ITALIANO LINGUA MADRE

"E' vero, in Italia si usano sempre più anglismi […] un'abitudine meno evidente, paradossalmente ma neppure tanto, dove l'inglese è studiato di più e meglio, per esempio in Germania e in Olanda. Là i termini che arrivano da oltremanica sono usati solo se funzionali a esprimere un concetto inafferrabile con una parola della propria lingua. Noi, invece, sovente usiamo termini anglosassoni per puro snobismo: l'inglese è come il latinorum dell'Azzeccagarbugli secentesco e il francese del giornalismo italiano dell'Ottocento".

Inappuntabile la dichiarazione del Ministro Tullio De Mauro, sufficiente in sé, basterebbe per riempire la pagina, solo qualche riflessione è necessaria: le origini neolatine stanno chiaramente passando di moda e il "grave merito" è soprattutto delle classi più alte, quelle più visibili, quelle che hanno vocazione naturale ad essere modello per gli altri, gli anglofoni invece con il passare del tempo trovano sempre più nelle radici neolatine la base della loro lingua anche a scapito del ceppo germanico, forse stiamo rimanendo indietro anche su argomenti in nostro possesso per tradizione e cultura.

L'italiano è una lingua ricca, armonioso, completa, un po' carente nei linguaggi specifici delle discipline più innovative, ora l'innovazione sta coprendo tutto, anche ciò che ci apparteneva lo prendiamo in affitto dagli americani, è il solito dilemma della scelta fra la traduzione di un sistema e la sua traslitterazione (ossia la semplice trasposizione di ciò che piace ad altri verso la nostra mente)

Sentiamo la necessità di nuovi strumenti senza conoscere a fondo le potenzialità dei vecchi, finiamo come al solito per accettare la soluzione più facile perché conforme alla maggioranza che a sua volta si è fatta convincere da pochi grandi uomini che hanno la capacità di convincere le grandi masse. Personalmente ammiro molto questi grandi manipolatori di linguaggi e opinioni e proprio per questo personalmente continuerò ad oppormi ad essi non concedendogli più di quello che io ritengo giusto e conscio che l'interazione con il mondo esterno purtroppo non potrà non condizionarci tutti.

Gianpaolo Capozzi

 

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