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Per la definizione degli "ALIMENTI ESSENZIALI"
http://acidoascorbico.altervista.org/prova1/Immagini/alimentiessenziali.htm
Tutto sul MAGNESIO
http://acidoascorbico.altervista.org/prova2/Immagini/magnesiobase.htm
Tutto sulla vitamina D
http://acidoascorbico.altervista.org/prova1/Immagini/vitaminadbase.htm
Primo esame pronto soccorso del 26 ottobre 2015
http://acidoascorbico.altervista.org/prova03/Immagini/esameprontosoccorso.htm
Secondo esame pronto soccorso del 21 dicembre 2015
http://acidoascorbico.altervista.org/prova03/Immagini/esameprontosoccorso2.htm
Questa sotto la documentazione dell'ospedale di Bra alla mia
presentazione al pronto soccorso in seguito al malessere del giorno prima e
della notte tra l'11 giugno ed il 12 giugno 2016 alle ore 9:18 dopo una notte
insonne con la testa che mi scoppia, male ai reni ed una nausea infinita. Mi
tremano le mani.
Tutti questi sintomi sono immancabili ogni giorno e sempre più acuti, dopo 22
marzo 2016, giorno della asportazione della ciste al rene sinistro che secondo
la TAC eseguita in data 8 marzo 2016, è risultata, di 9.3 centimetri con una
capienza di 1200 cl di liquidi come da questo documento di descrizione
dell'intervento:
Risulta invece ne rimangono altre due attaccate al rene destro, che secondo le
misure di 7.5 e 7.7 centimetri di cui la prima sopra e la seconda sotto che alla
valutazione approssimativa sono di circa 1000 cl, che comprimono il rene
causando i cambiamenti repentini dei sintomi ora insopportabili.
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Devo iniziare dal 19 ottobre 2015, quando per la prima volta
dopo colazione ho sentito un giramento di testa, non come le vertigini, ma
come se fossi ubriaco e le gambe mi cedevano.
Passarono i giorni con sintomi sempre più agressivi e con la pressione
alta. Mai avuto la pressione alta in vita mia se non per qualche giorno un pò
di volte.
Dopo esami e corse al pronto soccorso, ho scoperto che era intossicazione da
vitamina D.
Dato che la disintossicazione è lunga, sapevo che al mio corpo ci voleva tempo
per superare questo disguido. Intanto iniziarono a darmi fastidio i reni. Non
un dolore, ma solo un fastidio, come per dirmi: noi ci siamo. Questo finchè un
giorno questo fastidio è diventato un dolore sordo. Non un dolore forte, e
neppure continuo, ma presente sovente.
Un giorno, verso fine gennaio, cambiarono i sintomi in parte, pur restando la
pressione alta. Non avevo più il vomito e la nausea, ma in compenso mi sentivo
le gambe molli.
Mi venne un grosso dubbio e parlandone col mio medico, il
quale è perfettamente informato di quanto faccio già dal 2012 a settembre,
gli proporsi di vedere se questa vitamina D in eccesso mi avesse causato degli eventuali danni,
quindi di farmi controllare i reni, in quanto ogni tanto sentivo
quel fastidio in quella posizione come descritto sopra. Egli mi fece fare la ecografia di tutto
l'addome.
In data 8 febbraio 2016 i risultati della ecografia, oltre a quelli del fegato e
della prostata, hanno rilevato due CISTI, una di 7
centimetri al rene destro ed una di 10 centimetri al rene sinistro piene di
liquido.
Ho portato i risultati al mio medico e lui mi ha consigliato di sentire un urologo.
Ho avuto l'appuntamento, in data 24 febbraio 2016.
L'urologo mi ha spiegato i rischi che correvo continuando a tenere queste CISTI così
voluminose.
Mi ha confermato che i sintomi che ho attualmente, che ho rilevato da quelli di 4 mesi fà causati dalla vitamina D
sono specifici di queste CISTI. Infatti ora a
giorni stò bene e sono in forza, ma quando mi si alza la pressione divento uno
straccio, cosa che non mi è mai venuta prima. Inoltre ho un dolore sordo nella schiena che mi segnala la loro
presenza. Sono certo che la vitamina D ha smosso questo stato di cose
segnalandomi l'anomalia. Nella vita non tutto il male viene per nuocere.
Mi sono dato da fare ed ho scoperto da un articolo che sulla pressione alta
dice:
"I reni, inoltre, producono sostanze che aiutano a tenere sotto controllo la
pressione e a fabbricare i globuli rossi."
Mentre l'altro articolo sempre sulla pressione alta dice:
"Nella maggior parte dei casi la cisti semplice non causa sintomi e non nuoce
al rene. In alcuni casi, tuttavia, le cisti possono ingrandirsi, comprimere
gli organi circostanti e provocare dolore. A volte possono divenire infette o
sanguinanti. In rari casi possono alterare la funzionalità renale. Spesso,
individui affetti da cisti renali semplici possono soffrire di pressione alta,
tuttavia il rapporto causa effetto tra queste due condizioni non è tuttora ben
compreso."
http://digilander.libero.it/genfranco5/Immagini/cistirenalipressionea.htm
Ho prenotato la richiesta tac con contrasto che mi verrà fatta l'8 marzo 2016,
dopodichè, con il risultato l'urologo procederà ad aspirare il liquido
contenuto nelle CISTI.
"La prima forma di terapia consiste nell'evacuazione percutanea della cisti
mediante puntura. La procedura viene eseguita sotto controllo radiologico e
posizionamento di un ago in anestesia locale che dalla cute viene inserito
direttamente nella cisti aspirandone il contenuto. Una volta aspirato il
liquido, si inietta una sostanza sclerotizzante. Tale metodica non è priva di
complicanze ( infezioni, fibrosi renali, emorragie) ma spesso il problema è
l'elevato indice di recidiva"
http://digilander.libero.it/genfranco5/Immagini/cistirenali.htm
Quindi informerà passo passo degli avvenimenti, anche perchè userò i miei 3
cucchiaini di ACIDO ASCORBICO e mezzo di BICARBONATO DI POTASSIO ogni ora o
anche meno nelle varie occasioni.
Detto questo ora mi è venuto un grosso dubbio.
Avendo certezza che queste CISTI ai RENI possono scompensare la pressione
sanguigna in modo diretto, per i due motivi sopra esposti, non è che chi ha la
IPERTENSIONE la causa siano le CISTI AI RENI?
Perchè non farsi fare una semplice ecografia per accertarsene?
Così facendo se fosse ci si toglierebbe la eventuale causa, anche perchè gli "ALIMENTI
ESSENZIALI" non sono in grado di modificare un stato di cose.
Per me, che queste CISTI siano lì da molto tempo, la conferma viene dal fatto che nel 1994,
nel 2004, nel 2008 e nel 2008, ho avuto gli stessi sintomi che però mi sono
durati da una settimana ad un mese massimo, che nel frattempo il mio corpo con
la AUROGUARIGIONE si è regolarizzato.
Ma personalmente ingoiavo già l'ACIDO ASCORBICO da anni. Questo il mio
vantaggio.
Secondo questo articolo che dice:
"Il 30% degli uomini di età superiore ai 50 anni presenta una
cisti renale. Spesso il riscontro è occasionale e molti pazienti scoprono la
presenza di questa lesione eseguendo una ecografia addominale per altri
motivi.
Le cisti renali possono essere classificate in 4 tipi secondo la
classificazione di Bosniak:
Tipo 1 - cisti semplice: contenuto liquido, citrino
Tipo 2 - cisti con setti e piccole calcificazioni
Tipo 3 - cisti con calcificazioni irregolari e pareti ispessite
Tipo 4 - cisti con componente solida, comunemente sono adenocarcinomi cistici
Normalmente le cisti sono di piccole dimensioni e non richiedono alcun
trattamento ma solo un monitoraggio eseguendo ogni 12-18 mesi un esame
ecografico.
In caso invece di dolore, infezioni, sangue nelle urine o qualora la cisti
renale provochi una ostruzione renale e ipertensione arteriosa, diventa
necessario un approccio terapeutico.
La prima forma di terapia consiste nell'evacuazione percutanea della cisti
mediante puntura. La procedura viene eseguita sotto controllo radiologico e
posizionamento di un ago in anestesia locale che dalla cute viene inserito
direttamente nella cisti aspirandone il contenuto. Una volta aspirato il
liquido, si inietta una sostanza sclerotizzante. Tale metodica non è priva di
complicanze ( infezioni, fibrosi renali, emorragie) ma spesso il problema è
l'elevato indice di recidiva.
In caso di recidive o di cisti di dimensioni cospicue trova indicazione
l'approccio laparoscopico. In anestesia generale si procede alla introduzione
mediante 3 piccoli (1 cm di diametro) fori sulla cute addominale, di strumenti
miniaturizzati che vengono impiegati per l'isolamento della cisti dal rene e
per l' asportazione della parete cistica.
Mediamente l'intervento dura meno di un'ora.ll paziente rimane ricoverato una
notte. Il giorno successivo all'intervento, il paziente può riprendere una
normale alimentazione e mobilizzazione e dopo circa 10 giorni può riprendere
tutte le attività quotidiane."
http://digilander.libero.it/genfranco5/Immagini/cistirenali.htm
Accade spesso che nel corso di un’ecografia o una Tac effettuata per le
ragioni più diverse, si scopra per caso la presenza di una o più cisti del
rene.
La scoperta in genere causa preoccupazione, che il più delle volte, però, è
ingiustificata.
Le cisti renali sono infatti molto frequenti nella popolazione, tanto che si
stima che dopo i cinquant’anni, ne sia affetta circa una persona su tre.
Ne esistono di diversi tipi: quelle più comuni - le cosiddette cisti semplici
- sono delle sacche di forma tondeggiante e dai contorni regolari contenenti
un liquido molto simile all’urina. In genere sono di piccole dimensioni, da
0,5 a 3-4 centimetri, anche se possono diventare molto più grandi. Nella
maggior parte dei casi sono situate all’estremità superiore o inferiore del
rene e insorgono in età adulta.
Quasi mai le cisti semplici danno sintomi al paziente (ed è per questo che la
diagnosi è quasi sempre casuale) né incidono sul corretto funzionamento del
rene. Inoltre molto spesso sono del tutto benigne.
Non è chiaro come si formino le cisti: si sa che esistono dei fattori
predisponenti, inoltre, potrebbero incidere alcuni fattori ambientali come il
fumo, l’inquinamento atmosferico, l’esposizione prolungata a certe sostanze
tossiche o l’abuso di alcune particolari tipologie di farmaci antidolorifici.
Un ruolo importante sembra giocare la genetica, soprattutto per alcune
tipologie di cisti più complesse, che tuttavia insorgono precocemente tanto
che possono essere già presenti alla nascita. Queste particolari cisti
rappresentano però delle patologie a sé stanti che hanno caratteristiche
peculiari e possono mettere a repentaglio la funzionalità del rene.
Paura cancro
È il tumore lo spettro che aleggia quando si riceve una prima diagnosi di
sospetta cisti al rene. Una preoccupazione per l’immediato (che quella macchia
sia già un tumore) e per il futuro (che quella che è stata identificata come
una cisti possa progressivamente trasformarsi in un cancro).
In realtà, le cisti sono molto più frequenti del tumore del rene. E possiedono
delle caratteristiche anatomiche che consentono di distinguerle nettamente dai
tumori.
In genere, se la formazione ha contorni lisci, è circoscritta, non è
alimentata da vasi sanguigni e ha un contenuto liquido si ha quasi la certezza
che si tratti di una semplice cisti che ha complete caratteristiche di
“benignità”. Per avere queste informazioni bastano esami molto comuni come
l’ecografia o la Tac, mentre la biopsia spesso può risultare inaccurata.
In questi casi, non è necessario assumere farmaci né sottoporsi a interventi
chirurgici. Basta eseguire controlli periodici - generalmente ogni anno in una
prima fase e a cadenze più lunghe in una seconda - per verificare se la cisti
tende a crescere o cambiare le proprie caratteristiche.
Tuttavia, le caratteristiche delle cisti non sono sempre così nette. In alcuni
casi, per esempio, i contorni sono poco regolari, oppure il contenuto non è
del tutto liquido. Quanto più queste anomalie sono numerose tanto più la cisti
sarà simile a un tumore. Per questa ragione, a seconda del numero di queste
anomalie è possibile collocare le cisti in una scala che va da 1 a 4 e che le
caratterizza per un progressivo grado di “malignità”.
Oggi non è noto cosa faccia sì che una cisti semplice acquisisca
caratteristiche tumorali. Quel che è certo è che alcune cisti non subiscono
mai questa trasformazione rimanendo innocue per tutta la vita del paziente,
mentre altre si trasformano molto rapidamente.
Quando è meglio rimuovere le cisti
In ogni caso, per le cisti che si collocano nei gradini più alti della scala -
3 e 4 - è necessario intervenire chirurgicamente per rimuoverle.
L’opzione preferita è la chirurgia laparoscopica, un intervento mini-invasivo
in cui strumenti chirurgici miniaturizzati vengono inseriti attraverso piccoli
fori praticati sull’addome. Ulteriori vantaggi si ottengono con la chirurgia
robotica che abbina alla scarsa invasività della chirurgia laparoscopica, la
precisione e la destrezza di robot-chirurghi a elevatissimo tasso tecnologico.
Il robot “da Vinci” impiegato presso il Policlinico Universitario Campus
Bio-Medico, per esempio, è un sistema guidato a distanza e costituito da
quattro bracci su cui sono applicati una telecamera e strumenti chirurgici
mini-invasivi che vengono introdotti nel corpo del paziente attraverso
incisioni di pochi centimetri.
Il chirurgo, che osserva le immagini ad alta risoluzione acquisite dalla
telecamera, guida il dispositivo da una consolle e, attraverso un sofisticato
software di elaborazione dati, i movimenti delle sue mani vengono “tradotti”
in movimenti estremamente precisi degli strumenti chirurgici.
Grazie a questa maggiore capacità di visione del campo chirurgico e
all’estrema precisione dei movimenti, l’intervento in chirurgia robotica
consente di ottenere risultati migliori sia della tradizionale chirurgia a
cielo aperto sia della chirurgia laparoscopica, comportando minori rischi di
sanguinamenti e infezioni e tempi di recupero più rapidi per il paziente.
http://digilander.libero.it/genfranco5/Immagini/cistirenalia.htm
Subito dopo gli INTESTINI vengono i RENI. Dobbiamo però tenere presente che anche se i
RENI sono sani si possono formare delle CISTI che sono in grado di causare degli
scompensi che fanno vivere male il corpo. Di solito queste CISTI sono asintomatiche e difficili da individuare
dai sintomi, che per poterle riscontrare è
necessaria una ECOGRAFIA o una TAC.
In caso di questi sintomi è indispensabile fare un controllo onde avere una
certezza della loro esistenza onde provvedere alla loro eventuale asportazione.
Personalmente ne ho avuto una esperienza abbastanza traumatica e duratura fino
alla loro scoperta casuale ed involontaria. Una di 7 centimetri al rene destro
ed una da 10 centimetri al rene sinistro, piene di liquido. I miei sintomi erano sopratutto di
ipertensione con annessi e connessi che sono veramente debilitanti, con
relativa stanchezza e nausea.
http://digilander.libero.it/genfranco5/Immagini/reniilcentro.htm
Le cisti renali sono lesioni benigne ai reni, tasche ripiene di liquido
che nella maggior parte dei casi non causano gravi complicazioni, ma che a
volte possono essere associate a disturbi potenzialmente dannosi per la
funzione renale.
Che cosa sono le cisti renali?
In genere le cisti del rene sono formazioni non cancerose che possono essere
lasciate in sede senza rischi per la salute e che a volte regrediscono
spontaneamente. Nella maggior parte di casi si tratta di formazioni isolate
dette "cisti semplici", ma è anche possibile avere contemporaneamente a che
fare con più cisti e in entrambi i reni. E' possibile soffrirne a qualsiasi
età, anche se il rischio di svilupparle aumenta con l'età, e in rari casi
possono dar luogo a complicazioni come infezioni, rotture dolorose di una
cisti o ostruzioni delle vie urinarie.
Quali sono le cause delle cisti renali?
La causa della formazione delle cisti del rene non sono ancora del tutto note.
Una delle ipotesi più diffuse è che la loro comparsa sia associata a un
indebolimento della parete del rene che porta alla formazione di piccole
tasche dette diverticoli. Questi, riempiendosi di liquidi e si staccandosi
dalla parete, formerebbero le cisti.
Quali sono i sintomi delle cisti renali?
In genere una cisti semplice non scatena sintomi particolari. Se però le sue
dimensioni diventano abbastanza grandi è possibile avere a che fare con dolori
sordi alla schiena, febbre e dolori alla parte superiore dell'addome.
Come prevenire le cisti renali?
Non esistono metodi preventivi nei confronti delle cisti del rene.
http://digilander.libero.it/genfranco5/Immagini/cistirenalib.htm
http://digilander.libero.it/genfranco5/Immagini/cistirenalicosa.htm
"Alimentazione e Follow-Up
Introduzione
I reni sono due organi simmetrici, collocati ai lati dell’addome e delle
dimensioni di un pugno chiuso.
I reni fanno parte dell’apparato urinario: fabbricano l’urina rimuovendo le
sostanze di rifiuto e l’acqua in eccesso dal sangue.
L’urina si raccoglie in uno spazio cavo (bacinetto renale) che si trova al
centro del rene, passa quindi dal bacinetto renale alla vescica percorrendo un
lungo tubicino detto uretere. L’urina, infine, abbandona la vescica e viene
espulsa dall’organismo attraverso un tubicino più corto (uretra).
I reni, inoltre, producono sostanze che aiutano a tenere sotto controllo la
pressione e a fabbricare i globuli rossi.
Attaccata alla sommità del rene c’è la ghiandola surrenale. Due strati di
tessuto, uno adiposo e uno fibroso, circondano il rene e la ghiandola
surrenale.
Cellule tumorali
Il tumore si manifesta nelle cellule, cioè nei “mattoncini” che costituiscono
i tessuti; i tessuti, a loro volta, formano i reni e gli altri organi del
nostro corpo.
In condizioni normali le cellule crescono, si dividono e originano così le
nuove cellule quando l’organismo ne ha bisogno; le cellule normali che
invecchiano o subiscono un qualche danno muoiono e vengono sostituite da
cellule nuove.
In alcuni casi questo processo si altera, iniziano a formarsi cellule nuove
anche quando l’organismo non ne ha bisogno e le cellule vecchie o danneggiate
non vengono distrutte. L’accumulo di cellule va a formare una massa di tessuto
detta tumore.
I tumori del rene possono essere
benigni (non cancerosi)
o maligni (di natura cancerosa).
Quelli benigni sono i meno pericolosi.
I tumori benigni (cisti):
di norma non rappresentano un pericolo grave,
possono essere curati o asportati e di solito non recidivano,
non invadono i tessuti circostanti,
non si diffondono in altre parti dell’organismo, cioè non formano metastasi.
I tumori maligni
in alcuni casi possono rappresentare un pericolo grave,
di norma possono essere asportati o distrutti, ma il tumore può comunque
recidivare,
sono in grado di invadere i tessuti e gli organi circostanti,
possono diffondersi in altre parti dell’organismo.
Le cellule tumorali possono diffondersi in tutto l’organismo, staccandosi dal
tumore originario. Possono entrare nel sistema linfatico e raggiungere i
linfonodi, oppure entrare in circolo e colpire i polmoni, il fegato, le ossa o
il cervello. Le cellule tumorali si attaccano ad altri organi e, crescendo,
formano nuovi tumori in grado di danneggiare i tessuti.
Cause
Quando si riceve la diagnosi di tumore al rene è naturale chiedersi da che
cosa sia stata causata la malattia, ma i medici di solito non sono in grado di
spiegare perché alcuni pazienti sviluppino un tumore al rene e altri invece
rimangano perfettamente sani.
Si sa con certezza, tuttavia, che i pazienti che presentano determinati
fattori di rischio hanno maggiori probabilità di soffrire di tumore al rene. I
fattori di rischio sono abitudini o situazioni in grado di aumentare il
rischio di soffrire di una certa malattia.
Le ricerche hanno evidenziato i fattori di rischio seguenti per il tumore al
rene:
Fumo. Il fumo di tabacco è un fattore di rischio primario per il tumore al
rene: chi fuma presenta un rischio maggiore rispetto ai non fumatori. Il
rischio aumenta se si fumano più sigarette per un lungo periodo.
Obesità. L’obesità fa aumentare il rischio di tumore al rene.
Ipertensione. La pressione alta può far aumentare il rischio di tumore al
rene.
Precedenti familiari di tumore al rene. Chi ha un familiare che è stato
colpito da tumore al rene, presenta un rischio leggermente maggiore di
ammalarsi; inoltre anche alcuni disturbi ereditari possono far aumentare il
rischio.
Sindrome di Von Hippel-Lindau (VHL). È una malattia rara ed ereditaria,
causata da una mutazione del gene VHL. In presenza di questa mutazione si ha
un aumento del rischio di tumore al rene. Chi ne soffre può anche avere cisti
o tumori all’occhio, al cervello o in altre parti del corpo. I famigliari
delle persone affette dalla VHL possono sottoporsi a un esame specialistico
per escludere la mutazione del gene.
Molti pazienti affetti da tumore al rene non presentano nessuno di questi
fattori di rischio e viceversa, molti pazienti, pur presentando fattori di
rischio noti non si ammalano.
Sintomi
Tra i sintomi frequenti del tumore al rene ricordiamo:
presenza di sangue nelle urine (le urine sono color ruggine o rosso scuro),
dolore a un fianco che non passa,
massa palpabile sul fianco o sull’addome,
dimagrimento inspiegabile,
febbre,
sensazione di profonda stanchezza.
Questi sintomi possono essere causati dal tumore al rene, ma anche da altri
problemi, ad esempio da un’infezione o da una cisti renale. Chi presenta i
sintomi sopraelencati dovrebbe avvertire il medico, in modo da giungere a una
diagnosi e a una terapia il più precoce possibili.
Sopravvivenza"
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