IL SABATO DELLA
SINISTRA
L'ambientalista vien dalla campagna,
in sul calar del sole,
col suo fascio dell'erba; e reca in mano
un mazzolin di rose e di garofani,
onde, siccome suole,
ornare egli si appresta
dimani, al dì di festa, la quercia e l'olivo.
Siede con le vicine
su la scala a filar, la Nilde Iotti,
incontro là dove inizia il Comunismo;
e novellando vien del suo buon Togliatti,
quando ai dì del malgoverno ella si ornava,
ed ancor sana e snella
solea danzar la sera intra quei della DC
ch'ebbe compagni dell'età più bella.
Già tutta l'aria imbruna,
torna rosso il sereno, e tornan l'ombre
giù da' falce e da' martello,
al biancheggiar del perdente voto.
Or la squilla dà Segni
della mazzata che viene;
ed a quel suon diresti
che il cor si riconforta.
I Comunisti piangendo
su la piazzuola in frotta,
e qua e là saltando,
fanno un sommesso romore:
e intanto riede alle sue cadenti Botteghe,
imprecando, il barbier D'Alema,
e seco pensa al dì della sua sconfitta.
Poi quando intorno è spenta ogni altra face,
e tutto l'altro tace,
odi il Mariotto sbraitare, odi il lamento
del laburista, che veglia
nell'oscura bottega alla sconfitta,
e s'affretta, e s'adopra
di fornir l'elemosina anzi il chiarir dell'alba.
Questo di sette è il più gradito giorno,
pien di speme e di gioia:
diman sconfitte e dolori
recheran l'ore, ed alle solite sconfitte
ciascun del PDS in suo pensier farà ritorno.
Garzoncello Bianco,
cotesta età fiorita
E' come un giorno d'allegrezza pieno,
giorno chiaro, sereno,
che precorre alla sconfitta di tua vita.
Godi, fanciullo mio; stato soave,
giorno lieto è cotesto.
Altro dirti non vo'; ma la tua sconfitta
ch'anco tardi a venir non ti sia grave.