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SAGRADA FAMILIA

Ma l’opera più importante imponente e ancora incompiuta che Gaudì ci ha lasciato è senza dubbio la chiesa della Sagrada Familia che lo ha accompagnato per tutta la sua vita nella sua realizzazione.
Nel 1883 gli furono affidati i lavori e Gaudì si dichiarò ottimista affermando che in circa 10 anni la costruzione sarebbe stata ultimata a patto che avesse avuto a disposizione 360.000 pesetas all’anno. Cifra inarrivabile visto che i soldi sarebbero dovuti provenire solamente dalle offerte dei fedeli.

Ma il motivo per cui nel 1906 fosse stata ultimata solo una delle facciate previste non è da ricercare solo nelle difficoltà economiche, ma anche nel modo di costruire di Gaudì.
Si trovò in difficoltà e vincolato dei progetti strettamente neogotici del Villar che prima di lui aveva diretto i lavori e che aveva già realizzato gli scavi della cripta e eretto alcune colonne per l’abside. Inizialmente avrebbe voluto aggiungerne altre di sua progettazione accanto ad esse, ma rinunciò alla sua idea per evitare un inutile affollamento e “guerra civile” tra colonne. Nella cripta quindi variò solo l’ampiezza delle finestre e alzò ulteriormente gli archi al suo interno per togliere l’opprimenza che nel progetto originale caratterizzava la cripta.
A partire dall’abside quindi inizia il vero lavoro di Gaudì.
L’ispirazione rimase orientata verso il gotico che Gaudì sfrondò di tutte le eccedenza formali. Mantenne la struttura delle finestre allegerendole tramite elementi circolari.
Per l’altare, circondato da sette cappelle, optò per le poche decorazione i modo che esso non scomparisse oppresso da esse.

Restando fedele al suo modus operandi di progettazione dagli schizzi iniziali i cambiamenti furono continui e incessanti per tutta la realizzazione della chiesa causando qualche ritardo in più alla già lenta lavorazione.
La prima pianta ad esempio prevedeva 12 campanili (4 per ogni facciata principale) che furono iniziati a sezione quadrata. Ad un certo punto però Gaudì si rese conto che sarebbero sporti troppo sopra i portali che dovevano contornare, così ne cambio la sezione facendola diventare arrotondata e strutturandole come parabole di rotazione, creando un risultato affascinante, completamente staccato dalle guglie del gotico storico.
Permeata in tutte le sue parti da simbolismi profondi riguardanti la cristianità Gaudì ha realizzato la Sagrada Familia non solo come luogo di culto, ma pensando a qualcosa di più e cioè ad una “catechismo di pietra”, un “libro” dove il fedele potesse leggere. Tale simbolismo, ad esempio nelle 12 torri, rappresentanti i 12 apostoli, è anche presente nella pianta stessa dell’edificio rappresentante il corpo mistico di Cristo. Il centro è Cristo stesso rappresentato dall’altare stesso, ma è anche il capo del corpo simboleggiato della torre maggiore che terminano con una grande croce ne ricorda l’opera di redenzione.
Ogni facciata è dedicata ad un aspetto dell’operato di Gesù e così la facciata est, dedicata alla Natività fu la prima ad essere iniziata, nonostante fosse l’unica delle 3 che non si rivolgesse verso la città  A Gaudì fu più volte suggerito di iniziare con la ovest di modo che i cittadini fossero + coinvolti e impressionati dalla sua esecuzione, ma l’architetto si rifiutò di partire da quella dedicata alla passione di Cristo, anche perché povera di decorazioni e con una tematica triste e pessimistica.

La facciata della Natività inoltre non poteva che rivolgersi vero est, dove nasce il sole, e quella della passione verso ovest dove esso tramonta. La luce che nelle opere civili di Gaudì aveva avuto una grande importanza (soprattutto dal lato pratico) qui assume un valore puramente simbolico.
Inoltre la torre maggiore sarebbe dovuta essere l’unica illuminata di notte da dodici enormi riflettori posizionati sulle torri e da essa sarebbe dovuto partire un ulteriore fascio di luce che avrebbe dovuto rischiarare la notte di Barcellona, concretizzando a pieno le parole di Cristo “Io sono la luce”.

A completare il tutto l’uso dei colori. Per la facciata della natività avrebbe usato dei colori chiari, mentre per quella della passione scuri e cupi o per lo meno non avrebbe lasciato la monocromia della pietra, in quanto sosteneva che niente in natura, alla quale si ispirava in continuazione e che era diventata sua maestra, non esisteva niente di un solo colore uniforme.

 

Al di là dei molteplici contenuti simbolici comunque sono da notare le notevoli trovate architettoniche di Gaudì e del suo particolare stile.

La pianta segue, nei tratti fondamentali, i grandi esempi del gotico.
Si struttura a croce: 5 navate e un transetto formato da tre.
La principale, compreso l’abside misura 95 metri mentre il transetto 60. Non volendo usare archi rampanti o altri accorgimenti simili per la struttura portante quindi i problemi di Gaudì furono parecchi, ma riuscì a cavarsela lo stesso.

La Sagrada Familia da questo punto di vista rappresenta l’esempio migliore della scoperta di Gaudì: il collegamento di archi inclinati e colonne inclinate è in grado di sostenere volte di dimensioni anche notevoli.

Come alberi di Eucalipto, ai quali effettivamente si ispirò per la realizzazione delle colonne, la navata centrale appare come una foresta di pietra. Finalmente in questo edificio Gaudì riesce ad eliminare nella struttura trilitica la divisione tra elementi verticali e quelli orizzontali dando una continuità perfetta a tutta la struttura risolvendo questo passaggio in unica linea. Inoltre nella Sagrada inserisce all’apice della loro elaborazione tutti gli elementi che nel corso della sua vita professionale aveva elaborato nei suoi lavori civili e non.
Purtroppo nel 1926 quando era stata appena terminata la realizzazione della facciata est Gaudì muore in seguito ad un incidente, investito da un tram mentre si recava al cantiere dalla Sagrada.
L’architetto ha lasciato modelli in gesso, disegni, schizzi e molti altri scritti che ci permettono di avere un idea di come doveva essere la costruzione, terminata nella testa di Gaudì.

Anche dopo la sua morte la Sagrada Familia fu continuata dai suoi allievi di Gaudì, incontrando non poche difficoltà e ritardi nel completamento.
Prima fra tutte fu la guerra civile spagnola che circa 10 anni dopo la morte del maestro sconvolse la Spagna.

 

 

 

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davanti davanti

Facciata Natività vetrata interna