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Spegnere la TV:
LA REPUBBLICA
NATA NEI LAGER
Uno splendido articolo di Mario Rigoni Stern
pubblicato all'indomani del 2 giugno 2001
NEL 1939 Mussolini, in un discorso alle grandi manovre, aveva gridato «... quest’anno il congedo non verrà!».
La classe di leva era il 1917 e da allora incominciò a cambiare qualcosa.
Poi, nel giugno 1940 andammo sulle Alpi Occidentali cantando:
«Con il fucile novantuno / che quando spara non fa fumo / e con il settantacinquetredici
la Francia tremerà...». Nella disgraziata campagna contro la Grecia nacque la più triste canzone di guerra: «Sul ponte di Perati bandiera nera / l’è il lutto degli alpini che van a la guerra ...».
Francia, Africa, Grecia, Balcani, Russia... Vennero anche il 25 luglio e l’8 settembre 1943...
Non eravamo acculturati politicamente, non avevamo avuto maestri, elementari
le nostre scuole ma, oramai, eravamo carichi di esperienze, anche se giovani. E con che forza quel 2 giugno di 55 anni fa calcammo la matita copiativa sulla scheda che indicava repubblica contro re e duci e su quell’altra
per l’Assemblea Costituente che aveva il compito di elaborare e votare la nuova Costituzione. Era un’Italia rotta, affamata, lacera nella quale tutti i partiti collaborarono in solidarietà nazionale che permise una ricostruzione straordinaria. Questo pensavo poco fa guardando alla televisione la rivista prima e la sfilata poi per la Festa della Repubblica.
E lì, a rappresentare l’Italia, c’era sul palco delle autorità un presidente senza pennacchi e medaglie,
sereno nel suo vestito della festa; sorridente salutava, e davanti a lui non c’erano aquile romane o
croci uncinate ma tante bandiere d’Europa e la gente applaudiva e le donne buttavano fiori,
i bambini seduti per terra si divertivano e non sfilavano in divisa. |
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