Dio

e la

guerra


Gli interventi di Giovanni Paolo II dopo gli attacchi terroristici negli Usa

da l'Osservatore Romano

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11.09.2001

Colpito dall'incredibile orrore degli inumani attacchi terroristici compiuti oggi contro persone innocenti in differenti parti degli Stati Uniti mi urge esprimere a lei e ai suoi concittadini il mio profondo dolore e la mia vicinanza, nella preghiera, alla Nazione in questo oscuro e tragico momento.
Raccomandando le vittime all’eterna misericordia di Dio Onnipotente imploro la sua forza su quanti sono impegnati nelle operazioni di soccorso e nelle cure ai sopravvissuti.
Prego Dio di sostenere lei e il popolo americano in questa ora di sofferenza e di prova»

(Telegramma al Presidente degli Stati Uniti d’America, George W. Bush)

12.09.2001

Non posso iniziare questa Udienza senza esprimere profondo dolore per gli attacchi terroristici che nella giornata di ieri hanno insanguinato l'America, causando migliaia di vittime e numerosissimi feriti. Al Presidente degli Stati Uniti e a tutti i cittadini americani porgo l'espressione del mio più vivo cordoglio. Dinanzi ad eventi di così inqualificabile orrore non si può non rimanere profondamente turbati.

Mi unisco a quanti in queste ore hanno espresso la loro indignata condanna, riaffermando con vigore che mai le vie della violenza conducono a vere soluzioni dei problemi dell'umanità.

Ieri è stato un giorno buio nella storia dell'umanità, un terribile affronto alla dignità dell'uomo. Appena appresa la notizia, ho seguito con intensa partecipazione l'evolversi della situazione, elevando al Signore la mia accorata preghiera. Come possono verificarsi episodi di così selvaggia efferatezza? Il cuore dell'uomo è un abisso da cui emergono a volte disegni di inaudita ferocia, capaci in un attimo di sconvolgere la vita serena e operosa di un popolo. Ma la fede ci viene incontro in questi momenti in cui ogni commento appare inadeguato. La parola di Cristo è la sola che possa dare una risposta agli interrogativi che si agitano nel nostro animo. Se anche la forza delle tenebre sembra prevalere, il credente sa che il male e la morte non hanno l'ultima parola. Qui poggia la speranza cristiana; qui si alimenta, in questo momento, la nostra orante fiducia.

Con partecipe affetto, mi rivolgo all'amato popolo degli Stati Uniti in quest'ora di angoscia e di sgomento, in cui viene messo a dura prova il coraggio di tanti uomini e donne di buona volontà. In maniera speciale abbraccio i familiari dei morti e dei feriti e assicuro loro la mia spirituale vicinanza. Affido alla misericordia dell'Altissimo le inermi vittime di questa tragedia, per le quali ho celebrato stamani la Santa Messa, implorando per loro il riposo eterno. Dio infonda coraggio ai superstiti, assecondi con il suo aiuto l'opera benemerita dei soccorritori e dei tanti volontari, che in queste ore spendono ogni loro energia per far fronte a così drammatica emergenza. Invito anche voi, carissimi Fratelli e Sorelle, a unirvi alla mia preghiera.

Imploriamo il Signore perché non prevalga la spirale dell'odio e della violenza. La Vergine Santissima, Madre di misericordia, susciti nei cuori di tutti pensieri di saggezza e propositi di pace.

Oggi, partecipo sentitamente al dolore del popolo americano sottoposto ieri al disumano attacco terroristico nel quale hanno perso la vita migliaia di esseri umani innocenti e che ha causato inesprimibile dolore nel cuore di tutti gli uomini e di tutte le donne di buona volontà. Quanto è accaduto ieri è stato un giorno buio della nostra storia, un’offesa spaventosa alla pace, un assalto terribile contro la dignità umana. Invito tutti voi a unirvi a me nell’affidare le vittime di questa tragedia all’amore eterno di Dio Onnipotente. Imploriamo il suo conforto ai feriti, alle famiglie coinvolte e a quanti hanno fatto tutto il possibile per soccorrere i sopravvissuti e per aiutare le persone colpite. Chiedo a Dio di concedere al popolo americano la forza e il coraggio di cui ha bisogno in questo momento di dolore e di prova»

(Udienza generale in Piazza San Pietro)


PREGHIERA DEI FEDELI

Il Santo Padre:
Fratelli e sorelle,
con grande sgomento,
di fronte all'orrore della violenza distruttrice,
ma
forti delle fede che sempre ha guidato i nostri padri,
ci rivolgiamo al Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe,

salvezza del suo popolo,
e con fiducia di figli lo supplichiamo
di venire in nostro soccorso
in questi giorni di lutto e di dolore innocente.


Il cantore: Dominum deprecemur: Te rogamus, audi nos.

1. Per le Chiese di Oriente e di Occidente, e in particolare per la Chiesa che vive negli Stati Uniti d’America, perché, pur prostrata dallo smarrimento e dal lutto, ispirandosi alla Madre del Signore, donna forte presso la croce del Figlio, alimentino nei cuori desideri di riconciliazione e di pace e si adoperino per la costruzione della civiltà dell’amore.

2. Per tutti coloro che portano il nome di cristiani, perché, nelle tristi vicende di una umanità piena di incomprensione e di odio, continuino ad essere testimoni della presenza di Dio nella Storia e della vittoria di Cristo sulla morte.

3. Per i responsabili delle nazioni, perché non si lascino dominare dall'odio e dallo spirito di ritorsione, facciano di tutto per evitare che le armi di distruzione seminino nuovo odio e nuova morte e si sforzino di illuminare il buio delle vicende umane con opere di pace.

4. Per coloro che sono nel pianto e nel dolore per la perdita violenta di parenti ed amici, perché in quest'ora di sofferenza non si lascino sopraffare dal dolore, dalla disperazione e dalla vendetta ma continuino ad avere fede nella vittoria del bene sul male, della vita sulla morte e si impegnino a costruire un mondo migliore.

5. Per i feriti e i sofferenti degli insensati atti terroristici, perché ritrovino presto stabilità e salute, e di fronte al dono della vita alimentino nei loro cuori desideri di costruzione, di collaborazione e di servizio per ogni forma di vita, liberi da rancori e da sentimenti di vendetta e diventino operatori di giustizia e costruttori di pace.

6. Per i fratelli e le sorelle che hanno trovato la morte nella
follia della violenza, perché trovino nella pace del Signore la loro sicura gioia e la vita senza fine, e il loro morire non sia vano ma lievito per tempi nuovi di fratellanza e collaborazione tra i popoli.

Il Santo Padre:
O Signore Gesù,
ricordati presso il Padre tuo dei nostri fratelli defunti
e dei nostri fratelli che soffrono.
Ricordati anche di noi e ammettici a pregare con le tue parole:
Pater noster...


Il Santo Padre:
O Dio onnipotente e misericordioso,
non ti può comprendere chi semina la discordia,
non ti può accogliere chi ama la violenza:
guarda la nostra dolorosa condizione umana
provata da efferati atti di terrore e di morte,
conforta il tuoi figli e apri i nostri cuori alla speranza,
perché il nostro tempo
possa ancora conoscere giorni di serenità e di pace.
Per Cristo nostro Signore.
R/ . Amen.

13.09.2001 «In questo momento di lutto nazionale per le vittime degli attacchi terroristici a Washington e a New York, desidero assicurarla personalmente della mia partecipazione profonda al dolore del popolo americano e delle mie sentite preghiere per il Presidente, le autorità civili, per quanti sono impegnati nelle operazioni di salvataggio e nell’assistenza ai sopravvissuti e in particolare per le vittime e le loro famiglie. Prego affinché questo atto disumano risvegli nei cuori di tutti i popoli della Terra la ferma determinazione a rifiutare la violenza e a combattere tutto ciò che semina odio e divisioni in seno alla famiglia umana e a operare per la nascita di una nuova era di cooperazione internazionale, ispirata ai più alti ideali di solidarietà, giustizia e pace»

(Discorso al nuovo Ambasciatore degli Stati Uniti d’America, R. James Nicholson, in occasione della presentazione delle Lettere Credenziali)
16.09.2001 «La Vergine rechi conforto e speranza anche a quanti soffrono a causa del tragico attentato terroristico, che nei giorni scorsi ha ferito profondamente l’amato popolo americano. A tutti i figli di quella grande Nazione dirigo, anche ora, il mio pensiero accorato e partecipe. Maria accolga i defunti, consoli i superstiti, sostenga le famiglie particolarmente provate, aiuti tutti a non cedere alla tentazione dell’odio e della violenza, ma ad impegnarsi a servizio della giustizia e della pace. Maria Santissima alimenti soprattutto nei giovani alti ideali umani e spirituali e la costanza necessaria per realizzarli. Richiami loro il primato dei valori eterni perché, specialmente in questi momenti difficili, gli impegni e le attività quotidiane continuino ad essere sempre orientati a Dio e al suo Regno di solidarietà e di pace»

(Angelus al termine della Santa Messa celebrata a Frosinone)
19.09.2001 «Vi invito a pregare in questi giorni affinché Dio Onnipotente guidi la mente e il cuore dei responsabili del mondo in modo che prevalgano le vie della giustizia e della pace»

(Udienza generale in Piazza San Pietro)
22-27.09.2001 pellegrinaggio in Kazakhstan e in Armenia «Le questioni controverse devono essere risolte non con il ricorso alle armi, ma con i mezzi pacifici della trattativa e del dialogo. Non posso che incoraggiare questa linea d'impegno, che ben risponde alle fondamentali esigenze della solidarietà e della pace a cui gli esseri umani aspirano con crescente consapevolezza»
(Cerimonia di benvenuto in Kazakhstan, 22 settembre)

«Da questa città, dal Kazakhstan, un Paese che è esempio di armonia fra uomini e donne di diverse origini e credenze, desidero lanciare un fervido appello a tutti, cristiani e seguaci di altre religioni affinché cooperino per edificare un mondo privo di violenza, un mondo che ami la vita e si sviluppi nella giustizia e nella solidarietà. Non dobbiamo permettere che quanto è accaduto conduca a un inasprirsi delle divisioni. La religione non deve mai essere utilizzata come motivo di conflitto. Da questo luogo, invito sia i cristiani sia i musulmani a pregare intensamente l’Unico Dio Onnipotente che tutti ci ha creati, affinché possa regnare nel mondo il fondamentale bene della pace. Che le persone di tutti i luoghi, rafforzate dalla saggezza divina, operino per una civiltà dell'amore, nella quale non vi sia spazio per l'odio, la discriminazione e la violenza. Con tutto il cuore imploro Dio di mantenere la pace nel mondo. Amen»
(Angelus al termine della Santa Messa celebrata ad Astana, 23 settembre)

«Di nuovo voglio ringraziare la Provvidenza per avermi permesso di venire qui e di essere qui. Negli ultimi giorni alcuni ritenevano che ciò non sarebbe stato possibile, a causa dei tragici eventi avvenuti negli Stati Uniti. Ma si è visto che è stato possibile, grazie a Dio!»
(Discorso durante la visita di cortesia al Presidente della Repubblica del Kazakhstan, 23 settembre)

«Desidero riaffermare il rispetto della Chiesa Cattolica per l’Islam, l’autentico Islam: l’Islam che prega, che sa farsi solidale con chi è nel bisogno. Memori degli errori del passato anche recente, tutti i credenti devono unire i loro sforzi, affinché mai Dio sia fatto ostaggio delle ambizioni degli uomini. L'odio, il fanatismo ed il terrorismo profanano il nome di Dio e sfigurano l'autentica immagine dell'uomo»
(Al mondo della cultura del Kazakhstan, 24 settembre)

«La pace può essere costruita solo sulle solide fondamenta del rispetto reciproco, della giustizia nelle relazioni fra comunità diverse, e nella magnanimità da parte dei forti»
(Cerimonia di benvenuto in Armenia, 25 settembre)

29.09.2001 «Non possiamo non ricordare anche le vittime del grave attacco terroristico che ha recentemente sconvolto l’America e il mondo. Non cesso di pregare e d’invocare per i defunti la misericordia del Signore, sostegno e conforto per i sopravvissuti e per l’intera umanità il dono prezioso della pace»
(Incontro con la comunità di Castel Gandolfo)
30.09.2001 «Ottobre è il mese in cui si venera Maria Santissima, Regina del Santo Rosario. Nell'attuale contesto internazionale, invito tutti - singole persone, famiglie, comunità - a recitare il Rosario, possibilmente ogni giorno, per la pace, affinché il mondo sia preservato dall'iniquo flagello del terrorismo. La terribile tragedia dell'11 settembre scorso sarà ricordata come un giorno buio nella storia dell'umanità. Di fronte a ciò la Chiesa intende essere fedele al suo carisma profetico e richiamare tutti gli uomini al loro dovere di costruire un avvenire di pace per la famiglia umana. Certo la pace non è disgiunta dalla giustizia, ma essa deve sempre essere alimentata dalla clemenza e dall'amore.
Non possiamo non ricordare che ebrei, cristiani a musulmani adorano Dio come l'Unico. Le tre religioni hanno, perciò, la vocazione all'unità e alla pace. Voglia Dio concedere ai fedeli della Chiesa di essere in prima linea nella ricerca della giustizia, nel bandire la violenza e nell'essere operatori di pace. La Vergine Maria, Regina della Pace, interceda per l'umanità intera, affinché l'odio e la morte non abbiano mai l'ultima parola!»

(Angelus, Domenica 30 settembre 2001)
04.10.2001 «Questa mattina ho ricevuto in udienza l'Onorevole George Bush, ex Presidente degli Stati Uniti d'America, padre dell'attuale Presidente. Ho voluto assicurargli che la nostra Assemblea vive profondamente questa tragedia, che ha scosso tutta l'umanità. L'11 ottobre sarà per tutti noi il giorno della preghiera. Pregheremo anche noi da qui per le vittime e per la pace nel mondo»
(X Assemblea Generale del Sinodo dei Vescovi)
08.10.2001 «Anzitutto desidero condividere con voi ed affidare al Signore l'angustia e la preoccupazione che suscita in noi questo delicato momento della vita internazionale»
(ai pellegrini convenuti a Roma per le beatificazioni)
10.10.2001 «Invito tutti voi a pregare per la pace e a impegnarvi a edificare un mondo senza violenza, basato sul rispetto per la dignità di ogni essere umano»
(ai pellegrini di lingua inglese presenti all'udienza generale)
11.10.2001 Fratelli e sorelle, cari Padri Sinodali, ad un mese dagli inumani attacchi terroristici compiuti in diverse parti degli Stati Uniti d'America, raccomandiamo ancora una volta all'eterna misericordia del Dio dei nostri Padri le innumerevoli vittime innocenti. Chiediamo consolazione e conforto per i loro familiari e parenti, prostrati dal dolore; invochiamo forza e coraggio per quanti continuano a prestare la loro opera nei luoghi colpiti dalla terribile sciagura; imploriamo tenacia e perseveranza per tutti gli uomini di buona volontà nel perseguire vie di giustizia e di pace. Dal cuore dell'uomo il Signore sradichi ogni traccia di astio, di inimicizia e di odio, e lo renda disponibile alla riconciliazione, alla solidarietà e alla pace. Preghiamo perché ovunque nel mondo possa instaurarsi la "civiltà dell'amore"… …O Dio onnipotente e misericordioso, non ti può comprendere chi semina la discordia, non ti può accogliere chi ama la violenza: guarda la nostra dolorosa condizione umana provata da efferati atti di terrore e di morte, conforta i tuoi figli e apri i nostri cuori alla speranza, perché il nostro tempo possa ancora conoscere giorni di serenità e di pace.
(Alla X AssembleaGenerale del Sinodo dei Vescovi, nell'"Hora tertia")
14.10.2001 «Tutto il mese di Ottobre è particolarmente dedicato a questa bella preghiera, carissima al popolo cristiano. A motivo dell'attuale situazione internazionale, ho invitato le persone e le comunità a recitare il Rosario per la pace. Rinnovo anche oggi quest'invito, sottolineando al tempo stesso che il Rosario è contemplazione di Cristo nei suoi misteri, in intima unione con Maria Santissima... Si levi nella Chiesa un'insistente invocazione per la pace con la preghiera del Rosario, in forma sia individuale che comunitaria, tenendo fisso lo sguardo su Gesù Cristo, nostra Pace.»
Preghiera dell'Angelus
16.10.2001 «Il "Padre Nostro" si rivela la preghiera dei fratelli che, consapevoli di non poter raggiungere Dio da soli, confidano di poterlo incontrare insieme, vivendo in comunione tra loro...
Questi pensieri risultano particolarmente attuali dopo i tragici attentati terroristici che hanno colpito gli Stati Uniti d'America, producendo una grave ferita alla pace e alla convivenza civile tra i popoli. Quei drammatici eventi ci esortano a guardare con particolare sollecitudine alla motivazione più profonda del comune impegno per i poveri»

messaggio al Direttore Generale della FAO in occasione della Giornata Mondiale dell'Alimentazione
21.10.2001 «Nell'ora presente non mancano purtroppo situazioni minacciose, che tengono in ansia l'umanità intera... Alle spinte negative che si manifestano nel mondo la Chiesa risponde rafforzando l'impegno per annunciare Cristo, speranza dell'uomo e speranza del mondo!»
Preghiera dell'Angelus
22.10.2001 «Imploro il Padre di ogni misericordia di proteggere voi e la vostra comunità e di ispirarvi saggezza e coraggio nell'affrontare le sfide di questa ora di prova... Dobbiamo sperare e pregare con ardore affinché la stella luminosa della pace possa risplendere presto sulla vostra regione»
Messaggio ai Vescovi del Pakistan
28.10.2001 «Volge ormai al termine il mese di ottobre, durante il quale la nostra devozione mariana si è espressa con particolare intensità nella recita dal Santo Rosario per implorare dal Signore la pace. In questo momento affidiamo in special modo alla materna protezione della Vergine Santissima le popolazioni dell'Afghanistan: possano essere risparmiate vite innocenti e vi sia da parte della comunità internazionale un aiuto tempestivo ed efficace per i tanti profughi, esposti a privazioni di ogni genere mentre ci si sta inoltrando nella stagione inclemente.
Non possiamo neanche dimenticare quanti continuano a patire violenza e morte in Terra Santa, in particolare nei Luoghi santi, tanto cari alla fede cristiana. Possa Maria, Regina della Pace, aiutare tutti a deporre le armi e ad intraprendere finalmente con risolutezza il cammino verso una pace giusta e duratura».

Preghiera dell'Angelus
28.10.2001 «Sua Santità Papa Giovanni Paolo II ha appreso con profonda tristezza della terribile violenza che si è verificata in una chiesa cattolica di Bahawalpur, nella Diocesi di Multan, quando un gruppo di uomini armati ha sparato su cristiani riuniti in preghiera. Esprimendo la sua assoluta condanna di questo ulteriore atto tragico d'intolleranza, Sua Santità... esprime la sua vicinanza nella preghiera a tutti quanti sono stati colpiti da questo atto malvagio e, come pegno di consolazione e forza, invoca su tutta la comunità la Benedizione di Dio Onnipotente»
Telegramma a firma del Cardinale Angelo Sodano, Segretario di Stato
03.11.2001 «A seguito dei terribili eventi dell'11 settembre, sono stati avviati ampi dibattiti su ciò che concerne la giustizia e l'urgenza di rimediare alle ingiustizie. In una prospettiva religiosa, l'ingiustizia è lo squilibrio radicale dove l'uomo si leva contro Dio e contro il proprio fratello, di modo che nei rapporti umani regna il disordine. All'inverso, la giustizia è quella completa armonia fra Dio, l'uomo e il mondo che la Bibbia descrive come il Paradiso. Molte ingiustizie nel mondo trasformano le terra in un deserto: la più impressionante di tutte queste ingiustizie è la fame sofferta da migliaia di persone, con le inevitabili ripercussioni sul problema della pace fra le nazioni. Papa Paolo VI non ha forse dichiarato nel 1967 che lo sviluppo è il nuovo nome della pace? Da allora, le sue parole si sono rivelate sempre più vere. Lo sviluppo comporta numerosi aspetti, ma il primo di tutti è la decisione di garantire a ogni uomo, a ogni donna e a ogni bambino l'accesso al nutrimento di cui ha bisogno. Per questo la vostra Conferenza non mira solo alla "sicurezza alimentare" ma anche alla "pace mondiale", in un momento in cui tali valori sono seriamente in pericolo»
Messaggio alla conferenza della FAO, letto all'Assemblea dal Cardinale Angelo Sodano, Segretario di Stato
06.11.2001 «Gli eventi tragici che hanno scosso la comunità internazionale negli ultimi due mesi ci hanno reso tutti consapevoli ancora una volta della fragilità della pace e della necessità di edificare una cultura di dialogo e di cooperazione rispettosi fra tutti i membri della famiglia umana. Ho fiducia nel fatto che la comunità cattolica negli Stati Uniti continuerà a sostenere il valore della comprensione e del dialogo fra i seguaci delle religioni del mondo. Come sapete, l'impegno della Chiesa per questo dialogo trae ispirazione dalla propria convinzione che il messaggio evangelico ha la forza di illuminare tutte le culture e di agire come lievito salvifico di unità e di pace per tutta l'umanità. In un mondo di crescente pluralismo culturale e religioso, tale dialogo è essenziale per superare i tragici conflitti ereditati dal passato, e per assicurare che il nome dell'unico Dio deve diventare sempre di più, qual è, un nome di pace e un imperativo di pace»
Al «Pope John Paul II Cultural Center» di Washington
09.11.2001 «La vostra assemblea sta riflettendo sul progresso del dialogo interreligioso in un momento in cui tutta l'umanità è ancora sotto shock per gli eventi dello scorso 11 settembre. Si è detto che assistiamo a un autentico scontro fra religioni. Tuttavia, come ho già affermato in numerose occasioni, ciò significherebbe falsificare la religione stessa. I credenti sanno che, lungi da compiere il male, sono obbligati a fare il bene, a operare per alleviare la sofferenza umana, a edificare insieme un mondo giusto e armonioso. Se è imperativo che la comunità internazionale promuova buoni rapporti fra persone che appartengono a diverse tradizioni etniche e religiose, tanto più è urgente che i credenti stessi promuovano rapporti caratterizzati da apertura e fiducia, che conducono ad una comune preoccupazione per il benessere di tutta la famiglia umana... La pace non sarà il risultato dei nostri sforzi. Non è qualcosa che il mondo può dare. E' un dono del Signore. Per riceverlo dobbiamo disporre il nostro cuore. Quando nascono conflitti, la pace può essere soltanto il risultato di un processo di riconciliazione e ciò richiede sia umiltà sia generosità»
Al pontificio Consiglio per il Dialogo Inter-Religioso
10.11.2001 «Porgo un caloroso benvenuto alla delegazione del Dipartimento dei Vigili del Fuoco di New York, così tanti dei quali hanno perso la vita nell'attacco terroristico dell'11 settembre. Che Dio Onnipotente conceda alle famiglie colpite consolazione e pace e a voi la forza e il coraggio necessari per rendere il vostro grande servizio alla vostra città. Assicurandovi delle mie costanti preghiere, invoco su di voi e sulle vostre famiglie le abbondanti benedizioni di Dio»
Ad una delegazione di Vigili del Fuoco di New York
11.11.2001 «Mentre rendiamo grazie a Dio per quanto i campi di quest'anno hanno prodotto, non dobbiamo dimenticare i fratelli e le sorelle che, in varie parti del mondo, sono privi dei beni essenziali come il cibo, l'acqua, la casa, l'assistenza sanitaria. In modo speciale, in questo momento di grande preoccupazione internazionale, penso alle care popolazioni dell'Afghanistan, alle quali è urgente far giungere ogni necessario aiuto. Si tratta di un'emergenza mondiale, che non può tuttavia farci dimenticare che in altre parti del mondo permangono purtroppo condizioni di grave indigenza e impellente necessità»
Preghiera dell'Angelus
12.11.2001 «La vostra presenza qui è particolarmente significativa, dopo che gli eventi tragici dell'11 settembre hanno portato all'annullamento dell'incontro a New York. Essa dimostra la vostra determinazione a perseguire la vostra opera vitale in qualsiasi situazione difficile»
Alla "International Catholic Migration Commission"
02.12.2001
Angelus della prima domenica di Avvento
Carissimi Fratelli e Sorelle!

1. Con l'odierna prima Domenica di Avvento, inizia un nuovo Anno liturgico. La Chiesa riprende il suo cammino e ci invita a riflettere più intensamente sul mistero di Cristo, mistero sempre nuovo che il tempo non può esaurire. Cristo è l'Alfa e l'Omega, il principio e la fine. Grazie a Lui,
la storia dell'umanità procede come un pellegrinaggio verso il compimento del Regno, che Egli stesso ha inaugurato con la sua incarnazione e la sua vittoria sul peccato e sulla morte.
Per questo,
Avvento è sinonimo di speranza: non attesa vana di un dio senza volto, ma fiducia concreta e certa nel ritorno di Colui che ci ha già visitati, dello "Sposo" che nel suo sangue ha sigillato con l'umanità un patto di eterna alleanza. E' una speranza che stimola alla vigilanza, virtù caratteristica di questo singolare tempo liturgico. Vigilanza nella preghiera, animata da amorosa attesa; vigilanza nel dinamismo della carità concreta, consapevole che il Regno di Dio si avvicina là dove gli uomini imparano a vivere da fratelli.

2. Con questi sentimenti, la comunità cristiana entra nell'Avvento, mantenendo vigile lo spirito, per meglio recepire il messaggio della Parola di Dio. Risuona quest'oggi nella liturgia il celebre e stupendo oracolo del profeta Isaia, pronunciato in un momento di crisi della storia d'Israele.
"Alla fine dei giorni - dice il Signore -, il monte del tempio del Signore / sarà eretto sulla cima dei monti e sarà più alto dei colli; / ad esso affluiranno tutte le genti... / Forgeranno le loro spade in vomeri, le loro lance in falci; / un popolo non alzerà più la spada contro un altro popolo, / non si eserciteranno più nell'arte della guerra" (Is 2,1-5).
Queste parole contengono una promessa di pace più che mai attuale per l’umanità e, in particolare, per la Terra Santa, da dove anche oggi purtroppo giungono notizie dolorose e preoccupanti. Possano le parole del profeta Isaia ispirare la mente e il cuore dei credenti e degli uomini di buona volontà, perché il giorno di digiuno - il 14 dicembre corrente - e l'incontro dei Rappresentanti delle religioni del mondo ad Assisi - il 24 gennaio prossimo - aiutino a creare nel mondo un clima più disteso e solidale.

3. Affido quest'invocazione di pace a Maria, Vergine vigilante e Madre della speranza. Tra qualche giorno celebreremo con rinnovata fede la solennità dell'
Immacolata Concezione. Sia Lei a guidarci in questo cammino, aiutando ogni uomo ed ogni nazione a volgere lo sguardo verso il "monte del Signore", immagine del trionfo definitivo di Cristo e dell'avvento del suo Regno di pace.
08.12.2001
PREGHIERA
DEL SANTO PADRE GIOVANNI PAOLO II PER LA SOLENNITÀ DELLA
IMMACOLATA
CONCEZIONE
DELLA B.V.
MARIA
Piazza di Spagna
1. Madre Immacolata, in questo giorno solenne,
illuminato dal fulgore della tua verginale Concezione,
eccoci ancora ai tuoi piedi, in questa storica piazza,
nel cuore di Roma cristiana.
Come ogni anno, siamo venuti a ripetere
il tradizionale omaggio floreale dell'8 dicembre,
volendo con questo gesto esprimere
l'amore filiale della Città,
che conta tanti segni della tua materna presenza.
Siamo venuti in umile pellegrinaggio,
e, facendoci voce di tutti i credenti,
t'invochiamo fiduciosi:
"Monstra Te esse matrem...
Mostrati Madre per tutti, / offri la nostra preghiera;
Cristo l'accolga benigno, / lui che si è fatto tuo Figlio".

2. "Monstra Te esse matrem!"
Mostrati Madre per noi,
che, davanti a questa tua celebre effigie,
con cuore gioioso rendiamo grazie a Dio
per il dono della tua Immacolata Concezione.
Tu sei la Tutta Bella,
che l'Altissimo ha vestita della sua potenza.
Tu sei la Tutta Santa, che Iddio s'è preparata
come sua intatta dimora di gloria.
Ave, Tempio arcano di Dio,
ave piena di grazia, intercedi per noi!

3. "Monstra Te esse matrem!"
Ti preghiamo di presentare la nostra preghiera
a Colui che Ti ha rivestita di grazia
sottraendoti ad ogni ombra di peccato.
Nubi oscure si addensano all'orizzonte del mondo.
L'umanità, che ha salutato con speranza
l'aurora del terzo millennio,
sente ora incombere su di sé la minaccia
di nuovi, sconvolgenti conflitti.
E' a rischio la pace nel mondo.
Proprio per questo noi veniamo a Te,
Vergine Immacolata, per chiederti di ottenere,
quale Madre comprensiva e forte,
che gli animi, liberati dai fumi dell'odio,
si aprano al perdono reciproco,
alla solidarietà costruttiva e alla pace.

4. "Monstra Te esse matrem!"
Veglia, o Maria, sulla grande famiglia ecclesiale,
perché tutti i credenti, come veri discepoli del tuo Figlio,
camminino nella luce della sua presenza.
Continua a vegliare particolarmente sulla Chiesa di Roma,
che l'8 dicembre del 1995, proprio in questo luogo,
intraprese con fiducia la missione cittadina
in vista del Grande Giubileo.
Fu missione dai frutti copiosi e profondi,
che contribuì a diffondere il Vangelo della speranza
in ogni angolo della Città,
mobilitando sacerdoti, religiosi e laici
per un vasto e profondo rinnovamento spirituale.
E' stato un cammino dinamico e coraggioso,
che, con la grazia del tempo giubilare,
ha reso singoli e famiglie, parrocchie e comunità,
consapevoli del mandato missionario che ciascuno
deve responsabilmente assumere valorizzando
la ricchezza e la varietà dei propri carismi.


5. "Monstra Te esse matrem!"
Stella della nuova evangelizzazione,
spronaci e accompagnaci Tu sui passi
di una pastorale instancabilmente missionaria
con un unico e decisivo programma:
annunciare Cristo, Redentore dell'uomo.
La missione diventi testimonianza quotidiana
d'ogni credente, nelle proprie condizioni di vita;
grazie ad essa sia rinnovato il volto cristiano di Roma,
perché a tutti appaia con chiarezza
che
la fedeltà a Cristo cambia l'esistenza personale
e plasma un futuro di pace, un avvenire migliore per tutti.

Madre Immacolata, che rendi la Chiesa feconda di figli,
sostieni altresì la nostra incessante sollecitudine
per le vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata.
Il convegno romano del prossimo giugno,
che la diocesi opportunamente dedica a questo tema,
incoraggi i giovani e le loro famiglie
a rispondere con cuore generoso all'appello del Signore

6. "Monstra te esse matrem!"
Sii per noi roccia di coraggio e di fedeltà,
o umile Fanciulla di Nazaret,
gloriosa Regina del mondo.
Offri la nostra preghiera al Verbo di Dio,
che, diventando tuo Figlio,
si è reso nostro fratello.
Grazie alla tua validissima intercessione
possa l'intero Popolo di Dio
e, in particolare, questa amata Chiesa di Roma
"prendere il largo" verso quella santità
che costituisce la condizione decisiva
per ogni fecondo apostolato.
Madre di misericordia e di pace,
immacolata Madre di Dio, prega per noi!
09.12.2001
ANGELUS
II Domenica
di Avvento
Carissimi Fratelli e Sorelle!

1. Per venerdì prossimo, 14 dicembre, ho invitato i cattolici a vivere un giorno di digiuno per implorare da Dio una pace stabile, fondata sulla giustizia. Questa iniziativa ha incontrato l'adesione anche da parte di fedeli di altre religioni, in particolare di ebrei e musulmani, come pure di tante persone di buona volontà.
Nell'attuale complessa situazione internazionale, l'umanità è chiamata a mobilitare le sue migliori energie, perché l'amore prevalga sull'odio, la pace sulla guerra, la verità sulla menzogna, il perdono sulla vendetta.

2. La pace o la violenza germogliano dal cuore dell'uomo, sul quale Dio solo ha potere. Convinti di ciò, i credenti adottano da sempre contro i più gravi pericoli le armi del digiuno e della preghiera, accompagnandoli con opere di carità concreta.
Il digiuno esprime dolore per una grave sventura, ma pure la volontà di assumerne in qualche misura la responsabilità, confessando i propri peccati ed impegnandosi a convertire il cuore e le azioni a una maggiore giustizia verso Dio e verso il prossimo. Digiunando si riconosce con fiduciosa umiltà che un autentico rinnovamento personale e sociale non può che venire da Dio, dal quale tutti radicalmente dipendiamo. Il digiuno consente poi di condividere il pane quotidiano con chi ne è privo, al di fuori di ogni pietismo o ingannevole assistenzialismo.
Mentre auspico che l'intero Popolo di Dio possa compiere il digiuno di venerdì prossimo in spirito di fede, di umiltà e di mitezza, ringrazio i Pastori diocesani per la cura con cui stanno preparando questa giornata nelle loro Comunità.

3. Quest'iniziativa assume per noi cristiani un singolare significato, perché siamo nel tempo di Avvento, tempo di speranza in cui siamo chiamati ad impegnarci nel preparare le vie del Signore, venuto nella storia come Salvatore, e che ritornerà alla fine dei tempi come Giudice misericordioso. La data del 14 dicembre coincide altresì con la fine del Ramadan, durante il quale i seguaci dell'Islam esprimono col digiuno la loro sottomissione all'Unico Dio. Auspico vivamente che il comune atteggiamento di religiosa penitenza accresca la comprensione reciproca tra cristiani e musulmani, chiamati più che mai, nell'epoca attuale, ad essere insieme costruttori di giustizia e di pace.
La Vergine Maria, che ieri abbiamo solennemente celebrato e che anche i musulmani venerano con devota ammirazione, ci assista e ottenga per il mondo intero la pace.
NATALE 2001
MESSAGGIO URBI ET ORBI
1. "Christus est pax nostra", "Cristo è la nostra pace, colui che ha fatto dei due un popolo solo" (Ef 2,14).
All'alba del nuovo millennio iniziato con tante speranze, ma ora minacciato da nubi tenebrose di violenza e di guerra, la parola dell'apostolo Paolo, che ascoltiamo in questo Natale, è un raggio di luce possente, un grido di fiducia e di ottimismo.
Il Bimbo divino nato a Betlemme reca in dono nelle sue piccole mani il segreto della pace per l'umanità. Egli è il Principe della pace! Ecco il lieto annuncio, risuonato quella notte a Betlemme, e che voglio ripetere al mondo in questo giorno benedetto.
"Vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore" (Lc 2,10-11). Quest'oggi la Chiesa fa eco agli angeli, e rilancia il loro straordinario messaggio, che sorprese per primi i pastori sulle alture di Betlemme.

2. "Christus est pax nostra!" Cristo, "il bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia" (Lc 2,12), proprio Lui è la nostra pace. Un inerme Neonato nell'umiltà di una grotta restituisce dignità a ogni vita che nasce, dona speranza a chi giace nel dubbio e nello sconforto. Egli è venuto per guarire i feriti della vita e per ridare senso persino alla morte. In quel Bambino, mite e indifeso, che vagisce in una grotta fredda e nuda, Dio ha distrutto il peccato, e ha posto il germoglio di un'umanità nuova, chiamata a portare a compimento l'originario progetto della creazione e a trascenderlo con la grazia della redenzione.

3. "Christus est pax nostra!" Uomini e donne del terzo millennio, voi che avete fame di giustizia e di pace, accogliete il messaggio di Natale, che si diffonde oggi nel mondo! Gesù è nato per rinsaldare i legami tra gli uomini e i popoli, per renderli tutti, in se stesso, fratelli. E' venuto per abbattere "il muro di separazione che era frammezzo, cioè l'inimicizia" (Ef 2,14), e per fare dell'umanità un'unica famiglia. Sì, con certezza possiamo ripetere: Oggi col Verbo incarnato è nata la pace! Pace da implorare, perché Dio solo ne è autore e garante. Pace da costruire in un mondo dove popoli e nazioni, provati da tante e diverse difficoltà, sperano in un'umanità non solo globalizzata da interessi economici, ma dallo sforzo costante di una più giusta e solidale convivenza.

4. Accorriamo come i pastori a Betlemme, sostiamo adoranti nella grotta, fissando lo sguardo sul neonato Redentore. In Lui possiamo riconoscere i tratti di ogni piccolo essere umano che viene alla luce, a qualunque razza e nazione appartenga: è il piccolo palestinese e il piccolo israeliano; è il bimbo statunitense ed è quello afghano; è il figlio dell'hutu e il figlio del tutsi... è il bimbo qualunque, che per Cristo è qualcuno. Oggi il mio pensiero va a tutti i bambini del mondo: tanti, troppi sono i bambini che nascono condannati a patire senza colpa le conseguenze di disumani conflitti. Salviamo i bambini, per salvare la speranza dell'umanità! Ce lo chiede oggi con forza quel Bimbo nato a Betlemme, il Dio che si è fatto uomo, per restituirci il diritto a sperare.

5. Imploriamo dal Cristo il dono della pace per quanti sono provati da antichi e nuovi conflitti. Ogni giorno porto nel cuore i drammatici problemi della Terra Santa; ogni giorno penso con apprensione a quanti muoiono di freddo e di fame; ogni giorno mi giunge accorato il grido di chi, in tante parti del mondo, invoca una più equa distribuzione delle risorse e un’occupazione dignitosamente retribuita per tutti. Che nessuno cessi di sperare nella potenza dell'amore di Dio! Cristo sia luce e sostegno di chi crede ed opera, talora controcorrente, per l'incontro, il dialogo, la cooperazione tra le culture e le religioni. Cristo guidi nella pace i passi di chi instancabilmente si adopera per il progresso della scienza e della tecnica. Non si usino mai questi grandi doni di Dio contro il rispetto e la promozione della dignità umana. Mai si ponga il nome santo di Dio a suggello dell'odio! Mai se ne faccia ragione di intolleranza e di violenza! Il volto dolce del Bambino di Betlemme ricordi a tutti che abbiamo un unico Padre.

6. "Christus est pax nostra!" Fratelli e Sorelle che mi ascoltate, aprite il cuore a questo messaggio di pace, apritelo a Cristo, Figlio della Vergine Maria, a Colui che si è fatto "nostra pace"! Apritelo a Colui che nulla ci toglie se non il peccato, e ci dona in cambio pienezza di umanità e di gioia. E Tu, adorato Bambino di Betlemme, reca la pace in ogni famiglia e città, in ogni nazione e continente. Vieni, Dio fatto uomo! Vieni ad essere il cuore del mondo rinnovato dall'amore! Vieni dove maggiormente in pericolo sono le sorti dell'umanità! Vieni, e non tardare! Tu sei "la nostra pace" (Ef 2,14)!

Ultimo Intervento

01.01.2002
ANGELUS

Carissimi Fratelli e Sorelle!
1. Buon anno a tutti! Ci scambiamo questo augurio, all'inizio de 2002, sotto lo sguardo benedicente di Maria Santissima, che oggi veneriamo come Madre di Dio. Un augurio di serenità e di pace in questa Giornata Mondiale della Pace, che si rinnova ogni anno da quando, nel 1968, fu istituita dal mio venerato predecessore, il Servo di Dio Paolo VI. Per costruire la civiltà dell'amore l'umanità ha bisogno della pace. Purtroppo, in questo periodo della storia, preoccupazioni e difficoltà ostacolano questo cammino. Esso tuttavia non può e non deve essere abbandonato. Alle forze negative, guidate da interessi perversi, che mirano a fare del mondo un teatro di guerra, occorre rispondere con la logica della giustizia e dell'amore.

2. In tale contesto si colloca il Messaggio per questa Giornata della Pace, nel quale ho voluto riaffermare che "Non c'è pace senza giustizia, non c'è giustizia senza perdono". Infatti, non è possibile ristabilire appieno l'ordine infranto se non coniugando fra loro giustizia e perdono.
Faccio appello, in particolare, agli uomini e alle donne che hanno conosciuto nel secolo scorso le funeste guerre mondiali. Mi rivolgo ai giovani che, per loro fortuna, quei conflitti non hanno vissuto. A tutti dico:
dobbiamo opporci con fermezza insieme alla tentazione dell'odio e della violenza, che danno solo l'illusione di risolvere i conflitti, ma procurano perdite reali e permanenti. Il perdono, invece, che potrebbe sembrare debolezza, presuppone una grande forza spirituale e assicura vantaggi a lungo termine.
Il perdono, opponendosi all'istinto di rispondere al male con il male, è un atteggiamento che, specialmente per i cristiani, ha profonde motivazioni religiose, ma si regge anche su basi razionali. Per tutti, infatti, credenti e non credenti, vale la regola di fare agli altri ciò che si vuole sia fatto a sé. Questo principio etico, applicato a livello sociale e internazionale, costituisce una via maestra per costruire un mondo più giusto e solidale.

3. In un mondo globalizzato, dove le minacce alla giustizia e alla pace si ripercuotono su larga scala a danno dei più deboli, si impone una mobilitazione globale delle coscienze. Il Grande Giubileo del Duemila ne ha posto le basi: non bisogna scoraggiarsi di fronte alle prove della storia, ma perseverare nell'impegno di orientare nella direzione giusta le scelte personali, familiari e sociali, come pure le grandi linee dello sviluppo nazionale ed internazionale.
Ci rivolgiamo alla celeste Madre di Dio, perché ottenga per il mondo la pace di Cristo. A Lei affidiamo con fiducia la Chiesa e l'intera umanità, all'alba di questo nuovo anno.
SOLENNITÀ DI MARIA SS.MA MADRE DI DIO E XXXV GIORNATA MONDIALE DELLA PACE

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Gli interventi di Giovanni Paolo II dopo gli attacchi terroristici negli Usa (11 settembre 2001)
da l'Osservatore Romano