Dibattito sul peccato originale e altro!

Gruppo Biblico di Evangelizzazione



Dibattito su: 
Il Peccato originale, il Battesimo 
la Legge, la Conversione 
e il Regno di Dio


Q uello che segue é il dibattito intercorso via e-mail tra un cristiano cattolico, Giampaolo Pancetti, e il sig. Ferullo appartenente ad un gruppo "aconfessionale", la Chiesa di Dio degli Apostoli,  che non si riconosce cioé in nessuna confessione cristiana, ossia in nessuna delle chiese (cattolica, protestante, ortodossa) attualmente presenti sulla terra. 

QAbbiamo deciso di rendere pubblico questo dibattito perché tutti possano venire a conoscenza dei metodi persuasivi ed elusivi utilizzati da alcune sette pseudo-cristiane e perché ciascuno possa conoscere e acquisire consapevolezza sul peccato originale, che non si tratta di un dogma, né di un concetto o di una veritá, ma di una realtá spirituale presente nell'uomo, di cui tutti possiamo fare esperienza: tutto sta, nel comprendere esattamente di che cosa si tratta, onestamente.

Il dibattito, come si potrá constatare, é iniziato sul tema del peccato originale, per poi spostarsi, progressivamente, su altri terreni, quali la conversione, la Legge, il Regno di Dio...

Ognuno prenda posizione come meglio crede. O non prenda posizione. Non si vuole convincere nessuno della ragione: l'intento é che ciascuno possa giungere ad assaggiare ed assaporare la Veritá, quella veritá che vi potrá rendere liberi.

Perché ciascuno possa ascoltare anche "l'altra campana", per onestá intellettuale e cristiana, abbiamo riportato l'indirizzo del sito dove potrete controllare la veridicitá di quanto affermato.

C'é quindi un preambolo in cui vengono riportati 2 articoli della Chiesa di Dio degli Apostoli e alcuni articoli tratti dal Catechismo della Chiesa Cattolica.


Scrutate! Leggete! Pregate! Riflettete! Acquisite conoscenza e consapevolezza!
Ma in ogni caso, CERCATE.

Preambolo:

Dibattito:
  1. Giampaolo => Ferullo   (22/01/2001)
  2. Ferullo   => Giampaolo (23/01/2001)
  3. Giampaolo => Ferullo   (24/01/2001)
  4. Giampaolo => Ferullo   (26/01/2001)
  5. Ferullo   => Giampaolo (27/01/2001)
  6. Giampaolo => Ferullo   (28/01/2001)




ARTICOLI TRATTI DAL SITO:
DIO, BIBBIA, CRISTIANESIMO: VERITÁ NASCOSTE DEL LIBRO
Il sito della Chiesa di Dio degli Apostoli esordisce con questa frase:

Il Cristianesimo tradizionale ha diffuso dottrine contrarie alla Legge di Dio;
stai disobbedendo ai Comandamenti di Dio, senza che tu lo sappia.
Inviaci un quesito, ti risponderemo con le parole di Cristo,
e verificherai che le cose stanno veramente così.

Dal Sito: Dio, Bibbia, Cristianesimo: veritá nascoste del libro (Chiesa di Dio degli Apostoli)
 

Il “peccato originale” 

-----Una influenza molto grande ha attraversato il Cristianesimo – eccettuata la Chiesa di Dio degli Apostoli -determinando una infinità di dottrine e dogmi. Ma quale credito può avere, nella Sacra Scrittura, la credenza del peccato così detto originale? Nessuna, anzi Dio stesso esprime la sua condanna, come dirò più avanti. 
-----Nelle scritture non si parla di peccato originale; si dice che il primo peccato è avvenuto per opera di Adamo. Adamo, essendo il primo uomo, ha commesso per primo il peccato. Se proprio dobbiamo parlare di “peccato originale” dobbiamo riferirci a Lucifero. 
-----Ma veniamo al peccato di Adamo: Paolo dice che con Adamo è entrato il peccato nel mondo (1 Cor 15:21), ma non dice che quel peccato ha prodotto, negli altri uomini, una conseguenza; poiché questo sarebbe un errore teologico e non potrebbe derivare dalla Bibbia. 
-----Paolo afferma un’altra cosa: dice che tutti gli uomini hanno peccato e sono privi della gloria di Dio (Rom 3:23) ma non dice che è la conseguenza del peccato di Adamo ad aver riprodotto nell’uomo il peccato. Non si può sostenere questa tesi facendola derivare dalla parola di Dio. Tra i tanti sofismi quello del “peccato originale” eccelle per grandezza e varietà di dottrine prodotte. Non è una invenzione recente: viene sicuramente dall’ebraismo; ma col tempo si è amplificata. Dio condanna decisamente e mette in guardia dal continuare a credere che il peccato dei ‘padri’ si riflette sui figli. C’è una scrittura che non lascia dubbi in merito, perché il suo significato è chiaro e perentorio: “E la parola dell’Eterno mi fu rivolta in questi termini: ‘Perché dite nel paese d’Israele questo proverbio: I padri hanno mangiato l’agresto e ai figlioli si allegano i denti? Come è vero che io vivo, dice il Signore, l’Eterno, non avrete più occasione di dire questo proverbio in Israele. Ecco, tutte le anime sono mie; è mia tanto l’anima del padre quanto quella del figliolo; l’anima che pecca sarà quella che morrà” (Eze 18:1-4). 
-----Non è chiara la scrittura quando dice che il peccato del padre non cade sul figlio o sui figli? Allora dov’è la consistenza del “peccato originale”? Semplicemente è una favola che non autorizza alcuna dottrina o dogma. Ma Dio è ancora più esplicito quando dice. “… Perché il figliolo non porta l’iniquità del padre? – Egli è perché quel figliolo pratica l’equità e la giustizia, osserva tutte le mie leggi e le mette ad effetto. Certamente egli vivrà. L’anima che pecca è quella che morrà, il figliolo non porterà l’iniquità del padre, e il padre non porterà l’iniquità del figliolo; la giustizia del giusto sarà sul giusto, l’empietà dell’empio sarà sull’empio” (Eze 18:19-20). 
-----Alla luce della Parola di Dio, il “peccato originale” è una falsa dottrina; battezzare i neonati non è una giustificazione plausibile, anzi diventa perfino un’azione contraria al dettato divino, inerente al motivo specifico. Rimane l’amministrare propria del battesimo. Ma è legittimo ed utile battezzare i neonati? Secondo il dettato di Cristo non è utile, anzi è addirittura dannoso. E mi spiego. Secondo le parole di Cristo, il battesimo è una nuova nascita alla via della salvezza (Gio 3:3-5). Giovanni battista ha predicato con forza il pentimento, prima di battezzare; Cristo e gli Apostoli hanno predicato il pentimento ed il ravvedimento. Il neonato non ha da pentirsi di nulla né ha da ravvedersi; quindi è un atto, quello del battesimo dei neonati, perfettamente inutile ed intempestivo. Le prerogative del battesimo sono descritte negli Atti: “… Ravvedetevi, e ciascuno di voi sia battezzato nel nome di Gesù Cristo, per la remissione dei vostri peccati, e voi riceverete il dono dello Spirito Santo” (2:38). Ribadisco, per quello che ho esposto sopra, che il neonato non ha alcun peccato da farsi rimettere, né è in condizione di ravvedersi. 
-----Ma dove sta la dannosità del battesimo dei neonati? Sta nel fatto che l’adulto, che avrebbe bisogno di un battesimo vero per rinascere a vita nuova, fare ammenda del proprio passato e ravvedersi per condurre una  vita morigerata con l’aiuto determinante dello Spirito di Cristo, dono promesso a seguito di ravvedimento (Atti 2:38-39), non si sottopone al battesimo, avendo ricevuto una errata informazione. 
-----Una grave responsabilità si assume chi determina un siffatto stato di cose, andando contro la Parola di Cristo, il quale ci ha lasciato un esempio ed un insegnamento precisi (Rom 8:1-4). Fortunato colui che scende nelle acque battesimali, risalendone ad imitazione di Cristo ; perché l’Iddio della misericordia lo ha attirato (Gio 6:44), liberandolo dalla prigione e portandolo alla luce di Cristo! 
-----Appena mi sarà possibile scriverò un articolo sul vero battesimo. Richiedete l’opuscolo gratuito “Tutto sul vero battesimo”, scrivendo a: L’Albero della Vita – via Penna, 141 – 52028 Terranuova B.ni (AR). 


 
"Il Regno di Dio sulla terra"

Non c’e’ un mistero piu’ grande del Regno di Dio. Eppure, se si vuole credere alle Scritture, il Regno di Dio e’ trattato piu’ di ogni altro argomento. 
____Perche’ non si parla del Regno di Dio? O se ne parla in senso irreale, prefigurandolo come qualcosa di sospeso nell’aria? Le Scritture sono concrete quando parlano del Regno di Dio. Le dottrine umane lasciano sempre il vuoto dietro di se’; sono sempre oggetto di mille domande senza risposta. Le Scritture hanno la prerogativa di dimostrare la verita’ con gli avvenimenti o profezie. 
____Voglio cominciare proprio con un avvenimento che nessuno puo’ mettere in dubbio, Isaia 9:1-6: “Il popolo che camminava nelle tenebre, vede una gran luce; su quelli che abitavano il paese dell’ombra della morte, la luce risplende ... (v. 1)Poiche’  un fanciullo ci e’ nato, un figliolo ci e’ stato dato [fin qui il profeta ci ha narrato cio’ che e’ gia’ avvenuto (tutti possono aver capito che si tratta della nascita di Cristo); ora il profeta prosegue annunciando quello che Cristo sara’ alla sua seconda venuta], e l’imperio riposera’ sulle sue spalle; sara’ chiamato consigliere ammirabile, Dio potente, Padre eterno, Principe della pace, per dare incremento all’impero e una pace senza fine al trono di Davide e al suo regno, per stabilirlo fermamente e sostenerlo mediante il diritto e la giustizia, da ora in perpetuo: questo fara’ lo zelo dell’Eterno degli eserciti”. Questa seconda parte dovra’ concretizzarsi quando il Regno di Dio sara’ instaurato su questa terra, al ritorno di Cristo. Chi mette in dubbio la venuta di Cristo, dopo l’avveramento della prima parte della profezia di Isaia, e’ blasfemo e rinnega il Vangelo di Cristo. 
____Io non voglio impegnarmi a dimostrare che Cristo deve ritornare per governare il Regno di Dio sulla terra: lo fanno cosi’ bene le Scritture che’ metterlo in dubbio equivarrebbe ad essere blasfemi. Chi voglia identificare il Regno di Dio operante dal cielo ha semplicemente annullato le Scritture. E’ opportuno citare ancora una scrittura intorno alla venuta di Cristo per governare il Regno di Dio sulla terra. 
____Ecco l’annuncio dell’angelo Gabriele: “Ed ecco tu concepirai nel seno e partorirai un figliolo e gli porrai nome Gesu’. Questi sara’ grande e sara’ chiamato Figliolo dell’Altissimo, e il Signore Iddio gli dara’ il trono di Davide, suo padre, ed egli regnera’ sulla casa di Giacobbe in eterno, e il suo regno non avra’ mai fine” (Luca 1:31-33). 
____Il Regno di Davide dovra’ essere restaurato; sia Isaia sia Luca dicono che Cristo governera’ il trono di Davide, ovviamente su questa terra. Nella citazione di Isaia ci viene detto che sara’ “Principe della pace”, che portera’ “una pace senza fine”, che governera’ “mediante il diritto e la giustizia”, “in perpetuo”. Un annuncio siffatto dovrebbe entusiasmare, questo si’,  avere un seguito di miliardi di persone; invece non se ne parla proprio. Perche’? Chi governa questo mondo e’ “il principe della potesta’ dell’aria” (Efe 2:2) il quale non ha interesse a far conoscere il Regno di Dio che dovra’ distruggerlo. E Paolo aggiunge ancora: “E se il nostro Vangelo e’ ancora velato, e’ velato per quelli che sono sulla via della perdizione, per gli increduli, dei quali l’iddio di questo secolo ha accecato le menti, affinche’ la luce dell’evangelo della gloria di Cristo, che e’ l’immagine di Dio, non risplenda loro” (2 Cor 4:3-4). 
____Vangelo significa “buona notizia”; Cristo e’ il messaggero della buona notizia. Quindi predicare il Vangelo non significa predicare Cristo, ma predicare il messaggio di Cristo, cioe’ la buona notizia che equivale al Regno di Dio fatto di pace e di giustizia. E quanto ne ha bisogno questo mondo! 
____Molto spesso si sente parlare di Cristo riguardo quello che ha fatto durante i suoi giorni. Questo parlare di Cristo convince che questo sia il vangelo, invece Cristo porto’ il messaggio profetico che annuncio’ all’umanita’. C’e’ un esplicito insegnamento che Cristo non amava far sapere le sue attivita’ come e’ dimostrato in Mat 8:4 e 16:20. Dobbiamo accettare Cristo come Salvatore e tributargli tutto l’onore e la gloria  che gli spettano, ma dobbiamo credere al messaggio che ci ha portato. Dobbiamo credere che, morendo, Cristo ha saldato il conto dei peccati dell’umanita’. A poco sarebbe servito se nel Piano di Dio non fosse previsto il governo diretto di Dio con la venuta di Cristo e l’instaurazione del Regno di Dio. 
____L’annuncio del Regno di Dio (Mar 1:14-15) costo’ a Cristo la crocifissione. Oggi non e’ cambiato il modo di pensare riguardo al Regno di Dio. Quei pochi che parlano e credono al Regno di Dio sono derisi e vengono additati dispregiativamente e classificati tra gli eretici, nonostante che l’Apocalisse dica esplicitamente: “Poi vidi dei troni; e a coloro che vi si sedettero fu dato il potere di giudicare ... Ed essi tornarono in vita, e regnarono con Cristo mille anni. Il rimanente dei morti non torno’ in vita prima che fossero compiuti i mille anni. Questa e’ la prima risurrezione. Beato e santo e’ colui che partecipa alla prima risurrezione. Su loro non ha potesta’ la morte seconda ma saranno sacerdoti di Dio e di Cristo e regneranno con lui quei mille anni” (Apo 20:4-6); cft anche 1 Cor 15:50-55; 1 Tes 4:14-17. 
____Badate che il libro dell’Apocalisse si apre con questa dichiarazione: “La rivelazione di Gesu’ Cristo, che Dio gli ha data per mostrare ai suoi servitori le cose che devono avvenire in breve; ed egli l’ha fatta conoscere mandandola per mezzo del suo angelo al suo servitore Giovanni, il quale ha attestato la Parola di Dio e la testimonianza di Gesu’ Cristo, tutto cio’ che egli ha veduto” (Apo 1:1-3). 
____Nonostante la rivelazione sia di Dio Padre, data per mezzo di Gesu’ Cristo, e Giovanni attesta di aver veduto tutto cio’, non viene dato credito: coloro che credono fermamente alla rivelazione di Dio vengono oggi derisi, non sappiamo quello che viene riservato loro in futuro. 
____Cristo non e’ venuto a salvare il mondo in questo tempo: prova ne e’ che da 2000 anni le cose sono andate sempre piu’ peggiorando; oggi siamo all’alba di una possibile guerra nucleare che potrebbe distruggere la terra e non soltanto la terra. Sappiamo, pero’, che non avverra’ per l’intervento di Cristo, e questa e’ una buona notizia: “Perche’ allora vi sara’ una grande afflizione; tale, che non vi e’ stata l’uguale dal principio del mondo fino ad ora, ne’ mai piu’ vi sara’. E se quei giorni non fossero stati abbreviati, nessuno scamperebbe; ma, a cagione degli eletti, quei giorni saranno abbreviati”(Mat 24:21-22). 
____La Parola di Dio non viene presa in seria considerazione, ma con troppa leggerezza. Eppure la Scrittura afferma che nessuna parola del Signore risulta priva di effetto: “E come la pioggia e la neve scendono dal cielo e non vi ritornano senz’aver innaffiata la terra, senz’averla fecondata e fatta germogliare si’ da dar seme al seminatore e pane da mangiare, cosi’ e’ della mia parola, uscita dalla mia bocca: essa non torna a me a vuoto, senz’aver compiuto quello ch’io voglio, e menato a buon fine cio’ per cui l’ho mandata” (Isa 55:10-11). 
____Questo e’ un bell’ammonimento per gli schernitori (2 Pie 3:3-7); ma tutto quello che e’ scritto nella Parola di Dio si avverera’, nonostante gli increduli, gli schernitori; oltre tutto la Scrittura non puo’ essere annullata (Gio 10:35). 
____Oggi si fa un gran parlare di evangelizzazione, ma il vangelo che viene spiegato non e’ il Vangelo di Cristo. 
1)  Gesu’ dice: “Io ed il Padre siamo uno” (Gio 10:30). Quindi due persone in una: invece sono diventate tre persone. Per dare credito alla dottrina della Trinita’ e’ stata modificata la Parola di Dio: “Poiche’ tre sono quelli che rendono testimonianza nel cielo: il Padre, la Parola e lo Spirito Santo; e questi tre sono una stessa cosa”, in luogo di: “Poiche’ tre sono quelli che rendono testimonianza: lo Spirito, l’acqua ed il sangue, ed i tre sono concordi” (1 Gio 5:8): ogni commento e’ superfluo. 
2)  Gesu’ dice: “Non pensate ch’io sia venuto per abolire la Legge od i profeti; io sono venuto non per abolire ma per compiere” (Mat 5:17): invece ci dicono che la Legge e’ stata inchiodata sulla croce. 
3)  Gesu’ dice: “E non chiamate alcuno sulla terra vostro padre perche’ uno solo e’ il Padre vostro, quello che e’ nei cieli” (Mat 23:9): e sono sorti tanti ‘padri’. 
Tralascio il Vecchio Testamento, altrimenti la lista diventerebbe tanto lunga da non poterla contenere. Prendo in considerazione solo il Decalogo. 
4)  Cristo dice: “Io sono l’Eterno, l’Iddio tuo, che ti ho tratto dal paese d’Egitto, dalla casa di servitu’. Non avere altri dii nel mio cospetto” (Eso 20:2-3): invece nel cospetto di Dio sono stati messi tantissimi idoli.
5)  Cristo dice: “Non ti fare scultura alcuna ne’ immagine alcuna delle cose che sono lassu’ nei cieli o quaggiu’ sulla terra o nelle acque sotto la terra; non ti prostrare dinanzi a tali cose e non servir loro ...” (Eso 20:4-6): invece le immagini e le sculture sono diventate come la rena del mare, alle quali viene tributato un culto assiduo;  questo secondo Comandamento e’  stato stralciato, e di fatto i Comandamenti sono rimasti nove, per la religione del culto dei santi. 
6)  Cristo dice: “Ricordati del giorno del riposo [Sabato] per santificarlo. Lavora sei giorni e fai in essi ogni opera tua, ma il settimo e’ giorno di riposo, sacro all’Eterno, che e’ l’Iddio tuo ...” (Eso 20:8-11): invece il Sabato e’ stato abolito e sostituito da un giorno pagano. 
7)  Gesu’ dice: “Poiche’, come Giona stette nel ventre del pesce tre giorni e tre notti, cosi’ stara’ il Figliolo dell’uomo nel cuore della terra tre giorni e tre notti” (Mat 12:40): invece, secondo la tradizione degli uomini, Gesu’ rimase nel sepolcro la meta’ di quel tempo; in questo modo Gesu’ e’ stato considerato incapace di mantenere il suo ‘segno’; e’ molto grave non aver creduto a Cristo, ed Egli ha fatto tante altre promesse. I Vangeli dimostrano che Gesu’ non e’ stato crocifisso di venerdi’, ne e’ risorto di domenica. Cristo aveva dato un ‘segno’ (Mat 12:38-40) agli scribi ed ai Farisei: se avesse mancato di rimanere sia pure solo un po’ di tempo in meno o in piu’ nel sepolcro, Egli non avrebbe dimostrato di essere il Messia. Sappiamo dalla cronaca scritturale che Giuseppe d’Arimatea mise il corpo di Gesu’ nel sepolcro al tramonto: quindi “tre giorni e tre notti” dopo ci portano ad un altro tramonto. La testimonianza dell’angelo ci dice che all’alba di domenica era gia’ risorto; per poter risorgere di domenica avrebbe dovuto risorgere al tramonto, mentre all’alba era gia’ risorto. 
____Questo e’ il vangelo con il quale si vorrebbe evangelizzare: meglio non farlo! Meglio tacere perche’ non e’ il Vangelo di Cristo! 
 



ARTICOLI TRATTI DAL CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA

http://www.vatican.va/archive/catechism_it/index_it.htm

III. Il peccato originale
La prova della libertà
396 Dio ha creato l'uomo a sua immagine e l'ha costituito nella sua amicizia. Creatura spirituale, l'uomo non può vivere questa amicizia che come libera sottomissione a Dio. Questo è il significato del divieto fatto all'uomo di mangiare dell'albero della conoscenza del bene e del male, « perché, quando tu ne mangiassi, certamente moriresti » (Gn 2,17). « L'albero della conoscenza del bene e del male » (Gn 2,17) evoca simbolicamente il limite invalicabile che l'uomo, in quanto creatura, deve liberamente riconoscere e con fiducia rispettare. L'uomo dipende dal Creatore, è sottomesso alle leggi della creazione e alle norme morali che regolano l'uso della libertà.

Il primo peccato dell'uomo
397 L'uomo, tentato dal diavolo, ha lasciato spegnere nel suo cuore la fiducia nei confronti del suo Creatore e, abusando della propria libertà, ha disobbedito al comandamento di Dio. In ciò è consistito il primo peccato dell'uomo. In seguito, ogni peccato sarà una disobbedienza a Dio e una mancanza di fiducia nella sua bontà.

398 Con questo peccato, l'uomo ha preferito se stesso a Dio, e, perciò, ha disprezzato Dio: ha fatto la scelta di se stesso contro Dio, contro le esigenze della propria condizione di creatura e conseguentemente contro il suo proprio bene. Costituito in uno stato di santità, l'uomo era destinato ad essere pienamente « divinizzato » da Dio nella gloria. Sedotto dal diavolo, ha voluto diventare « come Dio » (Gn 3,5), ma « senza Dio e anteponendosi a Dio, non secondo Dio ».

399 La Scrittura mostra le conseguenze drammatiche di questa prima disobbedienza. Adamo ed Eva perdono immediatamente la grazia della santità originale. Hanno paura di quel Dio di cui si sono fatti una falsa immagine, quella cioè di un Dio geloso delle proprie prerogative.

400 L'armonia nella quale essi erano posti, grazie alla giustizia originale, è distrutta; la padronanza delle facoltà spirituali dell'anima sul corpo è infranta; l'unione dell'uomo e della donna è sottoposta a tensioni; i loro rapporti saranno segnati dalla concupiscenza e dalla tendenza all'asservimento. L'armonia con la creazione è spezzata: la creazione visibile è diventata aliena e ostile all'uomo. 525 A causa dell'uomo, la creazione è soggetta alla schiavitù della corruzione. Infine, la conseguenza esplicitamente annunziata nell'ipotesi della disobbedienza si realizzerà: l'uomo tornerà in polvere, quella polvere dalla quale è stato tratto. La morte entra nella storia dell'umanità.

401 Dopo questo primo peccato, il mondo è inondato da una vera « invasione » del peccato: il fratricidio commesso da Caino contro Abele; la corruzione universale quale conseguenza del peccato; nella storia d'Israele, il peccato si manifesta frequentemente soprattutto come infedeltà al Dio dell'Alleanza e come trasgressione della Legge di Mosè; anche dopo la redenzione di Cristo, fra i cristiani, il peccato si manifesta in svariati modi. La Scrittura e la Tradizione della Chiesa richiamano continuamente la presenza e l'universalità del peccato nella storia dell'uomo:
« Quel che ci viene manifestato dalla rivelazione divina concorda con la stessa esperienza. Infatti, se l'uomo guarda dentro al suo cuore, si scopre anche inclinato al male e immerso in tante miserie che non possono certo derivare dal Creatore che è buono. Spesso, rifiutando di riconoscere Dio quale suo principio, l'uomo ha infranto il debito ordine in rapporto al suo ultimo fine, e al tempo stesso tutto il suo orientamento sia verso se stesso, sia verso gli altri uomini e verso tutte le cose create ».

Conseguenze del peccato di Adamo per l'umanità
402 Tutti gli uomini sono coinvolti nel peccato di Adamo. San Paolo lo afferma: « Per la disobbedienza di uno solo, tutti sono stati costituiti peccatori » (Rm 5,19); « Come a causa di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo e con il peccato la morte, così anche la morte ha raggiunto tutti gli uomini, perché tutti hanno peccato... » (Rm 5,12). All'universalità del peccato e della morte l'Apostolo contrappone l'universalità della salvezza in Cristo: « Come dunque per la colpa di uno solo si è riversata su tutti gli uomini la condanna, così anche per l'opera di giustizia di uno solo si riversa su tutti gli uomini la giustificazione che dà vita » (Rm 5,18).

403 Sulle orme di san Paolo la Chiesa ha sempre insegnato che l'immensa miseria che opprime gli uomini, la loro inclinazione al male e l'ineluttabilità della morte non si possono comprendere senza il loro legame con la colpa di Adamo e prescindendo dal fatto che egli ci ha trasmesso un peccato dal quale tutti nasciamo contaminati e che è « morte dell'anima ». Per questa certezza di fede, la Chiesa amministra il Battesimo per la remissione dei peccati anche ai bambini che non hanno commesso peccati personali.

404 In che modo il peccato di Adamo è diventato il peccato di tutti i suoi discendenti? Tutto il genere umano è in Adamo « sicut unum corpus unius hominis – come un unico corpo di un unico uomo ». Per questa « unità del genere umano » tutti gli uomini sono coinvolti nel peccato di Adamo, così come tutti sono coinvolti nella giustizia di Cristo. Tuttavia, la trasmissione del peccato originale è un mistero che non possiamo comprendere appieno. Sappiamo però dalla Rivelazione che Adamo aveva ricevuto la santità e la giustizia originali non soltanto per sé, ma per tutto il genere umano: cedendo al tentatore, Adamo ed Eva commettono un peccato personale, ma questo peccato intacca la natura umana, che essi trasmettono in una condizione decaduta. Si tratta di un peccato che sarà trasmesso per propagazione a tutta l'umanità, cioè con la trasmissione di una natura umana privata della santità e della giustizia originali. Per questo il peccato originale è chiamato « peccato » in modo analogico: è un peccato « contratto » e non « commesso », uno stato e non un atto.

405 Il peccato originale, sebbene proprio a ciascuno, in nessun discendente di Adamo ha un carattere di colpa personale. Consiste nella privazione della santità e della giustizia originali, ma la natura umana non è interamente corrotta: è ferita nelle sue proprie forze naturali, sottoposta all'ignoranza, alla sofferenza e al potere della morte, e inclinata al peccato (questa inclinazione al male è chiamata « concupiscenza »). Il Battesimo, donando la vita della grazia di Cristo, cancella il peccato originale e volge di nuovo l'uomo verso Dio; le conseguenze di tale peccato sulla natura indebolita e incline al male rimangono nell'uomo e lo provocano al combattimento spirituale.

406 La dottrina della Chiesa sulla trasmissione del peccato originale è andata precisandosi soprattutto nel V secolo, in particolare sotto la spinta della riflessione di sant'Agostino contro il pelagianesimo, e nel XVI secolo, in opposizione alla Riforma protestante. Pelagio riteneva che l'uomo, con la forza naturale della sua libera volontà, senza l'aiuto necessario della grazia di Dio, potesse condurre una vita moralmente buona; in tal modo riduceva l'influenza della colpa di Adamo a quella di un cattivo esempio. Al contrario, i primi riformatori protestanti insegnavano che l'uomo era radicalmente pervertito e la sua libertà annullata dal peccato delle origini; identificavano il peccato ereditato da ogni uomo con l'inclinazione al male (« concupiscentia »), che sarebbe invincibile. La Chiesa si è pronunciata sul senso del dato rivelato concernente il peccato originale soprattutto nel II Concilio di Orange nel 529 e nel Concilio di Trento nel 1546.

Un duro combattimento
407 La dottrina sul peccato originale – connessa strettamente con quella della redenzione operata da Cristo – offre uno sguardo di lucido discernimento sulla situazione dell'uomo e del suo agire nel mondo. In conseguenza del peccato dei progenitori, il diavolo ha acquisito un certo dominio sull'uomo, benché questi rimanga libero. Il peccato originale comporta « la schiavitù sotto il dominio di colui che della morte ha il potere, cioè il diavolo ». Ignorare che l'uomo ha una natura ferita, incline al male, è causa di gravi errori nel campo dell'educazione, della politica, dell'azione sociale e dei costumi.

408 Le conseguenze del peccato originale e di tutti i peccati personali degli uomini conferiscono al mondo nel suo insieme una condizione peccaminosa, che può essere definita con l'espressione di san Giovanni: « il peccato del mondo » (Gv 1,29). Con questa espressione viene anche significata l'influenza negativa esercitata sulle persone dalle situazioni comunitarie e dalle strutture sociali che sono frutto dei peccati degli uomini.

409 La drammatica condizione del mondo che « giace » tutto « sotto il potere del maligno » (1 Gv 5,19) fa della vita dell'uomo una lotta:
« Tutta intera la storia umana è infatti pervasa da una lotta tremenda contro le potenze delle tenebre; lotta incominciata fin dall'origine del mondo, che durerà, come dice il Signore, fino all'ultimo giorno. Inserito in questa battaglia, l'uomo deve combattere senza soste per poter restare unito al bene, né può conseguire la sua interiore unità se non a prezzo di grandi fatiche, con l'aiuto della grazia di Dio ».
 


 
 
 



Inizio Dibattito

-1-Giampaolo => Ferullo (22/01/2001)
Salve,
mi chiamo Giampaolo, più che un quesito ho una riflessione da porvi. Sono sicuro che sarete così cortesi da rispondermi.

Guido un gruppo biblico di ispirazione cattolica. Girando tra i siti “biblici” mi sono imbattuto nel vostro. Con tutto il rispetto, mi chiedo come sia possibile divulgare tante menzogne da persone che sinceramente, almeno credo, professano di basare la propria fede, il proprio culto e la propria vita sulla Bibbia e sugli insegnamenti Di Gesù Cristo.
Tra gli altri articoli ho letto quello inerente il peccato originale. Mi spiace vedere come cerchiate di combattere una “dottrina” che in realtà neanche conoscete. Voglio dire, non solo non ne conoscete le motivazioni, ma neanche l’enunciato della dottrina stessa.

In realtà si parla di peccato originale originante, riferendoci al peccato di Adamo ed Eva. Dunque non solo originale, in quanto primo peccato “umano” (non in assoluto), ma anche originante. Di fatto, la ribellione a Dio di Adamo ed Eva ha provocato una sorta di metamorfosi spirituale, tale che lo spirito umano è divenuto succube della parte mentale e corporea dell’uomo, al punto che non è in grado come un tempo di comunicare efficacemente con Dio e con ogni realtà spirituale. Voglio dire: non che non ne sia in grado, ma lo è meno. Il peccato originale “non ricade” semplicemente sui figli, così come avete scritto, ma si trasmette come debolezza spirituale. Evidentemente siete rimasti alla visione legalistica della Parola di Dio, quella dei farisei, quella combattuta da Gesù e da s. Paolo: non è la lettera che salva. Secondo la visione legalistica, il peccato è soltanto una trasgressione di una norma. In tal senso è evidente che i bambini neonati non hanno bisogno di alcun battesimo, perché personalmente non hanno commesso alcun peccato. Tuttavia portano il peccato in sé, peccato che gli deriva non tanto da ciò che hanno commesso i loro genitori, ma dal fatto di nascere come essere umani, inseriti in una comunità umana, che accanto ai doni naturali e genetici, trasmette ai propri figli anche “geni spirituali”.

Come nessuno di noi può mutare il proprio patrimonio genetico corporeo semplicemente con le proprie azioni, così avviene per la parte spirituale.
Gesù stesso attesta che portiamo in noi i segni del peccato originale. Come si spiegano le parole di Gesù sulla via larga e la via stretta?
 “Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che entrano per essa” (Mt 7,13).

Perché la strada per la perdizione è larga? Perché evidentemente è più facile peccare che seguire i principi di Dio. Perché è più facile peccare? Perché portiamo in noi i segni del peccato originale, abbiamo cioè in noi una debolezza spirituale naturale che solo Gesù può correggere.

Il peccato non è solo disubbidienza, non è solo trasgressione di un comandamento è il rifiuto dell’Amore di Dio, quell’amore che ci trasforma e ci rende figli della luce.
Avete letto la lettera di Paolo ai Romani? Se l’aveste letta vi sareste resi conto dell’infondatezza delle vostre dottrine:
 

  1. Paolo distingue “i peccati” da “il peccato”. Evidentemente non li metteva sullo stesso piano.  Dal capitolo 1 si osserva come in effetti tali peccati (al plurale) siano originati da un peccato (al singolare): l’empietà (Rm 1,18). La lista di peccati che Paolo presenta non ne sono altro che una conseguenza.
  2. Dove si trova tale peccato? Quando l’ha commesso l’uomo? Empietà significa essere pieni di sé. Prima di essere una categoria morale è una categoria ongologica, non si rivolge a ciò che l’uomo fa, ma a ciò che l’uomo è. Il peccato è nella stessa struttura dell’uomo come attestano le parole (“Similmente, come per la disobbedienza di uno solo tutti sono stati costituiti peccatori, così anche per l'obbedienza di uno solo tutti saranno costituiti giusti” – Rm 5,19). Ora quando si dice “costituiti” significa nella propria costituzione, quindi nel proprio essere, come si dice “sono di costituzione robusta…”. Dunque sono costituito peccatore, nelle mie membra abita il peccatO (Rm 7,17) . Nelle mie membra esiste dunque il peccato. Non si tratta cioè di che cosa faccio, ma di come sono. E la Bibbia mi dice che sono peccatore.
  3. Sono peccatore perché pecco? Certamente anche per questo. Ma ciò che fa di me un peccatore “a priori” indipendentemente da ciò che faccio è il fatto di essere inserito In Adamo. Infatti Rm 5,19 dice che per la “disobbedienza di uno solo tutti sono stati costituiti peccatori”. Chi è quest’uno? Leggendo il capitolo interamente si capisce che Paolo si riferisce ad Adamo (e non a Satana come avete superficialmente ipotizzato). Quindi  il peccato di Adamo non solo è stato il primo, l’originale, ma anche originante: ci ha resi cioè peccatori.
  4. Cosa significa essere peccatori? Siamo in grado soltanto di commettere peccati? Paolo parla di “legge del peccato”. Ora la legge del peccato è da intendersi in maniera simile alla legge gravitazionale. Non si tratta di una legge come norma, ma di legge come stato di cose. La legge gravitazionale non sancisce che i corpi si attraggono, come se “debba” essere così, come accade nelle comuni leggi (codice civile). Al contrario stabilisce, da risultati sperimentali, che esiste attrazione tra i corpi, e la modalità con cui avviene tale attrazione è espressa da una determinata formula matematica. Non impone come dovrebbe essere, ma come é.

  5. Ciò non significa che i corpi devono necessariamente raggiungersi: esiste attrazione, ma se per qualche motivo qualcosa impedisce loro di raggiungersi i corpi non si congiungono. Sfruttando alcuni principi si riesce a non far cadere un aereo, nonostante che esista la forza gravitazionale che lo farebbe cadere.
    Allo stesso modo, la legge del peccato è una legge che “tende” a farci peccare, siamo più portati verso la strada larga che verso la strada stretta. Non siamo obbligati a prendere la strada larga, non siamo obbligati cioè a peccare, ma con la nostra razionalità possiamo cercare di barcamenarci per non peccare (come per l’aereo). Tuttavia una minima distrazione ci fa inevitabilmente peccare. Se le cose stanno così, questo è un vero e proprio stato di schiavitù. Guarda caso, Paolo nel capitolo 6 della lettera ai Romani parla proprio di schiavitù del peccato.


La Bibbia è chiara:
Romani 5:17: Infatti se per la caduta di uno solo la morte ha regnato a causa di quel solo uomo, molto di più quelli che ricevono l'abbondanza della grazia e del dono della giustizia regneranno nella vita per mezzo del solo Gesù Cristo.
Romani 5:18: Come dunque per la colpa di uno solo si è riversata su tutti gli uomini la condanna, così anche per l'opera di giustizia di uno solo si riversa su tutti gli uomini la giustificazione che dà vita.
Romani 5:19: Similmente, come per la disobbedienza di uno solo tutti sono stati costituiti peccatori, così anche per l'obbedienza di uno solo tutti saranno costituiti giusti.

Ma avete mai letto la lettera ai Romani? Che diciamo del Vangelo? Il battesimo è solo adesione dell’uomo a una dottrina, a una religione? O è piuttosto liberazione dalla schiavitù del peccato, peccato che portiamo in noi per il fatto di essere in Adamo?

Romani 6:4: Per mezzo del battesimo siamo dunque stati sepolti insieme a lui nella morte, perché come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova.
Romani 6:5: Se infatti siamo stati completamente uniti a lui con una morte simile alla sua, lo saremo anche con la sua risurrezione.
Romani 6:6: Sappiamo bene che il nostro uomo vecchio è stato crocifisso con lui, perché fosse distrutto il corpo del peccato, e noi non fossimo più schiavi del peccato.
Romani 6:7: Infatti chi è morto, è ormai libero dal peccato.

Dobbiamo morire per rinascere a vita nuova (“In verità, in verità vi dico: se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto” – Gv 12,24).

Il battesimo si presenta quindi, prima di tutto come DONO DI DIO all’uomo. Dio ci inserisce nella morte di Cristo, è come se noi stessi, il nostro Vecchio Uomo, quello peccatore, fosse crocifisso in Cristo. E’ forse per i miei meriti che sono crocifisso in Cristo? E’ forse per le mie opere che riesco a liberarmi dalla legge del peccato e della morte? O è forse dono di Dio?
Che cosa mettete dunque al centro? La salvezza viene dalle opere dell’uomo o la si accetta come dono di Dio? Paolo è chiaro:
Efesini 2:8: Per grazia infatti siete salvi mediante la fede; e ciò non viene da voi, ma è dono di Dio;
Efesini 2:9: né viene dalle opere, perché nessuno possa vantarsene.

La salvezza, il dono della Vita Eterna, il dono di una vita nuova in Cristo ci è donata da Dio. Dobbiamo crederci, crederci fino in fondo, appropriarci per fede di questa Verità e accettarla. Il battesimo è dono di Dio, PRIMA di essere decisione dell’uomo.
Per questo la Chiesa Cattolica acconsente che i bambini neonati, che non hanno commesso alcun peccato personale, possano ricevere il battesimo, dono di Dio per rinascere a vita nuova e perché venga distrutto in loro il Corpo del Peccato del quale non hanno colpa, ma che ritrovano nei propri “geni spirituali” perché sono stati costituiti peccatori.
La Chiesa acconsente tale battesimo perché è dono di Dio. Successivamente ogni battezzato dovrà esprimere la propria fede personale, la propria adesione (Romani 10:9 Poiché se confesserai con la tua bocca che Gesù è il Signore, e crederai con il tuo cuore che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvo).

In realtà non è scritto da nessuna parte che solo gli adulti devono essere battezzati. Perché volete modificare la Parola di Dio? In quanto al ravvedimento degli adulti, che riducete al solo battesimo, quasi che ci si debba ravvedere una volta sola, direi che il cristiano dovrebbe ravvedersi e “convertire” la propria vita più spesso al Signore della Vita. Forse voi vi sentite salvati e perfetti e immuni dal peccato, dagli errori, per il solo fatto di esservi battezzati?

In conclusione ho 2 consigli da darvi:
1. Leggete la Bibbia, leggetela bene, leggetela in toto, leggetela alla luce dello Spirito, pregando e non facendole dire ciò che voi volete (sapete di incorrere nell’anatema di Ap 22,18-19 o pensate che ciò valga solo per Apocalisse, ma che degli altri libri se ne possa fare ciò che più ci piace?).
2. Quando “attaccate” dottrine e pensieri che secondo voi non rientrano nell’insegnamento di Cristo, almeno abbiate l’umiltà e la pazienza di informarvi con esattezza sul contenuto e le motivazioni reali.
 
 

Giampaolo
 
 
 

-2- Ferullo => Giampaolo 23/01/2001

Sig. Giampaolo,
rispondo alle sue argomentazioni sul "peccato originale". Avrebbe dovuto essere più prudente nel definire menzogne le Parole di Dio, che ha letto nell'articolo. Io ho basato le mie argomentazioni sulla Bibbia, lei basa le sue sui dogmi: non crede che la differenza è abissale? Poi formula giudizi poco lusinghieri su persone che neppure conosce, non sa chi sono e quello che sono. E' il vezzo del Cattolicesimo: avversare chiunque non è d'accordo.

Le voglio ancora dire qualche cosa riguardo il "peccato originale", escludendo "l'enunciato della dottrina stessa", perché per me non ha alcun valore. Quindi dovrei credere che Gesù è stato macchiato dal "peccato originale". Un giorno Gesù ebbe a dire: "...Lasciate i piccoli fanciulli e non vietate loro di venire a me, perché di tali è il regno dei cieli" (Mt 19:14). Che mi dice: forse Gesù non sapeva che su quei fanciulli gravava l'ostacolo del "peccato originale" e non sapeva che non avevano ricevuto il battesimo del Cattolicesimo. Ciò dimostra quanto sono risibili i dogmi cattolici.

Lei domanda se abbiamo letto la Lettera ai Romani e poi ha voluto dare una sua lezione teologica. Su una cosa siamo d'accordo e cioè che nessuna opera dell'uomo può salvare se non il sangue di Cristo. Ma questo non deve portare a credere che non occorra ubbidire alla Legge di Dio (Rm 3:31; Gc 2:14-26), cioè la Legge non è stata inchiodata sulla Croce.

Non posso trattare tutti i punti della sua lettera; devo dirle che non ha capito il pensiero di Paolo, tuttavia è difficile comprenderlo, come Pietro stesso afferma (2 Pt 3:16).

Desidero rispondere, invece, agli ultimi 2 capoversi: nel primo ci accusa di voler modificare la Parola di Dio. E' un'accusa inaccettabile da parte di chi ha scritto un voluminoso libro, il Catechismo, modificando e facendo dire alla Bibbia cose inaudite e contrarie alla teologia. Quanto al fatto che non è scritto da nessuna parte che solo gli adulti possono essere battezzati, lei dimostra (la Chiesa C.) che non ha capito il valore del battesimo. Gesù lo spiegò a Nicodemo, ma questi (adulto) non comprese. Gesù lo mostrò facendosi battezzare, immergendosi nel fiume Giordano; un po' diverso da 3 gocce d'acqua sul capo di un neonato. Gli Apostoli battezzavano soltanto gli adulti. E lei viene a dire che non c'è scritto il battesimo degli adulti, ma sicuramente non c'è scritto il battesimo dei neonati.

Quanto alla conversione non può essere come dice lei: questo è un punto molto importante e molto difficile a capirsi. Il fedele non si può convertire più di una volta, può peccare, è possibile, ma il perdono di Dio può essere richiesto. Ha presente il peccato del re Davide, come egli implorò il perdono di Dio? e l'ottenne, sia pure con una penale, ma non fu una conversione. Questa questione è molto importante: per ora le posso segnalare alcune scritture, se vorrà approfondire può riscrivermi e ne parleremo, si legga: Mt 12:30-32; Eb 6:4-6; 10:26-27.

Per quanto riguarda il secondo capoverso, i 2 consigli:

  1. stia certo che la Bibbia l'abbiamo letta tutta e bene e per noi ogni Parola di Dio ha un valore inestimabile e non può essere annullata (Gv 10:35; Lc 16:17); detto questo devo rivoltare contro la sua chiesa la citazione Ap 22:18-19: al n. 676 del Catechismo c'è il rigetto della rivelazione di Dio, avendola definita 'falsa' e perfino 'perversa'. La citazione dice che se "alcuno toglie qualche cosa", ma la Chiesa C. ha cancellato l'intero libro che riguarda il glorioso ritorno di Cristo. Se non ci fosse questa speranza, il mondo intero avrebbe un triste avvenire. Non credere al ritorno di Cristo significa annullare il suo messaggio e quello di tutti i profeti. E lei ci viene a dire di leggere la Bibbia! Bisogna veramente essere caritatevoli per non reagire a certe provocazioni prive di buonsenso.

  2.  
  3. Per quanto riguarda il secondo punto, la critica alle dottrine è una conseguenza perché il Cattolicesimo è andato oltre ogni misura, annullando la Parola di Dio. Gesù ha detto: "Adora il Signore Iddio tuo, e a Lui solo rendi il tuo culto" (Lc 4:8) e i due primi comandamenti del Decalogo (Es 20:2-6) sono stati violati con inganno. Purtroppo la gente non se ne rende conto. Lei ha citato Rm 1:18, se fosse sceso fino al v. 25 si sarebbe reso conto che la Chiesa C. commette tutti i giorni certi misfatti, mutando "la verità di Dio in menzogne".
Termino dandole un consiglio: non adotti più quel metodo dell'insulto perché non è cristiano (Mt 5:22); non è con questi metodi che si dimostra le proprie ragioni. La Bibbia è la 'voce' di Dio, è con le sue dottrine che bisogna fare i conti. Può ancora scrivermi, se crede che possa esserle utile.

Cordiali saluti.
Ferullo
 
 

-3- Giampaolo => Ferullo (24/01/2001)

Egr. Sig. Ferullo,
ho letto attentamente la sua lettera e la ringrazio per avermi risposto.
Sono spiacente che abbia preso le mie parole come un insulto personale Ciò non rientrava nelle mie intenzioni.
Al contrario vedo che avete prestato molta attenzione alle mie parole, specialmente per quanto riguarda la mia appartenenza religiosa e avete impostato l'intera lettera sul fatto che sono cattolico. Mi chiedo che cosa mi avreste risposto in caso contrario. Sono un po' deluso, per dire la verità, che abbiate impostato l'intera lettera sul fatto che io sono cattolico. Piuttosto che
argomentare le mie osservazioni avete preso lo spunto per attaccare la Chiesa Cattolica. Mi è parso un po' scontato e sapevo che sarei incorso in questo rischio dicendovi di essere cattolico.

Quindi rigettate le mie osservazioni, ad esempio quella sulle "menzogne". Evidentemente mi riferivo alle vostre opinabili interpretazioni della Parola di Dio, per la quale non solo ho il massimo rispetto, ma viene per me prima di ogni altra cosa, perchè attraverso la Parola conosco Gesù, mio Salvatore, posso giungere alla gioia perfetta (1 Gv 1,4).

Per quanto riguarda il peccato originale ci tengo ancora a precisare che per quanto dolci e carini possano essere i bambini anch'essi, per quanto sconvolgente, portano impresso il peccato originale, ossia una debolezza spirituale che fa loro scegliere più facilmente il proprio tornaconto piuttosto che l'altro.

Non so quanto lei sia stato in mezzo ai bambini... forse avrà notato che non sempre sono così dolci e ingenui come si crede, non sono sempre così altruisti...

Quando Gesù si riferisce ai bambini come modello per il Regno dei Cieli si riferisce evidentemente alla loro condizione di completa dipendenza dai genitori, alla loro semplicità e immediatezza. Così dovremmo essere anche noi nei confronti di Dio: fidarci e affidarci completamente a Lui, essere semplici (perchè non è nella cultura e nella sapienza umana che abbiamo la salvezza 1 Cor
1,26-27), immediatezza perchè Gesù vuole che prendiamo una decisione e decisioni concrete, senza rimanere in eterna attesa.

Quando si parla di bambini non si chiede che l'uomo rimanga un immaturo, anzi s.Paolo invita i credenti a "crescere nella fede", a non rimanere neonati ("Io, fratelli, sinora non ho potuto parlare a voi come a uomini spirituali, ma come ad esseri carnali, come a neonati in Cristo") forse voleva contraddire Gesù? No, evidentemete, quando si parla di bambini, si prende spunto da una loro
caratteristica o da un'altra.

Per ciò che riguarda il battesimo degli adulti è evidente che al tempo degli apostoli, nel momento in cui fu scritto il libro Atti degli Apostoli, non esistevano molte famiglie cristiane che potevano dare alla luce figli e battezzarli. La stragrande maggioranza dei cristiani veniva battezzata da adulto. Il motivo è valido. Per molto tempo anche nella Chiesa è rimasta la prassi della preparazione dei catecumeni a ricevere il battesimo.

Ripeto che la prassi del battesimo dei bambini non risale al tempo degli apostoli, ma è successiva ed è giustificabile con il fatto che il battesimo è prima di tutto dono di Dio, prima di essere scelta umana. É vero tuttavia che perchè tale battesimo abbia piena efficacia nella vita di ciascuno, ciascuno deve successivamente acquisire conoscenza e consapevolezza e fare una scelta
personale di adesione a Cristo. Senza tale scelta il battesimo rimane un dono non utilizzato.

Tuttavia non è scritto il divieto di battezzare bambini e il fatto che all'epoca degli apostoli fossero battezzati adulti è un fatto evidentemente storico, piuttosto che dottrinale.

In ogni caso, è vero non c'è scritto il battesimo di neonati. Di fatto la Chiesa Cattolica non battezza solo neonati, bensì in qualsiasi età. Piuttosto voi mettete limiti al dono di Dio, negando a Dio di poter dare il SUO battesimo (non quello della Chiesa che ne è solo amministratrice) alle persone.

Per quanto riguarda la conversione, interssante il suo commento e direi che sostanzialmente possiamo essere in accordo, voglio dire che c'è solo un problema di accezione delle parole. Ad essere precisi la sua interpretazione è quella corretta. Di conversione ne esiste solo UNA. Quando ho parlato di "più conversioni" si trattava di "conversioni" con la "c" minuscola. Si trattava di
tornare semplicemente a Dio, è in sostanza il pentimento per l'allontanamento, la riparazione (se possibile) del danno, e il ritorno nella Casa del Padre. A volte la chiamo "conversione" impropriamente nel senso che conversione viene da
convergere, cioè allinearsi. Quando pecchiamo divergiamo da Dio, dalla sua Legge, dai suoi Desideri. In un certo senso divergiamo anche da noi stessi, non siamo più quei "figli della luce" di cui parla Paolo. Quindi, se peccare è divergere, tornare a Dio è convergere. Si può convergere anche quando siamo sulla sua strada, ma non "possediamo" Dio, quando abbiamo ancora molto da camminare, perchè, nessuno di noi è un "arrivato". Quindi dobbiamo ulteriormente convergere, che significa progredire nella nostra maturità personale, nel nostro rapporto con Dio, gli altri e se stessi, progredire nella conoscenza delle Scritture.
In questo e ripeto solo in questo senso si può parlare di più conversioni. Ma nel senso comune, quello anche riportato dalla Bibbia quando parla di conversione, ne esiste una sola quella definitiva in cui si accetta e si riconosce Gesù come proprio Salvatore e Signore.

Come detto all'inizio, mi spiace che abbiate impostato tutta o quasi la sua lettera sulla critica al Cattolicesimo. Personalmente non mi faccio paladino della mia chisa, so quanti errori e gravi sono stati commessi nella storia. Non volevo che la mia lettera fosse lo scontro tra la mia Chiesa e il suo gruppo aconfessionale. Se la Chiesa si è comportata male non ne sono responsabile, e rimanendo in essa non avallo il suo passato. Se vogliamo che le cose migliorino, anche all'interno di una Chiesa non possiamo sempre prendere e sbattere la porta. A volte è più conveniente cercare di farla fermentare dal di dentro.
Questo è il mio pensiero.

Tuttavia sono contento che nel mondo esistano cristiani come lei e come il suo gruppo aconfessionale che si comportano in tutto e per tutto secondo la Parola di Dio. Io, è vero, forse ancora non comprendo del tutto il pensiero di Paolo: è mio proposito non fermarmi MAI e continuare sempre ad approfondire. Tuttavia le citazioni fatte rimangono, siamo costiuiti peccatori, tutti hanno peccato (Rm 3,23) (è evidente che Paolo in TUTTI esclude Gesù, la cui natura divina non
poteva essere indebolita nè attaccata dal peccato originale - se credete che Gesù è Dio...).

Rimane anche il fatto che sono state fatte più citazioni dall'Antico Testamento che dal Nuovo. Niente di strano, la Bibbia è UNA, la Parola non si contraddice, ma mi sarei aspettato un approfondimento maggiore dalle parole di Gesù o di Paolo.

Rimane anche il fatto che l'enunciato della dottrina del "peccato originale" così come enunciato dalla Chiesa Cattolica, non
lo conoscete a sufficienza e quindi ribadisco, cortesemente, che prima di criticare una dottrina (cosa più che lecita, specialmente se basata sulla Parola) si dovrebbe almeno conoscerla.

Infine, vorrei dirle che non ho citato alcun dogma, ma solo la Parola di Dio. Se vuole, le ho dato una interpretazione che voi non condividete, ma non mi pare di aver citato alcun dogma. Perchè mi dite che io mi baso sui dogmi? Il principio o dottrina del peccato originale non è un dogma. Non ho scritto che "ci si deve credere e basta, perchè... perchè l'ha detto la Chiesa Cattolica". Non ricordo di aver scritto queste parole. Non ho citato fonti cattoliche, non ho citato il Catechismo della Chiesa Cattolica, nè alcun documento della CEI. Ho citato solo la Bibbia. Perchè mi dite che "lei basa le sue sui dogmi"? Mi pare che abbiate
voluto forzare ciò che ho scritto.

Termino con la citazione dell'articolo 676 del Catechismo. Vi leggo testualmente:
 

675 Prima della venuta di Cristo, la Chiesa deve passare attraverso una prova
finale che scuoterà la fede di molti credenti. La persecuzione che accompagna il
suo pellegrinaggio sulla terra svelerà il « mistero di iniquità » sotto la forma
di una impostura religiosa che offre agli uomini una soluzione apparente ai loro
problemi, al prezzo dell'apostasia dalla verità. La massima impostura religiosa
è quella dell'Anti-Cristo, cioè di uno pseudo-messianismo in cui l'uomo
glorifica se stesso al posto di Dio e del suo Messia venuto nella carne.

 
676 Questa impostura anti-cristica si delinea già nel mondo ogniqualvolta si
pretende di realizzare nella storia la speranza messianica che non può essere
portata a compimento se non al di là di essa, attraverso il giudizio
escatologico; anche sotto la sua forma mitigata, la Chiesa ha rigettato questa
falsificazione del regno futuro sotto il nome di millenarismo, soprattutto sotto
la forma politica di un messianismo secolarizzato « intrinsecamente perverso ».

 
 
677 La Chiesa non entrerà nella gloria del Regno che attraverso quest'ultima
pasqua, nella quale seguirà il suo Signore nella sua morte e risurrezione. Il
Regno non si compirà dunque attraverso un trionfo storico della Chiesa secondo
un progresso ascendente, ma attraverso una vittoria di Dio sullo scatenarsi
ultimo del male che farà discendere dal cielo la sua Sposa. Il trionfo di Dio
sulla rivolta del male prenderà la forma dell'ultimo giudizio dopo l'ultimo
sommovimento cosmico di questo mondo che passa.

 

Non vi leggo come ha scritto "il rigetto della rivalazione di Dio". Non è scritto neanche che la Parola di Dio è falsa e neanche perversa. Mi pare che abbia scambiato il soggetto della frase, riferito a certe "imposture religiose" con la Parola di Dio, che non è neanche menzionata. Si riferisce cioè a certe interpretazioni della modalità con cui Cristo ritornerà sulla terra.

Le ricordo che noi cattolici ogni domenica in tutte le chiese del mondo recitiamo un "Credo" in cui sono contenute le verità fondamentali del cristianesimo, fra le quali, "Di nuovo verrà nella gloria per giudicare i vivi e i morti". Come fa ad accusare la Chiesa di rigettare la seconda venuta di Cristo? Ciò che la chiesa rigetta è la speranza in un ritorno secolare, vale a dire un
Regno che non sia ultraterreno, bensì terreno, di avere la stessa tentazione che avevano gli ebrei all'epoca di Gesù che il Messia fosse colui che li evrebbe liberati dai romani, una liberazione politica piuttosto che spirituale.

Avere la tentazione che Gesù sia la soluzione ad ogni nostro problema materiale. Oggi, visto il fallimento dei governi umani, aspettiamo il governo di Cristo, come nuovo re, che si sostituisce ai presidenti attuali dei vari stati. E' proprio questa la speranza? Se i governi avessero funzionato la speranza nella venuta di Cristo si sarebe evidentemente ridotta.

Al contrario la Chiesa Cattolica afferma che Cristo ritornerà per instaurare un Regno ultraterreno, la cui instaurazione seguirà il giudizio universale.

In ogni caso, vi faccio le mie scuse se in qualche modo vi siete sentiti offesi dai miai toni forti, non era nelle mie intenzioni. Tuttavia, in quanto ad offese, credo che anche voi con quello che avete detto della Chiesa Cattolica abbiate la vostra parte. Ma faccio conto che tutto rientri nel diritto di opinione.

Cordiali saluti.
Giampaolo.
 
 

-4- Giampaolo => Ferullo (26/01/2001)

Sig. Ferullo,
Continuo a leggere brani dal vostro sito e rimango sempre più perplesso. Mi riferisco alle vostre parole riguardo alla legge scritte nello studio biblico “il Regno di Dio sulla terra”. Dite che Gesù è venuto per dare adempimento e non per abolire la legge. Al contrario qualcuno (non si sa chi) afferma che la Legge sarebbe stata inchiodata. Non trovo da nessuna parte nella Bibbia tale citazione. Al limite trovo che il nostro debito, ossia il peccato, è stato annullato perché Dio lo ha inchiodato alla Croce di Cristo.

Tuttavia, con Gesù abbiamo una nuova comprensione del termine Legge. Nell’antico patto l’uomo trovava la salvezza nell’adempimeto delle opere della legge. Ma ora, troviamo la salvezza come dono di Dio che otteniamo per mezzo della fede. Lo dice s.Paolo nella lettera ai Romani, molto chiaramente e lo ripete nella lettera ai Galati:

Romani 3:20: Infatti in virtù delle opere della legge nessun uomo sarà giustificato davanti a lui, perché per mezzo della legge si ha solo la conoscenza del peccato.
Romani 3:28: Noi riteniamo infatti che l'uomo è giustificato per la fede indipendentemente dalle opere della legge.
Romani 6:14: Il peccato infatti non dominerà più su di voi poiché non siete più sotto la legge, ma sotto la grazia.

Dunque, la legge non è stata annullata, ma i veri cristiani, coloro che si sono affidati e hanno fede in Gesù, non sono sotto la legge, ma sotto la grazia, la grazia del dono di Dio.

Paolo era un cultore della legge, eppure proprio lui dice queste parole!!! Quante volte poi, Gesù dice “la tua fede ti ha salvato”? Non dice, “ti sei salvato per mezzo della legge”, ma della fede.

Per S.Paolo il legame con la legge è una specie di legame matrimoniale al quale possiamo scegliere di essere legati (Rm 7).

Tuttavia, siamo stati messi a morte, siamo morti in Cristo ed ora non apparteniamo più alla legge, ma direttamente a Cristo e Cristo è per noi la nuova legge.

Romani 7:4 Alla stessa maniera, fratelli miei, anche voi, mediante il corpo di Cristo, siete stati messi a morte quanto alla legge, per appartenere ad un altro, cioè a colui che fu risuscitato dai morti, affinché noi portiamo frutti per Dio.
Romani 7:6: Ora però siamo stati liberati dalla legge, essendo morti a ciò che ci teneva prigionieri, per servire nel regime nuovo dello Spirito e non nel regime vecchio della lettera.

Tuttavia Paolo non toglie mai valore alla legge, semplicemente indica la via nuova, la nuova via in Gesù che è la vera via. Non viene abolita la legge: la legge rimane comunque un binario che ci aiuta a non deragliare. MA NON è IL MOTORE. Il motore è la grazia di Dio, alla quale ci “attacchiamo” per mezzo della fede.

Romani 7:7: Che diremo dunque? Che la legge è peccato? No certamente! Però io non ho conosciuto il peccato se non per la legge, né avrei conosciuto la concupiscenza, se la legge non avesse detto: Non desiderare.
Galati 3:24: Così la legge è per noi come un pedagogo che ci ha condotto a Cristo, perché fossimo giustificati per la fede.

Quindi la legge è buona, Gesù non ha abolito la legge, ma non ci dà la vita. Il vero compimento della legge consiste nell’indicare qualcosa che la supera: la fede. Così come il compito di Giovanni il Battista era quello di indicare il vero Messia e preparargli la strada, la legge ha preparato la strada alla legge della fede in Cristo.

Galati 2:21: Non annullo dunque la grazia di Dio; infatti se la giustificazione viene dalla legge, Cristo è morto invano.

Un'altra questione: quella del Regno di Cristo sulla terra. Non trovo scritto da nessuna parte, come già vi scrivevo nella mia precedente, che tale Regno si concretizzerà, come voi dite, sulla terra. "Il Regno di Davide dovra’ essere restaurato; sia Isaia sia Luca dicono che Cristo governera’ il trono di Davide, ovviamente su questa terra".

Questo "ovviamente", mi torna veramente poco... ma se poche righe avanti avete scritto che il Regno di Cristo non è di questo
mondo, accusando la Chiesa Cattolica del suo potere temporale.

Personalmente ritengo che la Chiesa Cattolica abbia fatto effettivamente troppo male nel corso della sua storia (ha fatto anche tanto bene, mi riferisco alla nascita degli ospedali, all'aiuto ai pellegrini, al diffondersi della Parola, alla copiatura della Bibbia, alla speranza che ha sempre infuso nelle persone... naturalmente ciò, come sempre va in secondo piano, se ci sono delle "mele marce" e come dice la Bibbia fa più rumore un albero che cade che una foresta intera che cresce).

Era infondata l'interpretazione temporale del Regno allora come oggi. Al contrario per voi: allora era sbagliata (perchè il Regno non è di questa terra), oggi è ovvia (perchè il Regno è di questa terra).

In fondo, se certi esponenti della gerarchia cattolica non avessero sporcato l'intera Chiesa arrogandosi il Potere per i loro tornaconti e non per favorire un mondo più giusto, certe questioni non ci sarebbero giunte con questo orrore.

Oggi i cristiani cercano di portare nel mondo, tra le persone e in politica, idee e leggi eque che seguano i principi che Dio ha lasciato all'uomo. Allo stesso modo, la Chiesa, nei principi, cercava di diffondere la Legge di Dio. Purtroppo, dove c'è potere, c'è sempre ingiustizia e accade l'esatto contrariodel proposito.
Così se il proposito di maggiore giustizia poteva essere idealmente giusto, sono stati perpetuati da molti esponenti dela gerarchia
(paradossalmente) ingiustizie e crimini.

Dunque non giustifico la Chiesa, aspetto il Regno di Cristo, ma non lo aspetto su questa terra e resto nella Chiesa per cambiarla, per quanto mi è possibile, seguendo l'esempio di Francesco d'Assisi che non ha sbattuto la porta.

E' fin troppo facile e banale, sbattere la porta, farsi una Chiesa, un gruppo o movimento per conto nostro: nessuno ti può accusare di niente, anzi tu puoi accusare tutti, perchè il tuo è un movimento nuovo, giusto, che interpreta correttamente ogni cosa. Al contrario, farsi carico del passato, rimanere comunque fedeli, pur non approvando, diffondere il Vangelo sia dentro che fuori
della Chiesa, si, questo è difficile.

C'è chi sceglie la via facile...

Aspetto una vostra risposta. Grazie.

Giampaolo
 
 

-5- Ferullo => Giampaolo (27/01/2001)

Sig. Giampaolo,
è vero che non siamo simpatizzanti del Cattolicesimo per le sue dottrine che non ci piacciono, perché confliggono con la Sacra Bibbia; ma lei è una persona, quindi nulla contro di lei, anzi se posso esserle utile sono disponibile.

Non è colpa sua se, imitando la sua Chiesa, dice cose sbagliate: lei insiste sul battesimo dei neonati. Sappia questo che Dio non dona il suo Spirito a persone che non siano convintamente contrite, e perfettamente convertite secondo i veri insegnamenti di Cristo. Paolo dice:"... Ma noi abbiamo la mente di Cristo" (1 Cor 2:16). Lei potrebbe affermare che i cattolici 'battezzati' avrebbero "la mente di Cristo"? Lei pensi pure quello che vuole, io dico NO assoluto. Nel libro di Giovanni c'è scritto: "Nessuno può venire a me se non lo attira il Padre, che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell'ultimo giorno" (6:44). Non le spiego cosa vuol dire questa importantissima scrittura, perché vorrei sapere da lei la spiegazione, ne parleremo, così capisce che voglio aiutarla, se lo vorrà.

Quanto a se credo che Cristo è Dio (mi ha scambiato per geovista?). Sappia questo che non sono né ortodosso, né protestante (il Cattolicesimo mi ha sfiorato con 2 anni in un convento francescano); Cristo è il Dio che ha creato tutte le cose, Cristo è quegli che parlava coi patriarchi, Cristo è quegli che parlava "faccia a faccia" con Mosè, Cristo è quel Dio che ha preso le sembianze di uomo; ma Gesù era anche figlio dell'uomo e come tale è unico ad aver conseguito l'immortalità (1 Tm 6:16; e qui dovrebbe cadere la falsa dottrina dell'immortalità dell'anima). Sono approdato nel difficile; comunque se vuole le darò le prove bibliche di quello che ho affermato sopra.

Non penso che lei voglia rinnegare i dogmi e le dottrine cattoliche, quindi si appoggia a quelle. Chi non si appoggia solo sulla Parola di Dio è come chi si trova in un labirinto: questi non trova la strada perché gli si presentano sempre tante domande a cui non sa dare risposte. Ho una figlia di 33 anni la quale, a scuola faceva tante domande però non riceveva risposte esaurienti, e questo l'ha fatta allontanare, per ora. Gli insegnanti di religione, nelle scuole statali, sono tutti di religione cattolica (e questa non è una buona cosa) e non conoscono la teologia.

Non occorre che mi trascriva gli Articoli del Catechismo, basta che mi indichi il numero. Vedo che conferma il dettato del Catechismo, e io le aggiungo che è blasfemo.

Termino facendole due domande:

  1. Vorrei che mi spiegasse cos'è il Regno di Dio;

  2.  
  3. L'altra domanda la prendo dal suo 'Credo': "Di nuovo verrà nella gloria per giudicare i vivi e i morti".
Può rispondere, se lo ritiene utile.
Cordiali saluti.

Ferullo
 
 

-6- Giampaolo => Ferullo (28/01/2001)

Sig. Ferullo,
vedo ancora una volta, con dispiacere, che non rispondete alle mie argomentazioni. Non mi riferisco solo al fatto che non avete risposto alla lettera che vi ho inviato il 26/01/2001 (forse non avete una svista, dal momento che la vostra ultima lettera è datata 27/01/2001 e quindi successiva all’ultima che vi ho inviato…).

Nella  prima lettera che vi ho scritto, non avete risposto alle mie argomentazioni basate sulla lettera ai Romani, bollandomi con una frase del tipo "lei non ha capito il pensiero di Paolo".

Non avete fatto cenno alla mia domanda riguardo ai dogmi, che vi avevo posto nell'ultima lettera. Forse acconsentite con me in maniera tacita di aver male interpretato le mie parole? O, cosa più spiacevole, di aver voluto forzare le mie parole, facendomi dire ciò che non ho detto?
Inoltre, le sue obiezioni alla possibilità di battezzare bambini si fanno sempre più deboli e nebulose (francamente più teologiche che bibliche).

Non è che anche lei si comporta come i professori di religione di sua figlia?

Al contrario, mi sembra che invece di rispondere alle mie argomentazioni, mi pone delle domande, atteggiandosi a maestro che pone domande, delle quali evidentemente conosce la risposta, ad un discepolo per vedere quanto il discepolo abbia imparato e oltretutto, spostando la discussione da un argomento all'altro (introducendo ad esempio nuovi argomenti come quello dell'immortalità dell'anima, accusando la Chiesa Cattolica, introducendo l’articolo 676 del CdC la cui pertinenza con il peccato originale è discutibile). Riconosco che lei non è un TdG, tuttavia usa, mi perdoni, i loro stessi metodi: quando sono in difficoltà saltano da un argomento all'altro, spostando l’attenzione del loro interlocutore dalla questione attuale.

So già che cosa mi risponderà, glielo anticipo io: "Sig. Giampaolo se lei pensa che tali argomentazioni non siano pertinenti evidentemente non conosce la teologia, evidentemente non ha capitolo il pensiero di Paolo"..

Ma veniamo alle questioni serie. Ancora una volta vorrei ricordare che nell'articolo riguardante "La falsa dottrina del peccato originale" dite testualmente:

"Paolo afferma un'altra cosa: dice che tutti gli uomini hanno peccato e sono privi della gloria di Dio (Rom 3:23) ma non dice che è la conseguenza del peccato di Adamo ad aver riprodotto nell'uomo il peccato. Non si può sostenere questa tesi facendola derivare dalla parola di Dio." (La falsa dottrina del peccato originale).

A parte che il peccato originale non "riproduce il peccato" in maniera diretta e automatica (questo concetto non fa parte della dottrina del peccato originale- Catechismo della Chiesa 396 - 409), mi sembra invece che si possa con certezza biblica far risalire il peccato dell'uomo al peccato di Adamo. Paolo impiega un intero capitolo della lettera ai Romani per mostrare e dimostrare tutto ciò (capitolo 5).

Mi scrivete: “ Dio non dona il suo Spirito a persone che non siano convintamente contrite, e perfettamente convertite secondo i veri insegnamenti di Cristo”. Ora, finchè si parla di persone convintamente contrite, potremmo eventualmente trovarci d’accordo. Mi chiedo che cosa significa “perfettamente convertite”

Intendete convertite quanto ad intenti o anche al comportamento?

In quest’ultimo caso, affermate che una persona prima di ricevere il dono dello Spirito Santo debba essere arrivata alla perfetta conversione secondo gli insegnamenti di Gesù Cristo. Pensavo che fosse lo Spirito a convincerci di ogni cosa (Gv 16,8), a metterci in grado di vivere secondo i veri insegnamenti di Cristo (Rm 7 e 8): “ poiché se vivete secondo la carne, voi morirete; se invece con l'aiuto dello Spirito voi fate morire le opere del corpo, vivrete” (Romani 8,13).

Non credo che gli insegnamenti di Cristo siano tanto semplici e immediati. Mi vengono in mente le beatitudini di Mt 5, le sue parole riguardo la giusta interpretazione dei 10 comandamenti e di altri precetti (“Vi è stato detto che… ma io vi dico…”). Se Dio aspettasse a darci il dono dello Spirito dopo che siamo giunti alla “perfetta conversione” non ci farebbe mai figli suoi, perché lo Spirito è venuto proprio per farci conoscere la Verità (conoscere in senso biblico! quindi non solo intellettualmente, ma anche e soprattutto sperimentalmente), lo Spirito è venuto per metterci in grado di fare la volontà e compiere gli insegnamenti di Dio (“Io non riesco a capire neppure ciò che faccio: infatti non quello che voglio io faccio, ma quello che detesto”).

Ma lo Spirito Santo “la legge dello Spirito che dà vita in Cristo Gesù ti ha liberato dalla legge del peccato e della morte” (Rm 8,2).
La perfetta conversione agli insegnamenti di Cristo è dunque opera dello Spirito Santo. Al contrario diciamo a Dio: “faccio da solo, non ho bisogno del tuo Spirito per convertirmi ai veri insegnamenti di Cristo”. Forse lo Spirito Santo è un premio? Un premio per coloro che si sono perfettamente convertiti?

In effetti la Bibbia afferma che lo Spirito è dato non a chiunque si sia perfettamente convertito,  ma a coloro che hanno creduto. Il dono dello Spirito lo si riceve per fede, affidando la propria vita nelle mani di Dio, sottomettendo la propria vita a lui con amore. (At 5,32, Gal 3,2).
Efesini 1,13: In lui anche voi, dopo aver ascoltato la parola della verità, il vangelo della vostra salvezza e avere in esso creduto, avete ricevuto il suggello dello Spirito Santo che era stato promesso.

Ancora: “Se dunque voi, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro celeste darà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono!” (Lc 11,13). Gesù stesso parla di persone che chiedono il dono dello Spirito insistentemente. Aggiunge forse la clausola che debbano essere perfettamente convertiti e convintamente contriti?

In conclusione se per “convintamente contrito” e “convertiti perfettamente agli insegnamenti di Cristo” si intende una questione di fede – fiducia - affidamento allora possiamo essere in accordo. Tuttavia non avrei menzionato perfetta conversione agli insegnamenti, bensì a Cristo stesso.

"Fede" non è mai fede astratta, non ci è richiesto di fidarci dei principi applicati da Cristo. Convertirci ai suoi insegnamenti equivarrebbe a declassare Gesù a “semplice” maestro. No, Gesù è Signore e Salvatore. Come Signore e Salvatore io mi affido a LUI. E dato che mi affido a Lui, che ho fiducia IN lui, seguirò ogni sua parola, ogni suo insegnamento. Prima viene la fiducia in lui che è LA VERITA’, la conseguenza è credere nella validità e verità di ogni sua parola, e quindi desiderare di mettere in pratica la sua parola, infine mediante il dono dello Spirito Santo, concretamente attuare la sua parola e i suoi insegnamenti nella mia vita.

Mi pare che ci sia un ribaltamento di veduta.

“Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me” (Ap 3,20). E’ il Signore che mi ha cercato e mi ha trovato, ha bussato alla mia porta. Io ho aperto, mi sono fidato e il Signore è entrato nella mia vita, ha rivoluzionato la mia vita ed io desidero fare ogni cosa mi dirà. E sarò in grado di compiere ogni cosa solo se sarò in comunione con lo Spirito che ho ricevuto, perché il frutto dello Spirito è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sè.

Inoltre, nella sua lettera, sig. Ferullo, trovo una spiegazione riguardante il battesimo con una citazione sullo Spirito Santo. Certamente le 2 cose sono strettamente connesse, ma sono anche indipendenti.
In Atti 2,38 leggo: “Pentitevi e ciascuno di voi si faccia battezzare nel nome di Gesù Cristo, per la remissione dei vostri peccati; dopo riceverete il dono dello Spirito Santo”. Dopo riceverete il dono dello Spirito Santo. Tale dono è connesso, ma anche indipendente, tanto che nella conversione di Cornelio e delle persone che erano con lui queste ricevono il dono dello Spirito PRIMA del battesimo:
Atti 10,47: Allora Pietro disse: «Forse che si può proibire che siano battezzati con l'acqua questi che hanno ricevuto lo Spirito Santo al pari di noi?».

Dunque ciò che si riferisce allo Spirito non può essere direttamente e inequivocabilmente riferito al battesimo.

Quanto alla prima domanda: "Nessuno può venire a me se non lo attira il Padre, che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell'ultimo giorno" mi chiede di darle una spiegazione. Ancora una volta non vedo connessione diretta con il battesimo (mi pare che le ultime sue spiegazioni siano piuttosto forzate). Forse lei vuole dire: i bambini non possono essere attirati dal Padre, dal momento che non sono coscienti, in quanto sono piccoli? Non pensa che il Padre è svincolato dagli schemi umani e che non guarda all’apparenza come facciamo noi e che le nostre vie non siano le sue vie? Pensa forse che Egli non abbia modo di attrarre a sé dei bambini?

Ho in mente due questioni:

  1. Ho l’impressione che voi non riusciate in alcun modo a vedere la grazia di Dio operante nell’uomo, dal momento che il dono dello Spirito segue la perfetta conversione e il battesimo rappresenta l’adesione e la scelta umana. Al contrario il battesimo è dono di Dio: “O non sapete che quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte? Per mezzo del battesimo siamo dunque stati sepolti insieme a lui nella morte, perché come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova. (Rm 6,3-4)”. Il battesimo è la sepoltura del nostro IO, del nostro Vecchio Uomo con Cristo. Forse è scritto che sono io a dare la morte al mio vecchio uomo? Al contrario il comando che ci da Paolo è il seguente:  “Consideratevi morti al peccato” (Rm 6,11). Sono forse io che mi do la morte? No. La mia morte, la morte del mio vecchio uomo è dono di Dio. Io che cosa devo fare? Accettare per fede questo stato di cose. Consideratevi, cioè credete veramente che siete morti al peccato. Solo dopo, quando il battesimo mi trasporta in questa nuova realtà di morte e di resurrezione nella nuova vita Paolo può dire:

  2. (Rm 6, 12): “Non regni più dunque il peccato nel vostro corpo mortale, sì da sottomettervi ai suoi desideri”. Dal momento che siamo liberi abbiamo il potere di seguire veramente gli insegnamenti del Signore. Dice: “Non regni più”. Quindi prima regnava, prima era un’altra situazione. Quando prima? Prima del battesimo. Prima del battesimo ero schiavo del peccato “Rendiamo grazie a Dio, perché voi eravate schiavi del peccato, ma avete obbedito di cuore a quell'insegnamento che vi è stato trasmesso e così, liberati dal peccato, siete diventati servi della giustizia. (Rm 6,17-18).
    Mi sono liberato da solo? No, mi ha liberato il battesimo, la sepoltura in Cristo.
    Dunque se il battesimo è dono di Dio e DOPO viene il comandamento "CONSIDERATEVI",  è lecito (ovviamente non obbligatorio) battezzare i bambini ricevendo il dono di Dio. DOPO da adulti, CONSIDERERANNO la loro morte come un fatto e mediante la fede aderiranno al Signore.
    Di fatto, prima del comandamento viene il dono , prima della mia adesione, Cristo ha bussato alla mia porta. La mia stessa capacità di amare viene dopo l’amore che ho ricevuto da LUI (1 Gv 4,19).
  1. La seconda questione è la seguente: se per ricevere lo Spirito Santo, il battesimo (e mi verrebbe da dire in definitiva la salvezza) è indispensabile essere “ convintamente contrite e perfettamente convertite” mi chiedo che cosa ne sarà di quelle persone che per problemi mentali ed handicap, non sono in grado di essere così convinti? Forse Dio non ama queste persone?

  2. Mi vuole dare una risposta realmente biblica a tutto ciò, secondo i vostri punti di vista?


Vengo ora alla seconda domanda: mi chiede che cos’è il Regno di Dio e cita una frase presa dal Credo (che vorrei ricordarle non solo Cattolico, ma anche Ortodosso e che risalendo, se non ricordo male, al concilio del 313 dovrebbe essere il credo di tutti i cristiani). Se non ho capito male, le domande che mi pone sono inerenti la citazione del Catechismo della Chiesa Cattolica a proposito delle dottrine millenariste.
Tengo a precisare che il punto 2 non mi pare proprio che sia formulato sotto forma di domanda e sinceramente non so cosa voglia dire quando cita il Credo Almeno cerchi di essere più esplicito!
Forse mi voleva ricordare che la Chiesa si trova in contraddizione dal momento che, secondo lei, nel Credo si afferma una cosa, mentre nel Catechismo se ne dice un’altra. Guardi, non mi faccia pensare che le cose stanno così, altrimenti non so se mi viene da ridere o da innervosirmi.

Ma allora non ha letto la mia precedente lettera? Cos’è? Ha letto una riga si e una no? Tale citazione l’ho già menzionata io e ora lei me la ripropone? Come dire, “ma non se n’è accorto?”. Guardi voglio pensare che lei è in buona fede, ma non mi spiego il suo comportamento: prima mi accusa di fondare le mie argomentazioni sui dogmi (non ne ho menzionato neanche uno). Poi mi rifila una frase che le ho citato io nella scorsa lettera. Cosa fa, mi prende in giro o forse non legge le mie lettere per intero?

Ma veniamo al discorso più biblico.

«Questa impostura anti-cristica si delinea già nel mondo ogniqualvolta si pretende di realizzare nella storia la speranza messianica che non può essere portata a compimento se non al di là di essa, attraverso il giudizio escatologico; anche sotto la sua forma mitigata, la Chiesa ha rigettato questa falsificazione del regno futuro sotto il nome di millenarismo, soprattutto sotto la forma politica di un messianismo secolarizzato « intrinsecamente perverso ».

Solo in mala fede si può affermare che la Chiesa non proclama la nuova venuta di Cristo e il Regno di Dio. Se poi mi dice non abbiamo l’assillo di forme religiose, stile TdG, dell’attesa degli ultimi tempi, vorrei ricordarle che Gesù ci ha insegnato che dobbiamo essere SEMPRE PRONTI.

Per quanto riguarda il significato del Regno di Dio vorrei prima di tutto rifarmi ai vostri scritti:

“Il Regno di Davide dovrà essere restaurato; sia Isaia sia Luca dicono che Cristo governerà il trono di Davide, ovviamente su questa terra” (dal vostro articolo Il Regno di Dio sulla Terra).

"Gesù dichiarò di non essere di questo mondo, “il mio Regno non è di qui” (Gv 18:36). Il sistema di questo mondo ha tutto ciò che fa parte del suo agire. Le chiese hanno agito, sono state protagoniste di fatti efferati; hanno sparso tanto sangue innocente; hanno governato interi imperi. Gesù aveva dichiarato chiaramente che il suo Regno non è di questo mondo, mentre il falso concetto affermatosi nel Medioevo costituì la base per giustificare il dominio politico della Chiesa Cattolica.” (dal vostro articolo Gli errori della Chiesa Cattolica).

Forse non conosco bene la teologia, o forse non conosco bene la vostra teologia perché in un caso si afferma che il Regno di Cristo è di questa terra, poi per sostenere le vostre accuse alla Chiesa Cattolica affermate l’esatto opposto. A voi non appaiono contraddittorie?

Per quanto riguarda la mia concezione di Regno di Dio, la invito a leggere gli articoli del Catechismo da 2816 a 2821 ai quali mi associo.

Vorrei solo commentare la “definizione” data da Paolo: “Il regno di Dio infatti non è questione di cibo o di bevanda, ma è giustizia, pace e gioia nello Spirito Santo” (Rm 14,17): potrei tradurre in questo modo:

“Il Regno di Dio non è una questione terrena, non proviene dalla terra e non si rivolge al corpo, ma allo spirito,
perché il Regno di Dio è il Regno dei Cieli, non è di questo mondo.
Il Regno di Dio è innanzitutto Dio che regna in te,
mediante lo Spirito Santo e produce in te pace e gioia,
indipendentemente dalla tua situazione economica, politica, sociale.
*Passeranno i cieli e passerà la terra, ma la mia Parola non passerà*.
La Parola di Dio sarà in te, regnerà in te,
ma tu in questo Regno non sarai servo, ma sarai chiamato amico di Cristo”.

Le è piaciuta? No? Ha ragione, mi sono cimentato in qualcosa che non mi compete. Meglio far parlare la Bibbia.

Cordialmente
Giampaolo
 

Il dibattito termina qui. Le successive e-mail non rivestono importanza tale da essere rese pubbliche...


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