Società:

 

Comunicato della Compagnia delle Opere sulla situazione oggi in Italia

Al lavoro!
 

 

 
E’ difficile non essere preoccupati per le sorti dell’Italia. Le vicende dei bond Cirio, il caso Parmalat, gli scioperi selvaggi hanno in fondo la stessa radice: gli interessi di parte, anche quando vengono chiamati diritti, vengono fatti valere più del bene comune.

Tutto questo, insieme alla non volontà delle Istituzioni e della classe politica a ricercare un vero dialogo per trovare soluzioni positive, accade in un Paese in cui, per affermare il diritto come criterio dell’azione e dei rapporti, si è fatta una rivoluzione giudiziaria, il cui esito oggi vediamo essere – paradossalmente – la deriva del diritto stesso.
Una lenta deriva verso il nulla.

Così, a livello personale e sociale, nichilismo e manicheismo sembrano i soli approdi cui tendere.

Ma sul nulla non si può costruire, tanto meno rapporti giusti, che non siano fondati, ultimamente, sulla violenza. Né si può sperare.

La speranza è possibile solo a partire da qualcosa che viene prima del diritto: dal riconoscimento della positività della realtà, una positività in atto, un significato che è fuori di noi, a cui il nostro essere inesorabilmente tende e drammaticamente chiede.

Questo riconoscimento fonda un lavoro per cercare e affermare il senso della vita e della realtà.

Noi abbiamo puntato su questo lavoro perché è il significato – il vero, il giusto, il bene - della realtà che fonda il diritto. Ed è solo la tensione ad esso che consente gratuità e responsabilità, che sono le condizioni per una vera convivenza.

Senza la tensione di ciascuno al Bene, non si può costruire il bene comune. A nessun livello.

Compagnia delle Opere
 

 

Società: «Comunicato della Compagnia delle Opere sulla situazione oggi in Italia. Al lavoro!», CDO 16 gennaio 2004

 

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