ATTUALITA' - CRONACA

Sciagura aerea nell'isola di Capraia:

precipita un elicottero dei Carabinieri.

di Carlo Piras (11/11/2000)

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Quella mattina del I Novembre la piazza dei Miracoli di Pisa offriva il panorama di un triste quadro padano. Fra gli antichi marmi del Duomo echeggiavano i passi assestati dei Carabinieri schierati in alta uniforme. Come musica solenne, il pianto della pioggia accompagnava l`estremo saluto a Ludovico, Marco, Massimiliano, Riccardo, Rocco ed Elvio. E' lutto cittadino nella città della torre pendente, tutti i negozi sono chiusi e nelle edicole dei borghi campeggiano le locandine della sciagura aerea avvenuta nell`isola di Capraia. Le bare vengono precedute dalle autorità politiche e militari, come richiede il protocollo di Stato. I ministri Sergio Mattarella ed Enzo Bianco, il sottosegretario Brutti, il Comandante Generale dell`Arma dei Carabinieri Siracusa ed altri onorevoli rappresentanti cittadini e regionali. La piazza si anima di uniformi, quindi l`incedere delle 6 bare, avvolte nel tricolore e trasportate da tre camion militari seguiti dai congiunti delle vittime, sistemati a bordo dei furgoni blu dell`Arma. All`interno dei mezzi si scorgono le espressioni segnate dalla profonda sofferenza di genitori, mogli, figli e fratelli: le loro lacrime si confondono con la pioggia incessante che scivola sui finestrini. Tutti i presenti hanno avvertito un momento di silente dolore. Anche un gruppo di turisti stranieri, riporteranno nelle loro patrie il luttuoso ricordo di una Piazza offuscata dalla tristezza. I feretri vengono portati in spalla dai carabinieri paracadutisti del Reggimento di Livorno fino all`altare maggiore, passando in rassegna il picchetto d`onore. Il religioso rispetto delle famiglie, libera solo lievi gemiti di pianto nella casa del Signore. Hanno dimostrato il contegno e la compostezza di chi ha imparato a convivere con i valori dell`Arma. E` calato un silenzio irreale all`interno del Duomo, ed è impossibile trattenere un impeto di commozione osservando i volti straziati dei familiari, con gli sguardi persi nell`infinito e recitando parole incomprensibili con moto tremulo. L`Officio funebre viene lacerato dal vibrante suono del silenzio, intonato dal trombettiere come ultimo angelico canto di addio ai sei ragazzi morti nel compimento del proprio dovere. I feretri lasciano la Cattedrale portati ancora in spalla dai Carabinieri e seguiti dall`eco di scroscianti applausi dei fedeli. Troppe bare: è quasi interminabile il percorso fra le navate - dall`altare maggiore al portale di uscita.
Quel passaggio solenne lasciava solo un comune pensare: i motivi di tale tragica sciagura.
Proprio in queste circostanze, forme di sciacallaggio prorompente sono state espresse dal popolo degli stolti, versando denunce e accuse contro quel maledetto volo notturno in elicottero da Capraia a Livorno.
Accuse lanciate con agghiacciante freddezza, hanno pesato come macigni sulla credibilità della Benemerita, riuscendo a violare anche gli intimi silenzi di dolore dei congiunti delle otto vittime.
In questi giorni si è esclusa qualsiasi ipotesi riconducibile ad un eventuale incidente aereo.
Prima che i corpi ed i resti del velivolo fossero recuperati nelle acque tirreniche, profane opinioni hanno dato deliberato sfogo a congetture traboccanti di perfida fantasia. Si è sentito parlare di stridenti conflitti tra Polizia Municipale e Carabinieri, di eccessiva emergenza sulle disposizioni di trasferimento del povero Alessandro Tullio Benelli e di deprecabili abusi da parte delle forze dell`ordine. Grazie al cielo c`è una parte d`Italia che invoca la giustizia civile, chiedendo chiarezza alla magistratura, la quale, in questi momenti, evita ogni inopportuna polemica impegnandosi a far luce sugli elementi che hanno portato alla morte degli otto ragazzi, senza trascurare ogni minimo dettaglio pertinente a quel maledetto 30 ottobre. E` da ritenersi comprensibile lo sdegno espresso a caldo dalla piccola comunità di Capraia, ma altrettanto intollerabili sono state le pesanti insinuazioni esternate da taluni individui lontani e pressochè estranei alla straziante vicenda.
In questi frangenti solo il rispetto di un solenne silenzio potrà forse colmare il profondo dolore delle famiglie, perché gli otto ragazzi ora vivono in una vita eterna e non saranno mai meno di ciò che sono stati.

Carlo Piras - Livorno, Novembre 2000