Galatro:
Le Terme

Galatro “Terme Service” Procedimento archiviato
 

 

Umberto  di Stilo

GALATRO – Da qualche giorno l’attenzione degli osservatori locali è nuovamente rivolta alle Terme per una duplice concomitante occasione. Intanto perché da Palmi è giunta notizia che il Gip dott. Giovanni Manzoni, accogliendo la richiesta formulata dal pubblico ministero dott. Bruno Giordano, procuratore aggiunto presso quel Tribunale, ha disposto l’archiviazione del procedimento giudiziario aperto (subito dopo che il comune ha dato in concessione la nuova struttura termale) contro l’ex sindaco Angelo Cuppari ed il responsabile dell’ufficio tecnico comunale Alfredo Distilo. In particolare il dott. Giordano ha ritenuto che “gli assunti difensivi del geometra Distilo appaiono pienamente condivisibili” e che “la procedura seguita dall’amministrazione comunale di Galatro per l’affidamento della gestione delle terme alla Terme Service s.r.l. (l’unica impresa che abbia manifestato concreto e rituale interesse all’aggiudicazione), sia stata sostanzialmente conforme ai principi di legge; ferme restando alcune incertezze amministrative ed alcune zone d’ombra nell’iter procedurale non sufficienti, tuttavia, ad integrare la fattispecie di reato ipotizzato”. Chiusa la parentesi giudiziaria e fugato il sospetto di reato, la privatizzazione delle terme è tornata al centro dei commenti anche perché il prof. Domenico Distilo, assessore alle terme nella passata legislatura e, come tale, convinto sostenitore della necessità di cedere ai privati la gestione termale, ha messo in rete, e poi diffuso anche a stampa, una “riflessione” che ha anche il sapore di un “ripensamento” e di una tardiva revisione a quanto soltanto tre anni addietro ha sostenuto con determinazione. Col suo scritto, l’ex assessore, alla luce dei risultati fin qui ottenuti, sollecita l’amministrazione a “riaprire la discussione con la Terme Service, intanto per avere notizie sui programmi, sugli obiettivi -soprattutto occupazionali- nonché sulle modalità e i tempi nei quali si intende realizzarli. In secondo luogo per incominciare ad ipotizzare gli scenari che si aprirebbero nel caso in cui questi obiettivi non dovessero essere raggiunti.”

E, quasi a chiarire meglio il suo concetto, precisa anche che “sulle terme, a questo punto, serve una svolta. Prima che sia troppo tardi e che Galatro finisca di svuotarsi”. L’ex assessore , a tal proposito, scrive che “è al decollo delle Terme che sono legate le speranze di arrestare un declino del nostro paese che altrimenti appare ineluttabile”. Pessimismo? No, semplice constatazione di una drammatica realtà sociale e presa di coscienza dell’eccessiva fretta che ha caratterizzato la cessione della gestione ai privati. Afferma, infatti, l’ex amministratore che giungere alla trattativa nel modo in cui noi vi giungemmo non poteva avere altro significato che rassegnarsi a trattare in condizioni di debolezza, acuita dalla necessità che avevamo di chiudere in tempo per vedere le Terme avviate entro l’anno successivo, che sarebbe stato anno elettorale. Questo spiega la larghezza delle concessioni sulle quali l’opposizione, giustamente dal suo punto di vista, ha più volte sferrato i suoi attacchi”. “Ma non è adesso il caso di fare delle disquisizioni su ciò che non abbiamo fatto e avremmo potuto fare o sul carattere libero o necessitato delle scelte compiute. Certo - continua l’ex amministratore nella sua acuta analisi - se c’è un errore che, per quel che mi riguarda, non rifarei, è di non prevedere degli obiettivi parziali scaglionati negli anni di durata del contratto e che ne avrebbero determinato, se non raggiunti, la revisione o la rescissione. Non ci si può, infatti, dopo tre anni di gestione privata, non preoccupare di fronte a un piano occupazionale che non decolla e che, lo si ricordi, è la sola, unica ragione per la quale abbiamo dato le Terme in concessione. E sarebbe fuori del mondo chi pensasse che basti una manciata di posti precari per giustificare clausole che, se non dovessero venire compensate con una crescita significativa, quantitativa e qualitativa, dei livelli occupazionali, risulterebbero per la comunità di Galatro estremamente onerose”. Concordando con l’ex assessore, molti cittadini ritengono che sullo stato delle nuove terme e sui programmi di sviluppo del termalismo galatrese sarebbe il caso che l’amministrazione comunale intervenisse per “dare una svolta”. Subito, però. Prima che sia troppo tardi e che le residue speranze di crescita se le portino via le acque del Fermano e del Metramo.
 

 

Galatro: «Galatro “Terme Service” Procedimento archiviato», di Umberto  di Stilo,  Gazzetta del Sud di sabato 30 gennaio 2004, pag. 25
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