, performed with height success on a born deaf child,the direct injection, in the infarcted cardiac muscle of a patient,of genes which induced the formation of new blood vessels. Researchers at the New York Medical Center,injecting staminal cells of the bony marrow, around the infarcted zone,they have already gotten, in the mouse, the regeneration of the cardiac muscle thanks to the differentiation of the staminal cells in cardiac cells. Other researchers, thanks to the staminal cells, they have regenerated the liver in the mouse. One think about the bioartificial liver,the artificial heart,more and more improven,the new experimental approaches for the cancer therapy,the transplantation of cerebral cells to cure the Parkinson's disease,the discovery by Prof. Boncinelli, at the San Raffaele Institute,in Milano (Italy),of the "architect genes" in the nervous central system; the discovery of the enzyme "telomerase", with which it is possible prevent, in vitro,the death and reactivate the cell division in the human cells that,reached the limit of Hayflick, they stopped mitosis,the discovery of staminal cells in the brain, in the bone marrow, in the epidermis and in the fat of adult people (the staminal cells of the brain could differentiate in blood and muscles, while those in the bony marrow could differentiate in skeletal,cardiac,liver and nervous tissues), the discovery by Prof. Pelicci,at the European Institute of Oncology, of the protein P66,produced by the SHC gene that, in the mouse and, probably, also in the man, it determine by degrees the cellular death (the private mice of the SHC gene live approximately 35% more than the group of control that preserve it). The doctor Pier Carlo Marchisio, at the Institute St. Raffaele,in Milano (Italy), it has discovered the protein "survivine" that prevents the apoptosis (the programmed cellular death). Deactivating this protein could be possible stop the cancer,activating it, instead,could be possible prevent, for instance, the death by apoptosis of the liver cells strikes from B hepatitis; thanks to Claudio Bordignon, at the same Institute,it has recorded a first notable success in the care of the severe combined immunodeficiency (Ada). The doctor Yury Bozzi, at the Neurophysiological Institute of the CNR, in Pisa (Italy), it has underlined that harmful stimuli of different kind determine the activation of particular endocellular proteins, the "caspasis",that degrades the nuclear DNA and they therefore provoke the death of the neurons, and it has shown the effectiveness of the Brain-Derived Neurotrophic Factor (BDNF) in the prevent, in the rat, the apoptosis of the neurons of the geniculate body after lesion of the visual cortex. Main points study are currently in course in Europe and in the United States, for verify the possibility of administer neurotrophyne to cure the Parkinson's disease and other illnesses of the nervous central system. The doctor White said that he is ready to perform the first transplantation of head (for to save from death who, for instance, in a road accident,suffered multiple serious incurable injury in all the body, except the head, center of the person, that as he would come saved). The Alcor Foundation,in the United States, from the 2001,he applies a more advanced procedure for the Human Hibernation: the "vitrification". One think of rapidity with which the power of the processors is growing (it double after each year and half) and they are developing more and more sophisticated software that finds employment in medical and surgical field, that allow more and more accurate diagnosis, that reduce or prevent possible errors of the surgeon, that allow better precision and safety in the execution of the surgical interventions.

  That premised, it is not unjustified suppose that it is arrived the moment to give a decisive impulse to the biomedical research, with huge employment of deep and researchers,in order to fight more effectively against all the illnesses and to get, in reasonably brief times, xenotransplantation,organs and tissues from staminal cells and tissular engineering (to finally solve the problem to find the organs for the transplantations), the regeneration of tissues and organs with staminal cells,effective molecules retarding the aging (that is also it an illness),finally,genetics therapy! Is one doing the possible one to obtain these results as soon as possible? Is it sure that it isn't possible to do of more? Are they sufficient the bottoms appropriated to international level for the research? What do the researchers think ? And the ministers of scientific research and healt, foundations and associations for the progress of the science and the struggle against the illnesses,and the common people in the world? From the research a help can come who victim of a deleterious genetic mutation is,to who, in a hospital ward or in a intensive care, or at home, because of an incurable illness, struggle against the death, or it is paralyzed and incontinent in a bed or on a wheelchair.    

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                                 Ricerche sulla morte                       

                                                                 

                                                                                                                                                                                                                                               

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"La morte",ha scritto in un articolo apparso il 27 Maggio 1997,sul Corriere della Sera, un noto psichiatra,"non è materia di insegnamento a scuola. Bisogna insegnare la morte. Occorre che la morte entri nella cultura del quotidiano,anche perchè questo tempo manca di una visione dell'uomo,e ogni  umanesimo non si fonda senza l'interrogativo della  morte ".   

                                                                                                                                                            sepolcretomessicano.jpg                                                                                                                                                   .                                                                            Sepolcreto       

 

     In realtà,condizionamento mentale,rimozione e disinformazione,impediscono alla maggior  parte delle  persone, anche  alle  più colte e alle più  dotate intellettualmente,di porsi  l'interrogativo della morte e di chiarire,su  basi  rigorosamente scientifiche, perchè si muore,di  reagire ed attivarsi nella lotta  contro  la  morte. La morte  è   generalmente  accettata  con passività e rassegnazione. Solo chiarendo perchè si  muore si  può reagire contro di essa,e contro la  morte  si  reagisce   intensificando  le  ricerche  sulle malattie e l'invecchiamento. A tale scopo,dovrebbe essere fatto ogni sforzo per trovare una soluzione pacifica  alle  contro versie internazionali,e tutti i fondi attualmente stanziati dai vari stati per  gli armamenti e le  numerose guerre in corso,dovrebbero essere fatti convergere sulla ricerca. 

      A prescindere da considerazioni filosofiche  o  teologiche, alla luce delle attuali conoscenze scientifiche, la morte, sia essa programmata o meno nel codice geneti co di ogni essere vivente, sembra debba  attribuirsi  ad  una  imperfezione  cosmica. Il Cosmo, nato dal Big  Bang, con  i suoi  corpi  celesti,le galassie,le stelle,i pianeti, non è perfetto. E' evidente  che   la vita,sulla  terra,è sorta per puro caso. E' per puro caso,infatti,se il nostro pianeta ha  presentato condizioni  favorevoli  alla  comparsa  e all' evoluzione della  vita (giusta distanza dal proprio sole, giusta  temperatura, dimensioni  e  forza  di  gravità  adeguate,ecc).   Ed  è  sempre per puro caso se non è stato ancora devastato dall'impatto con  un asteroide. Guerre,conflitti sociali,contrasti     ideologici, omicidi, furti  e  rapine,restrizioni della  libertà  personale, in tolleranze  razziali, calamità  naturali, incidenti, malattie, progressivo  deterioramento  dei  corpi  (invecchiamento), handicap fisici e psichici, nascite  di  bambini  deformi, anancefalici, Down o siamesi,animali che si mangiano tra di loro per sopravvivere, ed  altre simili  mostruosità  ed  atrocità, depongono  ine quivocabilmente per una natura imperfetta e fallace. Questa imperfezione è all'origine di tutto il male  che  c'è sulla  terra  e  dovrebbe ispirare sentimenti di tolleranza e solidarietà tra tutti popoli al di la di ogni fede religiosa o credo politico.

     Anche il corpo umano,vulnerabile alle malattie,soggetto al deterioramento del  tempo,a  mutazioni   genetiche deleterie,è imperfetto. Plasmato dall'evoluzione attraverso la selezione (operata dall'ambiente) di mutazioni casuali spontanee,e  la  morte di miliardi  di  esseri  viventi apparsi nelle varie  ere  geologiche, è  una  macchina  enormemente  complessa, di cui  non  si  conoscono ancora bene stuttura e funzionamento, e a causa di  tale complessità e delle limitate conoscenze,oggi non sempre è  possibile ripararla quando si guasta,e quando i danni superano una certa entità si autodistrugge.   

     Ecco il parere espresso,in merito,da alcuni scienziati.

 

     

     I l  mistero sottile della  morte  e, legato a questo, il fascino imperscrutabile dell'Aldi là, hanno sempre e dovunque  colpito e inquietato gli esseri umani.  Dei due grandi  misteri della vita, la nascita e la morte, fin dalle epoche più remote, il primo è stato sempre  accolto con gioia come fatto naturale, il secondo invece accettato, si, perchè  ineluttabile, con  rasse gnazione e mai  con  piacere, ma  considerato innaturale.  L'uomo ha cercato così di esorciz zare la morte immaginandola come qualcosa di non definitivo, una soglia, varcata la  quale inizia una nuova vita.  

                                                        ( Renato Grilletto)

 

 

 

      "L a paura, e il reverenziale timore, dinnanzi  alla morte, erano  radicati  nella  mente degli antichi  almeno quan to  in quella  dei moderni. Questi  moti  dell'animo  sono  giunti sino a noi lungo oscure vie ancestrali, dando vita alle mitologie  e  modellando il  comporta mento umano... In ogni tempo e fra tutti i popoli,la morte è  apparsa come  il più  tremendo dei misteri,come l'estrema inevitabile necessità  che l'incerto  destino dell'uomo  deve  affron tare,e  patetici  sono stati i tentativi di far luce sulle  tenebre che  avvolgono  il  futuro. La vi ta e l'arte, in passato, erano soprattutto interessate a questo insolubile  problema. La ra gione ha  sempre  cercato di placare i timori dell'uomo, la  mente  umana, inquieta ed attiva, ha istintivamente  cercato  consolazione  in  varie  credenze, evocando  una  serie  di  protezi oni  contro  i  pericoli  che si annidano numerosi nei bui recessi dell'ignoto. Ma  nelle  tene bre è sempre brillato un commovente barlume di speranza..."

                                                                             (Howard Carter)

       "L 'idea  della  morte, è una  di  quelle  che maggiormente preoccupano  l'animo  dell'uo mo. Credo che non ci sia al cuno che non  si  sia  mai  posto questo terribile quesito: che  co sa è la morte? Esiste una vita futura? Tutti sanno che qualsiasi organismo comincia la su a esistenza sotto la  forma di un germe, spesso microscopico, che con la  fecondazione si mol tiplica in una quantità innumerevole di cellule. Da queste cellule  ha origine un  agglomera to complesso che si chiama embrione. L'embrione si nutre, si sviluppa,e si trasforma infine in un giovane organismo la cui esistenza dura più o meno a lungo. In  seguito, l'organismo comincia ad invecchiare, a soffrire di varie malattie, finalmente  muore, cioè  si  tramuta  in un oggetto immobile e insensibile simile ad una quantità di altri oggetti della natura organi ca. Tutte le facoltà  dell'organismo  vivente  che  lo differenziano così  nettamente  dagli al tri oggetti inanimati scompaiono nel momento  in  cui  sopravviene  la  morte. Ma  l'uomo  non può accettare l'idea della  morte  come fine  della vita.  Se la  morte  è  realmente  il  termine  della nostra vita,se essa distrugge il corpo, se dopo il decesso non restano che microbi e putrefazione, allora la vita  non  ha  senso alcuno. L'istinto  di  conservazione ci  spinge  a  lottare contro la morte, ad evitare le condizioni sfavorevoli,a adattare il corpo  e  a  difenderlo  contro  gli  innumerevoli nemici interni ed esterni. In  realtà  tutta la vita è lotta contro la morte. Gli  uomini  sono  condannati a morte dalle forze cieche della natura. E' que to un fatto inevitabile  ed  universale. E per riconciliarci  con questa verità,che rende la nostra vita assurda  e  infelice,dobbiamo ritrovare  il  senso della  vita  e  comprendere  lo  scopo della nostra  esistenza. Chi  è  dunque il nostro nemico comune? La morte e con essa le forze brute della natura . Queste  forze  sono  cieche in quanto noi non sappiamo dirigerle. Ma  a  poco a poco cominciamo  a  comprendere  le leggi della natura e impariamo anche a governarle. Così, per opera nostra, questa  natura  verrà  ad  essere ridotta in condizioni da  non  poter  più  esercitare  la  sua  opera  di sfacelo e nelle mani dell'uomo  le  forze distrug gitrici e cieche si trasformeranno in energia creatrice.  Ma i singoli  individui  e  le  società separate non sono in grado di  lottare contro la morte; la  lotta contro  la morte  deve  esten dersi sempre più  e prendere il carattere di una lotta governativa   e  internazionale. In  que to consiste la sola   unione vera e  feconda di tutti  i  popoli, la  solidarietà  reale ed efficace. Fino a quando si sarà giunti alla vittoria finale occorre presentare una  umanità  unita, un fronte unico di ricerche scientifiche nella lotta contro la morte .

                                                          (S. Metalnikov)

 

 

      "U na specie complessa i cui individui non muoiono ha difficoltà gravissime nell'evol versi, nell'adattarsi evoluti vamente all'ambiente.Sappiamo che tutti gli organismi superio ri possono essere idealmente divisi in due parti, la linea somatica e la linea germinale. Quest'ultima  è  costituita  dalle nostre cellule a funzione riproduttiva; la linea  somatica siamo noi come individuo, è tutto il nostro corpo. E' chiaro che i cambiamenti  a  valore  evolutivo hanno  valore in quanto  avvengono  sulla linea germinale e  producono  nuovi  individui mutati,alcuni dei quali potenzialmente  più adatti all'ambiente . Le mutazioni delle cellule somatiche non possono invece avere effetti evolutivi. Il soma è  formato  da  miliardi  di cellule e per ottenere un adattamento genetico della specie sarebbe necessario inserire in tutte la stessa mutazione, e per giunta in tutti gli individui della stessa specie. La  mutazione  è un evento raro e  casuale, e  quindi tutto ciò è completamente assurdo. Se consideriamo ora il  fatto che su di  un  determinato territorio può vivere solo un determinato numero finito di individui,ci  accorgiamo  subito  che i  nuovi organismi,potenzialmente  diversi,  troveran no posto solo se  ad un certo momento i  vecchi  si  tolgono di mezzo, muoiono. La  morte non c'è  nei  batteri, e anche in  alcuni  protozoi, perchè  non serve. Le due cellule figlie, essendo identiche, hanno  le stesse probabilità  di  mutare  ed  evolversi  e  non  serve quindi a nulla programmare la loro scomparsa. La  conclusione  è  che  la vita dell'organi smo dura quel tanto che serve per  assicurare  il   migliore  adattamento  della specie, è determinata geneticamente,  come tutte le altre caratteristiche del differenziamento. Ciò non vuol dire che non  dobbiamo cercare di identificare i geni che determinano l'invecchiamento e cercare come  agiscono".

                                                                                          (G. Morpurgo)  

 

      " Gli scrittori di fantascienza,fanno un grande spreco di fantasia in merito al proble ma della  trasmissione di es seri  umani, alla  velocità della luce,negli  spazi  interstellari. D'altro canto, se  un  individuo  è definito  senza residui da un  testo  in  codice, perchè  non  sarebbe possibile trasmettere semplicemente il codice in questione,in forma di segna li radio, su distanze di centinaia di anni luce,per poi ricostituire l'individuo stesso,nel  luogo  d'arrivo, mediante  una  ri traduzione  dei  segnali  in  sequenze di aminoacidi? Ecco, dunque, che  il  con cetto di  immortalità  acquista credibilità scientifica. E questa possibilità  ci  si apre proprio nel momento in cui, da un'altra prospettiva, e per la prima volta, la morte si rivela inutile. Dall'epoca in cui, nel mare originario, le prime  molecole organiche si  sono  aggregate   in  un sistema che aveva attinenza con  quelli cellulari odierni, la morte costituì, forse, l'inven zione di maggior momento del la vita, dal momento che, senza il continuo decesso  di organi smi viventi  solo per breve tempo, non potevano verificarsi nè  la mutazione nè la selezione. In altre parole,  senza  morte, niente  selezione, nessuna  trasformazione  delle  specie,  niente Homo Sapiens ; senza  un  rapido  susseguirsi  delle generazioni,non sarebbe stato possibile l'adattamento  alle  mutate condizioni ambientali. Tutto questo è stato indispensabile fino a  quella  che, in  precedenza, abbiamo  chi amato  la svolta  dell'evoluzione;  nel  frattempo, l'ambiente esterno si trasforma con un ritmo al quale la mutazione e la  selezione  non  possono  tenere dietro. Gli studiosi  di  Biologia  Molecolare, però, hanno scoperto la centrale di comando della vita e sono sul punto di decodificare il programma. La coscienza  pianifi catrice, a  sua  volta   un  pro dotto dell'evoluzione, comincia retroattivamente ad agire su que sto processo evolutivo, e così viene a chiudersi un enorme cerchio biologico. L'evoluzione, in  altre  parole, in  futuro  procederà  secondo  altre  leggi ; ne  deriva  che, prima o poi, la morte non sarà più indispensabile alla vita. Almeno in via di principio, la biologia  si avvicina a  un  punto a  partire  dal  quale  sarà  possibile garantire, ad ogni individuo, quell'adattamento e proseguimento dello sviluppo in mancanza dei quali morirebbe. Se  per  questo   si  dovrà  revisionare  l'organismo esistente,o piuttosto sbarazzarsene e sostituirlo con una nu ova edizione riveduta e corretta, è questione puramente tecnica ; ciò che conta è che la perso nali tà  rimarrebbe intatta, perfettamente conservata. Per dirla con altre parole : un  nume ro  abbastanza  costante  di individui  che  non  si  propagano  potrebbe, per  un  numero  di anni  praticamente infinito, percorrere tutto il ciclo evoluti vo corrispondente allo sviluppo di una specie, che porterebbe, forse, a forme viventi oggi per noi semplicemente inimma ginabili. Che vi si  giunga  o  meno, è  questione  che  riguarda  i  futurologi; quello che per noi conta è che  la  parola immortalità  è divenuta, di recente, qualcosa di cui gli scienziati possono discutere, possono prendere seriamente in considerazione".

                                                          (Eckehard Munck) 

 

 

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