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Sulle orme di Mauro Corona La magia di Erto, la piccola città abbandonata diventata la Spoon River del Vajont di Mauro Corona...
Sono già stato più volte a visitare i luoghi del Vajont. E' un richiamo che ho sempre sentito: non si tratta di macabra curiosità, la mia, ma probabilmente la consapevolezza di riconoscere, nei luoghi del dramma del Vajont, l'esempio di come l'arroganza dell'uomo possa essere portatrice di ingiustizia e di morte. Non starò quindi qui a ripercorrere la storia della tragedia che costò oltre 2000 morti e la distruzione di un'intera vallata, delle sue tradizioni, della sua comunità. Se volete approfondire potrete anche leggere l'articolo che ho scritto per Mototurismo in occasione del 40° anniversario della frana. La voglia di ritornare tra quelle montagne me l'ha fatta venire la lettura di "I Fantasmi di pietra", l'ultimo libro di Mauro Corona, una vera e propria antologia di Spoon River dedicata a coloro che vivevano ad Erto e che dalla frana del Toc hanno visto terminata o sradicata la propria esistenza.
Un giro in moto, quindi, ma anche un intero pomeriggio a passeggiare tra le strette vie di quelle antiche pietre che furono, fino al 9 ottobre 1963,
un paese pieno di vita, osterie, maniscalchi, tagliaboschi e cavatori.
L'itinerario. L'altitudine non è elevata, la neve se ne è già andata, ma l'asfalto è ancora sporco. Però i tornanti, pur spesso molot stretti, riescono a regalare un buon ritmo. Non incontriamo anima viva... se non due motociclisti austriaci.
Scendiamo verso Andreis poi, riprendendo la statale della Valcellina, raggiungiamo il
Lago di Barcis.
A Cimolais comincia a piovere e ci fermiamo sotto il porticato dell'Albergo Bar Ristorante Alla Rosa per un panino. Poi riprendiamo la moto,
superiamo il breve Passo di S. Osvaldo e cominciamo a vedere sulla sinistra l'enorme "M" di roccia
che la frana ha lasciato disegnata sul Monte Toc. Raggiungiamo infine Erto, dove parcheggiamo nel piazzale del Museo (ci sono le indicazioni).
Visita al museo, girovagare tra le vie di una cittadine che, prima di quell'ottobre 1963 contava oltre 3000 abitanti e che per
quarant'anni è rimasta abbandonata come una Chernobyl italiana per la paura di nuovi smottamenti, significa aver tempo per riflettere e per
conoscere un mondo scomparso per colpa dell'uomo e della sua smania per il denaro. E' ora di cena: l'Albergo Ristorante Margherita di Cimolais si dimostra una scelta molto valida. Finirà sicuramente presto nella pagina dei Consigli Di Viaggio... e il capretto pasquale che fa da secondo alla cena non verrà dimenticato molto presto :)
Lunedì mattina: dormire a Cimolais significa silenzio e tranquillità... peccato quelel meledette campane che già alle 6.30 suonano a festa!!! Affrontiamo con tranquillità anche i bellissimi tornanti di Codissago (vista la temperatura delle gomme e dell'asfalto) e, prima di giungere a Longarone, diamo un'ultima occhiata alla minacciosa diga che spunta in alto, all'inizio del canyon.
Attraversiamo la trafficatissima statale che porta schiere di vacanzieri a Cortina, mentre noi infiliamo la Val Zoldana. Scendiamo a La Valle Agordina, poi evitiamo accuratamente il trafficato centro di Agordo. Troviamo infatti una provinciale che ci porta a Voltago Agordino e poi a Frassene, dove ci facciamo preparare in un alimentari qualche ottimo panino... dopo Frassene infatti c'è la Forcella Aurine e poi la ripidissima discesa per il Vallone del Mis. Il Vallone del Mis è un posto splendido: prima gallerie strettissime accanto al canyon formato dal fiume, poi il lago, infine, verso Sospirolo, prati e campagne coltivate con la cura e l'ordine degni dell'Impero Austro Ungarico (questo per me è un complimento!)... peccato che il giorno di pasquetta ci siano migliaia e migliaia di campeggiatori e gitanti impegnati in ogni sorta di pic-nic....
Dopo Sospirolo facciamo rotta per il Passo di San Boldo passando da Meano, Longano, Sant'Antonio Tortal... Ritorniamo a Conegliano a prendere l'autostrada: non vogliamo far tardi, perchè sulla Romea troveremo il traffico del rientro dalle spiagge e dal week end di pasqua...
Albergo Ristorante Margherita Via Roma, 7 - 33080 Cimolais, PN - Tel. 0427.87060 www.parks.it/alb/margherita Due stelle con una dozzina di camere in tutto, gestito con grande cordialità e simpatia. Pulitissimo, ordinato e veramente accogliente. Prezzi per stanza e colazione nella media. I prezzi del ristorante non sono economicissimi, ma la qualità l'abbiamo trovata veramente eccellente: il capretto che ci hanno fatto assaggiare per la cena il giorno di pasqua... rimarrà tra i più bei ricordi di questo week end :) Ottimo anche il Cabernet imbottigliato appositamente per l'Albergo! Consigliatissimo. 10 aprile 2007 |
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