Società:

La lezione (dimenticata) di Nassiriya

Rossi e neri
 

«I promotori della manifestazione del prossimo 13 dicembre in sostegno del “popolo iracheno che resiste” sono sia esponenti dell’estrema destra che dell’estrema sinistra. Motore dell’iniziativa sono i responsabili del Campo antimperialista. Si autodefiniscono “Rete internazionale che raggruppa più di venti movimenti di liberazione, partiti rivoluzionari e associazioni di lavoratori e di oppressi».

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Il Foglio, 2 dicembre 2003


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Società: «Rossi e neri», Il Foglio, 2 dicembre 2003


 
Rassegnina   La lezione (dimenticata) di Nassiriya
  • Rossi e neri
    Il Foglio, 2 dicembre 2003
    «I promotori della manifestazione del prossimo 13 dicembre in sostegno del “popolo iracheno che resiste” sono sia esponenti dell’estrema destra che dell’estrema sinistra. Motore dell’iniziativa sono i responsabili del Campo antimperialista. Si autodefiniscono “Rete internazionale che raggruppa più di venti movimenti di liberazione, partiti rivoluzionari e associazioni di lavoratori e di oppressi».
     
  • Vittorio Feltri
    Milano senza testa
    Libero, 3 dicembre 2003
    «Lunedì a Milano era in atto lo sciopero dei mezzi pubblici, anticipato dai sindacati autonomi di alcune ore giusto per fregare i cittadini… Le paghe dei tranvieri e simili sono davvero risibili, inadeguate. Ora scopriamo un’aggravante, almeno per quanto riguarda Milano. L’Atm invece di aumentare gli stipendi ai dipendenti meno retribuiti, nel 2001 ha investito 10 milioni di euro in obbligazioni Cirio, impresa andata a pallino».
     
  • Gabriele Romagnoli
    Il sentimento di terrore che il fatalismo annulla
    la Repubblica, 3 dicembre 2003
    In tutto il Medio Oriente è diffuso pensare che ciò che accade doveva di necessità accadere. La fede religiosa e la convivenza quotidiana con il pericolo sono antidoti al timore. Ho scritto questo articolo su un aereo che volava da Beirut a Parigi. Al momento del decollo ho notato che due passeggeri si sono fatti il segno della croce e poi si sono avvinghiati ai braccioli delle poltrone. Uno era francese, l’altro italiano. Qualche musulmano ha pregato, ma nell’ora stabilita, mentre eravamo tranquillamente in alta quota e nessuno più aveva paura».

 

Commento:

 

Solo alcuni giorni fa, per i funerali dei soldati di Nassiriya, non si parlava altro che di solidarietà e unità del popolo come valori resuscitati e irrinunciabili per un patriottismo vivo. Ma, come spesso accade, si dimentica in fretta: i tranvieri, per dimostrare davanti al popolo quanto siano fondamentali, non hanno resistito all’imbroglio di anticipare lo sciopero; l’Atm, pur cosciente dei bisogni dei lavoratori che rappresenta, non ha resistito alle “fregole” speculative degli investimenti Cirio. Certa destra e certa sinistra che sfileranno il 13 dicembre, si illudono di sostenere la strenua resistenza del popolo iracheno camminando per le vie della città: essere podisti però, è tutt’altra cosa dall’essere generosi e dal contribuire, anche materialmente, al miglioramento della vita dei più poveri. Piccandosi di fare, al popolo italiano, una lezione sul popolo musulmano, il giornalista di Repubblica celebra la mancanza di paura dei kamikaze, facendo facilmente intendere il fatalismo musulmano uguale alla provvidenza cristiana.


Mancano coerenza e dignità al pensiero di oggi; manca la dignità; manca l’attaccamento alla verità, da cui - invece - l’umiltà di farsi correggere e la prontezza al bene. In compenso, un egocentrismo corporativo e una presunzione smodati: troppi urlano, pochi si piegano sugli altri.


«Bisogna incontrare l’amore prima di aver incontrato la morale. Altrimenti, lo strazio», profetizzava Camus.
 

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