Incontro ravvicinato del III tipo con i Rosacroce

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Incontro ravvicinato del III tipo con i Rosacroce

- esperienza n. 1 -


Qualche mese fa si sono svolte a Firenze otto serate tenute dall’Associazione Lectorium Rosicrucianum dell’Emilia Romagna e della Toscana che si proponeva di far conoscere l’insegnamento della loro Scuola Spirituale. In altri articoli esamineremo in maniera più dettagliata la loro dottrina. Qui voglio solo sottolineare alcuni aspetti che mi hanno fortemente colpita:

1. Il primo di valenza prettamente psicologica: la premessa che ogni volta introduceva gli incontri.

Ogni volta il contenuto del discorso era più o meno il seguente:

«La vita ci sembra ingiusta e poco sicura, l’umanità è entrata in un’epoca d’inquietudine e di rivolta che abbraccia il mondo intero. I principi secolari vacillano, le norme e le idee sulle quali poggiava fino a ieri l’ordine sociale si trasformano; la società umana sta entrando, quasi in ogni campo, in una crisi violenta.

Diventa sempre più evidente che l’umanità ha perso la conoscenza e il discernimento del fine della vita. L’uomo si trova nel mondo e non sa più perché.

Un forte desiderio di vita si esprime in lui, e a suo modo, egli cerca di rispondere a questo desiderio.

Qual è la sua risposta?

Egli cerca il suo posto nel mondo, la nascita lo ha posto in un determinato ambiente, che accompagnerà e sosterrà la sua giovinezza e gli insegnerà la lotta per la vita. E’ spinto verso una compagna, verso una professione, una posizione, una carriera che gli possa dare soddisfazione.

Cerca l’equilibrio e la fiducia in sé stesso, possibilmente in un campo in cui potrà essere rispettato ed ammirato. Ma incontra molte difficoltà, perché anche gli altri perseguono il suo stesso obiettivo; anche agli altri piace essere ammirati e onorati. Il posto da lui agognato è già occupato da un altro, la cosa che egli vuole possedere è già stata presa da un altro, il potere che egli ambisce è già in mano ad un altro.Allora l’uomo lotta per conquistare il posto che brama.

Nasce così l’incessante lotta per la vita, lotta talvolta occulta e piena di sottili intrighi, per poter raggiungere lo scopo perseguito...

Ma, a forza di incontrare insuccessi e delusioni, egli comincia a sentire che questa lotta diventa sempre più frustrante, trova allora la sua vita imperfetta, crudele, folle, vorrebbe cambiarla, migliorarla. La vita diventa un disincanto, una delusione, una sconfitta.

Dove trovare la giusta risposta a questo lancinante impulso vitale? »

Prima di trattare della risposta che la scuola propone ai suoi allievi per vivere pienamente la Vita, vorrei soffermarmi proprio sull'enorme valenza psicologica che sta dietro a una premessa di questo genere:

- chi potrebbe affermare fra gli uomini di non aver mai provato simili sentimenti verso la vita e il senso di essa?

- chi fra noi non ha mai incontrato dolore, insoddisfazione, insuccessi, delusioni?

- chi fra noi non ha mai sognato una vita armoniosa, calma, senza sfruttamento, senza violenza ed angoscia?

Cari amici credo che ognuno di noi abbia sentito forti e presenti questi legittimi desideri nel suo cuore, ed è proprio su queste realtà che tutte le sette fanno leva per attirare a sé le persone.

La maggior parte dei presenti alle conferenze era costituita sicuramente da uomini e donne in crisi, consapevoli della inutilità di vivere la vita sempre come continua lotta per affermare se stessi e il proprio io, consapevoli dell’esistenza di una realtà superiore che va oltre il proprio sentire e le proprie illusioni, e desiderosi di cercarla..

Viviamo veramente in un mondo dove ci fanno credere che ciò che conta è solo il successo e il possesso delle cose, in un mondo materialista dove è più importante apparire che essere, e dove ogni giorno siamo costretti ad accettare violenza, sfruttamento, attentati alla libertà, guerra…

E’ umano e legittimo sentirci confusi e persi, ma non siamo nati per rimanere inchiodati a terra, ma per volare verso le alte vette.

Tutto ciò è fin troppo chiaro anche ai rosacroce, che nell’esporre le idee e la "cosmogonia" della loro scuola, rafforzavano sempre i concetti citando morte, distruzione, guerra, Bin Laden..

L’uomo si sente cristiano, ma è violento ed avido di potere. Vuole sacrificarsi, amare il prossimo, ma in fondo vede solo se stesso, i propri sforzi, la propria gloria.

Questa premessa finiva sempre immancabilmente con questa illuminante frase:

« I risultati di ciò sono sotto gli occhi di tutti, non siamo noi a sostenerlo, i fatti parlano da soli

Ma guarda che magnifica intuizione, che sottile psicologia, che illuminante verità!

Subito dopo ecco arrivare la risposta... L’unica risposta giusta per la Scuola Spirituale si trova nell’uomo stesso, dentro di lui. Tutto il suo essere, tutte le sue bramosie, i suoi desideri rivolti al mondo esteriore hanno fatto sì che egli si sia perduto nel suo labirinto, dentro al quale ora si gira pietosamente.

Eppure, secondo loro, nascosto nel suo cuore egli porta un seme, più piccolo d’un granello di senape, che potrebbe crescere e apportare così la risposta alla sua angoscia esistenziale.

E’ lì che si trova, anche se non ancora esplicita, la risposta che libera, la risposta che esige da lui un cambiamento.

E’ necessario che "l’uomo egocentrico" si sacrifichi, affinché il vero uomo, "l’uomo anima" rinasca, come era all’origine dei tempi.

L’uomo infatti, secondo la scuola, si escluse dal campo di vita originale e, si ritrovò in una natura separata dal divenire divino.

Apparve il mondo della limitazione e del tempo, in cui malattia e morte sono evidenti e le opposizioni inevitabili.

Nella sua caduta però l’uomo non fu abbandonato, gli fu offerta un’altra personalità per mezzo della quale potesse cambiare il corso della sua vita. L’uomo deve comprendere l’uomo ego deve morire e il suo posto esser preso dall’uomo anima..

Come avviene ciò?


2. Questo è il secondo aspetto. è qui che entra in ballo il ruolo della Scuola Spirituale dei rosacroce. Il metodo della scuola consiste nell’infiammare nell’allievo la concezione del "vero uomo", dell’uomo "divino originale", e l’allievo, messo di fronte a questa nuova comprensione diventerebbe cosciente del suo stato... ed è allora che la scintilla divina dentro di lui inizia il cambiamento fondamentale, ovvero annienta l’uomo egocentrico e fa rinascere l’uomo anima..

L’uomo dunque si auto salva, si salva da solo. La scuola non fa altro che indicare la via, in 5 fasi, il cammino di ritorno all’armonia divina e offrire collaborazione attiva nella realizzazione del piano divino, ma il cambiamento fondamentale avviene solo ed esclusivamente per opera dell’uomo, perché la verità sarebbe dentro di lui…

Il Signore Gesù in tutto questo, mi domando, che centra?

Mi pongo e vi pongo questa domanda perché nell’esposizione dei loro principi di salvezza, il Signore, lo Spirito, la Bibbia venivano continuamente, e ovviamente a sproposito, citati…

Gesù è per i rosacroce solo una forza esistente dall’eternità, un principio di forza sempre e ovunque presente, un essere illimitato e impersonale... questa forza aiuta l’uomo a far rinascere in lui l’uomo divino dell’inizio dei tempi…

La croce poi cos’è? L’evento della crocifissione è per i rosacroce è qualcosa di puramente simbolico… morire in Gesù per loro significa che l’essere ego limitato si ritira e si annienta volontariamente, affinché la nuova anima, il "Cristo interiore", possa rinascere nell’uomo.

Ma morire in Gesù, cari amici, significa ben altro...

Quando il Signore Gesù morì sulla croce, versò il suo sangue per espiare i nostri peccati e soddisfare la giustizia e la misericordia di Dio. Noi dovevamo morire, perché noi eravamo immersi nel peccato e costituiti peccatori, ma il Signore è morto al posto nostro, per redimerci dai nostri peccati, affinché noi potessimo ricevere un perdono integrale ed eterno , un cuore nuovo..

Egli ci ha inclusi nella sua morte, affinché non fossimo più schiavi del peccato (Rm 6,6), ma risorti in una vita nuova: la vita eterna (Gv 12, 24).

La morte dello spirito interiore è la via della nostra liberazione e la croce è la potenza di Dio che ci fa passare dal vecchio uomo (Adamo) al nuovo uomo (Cristo), realizzando così la morte e la rinascita del nostro spirito.

E’ il Signore che, morendo al nostro posto sulla croce, ci ha salvato. Misteriosamente, nel campo dell'assenza di tempo che è proprio dello spirito, noi tutti siamo stati crocifissi con lui, in lui, sulla stessa croce: è questo il significato dell'essere morti in Cristo (Rm 6,8) ed essere in Cristo risorti

Cosa dovremmo fare noi? Accettare per fede questa Verità: siamo già stati battezzati in Cristo. L'accettazione di Gesù come nostro Signore e Salvatore, l'affidarsi completamente a lui, realizza nella nostra situazione storico-temporale la salvezza preparata per noi fin dall'eternità e relizzata storicamente da Gesù circa 2000 anni fa.


3. Rimane un ultimo aspetto da analizzare: il rapporto della scuola con il mondo..

Abbiamo visto come la scuola ha mostrato all’uomo il suo cammino verso la salvezza e il modo per realizzarlo.. non vuole però né migliorare né influenzare i sistemi di questo mondo. L’allievo della scuola di fronte agli avvenimenti mondiali deve rimanere neutrale, senza sostenere né osteggiare le attività di questo mondo.

Egli deve tenersi lontano da ogni aspirazione strettamente umana, avendo riconosciuto che in essa non ha via d’uscita; ma adempie agli obblighi della società in cui vive, perché la sua personalità è ancora di questo mondo.

L’uomo rinnovato dei rosacroce, in quanto abitante dei due mondi, lavorerà al servizio dell’umanità, per portare testimonianza agli altri della nuova realtà che ha raggiunto e per aiutare i suoi simili a divenire anch’essi abitanti del campo di vita originale.. Essendo questo l'unico suo obiettivo, mentre le opere sociali sarebbero secondarie e incidentali, il rosacroce vive nel non agire, vigile ma neutrale di fronte agli eventi dialettici.

Tuttavia l'uomo non è esentato dalla battaglia sociale. Se è vero che l'uomo non trova salvezza nelle sue opere, (e neanche nelle opere sociali) è altrettanto vero che i cristiani sono chiamati a portare il Vangelo fino agli estremi confini della terra (Mt 28, 19-20) e portare il Vangelo significa essere operatori di pace, essere operatori di giustizia, mettersi dalla parte dei poveri, degli afflitti, degli appartati, degli ultimi, come Gesù ci ha insegnato nelle Beatitudini (Mt 5). I cristiani sono chiamati non a realizzare il Regno di Dio sulla terra, ma a prepararne la venuta, lottando per renderlo un luogo dove regni l’armonia e la pace.

Ma prima di tutto l’uomo deve comprendere che un cambiamento fondamentale del proprio essere deve precedere qualsiasi modifica esteriore e solo dopo essere rinato a nuova vita, egli sarà in grado di modificare la realtà esteriore, perchè la potrà comprendere fino in fondo, e sarà in grado divedere oltre la materialità, guardando le realtà dello spirito.

L'uomo naturale però non comprende le cose dello Spirito di Dio; esse sono follia per lui, e non è capace di intenderle, perché se ne può giudicare solo per mezzo dello Spirito.

(1 Cor 2,14)

Sopra ho affermato che Dio, mediante Gesù Cristo e in Cristo ha esteso a tutta l’umanità la salvezza. Dio ama tutti e ha un grandissimo desiderio di salvare tutti, ma è altrettanto vero che l’amore presuppone libertà e la libertà presuppone una scelta: l’uomo è quindi libero di accettare o di rifiutare il dono della salvezza.

Qual è dunque la condizione per essere salvati? E’ una condizione molto semplice e alla portata di tutti, è sufficiente dire un si, semplice e radicale, un atto di fede.

Credere aver fiducia, affidarsi completamente a Dio, è il più grande atto d’amore.

Dio si dona liberamente per amore, l’uomo riceve liberamente con amore, non deve subire la salvezza, ma accettarla liberamente e farla sua: Dio ci ama e per questo ha un infinito rispetto per la nostra libertà.
 
 
 

Gabriella

 



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