Galatro:
Le Terme

TERME DI GALATRO:
Atti ingiuntivi all’ente Regione “insolvente cronico”


Protestano i dipendenti da mesi senza stipendio

 

 

Umberto  di Stilo

GALATRO – C’è malcontento tra i dipendenti della Terme Service, la società che da tre anni gestisce le antiche terme comunali “Sant’Elia”. E, così come il tuono preannuncia l’imminente tempesta, il malumore dei dipendenti minaccia di precedere una vibrata manifestazione di protesta. Tutto ciò perchè, alla vigilia dell’apertura della nuova stagione termale, i dipendenti devono ancora percepire le spettanze retributive di alcuni mesi. La situazione, già delicata,  rischia di diventare esplosiva perché la Regione, oltre a quelle dello scorso anno, deve ancora pagare le prestazioni termali fornite nella stagione 2002. Per cui, senza voler quantificare il credito, si tratta di cifre consistenti e ammontanti a diverse centinaia di migliaia di euro. Sulla delicata situazione creditizia abbiamo sentito il responsabile della “Terme Service”, Pino Smedile, il quale oltre a confermare il particolare momento di congiuntura, ha dichiarato che “l’insolvenza dell’ente regionale è diventata cronica, al punto che dopo anni di promesse e di attese la società è stata costretta a ricorrere agli atti ingiuntivi”. Smedile tiene a precisare che si è arrivati a tale determinazione “nonostante tutti i dirigenti di passaggio all’Asl 10 di Palmi abbiano sempre promesso che nel volgere di poco tempo avrebbero provveduto a saldare il dovuto. A tutt’oggi, però, non è avvenuto niente di tutto questo, per cui siamo stati costretti a ricorrere all’ingiunzione legale per sollecitare il saldo della contabilità pregressa e sperare di poter avere, in breve tempo, quanto ci è dovuto”. Il responsabile della “Terme service” è amareggiato ed è facile dedurre che se la società non riscuote quanto dovuto  dall’ente sanitario è impossibilitata ad onorare con puntualità gli impegni contrattuali assunti con i dipendenti. Se è vero, poi, che l’Asl deve ancora deliberare il pagamento del debito, i tempi di attesa potrebbero ulteriormente allungarsi a discapito dei dipendenti che vedrebbero sempre più allontanarsi la data di riscossione delle mensilità scadute. Eppure le terme rappresentano l’unica fonte di lavoro per diversi giovani i quali, senza tale occupazione, sarebbero stati costretti ad emigrare. E’ necessario ed urgente, pertanto, che almeno le poche persone in atto impiegate alle terme abbiano una certezza economica. Anche per questo, qualche tempo addietro, Aurelio Chizzoniti,  nella veste di presidente del consiglio comunale di Reggio Calabria, ha indirizzato un telegramma ai vertici istituzionali regionali ed ai responsabili dell’Asl di Palmi per richiamare la loro attenzione sulla necessità di un  loro “sollecito quanto ineludibile intervento diretto ad affrontare adeguatamente la gravissima situazione di disagio che attanaglia la struttura termale di Galatro che, a causa dei ritardati pagamenti da parte dell’azienda ospedaliera non può proseguire la sua apprezzata attività termale con conseguenze fortemente pregiudizievoli per la numerosa utenza, per i livelli occupazionali e per l’illustre e secolare blasone che contraddistingue il termalismo galatrese”.  

Il Presidente Chizzoniti ha richiamato l’attenzione dei vertici istituzionali anche sulla “struttura tecnicamente avanzatissima ed ormai pienamente operativa” nella quale è impiegato “personale medico, paramedico, tecnico ed amministrativo locale che rischia il licenziamento non potendo la “Terme service” ulteriormente sostenere ed affrontare enormi difficoltà finanziarie riconducibili all’opinabile politica termalistica dell’azienda sanitaria palmese”.

Certo fa rabbia dover constatare che una struttura all’avanguardia per la sua dotazione tecnica, per le professionalità impiegate, e per la sua moderna architettura al punto da meritare la denominazione di “fiore all’occhiello del termalismo calabrese”, rischi di rimanere inattiva per inadempienza di quelle istituzioni che, invece, avrebbero dovuto provvedere al suo completo utilizzo. Niente di tutto questo, purtroppo, anche perchè il budget che la Regione ha accordato alle terme galatresi non raggiunge le 4mila prestazioni. Un’inezia se rapportate a quelle dieci volte maggiori accordate ad altre strutture termali operanti in Calabria. Dal semplice raffronto delle “impegnative” accordate (e pagate) agli altri stabilimenti termali, sorge il dubbio che le uniche due società del settore operanti nel territorio della provincia di Reggio (Galatro ed Antonimia) vengano annualmente penalizzate. Anche per questo Pino Smedile, giudica “intelligente” la decisione che qualche anno addietro voleva adottere un dirigente dell’Asl palmese il quale aveva deciso di non porre limiti alle prestazioni che nell’arco della stagione le terme galatresi avrebbero potuto fornire ai curisti e di accettare tutte le prescrizioni senza limitazioni di budget e senza rischio di “sforamenti”. Smedile aggiunge che “o la Regione opera una equa spartizione del budget a tutte le strutture termali calabresi, oppure lascia aperta a tutti la possibilità di lavorare secondo le capacità e le attrezzature medico-scientifiche di cui è in possesso, senza tarpare le ali a nessuno”. Per quanto riguarda le terme galatresi, c’è da aggiungere che esse sono le più moderne e le più complete (oltre che le più antiche, dal momento che le sue acque, sin dai primi decenni del 1300 sono state regolarmente utilizzate dai monaci basiliani che nella zona avevano realizzato i loro cenobi) ed offrono tutte le garanzie di buon funzionamento. Di tutto ciò, nel corso delle loro visite, hanno avuto modo di constatarlo personalmente il presidente del consiglio regionale Fedele, l’assessore regionale alla sanità, Luzzo e tutti i dirigenti dell’Asl di Palmi che hanno voluto conoscere la nuova e moderna struttura delle “Terme Sant’Elia”. Mentre nel corso delle loro visite sia i vari esponenti politici regionali che i responsabili amministrativi dell’azienda sanitaria hanno affermato che la struttura galatrese costituisce “il fiore all’occhiello del termalismo calabrese” poi, in concreto, hanno “dimenticato” di liquidare il pagamento delle prestazioni fornite ed hanno limitato il budget, senza accorgersi che così facendo, in concreto, frenavano la potenziale crescita delle terme e, di riflesso, anche lo sviluppo del paese la cui economia langue da tempo e l’unica residua speranza di progresso era legata (e, nonostante  tutto, lo è tuttora, perché la speranza è sempre l’ultima a morire) allo sviluppo termale e all’indotto turistico connesso alle terme. Proprio alla luce di questa possibilità i responsabili dell’azienda sanitaria palmese dovrebbero essere più aperti e più disponibili verso il termalismo galatrese nella consapevolezza che dietro di esso vi è una intera comunità che, sin dalla prima metà degli anni settanta, nell’acqua sulfurea-salso-iodica di contrada Fermano ha sempre visto l’unica ciambella di salvataggio dell’economia locale e il solo concreto volano di sviluppo turistico di Galatro.
 

Pino Smedile


 

 

Galatro: «TERME DI GALATRO: Atti ingiuntivi all’ente Regione “insolvente cronico”. Protestano i dipendenti da mesi senza stipendio», di Umberto  di Stilo, Gazzetta del Sud, domenica 18 aprile 2004, pag. 29
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