I (dis)servizi di posta prioritaria

Abili nel recepire tutto in modo controproducente, capace di tutto ciò è una categoria di persone molto ampia, fatta di perlopiù di persone che si giudicherebbero insospettabili, i furbi della società, quelli che alla prima magagna nella Pubblica Amministrazione fanno di tutto per pubblicare la protesta nella Stanza di Montanelli sul Corriere, penso si possano denominare come gli italiani. Ad ogni novità "siamo" storicamente portati a cercare prima l'inganno che l'utilità, prima il quanto del che cosa; succede così ogni volta che viene modificato il regime fiscale, a ragione, ma anche quando il nostro vicino di casa compra il computer nuovo e la domanda è: ma il processore da quant'è? E la RAM? Quando l'utilità di tutto ciò è a livelli assolutamente infimi e il massimo che si raggiunge sono i software di chat e i classici videogiochi.

Così è stato e così continuerà ad essere per il servizio di Posta prioritaria, nato come servizio forse inutile, c'erano già e ci sono tuttora servizi equivalenti, di recapito rapido e diventato agli occhi di "questa categoria" indispensabile per poter mandare qualsivoglia missiva tramite le poste italiane.

La novità è stata ovviamente presa come tassa obbligatoria non inflattiva sull'utilizzo dei servizi postali anche se, per quanto mi risulta, la tanto aborrita posta ordinaria non è stata soppressa ma ormai, come ciclicamente accade, anche la P.p. è presto diventata uno status symbol e contro fenomeni del genere non c'è niente da fare. Questo è infatti il motivo che spiega una così impellente necessità, altrimenti come si spiega che gli utenti P.p. prima utilizzavano l'ordinaria e non la celere? Il consumo evidentemente non è necessario ma creato, artificiale, anche laddove l'effettiva utilità è annacquata in una grande quantità di lettere che prioritarie non sono, è una logica conseguenza a questo punto che spendere 400 lire in più per il francobollo dorato è una tassa sull'inutilità, con l'effetto di un reale rallentamento lamentato dalla posta ordinaria, di cui credo che nessuno abbia il diritto di lamentarsi visto anche il discreto grado di efficienza del servizio. Non è il primo caso e non sarà l'ultimo in cui questi italiani si fanno gabbare da status symbol tanto estetici - perché il francobollo dorato con l'adesivo blu al posto del vetusto "castello" da 800, è bello, "fa molto Stati Uniti" - quanto inutili. Prima o poi questi "italiani" impareranno anche a scrivere le e- mail ( ci potete provare anche ora, a me ) ma temo che anche quelle passerebbero velocemente di moda visto come si tende a tardare nel trovare la vera utilità delle cose.

Gianpaolo Capozzi

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