Giovanni Damiani

Farsi foglia (metamorfosi del canto)

per violino e flauto in sol / ottavino



“Su ciò che determina nella pianta una forza configuratrice di forme, Goethe dice: "Mi si è rivelato che in quell'organo della pianta che si suol denominare foglia, è insito il vero Proteo che può nascondersi e manifestarsi in tutte le forme. In avanti e indietro la pianta è sempre soltanto foglia, così indissolubilmente unita al futuro seme, che non è lecito pensare l'uno senza l'altra."
Goethe, Viaggio in Italia

Riascoltando Webern, il suo naturalismo sonoro, il suo idealismo e organicismo seriale si possono capire anche rintracciando il pensiero scientifico goethiano. Metamorfosi delle piante: così Goethe intitola la sua ricerca dell’Urpflanze (pianta originaria), culminata nel vivo del suo viaggio in Italia, poi nel soggiorno in Sicilia trasformatasi forse nella ricerca di una forma prototipo, la foglia. La foglia, modello per tutte le forme di crescita nei vegetali: fiore, seme, radice, tronco, tutti variazioni di un’unica idea, un tema intangibile. Aggiungo: la foglia come fonte basilare della vita, legata alla filiazione solare, in questo più sensibile di ogni altro più inquieto modo dell’essere vivente (ruminatori, cacciatori, consumisti della materia e dello spirito). Il senso di colpa che salva Faust, l’inquieto per definizione, deriva principalmente dalla morte che egli procura a Filemone e Bauci; questi, nelle Metamorfosi  di Ovidio, scampati a un’alluvione, invece morivano trasformandosi in tiglio e leccio, coprendosi a poco a poco di foglie.

“La cosa più elevata sarebbe: comprendere che tutto ciò che è fattuale è già teoria. L’azzurro del cielo ci rivela la legge fondamentale della cromatica. Non si cerchi nulla dietro ai fenomeni: essi stessi sono già la teoria.”
Goethe, Maximen und Reflexionen, n.488