Dopo
due giorni che sono a Cremona mi accorgo che il suo suono mi
accompagna, lo ammiro col cuore in festa appena arrivata in città,
la sera prima, con il mio bagaglio, e quando vado via lo saluto.
Ha cullato il mio sonno, ha seguito i miei passi, mi ha
rinfrancato lo spirito, si è inserito come interlocutore
gradevole e discreto nelle conversazioni con il prossimo.
E
poi il Duomo: un'esplosione di bellezza e di ricchezza che
lascia veramente ammirati e sbalorditi.
Poco
dopo il piazzale della stazione si diparte via Palestro, che
presenta una gran quantità di istituti scolastici superiori ed
una lunghissima serie di imponenti palazzi signorili la
costeggia da tutte e due i lati. I porticati sono maestosi,
importanti.
Questa
è anche la strada del rinomato Conservatorio, attualmente in
fase di ristrutturazione.
A
via Palestro comincia anche la pista ciclabile. La bicicletta è
infatti il mezzo di trasporto preferito dai cremonesi, dato il
territorio completamente pianeggiante. Fin dalla mattina presto
a bordo delle loro biciclette sciamano per la città uomini,
ragazzi, anziani, donne dalle grandi tette (le "tettass"
delle donne sono un'altra caratteristica di cui si parla per
Cremona).
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Piazza Stradivari, ai piedi del Torrazzo, è circondata di
biciclette in sosta. La piazza è il salotto buono della città,
il luogo deputato dai cremonesi per chiacchierare e per prendere
il caffè, seduti su graziose sedie di vimini ed appoggiati a
tavolini rotondi, anch'essi di vimini, poco distanti dalla
loggetta che spicca sulla piazza. Tutto intorno una serie di
negozi importanti, come quelli sotto i portici, sul lato
sinistro, provenendo dalla stazione, e poi ristoranti, bar,
caffetterie. E lì vicino il bellissimo palazzo delle Poste, con
i suoi stucchi e le sue decorazioni, e poco più giù il Cinema
Tognazzi.
Come
succede in tutte le città di provincia di medie dimensioni,
l'arrivo del forestiero (soprattutto se con borsone a carico)
viene subito notato.
L'atmosfera
cittadina è rarefatta, i ritmi di vita rilassati. La gente è
civile e riservata, forse troppo riservata. Forse per questo di
Cremona si conosce ancora così poco. Eppure i luoghi della
cultura sono tanti: il Teatro Ponchielli, il palazzo Trecchi, i
palazzi dell'Università (nata da una decina d'anni), tanto per
citarne alcuni.
Il
colore dominante sembra essere il rosso, quello dei mattoni del
Turrass e del Duomo, e dei palazzi del centro, tra cui il
palazzo Militi, il palazzo del Comune ed anche il Trecchi, che
si presenta con i soffitti superbamente affrescati e con
suggestivi portici. Una struttura magnifica. Il Trecchi è stato
acquistato da una famiglia milanese. Vi si svolgono concerti,
conferenze, mostre.
Le
chiese, poi, numerose e sparse per tutto il circondario,
testimoniano la fervida devozione dei cremonesi e sono da
visitare perchè ognuna di esse racchiude una particolarità,
nasconde un piccolo tesoro.
Il
patrono della città è sant'Omobono. Era costui un cremonese
passato alla storia per la sua grande carità, che gli
permetteva di elargire i suoi averi a chiunque ne avesse
bisogno. Per questo motivo ancora oggi in città si dice,
in dialetto cremonese "Cosa credi che io sia come sant'Omobono?",
riferendosi ai limiti economici che ogni persona,
presumibilmente, ha.
Per
quanto riguarda i punti di ristoro, questi non mancano, ma per
il turista, lo studente o il lavoratore che voglia mangiare bene
a prezzi popolari, ci sono due mense: quella ferroviaria e
quella di via Torriani, dietro al Duomo. Quest'ultima
si chiama "44 piatti".
Infine
è quasi d'obbligo acquistare un pezzo di torrone, sempre in
zona Duomo. Due sono i tipi
più diffusi, alla mandorla ed al cioccolato, ma si possono
trovare anche spumoni, biscotti da the, sbriciolata, caramelle
alla gelatina ed altre prelibatezze. Il tipo di torrone che
cattura subito l'attenzione è quello a forma di violino. Anche
se vi è da dire che il packaging si limita ad un involto
trasparente, mentre a San Marco dei Cavoti, il paese sannita
gemellato con Cremona con la quale ha in comune la produzione
artigianale di torrone, un'attenzione molto maggiore è rivolta
proprio alla confezione, che la rende un oggetto a sé stante,
da ammirare e, spesso, da conservare. Senza nulla togliere alla
qualità del prodotto, che si trova a livelli di eccellenza.
La
vita della città sembra gravitare intorno al suo centro
storico.
La
città che un tempo ha fatto parte della Repubblica Cispadana,
è oggi un luogo dove trovano accoglienza gruppi etnici diversi,
in un rapporto rispettoso dei diritti umani, anche se non sempre
felice e risolto, soprattutto con la minoranza musulmana.
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