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Antidoti
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Liam
Apprendo con gioia (ag. Zenit)
che, su iniziativa del musicista americano Ray Herrman, il
famoso attore Liam Neeson (Schindler List) darà voce a
una Via Crucis su musiche di s. Alfonso de’ Liguori. Herrman è
cattolico è ed vincitore di un Grammy Awards (l’Oscar della
musica), ha lavorato anche con Christina Aguilera, i Chicago,
Carlos Santana, Bob Dylan, Stevie Wonder. Il suo marchio
discografico Little Lamb Music ha messo in vendita un Cd
intitolato “Praying The Way of the Cross” (Pregando la
via della Croce). Herrman è un cattolico da rosario, che si
aggira in un mondo, quello dello spettacolo, dominato da ben
altre mentalità. Ma gli americani hanno questo di buono: amano i
soldi, da qualunque parte provengano. E sanno che i cattolici
negli Usa sono davvero tanti. Dunque, un investimento in tal
senso non può non essere ampiamente remunerativo. A patto, però,
che si facciano le cose professionalmente. Nel caso in
questione, un attore di primo piano e un musicista dello stesso
rango. Qui in Italia, invece, la musica cattolica è in mano ai
dilettanti. E ai preti, il che è lo stesso. Abituati a ricevere
in dono e non a spendere, al massimo ti fanno lo Zecchino d’Oro:
zero investimento, altissimo guadagno. Ma con questo giro
mentale non si approda a niente e si rimane, sempre,
nell’insignificanza culturale. |
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Costituzione
«All’interno della Democrazia
Cristiana di allora si confrontavano due anime: una che faceva
capo a Giuseppe Dossetti e che trovava una valida sponda in
Giorgio La Pira e Amintore Fanfani, formatasi “nel clima
illiberale prefascista e fascista, e che vedeva nella
Costituzione non uno strumento con il quale porre un limite al
potere […] bensì lo strumento per la pianificazione – un’opera
di ingegneria sociale”; e un’altra incarnata da Alcide De
Gasperi, Luigi Einaudi e don Luigi Sturzo, secondo cui “nessun
principio guida per la politica è migliore di quello liberale”».
Così, riferendosi ai tempi della Costituente, ha affermato il
prof. Flavio Felice, docente di Dottrine economiche e politiche
alla Pontificia Università Lateranense e di Filosofia
dell’Impresa alla LUISS Guido Carli di Roma, nonché direttore
della Fondazione Novae Terrae e presidente del Centro Studi
Tocqueville-Acton. Felice, intervistato da Mirko Testa per
l’agenzia Zenit.org (4.3.09), di fronte all’attuale crisi ha
dato voce, col suo libro intitolato
“L’economia sociale di mercato” (Rubbettino, 2008, pp. 128,
€ 8,00), alla «necessità di ancorare nuovamente l’economia
all’eticità e di ripensare allo Stato come arbitro del gioco
economico, lontano però da dottrine interventiste che possano
falsare la libera concorrenza e generare disuguaglianza». Ora,
poiché i novantenni, com’è noto, muoiono di nostalgia per la
loro gioventù («eh, ai miei tempi…!») ecco gli Scalfaro e gli
Andreotti e i Napolitano correre in soccorso alla Costituzione
(ispirata a quella sovietica del 1935: per questo fu
tranquillamente votata dai comunisti di Togliatti). Anche lo
stesso Dossetti uscì dal suo monastero per difendere la sua
creatura dal “mostro di Arcore”, che osava e osa criticare la
Costituzione italiana, che per i novantenni è più sacra del
Vangelo. Quest’ultimo, infatti, per i dossettiani è elastico,
tant’è che lo tirano volentieri dalla loro. Ma la Costituzione è
intangibile. Come il Corano. |
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Dante
Questa è proprio carina e voglio
condividerla. Il 27.2.09, Franco Zeffirelli è stato intervistato
da Paolo Bracalini su «Il Giornale». Tra le altre cose, alla
domanda «E il Dante di Benigni è cultura?» così ha risposto: «Ma
per carità. Io poi sono fiorentino e sentire uno di Prato che
legge Date mi fa diventare matto. Appunto, ma nessuno ha pensato
di fare leggere Dante ad un uomo come Albertazzi? No, Ci vuole
un pagliaccio becero come Benigni». |
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Testamento
Mentre, sull’onda emotiva del
«caso Eluana», il Parlamento discute sul c.d. testamento
biologico, il 23.2.09 il presidente della commissione antimafia,
Pisanu (PdL), dichiara che una legge del genere si rifiuterà di
votarla: «Con la pretesa di disciplinare per legge il fine-vita
si afferma la forza dello Stato sul valore della persona umana.
E questo è in contrasto con l’art. 2 della Costituzione». Non
posso non essere d’accordo. E non solo per la lesa Costituzione
(le costituzioni sono accordi che si fanno e si disfano) ma per
il leso buonsenso. Ogni caso, infatti, è un caso a sé e dovrebbe
essere affrontato tenendo conto della volontà attuale
del paziente, nonché delle valutazioni in scienza e coscienza
del medico e degli eventuali parenti. Come si è sempre fatto.
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Comunisti
Varrebbe la pena di riportarla
integralmente, la lettera che Fabio Cavallari, ex di
Rifondazione Comunista, ha scritto al settimanale «Tempi» del
5.2.09. Cito: «Nata nel 1991 come Movimento dalle ceneri del Pci,
subì la prima scissione nel 1995 ai danni del primo segretario
del partito, Sergio Garavini, che se ne andò (…) dando vita al
Movimento dei Comunisti Unitari, che nel 1998 confluirà nei
Democratici di Sinistra. Nel 1996, dopo il patto di desistenza
con l’Ulivo, se ne andrà in solitudine Mara Malavenda che
fonderà i Cobas per l’Autorganizzazione. Nel 1998 a lasciare il
partito saranno Diliberto, Cossutta e Rizzo che fonderanno il
Pdci. (…) nel 2006, capeggiati da Francesco Ricci, un gruppo di
militanti fonderà il Partito di Alternativa Comunista. Pochi
mesi dopo sarà Marco Ferrando a lasciare il Prc per fondare il
Partito Comunista dei Lavoratori, lo seguirà a ruota Luigi Izzo
che darà vita all’Associazione Unità Comunista. Non passerà
neppure un anno e la corrente interna Sinistra Critica uscirà
dal partito per presentarsi da sola alle ultime elezioni. (…)
l’ultimo congresso che ha visto il Prc spaccarsi in due (…), gli
ex bertinottiani capeggiati da Vendola sotto la bandiera di
Rifondazione per la Sinistra (…), taluni rimarranno nel Prc con
lo stesso nome della corrente Rifondazione per la Sinistra.
Cavallari chiede anche di tenere presenti le correnti interne:
l’area di Ernesto Ferrero, Essere Comunisti, Sinistra Comunista,
FalceMartello, Controcorrente. Conclude Cavallari: «Qui più che
un’analisi politica servirebbe un’analista». Aggiungo io: tutte
queste sigle, e le altre della sinistra, trovano, però,
immediatamente l’unanimità quando c’è da dare addosso alla
Chiesa. Sì, un’analista. E poi l’esorcista. |
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Cina
Così ha scritto il 7.2.09
l’inviato Gian Micalessin su «Il Giornale»: «Prima quell’immensa
diga, i fiumi deviati, le montagne abbattute, i villaggi
spostati nell’indifferenza di un governo sordo e prepotente. Poi
le avvisaglie, i tremori nelle viscere, gli allarmi inascoltati.
Alla fine il cataclisma, le ottantamila vittime innocenti e una
verità che, lentamente, viene a galla». Sì, il terremoto di nove
mesi or sono nella provincia del Sichuan è la conseguenza di una
immane diga costruita a un solo chilometro da una falda sismica.
320 milioni di tonnellate d’acqua riversate nel lago artificiale
di Zipingpu, scavato apposta. Gli ingegneri cinesi avevano
avvertito il governo fin dal 2004-2005, quando gli strumenti
sismologici registrarono 750 piccole scosse d’avvertimento. Ora,
uno studio presentato all’americana Columbia University conferma
tutto. Ma si sa: ciò di cui la Cina sovrabbonda sono gli esseri
umani. |
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Treccani
Cito da
www.loccidentale.it:
«Sono ormai anni che dai politici di centrodestra vengono
prediche appassionate contro l’egemonia culturale della sinistra
e sono anni che si registrano slanci d’orgoglio per dimostrare
che anche il mondo conservatore pullula di cultura e di idee.
Poi però al momento giusto tutto questo va in fumo. Al momento
di indicare un nome per un incarico illustre, per dirigere un
museo, per presiedere un istituto culturale, il centrodestra
tradisce sempre le sue buone intenzioni e preferisce raschiare
il barile della sinistra». A cosa si riferiscono queste parole?
Riassumo: Marcello Pera non è riuscito a superare veti e
sbarramenti per l’incarico di presidente dell’Enciclopedia
Italiana (c.d. Treccani). E chi propone allora il centrodestra?
Giuliano Amato. Sì, avete letto bene. Eh, Pera paga la sua
amicizia-sintonia con Ratzinger. La squadra (e il compasso)
dell’ex Forza Italia è troppo piena di ex socialisti, ex
radicali, ex liberali, ex repubblicani, ex sessantottini per
apprezzare un ex presidente del Senato che, sui temi etici, la
pensa come l’odiato Vaticano. |
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Dossier
Scrive
Paolo
Rodari su «Il
Riformista» (e anche
Andrea Tornielli su «Il
Giornale» del 3 febbario 2009) che in Vaticano gira
da qualche giorno un «dossier Williamson». In sintesi, «la tv
svedese, influenzata da un suggeritore, ha voluto strappare a
Williamson le dichiarazioni che conosciamo sulla Shoà in modo da
usarle a tempo debito» e cioè in concomitanza con la revoca
della scomunica il 21 gennaio. L’intervista di Williamson è
dell’1 novembre 2008. Qualcuno ha suggerito all’intervistatore
di fare domande su certe cose che Williamson aveva detto, anni
prima, in Canada. E qualcun altro, forse dentro al Vaticano, ha
suggerito alla tv svedese di aspettare un paio di mesi perché il
Papa era in procinto di revocare la scomunica. Chi può essere il
suggeritore? Il dossier punta il dito su «una giornalista
francese, Fiammetta Venner. Chi è costei? È una nota attivista
del movimento omosessuale francese, e anche di quello abortista
e laicista. È un’assidua relatrice dei convegni sulla laicità
del Grande Oriente di Francia. La Venner, che lo scorso
settembre in concomitanza del viaggio del Papa in Francia aveva
mandato alle stampe un volume firmato assieme alla sua compagna
Caroline Fourest e significativamente intitolato Les
Nouveaux Soldats du pape. Légion du Christ, Opus Dei,
traditionalistes, è intervenuta nell’ampio documentario
dedicato ai lefebvriani all’interno del quale la tv svedese ha
mandato in onda anche l’intervista a Williamson». Singolare «la
decisione della tv svedese (forse imbeccata da qualcuno dentro
le mura vaticane), che aspetta fino al 21 gennaio a mandare in
onda l’intervista». E c’è di più: «Nei giorni scorsi il giornale
tedesco “Der Spiegel” si è spinto sino a ipotizzare che i
responsabili delle comunità ebraiche più importanti del mondo,
tra queste “il Consiglio Centrale degli ebrei in Germania”,
fossero “stati informati” in precedenza delle dichiarazioni
negazioniste del vescovo ma non abbiano voluto manifestare la
propria contrarietà per intervenire contro il Papa soltanto
successivamente, a cose fatte». |
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Libertà 2
Devo tornare sul tema “Williamson”
perché alcuni di voi mi hanno scritto le loro perplessità.
Innanzitutto, devo pregarvi di scrivere non a me ma al sito,
così che anche gli altri possano partecipare alla discussione (a
meno che non abbiate qualcosa di personale da dirmi, ovvio).
Poi, ho scelto fin dall’inizio la formula della brevità per i
miei Antidoti, perché l’esperienza mi insegna che meno si ha da
leggere e più volentieri si legge. La controindicazione,
naturalmente, è che non tutto si presta ad essere sbrigato in
poche frasi: più delicato è il tema e più articolatamente si
dovrebbe affrontarlo. Tuttavia, gli Antidoti servono a voi, più
che a me: forniscono qualche argomento polemico in più da usare
nelle discussioni (in treno, a tavola, con amici, con
conoscenti, con nemici…). Il rischio di non essere chiarissimo,
per me, è dunque previsto. Ora, poiché nulla mi vieta di tornare
su un tema, ecco qua. 1) Le frasi incriminate di Williamson sono
un “fuori onda” mandato fraudolentemente in tv, sebbene
l’intervistato avesse chiesto esplicitamente all’intervistatore
di non metterlo a rischio di galera. 2) L’intervista è di mesi
or sono ma, guarda caso, viene messa in circolo proprio il
giorno in cui il papa revoca la scomunica ai lefebvriani.
Capirete che la cosa puzza, visto che anche all’interno della
Chiesa non sono pochi quelli che vedono le “restaurazioni” di
questo papa come fumo negli occhi. 3) Per chi ci ha fatto caso,
l’operazione militare a Gaza è cessata giusto a ridosso della
Giornata della Memoria. 4) C’è chi vorrebbe che il papa
revocasse la revoca (infatti, il papa è costretto da mesi a
giustificarsi per aver permesso il rito latino) e, magari,
dichiarasse le camere a gas dogma cattolico. 5) Resto convinto
che le opinioni sulla storia debbano essere dibattute sui libri,
non in tribunale. 6) Certi vescovi arrivano alla ferocia con la
“destra” dei cattolici, mentre nulla, mai, dicono ai vari don
Gallo etc. 7) L’inquisizione laica dilaga e reprime i non
politicamente corretti, cattolici in primis: perché solo questi
ultimi devono, sempre, tenere a freno la lingua? Perché, a furia
di prudenza, devono ammutolire del tutto? |
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