Nel nome del Signore!
Capitolo I
Di coloro che fanno penitenza
[178/1] Tutti coloro che amano il Signore con tutto il cuore, con tutta
l'anima e la mente, con tutta la forza e amano i loro prossimi come se
stessi, e hanno in odio i loro corpi con i vizi e i peccati, e ricevono
il corpo e il sangue di nostro Gesù Cristo, e fanno frutti degni
di penitenza:
[178/2] Oh, come sono beati e benedetti quelli e quelle, quando fanno
tali cose e perseverano in esse; perché riposerà su di essi
lo Spirito del Signore e farà presso di loro la sua abitazione e
dimora; e sono figli del Padre celeste, del quale compiono le opere, e
sono sposi, fratelli e madri del Signore nostro Gesù Cristo.
Siamo sposi, quando l’anima fedele si unisce al Signore nostro Gesù
Cristo per virtù dello Spirito Santo. Siamo suoi fratelli quando
facciamo la volontà del Padre che è nei cieli. Siamo madri,
quando lo portiamo nel cuore e nel corpo nostro per mezzo del divino amore
e della pura e sincera coscienza, lo generiamo attraverso le opere sante,
che devono risplendere agli altri in esempio.
[178/3] Oh, come è glorioso, santo e grande avere in cielo un
Padre!
Oh, come è santo, fonte di consolazione, bello e ammirabile
avere un tale Sposo!
Oh, come è santo e come è caro, piacevole, umile, pacifico,
dolce, amabile e desiderabile sopra ogni cosa avere un tale fratello e
un tale figlio, il Signore nostro Gesù Cristo, il quale offrì
la sua vita per le sue pecore, e pregò il Padre dicendo: <<Padre
santo, custodiscili nel tuo nome, coloro che mi hai dato nel mondo; erano
tuoi e tu li hai dati a me. E le loro parole che desti a me le ho date
a loro; ed essi le hanno accolte ed hanno creduto veramente che sono uscito
da te, e hanno conosciuto che tu mi hai mandato. Io prego per essi e non
per il mondo. Benedicili e santificali! E per loro io santifico me stesso.
Non prego soltanto per loro, ma anche per coloro che crederanno in me per
la loro parola, perché siano santificati nell’unità, come
lo siamo anche no. E voglio, Padre, che dove sono io, siano anch’essi con
me, affinché contemplino la mia gloria nel tuo regno>>. Amen.
Capitolo II
Di coloro che non fanno penitenza
[178/4] Tutti quelli e quelle, invece, che non vivono nella penitenza,
e non ricevono il corpo e il sangue del Signore nostro Gesù Cristo,
e si abbandonano ai vizi e ai peccati e camminano dietro la cattiva concupiscenza
e i cattivi desideri della loro carne e non osservano quelle cose che hanno
promesso al Signore, e servono con il proprio corpo al mondo, agli istinti
carnali e alle sollecitudini del mondo e alle preoccupazioni di questa
vita: costoro sono prigionieri del diavolo, del quale sono figli e fanno
le opere; sono ciechi, poiché non vedono la vera luce, il Signore
nostro Gesù Cristo. Non hanno la sapienza spirituale, poiché
non posseggono il Figlio di Dio, che è la vera sapienza del Padre;
di loro è detto: <<La loro sapienza è stata ingoiata>>
e <<Maledetti coloro che si allontanano dai tuoi comandamenti>>.
Essi vedono e riconoscono, sanno e fanno ciò che è male,
e consapevolmente perdono la loro anima.
[178/5] Vedete, o ciechi, ingannati dai vostri nemici, cioè
dalla carne, dal mondo e dal diavolo, che al corpo è cosa dolce
fare il peccato e cosa amara sottoporsi a servire Dio, poiché tutti
i vizi e i peccati escono e procedono dal cuore degli uomini, come dice
il Signore nel Vangelo. E non avete niente in questo mondo e neppure nell’altro.
E credete di possedere a lungo la vanità di questo secolo, ma vi
ingannate, perché verrà il giorno e l’ora alla quale non
pensate, non sapete e ignorate. Il corpo si ammala, la morte si avvicina
e così si muore di amara morte.
[178/6] E in qualsiasi luogo tempo e modo l’uomo muore in peccato mortale,
senza aver fatto penitenza e dato soddisfazione, se poteva darla e non
lo ha fatto, il diavolo rapisce l’anima di lui dal suo corpo, con una angoscia
e tribolazione così grande, che nessuno può sapere se non
colui che la prova.
E tutti i talenti e il potere e la scienza e sapienza, che credevano
di possedere, sarà loro tolta. E lasciano tutto ai parenti e agli
amici. Ed ecco, questi si sono già preso e spartito tra loro il
patrimonio di lui, e poi hanno detto: <<Maledetta sia la sua anima,
poiché poteva darci di più e procurarsi di più di
quanto si è procurato!>> I vermi mangiano il cadavere, e così
hanno perduto il corpo e l’anima in questa breve vita e andranno all’inferno,
dove saranno tormentati eternamente.
[178/7] Tutti coloro ai quali perverrà questa lettera li preghiamo
nella carità che è Dio, che accolgano benignamente, con divino
amore queste fragranti parole del Signore nostro Gesù Cristo, che
abbiamo scritto. E coloro che non sanno leggere, se le facciano leggere
spesso, e le imparino a memoria, mettendole in pratica santamente sino
alla fine, perché sono spirito e vita.
E coloro che non faranno questo, dovranno renderne ragione nel giorno
del giudizio, davanti al tribunale del Signore nostro Gesù Cristo.