Antidoti


 

Due scienziate esperte nella fecondazione in vitro e fautrici della stessa evidenziano i rischi

Fivet
 

 

Rino Cammilleri


«Il Foglio» del 19 novembre 2004 ha pubblicato un articolo uscito due mesi prima su «Le Scienze» e firmato da due scienziate esperte nella fecondazione in vitro. Le quali sono fautrici della stessa ma, da ricercatrici quali sono, non possono tacerne i rischi. Non farò altro che elencare citazioni.

Con la Fivet «la donna è sottoposta a un inteso trattamento ormonale per ottenere la superovulazione, cioè la maturazione contemporanea di più ovuli. Questo trattamento non è privo di rischi» perché «vi sono stati anche casi mortali». I bimbi nati tramite queste tecniche «sono in più alta percentuale prematuri e sottopeso», inoltre «è raro» che il procedimento «riesca al primo tentativo».

Poi, «il rischio di handicap è risultato più alto nei ragazzi nati con Fivet», e si parla di «paresi cerebrale», nonché di «malformazioni congenite, ritardo mentale, disturbi nel comportamento», i quali «possono comparire anche oltre il primo anno di vita». Ricerche su bambini nati con le tecniche suddette hanno evidenziato che «circa il nove per cento di essi soffriva di almeno una malformazione congenita grave rilevabile a un anno di età». Altre ricerche «hanno rilevato nei nati con fecondazione assistita una prevalenza statisticamente significativa di difetti nel tubo neurale, di atresia dell’esofago e di malformazioni cardiache».

La sindrome di Beckwith-Wiedemann («sovrappeso pre e post natale, lingua grossa e difetti della parete addominale anteriore») si ha «il sospetto» che sia «più frequente» nei bambini nati nei modi descritti. L’aumento dei casi, in questi bambini, di «retinoblastoma, un raro tumore infantile della retina di origine genetica», in uno studio statistico condotto in Olanda nel 2001, «era significativo».

Ma ci sono rischi anche per le madri, «che comprendono sia complicazioni della gravidanza sia effetti a lungo termine». Già abbiamo detto della «sindrome da iperstimolazione ovarica», poi c’è «l’aumentata frequenza di gravidanze ectopiche e di aborti». Poiché la suddetta iperstimolazione favorisce le gravidanze multiple, queste ultime «comportano di per sé un aumento di stress, morbilità e mortalità anche fra le madri».

E «si sospetta» che «l’intenso trattamento con ormoni» possa provocare «un aumento di tumori del tratto genitale o della mammella». Insomma, «i dubbi sull’innocuità di queste pratiche permangono, e la loro riuscita è sempre aleatoria». Infine: «Un’altra ipotesi che va facendosi strada è quella della presenza di difetti ereditari nelle coppie con problemi di sterilità».

Cioè, che «una certa quota di rischio di handicap resti comunque, in quanto insita nella ridotta fertilità dei genitori». E se, invece, facessimo un referendum per l’attuale legge sulle adozioni?
 

 

Antidoti: «Due scienziate esperte nella fecondazione in vitro e fautrici della stessa evidenziano i rischi. Fivet», Rino Cammilleri, martedì 23 novembre 2004
http://www.cammilleri.it/

 

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