Incontro ravvicinato con i Rosacroce

Gruppo Biblico di Evangelizzazione




Incontro ravvicinato del III tipo con i Rosacroce

- esperienza n. 2 -


Avevo sentito parlare dei RosaCroce, setta cristiana esoterica del 1600. Avevo letto qualcosa in qualche libro dei “misteri”. La cosa mi affascinava. Ne ho parlato con la mia fidanzata e insieme abbiamo deciso di andare a dare un’occhiata.
 

Personalmente sono molto appassionato di sette e religioni. Mi piace studiare e conoscere il pensiero umano, il modo in cui l’uomo vive la spiritualità, il modo in cui si rapporta a Dio. Mi piace anche scoprire l’ipocrisia di certe sette che non hanno altro scopo che quello di accresce il proprio potere o il proprio conto in banca.
 

Dunque, dicevamo i RosaCroce! Il manifesto diceva Hotel Fleming, un lussuoso hotel di Firenze in cui i RosaCroce avevano preso in affitto una stanza. Beh, ho detto RosaCroce, ma la setta che abbiamo avvicinato, il Lectorium Rosicrucianum, è solo una delle 36 sette che si ispirano agli antichi RosaCroce classici. così li chiamano loro stessi: provate infatti a chiedere loro di parlare della loro storia, di come sono nati. Che cosa pensate che vi rispondano? I rosacroce ci sono sempre stati, da tempi immemorabili. Addirittura i RosaCroce che pure si dichiarano cristiani, erano antecedenti a Cristo, o meglio, come dicono loro, a Gesù di Nazareth, dal momento che Gesù  e Cristo non sono proprio la stessa cosa, in quanto Cristo sarebbe non solo l’appellativo di Salvatore, di Messia dato a Gesù, ma indicherebbe non tanto una “persona”, quanto una “forza” (ma lasciamo perdere questo aspetto, vi ritorneremo).
 

Dunque i RosaCroce esistono dai tempi di Adamo ed Eva, sono loro diretti discendenti e appartenenti al pensiero dei RosaCroce possono essere trovati in tutti i tempi e in tutte le culture: Gesù, Budda, Confucio, i catari, Ermete Trimegisto, Dante Alighieri, Platone...
Forse pensate che queste cose me le sia inventate io? Che cosa mai potranno avere in comune Dante Alighieri e Platone? I catari e Confucio? Non ponetevi questa domanda. Siete solo degli ignoranti. Ma se entrerete nella scuole rosacrociana tutto vi sarà chiaro e vi sarà chiaro che la corrente gnostica (=filosofia rosacrociana) ha attraversato tutti i tempi, da Adamo in poi.
 

Ma, qualcuno dirà, Budda parlava di Nirvana e  Gesù di Paradiso: sono la stessa cosa? Un RosaCroce vi dirà di si, sono la stessa cosa, basta mettersi d’accordo sui termini.
Dunque tutti dicono la stessa cosa? Dunque, ai fini della mia vita spirituale studiare Dante equivale a studiare Cristo o Confucio?
I RosaCroce ne sono assolutamente certi e se parlate con loro vi stupiranno per la loro sincerità e per la loro convinzione: sono davvero convinti che Marsilio Ficino sia importante quanto Budda, che dicano le stesse cose. È solo questione di termini.

 
Certo, tutti i grandi pensatori e i grandi uomini della terra hanno qualcosa in comune, perché tutti si sono resi conto della forte contraddizione tra l’aspirazione alla felicità e la caducità di questa vita, tutti si sono resi conto delle forte potenzialità presenti nell’essere umano. Tutti si sono resi conto che l’unica via praticabile è la via dell’Amore, amore con “A”.
Ma se andiamo nei dettagli possiamo ancora trovare questo unità di pensiero? Gesù parlava di un solo Dio,  gli induisti sono politeisti, Confucio e Budda sono atei e credono solo nella filosofia. È davvero possibile apprendere da tutti lo stesso pensiero?
 

Vediamo cosa dicono i RosaCroce:

“La corrente gnostica universale si è resa visibile, in forma particolarmente bella, nei misteri dell’antichità. Dai sublimi Rishi dell’antica India alla grandiosa figura di Buddha, dalla dottrina sacra di Zoroastro fino al luminoso messaggio di Ermete Trimegisto, dal sottile Lao-tze all’incomparabile Figlio del Padre, Gesù il Signore, da Platone ad Apollonio di tiana e a molti altri Grandi dello Spirito, possiamo riconoscere la luminosa impronta della Gnosi; impronta che ritroviamo nelle fraternità degli Esseni, dei Manichei, dei Catari e dei Rosacroce classici del XVII secolo, che fecero risuonare con forza lo stesso imperituro messaggio che troviamo oggi nel Cristianesimo esoterico della Scuola Spirituale della Rosacroce d’Oro, il Lectorium rosicrucianum.”

(da Breve esposizione della Filosofia Gnostica).


Pensavate che comprendere i misteri dei rosacroce fosse semplice ed immediato? Provate ad andare ad uno dei loro incontri: nei primi 4 incontri non capirete niente, assolutamente niente. Dal quinto poi qualcosa vi sarà più chiaro. Così tra parole che non hanno un significato immediatamente comprensibile, parole il cui significato è stato modificato e riadattato, parole inesistenti, l’uditore rimane imbambolato, affascinato dalla sapienza di questi rosacroce che sembrano tutti filosofi, grandi maestri, conoscitori dei misteri della vita (anche se poi si schermiscono e affermano che solo Gesù è il Maestro).
Così termini quali: campo di respirazione, contronatura, dialettica, efesino, enduro, fuoco del serpente, gnosi, grande gioco, insegnamento universale, mare accademico, microcosmo, scintilla di spirito, rosa del cuore, sfera riflettrice, trasfigurazione, unità di gruppo… sono assolutamente normali nella loro filosofia.
 

Una volta chiesi loro come mai usavano il termine “karma” per designare un concetto, che però non corrispondeva al concetto di karma buddista, così come io lo conosco. Mi hanno risposto che usano lo stesso termine, ma in effetti, per non cadere in contraddizione, hanno confermato che il significato era diverso…

Dunque, anche stesse parole, ma concetti diversi? È possibile districarsi in questa giungla?

 

Mentre ascoltavo i rosacroce, più volte mi è venuto a mente il Vangelo, così semplice, così immediato. Ricordo il modo in cui Gesù ammaestrava le folle, utilizzando immagini del mondo rurale, del mondo lavorativo, immagini di quotidianità semplicità. Se il cristianesimo ci risulta una via difficile è perché la sua semplicità è disarmante, tanto che molti preferiscono fuggirne, per cerca sistemi complicati da seguire e studiare.

Forse è semplice vincere al Superenalotto? Forse è semplice guadagnarsi una laurea? La nostra esperienza quotidiana ci insegna che tutto è difficile, tutto è faticoso. Come possiamo credere ad un Gesù, fosse anche il Figlio di Dio, credessimo pure che è Dio stesso in terra, che la Vita Eterna è a portata di mano? LA VITA ETERNA!

Non stiamo parlando di qualche milione di lire (o qualche migliaio di euro). Parliamo della Vita Eterna!!!!

 

Gesù ci chiede la fede, ci chiede solo di affidargli la nostra vita. Niente di complicato, è tutto molto semplice. Se ci risulta così difficile è perché ci hanno insegnato che la felicità deriva dall’aggiungere cose a cose, ci hanno insegnato che non possiamo essere dei perdenti, che il successo e la realizzazione nella vita accade quando tutto va secondo i nostri piani e i NOSTRI progetti, quando abbiamo il denaro.

 

Ci risulta così difficile perché è troppo semplice.

 

Ecco allora che ci vengono in aiuto i rosacroce!!! Una bella cosa complicata, per dare soddisfazione al nostro IO, che non ha la semplicità della fede dei bambini che si fidano della mamma e del babbo, punto e basta, ma ha bisogno di un feroce sforzo razionale. Il prototipo di cristiano non è più il bambino del Vangelo, ma il cercatore.

 
“Il trasfigurismo è un metodo gnostico che permette di realizzare l’endura. Questa consiste nella sostituzione totale del prodotto della natura, che è l’uomo mortale individualizzato, con l’Uomo-Spirito primordiale, secondo il piano divino della creazione.

Questa affermazione non mancherà di deludere profondamente quanti sperano di poter assicurare al loro io la salvezza mediante la trasfigurazione. Essi interpretano a modo loro le famose parole di Gesù: <<Colui che accetta di perdere la sua vita attraverso l’endura la conserverà con la trasfigurazione>>. La trasfigurazione è pertanto il coronamento dell’endura, nel corso della quale ciò che si conserva non ha nessun rapporto con un qualsiasi aspetto dell’essere dialettico. L’endura – rileviamolo bene – è tutt’altra cosa che la morte naturale”.

(da Trasfigurazione di Catharose de Petri).

 

Avete capito qualcosa? Pensate che questa sia l’ultima pagina di un testo complicato e che i termini chiave siano già stati spiegati? Vi sbagliate è la prima pagina di uno dei testi fondamentali dei rosacroce, scritto da Catharose de Petri.

 
Nel primo incontro con i rosacroce ho chiesto loro in base a che cosa facevano certe affermazioni e quale ruolo occupasse la Bibbia. Mi hanno risposto che la Bibbia è per loro un testo fondamentale, che tutto poggia sulla Bibbia. Ma non leggono solo la Bibbia, leggono anche i veda, i testi buddisti, Confucio, Dante, …
 

È possibile mettere d’accordo la Bibbia con Buddha?

 
Feci notare loro che avevano un modo piuttosto libero di utilizzare la Bibbia e che piuttosto che dipendere dalla Parola di Dio, traducevano e interpretavano la Bibbia cerca l’accordo con il loro insegnamento.
Per i rosacroce tutto è numero, tutto è simbolo. E non vi è dubbio che nella Bibbia vi siano molti simboli e molti modi di esprimersi propri di una certa cultura e di una certa epoca. Ma possiamo interpretare TUTTO come simbolo?

 
Ad esempio “resurrezione” sarebbe un termine gnostico, per indicare una rinascita mentale e spirituale. Non indicherebbe in alcun modo il ricongiungimento del corpo con l’anima e lo spirito. Il termine resurrezione è da intendersi in maniera simbolica.

Un altro esempio di interpretazione simbolica. I rosacroce sono tutti vegetariani. Scelta rispettabilissima, che per altro non vedo in contraddizione con il cristianesimo, ma comunque rispettabilissima. Pensate che lo facciano per scelta morale, contro lo sterminio degli animali? Assolutamente no. Pensate che lo facciano perché pensano che possa essere un loro parente o amico reincarnato? Assolutamente no. Lo fanno perché l’animale ucciso contiene sostanze nocive all’organismo che non solo danneggia l’organismo, ma rende difficoltoso il cammino verso la Vita Eterna.
Se si fa notare loro che Gesù in più occasioni ha mangiato del pesce, rispondono che ancora una volta che si trattava di un simbolo, ma che noi non possiamo ancora capire, perché non siamo introdotti nella Scuola dei Misteri.

 

Dunque, la Bibbia è per loro una barzelletta, aggiungono e tolgono a loro piacimento. Non hanno alcuna capacità di distinguere un brano simbolico da uno storico, una parabola, da un insegnamento reale.

Dicevamo della Bibbia. Tra le altre cose che aborrono i rosacroce, c’è anche la croce. Della croce non ne parlano MAI. La croce è qualcosa di accessorio. Gesù non è il Salvatore ma il Maestro.La salvezza non viene dalla fede, ma dalla conoscenza. Così, per la salvezza, non è necessario che Gesù sia morto in croce (non che lo neghino, quanto lo trascurano, sarebbe un dettaglio). Le parole di Gesù quali:
 

<<Allora Gesù disse ai suoi discepoli: «Se qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua>> (Matteo 16, 24).
 

Sono semplicemente trascurate.

In tutti i 9 incontri ai quali abbiamo assistito io e Gabriella, non hanno menzionato 1 volta la croce. È mai possibile?

Anzi criticano il simbolo della croce che i cattolici utilizzano nelle chiese (tra le altri cose, come molte altre sette pseudo-cristiane, crescono nel disprezzo della Chiesa Cattolica o delle altre confessioni “ufficiali”, e manifestano più volte, come abbiamo udito, critiche per l’operato della Chiesa).

“Noi – affermano con orgoglio i rosacroce d’oro – crediamo in un Dio vivente, non in un Dio morto appeso ad una croce” (e fanno il gesto di un uomo appeso ad una croce – senza pudore).

Così mi vengono in mente le Parole di Paolo: “Cristo infatti non mi ha mandato a battezzare, ma a predicare il vangelo; non però con un discorso sapiente, perché non venga resa vana la croce di Cristo. La parola della croce infatti è stoltezza per quelli che vanno in perdizione, ma per quelli che si salvano, per noi, è potenza di Dio. Sta scritto infatti:
Distruggerò la sapienza dei sapienti
e annullerò l'intelligenza degli intelligenti.
Dov'è il sapiente? Dov'è il dotto? Dove mai il sottile ragionatore di questo mondo? Non ha forse Dio dimostrato stolta la sapienza di questo mondo? Poiché, infatti, nel disegno sapiente di Dio il mondo, con tutta la sua sapienza, non ha conosciuto Dio, è piaciuto a Dio di salvare i credenti con la stoltezza della predicazione. E mentre i Giudei chiedono i miracoli e i Greci cercano la sapienza, noi predichiamo Cristo crocifisso, scandalo per i Giudei, stoltezza per i pagani;

(1 Cor 1, 17-23).

 
Possiamo impostare un qualsiasi discorso cristiano esulando dalla croce? Dal FATTO che Gesù Cristo, il Figlio di Dio è morto per noi? È morto per me? Qual è dunque la Buona Novella? Gesù stesso ha affermato di aver dato 1 solo nuovo comandamento: <<Amatevi come io ho amato voi>>.
 

In che modo Gesù ci ha amato? Servendoci (come ha fatto con gli apostoli quando ha lavato loro i piedi), consolandoci, curandoci e infine morendo per noi.
 

Che cosa dice la Parola di Dio a proposito dei discorsi sapienti? La croce è potenza di Dio. Potenza.
 

Mi vennero in mente queste parole, così lo dissi in un intervento ai rosacroce. Mi risposero che queste cose, in particolar modo la frase “Noi predichiamo Cristo crocifisso”, non erano scritte nella Bibbia e mi dissero di comprarmi una Bibbia e di leggerla.

 
Quando poi citai loro esattamente il versetto, rimasti un po’ spiazzati hanno tirato fuori una qualche spiegazione complicata, criticando la Chiesa e parlando dei significati simbolici della Bibbia, che tutto era simbolo e che comunque Gesù era resuscitato, dunque, avremmo dovuto focalizzare la nostra attenzione più su Gesù Cristo vivo che sul Cristo morto.
 

Capite?
 

Altra storia è la reincarnazione. I rosacroce hanno tentato uno sforzo disumano di sincretismo tra cristianesimo e religioni orientali, cercando di mettere insieme visioni spirituali spesso antitetiche. Eppure la Bibbia parla chiaramente di resurrezione e non cita mai la reincarnazione. Ora, io personalmente ho fede nella resurrezione e in Cristo risorto, e non nella reincarnazione dei corpi. Ciononostante rispetto tutte le visioni, compresa quella induista-buddista della reincarnazione. Ma come è possibile mettere d’accordo la Parola di Dio riguardante la resurrezione con il pensiero orientale della reincarnazione?

 

Non ci sono molte possibilità: o si muore e si risorge, oppure si muore e ci si reincarna. È possibile reincarnarsi e resuscitare?
Ho posto lo stesso quesito ai rosacroce. Il problema non è tanto il credere nella reincarnazione, quanto l’affermare di fondare la propria dottrina sulla Bibbia e allo stesso tempo propugnare verità non solo estranee alla Bibbia, ma oltretutto contrastanti.

 

Dunque che cosa mi avranno risposto i rosacroce? Gesù è risorto in maniera simbolica-spirituale. La sua non è stata resurrezione corporale come affermerebbero i Vangeli, quanto una resurrezione simbolica che significa trasfigurazione, raggiungimento del Paradiso, della Casa del Padre, sconfitta della morte interiore.
Affascinante, no? Peccato che se andiamo a leggere i Vangeli, gli Atti degli apostoli e le lettere di Paolo, possiamo pensare tutto, possiamo anche non credere alla resurrezione, se siamo scettici, ma certamente il linguaggio non è un linguaggio simbolico, ma un linguaggio storico. Potete vedere le “risposte agli amici rosacroce” per ulteriori dettagli.

 
Ho rivolto poi loro questa domanda: “Perché la Bibbia non parla di reincarnazione se è vero che Cristo la insegnava ai suoi discepoli?”.

Risposta: “Il concetto di reincarnazione è stato cancellato nel IV secolo dalla Chiesa Cattolica”.
Vi chiederete, come mai nel quarto secolo? Perché ci furono 2 importanti e famosi concili di Nicea e di Costantinopoli. In quell’occasione è stato completato e rifinito il Credo, iniziato dagli apostoli, che tutt’oggi viene recitato in tutte le chiese cattoliche e ortodosse e che contiene l’insieme fondamentali delle verità storiche e teologiche cristiane. Nel credo si legge che Gesù Cristo “morì e fu sepolto e il terzo giorno è resuscitato secondo le Scritture”.  Questa parte del credo non è piaciuta ai rosacroce che vedono nella resurrezione solo un simbolo e non una realtà storica.

Ma i rosacroce insistono nel dire che la chiesa primitiva, lo stesso Gesù insegnarono la reincarnazione. La Chiesa del IV secolo avrebbe fatto sparire tutte le citazioni riguardanti la reincarnazione e le avrebbe fatte sostituire con la resurrezione. Non siamo forse alla “fanta-religione”?

Dunque, in maniera del tutto arbitraria, la Chiesa di Roma, senza nessun riscontro storico, né archeologico che appoggi tale ipotesi, avrebbe messo al bando tutti i testi riguardanti la reincarnazione inclusi nella Bibbia. Ma i rosacroce insistono che recentemente negli anni ’50 sono stati ritrovai antichi manoscritti e importanti vangeli che dimostrerebbero questa verità. Quali sono questi vangeli? Sono il vangelo attribuito a Tommaso, a Maria, a Filippo a Nicodemo… Tali vangeli sono ancora allo studio, si tratta di testi apocrifi conosciuti fin dall’antichità e di dubbia attribuzione. Non solo, spesso presentano problematiche antistoriche o mancanza totale di riferimenti storici che rendono difficile la datazione dei testi (è il caso del vangelo di Tommaso, per esempio, che riporta solo alcuni detti di Gesù). Sono testi che hanno subito notevoli influssi orientali e che per questo piacciono tanto ai rosacroce, pur avendo forti contrasti e contraddizioni con il Gesù di Nazareth che conosciamo. Nel Gesù del vangelo apocrifo di Tommaso, ad esempio, Gesù invita a non pregare, in quanto è perdita di tempo. La preghiera è silenzio. Suggestionante no? Che dire però delle parabole in cui Gesù invitava a non smettere mai di pregare, perché la pregare è amare, pregare è comunicare con il Padre…

Nonostante ciò neanche questi “autorevoli” testi contengono riferimenti alla reincarnazione. Anzi, Nicodemo parla e straparla di resurrezione. Allora? Da dove deducono i rosacroce tutte queste cancellazioni? Da un testo copto, trovato in Egitto: la Pistes Sophia. Si tratta di un antica storia in cui viene fatta una miscela di religiosità egizia e cristiana e racconta in forma di parabola, della reincarnazione di questa Pistes Sophia.

Ecco, alla fine abbiamo capito: un qualsiasi manoscritto, non si sa scritto da chi, né con quale autorevolezza, è stato reputato più importante di tutti gli altri testi rinvenuti, più importante degli altri testi venerati e tramandati fin dall’inizio dalla Chiesa intera.

Come se tra 500 anni qualcuno ritrovasse tra le maceria una copia del “Viaggio al centro della terra” di Julees Verne e pensasse che veramente queste persone sono arrivate al centro della terra. Poi non trovando riscontro nei loro libri di storia pensassero che ci deve essere stata una forma di congiura e il fatto sia stato nascosto. Vi sembrerebbe realistico? Vi sembrerebbe sensato come approccio? Questo è ciò che fanno i rosacroce.

 

Ma facciamo un passo oltre. Perché mai la Chiesa avrebbe dovuto togliere ogni riferimento alla reincarnazione? Risposta dei rosacroce: “semplice, perché volevano mantenere il loro sistema di potere!”. Risposta banale, scontata, preconfezionata, tendenziosa. Da qui si vede che i rosacroce o sono in malafede o non hanno sale nella zucca. Possiamo davvero pensare che credere nella resurrezione dia un potere maggiore alla Chiesa, rispetto al proporre la reincarnazione? Forse non è vero l’opposto, dal momento che oggi va così di moda credere nella reincarnazione?

La reincarnazione sembra un sistema scomodo, a sentire parlare gli stessi rosacroce poi affermano che la reincarnazione significa che: “se non ce l’hai fatta a migliorarti in questa vita, non ti preoccupare, ne hai un’altra da cui puoi ripartire”.

Al contrario nel concetto di morte-resurrezione cristiana non hai altre possibilità, è adesso che devi decidere da che parte devi stare, tutto si gioca in questa vita.

Allora dove sta la comodità, che avrebbe dato più potere alla Chiesa di allora, Chiesa, ricordiamolo che usciva allora dalle persecuzioni, atroci persecuzioni in tutto il mediterraneo.
Non posso non ribadire quanto sospettato: i rosacroce o sono in palese malafede o sono irrazionali.
 

Non parliamo poi di “altruismo”: questa parola li fa vacillare. Sono profondamente contrari alle opere di altruismo. <<Certo>>, ha affermato una donna rosacroce, <<se cade una vecchietta ai miei piedi non è che non l’aiuto a rialzarsi…>>.

E ci mancherebbe! Credo che anche Jack lo Squartatore avrebbe rialzato una persona anziana a rialzarsi. Le opere di bene puramente accidentali non comportano alcuno sforzo, anzi ti inorgogliscono, specialmente se c’è qualcuno che ti vede. Al contrario, rimanere indifferenti e impassibili di fronte ad una richiesta di aiuto, specialmente sotto i “riflettori” degli occhi della gente, passare male, spiace a tutti. Ma è questo ciò che ci chiede la Bibbia? È questo un atteggiamento cristiano?
 

Leggiamo: “Dobbiamo parlare dell’umanitarismo, di cui respingiamo il culto e le prospettive. L’umanitarismo nacque dall’idea e dal bisogno interiore di sopprimere gli effetti e le cause di tutte le calamità secondo la natura. Ogni forma d’umanitarismo proviene in fondo, da motivazioni di conforto che sorgono in noi quando constatiamo l’infinita sofferenza degli uomini e del mondo.” (da Il mistero delle beatitudini, p. 36-37).

 

Dunque, non si parla di altruismo, ma di umanitarismo, in senso quasi dispregiativo. Poi, il testo si riprende e smorza i toni: “Siamo di tutto cuore pronti a sostenere ogni sforzo umanitario, nobile e necessario, siamo pronti ad accettare il peso, spesso incalcolabile, delle conseguenze che ne derivano. Ma notate bene che questa stessa comunità spirituale ha fatto chiaramente capire nel corso dei secoli che l’umanitarismo più perfezionato, compresi i suoi idealistici aspetti religiosi, appartiene a questa natura ed è <<compagno del male>>. (da Il mistero delle beatitudini, p. 38).

Pronti, dunque a sostenere ogni sforzo umanitario? Per quanto ne sappiamo i rosacroce sono più dediti ai propri interessi, al culto, allo studio della gnosi, alla divulgazione delle loro idee, piuttosto che a sostenere “ogni sforzo umanitario”. Eppure il Vangelo suona in maniera così diversa, aiutare l’uomo che cade non suona come un fatto accidentale, che capita, ma come un impegno preciso:

E chi è il mio prossimo?».

Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e incappò nei briganti che lo spogliarono, lo percossero e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e quando lo vide passò oltre dall'altra parte. Anche un levita, giunto in quel luogo, lo vide e passò oltre.

Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto lo vide e n'ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi, caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui. Il giorno seguente, estrasse due denari e li diede all'albergatore, dicendo: Abbi cura di lui e ciò che spenderai in più, te lo rifonderò al mio ritorno.

Chi di questi tre ti sembra sia stato il prossimo di colui che è incappato nei briganti?».
Quegli rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Và e anche tu fà lo stesso».

(Lc 10, 30-37).

 

Lo vide.
Ebbe compassione.
Gli si fece vicino.
Fasciò.
Caricò.
Portò.
Si prese cura.
Pagò.
Tornò.

 

Come si fa a rimanere indifferenti di fronte a questi 8 verbi? Sono forse azioni accidentali oppure il samaritano ha voluto fino in fondo impegnarsi con lui? Forse ha pensato di compiere uno sforzo nobile? O avrà pensato che avesse bisogno e basta. Avrà pensato che forse erano stati i briganti, forse un regolamento di conti, forse se lo sarà meritato? No, lo vide, ne ebbe compassione.

Gesù ci invita a ribaltare la nostra mentalità. Gli venne chiesto: “chi è il mio prossimo?”. La parabola termina con Gesù che invita a “farsi prossimo”, a compromettersi.

I rosacroce insistono spesso sulle parole di Cristo: “Il mio Regno non è di questo mondo”. Ma ciò significa che l’uomo non debba essere responsabile verso questo mondo? Che non debba tentare di portare più giustizia? Più uguaglianza? Soprattutto più fraternità?

“Il mio Regno non è di questo mondo” significa piuttosto che non segue la mentalità di queste mondo, cioè il peccato. Non siamo chiamati a costruire il Regno in terra, ma a prepararne la venuta. Siamo chiamati ad amare Dio che non vediamo attraverso l’uomo che vediamo:

 

Se uno dicesse: «Io amo Dio», e odiasse il suo fratello, è un mentitore. Chi infatti non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede. Questo è il comandamento che abbiamo da lui: chi ama Dio, ami anche il suo fratello.

(1 Gv 4-20,21)

 
Cari fratelli rosacroce, “queste dunque le tre cose che rimangono: la fede, la speranza e la carità; ma di tutte più grande è la carità!”

(1 Cor 13,13).

 

 
In che modo poi i rosacroce tentano di legarti a sé? Con il concetto della Scuola Spirituale! Non si tratta soltanto di una offerta di un cammino fatta al nuovo “cercatore”. Al contrario, senza la Scuola Spirituale è quasi impossibile raggiungere l’Assoluto: “Benché il risveglio interiore nasca a partire dai valori interiori di ciascun candidato, esso viene fortemente sollecitato dalle spiegazioni filosofiche trasmesse in ogni attività. Questo apporto non consiste solo in parole, ma anche nella forza spirituale necessaria a metterle in pratica. A tal fine gli allievi della Scuola si riuniscono periodicamente nei centri di conferenza non solo per riflettere insieme su un determinato soggetto dell’Insegnamento Universale, ma anche e soprattutto per assorbire la forza trasfigurante in un’atmosfera serena, lontani dalle preoccupazioni quotidiane”

(da presentazione del Lectorium Rosicrucianum).

 

Dunque nella Scuola (con “S”) si assorbe la forza cristica, per il solo fatto di esserci. Basandosi sulle parole di Cristo (“Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro” – Mt 18,20) i rosacroce hanno sviluppato una “teologica” della forza elettromagnetica che verrebbe irradiata quando 2 o più rosacroce (e solo rosacroce, evidentemente) si trovano insieme. Quanti più sono gli adepti, tanto più beneficiano dell’energia elettromagnetica. Così i rosacroce hanno scomodato anche la Parola di Dio, distorcendola, per giustificare ad un “cercatore”, dopo averlo infarcito di idee quali, i dogmi sono idiozie, la Chiesa un centro di potere… , dopo aver convinto il candidato adepto che deve mettersi in cammino con le sue forze, che deve fare un cammino interiore… fa dietro-front e per non perderlo sviluppa la teologica dell’elettromagnetismo, sfruttando questo concetto quel tanto che fa loro comodo, e abbandonarlo, se in difficoltà per dire che loro intendono per elettromagnetismo qualcosa di più ampio che non il concetto scientifico.

In tal modo danno una parvenza di scientificità ai loro studi poveri di idee, vecchi e sconclusionati, facendo piazza pulita di ogni logicità, con una teologia che è tutto fuorché coerente.
 
 
 
 



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