Porgi l'altra guancia

Gruppo Biblico di Evangelizzazione





(di Giampaolo Pancetti)

Un giorno Gesú disse ai suoi discepoli:
 

Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi se uno ti percuote la guancia destra, 
tu porgigli anche l'altra;

e a chi ti vuol chiamare in giudizio per toglierti la tunica, 
tu lascia anche il mantello.

E se uno ti costringerà a fare un miglio, 
tu fanne con lui due.

(Matteo 5,39-41)

UN PROBLEMA IRRISOLVIBILE?
Quanti di noi vorrebbero strappare questa pagina dal vangelo? Quanti di noi vorrebbero che Gesú non avesse mai detto queste parole!!

Un uomo una volta mi disse:
"Essere giusti, comportasi onestamente? Va bene.
Amare? Daccordo.
Compromettersi? Accetto anche questo.

Ma non mi parlare di porgere l'altra guancia. Va bene. Non mi vendico. Non gli renderó male, per male... ma addirittura amarlo... no Gesú non puó chiederci questo. Non é umano. Questa é la religione dei santi e io non sono santo. Anzi questa é la religione dei martiri... ma per essere cristiani dobbiamo essere tutti martiri?"

Quante persone pensano che Gesú stia sbagliando? Quante persone sorvolano su questo passo?
Gesú continua a dare scandalo, oggi come allora!

Credo che questa sia la pagina piú dura del Vangelo, anche perché é molto esplicita. Quando Gesú ci dice: "Ognuno prenda la propria croce" ci si accorge che ci sono molte meno persone scandalizzate. Perché? Perché ognuno dá alla parola "croce" il proprio significato... Spesso quello che gli fá piú comodo! Ma se Gesú aggiungesse queste parole: "e sappiate che portare la propria croce significa non opporsi al malvagio" allora saremmo al punto di partenza.

No! Non si puó svicolare. Che ci piaccia oppure no, dobbiamo affrontare questo punto.

Il pensiero e il messaggio di Gesú Cristo é uno solo. Gesú lo ha spezzettato in molte parole e discorsi perché potessimo digerirlo... ma si tratta di un solo pensiero: tutto é coerente in Cristo.

Quindi non é possibile accettare il resto e rifiutare questo punto... significherebbe non accettare niente, perché il pensiero di Cristo é coerente. Significherebbe non aver compreso niente.

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E coloro che lo accettano?

Spiegano il versetto in maniera simbolica e aggiungono le eccezioni: "Si peró Gesú ha detto anche....".

No! Non si puó fare la Bibbia a propria immagine e somiglianza, non le si puó far dire quello che noi vogliamo, non possiamo forzarla con i nostri preconcetti...


LA MANCANZA DI CONSAPEVOLEZZA

C'é un unico problema che ci impedisce di accettare questo punto: la mancanza di consapevolezza.

Prima di morire sulla croce, Gesú imploró il perdono per i suoi assassini e disse:
 

Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno
(Luca 23,34)

E´proprio cosí?? I suoi assassini non si erano accorti che lo stavano uccidendo? Che cosa significano queste parole? Non sanno quello che fanno? Forse pensavano di giocare?

Gesú voleva dire: "Padre, personali, perché non sono consapevoli di ció che stanno facendo!".

Consapevolezza! Se i suoi assassini fossero stati consapevoli che stavano uccidendo il Figlio di Dio, l'Autore della Vita, l'Amore, non lo avrebbero mai fatto... ma non si rendevano conto. I loro occhi erano chiusi, la loro mente era chiusa.

La nostra mente é chiusa!

Molti pensano che un sistema sociale sia meglio di un altro e dedicano la loro vita a questo ideale. Si é vero, alcuni sistemi sociali sono piú umanitari di altri, ma in realtá se non é l'uomo che cambia non cambia niente. Puoi vivere sotto il socialismo o sotto il capitalismo: tutto dipende dall'uomo. Non é il sistema esteriore che deve cambiare, ma quello interiore. Non siamo consapevoli, viviamo nell'illusione: é questo il nostro problema.

Ci rifiutiamo di vedere la realtá. Quante persone girano canale quando in televisione si presentano immagini di morte, di fame, di disperazione... dicono: "mi fa troppo male, soffro troppo, non posso vedere!".

Balle, tutte balle. Non voglio discutere la sensibilitá di chi si comporta cosí, ma il modo di rapportarsi alla realtá: nessuno.

Io ero un idealista. Ho combattuto per degli ideali. Ho combattuto perché le cose andassero meglio. Ma ora mi rendo conto e ho consapevolezza che non esiste peggiore razza degli idealisti. Che si combatta in maniera attiva o passiva siamo quasi tutti idealisti.

Poi ci sono i realisti o meglio coloro che si credono realisti, ma in realtá non sono altro che degli idealisti mascherati. Come gli idealisti non accettano la realtá, ma decidono di subirla, in nome del realismo.

Dagli idealisti si dovrebbe prendere la volontá e la determinazione del mutamento. Dai realisti la visione della realtá.

In ogni caso, entrambi vivono nella illusione, nella mancanza di consapevolezza.

Non é la realtá esteriore che deve cambiare, ma quella interiore. Finché non si vede altro che il proprio ideale non saremo mai disposti a vedere la realtá, cosí come é. Vediamo solo come dovrebbe essere, e siamo disposti a sacrificare ogni cosa a questo ideale... a passare anche sopra le persone.

Quando parliamo con una persona non cerchiamo di conoscerla realmente, ma giá pensiamo a come dovrebbe essere affinché possa essere accettata da noi.

Forti della loro esperienza molti psicologi non fanno altro che cercare di incanalare nei loro schemi le persone che hanno difronte: non vedono QUELLA persona, non vedono QUELLA situazione. Ma tutto rapportano alla loro esperienza al loro passato.

Viviamo nella illusione.
 

Gesú disse: "Togli prima la trave dal tuo occhio". Comincia da te stesso! Finché tu non avrai acquisito consapevolezza, non sarai in grado di vedere e comprendere la realtá, e senza comprendere la realtá non é possibile modificarla.

Comprendi te stesso, acquista consapevolezza di te, delle tue azioni, apri gli occhi.

Facciamo un esempio: supponiamo di viaggiare in treno e affacciati al finestrino vediamo un paesaggio deturpato, opaco. Il nostro primo istinto é il giudizio: giudichiamo quella realtá inaccettabile ai nostri occhi. Vorremmo cambiarla!

Peccato che invece sia semplicemente il finestrino bagnato perché sta piovendo...

La realtá va bene cosí come é. Siamo noi che siamo sbagliati. Siamo noi che non ci sappiamo rapportare alla realtá!

Gesú ci ha continuamente ripetuto: "NON GIUDICARE!  NON GIUDICARE!!  NON GIUDICARE!!!"

Ma noi continuiamo a giudicare, promuovere e condannare secondo il nostro misero punto di vista, secondo la nostra misera esperienza, secondo ció cha abbiamo studiato... Cosí facendo non conosceremo mai la realtá e ci rinchiuderemo nella nostra realtá, quella che solo é accettabile ai nostri...

Se apriamo gli occhi vediamo quanto sia deserta la NOSTRA realtá... quanto siamo soli in questa realtá, quella ideale, quella che é come vorremmo NOI che fosse, non quella che é.

Mi é capitato piú di una volta di oppormi (consciamente o inconsciamente) a colleghi, amici, conoscenti... pensavo che quella persona fosse... pensavo che si comportasse cosí perché... Poi sono diventato "consapevole" che il problema ero io.

Mi dispiace dirtelo. Ma il PROBLEMA SEI TU!
 

La Bibbia esprime questo concetto con queste parole:
 

Per la disobbedienza di uno solo [Adam]
SIAMO STATI COSTITUITI PECCATORI 
(Rm 5,19)

Per anni ci hanno insegnato che siamo peccatori in quanto pecchiamo. É tutto al contrario: pecchiamo in quanto siamo peccatori. Il problema é giá dentro di noi, siamo giá distorti e viviamo con un tumore spirituale addosso, senza saperlo. Il problema é prima di tutto in noi.

Certo, forse la realtá non va... ma come fai a saperlo se prima non pulisci il TUO FINESTRINO?? Come puoi essere consapevole della realtá, se non sei prima consapevole di te stesso?

Quante persone possono veramente dire di conoscersi? Eppure, se siamo onesti, ci rendiamo conto quanto la nostra vita, i nostri desideri, le nostre azioni, siano incentrate sul nostro IO: partono dall'IO e tornano all'IO.

Nonostante ció quanti possono dire di conoscersi?

In realtá, se ci svegliassimo, se fossimo veramente consapevoli di noi stessi, ci renderemmo conto che al centro della nostra realtá c'é la parte ESTERIORE DELL'IO: il ME.

Il ME é ció che gli altri vedono di me. Non solo gli altri, ma io stesso, attraverso i loro occhi.

Il ME é il nostro corpo, la nostra posizione sociale, il nostro stato economico, la carriera, il raggiungimento di certi obiettivi, le etichette che ci affibbiano, che ci lasciamo affibbiare o che ci affibbiamo noi stessi...

Ci identifichiamo a tal punto con il ME che non siamo piú in grado di vedere l'IO. Da qui nasce la sofferenza e l'insoddisfazione che ci caratterizza. Da qui nasce l'illusione, perché saremo sempre in balia degli eventi, in balia degli altri: dipendiamo psicologicamente dagli altri. Non siamo liberi!!!!
 

SII  INVULNERABILE
Man mano che cadono le illusioni e acquistiamo consapevolezza sulla realtá che sta dietro la realtá, che la Nuova Vita si fa strada dentro noi, che cresciamo nello Spirito (sono espressioni diverse per indicare uno stesso fenomeno) ci rendiamo conto che la vera battaglia non consiste nel combattere la realtá esterna.
 
 

La nostra battaglia infatti non è contro creature fatte di sangue e di carne, 
ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra, 
contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti.
(Efesini 6,12)

Non dico che la vita sia giusta, che debba essere vissuta passivamente. Guardare e capire la realtá non significa lasciare che tutto scorra come se niente fosse, diventare freddi e impassibili, distaccati... Nond ico che non si debba combattere. Ma il nostro modo di combattere é sbagliato, perché combattiamo l'illusione. Sarebbe come se cercassimo di distruggere un'oasi del deserto... che esiste solo nella nostra mente: ci affanniamo, ma alla fine abbiamo sollevato solo polvere!

Dobbiamo prima di tutto diventare invulnerabili. É questo che voleva dire il maestro e salvatore Gesú. Gesú non ha mai desiderato discepoli "senza palle", discepoli apatici, morti. Al contrario diceva: "Sono venuto per darvi vita in sovrabbondanza" (Giovanni 10, 10). La religione non puó e non deve essere una stampella per i deboli. Il Cristianesimo non é la religione dei deboli: debole é chi vive nell'illusione, nella non realtá. Debole é chi non ha il coraggio di fare i conti con se stesso. Debole é chi non ha il coraggio di amare e amare ha poco a che vedere con i sentimenti. La parola amare mi fa venire in mente frasi come "risollevare", "risalire", "abbattere i muri".

Non é di una religione consolatoria che abbiamo bisogno. Ma di Veritá.
 
 

Conoscerete la Verità e la Verità vi farà liberi
(Giovanni 8,32)

É solo la Veritá che ci fa liberi. L'illusione ci rende schiavi. La schiavitú ci rende irrimediabilmente infelici.

Quando riceviamo una offesa, quando veniamo verbalmente aggrediti, lo siamo realmente? Quando subiamo un'ingiustizia siamo veramente feriti?

É una illusione. Siamo feriti nella misura in cui gli diamo potere di ferirci. Siamo offesi nella misura in cui lasciamo agli altri il potere di offenderci. A questo punto reagiamo e per combattere tale situazione aggrediamo l'aggressore: é il nostro modo di difenderci... ma stiamo solo tirando sabbia.

Stiamo solo tirando sabbia ad un miraggio nel deserto, perché niente ha il potere di ferirci se non siamo predisposti ad esserlo: il problema sta prima di tutto in noi. Non sto giustificando le azioni malvage degli altri. Non sto dicendo di subire. Dico che prima di agire, dovremmo essere sufficientemente LIBERI interiormente.

Una volta un muratore cadde da una impalcatura. Gli chiesero se si era fatto molto male per la caduta. Rispose: "Non é la caduta che mi ha fatto male, ma la fermata". É paradossale ... ma é cosí: se il muratore fosse stato "morbido" non gli sarebbe accaduto niente, ma dal momento che era duro si é ferito.

Voglio dire che prima di andare a modificare la realtá dobbiamo modificare noi stessi, cambiando noi stessi cambia il modo di rapportarci alla realtá: allora potremo vederla senza travi negli occhi.

Se tento di tagliare l'acqua con un coltello, mi prendete per matto: non é possibile, l'acqua é troppo morbida, é troppo... fluida!
Gesú dice: "Non opporti al malvagio". Non sta dicendo che l'altro non é malvagio, non si tratta di scusarlo e di subirlo. Dice "Non opporti".

Piú ci si oppone, piú si é rigidi, piú diamo potere di essere feriti, ci rendiamo vulnerabili. Conosco persone che sono talmente rigide, si offendono per ogni cosa, sono sempre estremamente sospettose e magligne... cosí facendo sono anche estremamente esposti e vulnerabili. Sono di conseguenza sempre in lotta con la realtá esteriore, non hanno capito che dovrebbero combattere la loro realtá interiore.

Dice Paolo che la nostra battaglia non é con creature fatte di sangue, ma contro realtá spirituali.

Lo Spirito é venuto per operare in noi la Rinascita. Possiamo rinascere e vivere nello Spirito. La Nuova Vita é una vita di consapevolezza. Lo Spirito ci illumina interiormente sulla vera realtá, quella che si vede non solo con gli occhi ma anche con la fede. É la fede il terzo occhio, quello che ci permette di ANDARE OLTRE che ci permette di non fermarci al ME. Quanto é piccolo il mondo quando finisce con il ME. E questa la chiamate VITA????

Gesú é venuto per "darci vita in sovrabbondanza" (Giovanni 10, 10): é la vera vita. la vita eterna, la vita che ci permette di andare oltre, oltre le apparenze, oltre la vulnerabilitá.

Porgi l'altra guancia, lascia che il coltello ti attraversi, sorridi, il coltello non puó farti niente, davvero niente... se tu sei acqua.

Ma se hai deciso di essere "carne" allora qualsiasi cosa puó farti soffrire, puó ferirti e farti del male.

Se segui il percorso della Rinascita, spiegato nel Corso Biblico, potrai raggiungere la consapevolezza di te stesso, riscoprire il gusto e la semplicitá delle cose, essere libero come il vento, e avere nuova energia per amare e vivere, ogni cosa acquisirá scopo e significato...

Solo allora si potrá anche cambiare la realtá "reale".
 

VINCI IL MALE CON IL BENE

Come é possibile dunque porgere l'altra guancia? Cambiando la nostra realtá interiore. Lasciando che il nostro Vecchio Uomo muoia crocifisso e al suo posto nasca l'Uomo Nuovo. Poi devi crescere nello Spirito: lo Spirito ti guiderá nella Veritá, ti illuminerá sulle tue illusioni, mano a mano che cresci e progredisci.

Il male esiste. Non vincerai mai il male con il male. Il male che combatte il male sono 2 mali. Forse esteriormente qualcosa puó apparire cambiato. Quando reagiamo in maniera brusca, quando ci fissiamo sull'ideale della giustizia qualcosa si puó smuovere, puó sembrare che qualche obiettivo é stato raggiunto: in realtá non é cosí e dopo poco, tutto torna come prima.

E si ricomincia.

La vita, cosí vissuta, non é vita: non é degna di essere vissuta.

Combattere si! Ma nel modo giusto e le cose giuste da combattere. Se in te alberga la PACE INTERIORE non potrai che rispondere con il bene. Il male non potrá ferirti.
 

Non lasciarti vincere dal male, 
ma vinci con il bene il male
(Rm 12,21)

Il tuo nemico non avrá alcun potere su di se, sei imprendibile, inafferrabile: lo Spirito ti protegge! Potrai rispondere con il bene perché non sei coinvolto emotivamente. Sei come un fantasma: cercano di aggredirti, ma ti passano attraverso. Non sei coinvolto e puoi vedere chiaramente la disperazione di questa persona, aiutarla a capire la sua aggressivitá, la sua impulsivitá, la sua cattiveria.

Sei veramente libero, libero di amare. Lascia che l'amore trasformante di Dio ti faccia Rinascere e crescere nello Spirito, lascia che cadano le tue illusioni, le tue paure, niente potrá separarvi dall'Amore, cioé niente potrá rendervi infelici, perché la vostra felicitá non dipenderá da condizioni esteriori, ma da una situazione interiore.

L'amore scaccia la paura: questa é la vera vittoria!
 
 

Che diremo dunque in proposito? 
Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi?

Egli che non ha risparmiato il proprio Figlio, 
ma lo ha dato per tutti noi, 
come non ci donerà ogni cosa insieme con lui? 

Chi accuserà gli eletti di Dio? Dio giustifica.

Chi condannerà? 
Cristo Gesù, che è morto, anzi, che è risuscitato, sta alla destra di Dio e intercede per noi?

Chi ci separerà dunque dall'amore di Cristo? 

Forse la tribolazione, 
l'angoscia, 
la persecuzione, 
la fame, 
la nudità, 
il pericolo, 
la spada?

Proprio come sta scritto:
Per causa tua siamo messi a morte tutto il giorno,
siamo trattati come pecore da macello.

Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori 
per virtù di colui che ci ha amati.

Io sono infatti persuaso che 
né morte 
né vita, 
né angeli 
né principati, 
né presente 
né avvenire,
né potenze, 
né altezza 
né profondità, 
né alcun'altra creatura 

potrà mai separarci dall'amore di Dio, 
in Cristo Gesù, nostro Signore.


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