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ogni settimana uno sguardo realistico (e perciò poetico) al mondo

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 Indice analitico:

 

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» n. 188 - 01.12.2006 - Premio Nobel: La Patacca di Stoccolma

» n. 187 - 24.11.2006 -Il Papa va in Turchia: Fiato sospeso

» n. 185a - 10.11.2006 - God bless America

» n. 185b - 10.11.2006 - Tre esse: sesso, soldi e soliti cattolici

» n. 184 - 31.10.2006 - Il piatto mondo che beneficerà della finanziaria

» n. 183 - 26.10.2006 - BRUNO VESPA ed il velo islamico

» n. 182 - 20.10.2006 - Turchia, Francia. E il Papa

» n. 180 - 05.10.2006 - Con Prodi: Più tasse per tutti!

» n. 175 - 28.07.2006 - Sentenza scandalo calcio: E’ un gioco, per fortuna

» n. 168a - 08.06.2006 -  La strana miscela di giacobinismo e perdonismo degli attuali governanti dell’Italia

» n. 168b - 08.06.2006 -  Il polverone sulla grazia a Bompressi e a Sofri 

» n. 167 - 01.06.2006 - Il nuovo governo inizia all'insegna del tira e molla

» n. 164a - 12.05.2006 -  Un Presidente Napolitano per l’Italia

» n. 162a - 27.04.2006 - La morte di tre italiani impegnati nella missione di Nassirya:    LA CAPACITA’ DI DIVIDERSI, E LA TESTIMONIANZA DEI SOLDATI

» n. 162b - 27.04.2006 - LE ELEZIONI DI DON LISANDER: cosa avrebbe detto il Manzoni su questo periodo italico, pre/durante/post elezioni?

» n. 161a - 20.04.2006 - Perche' il petrolio costa di piu'?  

» n. 161b - 20.04.2006 - Gli analfabeti: una campagna a favore di 1000 ragazzini, per sottrarli a un quasi certo destino di disagio e di espedienti.

» n. 160a - 13.04.2006 - Politiche-Macchè mela spaccata: Non è vero che l’Italia è un paese diviso in due.
                                    E’ la legge elettorale che lo dipinge in questo modo.

» n. 160b - 13.04.2006 - Elezioni Politiche: Autolesionisti - Ovvero alcuni che per un motivo o per l'altro non sono stati eletti. Dicesi trombati.

» n. 159a - 06.04.2006 - Il piccolo Tommaso: L'hanno trovato accanto al fiume

» n. 158a - 30.03.2006 - L'ideologia è una peste: Che Giuliana Sgrena abbia detto che Fabrizio Quattrocchi non meritava la medaglia conferitagli
                                    dal Presidente Ciampi è una pagina delle più schifose della cultura e politica italiana.

» n. 158b - 30.03.2006 - Mutazione genetica: I cattolici, per quanto leali con lo stato, non possono essere statalisti per definizione.
» n. 152 - 16.02.2006   -
Berlusconi cresce di boutade in boutade. Dopo essersi paragonato a Napoleone, ha scomodato Nostro Signore.
» n. 151a - 09.02.2006
- Vignette su Maometto e colpi di pistola alle spalle dei cristiani
» n. 151b - 09.02.2006 - IL PANIERE ISTAT 2006 (letture impossibili)
» n. 150a - 01.02.2006 - SECONDO GLI ULTIMI SONDAGGI: IL NULLA VINCE?
» n. 150b - 01.02.2006 - Missive e b
ebè: Il bonus bebé
» n. 149a - 26.01.2006
- Unipol e dintorni: Io sto con le Coop.
» n. 149b - 26.01.2006 - Minoranze Politiche
» n. 148 - 20.01.20
06 - Di tutta la storia di Unipol: Ladruncoli noiosi
» n. 148a - 20.01.2006  - Botta (1)... Unipol, Silvio e il salotto buono
» n. 148b - 20.01.2006 - E risposta (2)... Un commento? Eccolo, da cinico economista
» n. 147 - 12.01.2006 - I GUERRIGLIERI TRA NOI.
                                   Tre i nemici della pace in questo momento: terrorismo, nihilismo e fondamentalismo fanatico

» n. 147 - 12.01.2006. - PER FABRIZIO QUATTROCCHI

» n. 146 - 22.12.2005 - A proposito di vini e fine impero, da Parigi...
» n. 145 - 15.12.2005 - Devolution e verginità
» n. 143 - 02.12.2005 - Noi non siamo tranquilli
» n. 143 - 02.12.2005 - La strana idea della democrazia per i ricchi
» n. 142 - 24.11.2005 - Piccolo fuori onda televisivo: Fallaci & Islam
» n. 142 - 24.11.2005 - Devolution e sanita’

» n. 141 - 17.11.2005
- Il processo alla TV
» n. 140 - 10.11.2005 - Bologna: Il cuore e la legge
» n. 140 - 10.11.2005 - Parigi: Ordine, disordine e vuoto spinto
» n. 139 - 03.11.2005 - Cristianesimo e Chiesa Cattolica: Questione di logica
» n. 139 - 03.11.2005 - PACS: Politica e verità
» n. 138 - 27.10.2005 - Gli occhi su Grazia, per un istante

» n. 137 - 21.10.2005
- Appello per l'educazione.
» n. 136 - 06.10.2005 - Stagioni
» n. 135 - 29.09.2005 - La cocaina, la regina
» n. 134 - 22.09.2005 - Quelli della camera alta

» n. 133 - 15.09.2005 - I tri – ònfali (questo è l’ombelico del mondo?)

» n. 130 - 05.08.2005 - Da quei piccoli a Mosul (Irak)

» n. 123 - 23.06.2005 - Contro la guerra occorre la verità, non l'ideologia

» n. 110 - 24.03.2005 - Pregiudizi e chiosette -"Codice Da Vinci" di Dan Brown

» n. 109 - 21.03.2005 - Referendum sulla Fecondazione-Legge 40: - FRA PETER PAN E ROMANO PRODI

» n. 108 - 10.03.2005 - Dio ha bisogno di Bertinotti

» n. 107 - 03.03.2005 - La resurrezione al decimo piano

» n. 104 - 11.02.2005 - CONFRATELLI E COMPAGNI

» n. 103 - 04.02.2005 - IL FOGLIO STIZZITO

 

   

 

 

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clanDestino Zoom n. 188 - 01.12.2006
Premio Nobel: La Patacca di Stoccolma

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Premio Nobel: La Patacca di Stoccolma


In una lunga intervista a Dario Fertilio sul Corsera, il presidente della commissione che assegna i Nobel per la letteratura dice che han sempre guardato solo al valore letterario.
Poi ammette che non lo diedero a Ungaretti e a Borges per motivi politici, a causa di certe loro simpatie per regimi antidemocratici.
Quando l'intervistatore fa notare che han dato il Nobel ad aperti sostenitori dell'Unione sovietica e di dittatori come Castro, ad es. Pinter e un bel po' di altri, la risposta da candida mammoletta è stata: in quei casi in commissione non abbiamo parlato di politica.
E alla domanda perchè no a Mario Luzi la risposta è stata, in stile corleonese: di questo riparleremo tra un po' di anni.
Il buon Epsamrk è certo un buon poeta, ma sembra pure che ci considera tutti fessi.
Ora il Nobel vale di meno. E molto meno.
dr

 

 

 

clanDestino Zoom n. 187 - 24.11.2006
Il Papa va in Turchia: Fiato sospeso

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Il Papa va in Turchia: Fiato sospeso


Il Papa va in Turchia. Il Medioriente è in fiamme. Beirut, Baghdad, Gaza...Tensioni con Teheran. Poco più in là bande islamiche in Nigeria, in Somalia...Interessi enormi muovono lo scacchiere politico e i mirini delle armi. Storie millenarie si incendiano in contraddizioni recenti. L'entrata o ua forma di legame della Turchia con la Ue agita l'opinione pubblica della vecchia Europa (paura dell'immigrazione, mutamenti di mercato, islamizzazione, mancanza di democrazia e di libertà di opinione). In questo contesto, Il Papa va. Non ci sarà ad accoglierlo il Premier, e i nazionalisti hanno già iniziato clamorose proteste. L'allora card. Ratzinger espresse dubbi di natura storia e culturale sull'ingresso. Il 28 sarà in quella terra per una testimonianza di fede. Un richiamo a tutti perchè si punti al bene, più che agli affari. E si punti al vero, più che a un dialogo comodo e ipocrita. C'è da tenere il fiato sospeso. E bisbigliare una preghiera.
dr

 

 

 

clanDestino Zoom n. 185a - 10.11.2006
God bless America

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God bless America
I Democratici hanno vinto in Usa. E questo è un bene, o comunque è la democrazia. Non crediamo che sia stata soprattutto la (sciagurata) guerra in Iraq a modificar le sorti. Eravamo in Usa qualche giorno fa e si sentivano pesare di più certi scandali e malamministrazione.
God bless America. Lo ha gridato Hillary Clinton ai suoi fan dopo il grande risultato a NY, lo ha detto Bush un po' tra i denti, e comunque lo scandiva anche lui spesso.
Ma Dio è democratico o Repubblicano? Uno dei dati che emerge dal dibattito democratico in Usa è che Dio c'entra. Con la visione delle cose, con la idea di appartenenza a un popolo, con le scelte per il futuro. Dio c'entra. E' un fattore ineliminabile. Probabilmente Dio non è né un conservatore tradizionalista né uno svagato modernista. Non è quel che Bush voleva far credere e forse nemmeno quel che certi democratici hanno in testa. E soprattutto Dio non si fa mettere ai voti.
Lui c'entra, chiede di entrare come fattore importante da valutare per comprendere le vicende umane e il destino a cui andare con libertà.
Questo l'America insegna, ancora una volta, con vincitori e vinti, agli irreligiosi, cinici e stanchi Europei. Che in molti casi sonnecchiano su laceri divani, in mezzo a cultura vecchia e a politica stantìa, borbottando vecchie canzoncine di quando si erano sentiti giovani... L'invito di Papa Benedetto XVI ad usare la ragione veramente, allargata a comprendere la possibilità della fede, per capire e servire la vita è reso ancora più attuale dalla vicenda americana.
dr

 

 

clanDestino Zoom n. 185b - 10.11.2006
Tre esse: sesso, soldi e soliti cattolici

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Tre esse: sesso, soldi e soliti cattolici

Nel pandemonio dialettico scoppiato a Bologna per i finanziamenti al festival transex - contestati dalla Curia - c’è un equivoco. Voluto soprattutto da una parte dei commentatori politicamente corretti. E cioè che si stia discutendo soprattutto di etica sessuale. Ragion per cui viene enfatizzato il solito luogo comune sui cattolici sessuofobici, per svillaneggiarli, casomai appaiandoli in questo caso agli islamici.
Conosciamo l'ovvietà. Il rammarico è quando anche in casa cattolica si cade nella trappola.
Un monsignore sembra essersi prestato all’equivoco, parlando di “eccesso di controllo etico”. La vera discussione è un’altra e c’è chi, Curia compresa, ha provato a farlo capire.
In sintesi: a quale società ci stiamo indirizzando, cari Cofferati e compagni? Che idea di città e cultura avete (se ne avete una)? Davvero masturbazioni esibite sono ciò di cui abbiamo oggi bisogno?
Il vero tema centrale è quello educativo, e non stiamo parlando delle buone maniere. Si tratta di aiutare uomini, donne, giovani a diventare adulti, capaci di costruire, di avere relazioni umane che non siano sopraffazione o uso dell'altro e trovare un senso alla vita.
La sinistra, che fa la radical-chic, senza saperlo in realtà non sta seguendo nemmeno il "proprio" popolo. Faccia pure, ma non serve che questo, sotto sotto, venga anche benedetto o scusato da qualche prete.
gv

 

 

clanDestino Zoom n. 184 - 31.10.2006
Il piatto mondo che beneficerà della finanziaria

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Il piatto mondo che beneficerà della finanziaria

Dovete sapere, cari lettori di Zoom, che esiste un mondo di persone che vive facendosi nominare in consigli di amministrazione pubblici e commissioni. Una volta nominati costoro si premurano di fare favori ad altri, in modo da potere avere a loro volta qualcosa in cambio. Di cosa si occupi il consiglio o la commissione in cui sono stati nominati poco importa (aerei, porti, fiere, pensioni, sanita', scuole, ferrovie, autostrade, donne, extracomunitari, paracadutisti...): lo stato paghera', i soldi non sono un problema, se c'e' la volonta' si trovano.. .etc... etc...
Per questo mondo la cosa piu' importante e' non fare figuracce, quindi fare in modo che nessuno sembri meglio di te (da qui gli sgambetti agli altri, non ai nemici come di solito si pensa) e dare una mano a chi domani potra' darla a te (non agli amici, come di solito si pensa).
Di questi gruppi e commissioni era ed e' pieno il programma del governo attuale ed e a questo piatto mondo a cui andranno i benefici della finanziaria, anzi, e' questo il piatto mondo che la sta scrivendo.
Non e' giusto!
gp

 

 

clanDestino Zoom n. 183 - 26.10.2006
BRUNO VESPA ed il velo islamico

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BRUNO VESPA ed il velo islamico

Il crescendo di dibattito e di clamore televisivo intorno alle faccende del velo islamico etc. è un sintomo preoccupante. Si rischia di accendere lo scontro intorno alle usanze religiose finendo solo per dar ragione a coloro che, alla francese, diranno: fuori la religione dalla vita pubblica, con conseguente divieto grottesco di simboli religiosi etc
Invece il problema, come lo ha impostato Benedetto XVI, è un confronto sulla ragione. Bene ha fatto dunque Bruno Vespa a far vedere una scena tremenda di lapidazione di una giovane adultera e a chiedere: come la valutate questa cosa?
Al che una giovane musulmana con distacco ha detto che la meritava e anche un deputato arabo di rifondazione comunista ha dovuto ammettere: sì sono assassini. La giovane musulmana ha provato a dire che anche la Bibbia e quindi i testi sacri dei cristiani prevedono certe pene per tali peccati.
Ma Vespa ha dichiarato, meglio di tanti Vescovi che si fan prendere dalle proposte ipocrite alla Pollastrini ("facciamo un tavolo delle religioni"): "Lei cita la bibbia, ma con Gesù Cristo tutto è cambiato".
La ragione, il cristianesimo. Chi, tra laici e preti, non comprende questo legame originale ci offrirà a una epoca buia.
dr

 

 

clanDestino Zoom n. 182 - 20.10.2006
Turchia, Francia. E il Papa

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Turchia, Francia. E il Papa

 

In Francia passa alla camera bassa una legge che punisce fino ad un anno di carcere chi nega il genocidio degli armeni, un'oscura pagina cancellata in Turchia e che ha visto, tra il 1925 e il 1923, la morte di circa 1,5 milioni di persone, in gran parte cristiani.
In Turchia, ovviamente, fortissime proteste e boicottaggio dei prodotti francesi.
In Francia c'è chi dice che la Turchia potrà entrare in Europa solo se ammetterà il genocidio.
Certe ferite della storia non si rimarginano, neanche dopo secoli. Certamente non guariscono per via legislativa ma neanche negando. Ciò prova che ci sono nodi antichi, immensi e non sciolti.
Guai a non studiare e capire la storia. Basti pensare a cosa è successo per una frase di oltre 600 anni fa.
Papa Benedetto XVI, 79 anni, è previsto in Turchia dal 28 novembre al 1 dicembre. E' un viaggio audace, epocale, sempre più complesso e difficile.
Da far tremare ma soprattutto pregare anche chi dubita. Per il bene degli uomini su questa povera terra grondante sangue e per il cuore del giovane Benedetto.
gv

 

 

clanDestino Zoom n. 180 - 05.10.2006
Con Prodi: Più tasse per tutti!

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Con Prodi: Più tasse per tutti!

Con la finanziaria del governo Prodi pagheranno in molti, praticamente tutti. I poveri avranno sconti pari a qualche decina di euro al mese, ammesso che la depressione che il prelievo fiscale provochera' su tutta l'economia italiana lasci loro un lavoro e qualche prospettiva di crescita. A portagli via i risparmi fiscali sull'Irpef ci penseranno poi i comuni, piu' liberi di tassare.
Sul versante delle organizzazioni, le imprese dovranno rinunciare alla liquidita' del TFR dei dipendenti, i carrozzoni pubblici avranno piu' risorse.
Serviva davvero?
Per quanto riguarda l'Europa un terzo della manovra forse bastava, a che servono gli altri 2/3 del prelievo? Gia' si intravede la risposta: per avere risorse che consentano di pagare, di assumere, di finanziare, di contrattare con quel che resta della societa' italiana, insomma di far fare "politica" al governo, la politica nel senso piu' deleterio del termine, per armare di soldi uno stato che vuole condurre tutto nella societa', in tutto intromettersi, tutto condizionare.
Siamo convinti che questo non piaccia neppure a molti della coalizione di governo, ci aspettiamo da loro, non certo dai "cattolici adulti" che servono muti, un gesto di responsabilita'.
gp

 

 

clanDestino Zoom n. 175 - 28.07.2006
Sentenza scandalo calcio: E’ un gioco, per fortuna

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Sentenza scandalo calcio: E’ un gioco, per fortuna

La sentenza dà ragione e uno scappellotto a tutti. Ed è giusto così, se il calcio è un gioco. Perchè quando si gioca mica si può mandare in galera o in rovina uno perché ha barato. Lo si penalizza un po’, gli si allunga un tozzone e via si riparte. Se è un gioco. Ed è giusto così.
Certo ci sono interessi in mezzo, eccome, e soldi. Ma, appunto, uno deve sapere che li sta buttando in un gioco. Peggio per chi non lo capisce. Come ognun sa, i sentimenti e le abilità che si impiegano giocando sono reali: ira, soldi, impegno etc. Ma la legge finale è quella del gioco. Quella per cui ad esempio, se punto 5 euro e non esce la mano che vorrei e perdo non ritengo d’aver subito un furto e non rivoglio i miei soldi indietro. E se uno bara mica si chiama il vigile urbano, ci si regola tra gentiluomini, magari a brutto muso.
Ma ci mancherebbe che avessimo trattato il calcio come se fosse davvero una cosa seria, da meritare l’accigliato inquisitor Borrelli fustigatore della Prima Repubblica e il tronfio Avv.Rossi. Che pistola, sotto quelle facce intelligenti. Solo loro non si sono accorti, rigidi sui loro codici e non avendo mai vissuto la passione per il calcio, che doveva essere e giustamente è stato un processo di un gioco. Un po’ giocoso anch’esso. Con le parti ben distribuite dei cattivi. E un po’ di pena, un po’ di punizione. Ma commisurate al fatto che è e deve restare un gioco. Nonostante i miliardi siano veri e abbiano fatto credere ai giudici d’esser ancora a palazzo di giustizia di Milano. Bispirla.
Una volta stabilito che resta un gioco ora ci si può chiedere quanto davvero vale buttare così tanti soldi e energie in un gioco, e perché lo si faccia in un’epoca che chiederebbe altro tipo di impegni. Ma è stato giusto chiarirlo.

dr

 

 

 

clanDestino Zoom n. 168a - 08.06.2006
 La strana miscela di giacobinismo e perdonismo degli attuali governanti dell’Italia

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La strana miscela di giacobinismo e perdonismo degli attuali governanti dell’Italia

Gli attuali governanti dell’Italia sono una curiosa mistura. Si presentano come teorici dell’etica, dell’intransigenza. Della legalità. Un giacobino in pensione, moderno Robespierre, è impegnato a ristabilire l’ordine nella suburra del calcio. Tuttavia, parimenti ed apparentemente in contrasto, sono anche perdonisti. Quasi “misericordiosi”. I primi loro gesti sono stati di clemenza. La grazia a un ex terrorista. E poi la carica istituzionale a un ex terrorista condannato per omicidio (questa però non ci sta). Sono liberal e tolleranti su droghe, sesso, aborto e rock'n'roll. Come si spiega? La ragione non è nel merito. Non è solo la convenienza politica, ideologica o il panem et circenses a spiegare le variazioni. Se cercate una logica nel “politicamente corretto” spesso non la troverete, perché è opportunista, mutevole per calcolo, incappa in trappole e auto-contraddizioni. La spiegazione è un’altra. E’ che devono essere loro a concedere. Devi sapere che sono loro a darti grazia o punizione. Se è il Papa a chiedere clemenza per i carcerati, non l’ottiene. Sono loro il principe. L’intellettuale organico (che vuole lentamente da decenni sostituirsi alla Chiesa cattolica con una nuova religione laica). Devi inginocchiarti, se vuoi. E quanti, in quest’Italia, hanno questa tentazione.
A-team

 

 

clanDestino Zoom n. 168b - 08.06.2006
 Il polverone sulla grazia a Bompressi e a Sofri 

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Il polverone sulla grazia a Bompressi e a Sofri 

Il polverone sulla grazia a Bompressi e a Sofri dipende dal fatto che una genia di intellettuali, giornalisti etc. fomentarono quell'odio ideologico che portò anche alla morte di Bompressi. Che l'ordine sia partito dalle labbra di Sofri è solo penalmente rilevante (e di questo si devono occupare i tribunali come hanno fatto)ma forse non c'era nemmeno bisogno di darlo quell'ordine. Perchè era scritto ovunque, sui loro giornali, nei manifesti, nelle opere "d'arte" e nella cultura a cui debbono la loro carriera e notorietà. Vogliono che gli errori compiuti allora siano graziati. E, possibilmente, se la vogliono ancora una volta dare da soli.
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clanDestino Zoom n. 167 - 01.06.2006
Il nuovo governo inizia all'insegna del tira e molla

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Il nuovo governo inizia all'insegna del tira e molla

Non si fa il ponte, o forse sì. Non si cambia la legge 40 sulle staminali, o forse sì.
Si dà la grazia a Sofri, o forse no. Si cambia la legge sull'università, o forse solo un po'. Si cambia la legge Biagi, o forse no. La ripresa non c'è ancora, o forse sì. Dall'irak ce ne andiamo, o forse non del tutto.
Il nuovo governo inizia all'insegna del tira e molla. E non poteva che essere altrimenti.
Il futuro del Paese su questioni grosse è legato allo spazio del tira e del molla. Stato precario. E però questo governo vince (anche alle amministrative) perchè è frutto della cultura che nel Paese domina. Liquidar la faccenda come coglioneria è troppo facile e non porta bene.
Occorre capire che cultura è, e quale le si può opporre con credibilità, larghezza, e costruttività.
Il resto son chiacchiere o inciuci. Tirando e mollando si può governare benissimo 5 anni, e forse più. Basta essere di gomma.

dr

 

 

clanDestino Zoom n. 164a - 12.05.2006
 Un Presidente Napolitano per l’Italia.

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Un Presidente Napolitano per l’Italia.

Dicono che sia un po’ noiosone, che non sia lucido e irritante come D’Alema, che sia un comunista eretico. Che sia il meno peggio. Avevamo detto: fate un presidente, che non contribuisca ad affondare l’Italia. Han fatto il Lord Napolitano.
Che nonostante fosse il responsabile cultura del Pci in anni grigi e duri come fine ’60 e primi ’70, dicono abbia avuto posizioni libere e avanzate. Ha anche scritto e pubblicate poesie (sotto pseudonimo). E più che sul suo curriculum politico, si punta sulla sua pasta d’uomo.
Alcuni insistono che era meglio D’Alema. Invocano il primato della politica, (su cosa? e perché? e poi siamo sicuri che sia meglio il primato della politica?) e dicono che così era tutto più chiaro, che era meglio per Berlusconi (e peggio per Prodi) e meglio per i Ds. Dicono un sacco di cose. Alcune dette per il gusto di ciarlare.
Alcuni dimenandosi, alcuni facendo finti aventini, altri dicendo che così l’Italia ci perde.
Ma il problema forse è più semplice. Il primo ex-comunista che diventò Ministro dell’Interno è diventato il primo ex-comunista Presidente della Repubblica.
Si chiama alternanza. Ora che si è visto il rifondatore comunista Bertinotti nominare con formula di rito l’ex-comunista Napolitano al seggio più alto si è consumata l’alternanza.
Dire “non ci sto” o dire “muro contro muro” significa perdere tempo, non dar credito alla democrazia, e rinunciare al dialogo che occorre per fare le riforme necessarie.
Per noi non cessa mai il tempo della costruzione. Con chi c’è.
dr

 

 

clanDestino Zoom n. 162a - 27.04.2006
La morte di tre italiani impegnati nella missione di Nassirya:  LA CAPACITA’ DI DIVIDERSI, E LA TESTIMONIANZA DEI SOLDATI

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La morte di tre italiani impegnati nella missione di Nassirya: LA CAPACITA’ DI DIVIDERSI, E LA TESTIMONIANZA DEI SOLDATI

Prima le elezioni, poi le manifestazioni del 25 aprile.
Ci aspettavano quelle del primo maggio e poi il can can di divisioni avrebbe toccato il parossismo.
Ma ecco la morte di tre italiani impegnati nella missione di Nassirya. Anche su questo alcuni troveranno il modo di dividersi.
Invece di imparare. Dai soldati. Dal loro esser lì per uno scopo e stare insieme per perseguirlo. Mettendo a rischio tutto di sè.
La natura umana tende alla divisione. Come le nostre cellule, tendono alla disgregazione mortale. Ma c'è anche la libertà di unire la persona e le persone. C'è anche lo slancio contrario alla disgregazione. In una lotta eterna. Che passa nelle case, negli uffici, nei partiti.
Sulla morte dei soldati ne sentiremo di tutti i colori, ma noi dalla morte dei soldati vogliamo imparare. Chi non impara più è capace solo di divisione.
dr

 

 

clanDestino Zoom n. 162b - 27.04.2006
 LE ELEZIONI DI DON LISANDER: cosa avrebbe detto il Manzoni su questo periodo italico, pre/durante/post elezioni.

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LE ELEZIONI DI DON LISANDER: cosa avrebbe detto il Manzoni su questo periodo italico, pre/durante/post elezioni?

Una gentile ed acculturata lettrice si/ci chiede cosa avrebbe detto il Manzoni su questo periodo italico, pre/durante/post elezioni.
Come in uno scalcagnato flash, in un tarlato deja vu, ci sovvenne il ricordo del capitolo XIII dei Promessi Sposi, quando in Milano scoppiano i tumulti del pane e vogliono fare la pelle al vicario. Ma interviene il Ferrer, come se arrivasse il caballero della felicidad (Che Romano sia il Ferrer, che Silvio sia il Vicario?)
Si citi:
"È qui Ferrer! - Non è vero, non è vero! - Sì, sì; viva Ferrer! quello che ha messo il pane a buon mercato. - No, no! - E qui, è qui in carrozza. - Cosa importa? che c'entra lui? non vogliamo nessuno! - Ferrer! viva Ferrer! l'amico della povera gente! viene per condurre in prigione il vicario. - No, no: vogliamo far giustizia noi: indietro, indietro! - Sì, sì: Ferrer! venga Ferrer! in prigione il vicario!".
Intanto, la gente-gente (quella che vive in terra, e non al largo dei bastioni di Mieli e di Scalfari):
"....Chi è riuscito a persuaderli che un tale non meriti d'essere squartato, non ha bisogno di spender più parole per convincerli che sia degno d'esser portato in trionfo: attori, spettatori, strumenti, ostacoli, secondo il vento; pronti anche a stare zitti, quando non sentan più grida da ripetere, a finirla, quando manchino gl'istigatori, a sbandarsi, quando molte voci concordi e non contraddette abbiano detto: andiamo; e a tornarsene a casa, domandandosi l'uno con l'altro: cos'è stato?"
Quanto ai Tramaglini che siamo (e che incontriamo in giro) ci si sposti al capitolo XIV:
"Eppure, anche Ferrer... qualche parolina in latino... siés baraòs trapolorum... Maledetto vizio!"
sdm

 

 

clanDestino Zoom n. 161a - 20.04.2006
Perche' il petrolio costa di piu'? 

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Perche' il petrolio costa di piu'?

Il petrolio costa di piu' perche' ce ne e' sempre di meno.
Poi ci sono una serie di speculazioni, di guerre dove lo si estrae, di uragani e di inverni rigidi dove ne consumi tanto, ma costa di piu' perche' se ne trova sempre di meno, e se ne usa sempre di piu', noi, ma anche i cinesi e gli indiani (che pure loro lo possono comprare, o no?).
Gli arabi di varie parti del mondo lo hanno capito: risorsa calante, problemi crescenti. Quindi cercano di prendere, per vie finanziarie, per vie ideologiche, religiose, immigratorie, per una vignetta, cercano di prendere un pezzo di Europa, terra buona, vicina, che l'islam e' solo un mezzo, macche' religione, figuriamoci.
Kennedy, cattolico, contro il comunismo lancio' un'idea: "andiamo sulla luna"; i migliori si sono dati a realizzare quel sogno e cosi' alla lunga abbiamo vinto, perche' e' lo sviluppo che vince: mica ha detto "ci avete rotto, lanciamo un razzo in mezzo a Mosca".
Bush contro il terrorismo invece ha detto "ci avete rotto, lanciamo un razzo in mezzo a Bagdad", e poi non basta, dira' "ci avete rotto, lanciamo un razzo in mezzo a Teheran"!
Ma alla lunga per vincere ci vuole un'idea di sviluppo, del tipo "ricaviamo l'energia da una cosa che non sia il petrolio!" e i migliori si daranno a realizzare quel sogno.
Perche' all'uomo devi promettere almeno la luna, per meno non ha voglia di stare meglio.
Il petrolio costa di piu' perche' ce ne e' sempre di meno, quindi da domani, occupiamoci di sviluppo, e tutti a pregare per l'America!
gp  

 

 

clanDestino Zoom n. 161b - 20.04.2006
Gli analfabeti: una campagna a favore di 1000 ragazzini, per sottrarli a un quasi certo destino di disagio e di espedienti.

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Gli analfabeti: una campagna a favore di 1000 ragazzini, per sottrarli a un quasi certo destino di disagio e di espedienti.

In Italia, secondo stime Unesco, gli analfabeti sono 6 milioni. Un esercito.
Un dato che fa impressione se rapportato a una popolazione di 55 milioni circa. Lo segnala la compagnia san Vincenzo de Paoli (sì quella delle famose e sempre un po' derise "dame") che avvia una campagna a favore di 1000 ragazzini, per sottrarli a un quasi certo destino di disagio e di espedienti.
Durante la recente campagna elettorale nessuno ha toccato un tema come questo.
E nei molti e spesso noiosi dibattiti sulla scuola, ammorbati dal sindacalese o dal politically correct, ci si dimentica di questi che restano nell'ombra.
L'Italia, si dice, ha un grande patrimonio culturale. Motivo in più, se ce ne fosse bisogno, per affrontare questo fenomeno.
Finora poche azioni di uomini e donne meritevoli che si danno da fare con centri di aiuto allo studio, di recupero dei ragazzini per la strada, nei quartieri a rischio di Palermo, di Napoli, di Milano. Con poco sostegno da parte del cosiddetto servizio pubblico.
Forse andrebbe ripensato il sistema.
dr 

 

 

clanDestino Zoom n. 160a - 13.04.2006
Macchè mela spaccata: Non è vero che l’Italia è un paese diviso in due. E’ la legge elettorale che lo dipinge in questo modo.

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Macchè mela spaccata: Non è vero che l’Italia è un paese diviso in due. E’ la legge elettorale che lo dipinge in questo modo.

Non è vero che l’Italia è un paese diviso in due. E’ la legge elettorale che lo dipinge in questo modo.
La separazione tra poli che ha attraversato famiglie, colleghi, amanti e condominii non impedirà nei prossimi giorni i pranzi tutti assieme per le prime comunioni dei bambini, i baci primaverili, le liti o le pax condominiali, le cordate per la carriera, gli appuntamenti alla macchinetta del caffè.
E i mondiali di calcio tra poco, più che la elezione del Presidente della Repubblica, provvederanno alla grande riunificazione.
Adesso che i partiti si sono contati e chi pensava di crescer molto non lo ha fatto, e chi era dato per in declino non declina, può darsi che le forze di attrazione e di ricomposizione anche del panorama politico si mobilitino.
E magari la prossima volta ci faranno votare –presto o tardi che sia- potendo scegliere noi dal basso chi mandare a parlamentare in nostra rappresentanza.
dr

 

 

clanDestino Zoom n. 160b - 13.04.2006
Elezioni Politiche: Autolesionisti - Ovvero alcuni che per un motivo o per l'altro non sono stati eletti. Dicesi trombati.

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Elezioni Politiche: Autolesionisti - Ovvero alcuni che per un motivo o per l'altro non sono stati eletti. Dicesi trombati.

Cos'hanno politicamente in comune Bobo Craxi, Pannella, Rita Pavone, Alessandra Mussolini, Pippo Franco, Cecchi Gori? Nulla, se non che per un motivo o per l'altro non sono stati eletti. Dicesi trombati. Con qualche paradosso. La Rosa nel Pugno, con tutta la tronfiaggine che ci ha messo, non ha fatto neanche un senatore (Boselli ha portato qualcosa alla Rosa o ha semplicemente "approfittato" del passaggio, come da anni nel suo stile?). Bobo Craxi - il figlio di Bettino, ricordiamocelo - ha certamente aiutato a vincere la sinistra coi suoi 115 mila voti, ma non ce l'ha fatta ad essere eletto (mentre sua sorella, con la Cdl, è arrivata). Ma forse verrà compensato con un sottosegretariato, che non si nega a nessuno. La Mussolini ha fatto flop ma ha portato quel tanto di voti in Lazio alla coalizione che fanno sì venga eletto il suo odiato nemico Storace. Insomma, becchi e bastonati. L'elenco potrebbe ricomprendere il Tremaglia, una vita in giro tra gli italiani all’estero, per far fottere la Cdl al senato all'ultimo secondo. La sua lista ne ha presi 1 solo su 18. Fantastico. Formigoni l'ha paragonato a Nicolai, storico stopper del Cagliari famoso per l'eccesso di autogol. A sinistra c'è chi parla di beatificarlo.
A-team

 

 

clanDestino Zoom n. 159a - 06.04.2006
Il piccolo Tommaso: L'hanno trovato accanto al fiume

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Il piccolo Tommaso: L'hanno trovato accanto al fiume

Il fiume Enza era un fiume senza gloria. Da quando Matilde di Canossa non sorgeva più da quelle parti a umiliare imperatori.
Ma ora che ha avuto tra le sue mani innocenti il piccolo Tommaso, buttato dai suoi assassini senza volto, e senza volto anche sotto i flash dei fotografi - ora che ha avuto nelle sue mani d'acqua, d'erba, di sera quegli ultimi respiri, l'Enza è tutto d'oro, e di porpora.
L'Enza è il Niagara del nostro pianto, è l'oceano indiano, è il Mississippi del silenzio che abbiamo dentro. E' le Antille lontane delle stelle che cerchiamo, l'Enza è il canale di Suez dove svaniscono le navi illuminate della nostra gioia. E' l'urna dolce, il battesimo delle acque del tempo.
L'Enza è quel che vorremmo esser noi per Tommaso, tutti disciolti in pianto, e viaggianti nella notte, liquidi, vividi custodi della trasformazione della sua vita.

dr

 

 

clanDestino Zoom n. 158a - 30.03.2006
L'ideologia è una peste: Che Giuliana Sgrena abbia detto che Fabrizio Quattrocchi non meritava la medaglia conferitagli dal Presidente Ciampi è una pagina delle più schifose della cultura e politica italiana.

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L'ideologia è una peste: Che Giuliana Sgrena abbia detto che Fabrizio Quattrocchi non meritava la medaglia conferitagli dal Presidente Ciampi è una pagina delle più schifose della cultura e politica italiana.

Che Giuliana Sgrena (giornalista del Manifesto, candidata in qualche partito comunista, sopravvissuta a un rapimento in Irak grazie all'intervento dei Servizi segreti italiani finito con la tragica e ancora misteriosa morte di uno dei nostri uomini migliori) abbia detto che Fabrizio Quattrocchi, ucciso dai rapitori irakeni, non meritava la medaglia conferitagli dal Presidente Ciampi è una pagina delle più schifose della cultura e politica italiana.
Tutti quei babbei che in quei giorni fecero la fila per andare a omaggiare la scampata nella sede del Manifesto ci pensino.
L'ideologia è una peste, irrefrenabile, violenta, truccata da gentile signora, acculturata: l'Italia ne è piena. Ne muore.
dr

 

 

clanDestino Zoom n. 158b - 30.03.2006
Mutazione genetica: I cattolici, per quanto leali con lo stato, non possono essere statalisti per definizione.

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Mutazione genetica: I cattolici, per quanto leali con lo stato, non possono essere statalisti per definizione.

I cattolici, per quanto leali con lo stato, non possono essere statalisti per definizione.
Ci sono due millenni di storia a provarlo, santi operosi, migliaia di opere, senza poi dimenticare la dottrina sociale della Chiesa e financo l'ultima enciclica papale, con un esplicito richiamo alla centralità della sussidiarietà nella politica.
Il non-statalismo genetico dei cattolici deriva dalla fiducia radicale nella centralità della persona umana e della sua libertà. Di conseguenza, in qualsiasi scelta politica, anche la più assistenzialisticamente motivata e doverosa per necessità, il cattolico sempre cercherà di preservare, come possibile, un certo tasso di libertà di scelta - tendenzialmente alto -, di pluralismo e rispetto delle persona. Da questo deriva il tema del pluralismo e della parità scolastica, dei buoni scuola, dei voucher sociali, ecc.
Pertanto, che oggi gruppi di preti o fedeli cattolici applaudano o rivestano di argomenti morali, opzioni e prassi stataliste nella scuola, nella sanità, nel sociale e in molti altri fronti, chiedendo casomai più stato anziché più società, significa che dev'essere avvenuta da qualche parte una mutazione genetica.
Tale mutazione è iniziata in realtà già all'epoca della vecchia dc. Oggi si è aggravata. Con un paradosso. Sui temi chiave, dottrinali, anti relativisti per definizione ecclesiale, come vita e famiglia, ci sono cattolici di fatto politicamente relativisti (l'argomento relativista chiave è: va bene per noi, ma non possiamo imporre questi valori agli altri). Mentre su temi perlomeno opinabili e discutibili, relativi a ciò che debba o non debba fare lo stato in scuola, sanità, sociale, ecc., questi stessi cattolici diventano invece dogmatici. Cioè statalisti.
Questo paradosso e mix tra relativismo e dogmatismo rovesciati consente di andare a braccetto con chi sarebbe geneticamente agli antipodi su tutti i temi citati.
Forse è tutta colpa di Chernobyl.
gv

 

 

clanDestino Zoom n. 152 - 16.02.2006
Berlusconi cresce di boutade in boutade. Dopo essersi paragonato a Napoleone, ha scomodato Nostro Signore.

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Berlusconi cresce di boutade in boutade. Dopo essersi paragonato a Napoleone, ha scomodato Nostro Signore.

Berlusconi cresce di boutade in boutade. Dopo essersi paragonato a Napoleone, ha scomodato Nostro Signore. E tutti giù a fargli la predicuzza.
Certo, il presidente esagera. Ma costoro che intendono ogni metafora come linguaggio normale, che producono solo discorsini buonini e intelligentini, e che non sanno trovare iperboli e battute convincenti in campagna elettorale sono solo più educatini o sono un po’ sfiatati?
La povertà linguistica, gli slogan banali, un parlare anodino e senza sbalzi, è una tattica di bon-ton o è mancanza di passione e idee? Per ora la definizione della magrezza di Fassino come “ossario” e la risposta agli inviti casiniani alla moderazione con la battuta alla Bogart: “è il proporzionale, bellezza” mettono il Premier avanti a tutti.
dr

 

 

clanDestino Zoom n. 151a - 09.02.2006
Vignette su Maometto e colpi di pistola alle spalle dei cristiani

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Vignette su Maometto e colpi di pistola alle spalle dei cristiani

Vignettisti condannati a morte, ambasciate date alle fiamme, un sacerdote ucciso, direttori di giornale che saltano.
L'Occidente paga la sua pochezza intellettuale di fronte all'Islam, oscillando tra ingiuria e retorica sulla libertà. Ma proprio lei, che diciamo essere il nostro bene, la nostra differenza, è il bene più confuso e impoverito da una cultura che l'ha ridotta ad arbitrio e a zona individuale di dittatura.
Una banale faccenda di vignette servirà a risvegliarci? Non pare.
Infatti, mentre un prete italiano veniva ucciso dalla follia estremista in Turchia, il maggior quotidiano italiano discettava sul fatto che l'affermazione vaticana che la libertà non è un assoluto e che valgono anche altre cose sia un prodromo di censura.
Ma la censura più grave, come indicavano i geni di Pasolini e Pèguy è quella operata da pensatori e da media sulla realtà.
E la realtà, non solo geopolitica, ma anche quella di ogni giorno in casa, nei luoghi di lavoro, indica che la libertà non è lo spazio del mio arbitrio che finisce dove inizia il tuo, con in mezzo un vigile urbano (la legge, lo stato?) che regola i traffici. Ma una tensione infinita al rapporto con le cose e con le persone che rispetti la relazione che le fa consistere.
La relazione con Dio (o chiamatelo mistero o infinito) che dà valore infinito anche al più indifeso, e la relazione al popolo a cui si appartiene.
La libertà come assenza di legame è l'inizio della guerra.
dr

 

 

 

clanDestino Zoom n. 151b - 09.02.2006
IL PANIERE ISTAT 2006 (letture impossibili)

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IL PANIERE ISTAT 2006 (letture impossibili)

L'ISTAT già disse, e qualcun altro - ad esempio, il nostro sontuoso gp - commenterà a ragion massimamente veduta.
Ma il sottoscritto, senza strumenti, nel veleggiare - un po'strambato, comunque correggibile - dei pensieri quotidiani, pensa che il paniere, l'astrolabio che guida alla rilevazione dei prezzi al consumo, sia più orientato da scirocchi dispettosi che da disegnate rotte.
Scorrendo la lista dei prodotti e servizi che, per il 2006, se ne vanno a scadere (o ad infeltrire o ossidarsi) o - viceversa - fotografando la parata orgogliosa delle res subentranti, c'è da riflettere.
Compiono, ad esempio, la loro parabola i tessuti (da uomo/ da donna), il noleggio delle videocassette, alcuni derivati del latte (il provolone, il brie, il caciocavallo) e si affermano il pigiama da donna, il bed and breakfast, l'ananas.
Ma, già attoniti per i "checosa", naufraghiamo di schianto nei "perché".
Perchè il penalizzato brie è marchiato come "prodotto poco significativo" e la ricotta come "prodotto di grande rilevanza"? Metà dei bar (almeno quelli aperti nelle terre emerse) propone il consueto panozzo meridiano "speck e brie"... Cosa succederà nelle pause pranzo?
E il "pigiama da donna" - si, quello senza età, con i palloncini o le peonie o con le cinciallegre - che pugnala il "body donna"? E' un ritorno al passato (o come bofonchieranno i parrucconi, un' indebita intromissione ecclesiastica nell'intimo femminile)?
Di fronte a cotante aporie, all'inspiegabile in-out del paniere, ritorna il dubbio: e se qualcuno (non Dio, e neanche l'ISTAT) giocasse con il mondo a dadi (i dadi per fare il brodo?).
sdm

 

 

 

clanDestino Zoom n. 150a - 01.02.2006
SECONDO GLI ULTIMI SONDAGGI: IL NULLA VINCE?

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SECONDO GLI ULTIMI SONDAGGI: IL NULLA VINCE?

Ho gia (strenuamente) difeso, nella brillante agorà del ClandestinoZoom, la supremazia del "breve" rispetto al "lungo". Ma adesso, derogo: mi richiama, dall'eremo della concisione, tutto il gorgogliante flatus vocis sulla par condicio (e già l'esposizione si fa, inevitabilmente, cacofonica).
Alte cariche istituzionali, uomini di maggioranza e di opposizione, autorithies e conduttori televisivi, opinionisti e sussiegosi teoreti (mancano - ma arriveranno, purtroppo, arriveranno! - vescovi e preti): tutti partecipano a questo chiassoso e inutile gioco di ombre cinesi.
Una terribile conferma del fatto che veniamo dal nulla, e che il nulla dispensa a tutti, democraticamente, il suo fascino. E l'essere, l'esserci, è l'apparire (o il sognare di apparire) sulle poltrone di Vespa o di "Ballarò".
Che ci sia un popolo (o quello che, fra i tanti stracci, ancora splende della sua bellezza) non interessa, non importa alle Marie Antoniette che ci sia fame di vero e di giusto. Mangino le brioches!
Non diamogliela vinta, c'è ancora spazio per costruire, per educare, per quel "quid" che - fieramente - non appartiene a questo teatro. E c'è una competizione politica che può ripudiare il modello Zequila - Pappalardo.
sdm

 

 

 

clanDestino Zoom n. 150b - 01.02.2006
Missive e bebè: Il bonus bebé

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Missive e bebè: Il bonus bebé

Il bonus bebé che sta arrivando con tanto di lettera del Berluscone è una buona idea.
Certo, neanche velatamente elettorale, ma è meglio una buona idea sotto elezioni che niente prima o dopo. A tal proposito suggeriamo al premier di mandare anche un altro paio di lettere, se ha davvero a cuore i bebè d'Italia.
Una ai produttori di quei tanti e utilizzatissimi prodotti semifarmaceutici per bimbi (dai ciucci ai pannolini, dagli omogeneizzati alle creme). Sono esosi. Possibile non si possa risparmiare?
E altra missiva ai produttori e venditori di vestiti per i piccoli. Ormai in molti casi, se vuoi acquistare un capo decente e un po' duraturo per bimbi, spendi tanto quanto un articolo per adulti.
Dunque, grazie per i mille euro.
E fortunato chi ne usufruisce, visto che chi i figli li ha fatti anche solo un anno prima resta fuori, pur se costano come i beneficiati dal buono.
dr

 

 

 

clanDestino Zoom n. 149a - 26.01.2006
Unipol e dintorni:
Io sto con le Coop.

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Io sto con le Coop.

Spiacente, ma io sto con le Coop, magari non con i DS che le stanno abbandonando, e ho le mie ragioni che qui vi spiego.
Esse sono: le coop sono un fatto popolare, dove i soci conteranno poco, ma piu' degli azionisti della Fiat che non contano nulla, le coop sono le sole imprese grandi a capitale non familiare del paese, le coop stanno in piedi su un processo democratico piu' trasparente di ogni altra impresa, si e' vero c'e' il travaso fra imprese e politica, Giovanardi, abbiamo capito, ma Berlusconi da dove viene, dall'accademia?
E poi: le coop sono nate per un ideale, per rispondere a un bisogno, spesso fra poveracci, spesso aiutati da un prete, altre volte da un idealista altre ancora da un comunista, non e' sbagliato ricordarlo, l'errore e' dimenticarlo. Non si deve dimenticare che esse sono state e sono per molti uno dei pochi casi in cui etica, politica ed economia sono diventate concrete e un'occasione di riscatto, invece di stare solo come parole negli editoriali per i quali nulla cambia qualsiasi cosa ci si scriva.
Sto con le coop perche' molti di quelli che le hanno fondate affermarono l'impopolare: che un uomo retto e' meglio di un ricco, che e' meglio essere lavoratori che ladri, che dire la verita' forse non conviene ma non devi farne a meno, per te e per tutti. E che la societa' e' meglio se ci sono piu' uomini cosi', te compreso, e che non basta che cambino quelli al governo.
Per queste ed altre ragioni sto con le coop, io.
gp

 

 

 

clanDestino Zoom n. 149b - 26.01.2006
Minoranze Politiche

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Minoranze Politiche

Rutelli ha detto una cosa giusta. L'Italia è un Paese oggi fatto di molte minoranze. In senso non solo politico.
Potremmo aggiungere che lo stesso mondo cattolico è fatto oggi di molte minoranze che solo i vescovi - faticosamente - su alcune grandi questioni riescono a tenere assieme. E poi il papa, lui sì riesce a fare maggioranza. Ma lui è un'altra cosa.
Questa fotografia dell'Italia di minoranze pone il problema più serio alla politica e alla democrazia: come trovare e fare denominatore comune tra più minoranze. In altri termini c'è un ideale o politico o culturale o sociale che tenga assieme tante minoranze o tante abbastanza da fare una maggioranza effettiva nel Paese e nel Parlamento e consentire di governare il Paese? E' illusorio credere che il problema sia un sistema elettorale, un meccanismo che obblighi a stare assieme ed eviti il ricatto di una minoranza, qualunque essa sia. Non ha funzionato. Non funziona un'astratta laicità (che ideale e collante potrà mai essere la neutralità? Peraltro finta e inapplicabile). Non funziona lo stato-culla. Non funzionano sermoni etici (film già visto). Così il pragmatismo e il perseguimento del mero benessere economico non bastano. Ed abbiam già visto che la semplice vittoria elettorale o un leader non bastano a creare in politica questo denominatore comune.
E ciò vale tanto per Silvio quanto per Romano. Se non c'è un reale denominatore comune, insieme ideale e reale, non c'è bussola politica. Le riforme viaggiano a casaccio o non arrivano in fondo e, quando c'è da affondare il bisturi nel corpaccio corporativo e conservatore di certa Italia, la mano si ferma.
Il problema sarà questo anche dopo il 9 aprile, chiunque vinca. Saremo però ancora più in ritardo.
A team

 

 

clanDestino Zoom n. 148 - 20.01.2006
Di tutta la storia di Unipol: Ladruncoli noiosi

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Di tutta la storia di Unipol: Ladruncoli noiosi

Di tutta la storia di Unipol, di Bille' e Consorte, del Corriere, degli immobiliaristi, delle Cooperative e delle banche, colpisce la banalita' dei presunti ladruncoli.
Leggiamo dei quadri non rubati, per carita', solo un poco presi-a-prestito, dei matrimoni con le bellone, delle macchine sportive, leggiamo di gente che forse ha rubacchiato ai soci della Coop, ai commercianti, a degli sfigati come loro, che nascondono le carte nel garage di Zagarolo.
Ci sentiamo un poco come i loro lacche' che ieri li adulavano e invidiavano, oggi sognano di prendere il loro posto; ci sopraggiunge il sospetto che il potere sia stato dato a dei mediocri, e che quindi il criterio della rappresentanza non sia stato violato, ma profondamente rispettato.
Leggiamo la cronaca con avidita': essa ci mostra come potrebbe essere la nostra fine, ci fa vedere le nostre paura nelle disgrazie altrui, ci rassicura che non e' capitato a noi: il suo spettacolo convincerebbe una retta ragione che il male e' noia.
Risuona su tutto la frase del giovane Lewis: forse "…i cattolici hanno torto, ma tutti gli altri sono noiosi".
gp

 

 

 

clanDestino Zoom n. 148a - 20.01.2006
Botta (1)... Unipol, Silvio e il salotto buono

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Botta (1)... Unipol, Silvio e il salotto buono

C’è un salotto buono extra italiano che decide e conta su questioni finanziarie ed economiche. E quando la politica italiana fa flop, si scanna o apre varchi, i buchi vengono riempiti dai signori di questo salotto. La vicenda Banca d’Italia va forse letta in questa chiave.
Entrarci, nel citato salotto, è molto difficile. Unipol, alias il sistema legacoop-ds, voleva farne parte ma gli han detto no. Ovviamente ben gli sta ai ds, per come hanno usato la magistratura, per come hanno probabilmente stressato il sistema cooperativo per la scalata alla Bnl. E’ più plausibile pensare che sia stata la politica diessina, checché dicano, a volere la grande banca piuttosto che il sistema cooperativo. Probabilmente questo salotto è lo stesso che ha detto no al cattolicissimo Buttiglione in Europa.
Tuttavia, se si considera che lo stesso ha detto di non gradire anche Silvio, non c’è da stare allegri. Silvio resta una anomalia che gli deriva dalla ricchezza, cosa che lo rende autonomo. Ma l’Italia, stante il nanismo di gran parte della politica e dell’industria, rischia sempre più di avere un ruolo marginale. Se poi anche il capo degli industriali va a produrre in Cina, bisognerà chiedersi come faremo quella ricchezza che serve a pagarci il riscaldamento, visto che lo dobbiamo ai russi e ai musulmani.
A-Team

 

 

clanDestino Zoom n. 148b - 20.01.2006
E risposta (2)... Un commento? Eccolo, da cinico economista

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E risposta (2)... Un commento? Eccolo, da cinico economista

Chi sta nel salotto buono? Chi ha detto di no a Silvio? Quando? Io alla storia del salotto buono credo poco. Credo che ci siano investitori internazionali che per massimizzare profitti osservino, sfruttino e, se possono, influenzino paesi deboli, compresa l'Italia quando fa casino. Vogliamo chiamarlo salotto buono?
Facciamolo, ma ricordiamoci che anche il nonno cerca di investire i suoi risparmi perché rendano. Lo vogliamo chiamare speculatore o è solo razionale? E' immorale che pochi individui abbiano più potere di alcuni stati? Sicuramente, ma che facciamo? Sono d'accordo sui diessini che volevano la banca, per motivi di potere. D'altra parte i dc ne hanno avute di banche, guarda che cosa se ne sono fatti!
Riguardo alla Cina, non è stando a produrre in padania che si evita che i cinesi facciano il loro lavoro e ci vendano cose che costano poco: ormai hanno deciso e non li ferma nessuno. E poi chi ci va in fabbrica da noi? Io, tu, i nostri figli? Al massimo importiamo extracomunitari, coi casini che ciò comporta. Come produciamo la ricchezza? Come sempre abbiamo fatto e faremo: investendo in capitale umano, in cultura, in conoscenza, in reti, come tutti i paesi, e non sono pochi, a cui l'economia va bene. Riguardo al gas, lo abbiamo sempre comprato in giro, è bene continuare a farlo, oltre che tirarlo fuori da sotto Ravenna, che fra un poco s'imbuca.
Insomma, mi pare la questione vera sia discutere della fine della democrazia, se mai ve ne fu una, sostituita dal potere di individui che contano più di stati (e non sono un salotto buono). E' già successo, che si fa?
gp

 

 

clanDestino Zoom n. 147 - 12.01.2006
I GUERRIGLIERI TRA NOI.
Tre i nemici della pace in questo momento: terrorismo, nihilismo e fondamentalismo fanatico

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I GUERRIGLIERI TRA NOI.
Tre i nemici della pace in questo momento: terrorismo, nihilismo e fondamentalismo fanatico

Tre i nemici della pace in questo momento.
Lo ha detto il Papa nel messaggio del 1 gennaio: terrorismo, nihilismo e fondamentalismo fanatico. L'elenco è sorprendente. Il nihilismo è associato al terrorismo e al fanatismo bieco. Il nihilismo non viene indicata dunque come una opzione filosofica, e per questo rispettabile e discutibile. No, viene indicata come un nemico della pace, come uno strumento di violenza. Beh, se dalle nostre parti tutti o quasi potremmo giurare di non appartenere alla razza dei terroristi o dei fondamentalisti fanatici, cosa succederebbe se si facesse un test a proposito del nihilismo?
Il quale va inteso come atteggiamento (fondato filosoficamente e vissuto praticamente) per cui nulla ha valore definitivo, sacro e intoccabile. In altre parole, la realtà come puro pretesto. E' la filosofia applicata in gran parte delle proposte di stile, di conoscenza e di morale in cui viviamo. I terroristi sono tra noi. Le loro bombe esplodono.
Non a caso, un filosofo non certo baciapile come Andrè Gluksmann, davanti ai roghi delle banlieu parigine aveva detto: signori, questo è nihilismo. E quei ragazzi sono tirati su come tutti noi. E come tutti i nostri figli.
dr
 

 

 

clanDestino Zoom n. 147 - 12.01.2006.
PER FABRIZIO QUATTROCCHI

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PER FABRIZIO QUATTROCCHI

Ora lo abbiamo visto. Che cercava di togliersi la orrenda copertura dal viso. Che voleva veder l’aria, la luce, e all’infinito la vita. E l’abbiamo udito. Non si può eludere quella sua dolorosa certificazione, la sua invocazione in quella culla, in quella conca di fango. Un italiano, ha detto. E cosa vuol dire: un italiano ? Se non vuol dire niente è morto da pazzo. Oppure vuol dire: uno che ha caro certe cose più di altre. Le cose che hanno fatto gli italiani ben prima che qualcuno decidesse fin dove arrivava l’Italia. Certe cose che non sono solo il vestir bene, il mangiar bene, il guidar bene. E non sono né un sogno né una caricatura. Né una aspirazione. Certe cose che danno coraggio, che danno orgoglio sano. Che danno di non aver paura del futuro e neanche di morire.
Ormai invece l’educazione del popolo, dalla scuola alla tv, ruota di fatto intorno a un dogma: non vale la pena aver nulla di caro, ovvero non vale la pena preferire, se non per momentanei motivi di potere o di minimi piaceri.
Così stanno ammazzando il nostro popolo, la sua capacità di dedizione e di sacrificio. E dunque di costruzione. Loro, quelli per cui tutto è carino, corretto, ma niente è caro. Ma proprio mentre lo uccidevano, uno di noi, del nostro popolo, ha messo di traverso lo sfarzo tremendo della sua morte, e lo slancio del suo cuore.
dr

 

 

 

clanDestino Zoom n. 146 - 22.12.2005
A proposito di vini e fine impero, da Parigi...

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A proposito di vini e fine impero, da Parigi...

La bottiglia che hai “stappato” é una di quelle migliori, ma non apprezzabile da tutti gli intenditori. La prova: il buon Massobrio non ha capito nulla.
Non so se parliamo delle stesse enoteche...signorine; penso di si perchè ormai Parigi, Milano, Bologna, è la stessa borghesia “grassa”; a questo livello c’è poca differenza.
E secondo me il livello é questo: c’è un parallelo tra come si “vive” il vino (e cio’ che gira intorno) e la maschera da “fine impero”, cosi’ come mentre si ballava nella Belle Epoque e si covava la II Guerra Mondiale. Con tutta la buona volontà di M. e anche di ingenuità, l’attenzione al mondo del vino, come oggi molti la vivono, é un fenomeno e simbolo di borghesismo. Per cui l’antidoto é si’ l’educazione –metodo- consapevoli pero’ di cos’é la posta in gioco.
Sono alcuni pensieri disarticolati; fuoriusciti da una cuvée ancora in fase di maturazione; forse “brut”.
Pero’ il vino da quando sono andato a Parigi, per me, rappresenta ben altro che un semplice liquido in un calice; cosi’ come un certo tipo di mangiare. Infatti, sono fenomeni di resistenza di fronte alla leggerezza del vivere sociale. Quando bevo –soprattutto con amici-, difficilmente m’inebria poiché come dicono i francesi, innanzitutto é “del sangue che la terra ha pisciato”. E’ un antidoto alla superficialità epocale e all’apparenza sociale (non mi stupisce più di tanto che attiri i fighettini improfumati e le fighettine ingioiellate) e sviscera la “pensateur” drammatica della (sua e nostra) vita. Infatti, dire che é buono, non é innanzitutto – un problema di metodo- ma di buon senso, cioé qualcosa che é innato in noi, che la Natura ci ha trasmesso.
Senza cadere nel discorsismo, é un problema di cuore e di corrispondenza. Per cui non ho , innanzitutto bisogno del Massobrio di turno, né del prezzo per dirmi se é buono o no e perchè.
Un secondo aspetto, perchè non si scada nelle “pailletes” cristalline, -Cassandre o Sirene che siano dire che é buono, mentre scende, mi fa salire e mi chiedo: come mai? Chi e che cosa ci sia dietro? Perchè é cosi’ adesso? Da dove vien? Ecc….
Ti posso assicurare che bevendo vini “sconosciuti” , sono risalito a chi li faceva. Ho fatto incontri stupendi. Per me bere vino ha questo orizzonte; nulla a che vedere con dialettiche maieutiche da fine impero o secolo. C’è gente che lavora cosi’, per trasmettere un bene che ha ricevuto; cerca di valorizzarlo, migliorandolo e di viverci sopra. Se te lo danno é qualcosa della loro vita.
Nulla a che vedere con il distacco gaio delle soubrettes –senza fare distinzione di sesso- che gorgheggiano vino e parlano d’altro. Non c’è incontro perchè non c’è desiderio d’incontrare ma solo introitare e introitarsi per dire a vanvera e parlare d’altro.
Un secondo problema che fa decadente il vino, in questo inizio secolo, é l’aspetto finanziario. Il buon Massobrio dovrebbe spiegarmi come mai i più grandi “châteaux” sono stati comperati da banche, assicurazioni, compagnie finanziarie e il loro prezzo, dei relativi vini é raddoppiato.
Perché demiurgi discettano il destino di vignaioli e vini cercando quel di “più” e quel “diverso” nel vino, salvo poi premiare un gusto omologato?
Il dardo é scoccato e potrebbe conficcarsi ancora più profondamente. Ma non voglio infierire.
Pero’ tante angelicità van tirate giù perché in realtà sono dei paffuti putti manieristi.
Non credo che valga la pena d’infierire ma rimanere vigilanti si’.
Silvio G.

 

 

 

clanDestino Zoom n. 145 - 15.12.2005
Devolution e verginità

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Devolution e verginità

Alla fin fine si farà il referendum sulla devolution, ovvero sulla recente riforma costituzionale federalista. L'han chiesto già otto regioni, Lombardia inclusa. Ne bastavano cinque. Guardate però in anteprima il film della consultazione e provate a tirare oggi le conclusioni sul probabile esito.
In primavera, parrebbe il 9 aprile, si vota per il parlamento e compagnia.
In maggio, più o meno, si decide per sindaci, comuni e province di molte realtà importanti. Ad esempio Milano.
Entro giugno si dovrebbe o potrebbe tenere il referendum che è senza quorum. Non c'è bisogno, insomma, che voti la maggioranza del corpo elettorale. Non per gufare (almeno verso chi è pro devolution), ma considerate che la sinistra - che ci creda o no - ha bollato la riforma come spaccaItalia, antisolidaristica, etc. etc., e la maggioranza dei giornalisti, si sa, si conforma al pensiero politicamente corretto.
A destra an e udc sono sotto sotto cronicamente insinceri sul tema e non amano questa riforma. Il popolo di suo ne ha già abbastanza di referendum ed elezioni (vedi la scorsa primavera) ed in giugno avrà forti tentazioni. Fate un po' voi e provate ad indovinare l'esito. Detto questo, nessuno su questa partita è vergine. La sinistra urla, ma ha cambiato pesantemente la costituzione alla fine della legislatura (con l'aggravante di averlo fatto con un pugnetto di voti), provocando un pateracchio tuttora irrisolto.
Ora è la volta del centrodestra: cambia la carta senza consenso bipartisan. Il vero peccato originale è che la politica non sappia trovare un minimo denominatore comune sulla grandi questioni del bene comune.
Forse il vero problema non è cambiare la costituzione...
A-team

 

 

 

clanDestino Zoom n. 143 - 02.12.2005
Noi non siamo tranquilli

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Noi non siamo tranquilli

Noi non siamo tranquilli se uno può fabbricare passaporti falsi, darli a dei combattenti islamici e girarsene tranquillo per il nostro Paese.
Noi non siamo tranquilli se vediamo che un signore viene rimesso in libertà dopo che è stata provata l’accusa di ospitare pericolosi Jihadisti e aver dato loro documenti falsi e permessi di soggiorno, solo perché non è provato che quei guerriglieri diretti in Iraq progettassero attentati contro civili.
Non siamo tranquilli se la magistratura affronta il tema della presenza della Jihad islamica in Italia con tale capziosa superficialità. Non siamo tranquilli se non si dotano di strumenti legali e d’inchiesta adeguati e chiari. Non siamo tranquilli in queste nebbie del diritto.
Non siamo tranquilli se un magistrato non conosce il Corano e non sa cosa è il Jihad e lo considera come se fossero le Brigate Rosse.
Non siamo tranquilli per questa ignoranza becera e presuntuosa
Non siamo tranquilli se i giudici invece di renderla più sicura, rendono più pericolosa l’Italia.
dr

 

 

clanDestino Zoom n. 143 - 02.12.2005.
La strana idea della democrazia per i ricchi

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La strana idea della democrazia per i ricchi

Aleggia fra dibattiti radiofonici e assessori al convegno una idea strana: la democrazia e' roba da ricchi, i poveri crescono più velocemente con la dittatura.
I diritti umani: roba da sciuri!
Per sostenere la strana tesi si fanno esempi che grondano sangue: la Cina sarà un po' dura con i dissidenti, ma almeno adesso piu' persone mangiano!
Ora, ditemi voi assessori, a che livello di reddito scatta il diritto alla democrazia? a 10 $ al giorno? a 30? e chi lo decide quanto si e' ricchi abbastanza?
Sventurati assessorucoli e commentatori, dimenticano la loro storia!
Noi siamo ricchi perché siamo democratici, l'occidente ha da mangiare perché ebbe libertà, non il contrario! E l'aspirazione alla libertà negli uomini è un assoluto. Già ma per credere a questo bisognerebbe credere a Dio, o ascoltare il proprio cuore, che è già un po' la fine delle dittature, quelle politiche e quelle interiori, con cui di solito si preferisce scendere a patti.
gp

 

 

clanDestino Zoom n. 142 - 24.11.2005
Piccolo fuori onda televisivo: Fallaci & Islam

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Piccolo fuori onda televisivo.

Ospite mercoledì scorso della trasmissione di Gad Lerner l'Infedele su La 7 in un dibattito con Allam, Nirenstein, Bosetti e altri su Fallaci, Islam etc trovo in studio tra gli altri una ragazzina Sara, islamica con tanto di chador, a cui il Corriere ieri dedica un pagina perchè va a fare, da musulmana, volontariato in una parrocchia di Milano. Bene. E' un bel quadretto. Accando a lei il discusso direttore del centro islamico di Viale Jenner. Alla fine della trasmissione, ultime battute in onda, dopo un dibattito in cui a Lerner e a Bosetti non riesce di far passare l'islam come un non problema e la Fallaci come un'idiota, chiedo alla ragazzina: Ma tu che ora hai visto che una parrocchia è una cosa positiva, mi aiuteresti a farne una a Ryad o in un paese islamico ? Lei risponde in un soffio: sì. Ma il direttore di v.Jenner (e Lerner) saltan su dicendo che non si posson far domande così, e che non si può etc etc...E lei bofonchia qualche distinguo...Fuori quasi trema a darmi la mano, con un occhio di fuoco.
dr

 

 

clanDestino Zoom n. 142 - 24.11.2005.
Devolution e sanita’

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Devolution e sanita’

Le polemiche sulla devolution ci accompagneranno per un pezzo.
La sinistra ha gradito stavolta l’intervento dei vescovi, bollati di solito di indebite ingerenze. Salvo poi pentirsene un attimo dopo, quando i vescovi sono intervenuti sull’aborto. I vescovi sono spesso scomodi e non è pensabile che il loro dire sia lecito o meno a seconda della parte alla quale si presume diano vantaggio.
Detto questo, un chiarimento su sanità e devolution s’impone. Il problema oggi non è il rischio di avere 20 sanità diverse. Abbiamo già da decenni sanità diverse. Anzi, il divario, con la gestione statalista centralista (Bindi è stata una grande centralizzatrice), è peggiorato.
L’Emilia-Romagna, che fa professione di solidarismo, è stata la regione in assoluto più egoista e che ha cercato di trarre il maggior profitto sia dal centralismo che dal federalismo imperfetto. Nel 1996 da sola era responsabile di più del 25% del deficit sanitario. Comodo fare gli antidevoluzionisti di facciata (in realtà pretendendone a suon di ricorsi costituzionali tutti i vantaggi).
Ma il vero nodo oggi che ha davanti qualsiasi governo è: come accorciamo le distanza tra sanità del nord e del sud, posto che la gestione statale ha accresciuto e non ridotto le distanze?
Devolution è un ipotesi di responsabilizzazione proprio per tentare di imporre la riduzione delle differenze. I vescovi chiedono evidentemente che devolution non significhi invece resa. E fanno bene. Ma la disparità c’è già tutta. Da un pezzo e non l’ha prodotta la devolution, ma lo statalismo.
Certo, bisogna che devolution non significhi né resa né un nuovo statalismo regionale. Nel qual caso saremo daccapo. Più in piccolo.
A-team

 

 

clanDestino Zoom n. 141 - 17.11.2005
Il processo alla TV

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Il processo alla TV

Ci fu un poeta, Pasolini, oggi tanto decantato e decotto dai suoi giubilanti, che profetizzò un banco d'accusa per la classe politica italiana.

Qualcuno pensa che tangentopoli e la fiera di processi che ci furono sia stato l'avverarsi di quel sogno rivoluzionario. Ma la profezia dei poeti non si avvera in modo banale. Il vero tribunale non è quello che misero su, distorto e discutibile Di Pietro e soci, con la connivenza dei media e di altri poteri forti.

Il vero tribunale si è svolto nella coscienza dei cittadini che hanno ormai da tempo condannato la politica a ridursi in molti casi a teatrino assurdo e poco interessante.

Quanti in realtà se ne interessano veramente? Quanti la ritengono importante davvero?

Ad esser processati la prossima volta dovrebbero essere i giornalisti, i detentori della informazione. Gli anchor men, gli show men, gli strapagati no-men che dirigono giornali e programmi in cui si versa di continuo un chiacchiericcio fetido sull'Italia. E da cui è difficile uscire come da una rete di ragno. Si parlano tra loro e di loro stessi. E fanno credere che la realtà sia quella che si svolge tra un'isola dei famosi e un dibattito sul perchè Bonolis lascia una rete o un'altra. Fino ai capolavori dell'assurdo come il programma di Celentano, dove si è misurata fino all'ultima parola in base alle convenienze politiche (ad es. la Guzzanti anticensura ha accettato d'esser lì censurata e non han mandato per scelta il video del fosforo americano su Falluja perchè troppo reale) e si è fatto passare come baluardo di libertà.

Ecco, questo è il grande inganno che andrà alla sbarra.

E già ci va, essendo sempre più lontano dalla vita reale.

dr

 

 

 

clanDestino Zoom n. 140 - 10.11.2005
Bologna:
Il cuore e la legge

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Bologna: Il cuore e la legge

Lo stucchevole e arido dibattito sulla legalità a Bologna (con un minestrone che mette insieme sbandati stranieri, sirio, okkupanti di mestiere etc.) ha un pregio e un difetto.
Da un lato ha il pregio di chiarire la crisi culurale della sinistra, dall'altro ha il difetto di fornire di Bologna un'immagine irreale e tetra. La crisi della sinistra è data da quel che pensa Scalfari che sostiene quel che fa (o meglio dice) Cofferati. Scalfari su La Repubblica ha recentemente sostenuto che i desideri del cuore umano (la felicità, il bene, il vero) sono un errore di natura, e che per fortuna la legge non ci lascia in preda a quei desideri insani. Cofferati ha stabilito che la parola su cui la sinistra si confronta è legalità.
Ma non erano il fiore della cultura di sinistra tutti coloro che abbiamo amato e che, anche drammaticamente (Pavese, Hemingway, Camus, Pasolini) ci hanno insegnato a non far tacere il cuore, e a cercare una convivenza mossa da un ideale più grande di ogni legge?
Dov'è finito tutto questo? Sotto la più plumbea delle parole d'ordine?
dr

 

 

clanDestino Zoom n. 140 - 10.11.2005.
Parigi: Ordine, disordine e vuoto spinto

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Parigi: Ordine, disordine e vuoto spinto

Le periferie bruciano (e le baracche ricrescono). Oppure sono vuote.
Qualcuno forse vorrebbe che bruciassero, per dar colpa a qualcun altro ed agguantare il potere. Ma sono gli animi che sono vuoti o alla periferia di un centro affettivo e ideale che non c’è. Anche il vuoto può bruciare e devastare.
Di fronte a tutto ciò qual è la risposta dei dissezionatori delle cause, dei detentori del political correct?
Ordine! Legalità!
Tempo addietro, se avessero udito da altri queste parole, gli stessi che oggi le brandiscono, le avrebbero bollate come reazione, oscurantismo. Intanto il disordine ed il vuoto – stessa cosa – avanzano.
Di fronte al disordine incombente, qualcun altro ha già provato, invano, un’altra parola d’ordine: laicità. Speculare alle altre.
La Francia insegna. Il vuoto e l’essere senza centro, non sarò riempito da parole d’ordine, dogmatiche o false o vuote a loro volta. Questo ci dicono i fuochi di Parigi, la baracche del Reno o le sniffate ai piani alti.
Che fare, allora? Serve una nuova ipotesi educativa, per ricostruire l’uomo. Per almeno tentarla, ricominciarla e non essere autolesionisti, bisognerebbe che a Parigi o a Bologna non segassero il ramo, robusto, sul quale si è seduti e cresciuti per duemila anni.
gv

 

 

clanDestino Zoom n. 139 - 03.11.2005
Cristianesimo e Chiesa Cattolica: Questione di logica

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Cristianesimo e Chiesa Cattolica: Questione di logica

Non si può sempre dire tutto e il suo contrario. Parlando di Cristianesimo e di Chiesa Cattolica, lo segnalava acutamente già un secolo fa Gilbert Keith Chesterton, in un libro straordinario, scritto prima del suo ingresso nel cattolicesimo: Ortodossia.
G.K.C. cominciò ad interessarsi alla Chiesa proprio annotando come fosse accusata di tutto e di più in contemporanea: immorale e troppo moralista; pauperista e ricca, antiprogressista e mondana, troppo materialista e troppo spirituale. G.K.C. conveniva che una realtà accusata di tutte queste antinomie doveva essere una ben strana cosa. Valeva la pena capire qualcosa di più. E così si convertì, usando la logica. O meglio, la ragione.
Esemplifichiamo nell'oggi.
La Chiesa è colpevole, secondo molti, di oscurantismo, di rigidezza etica, di integralismo dogmatico. Pensiamo alle questioni sessuali, alla fecondazione, ai matrimoni, ecc. Ora, gli stessi accusano normalmente proprio la Chiesa Cattolica di essere la causa, col suo "perdonismo" ad esempio, della supposta rilassatezza morale degli italiani o dei latini in genere. Gli stessi che la ripulsano per la sua etica, la vogliono però buona agenzia sociale, moralizzatrice anti razzisti, produttrice di multiculturalismo e di buona etica sociale, ecc..
Sono questioni riesplose con la nomina a Papa di Ratzinger. Vogliono la Chiesa morale quando è proprio per la morale che l'accusano. Bisogna si mettano d'accordo. La Chiesa non può essere l'uno e l'altro. In contemporanea. Repressiva e lassista. Dogmatica e troppo tollerante. Mondana e spirituale. E' il caso di usare la logica e di farsi qualche domanda in più.
La Chiesa è, molto probabilmente, qualcosa d'altro.
gv

 

 

clanDestino Zoom n. 139 - 03.11.2005.
PACS: Politica e verità

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PACS: Politica e verità

Provate a chiedere a una qualsiasi coppia "di fatto" non omosessuale perché non si è sposata. Tutti vi risponderanno che secondo loro l'amore non ha nulla a che fare con gli incartamenti, la burocrazia, la legge.
Se il motivo non fosse questo non si capirebbe perché non sono sposati, dal momento che il matrimonio civile garantisce già tutti i diritti e i doveri delle coppie stabili e dei loro eventuali figli. Cosa se ne conclude? Che la motivazione con cui Prodi sostiene la sua adesione ai PACS è come minimo ipocrita, (noi siamo ottimisti , quindi pensiamo che perfino Prodi sappia che chi vuole regolarizzare la propria situazione non essendo cattolico può farlo andando semplicemente a fare una firma davanti a un funzionario civile).
Le coppie di fatto hanno scelto di essere tali e nel momento in cui volessero ripensarci hanno già tutti gli strumenti giuridici necessari per farlo.
Chi è, invece, che non si può sposare, né in chiesa né in comune? I gay. E' evidente, quindi, che l'istituzione dei PACS serve solo a loro, cioè a legittimare questo tipo di unioni. E' giusto farlo? Questo è un altro problema che adesso non posso affrontare.
Il punto è che i politici, specie se cattolici "adulti", devono smetterla di ingannare il popolo.
ic

 

 

clanDestino Zoom n. 138 - 27.10.2005
Gli occhi su Grazia, per un istante
 

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Gli occhi su Grazia, per un istante

Ora fermati Italia. Patria splendida e tremenda, chiacchierona di celentani e finanziarie, bellissima e feroce...Fermati, guarda se hai ancora cuore. Se nel pozzo pieno di riflessi televisivi e di canzonette hai ancora un cuore o un suo sperduto barlume. Vedi il corpo di Grazia, l'impiccata madre di Manfredonia. Non voltarti. La madre a cui uccisero la figlia ragazzina e che ha portato con sé il piccolo al settimo mese di gravidanza. La morte alle spalle, e la morte davanti. E' caduta anche lei sotto i colpi che le uccisero la figlia. Era un anno fa. E da allora lei aveva iniziato a cadere, aggrappandosi a tutto, persino a quel piccolo che alla fine non ha più visto e non ha esitato a portare con sé nel buio. Cadeva, la madre a cui hanno rubato così violentemente e indecentemente la figlia. Cadeva fino alla caduta finale.
Ammira Italia, se hai ancora occhi, perché ammirare si deve l'uomo anche nel dolore, in questo buio. Ammira come nella sua storia estrema, Grazia ha alzato il suo stendardo. Guardala ora, con quel suo nome che suona assurdo in una vicenda così nera, come ha alzato un pugno, un grido. Come se in questo stramorire avesse voluto gridare ancora, come aveva fatto dopo il funerale: la mia bambina è una ragazzina per bene.
Le avevano rubato la figlia dentro una storia banale e feroce di pretese sessuali e di strani giri, gliela avevano forse addirittura venduta le amiche. L'aveva uccisa un uomo che poteva essere suo padre, e che parente era, alla lontana. Da quella morte oscura e così chiara, era venuta a galla una girandola di violenze, di ricatti e miserie umane. E poi storie di vendetta al coltello, e arresti per il marito. E un crudo silenzio, dopo le infinite chiacchiere, e dopo l'accecante delirio dei media in quei mesi lontani. In quel silenzio, nonostante la vicinanza di chi ha provato a star sulla riva di quel suo dolore trasformato in malattia, è salito in mente a Grazia sempre più forte il ronzio della disperazione. Quel ronzio che infine mangi a tutti i pensieri. E fa svanire tutti i nomi.
Gliela avevano rubata, la sua Giusy, e poi fatta passare per una poco di buono. L'avevano uccisa due volte. Ma cosa ci può essere di poco buono in una ragazzina di quindici anni? Solo la malizia istillata da una diseducazione mortale, ci può esser solo la stupidità arrendevole di trattare il proprio corpo come ti impongono le mode decise da adulti delinquenziali e cinici. Ci può essere solo quello che un adulto piegato alle proprie voglie pretende che ci sia.
Ora fermati Italia distratta e micidiale. Guarda, se hai ancora anima o qualcosa del genere nel tuo sguardo liquido, notarile... Ancora una tragedia legata alla sorte dei nostri ragazzini. Quelli su cui giocano e lucrano i venditori di ogni genere di aggeggi, quelli su cui si gettano, sparvieri, i cantanti sanguisughe, gli editori truffaldini, le conduttrici analiste, i professorini. Grazia era tornata nella sua veranda, nella casa dove aveva veduto tutto liquefarsi in un nero senza rimedio. E laddove sembrava ci fosse già troppo strazio, lo ha moltiplicato. Dove la misura sembrava già colma, ha fatto tracimare il pianto. Ha alzato più alto lo stendardo di una disperazione che toglie il respiro.
Guardalo, serva Italia, serva delle tue voglie, dei tuoi vuoti compiacimenti, dei tuoi soldi facili sulla pelle dei ragazzini. Guardalo, non distogliere la mente. Non deviare più a lungo il cuore.
dr

 

 

clanDestino Zoom n. 137 - 21.10.2005
Appello per l'educazione.

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Appello per l'educazione.

«Andiamo verso un periodo di liti e di scontri. Tra i poli e all'interno di essi. In tale contesto, alcuni uomini di cultura, dei media e della società stanno per lanciare un appello per l'educazione.
Se ci fosse più educazione per il popolo staremmo meglio tutti.
Infatti, lo sviluppo economico (di cui c'è urgenza) e quello politico (di cui c'è urgenza) può aversi solo se c'è una ripresa dell'azione educativa. Da troppi anni, dai nuovi pulpiti che sono le cattedre e i media si vanno diffondendo una cultura che invece che educare le persone, e specie i giovani, le rende più paurose, incerte e inerti.
Avendo predicato che non v'è nulla di certo, di vero e di più importante di altro, si è finito per avere un uomo che cammina come su delle sabbie mobili. Ne vengono maggior rabbia, e sterilità.
Mentre il paese ha bisogno di senso di positività del vivere, di impegno per lo sviluppo e di condivisione.
Il "Rischio educativo", un testo di Luigi Giussani, edito negli anni '60 e riedito ora da Rizzoli, sarà la base per un dibattito ampio e plurale che attraverserà il paese in questi mesi.
dr

 

 

clanDestino Zoom n. 136 - 06.10.2005
Stagioni

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Stagioni

Ci sono state giornate di sole splendide, con una luce inconsueta per salutare l'arrivo dell'autunno. Un regalo d'oro. E poi arrivano le piogge.
Come un lungo lampo finale dell'estate che sa già che sta finendo ma dice "torno, ora mi metto a lavorare dentro, nella terra, nei frutti e nei semi che scoppieranno tra sei mesi".
Le stagioni cambiano, non solo per cambiare guardaroba e modelli alle sfilate, e non solo per chiacchiere sul clima. Cambiano per farci vedere che il mondo lavora, che cielo e terra sono le braccia operaie di Dio. Le stagioni sono un invito all'opera, a vedere quale è quella più opportuna e quali le necessarie in vista dell'esito che è la nascita, il nuovo. Le stagioni invitano a lavorare non (solo) per la carriera, o per il tornaconto.
Ma per la semina, e per la nascita della vita.
dr

 

 

clanDestino Zoom n. 135 - 29.09.2005
La cocaina, la regina

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La cocaina, la regina

Si stupiscono, i fottutissimi giornali, di quanta coca scorra in giro e specie in certi giri di gente cosiddetta di spettacolo. Non avevano mica letto, no, la Relazione del ministero dell'Interno che già lo scorso anno denunciava aumenti enormi di distribuzione di stupefacenti.
No, i giornali continuano a fare paginate su divi, divetti, divuncoli, su attricette e grandi stars, riempiono colonne costose a stampa delle performance più banali dei divi più banali, mettono sui loro piedistalli d'oro e di flashes tutti questi schiavi della fama, e poi, lacrimosi, si preoccupano per la diffusione della coca. Come dire: "Correte ragazzi, il paradiso è questo, la realizzazione della vita è questa" e poi stupirsi se uno per arrivarci si dopa come può, come riesce.
La cocaina inizia nel cervello dei direttori dei media. E' lì la raffineria, lì il pusher, lì il primo nefando spaccio.
dr

 

 

clanDestino Zoom n. 134 - 22.09.2005
Quelli della camera alta

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Quelli della camera alta

Un lettore gentile e allarmato ci segnala che, nell'ultima puntata televisiva di "Superquark" dell'8 settembre scorso, il Prof. Veronesi ha proposto la nascita, in tutta Europa, di una "Camera Alta", nella quale intellettuali indipendenti possano disegnare l'evoluzione della nostra civiltà, in modo tale - virgoletta il lettore - che si educhino "popolo e politici" (si sa che noi del popolo - e i nostri rappresentanti, di default - siamo tutti un po' maleducati e generalmente retrivi).
Caro lettor zumista ,questa idea della "res publica" degli scienziati è vecchia come il cucco (un po' di Platone, due o tre dosi di positivismo, e forse Doc di "Ritorno al futuro). Già nel 2003, l'Umberto l'aveva ventilata, anche se - a tutta voce - aveva smentito che la "Camera Alta" volesse sostituire la società civile nelle sue autonome decisioni.
Il super-consesso avrebbe dovuto, invece, esaminare i problemi per poi sottoporli ai parlamenti, con la sola forza della ragione, per contribuire consapevolmente alla liberazione dell'uomo da superstizioni e credenze che, per troppo tempo, ne avevano offuscato le capacità critiche (e via magniloquendo).
Lettore antiquarkista, ma lo sa perché la proposta ritorna in campo?
Gli ottimati ci hanno convinto, in passato, (e ci è andata benissimo, non siamo mica gonzi) con le loro lodi alla locomotiva e alle telecomunicazioni, ma, ultimamente, li abbiamo lasciati da parte (leggasi: referendum legge 40, con discussioni annesse).
Una "bassezza" che non si deve ripetere, che gli alti non possono tollerare.
sdm

 

 

clanDestino Zoom n. 133 - 15.09.2005
I tri – ònfali (questo è l’ombelico del mondo?)

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I tri – ònfali (questo è l’ombelico del mondo?)

Vincenti, osannanti, coronati d'alloro fra ali di folla estasiata?
No, ci siamo spremuti in un erudito giochetto di parole: l'onfalo - ombelico, in greco - contrassegnava un luogo sacro, il punto metafisico ove la realtà si rivela, il "centro del mondo".
Ma qui non ci troviamo a Delo, Katmandù o Thule: siamo a Cernobbio e i tre ponderosi punti ombelicali, i tri-ònfali, sono Silvione, Romanone e la new entry Umbertone (Veronesi).
In primis, Berlusconi che vaticina -in caso di debacle - il suo veleggiare verso Tahiti (come Gauguin, come Stevenson...). E se Casini guidasse gli ammutinati del Bounty? Sbarramento al 10% (in Italia impossibile, ma fattibile nei mari del Sud - forse - utilizzando la barriera corallina).
Segue il pensoso aruspice Prodi che legge gli ombelichi delle primarie nell'Unione: i candidati - come i segni della fine del mondo nel Medioevo - si moltiplicano. Fausti, Clementi, Alfonsi, Scalfarotti e non è ancora finita. E' il bello delle primarie - dice Prodi -, "uno si alza alla mattina e dice: io me la sento" (frase criptica, polisensa, che potrebbe anche descrivere l'inizio di uno stato influenzale).
E ultimo, ma non ultimo nell'ombelical Cernobbio, Il Professor Veronesi al quale - pare - il Centro sinistra abbia offerto il posto di candidato borgomastro a Milano.
L'illustre oncologo dice che non ha ancora deciso perché vorrebbe occuparsi solo di medicina ma i postulanti insistono perché "il potere del sindaco in futuro potrebbe essere risolutivo anche a livello di miglioramento della sanità".
Che si alluda - sibillinamente - a futuri poteri di guarigione infusi ai primi cittadini?
In attesa che l'arcano si sveli, il prof. dichiara: "Bisogna che entro ottobre prenda una decisione" (arrivano i primi freddi, non è bene andare con l'onfalo scoperto).
sdm

 

 

clanDestino Zoom n. 130 - 05.08.2005
Da quei piccoli a Mosul (Irak)

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Da quei piccoli a Mosul (Irak)

A Mosul (Irak) in una chiesa che fu obiettivo di attentati lo scorso anno, una settantina di bambini nei giorni scorsi ha ricevuto la prima comunione. Si tratta di bambini irakeni, arabi. Per loro e per le loro famiglie compiere quel gesto ha significato in molti casi incorrere in pericoli e in disagi enormi. Ma la speranza per l'Irak passa anche attraverso questi così. Per l'Irak e per il mondo intero che preda del terrore forse non sa più cosa offire come certezza ai propri piccoli e al proprio futuro. Come accade spesso, da un luogo che parrebbe abbandonato dalla fortuna, viene l'esempio per valutare meglio ogni nostra situazione.
dr
 

 

 

clanDestino Zoom n. 123 - 23.06.2005
Contro la guerra occorre la verità, non l'ideologia

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Contro la guerra occorre la verità, non l'ideologia

Il Procuratore de Nicola, dopo l'avvenuto stupro di una quindicenne in un parco di Bologna ad opera di due immigrati clandestini, non ha trovato di meglio che accusare la classe dirigente (citando Berlusconi) di fiorire modelli individualistici e perciò di favorire la violenza.
La violenza, invece, la favoriscono i tromboni come de Nicola, i quali non si accorgono o fingono di non accorgersi in che stato è l'Italia e Bologna. A furia di ideologia e giustificazioni, fomenteranno rancore, furbizie, e ira, ovvero l'inizio della guerra.
Nella sinistra stupidità di certi comportamenti e di certe dichiarazioni si vede il balenio di un futuro tragico.
A Varese, come in molti altri luoghi, è stata la saggezza sofferta e la fede di una madre ad arginare la montante ira.
A Bologna è la cecità tronfia di uno che dovrebbe amministrare la giustizia a fomentare la guerra.
dr

 

 

clanDestino Zoom n. 110 - 24.03.2005
Pregiudizi e chiosette -"Codice Da Vinci" di Dan Brown

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Pregiudizi e chiosette -"Codice Da Vinci" di Dan Brown

Il cardinale di Genova Tarcisio Bertone invita a non leggere "Codice Da Vinci" di Dan Brown. Ritiene che ci sia un pregiudizio anticattolico che permette e anzi propaganda senza che nessuno si scandalizzi delle falsità gravi sulla Chiesa. E si chiede: se ci fosse un libro altrettanto falso su ebrei o altre "categorie" non si sarebbe sollevato un polverone di indignazione? Bertone, che è di cervello fino (è stato il vice di Ratzinger fino a pochi anni fa) ha molti argomenti dalla sua. Già autorevoli sociologi hanno ravvisato i segni di un "razzismo" anticattolico. Noi non abbiamo la vocazione dei martiri, e tantomeno al lamento. Perciò aggiungiamo all'autorevole richiamo porporato una chiosetta. Ci sono pregiudizi che nascono dall'astio e altri che nascono da impressioni sbagliate o superficiali. Certo c'è chi odia la Chiesa per il messaggio "rivoluzionario" che porta tra gli uomini. E non è una novità. Ma c'è anche una gran parte di persone che dalla Chiesa hanno ricevuto un'impressione di realtà lontana, dai tratti disumani o spesso noiosissimi. Su questa gran parte l'odio di alcuni alligna. Se tutti parlano male di nostra madre, è giusto indignarci e chiedere rispetto. Ma è anche giusto andare da lei e dirle: oh, mamma, ma cos'hai combinato? E mentre ascoltiamo il nostro Vescovo, ascoltiamo cosa diceva il nostro Péguy che dice di Gesù: "Vi era la disgrazia dei tempi, del suo tempo. Egli non incriminò nessuno, egli non accusò nessuno. Egli salvò. Facendo il cristianesimo."
dr

 

 

clanDestino Zoom n. 109 - 21.03.2005
Referendum
sulla Fecondazione  - Legge 40: - FRA PETER PAN E ROMANO PRODI

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Referendum sulla Fecondazione - Legge 40: - FRA PETER PAN E ROMANO PRODI
La storia, forse, è nota: la CEI invita a non andare a votare nel referendum sulla procreazione assistita, Prodi ribatte che, da cattolico adulto andrà a votare, il segretario della CEI puntualizza, la Rosy Bindi ' definitoria' risponde che un seguace di Santa Romana Chiesa è adulto (e vaccinato) quando personalmente e autonomamente decide se andare a votare o stare a casa. Qui, non vogliamo parlare di Legge 40, ma aguzzare la nostra smozzicata matitina per scrivere due o tre appunti su cosa significa essere adulti, e perdipiù cattolici. La questione ci interessa assai, specie in un tempo in cui il Santo e comune Patrono (per i cristiani compresi) sembra essere Peter Pan, icona benedetta del bambino che è in noi, che non vuole crescere e, con lui la sua capacità di stare al mondo. Mettiamo le cose in chiaro, nessun giudizio sulla fede (e annessa libertà di coscienza) di Romanone e della Rosy ma la loro idea di "cattolico adulto" non ci attizza, non introduce nessuno spiraglio fra le siepi dei giardini di Kensington. Trapela, infatti, un'immagine di adulto (e di cattolico) come padrone gagliardo di discorsi e di iniziative, come responsabile unico delle cose da fare, della propria vita. Ma alla prova del tempo, allo sguardo indagatore dei nostri giovani, uno così non regge: ed è triste vedere tanti flettersi solo nel loro particulare, con "la faccia usata dal buon senso" ' come cantava De Andrh. E se essere adulti ' cristiani adulti ' fosse invece quell'inizio 'fragile e vertiginoso'  di vittoria nelle cose solite, perché un Altro ha vinto e vince? Viene voglia di uscire dal giardino e di diventare grandi.
sdm

 

 

clanDestino Zoom n. 108 - 10.03.2005
Dio ha bisogno di Bertinotti

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Dio ha bisogno di Bertinotti

Bertinotti dice che ora non eslude l'ipotesi più che Dio esista.
E subito fa notizia.
Può darsi, come pensano i malevoli, che alla vigilia di un congresso non semplice per lui, il segretario di uno dei pochi partiti comunisti rimasti nel mondo libero avesse bisogno di trovare almeno un argomento che lo avvicinasse a Prodi in vista della coalizione antiberlusconi.
Ma noi siamo propensi a vedere la mossa buona del cuore umano.
E forse non a caso proprio in giorni in cui, per la malattia del Papa e per la morte di don Giussani, "l'affaire fede" occupava le pagine dei giornali, il Fausto B. ha deciso di aprire uno spiraglio a Dio.
E' un fatto importante. Per lui personalmente, anzitutto, ma anche per tutti coloro che hanno chiuso quello spiraglio.
Infatti, la coscienza della presenza almeno possibile di Dio, introduce nella convivenza tra gli uomini un termine nuovo, un protagonista non riducibile ai giochi di interesse e di potere. Come dire: la vita non è più solo una vicenda di fortuna e di potere.
Conta anche qualcosaltro.
Gli antichi lo chiamavano "merito", ovvero si vive per ottenere merito agli occhi di Dio.
E in questo sta la dignità della vita, sia che si svolga sotto le luci della ribalta o nel chiuso di una stanza di ospizio, in salute o in malattia, in fortuna o in disgrazia.
E introduce che l'uomo è a immagine di Qualcosa di supremo.
Ed è giusto tremare per la sua salvezza, sia che si chiami Giuliana Sgrena sia che sia un ancora senza nome inizio di vita umana.
Dio ha bisogno di Bertinotti.
Non per appianare divergenze o risolvere le faccende politiche, non per diventare una bandiera comune e vuota.
Ma per suscitare ancora una commozione diversa e una razionalità più degna.
dr

 

 

clanDestino Zoom n. 107 - 03.03.2005
La resurrezione al decimo piano

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La resurrezione al decimo piano

N
on sarà più la stessa cosa guardare una finestra d'ospedale. Non sarà guardare una ferita strana, non sarà guardare come una apertura sconcia, non sarà più guardare come si guarda la cella di una condanna.
Non sarà più guardare un grande stragrande ospedale come un infinito, assurdo alveare di rovinìo della vita, di delusione del vivente, di tradimento delle promesse.
Non sarà più guardare una amputazione del desiderio di vita. O come guardare dove non si vuole finire. Non sarà più guardare un controtempo del vento, del cielo nel riflesso dei vetri. Non sarà più guardare una scia d'aereo che va via.
D'ora in poi guardare una finestra d'ospedale non sarà più guardare la vita tradita.
La resurrezione è già stata al decimo piano dell'ospedale Gemelli.
Si è fatta guardare, aveva il volto di uno che ci è amico.
dr

 

 

clanDestino Zoom n. 104 - 11.02.2005
CONFRATELLI E COMPAGNI

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L'UNIONE: CONFRATELLI E COMPAGNI
Prodi chiama "cari compagne e care compagni" i delegati al congresso Ds. E conquista il loro applauso. Tutti i leader diessini sorridono ma il loro sorriso è un poco tirato. Chi è costui che viene a prendersi il loro partito, costruito con grandi sacrifici e non poche contraddizioni per decenni? Prodi naturalmente gongola. Forse ha giocato d'azzardo, ma è convinto di aver compiuto la parabola voluta da Dossetti e dai dossettiani: prendere il gran corpaccione comunista e dargli un'anima e dei valori cattolici. Il problema ora è: Prodi è quest'anima? O è solo un cappello (un poco gualcito) sulla testa buono (forse) per le elezioni? E se è un cappello fino a quando i diessini (portatori di voti oltre che di valori spesso refrattari a quelli cattolici - finché si parla di solidarietà e pacifismo vabbeh, ma poi...) piegheranno la testa?

Bertinotti che è tutto meno che scemo sa che l'idea dossettiana è debole, e si appresta con successo a far lo spinone nel fianco a chi per convenienza o anche con buone intenzioni accetta di farsi chiamare "compagno" dal vecchio democristiano dei governi De Mita con fare da curato...
dr

 

 

clanDestino Zoom n. 103 - 04.02.2005
IL FOGLIO STIZZITO

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Dopo aver costatato che la Chiesa italiana, a proposito del referendum sulle sperimentazioni embrionali, ha scelto la via saggia dell'astensione (vista anche l'assurdità che si decida con un sì o un no in materie così complesse) il direttore del Foglio Giuliano Ferrara, fa saltare un incontro pubblico già fissato con il Vescovo di Bologna, Carlo Caffarra.
E' arrabbiato, ci aveva provato in vari modi a costruire l'avanguardia neocon in Italia.
E Caffarra uno dei più blanditi.
Il fautore di polemiche d'avanguardia avrebbe voluto una Chiesa disposta allo scontro in nome dei principi, da lui laicamente e coraggiosamente condivisi in questo caso.
Voleva una battaglia aperta su tali temi.
Si sarebbe perso, ma si sarebbe guerreggiato.
La sua foia estetizzante (come le pagine di cultura del suo giornale) e la sua tradizione marx-leninista (che conferisce alle avanguardie il compito di guidare il popolo) e il suo filoamericanismo (che vorrebbe la politica pervasa da battaglie morali) non capiscono come mai la Chiesa -che ha cuore la realtà del popolo e la sorte reale dei concepiti - preferisca fare battaglie cercando di vincerle.
L'amore alla realtà più che a se stessi è la prima differenza (e non l'unica) tra un capo cristiano e un giornalista intrigante.
dr

 

 

  http://www.clandestinozoom.it

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