Geoffrey Chaucer in Liguria

 

Come io lo vedo, Geoffrey Chaucer è uno dei non pochi grandi e limpidi testimoni capaci di smentire le prevenzioni correnti sul Medioevo, almeno per la seconda metà, che in quell'epoca preconcetta buia, visse e vivacemente pensò e scrisse.

Era nato a Londra verso il 1343, da famiglia benestante mercantile, in mezzo all'attività dell'import-export: vini dal Mediterraneo, lane verso il Mediterraneo. Per amicizie famigliari fu introdotto come paggio, o servitore onorario, nella corte del re Edoardo III, che seguì nella guerra di Francia. Era la Guerra dei Cent'Anni che quel re, per la sua parte, condusse dal 1340 al 1377. Capitò a Chaucer d'esser preso prigioniero, non ancora ventenne, durante l'assedio di Reims, ma fu in breve riscattato.

Studiò legge alla scuola dell'Inner Temple: base degli studi era il cosidetto Trivium per le materie principali: retorica, dialettica e grammatica.

Uomo colto conobbe il francese molto bene, non solo per traduzione dal latino (francese, latino, inglese) come veniva insegnato nel 1300, ma perché in famiglia parlavano francese. E conosceva il latino come lingua dei documenti ufficiali della Chiesa e di tutte le persone colte. Nel 1366 sposò Philippa, divenuta poi cognata di John de Gaunt, quarto genito del Re, che, vedovo di Bianca di Lancaster, sposerà una sorella di Philippa.

Verso i trent'anni, nel 1369, Chaucer  seguì il Duca in Francia per motivi di guerra e di diplomazia e qui compose il compianto per la morte della duchessa The Booke of the Duchesse, prima sua opera databile. 

In che misura Chaucer conoscesse l'italiano intorno ai suoi trenta -trentacinque anni non è possibile stabilire: ma era uomo di studi e di notevole curiosità e cultura e non è da escludere che quest'uomo europeo ed umanista appassionato avesse contatti con italiani, sia mercanti, agenti cambiari, marinai e mercenari sia genovesi che fiorentini e pistoiesi.

Possedeva una biblioteca, cosa non comune in quel secolo, come ci informa nel prologo dei Canterbury Tales. I libri erano manoscritti, su cartapecora piuttosto igroscopica che si arricciava asciugandosi, e dovevano essere stretti fra robuste tavolette.

Il poeta godeva di vita agiata in quegli anni come controller presso le dogane di Londra. Frattanto la guerra in Francia andava male: nel 1372 la flotta inglese, sebbene rafforzata da galee genovesi condotte da Pietro Campofregoso (fratello del Doge di Genova) era stata battuta al largo di La Rochelle. Il re era dunque in difficoltà, bisognoso di danaro e navi, già debitore con i banchieri fiorentini come i Bardi e i Peruzzi che finirono in rovinoso fallimento perché non vennero rimborsati: Il Consiglio di corte suggerì di inviare a Genova una missione diplomatica in cerca di appoggi. I rapporti con la Repubblica erano buoni da tempo. Il porto di Southampton era frequentato da genovesi che sbarcavano peraltro anche a Londra, a Sandwich, dove operavano le agenzie dei Lomellini, dei Grimaldi, Spinola, Canella. A Genova nel 1393 fu costituita un'associazione religiosa e di assistenza, la "Consortia de' Forestieri" con sede in Santa Maria dei Servi, che accoglieva inglesi, francesi e ... lombardi.

S. Giorgio uccide il drago (affresco di Palazzo S. Giorgio, Genova)

I buoni rapporti anglo-genovesi erano stati avviati da Riccardo Cuor di Leone che nel 1189, per la III Crociata, s'era imbarcato con i suoi su 80 galere condotte da Simon Vento e Marin de Rodano: risuona così il grido "By George" o "For Saint George" per la prima volta nella storia britannica, essendo il martire romano patrono sì della Repubblica, ma ignoto agli inglesi prima di allora.

Il re Edoardo III aveva già noleggiato navi genovesi, nel 1347, e aveva nominato ammiraglio il Campofregoso e luogotenente Sir John Pronan, nel 1372. In quell'epoca si erano verificati casi di saccheggio di derrate a Southampton: un trattato commerciale non aveva risolto nulla ed una società commerciale anglo-genovese era stata costituita tra l'ostilità dei sostenitori di vecchie leggi protezionistiche.

Poi la sconfitta di La Rochelle  indusse il re, attraverso la società mista, a chiedere a Genova a further supply of galleys. E v'era stato un precedente analogo quando Edoardo II, in guerra con gli scozzesi, nel 1307 era stato battuto a Bannockburn nonostante l'appoggio dei genovesi Dentone e Mangiavacca, fornitori di navi e altro materiale.

Perché venne inviato a Genova proprio Chaucer nella su accennata missione? I motivi sono vari e validi: egli conosceva i problemi commerciali e politici del momento, aveva rapporti con i genovesi in Inghilterra e una conoscenza relativa dell'italiano e già nel 1368 era stato inviato abroad of an unknown mission. Il poeta fu incaricato in servicio Regis versus partes Janue et Florentie pro quibusdam secretis negocijs Regis.

La spedizione venne organizzata nel novembre 1372 composta da Chaucer, da Sir John Pronan e dal genovese Giovanni Mari. I messi  viaggiarono 173 giorni, di cui oltre 130 per l'andare e il tornare poiché tra Londra e Genova correvano più di due mesi di viaggio via mare. Si desume dunque che Chaucer potesse trascorrere in Liguria cinque settimane tra febbraio e marzo 1373. 

Non risulta un'estensione del viaggio a Firenze o a Padova: il poeta non avrebbe incontrato né il Boccaccio (ch'era a Certaldo) né tanto meno poté incontrare il Petrarca (infermo a Padova). I chauceriani su questo punto divergono: c'è chi cita il "Clerk's Tale" dei Canterbury Tales: "I will tell you a tale, wich that I earnet at Padoa of a worthy clerk" e il degno clericus sarebbe il Petrarca.

A sostegno ulteriore si suppone che Chaucer raggiungesse da Genova il monastero di Cervara presso Portofino per incontrare Guy Sceptem (tale Guido Sette, vescovo di Genova) compagno di studi, ora monaco. Possibile, ma errato, è quando si legge altrove sull'incontro di quei giorni col Petrarca a Carrara, non lontano da Portofino. Vero è che il Petrarca era coinvolto coi Signori di Padova, padroni del castello di Carrara presso Padova, non in Lunigiana.

Il secondo viaggio in Italia è del 1378: meta la corte di Bernabò Visconti, nemico del Papato, alleato dei Fiorentini. Chaucer non ricevette anticipi e fu rimborsato delle spese solo il 28 novembre 1380: La missione milanese diede buoni risultati: il Visconti era ambiziosissimo e propose al re d'Inghilterra il matrimonio con una propria figlia e della nipote Violante a Lionel duca di Clarence, figlio del defunto re Edoardo III. Il padre della sposa, Galeazzo II, possedeva molti libri nel castello di Pavia: ivi Chaucer andò in visita e lesse i racconti del Boccaccio.[ Inoltre alla sua corte vivevano mercanti e banchieri fiorentini con i quali si dilettava il nostro poeta che poté quindi conoscere la poesia di Petrarca].

I viaggi italiani di Chaucer, poeta classicista e modernista, sensibile all'armonia formale ed all'armonia del pensiero che il Rinascimento italiano avrebbe sviluppato dalla matrice umanistica, gli servirono per conferire una nuova fisionomia alla poesia inglese. In vero, fino al chiudersi del 1300, un'influenza italiana di carattere letterario e di forme e di gusti non si può rilevare in Inghilterra: proprio per merito di Chaucer si diffusero sovrapponendosi alla stagionata prevalenza francese e alemanna.


La ricerca di cui sopra è tratta dall'articolo originale di Pier delle Ville, "Chaucer poeta e diplomatico", in La Casana n° 3, 1991, pagg.24-29 al quale rimando per le citazioni ed altre notizie. GG