“E con questa vittoria Dann si
assicura una seria ipoteca sulla vittoria al Provinciale
2008”.
Dopo questa scappellata di frasi
fatte, esordisco parlando dell’incontro clou del quinto turno:
Dann-Occari.A mio parere è stata una partita
molto equilibrata, sostanzialmente corretta, anche per via della posta in gioco.
Nonostante fossimo entrambi guardinghi, ho arroccato prima del mio avversario,
scegliendo il lato di Re. Ben presto anche Tim ha arroccato dalla stessa
parte. Dopo un po’ di schermaglie, sui
binari di una sostanziale parità, la partita è arrivata ad un finale di C+5PP
per parte. Lì si è decisa: un errore piuttosto grave di Tim si è tradotto in una
sconfitta... mia! La continuazione scelta da me infatti è stata costellata di
qualche svarione di troppo, di cui tuttavia non mi sono avveduto neppure dopo
averli commessi. Solo successivamente, con l’aiuto di Fritz, ho visto come avrei
potuto tradurre in una facile (quasi!) vittoria l’errore iniziale
dell’avversario. Ma le partite bisogna vincerle sulla scacchiera, non
contentarsi di raggiungere posizioni che SAREBBERO vinte! La sconfitta in questo
finale evidenzia una volta di + quanto triste il sottoscritto sia nei
finali...
In seconda scacchiera si e’ svolta
una battaglia un po’ + aspra: Alfredo, come suo solito, “stava meglio” contro
Salvatore. Qualcuna delle posizioni raggiunte in quella partita, in effetti,
vedeva il Nero dominare. Tuttavia sono stati sufficienti pochi tratti per far
volgere la posizione a vantaggio del Bianco. Il quale tuttavia si è lasciato
sfuggire una mossa pressoche’ vincente, eseguita solo al tratto successivo (con
un P in meno!). Alfredo si difendeva con i denti, e a Salvatore e’ mancata la
lucidita’ per sferrare il colpo mortale. L’incontro si e’ concluso con un finale
di T+2PP (Giuffre’) contro C+2PP (Ricci), in cui nessuno vedeva la strada per
vincere. Infatti e’ finita patta. Sembra peraltro che, dopo che entrambi hanno
avuto la possibilita’ di vincere, quello verificatosi sia il risultato +
giusto.
In terza, la Fabbri-Binder e’
iniziata con uno schema tipico con l’attacco del bianco contro la pirc (oppure
la struttura indiana), che prevede Ae3, Dd2, f3 ed eventualmente 0-0-0. Invece
il Nero ha rinunciato all’arrocco corto (per la verita’ anche a quello
lungo...). Forse a causa di qualche imprecisione, il Bianco non e’ riuscito a
trarre vantaggio dall’apertura; nel medio gioco entrambi dovevano fare i conti
con un certo ritardo di sviluppo, ed entrambi i re sono rimasti in mezzo per
tutta la partita. La quale e’ stata discretamente giocata da entrambi, fino a
quando mancava circa un quarto d’ora a testa. Verso la fine sono arrivate le
cappelle, + o meno vistose, che procuravano chanches prima all'uno poi
all'altro. Giunti agli sgoccioli del tempo (i nostri amano pensare e sfruttare
fino in fondo la propria dotazione), nel un finale di T+C+PP per entrambi, il
nero cedeva un pedone per un compenso dinamico, penetrando con la torre in prima
traversa. Tanto dinamico fu quel compenso, che alla fine Massimo e’ incappato in
una "basilica", che ha posto immediatamente fine alla partita. (Anche questo
commento deriva dalle note di Andrea).
In quarta Poltro “sguazzava”
letteralmente in un Matulovic, incautamente accettato da Umberto. Non voglio
dire che quel gambetto non si possa accettare (e’ molto teorizzato), ma contro
un attaccante puro bisogna armarsi di tanta pazienza e di sangue freddo, e
prepararsi a subire ed a manovrare con precisione, nella consapevolezza che gli
errori possono costare molto + cari al difendente che all’attaccante. Invece, a
causa di alcune imprecisioni, il Nero si e’ trovato in grosse difficolta’, con
una posizione difficilmente sostenibile fin dalla 15^ mossa
(circa...).
In quinta il nostro Presidente
(complice forse un malanno di stagione), non ha dato il meglio di se’ contro
l’imprevedibile Simio. L’abitudine di ridursi a corto di tempo non giova a Maio:
questa partita l’ha addirittura perduta proprio per il tempo, in una posizione a
suo dire equilibrata, in cui non e’ riuscito, in un intero (!) minuto, a trovare
una semplice risposta ad una minaccia non certo mortale.
In sesta il buon Del Colle non è
riuscito a contenere la “metodica aggressivita’” di Solis, che ha fatto valere
gli oltre 200 elo di punti di differenza. Costantemente in posizione + attiva
dell’avversario, con una continua pressione sui punti deboli, Roberto alla fine
ha prevalso, lento ma inesorabile.
Nulla so delle altre partite, e
chiudo qui queste note, osservando che in questo quinto turno non si e’
registrato alcun risultato sorprendente, se si escludono il mezzo passo falso di
Alfredo (oltre 500 punti elo + dell’avversario con cui ha pattato!) e lo
scivolone di Luca.