Principi di Ecologia della Forma

(Gestaltecology)

PREFAZIONE

Le dispense raccolgono gli argomenti delle lezioni inerenti il Seminario dal titolo "Ecologia della Forma" tenuto alla Facoltà di Scienze Politiche dell'Università di Pavia, presso il Corso di Sociologia Urbana e Rurale del prof. Claudio Stroppa negli anni 1982, 1991, 1992, 1995, 1996, 1997, 1998, 1999 aggiornate a quest'anno e che sono frutto di una lunga attiva ricerca su questo argomento, consolidata da un collegamento interattivo continuo con le mie ricerche di architetto, pittore e studioso di Sociologia Rurale e Urbana e di Filosofia della Natura, nascono da un interrogativo specifico.

Come mai esiste ancora oggi da parte delle Amministrazioni Pubbliche e delle maggiori Università una quasi totale incapacità (al contrario delle epoche passate) di voler comprendere l'espressione formale (Gestaltica) storica insita nelle varie località che formano il Territorio. E come mai non si è generalmente capaci di volgerla in un fatto culturale proiettivo verso la nostra contemporaneità?

La risposta a questo duplice interrogativo ha, sia un riferimento storico di tipo catastrofico, sia un riferimento di atteggiamento comportamentale post-catastrofico da parte delle Comunità Locali, specialmente europee.

L’anello mancante

Il riferimento storico di tipo catastrofico consiste nelle vicende delle due guerre mondiali del 1914/18 e del 1939/45. Esse, con i 30 milioni di giovani morti, hanno di fatto interrotto, dal punto di vista generazionale, il collegamento degli studi teorici, sperimentali empirici pragmatici della questione Gestalt*, con il diretto sapere espresso dal lavoro creativo delle varie comunità presenti sul territorio europeo. E’ l’anello di collegamento mancante. Il riferimento di atteggiamento comportamentale post-catastrofico consiste nell’essere disponibili ad entrare nel mondo affascinante del nostro rapporto attivo con il Territorio estetico locale. Ed in particolare vuol dire studiare e ristabilire, noi contemporanei, le complesse interazioni con l'ambiente che ci circonda. Diventare così noi stessi, come nel passato pre-catastrofico, gli attori, nelle nostre specificità, delle scelte sulla corretta trasformazione del Territorio stesso. Ne consegue che occorrerà ricostruire e ricostituire nella storia i vari collegamenti, le connessioni, le relazioni, in una parola le interazioni, che intercorsero tra il Territorio inteso come insieme delle percorribilità e presenze umane che, dal punto di vista morfologico, hanno caratterizzato la località: questo ci permetterà di riflettere sul significato del nostro diritto a vivere in un contesto ambientale contemporaneo di carattere estetico e sulla crisi della capacità di cui si diceva prima e le possibili vie per un suo superamento.

¨

*GESTALT (1a)

Gestaltpsycologie=Psicologia della forma.

Orientamento della psicologia contemporanea sorto all’inizio del ’900 in Germania ad opera di M. Wertheimer*, W. Kö hler**, K. Koffka***.

Si oppose sia all’associazionismio sia al comportamentismo, sostenendo che la percezione coglie, anzichè somme o giustapposizioni di particolari, totalità strutturate secondo forme globali.

La teoria, dapprima psicologica, si è in seguito allargata in una concezione filosofica generale dei fatti biologici e fisici (Wertheimer, Kö hler, Koffka). Essa consiste nel considerare i fenomeni non più come una somma di elementi che si tratta innanzitutto di isolare, di analizzare, di sezionare, ma come degli assiemi (Zusammenhä 3nge) costituenti unità autonome, che manifestano una solidarietà interna, ed hanno leggi proprie. Ne consegue che il modo d’essere di ogni elemento dipende dalla struttura dell’insieme e delle leggi che lo reggono. Nè psicologicamente, nè fisiologicamente, l’elemento preesiste all’insieme: esso né più immediato né precedente; la conoscenza del tutto e delle sue leggi non può essere dedotta dalla conoscenza separata delle parti che vi si incontrano. Di più, secondo questa dottrina, si ha per ogni tipo di fenomeno una gerarchia di forme possibili, nel senso, del vasto significato dato alla parola tedesca Gestalt: struttura (anche interiore), organizzazione, e quando le condizioni esterne lo permettono, si determina una trasformazione spontanea che va verso una forma "migliore" (a meno che "la migliore" forma non sia già realizzata ).

°°°

Bibliografia

* M. Wertheimer, Drei Abhandlungen zur Gestalttheorie, Erlangen, 1925.

M. Wertheimer, Productive thinking, New York-London, 1939.

** W. Kö hler, Gestalt Psycology, London, 1930.

*** K. Koffka, Priciples of Gestalt Psychology, New York, 1935.

In italiano:

David Katz, La Psicologia della forma, Giulio Einaudi Editore, Torino (1950).

C. Musatti, La psicologia della forma, Rivista di filosofia, 1929.

C. Musatti, I fattori empirici e la teoria della forma, Rivista di Psicologia, 1930, 26, p.259.

C. Musatti, Forma e movimento, Atti del Reale Istituto Veneto di scienze, lettere ed arti, 1937.

C. Musatti, Elementi di psicologia della forma, Padova 1938.

E. Rignano, La teoria della nuova scuola psicologica tedesca contrapposta all’associazione della scuola psicologica inglese, Rivista di Psicologia, 1927, 23, p.185.

Kurt Lewin, Principi di Psicologia Topologica, OS, Firenze (1970).

°°°

PSICOLOGIA

Termine, risalente al sec.XVII, che designa lo studio e l’osservazione dell’anima umana: fino al sec.XIX era considerata una disciplina filosofica, in quanto si proponeva come problema principale quello della natura dell’anima; soltanto nel sec. XIX, per merito dei tedeschi Weber, Fechner e Wundt, essa diventa una scienza autonoma con un metodo rigoroso, analogo a quello delle scienze naturali, volta a descrivere i fenomeni della vita affettiva e mentale

istinti, emozioni, sentimenti, percezioni, memoria, volontà, intelligenza

e a determinarne le concezioni.

°°°

(1a) queste note sintetiche esplicative sono tratte dal Dizionario critico di Filosofia Lalande dell’ISEDI -1971.

PREMESSA

L’ambiente cosmico in cui siamo immersi

Prima d’affrontare gli argomenti specifici della ricerca morfologica sul territorio occorre che noi siamo consapevoli del carattere strutturale del contesto fisico in cui viviamo. Vale a dire di conoscere, almeno nelle linee principali, dal punto di vista delle Leggi della Natura, come è considerato e interpretato lo spazio e il tempo da noi contemporanei.

L’intervallo di tempo in cui ognuno di noi è bambino è definito dal nostro percorso (solidale con la Terra) di circa 12 giri attorno al Sole. Dodici percorsi lungo una geodetica che rappresentano un evento spazio-temporale di carattere geometrico.

Ne consegue, che fin dall’origine della nostra vita e nel suo periodo formativo di evoluzione adattativa, esiste una stretta connessione, insita nella natura umana (che risulta formativa e determinante per tutta la nostra vita), tra uno spazio topologico metrico della Terra nel suo viaggio attorno al Sole (e alla Galassia) e la fisicità del nostro corpo in relazione alla morfologia del territorio estetico in cui viviamo che è composto dalla totalità delle opere dell’uomo. Esse siano di carattere agricolo o urbano o misto e delle componenti espressive che le comunità locali tramandano nel tempo, come anche dal linguaggio e dai suoni di quella località: nell’insieme esse formano quello che noi definiamo il paesaggio, che altro non è se non la natura locale antropizzata e che costituisce quello che noi oggi chiamiamo l’ambiente.

L’ambiente, nella sua fisicità, è quindi una sorta di stratificazione storica nel tempo (numero di giri attorno alla nostra stella) di tutti gli eventi morfologici operati dalla comunità locale. Il compito affidato dalla storia ai contemporanei nelle varie epoche, non è altro che quello di sommare (stratificare) il proprio apporto alle opere esistenti delle comunità precedenti.

Dal punto di vista spaziale della località essi hanno la possibilità di sommarle al di sopra, al di sotto o a fianco dell’esistente. Nei primi due casi si tratta di stabilire con l’esistente un rapporto estetico di ristrutturazione, nell’altro di stabilire con l’esistente un rapporto estetico con un’opera interamente nuova, che quindi appartiene tutta alla propria epoca.

Quasi sempre questo fenomeno è dettato dalle globali esigenze e vocazioni del corpo sociale, nella sua interezza storica, corpo che ne è quindi l’autore storico con tutte le categorie, nel bene e nel male, delle proprie responsabilità di fronte alla storia.

L'Ecologia della Forma, è una libera invenzione comportamentale del pensiero dell’uomo, è un concezione interattiva, una disciplina, sedimentata nella storia, che le comunità hanno sempre applicato a livello anche inconscio ma che è insita in ogni località territoriale ed è sempre esistita. E' paragonabile ad una sorta di codice genetico di tutte le risorse utilizzate in modo interattivo dall'uomo per costruire il proprio ambiente di vita: da quelle materiali a quelle espressive comportamentali, da quelle tecniche e costruttive a quelle dell'arte.

E’ soltanto nella nostra epoca che si è tentato di dare alla concezione di Ecologia della Forma, che meglio si dovrebbe dire Gestalt Ecologia una struttura logica e di costruire una sorta di insieme di regole di applicazione.

Esse si basano su di una originaria legge fisica della natura (della relatività generale estesa (1)) in cui la curvatura locale è uguale alla corrispondente densità di energia: gli esseri viventi nascono lungo la direttrice radiale rispetto al centro della Galassia e, nei loro percorsi attorno al Sole (e alla Galassia), vivono e si evolvono solidali alla geodetica che è la forma geometrica dello spazio-tempo curvo. Questa struttura morfologica geometrica (da qui il nome di Ecologia della Forma) è quindi insita nella genetica della struttura vivente, persino nel DNA e risulta formativa e determinante per tutta la nostra vita.

La costruzione di queste regole di applicazione è divenuta una sorta di libera metodologia applicativa, che di volta in volta occorre costruire, perché legata e interconnessa con le problematiche ambientali locali, che variano da località a località, ed è stata iniziata ed ha trovato applicazione contemporaneamente alla nostra attività di ricerche teoriche e di progettualità architettonica sui vari territori estetici locali.

Il principale problema che l’Ecologia della Forma pone a noi contemporanei nella sua applicazione, è quello di studiare le interazioni con l’ambiente che ci circonda e diventare noi stessi gli attori delle scelte sulla corretta trasformazione del territorio stesso.

Ne consegue che occorre ricostruire nella storia i vari collegamenti e gli interscambi di informazioni a tutti i livelli, in una parola le interazioni che intercorsero tra il territorio estetico e le presenze umane che hanno caratterizzato le località: ciò per sottolineare il nostro diritto a vivere in un contesto ambientale contemporaneo di carattere estetico, dove l’arte della Gestalt dell’architettura deve essere portata al massimo livello di espressione ambientale: suolo ed edifici.

Uno degli strumenti fondamentali di cui questa ricerca si avvale sono le matrici formali: ciò che le comunità locali hanno individuato e reperito nel luogo di insediamento ed in seguito hanno utilizzato per costruire progettualmente il loro territorio. Nella fase applicativa queste matrici debbono essere individuate, selezionate ed elaborate in modo interattivo con le varie componenti dei quesiti compositivi imposti dal progetto per poi attuarne la sua realizzazione. Per scoprirlo occorre quindi una sorta di lavoro di decodificazione di questo vasto Codice che ognuno di noi ripercorre percettivamente, sia a livello fisico che mentale, nella vita di ogni giorno.

L'atteggiamento più favorevole per decodificare è quello di porsi in un rapporto interattivo con tutte le componenti ambientali. Ma dobbiamo intenderci sul significato del termine interazione. Avremo modo di approfondire questa importante questione anche in seguito. Ma fin d'ora dobbiamo precisare che esso significa soprattutto scambio di informazioni. A tutti i livelli. Porsi in un rapporto interattivo vuol dire quindi essere disposti ad uno scambio di informazioni, in atteggiamento di interscambio, dare e ricevere informazioni percettive, con le persone e l'Ambiente, sia dalla Natura che da quello costruito dall'Uomo, sia Reale che Virtuale e correlarle tra loro.

Il ruolo delle Arti Visive, dell’Architettura e della Filosofia della Natura

Occorre subito precisare che il carattere morfologico di un ambiente e di conseguenza del territorio estetico non nasce per caso. Esso dipende strettamente da un insieme d'accadimenti che si manifestano nelle comunità locali e che sono ora studiati, rappresentati e descritti dai Sistemi Evolutivi adattativi Complessi della Pittura (delle arti figurative in genere) dell’Architettura e della scienza contemporanea secondo un percorso non lineare e interattivo. Questo percorso si ramifica dall’indagine conoscitiva del territorio estetico locale, con la rappresentazione dell’arte pittorica delle comunità locali, con la conseguente individuazione di una sorta di vocabolario della fisicità delle forme delle località: dalla rappresentazione della morfologia del suolo, alle spazialità dell’Architettura locale.

Nel suo insieme stabilisce la relazionalità interattiva con la rappresentazione del mondo della scienza coeva. Per una maggiore comprensione di sintesi dei processi evolutivi correlati vengono qui presentati i quattro diagrammi dai titoli che seguono.

1)- Sistemi evolutivi (adattativi) complessi interattivi con l’Ecologia della Forma.

2)- Processi del Sistema Evolutivo(adattativo) Complesso dell’Architettura in relazione

all’Ecologia della Forma.

3)- Processi del Sistema (adattativo) Complesso della Pittura (arti visive) in interazione

con l’Ambiente Interno.

4)- Processi del Sistema (adattativo) della Fisica Teorica (Filosofia della Natura)

in interazione con l’Ambiente delle Leggi della Natura.

 

 

Vai alla Home Page   E-mail