AIKIDO

Aikidō (合気道 , Aikidō ? anche (合氣道, ? usando un più antico kanji) letteralmente significa "via [] dell'armonizzazione [ai] dell'energia [ki]"), è una moderna arte marziale giapponese praticata a mano nuda e con armi tradizionali (bastone, spada, pugnale) chiamati ken (spada), jo (bastone) e tomaucci(il pugnale). I praticanti vengono chiamati aikidōka (合気道家, aikidōka?). Fu sviluppata da  MORIEI  USESHIBA (植芝盛平, Morihei Ueshiba?) (anche chiamato dagli aikidōka Ōsensei (翁先生, Ōsensei? "Grande maestro")) a cominciare dagli anni trenta del '900. Il fondatore continuò ad insegnare la sua arte sino a poche settimane dalla morte, praticando nonostante un tumore allo stomaco in fase terminale.

        Ueshiba fuse le sue conoscenze di varie arti marziali (v. storia) per creare un’Arte Marziale moderna, che sfrutta leve articolari e proiezioni per neutralizzare una grandissima varietà di attacchi portati da una o più persone.

         I fondamenti dell’Aikido sono riscontrabili nel suo stesso nome, composto da tre diversi ideogrammi:

http://www.aikidopiombino.it/kanji_ai%20bianco.gif     AI: Unione, Armonia

http://www.aikidopiombino.it/kanji_ki%20bianco.gif      KI: Energia

  http://www.aikidopiombino.it/kanji_do%20bianco.gif    DO:

Via, Cammino spirituale

 

Gli ideogrammi Ai e Ki rispecchiano, dal punto di vista pratico, il fatto che in Aikido non si debba mai opporsi ad una forza; piuttosto si cerca di armonizzarsi ad essa, in modo da poterla guidare verso la conclusione a noi più congeniale senza sfruttare la forza fisica.

        Se questi sono elementi in parte comuni ad altre Arti Marzali, è il termine Do a conferire all’Aikido maggior complessità e bellezza: le tecniche marziali oggetto di studio, seppur presentino un notevole potenziale di efficacia, sono in realtà uno strumento per perseguire obiettivi interiori, in accordo con i principi filosofici ed etici del fondatore

La pratica dell’Aikido si compone di vari ambiti. La prima parte di un allenamento “tipo” viene dedicata al riscaldamento, per preparare il corpo e la mente alla successiva pratica, e allo studio delle “ukemi”, le cadute.

Dopo brevi esercizi individuali (tai sabaki - spostamenti e movimenti di base dell’Aikido) si passa alla pratica vera e propria, in cui i praticanti lavorano a coppie e alternandosi nel ruolo di “difensore” e “attaccante”. Così come le cadute, le tecniche vengono

proposte prestando molta attenzione alla didattica e alla gradualità dell’apprendimento. Oltre allo studio di difese da prese, calci e pugni, vengono studiate anche tecniche da eseguire su attacchi a mano armata.

Altro ambito importante  della pratica è costituito dallo studio delle armi tipiche dell’Aikido: il jo, bastone di un metro e 28 cm, ed il ken, riproduzione in legno della Katana giapponese. Il loro studio, ben lungi dall’essere fine a se stesso, permette ai praticanti di coltivare elementi utili nella pratica a mani nude, come posture corrette, concentrazione, distanza e attenzione.

Se gli elementi pratici possono in qualche modo essere ricondotti ad altre Arti Marziali, dalle quali in fondo si sono evoluti, è lo spirito dell’Aikido a renderlo unico.

Così come dal volere del suo fondatore, l’Aikido è improntato al massimo rispetto per se stessi e per gli altri; questo si traduce non solo nella ricerca di una risoluzione non violenta dei conflitti (v. storia), ma anche in una precisa etichetta che regola i comportamenti sul tatami.

L’Aikido è un’Arte, e come tale ha la capacità di portare alla luce l’interiorità e le caratteristiche di chi lo pratica; una volta esplicitati i propri aspetti positivi e negativi, starà al singolo individuo decidere se e come lavorare su di essi; certo è che, se vuole progredire nella pratica, non potrà far finta di non vederli.Tecnicamente le radici dell'aikidō sono molteplici e affondano negli innumerevoli stili di combattimento che il Fondatore apprese durante la prima metà della sua lunga vita. Alcuni principi fondamentali (quelli dell'aiki, ossia dell'armonizzazione dell'energia interiore) in parte in una antica arte marziale nota come  DAYTORYU AYKJIHJITSU 大東流合気柔術, Daitōryū Aikijūjutsu?), di cui Ueshiba divenne maestro sotto l'insegnamento dell'ultimo discendente di un clan guerriero del Giappone feudale. Per la parte armata l'aikido è una sintesi di vari stili di combattimento con spada, bastone, lancia e affini. Ad ogni modo il Fondatore fu esperto praticante di moltissimi stili ed arti di combattimento, tanto da divenire famoso per la sua imbattibilità contro qualsiasi sfidante. L'aikido è una geniale sintesi tecnica di questo universo marziale del Giappone del primo novecento, a cui il Fondatore diede una profonda impronta spirituale, soprattutto durante l'ultima fase della sua vita. Infatti, va sottolineata la differenza tra aiki-jutsu (tecniche di combattimento basate su principi aiki – armonizzazione dell'energia interiore), dalla denominazione di aiki-do (ossia "via" dei principi aiki), che il fondatore attribuì alla sua arte, per enfatizzarne il contenuto trascendente. La spiritualità di Ueshiba si esprimeva in forme molto personali nei rituali e nelle pratiche Shintoiste che avevano radici antiche e che spesso erano di difficile comprensione anche per i suoi più stretti allievi ed amici. In questa "svolta" spirituale fondamentale fu l'incontro di Ueshiba con una importante

personalità nipponica dei primi del novecento, Onisaburo Deguchi, sacerdote di una setta nota come Omoto-kyo, di cui il fondatore divenne amico e discepolo.

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