I cristiani difronte alla guerra

Gruppo Biblico di Evangelizzazione




I cristiani difronte alla GUERRA
(indagine biblica introduttiva)

Nella bibbia la parola guerraè menzionata:
Antico Testamento = 262 volte
Nuovo Testamento = 13 volte

Nella bibbia la parola paceè menzionata:
Antico Testamente = 245 volte
Nuovo Testamento = 99 volte

Come si può vedere il termine "guerra" e il termine "pace" sono presenti nei due testamenti in proporzioni pressochè uguali. Al contrario nel Nuovo Testamento le cose cambiano: qui il termine "guerra" è quasi assente, mentre il termine "pace" è presente quasi 7 volte di più.

Già da questa statistica possiamo osservare un insegnamento implicito nella Parola di Dio: come troviamo in tantissimi passi il nostro Dio è il Dio della Pace (Romani 15:32, Romani 16:20, 2Corinzi 13:11, Filippesi 4:9, 1Tessalonicesi 5:23, 2Tessalonicesi 3:16, Ebrei 13:20).

Dio della pace significa che Dio desidera la pace, significa che Dio non si schiera mai "contro", ma ama tutti infinitamente. Dio si schiera a fianco del povero, di chi subisce ingiustizia, senza colore e distinzione. Dio della pace significa che non avremo mai la pace sulla terra se prescindiamo da Lui, se vogliamo costruire la pace con sole nostre mani: Lui è il Dio della pace, Colui che ha il potere di stabilirla. L'uomo ha il terribile potere di accoglierla o di rifiutarla.

In questo articolo non vogliamo dare un indirizzo di schieramento. Schierarsi contro o a favore della guerra rimane, in ultima analisi, un fatto di coscienza e noi ribadiamo la supremazia della coscienza, quel luogo in cui Dio stesso può parlare.
Ma l'uomo, noi tutti, abbiamo il dovere di far maturare la nostra coscienza, di farla evolvere, di non addormentarci mai, mai, mai! I cristiani erano noti nell'antichità come "coloro che sono in cammino". Ecco una splendida definizione del cristiano: non un testardo, ma una donna o un uomo che si pone in una duplice tensione di convinzione da una parte e di apertura dall'altra, cioè in cammino!

Come possiamo fare? Con il confronto, soprattutto confrontandoci con la PAROLA.

Cercheremo di fare i conti prima di tutto con la definizione del termine "pace", troppe volte abusato, per arrivare alla "pace cristiana". Da qui proseguiremo nel concreto per vedere in che modo la Bibbia può venire in aiuto alla nostra coscienza per prendere una posizione.


Pace è
PACE = CONVIVENZA CIVILE - ASSENZA DI GUERRA
 
Quando ti avvicinerai a una città per attaccarla, 
le offrirai prima la pace.
Deuteronomio 20,10 

Pace, come la intendiamo comunemente, è semplice assenza di guerra, passiva convivenza civile. La Bibbia ci insegna a cercare anche una pace "attiva". La frase: "prima di attaccare una città, le offrirai la pace" viene tradotta ai giorni nostri come "prima di entrare in guerra ricerca ogni via diplomatica di accordo". Questo è il principio supremo e il primo passo che i capi di stato devono seguire per perseguire la giustizia nel mondo. Non si deve aspettare che venga richiesta: la pace deve essere offerta, deve essere ricercata, perseguita con ogni mezzo umanamente possibile.

PACE = GIUSTIZIA
 

Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
(Matteo 5,9)
e uno di voi dice loro: «Andatevene in pace, riscaldatevi e saziatevi», ma non date loro il necessario per il corpo, che giova?
(Giacomo 216)
Un frutto di giustizia viene seminato nella pace per coloro che fanno opera di pace.
(Giacomo 3,18)

Le condizioni imprescindibili per la pace vanno ricercate nella giustizia. Se la giustizia non produce automaticamente la pace, al contrario l'ingiustizia produce automaticamente la guerra. Dunque ricercare la giustizia è condizione primaria per generare una società di pace. Operare per la pace significa prima di tutto agire sui sistemi ingiusti, sulla povertà, sul mancato riconoscimento dei diritti umani, dei diritti di uomo e di donna, di genitore e di figlio. Significa rimuovere i casi estremi di povertà, non deve esistere la fame, la nudità. Finchè non ci sarà giustizia nel mondo continueremo ad avere guerre, continueremo ad avere masse di disperati pronti a tutto. La pace si costruisce nelle piccole cose. Non servono le armi. Occorre equità sociale. Parità di diritti.

È uno sforzo al quale siamo chiamati TUTTI, perchè la giustizia non è solo compito dei governi, ma è frutto di una mentalità che si costruisce dal basso, dal singolo. Fino a quando ciascuno penserà al proprio "orto", fino a quando non ci conosceremo nei nostri condomini, fino a quando penseremo solo e unicamente al proprio piacere ai propri diritti, non ci sarà posto per una mentalità di pace, per una mentalità di giustizia.

Allora le armi non serviranno a niente. Non serviranno a ricondurre alla ragione, perchè non abbiamo rimosso le cause.

Noi come occidentali dobbiamo interrogarci sul nostro stile di vita, perchè quando acquistiamo oggetti ottenuti dallo sfruttamento del lavoro minorile, quando lasciamo i nostri soldi in banche che finanziano l'acquisto di armi nei paesi del Terzo Mondo, quando sprechiamo il nostro cibo, mentre ci sono milioni di esseri che fanno un pasto ogni due giorni... avremo armato la mano dei terroristi, avremo armato la mano di chi chiede giustizia.

Quindi, beati gli operatori di pace, coloro che si interrogano sulla propria condotta, sulla propria mentalità, che non si lasciano travolgere dall'ignoranza, dalla mancanza di tempo. Ecco, costoro saranno davvero Figli di Dio.


Pace non è

PACE non è TRANQUILLITÀ MATERIALE
 

Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; 
non sono venuto a portare pace, ma una spada.
(Matteo 10:34)

Spesso si pensa come sia bello stare in pace, cioè non avere "grattacapi" o problemi. Certo, nessuno di noi desidera che accadano drammi nella sua vita o nella vita delle persone che ama. Ma spesso la ricerca di questo tipo di pace diventa in assoluto lo scopo primario della nostra vita. Per raggiungere questa pace siamo disposti a passare sopra a questioni morali, siamo disposti a restari inerti, immobili.

- Perchè scaldarsi tanto? Restiamo in pace!

No! Non si "resta" in pace! La pace è una conquista.
Gesù ci ha ricordato questo principio fondamentale: non è venuto per la tranquillità, ma per agitarci, per smuoverci dal nostro immobilismo, dalla nostra falsa neutralità. La spada di cui parla Gesù non è la spada di chi uccide, ma è la spada di chi prende posizione, di chi si lascia coinvolgere!!!

Il cristiano non è dunque un uomo o una donna inerte, che non interviene... per amor di pace. Ma lotta in nome di Gesù Cristo contro tutte le storture, a fianco dei poveri, degli emarginati, di coloro che non hanno voce!
 
 
 

PACE non è TRANQUILLITÀ MORALE O DELLA COSCIENZA
 

Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. 
Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore.
(Giovanni 14:27)

Pace non è neanche far tacere la propria coscienza. La pace che ci dona Gesù non ha niente a che vedere con l'acquietamento della coscienza.
Il vero cristiano è una persona sempre in crisi spirituale e al tempo stesso nella pienezza della serenità spirituale: vive cioè tra queste due tensioni, ha consapevolezza della strada fatta e della strada che deve ancora compiere. Non si dispera per gli errori commessi perchè si è rialzato, è tornato dal Padre e si rende conto della strada fatta. Ma al tempo stesso, ha consapevolezza delle sue potenzialità da sviluppare ulteriormente, ha consapevolezza che il Padre desidera che giunga alla "perfezione dell'amore".
Questa è la pace e la strada che ci fa compiere Gesù Cristo.

Il mondo propone la pace dello stare zitti!
La pace del "mal comune mezzo gaudio"!
La pace del "fanno tutti così"!
La pace del "che vuoi che possa fare io?"!

Fratelli rimbocchiamoci le maniche, perchè Dio ci chiama a realizzare grandi cose nelle piccole cose. Siamo solo piccoli granelli di sabbia, non si costruisce sulla sabbia, non cerchiamo la pace in noi stessi, nel vuoto. Allora, come dice Gesù, di che cosa avremo paura?

Quando avremo piena consapevolezza di noi stessi e dell'amore di Dio, di che cosa avremo paura?


Pace Cristiana
Giustificati dunque per la fede, noi siamo in pace con Dio per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo;
(Romani 5:1)
 Ma i desideri della carne portano alla morte, mentre i desideri dello Spirito portano alla vita e alla pace.
(Romani 8:6)
 Il regno di Dio infatti non è questione di cibo o di bevanda, ma è giustizia, pace e gioia nello Spirito Santo:
(Romani 14:17)
Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé;
(Galati 5:22)

Quando si parla di pace, dunque possiamo intendere molti significati. Ma qual è la pace cristiana, il concetto di pace nel cristianesimo?
La Bibbia ci insegna che pace è prima di tutto conseguenza della giustificazione. La giustificazione è il processo di trasformazione dall'Uomo Vecchio all'Uomo Nuovo, è il divenire creatura nuova, il divenire innestati "in" Cristo. Leggendo il corso biblico potrete approfondire questi concetti che qui richiamiamo brevemente.

L'Uomo Vecchio è uomo di paura, di ingiustizia perchè porta in sè "il tumore" spirituale. Non esiste pace per lui. Pensa di colmare il vuoto che sente, il senso di inutilità che prova, con il denaro, con il sesso o la droga, con la vita tranquilla. Pensa che l'anelito interiore che prova sia dovuto alla mancanza di lavoro o di amicizie... Al contrario: il problema sta nella sua "essenza". Non sta in ciò che fa, ma in ciò che è!

Per esprimere questi concetti la Parola di Dio usa termini come Uomo Vecchio o Carne. La Carne non esprime solo la debolezza dell'uomo, debolezza che spesso viene addota come giustificazione per commettere peccati. La carne è una tendenza interiore al peccato, tendenza interiore alla ribellione a Dio. Tendenza interiore all' auto-distruzione e alla distruzione della civiltà. È ovvio che ciò che sto dicendo non abbia alcun valore per chi non ha sperimentato la "rinascita" spirituale. È ovvio che spesso non ci rendiamo conto e non siamo consapevoli di ciò che è buono per noi e di ciò che è cattivo.

Tutti noi sappiamo che fumare fa male. Ma quanti di noi ne sono consapevoli? Sapere è un conto. Esserne consapevoli è tutt'altra cosa. Il giorno in cui un dottore ci dirà che continuando a fumare ci resteranno solo pochi mesi di vita e che l'unica possibilità di sopravvivenza è smettere completamente, allora acquisiremo consapevolezza e immediatamente smetteremo!

Siamo consapevoli di avere un principio interiore di morte, chiamato carne, che è in ribellio allo Spirito di Dio? È il principio dell'IO al centro di tutto, dell'EGO che sovrasta. Non è semplicemente l'egoismo o l'egocentrismo, ma qualcosa che comprende entrambi e che non risiede nella psiche, cioè nel carattere, ma nel nostro spirito e quindi pervade ogni nostro gesto, sia propriamente quello egoistico che quello non egoistico. Per un approfondimento leggete l'articolo Natura delle illusioni e schiavitù.

Pace cristiana significa mettere a morte la carne, definitivamente. Allora potremo godere del frutto dello Spirito Santo. Uno degli aspetti di questo frutto è proprio la pace! La pace interiore, la serenità, l'assenza di paure, la certezza di essere amati, la certezza che nonostante tutto la vita ha senso, che nonostante tutto ha senso di essere vissuta, che nonostante ogni apparenza QUALCUNO guida la nostra vita in maniera imperscutabile per noi.

Avete presente la pace di un bambino che è sicuro dei suoi genitori, del loro amore fra di loro e per lui? Avete presente come attraversa la strada tranquillo quando ha la sua mano nella mano del babbo o della mamma, e non controlla le macchine che arrivano? Ecco la pace interiore.

Ecco il modello che desiderava Gesù per noi. Se non tornerete come i bambini non entrerete mai! Non c'è nessun Regno per voi, se non tornerete bambini. Ecco perchè Paolo afferma che il Regno di Dio non deriva da sicurezze materiali, ma è giustizia, pace e gioia nello Spirito Santo.


La PACE È considerarsi FRATELLI


Se possibile, per quanto questo dipende da voi, vivete in pace con tutti.
(Romani 12,18)

Tutti gli uomini sono fratelli e celebrare la fraternità è prerogativa fondamentale per ogni cristiano e deve essere sempre perseguita.
Gesù ha detto:
 

Ama il prossimo tuo come te stesso.
(Matteo 22:39)
Io vi do un comandamento nuovo, che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati, così amatevi anche voi gli uni gli altri.
(Giovanni 13:34)

Questo, però, non toglie che l’uomo riesca a corrompere questa relazione: non per nulla una delle prime pagine della Bibbia ospita il racconto di un fratricidio. (Genesi 4).

Manzoni nel “Conte di Carmagnola” scriveva a proposito della battaglia di Maclodio: “I fratelli hanno ucciso i fratelli: questa orrenda novella io vi do”.

Ciò che l’11 settembre è successo è tutt’altro che una “novella” e se è vero che non bisogna vivere nel sospetto permanente, è però altrettanto vero che Gesù stesso suggerisce di essere semplici come colombe ma anche prudenti come serpenti.
 
 

Ecco io vi mando come pecore in mezzo ai lupi, siate prudenti come i serpenti e semplici come le colombe
(Matteo 10:16)

La prima e fondamentale legge dell’amore e della generosità non cancella quella della giustizia e del senso del limite e del male, insito in ogni creatura! Non per nulla Gesù nel discorso “ comunitario” del capitolo 18 di Matteo accosta al monito del perdonare settanta volte sette anche un insegnamento sulla correzione fraterna.
Ebbene essa considera anche l’ipotesi di uno sbocco negativo per cui il fratello deve essere allontanato con fermezza quando la sua ostinazione incrina la relazione sincera e costruttiva.
 
 

Se il tuo fratello commette una colpa, va e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello, se non ti ascolterà, prendi con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà neppure costoro, dillo all’assemblea; e se poi non ascolterà neanche l’assemblea, sia per te come un pagano e un pubblicano
(Matteo 18:15-17)

Quello che è successo l’11 settembre 2001 in America riguarda tutti noi e  ci obbliga ad essere consapevoli e responsabili ad assumere una posizione chiara e netta..
Quegli assassini di Osama Benladen e i suoi complici e protettori non hanno esitato a distruggere migliaia di vite innocenti in meno di mezz’ora, per appagare un odio alimentato da una fede distorta.

Il mondo non può stare a guardare, ha il dovere di impedire questi atti smisurati e vigliacchi, ha il dovere combatterli.

Nel secolo che si apre nel peggiore dei modi è probabile che sempre meno si abbia a che fare con guerre tradizionali e sempre più con atti di violenza armata i cui scopi sono perseguiti con metodi terroristici.
In questo conflitto che oppone l’intero mondo civile (a prescindere dalla razza e dalla religione) al terrorismo non si può restare neutrali. Paragonare chi bombarda le installazioni dei talebani, cercando disperatamente di minimizzare le perdite tra i civili, e chi ha deliberatamente cercato la massimizzazione della strage degli innocenti l’11 settembre, è negare la possibilità dell’esistenza di una qualunque etica.
Chi sostiene un’impossibile neutralità, proclama in realtà una resa, ancora più indegna di fronte alle migliaia di morti dell‘11 settembre.

La risposta militare è stata necessaria e inevitabile, anche perché il regime dei talebani ha rifiutato fino all’ultimo di consegnare il responsabile della più orrenda strage terroristica mai compiuta a memoria di uomo: un crimine degno di Hitler e Stalin, per essere chiari.
Mai trattare con i terroristi, mai negoziare con gli assassini, nemmeno quando la paura ci porterebbe a farlo.
Ma questo è comunque un primo passo, la risposta immediata del momento..
Questo nuovo tipo di “guerra” richiede che le operazioni militari convenzionali siano affiancate da altre azioni altrettanto letali per i terroristi e alla lunga molto più efficaci dei bombardamenti.
Potrei dire subito: “Sono le politiche dei governi che devono cambiare, dovrebbero avere sentimenti di solidarietà verso i paesi più poveri, dovrebbero sviluppare sentimenti di maggior apertura e di reale conoscenza verso culture che non conoscono, dovrebbero smetterla di avere una mentalità egocentrica.."

Devono dovrebbero…

E’ troppo facile scaricare sugli altri tutto ciò e tirarcene fuori come se la questione non ci riguardasse.

Ci riguarda e come!

Noi formiamo la società, siamo noi che stabiliamo i parametri di cultura con i quali giudichiamo tutto e tutti. Siamo noi che con le nostre scelte economiche, consapevolmente o inconsapevolmente, finanziamo società che sfruttano e sfruttano anche il lavoro minorile, che trafficano armi... se non siamo colpevoli, siamo perlomeno complici della morte!!!

Il problema non è all’esterno è dentro di noi, siamo noi a dover cambiare e allora cambierà anche l’approccio con il quale ci accostiamo e conosciamo la realtà che ci circonda.

Fin quando la mia mentalità sarà egocentrica, etnocentrica e antropocentrica, finchè sarò io sempre e comunque al centro della terra, totale signore della mia vita, come potrò sviluppare sentimenti di fraternità fra tutti gli uomini, figli dello stesso Dio,
eliminare diversità di razza, di lingua, di religione che chiudono l’ascolto il dialogo l’accoglienza..?
Devo assolutamente trasformarmi.., la mia mentalità deve diventare cristocentrica il Signore Gesù deve prendere possesso della mia esistenza.
Se lasceremo che il Signore governi le nostre vite potremmo veramente instaurare anche in questa vita un Regno di pace, giustizia e solidarietà fra e con tutti i popoli della Terra perché siamo tutti Figli di un unico Dio, il Dio dell’Amore, e fratelli fra di noi.
 


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