per lo spirito |
I sacchi | Per chi crede di vedere, ma non vede... SVEGLIATEVI! |
Il barcaiolo | Il Padre vi aspetta al confine dal Vecchio Uomo al Nuovo Uomo... lasciatevi trasportare... |
Il carbonaio | Vuoi essere un contadino di Dio? |
Il telaio | L'amore costruisce il nostro abito interiore! |
La parola | La grandezza del'uomo sta nel suo riconoscersi nulla |
L'orto | Quando l'amore fa più della giustizia |
Il mare | Quando l'amore ci unisce e ci ri-unisce... e non puoi fare a meno di immergerti in esso... |
La fanciulla | La fonte delle divisioni e dei rancori! |
Io,
fratelli, sinora non ho potuto parlare a voi come a uomini spirituali,
ma come ad esseri carnali, come a neonati in Cristo. Vi ho dato da bere
latte, non un nutrimento solido, perché non ne eravate capaci.
E neanche ora lo siete; perché siete ancora carnali: dal momento che c'è tra voi invidia e discordia, non siete forse carnali e non vi comportate in maniera tutta umana? 1 Cor 3, 1-3
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Alcuni uomini molto giusti decisero di donare ogni loro cosa a chi ne abbisognasse. Presero dei sacchi con i propri averi e cominciarono a girare per le strade dicendo tra loro "Se qualcuno che ha bisogno sarà sul nostro cammino, doneremo a lui del nostro".
Giunti dinanzi ad un grande palazzo, l'uomo assai ricco che vi viveva e che gli altri chiamavano notte, li costrinse vicino e disse "Che portate di buono nei sacchi che mi manchi?".
I giusti aprirono i sacchi e l'uomo chiamato notte si impossessò dei loro averi, arredando la propria casa, riempendo i forzieri ed imbandendo la tavola.
Andando più oltre, i giusti con i sacchi quasi vuoti incontrarono per la via una misera donna, che gli altri chiamavano stella, che riposava per terra su una lastra di pietra.
La donna li salutò e sorrise a lungo ma quando quegli uomini giusti provarono a regalarle una coperta ed il latte che era rimasto nei loro sacchi, lei rifiutò e sorrise ancora a lungo.
Ora il giorno dopo, i più giovani di quegli uomini giusti dissero all'anziano che li guidava "Oggi cambiamo strada perché non abbia a succedere come ieri che l'uomo ricco, chiamato notte, ci prenda quello che già possiede in abbondanza e la misera donna, chiamata stella, ci rifiuti invece quello di cui abbisogna".
Il giusto anziano, diventato triste, li guardò negli occhi e disse "Oggi rifaremo la stessa strada perché possiate guardare meglio dentro gli occhi di chi incontriamo e dentro i nostri sacchi".
Così, quando incontrarono gli occhi dell'uomo ricco, chiamato notte, essi videro la sua casa come tugurio, i forzieri vuoti e la tavola invasa dagli insetti mentre la sua carne era presa dalla lebbra. L'uomo ricco prendeva ogni cosa dai loro sacchi perché niente gli apparteneva.
Quando più avanti sulla via incontrarono gli occhi della misera donna, chiamata stella, essi videro la reggia d'oro che abitava ed il torrente di latte che le correva sotto i piedi. Ella rifiutava dai loro sacchi perché tutto gli apparteneva.
Alcuni giovani videro nei loro sacchi e seguirono ancora l'anziano. Altri invece lo abbandonarono, credendolo pazzo.
2.
Il barcaiolo: Il
Padre vi aspetta al confine dal Vecchio Uomo al Nuovo Uomo... lasciatevi
trasportare...
Se proprio gli avete
dato ascolto e in lui siete stati istruiti, secondo la verità che
è in Gesù, per la quale dovete deporre l'uomo vecchio con
la condotta di prima, l'uomo che si corrompe con le passioni ingannatrici.
Dovete rinnovarvi nello spirito della vostra mente e rivestire l'uomo nuovo, creato secondo Dio nella giustizia e nella santità vera. Ef 4, 21-23
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Due amici se ne andavano per la via ed uno di loro diceva all'altro "Tu sei molto cambiato. Hai lo stesso lavoro, la stessa moglie e fai le cose che facevi prima ma intanto vedo che sei cambiato".
L'altro, che davvero era molto cambiato e dal suo cuore nasceva come un fiore, gli chiese "E tu, invece?".
L'amico, che anche lui aveva sempre lo stesso lavoro, la stessa moglie e faceva sempre le stesse cose, rispose "Io, invece, sono sempre come prima e come dopo, mi sento sopra un prato secco dove tutto è uguale e molti fatti mi lasciano dentro una spina". Mentre parlavano giunsero vicino ad un fiume e l'amico continuò "Invidio la tua nuova vita e vorrei comprenderla, anche se ho paura di lasciare il mio prato secco perché molti possono ferirmi ed io potrei soffrire più di queste spine".
Ma l'altro amico, che era molto cambiato, si sedette con lui sulle rive del fiume e disse "La nostra vita è come quella di un barcaiolo che da molti anni attraversa il fiume sempre nello stesso posto, per far passare i viaggiatori da una parte all'altra, ed intanto lui niente conosce del mondo e di quello stesso fiume su cui vive".
L'amico dal cuore come un prato secco se ne stette in silenzio e poi disse "Questo è vero. Ma tu, come me, non sei mai partito e niente conosci del mondo".
E l'altro continuò:
<Ora, quel barcaiolo un giorno
aspettava sul fiume quando un povero viaggiatore arrivò dalla strada
e gli disse "Mio padre mi ha chiamato e mi aspetta dall'altra parte del
fiume ma non ho il denaro per pagarti".
Il barcaiolo ebbe compassione del povero viaggiatore e lo caricò sulla sua barca dicendogli "Mi pagherai il debito al tuo ritorno con il denaro di tuo padre". Ma giunti sull'altra sponda il povero viaggiatore aggiunse prima di andare via "Tu non sei certo un uomo cattivo ma come puoi vivere senza conoscere del fiume che questo misero tratto, ignorando dove porta la sua acqua viva, ignorando i villaggi e le città sulle sue rive, ignorando la foce ed il mare?". Il barcaiolo pensò tra se che quelle parole erano giuste e con una buona scorta di cibo sulla barca lasciò il suo lavoro e si mise subito in viaggio lungo il fiume, dicendo "Che non succeda che io abbia a morire senza sapere dove porta il fiume". Ora, il viaggio fu lungo e sulle rive il barcaiolo scorse città e villaggi ed anche il fumo ed il rumore delle guerre tra gli uomini; scoprì il sangue che scendeva dai torrenti e macchiava le sponde ma vide anche che il fiume non perdeva mai il suo colore e l'acqua viva, di cui aveva detto il povero viaggiatore, correva trasparente e tranquilla ed i pesci vi nuotavano in abbondanza. Per questo, il barcaiolo non toccava mai la riva e, se talvolta aveva sete, beveva l'acqua trasparente del fiume. Alla fine del viaggio, egli arrivò alla foce e vide su una piccola terra al confine del mare il povero viaggiatore che l'attendeva, tutto vestito a festa, e che lo chiamava a se. Quando si incontrarono, il viaggiatore gli disse "Ecco, saldo il mio debito con il denaro di mio padre". Ed il barcaiolo, assai confuso, diceva "Ma come hai fatto a giungere fino a qui? Perché questo vestito a festa e dove è tuo padre?". Il viaggiatore gli spiegò molte cose e per quanto tempo l'aveva atteso su quella piccola terra al confine del mare; poi salì ancora sulla sua barca e lo condusse verso il padre>. |
Detto tutto questo, l'amico, che
era molto cambiato e dal cui cuore nasceva come un fiore, si alzò
dalle rive del fiume e si avviò verso casa mentre l'altro, il cui
cuore prima era come un prato secco, cominciava a piangere e pensava "Me
ne starò ancora seduto vicino a questo fiume, così che il
povero viaggiatore, vedendomi, si fermerà per me, mi parlerà
dell'acqua viva e poi mi condurrà dal padre".
Quindi se uno è in Cristo
è una creatura nuova; le cose vecchie sono passate, ecco, ne sono
nate di nuove.
Tutto questo viene da Dio, che ci ha riconciliati a sé mediante Cristo e ha affidato a noi il ministero della riconciliazione. E' stato Dio infatti a riconciliare a sé il mondo in Cristo, non imputando agli uomini le loro colpe e affidando a noi la parola della riconciliazione. Noi fungiamo quindi da ambasciatori per Cristo, come se Dio esortasse per mezzo nostro. Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio. 2 Cor 5, 17-20
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Un carbonaio viveva dentro un fitto
ed ombroso bosco e la sua vita era molto misera e triste.
Un giorno mentre raccoglieva semi
per sfamarsi, trovò tra gli alberi un piccolo cancello verso un
giardino di cui non conosceva il padrone. Si disse "Questa vita è
ben magra perché possa avere paura di perdere qualcosa". Passò
quindi il cancello e s'inoltrò nel giardino pieno di sole.
Quando incontrò una fonte
d'acqua pura pensò "Occorre che pulisca il mio corpo dal colore
del carbone, così che non abbia a vergognarmi se incontro il padrone
di questo luogo".
Al centro del giardino sorgeva una
splendida reggia e, girandogli intorno, il carbonaio finì per scoprire
una porticina che si apriva sulle sue mura possenti. Oltre la porticina,
egli trovò una stanza con un tavolo colmo di ricche pietanze. I
servi della reggia presero a servirlo e quando fu saziato il carbonaio
seguì uno stretto corridoio fino ad un gran salone con tanta gente
felice che danzava e gli diceva "Siamo gli amici del principe di questa
reggia. Spogliati dagli stracci perché possiamo rivestirti con abiti
preziosi e tu possa divertirti con noi".
Dopo aver tanto danzato, quel carbonaio
da sotto un basso arco passò ad una grandissima biblioteca ed i
saggi che l'abitavano gli dissero "Tu sei molto ignorante, siedi con noi
e con questi libri, affinché ti istruiamo sul regno del principe
e su questa reggia".
Il carbonaio studiò per molto
tempo e quando fu pronto salì per una piccola scaletta fino ad un
immenso salone. Quel salone era così immenso che nessuno vedeva
il tetto o le pareti ma solo il trono, vicino al quale il principe lo chiamava
ad avvicinarsi.
Il carbonaio si prostrò allora
per terra e disse "Oh buon principe di questa reggia e di questo regno!
Voglio lodarti per il tuo bene. Ero nell'ombra del bosco e mi hai condotto
nel tuo giardino pieno di sole. Ero sporco ed hai permesso che mi lavassi
nella tua fonte. Ero affamato ed i tuoi servi mi hanno saziato. Avevo stracci
addosso ed i tuoi amici mi hanno rivestito e reso felice. Ero ignorante
ed i tuoi stessi saggi mi hanno istruito. Ora come schiavo permettimi di
servirti per ogni tuo desiderio e per sempre".
Ma il principe scese dal trono,
lo sollevò da terra e guardandolo gli disse "Ho bisogno di un contadino
per il mio giardino. Prendi questi semi e spargili".
Ora, quel carbonaio aveva lasciato
molti amici nella triste vita di una volta. Quando dopo tempo essi videro
un contadino aggirarsi nel bosco, non lo riconobbero per niente e presero
a raggirarlo dicendo "Che stupido! A sprecare questi semi dove non c'è
luce. Andiamo a raccoglierli per sfamarci".
Ma il contadino, che ben li conosceva,
pensava "Ho seminato lunghe file dal cancello fino al bosco. Loro porteranno
i semi fin dentro al giardino ed il sole e l'acqua della fonte li faranno
germogliare nel loro cuore".
Ed, infatti, tanti di quegli uomini si salvarono.
4.
Il telaio: L'amore
costruisce il nostro abito interiore!
La carità è
paziente, è benigna la carità; non è invidiosa la
carità, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non
cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto,
non gode dell'ingiustizia, ma si compiace della verità. Tutto copre,
tutto crede, tutto spera, tutto sopporta.
1 Cor 13, 4-5
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Un vedovo aveva quattro figlie in
età da marito. Visitava spesso la sua casa un giovane amico, gentile
e di bell'aspetto, e tutte le sue figlie presto s'innamorarono di lui e
desideravano sposarlo.
La prima figlia pensò "Io
sono molto bella e lui sarà il mio sposo", quindi ogni volta che
il giovane amico visitava il padre indossava le sue vesti più fini
e si truccava il volto per far risaltare la propria bellezza.
La seconda figlia invece pensò
"Io conosco tanti amici e lui sarà il mio sposo", quindi parlò
con i propri amici perché raccontassero al giovane ogni bene di
lei.
La terza figlia ancora pensava "Io
so lavorare con fatica e lui sarà il mio sposo", quindi quando il
giovane veniva a casa si mostrava assai servizievole e preparava con gran
cura il cibo per la tavola.
La quarta ed ultima figlia di quel
vedovo, invece, se ne rimaneva sempre al telaio in silenzio mentre le sorelle
si indaffaravano quando il giovane arrivava.
Ora, il giovane chiese un giorno
al vedovo "Amico mio, vorrei che tu mi onorassi, permettendo che una delle
tue figlie si faccia mia sposa".
Il padre consultò le figlie
e disse "Sarà tua sposa chi vorrai e sarò io ad avere grande
onore per questa tua scelta".
Il giovane scelse la quarta ed ultima
figlia di quel vedovo, colei che stava sempre al telaio, ed il giorno delle
nozze quando ormai tutti gli invitati erano giunti e la festa cominciava,
prese in disparte il vedovo e gli domandò "Tra i miei invitati non
vedo le altre tue tre figlie: perché non sono venute anche se le
avevo fatte chiamare?".
Passarono alcuni anni ed il vedovo
finì per morire. Le tre sorelle rimaste orfane ebbero molto a soffrire
per la povertà e la fame.
La prima figlia perse la propria
bellezza, la seconda figlia perse i propri amici e la terza figlia perse
la forza per i propri servizi. Già i creditori avevano chiamato
le guardie per gettarle in prigione quando lo sposo della quarta ed ultima
figlia bussò alla loro porta e disse "Avete perso questa vostra
casa per i debiti. Correte a nascondervi in casa mia e di vostra sorella
prima che le guardie vi prendano. Vostra sorella è in pena per voi
tutte e vi aspetta a braccia aperte".
Esse andarono e quando sull'uscio
trovarono la quarta sorella in lacrime per la pena piansero tutte quante
e si abbracciarono strette.
Lo sposo fu molto felice e disse "Vostra sorella vi ha molto amato e, sin da quando era in casa di vostro padre, ha tessuto al telaio per lunghe ore questi tre abiti da sposa per voi tutte. Prendeteli, così che troverete anche voi marito e non rimaniate sole per il resto della vostra vita".
5.
La parola:LA
GRANDEZZA DELL'UOMO STA NEL SUO RICONOSCERSI NULLA
Sta scritto infatti:
Distruggerò la sapienza dei sapienti e annullerò l'intelligenza
degli intelligenti.
Dov'é il sapiente? Dov'é il dotto? Dove mai il sottile ragionare di questo mondo? Non ha forse Dio dimostrato stolta la sapienza di questo mondo? Poiché, infatti, nel disegno sapiente di Dio il mondo, con tutta la sua sapienza, non ha conosciuto Dio, è piaciuto a Dio di salvare i credenti con la stoltezza della predicazione. 1 Cor 1, 19-21
|
Un saggio salì sopra un monte,
si sedette davanti ad una scodella di cibo ed una brocca d'acqua e pensò
"Non parlerò più, come non toccherò questo cibo e
non berrò quest'acqua, fino alla morte, se chi mi ha creato non
mi dirà una sola parola che valga per tutta la mia vita. Certo se
questo creatore esiste ed è un creatore buono mi salverà
mentre se non esiste affatto oppure se è un creatore cattivo mi
lascerà perdere nel silenzio".
Dopo di questo si rivolse per un'ultima
volta ad un amico, che l'aveva accompagnato fin lassù, dicendogli
"Ti prego di non disturbarmi pure fino alla morte e di rimanere ad ascoltare
perché tu possa testimoniare, insieme con me, se del caso il creatore
mi proferisse anche una sola parola".
Ora, passò il primo giorno.
L'amico ebbe fame e mangiò e bevve, mentre il saggio resisteva seduto
sulla cima del monte in silenzio. Venne la notte e l'amico si coprì
mentre il saggio resisteva nella veglia. Passarono altri lunghi giorni
e venne molto freddo e vento, ed il saggio cominciava già a morire
nel suo silenzio con il volto magro e le labbra spaccate. Vennero gli avvoltoi
per il prossimo banchetto e già l'amico si preparava per tornare
in città e raccontare la triste storia. Quando d'improvviso il saggio,
oramai all'estremo, prese il cibo dalla scodella e l'acqua dalla brocca,
si alzò con gli occhi felici e gli chiese "Hai sentito niente?".
L'amico, che era rimasto con lui
tutto quel tempo, gli rispose "Nulla".
Il saggio scese allora dal monte
per tornarsene a casa e per quanto l'amico gli chiedesse e lo invitasse
a raccontargli cosa aveva udito dal creatore, quello se ne stava muto e
non voleva parlargli di quanto era successo, ma rimaneva sempre con gli
occhi felici.
Ora, l'amico fu molto colpito dalla
vicenda del saggio e pensava "Se il creatore ha parlato con lui, salvandolo
da morte certa, parlerà anche con me e così potrà
farmi felice come il saggio".
Salì di nuovo sul monte,
si sedette davanti ad una scodella ed una brocca ed aspettò nel
silenzio. Passò il primo giorno e venne la notte; passarono altri
lunghi giorni anche per lui. Vennero il freddo ed il vento. La fame gli
asciugò il volto e la sete gli spaccò le labbra. Vennero
gli avvoltoi per il banchetto ed infine venne la morte che trascinò
via la sua anima.
Giunto davanti a Colui che pesa
le anime, l'amico si accorse che stavano per gettarlo per sempre nel fuoco
della dannazione e, prima di perdersi, gridò "Perché il saggio
è felice ed io, invece, sarò dannato in eterno?".
Colui che pesa le anime lasciò il suo lavoro per un solo istante e prima che quella povera anima scomparisse nel fuoco dell'inferno ebbe il tempo di rispondergli "Entrambi eravate superbi ed arroganti per ascoltare dove non si poteva ascoltare. Entrambi nulla ascoltaste perché nulla celava il vostro gelido cuore. Ma riconoscere il proprio nulla è comprendere già una parola. Il saggio ascoltò quella prima parola e quindi conobbe il creatore!".
6.
L'orto:Quando
l'amore fa più della giustizia (una storia discutibile...)
Vi esorto dunque,
fratelli, per la misericordia di Dio, ad offrire i vostri corpi come sacrificio
vivente, santo e gradito a Dio; è questo il vostro culto spirituale.
Non conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma trasformatevi
rinnovando la vostra mente, per poter discernere la volontà di Dio,
ciò che è buono, a lui gradito e è perfetto.
Rm 12, 1-2
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Una sposa, che era molto giovane
e ricca ed amava il marito insieme ai piccoli figli, chiese al suo uomo
in un giorno d'inverno "Sei stato con un'altra donna?".
L'uomo, che era adultero, uscì
dalla casa per non tornarci più, ma la moglie sulla strada lo fermò
dicendo "Ho preparato un caldo pasto, mangiamo e staremo in pace con i
nostri figli".
Vennero allora le amiche della sposa
dicendo "La legge ti consente di rimandare quest'uomo adultero nella stalla
dove lo hai trovato mentre badava alle bestie. Per te, che sei giovane
e ricca, e per i tuoi piccoli figli esiste di sicuro un uomo migliore e
del tuo pari".
Ma la sposa rispondeva "Questa legge
non è giusta". Ed intanto, come sempre faceva, se ne andava nel
piccolo orto che possedeva a lavorare la terra.
Passò l'inverno e fu primavera
e lo sposo venne a dirle da se stesso "Sono stato ancora con quella donna.
Prendimi e gettami nella strada perché non valgo molto dinanzi ai
tuoi occhi ed a quelli dei miei piccoli figli".
Ma la sposa gli prese invece gli
abiti e li lavò e poi andò a seminare nell'orto.
Passò la primavera e fu l'estate
ed un giorno lo sposo tornò a casa con quella donna e disse alla
sua sposa "Esci da questo letto perché i tuoi servizi e le tue parole
mi pesano come macigni. Io voglio adesso essere libero con un'altra donna".
La sposa raccolse le sue poche cose
e si ritirò in un capanno presso l'orto che cominciava a dare frutti
e, vedendo lo sposo che si disperava dicendo "Come farò senza i
miei figli?", non portò via i piccoli ma li lasciò a lui.
Le amiche della sposa vennero a
trovarla nel capanno e, quando si accorsero della polvere e della piccolezza
di quel rifugio in mezzo all'orto, cominciarono a gridarle "Eri ricca ed
ora vivi come i poveri! Hai permesso ad un adultero, che prima badava alle
bestie, di rubarti la casa ed i figli e di dormire nel tuo stesso letto
con quella donna".
Ma lei rispondeva "Il mio orto produce
frutti molto dolci e saporiti ed ogni giorno torno a casa per nutrire i
miei figli e mio marito".
Ed intanto passò l'estate
e fu l'autunno.
Quell'uomo si ammalò gravemente
e l'altra donna non volle curarlo e non volle più sentire i piccoli;
così, rubò i gioielli e l'oro della casa ed andò via
una notte.
La sposa tornò di mattina
presto a casa e cominciò a servire di nuovo il suo uomo ed i suoi
figli ed intanto spazzava l'orto dalle foglie morte.
L'uomo diceva "Come potrò mai ripagarti per questo amore?" e la sposa rispondeva "Quando guarirai mi aiuterai nel lavoro dell'orto. Quest'anno ha prodotto frutti dolci e saporiti ed i nostri figli stanno in buona salute. L'anno prossimo con le tue mani produrremo meglio e tanto, così che loro crescano ancora più forti ed avremo riserve per le annate di carestia".
7.
Il mare:Quando
l'amore ci unisce e ci ri-unisce... e non puoi fare a meno di immergerti
in esso...
Fatevi dunque imitatori
di Dio, quali figli carissimi, e camminate nella carità, nel modo
che anche Cristo vi ha amato e ha dato se stesso per noi, offrendosi a
Dio in sacrificio di soave odore.
Ef 5,
1-2
|
Un uomo ebbe un figlio e quando
glielo presentarono davanti disse " Io lo amo quanto il mare!". Ma subito
pensò "E tu, piccolo figlio, sarai capace un giorno di amarmi tanto
quanto il mare?".
Ora, quell'uomo aveva un vecchio
padre che da molti anni non vedeva e quando il vecchio venne a sapere della
nascita subito lasciò il letto dove giaceva e corse per salutare
il bimbo. Entrato nella casa, il vecchio disse al figlio "Adesso che anche
tu hai un bimbo, mi ami quanto il mare così come anch'io ti amo?".
E quell'uomo pianse con dolore e
strinse a se il vecchio perché aveva visto bene il proprio figlio
ed il proprio padre ed il mare che li aveva uniti.
Ora, pure il bimbo crebbe e si allontanò
dal padre e dopo molti anni, da uomo, ebbe anche lui un figlio e pensò
"Io lo amo quanto il mare!". Subito il padre venne a trovarlo e si strinsero
insieme perché si amavano come il mare.
E così continuò per
molte volte e tanti uomini, diventati padri, amarono i loro figli come
il mare e si strinsero ai loro stessi padri da cui si erano allontanati
perché si amavano tutti come il mare.
Ed ognuno vedeva bene il proprio
figlio ed il proprio padre ed il mare che li aveva uniti.
Finché un giorno, un ultimo
padre ebbe un ultimo figlio e questi, prima che il padre potesse parlargli,
disse " Padre, io ti amo quanto il mare!".
Subito il mare si agitò e
sorse come un sole dalle acque che rispondeva "Io, che sono quello che
sta al principio dei padri ed alla fine dei figli, io vi ho generati per
amore e vi amo come il mare e vorrei vivere con voi nell'amore ed essere
amato come questo mare che ci ha unito".
Ora, quell'ultimo figlio crebbe
nell'amore del mare e quando una donna, in un giorno di festa, lo prese
e gli disse "Ti amo", l'ultimo figlio guardò il mare ed il sole
che sorgeva dalle acque e rispose "Io amo chi sta al principio dei padri
ed alla fine dei figli e voglio vivere con lui nell'amore, quindi amarlo
quanto il mare".
Allora, lasciata la casa e quella donna, partì da solo molto lontano e pochi seppero della sua vita, nel mare.
Manuel Moschini |
Nessun servo può
servire a due padroni: o odierà l'uno e amerà l'altro oppure
si affezionerà all'uno e disprezzerà l'altro. Non potete
servire a Dio e a mammona.
Luca
16, 13
|
Una bimba orfana, costretta a fare
la serva per vivere, portava ogni giorno i panni da lavare lungo una via
scoscesa e faticosa, fino ad un torrente assai lontano dal villaggio.
Una mattina, poco fuori le ultime
case e vicino ad una vecchia fonte oramai secca da tempo, una fanciulla
con un petalo rosa tra i capelli la chiamò e gli disse "Il padrone
di questo campo vuole che tu usi della sua fonte per lavare questi panni"
e subito l'acqua uscì dalla fonte e la bimba se ne tornò
impaurita al villaggio raccontando del prodigio e della fanciulla.
Ma al villaggio nessuno credette
alla sua storia perché tutti conoscevano quella fonte secca, anzi
le padrone la batterono duramente perché quel giorno non aveva lavato
i loro panni.
La mattina dopo la bimba trovò
ancora la fonte che scorreva e la fanciulla che l'aspettava e la chiamava
per lavare insieme i panni. La fanciulla diceva "Se il mio padrone non
avesse acconsentito, io non sarei venuta ad aiutarti".
Passarono alcuni giorni, finché
le padrone di quella piccola serva, insospettite dal tempo breve che impiegava
per lavare i panni, la seguirono fino alla vicina fonte e scoprirono l'acqua
che scorreva. Subito chiamarono tutto il villaggio e tutti insieme decisero
"Il campo su cui sorge la fonte che ha ripreso a scorrere non appartiene
più a nessuno. Costruiamo allora un canale che porti l'acqua dentro
al villaggio, così che potremo usarne con comodità ed a nostro
piacimento".
Ma la bimba diceva "Una fanciulla
con un petalo rosa tra i capelli mi appare vicino la fonte e mi parla del
padrone di questo campo" e tutto il villaggio rideva di lei, che era solo
una serva, e di quella fanciulla.
Ora, in pochissimo tempo l'acqua
della fonte passò nel canale e giunse dentro al villaggio. Le padrone,
mentre costringevano la loro serva a tornare lungo la via scoscesa e faticosa
fino al lontano torrente per lavare i panni, cominciarono a litigare per
dividersi l'acqua della fonte, così da potere riempire le vasche
per il bagno e rendersi belle agli uomini del villaggio. Ed anche gli uomini
cominciarono a litigare fortemente per prendersi le donne più belle
che prima, invece, neanche guardavano.
La bimba, che aveva timore per tutto
questo, disse alla fanciulla che non l'aveva abbandonata e continuava ad
aiutarla a lavare i panni anche sul torrente "Il padrone del campo sarà
molto arrabbiato perché hanno rubato dalla sua fonte".
La fanciulla si fece triste e pianse
una lagrima che si unì al torrente. Poi disse "Nessuna goccia della
fonte sarà perduta perché l'acqua ritorna sempre al suo padrone
ma io sono triste per quel villaggio perché molti potrebbero perdersi
e non tornare indietro".
E la bimba, che era molto pura,
le disse ancora "Perché non vai tu da loro e gli spieghi tutto questo?".
E la fanciulla con un petalo rosa
tra i capelli gli spiegò "Una volta il padrone di quel campo piantò
una vigna ma quelli del villaggio ne fecero legna da ardere. Ma lui non
si stancò e così scavò fino a trovare una fonte, ma
essi rubarono l'acqua e litigarono fra di loro per abusare di quella ricchezza.
Allora, se la gente del villaggio non riconosce il padrone del campo come
farà a vedere me che sono la sua semplice serva?".