Galatro:
I
Personaggi

Il Fiduciario

di Carmelo Cordiani
 

In dialetto “ U FIDUCIARIU” e non si poteva sbagliare: una indicazione precisa per arrivare al Maestro ROCCO MARAZZITA.

 Nella vecchia scuola ( ma è proprio giusto “ vecchia scuola?” ) rappresentava il riferimento dei colleghi, la persona di fiducia del Direttore Didattico e dei maestri del plesso o delle scuole di un Comune, il consigliere in tante situazioni, il mediatore di conflittualità, sia tra colleghi che tra maestri e Direttori, o viceversa. Ma il Fiduciario di Galatro aveva qualche dote in più.

 Abbiamo lavorato nello stesso plesso di Via Regina Margherita per quasi venti anni. Ho avuto modo di conoscerlo da vicino. Preciso, puntuale, rispettoso e testardo come nessuno. Se diceva che il fiume va in salita non c’era verso di convincerlo del contrario. Accanito ed abile cacciatore, conosceva i boschi del Comune meglio di un forestale: viottoli, scorciatoie, fontane e fontanelle, querce secolari, posti per cacciare tordi, colombacci, volpi, ghiandaie... mai, però, che abbia lasciato un solo giorno di scuola per andare a caccia. Durante l’inverno, quando arrivavo a scuola, mi guardava sorridendo e con le dita mi indicava sei, sette, anche dieci : erano i tordi che aveva beccato al richiamo, all’alba, al solito ulivo, bruciacchiato dalle sue schioppettate. Io, meno esperto, mi rodevo dentro e non riuscivo a capire perché lui dieci ed io solo due, o niente.

 Appassionato di campagna, mi parlava spesso delle piantine che metteva a dimora, di ciò che seminava, della verdura che portava a casa, della vigna, dell’uliveto... E mi faceva vedere le mani con i calli e le dita tagliuzzate: “ Ho innestato”, mi diceva.

 Vederlo alla cattedra, immerso nelle carte che gli arrivavano dalla direzione, era un vero spasso. Con gli occhiali calati sul naso sbirciava gli alunni ai quali aveva già assegnato il compito e sfogliava le circolari, sempre più numerose. Capitò, una volta, di mandare in giro l’unico bidello, “ Sarvaturedu”, come lo chiamava ( Manduci Salvatore, all’anagrafe ) per notificare una circolare fresca di giornata. Allora si usava carta vergatina, sottile, trasparente che, per leggerla, bisognava guardare in controluce, quarta o quinta copia carbone, come si usava. La circolare invitava i maestri a comunicare alcuni dati sul servizio prestato. C’era anche una scadenza, alla quale si fece poca attenzione. Fatto sta che, poco più di una settimana dopo, l’allora segretario della direzione telefonò al Fiduciario per sollecitare la risposta alla nota così e così. Il povero collega che non ricordava più a quale circolare si faceva riferimento, cominciò a chiederci se sapevamo qualcosa. Ognuno, sapendosi colpevole di inadempienza, cercava di rispondere con il solito: “ Mi pare, non ricordo bene, forse è quella...”. Ma ci fu uno, di buona memoria, che portò bell’e compilata una scheda con il servizio di cui alla circolare. Fu allora che il Fiduciario si ricordò. Per accertarsi, però, che tutti avessero firmato per presa visione bisognava trovare la circolare. Cominciò subito il rimescolamento delle carte ; cassetti della cattedra, scaffali dell’armadio, libri sul tavolo, registri... della circolare nemmeno l’ombra. Chiamò “Sarvaturedu”, intento a sistemare due sopra tacchi nel suo sgabuzzino con regolare “banchitta”, fornita di attrezzi necessari. Perché c’è da dire che Salvatore ( guai chiamarlo Chianteda! ), oltre al bidello, anzi prima di bidello, era ciabattino, sagrestano, addetto alla carica dell’orologio a pesi del Comune ( orologio che, allora, funzionava alla perfezione), specialista nel preparare i bracieri, uno per ogni aula, prima dell’inizio delle lezioni. Qualche volta, per un maestro freddoloso ed esigente, ci metteva l’aggiunta  anche durante le lezioni. Ma “Sarvaturedu” giurò di non aver mai visto quella circolare. “Fammi vedere le carte che hai in tasca”, tuonò perentorio il Fiduciario. “Ma se vi ho detto che non l’ho vista”, insisteva Salvatore, mentre tirò fuori dalla tasca della giacca una mezza risma di carte, tra misure di ciabatte, pezzi di buste per lettera, santini, qualche ritagli del messale con note in gregoriano. Il Fiduciario osservava attentamente, da sopra gli occhiali, con la testa un po’ piegata per mettere meglio a fuoco. In un attimo individuò qualcosa che lo insospettì. Prese quell’ammasso di pezzi e la trovò. Ne era rimasto un ritaglio, ché, quella famosa circolare introvabile, scritta su carta vergatina, era servita per cartine a Sarvaturedu: Se l’era fumata, insomma. Non riporto i commenti del Fiduciario dopo quella macabra scoperta.

 Più di una volta mi sono fermato vicino alla porta, quasi sempre aperta, della sua aula per ascoltarlo senza farmi vedere, mentre spiegava. Alternava l’italiano al dialetto, per comunicare esattamente il suo pensiero, ricco di esperienza, Interrompeva spesso la lettura per commenti di carattere morale, evidenziando tutti gli aspetti positivi che potevano servire agli alunni per migliorarsi, per crescere bravi, per apprendere. Molti suoi alunni, oggi, sono affermati professionisti.

 Un giorno entrai nella sua aula mentre parlava dello sbarco in Normandia. Vedendomi, si interruppe e, mentre mi dava ascolto, invitò un alunno ad andare alla carta geografica per trovare la Normandia. L’alunno si alzò dal banco, prese una canna sottile usata abitualmente per la ricerca su carte geografiche appese al muro, si avvicinò al muro e salì su una sedia per vederci chiaro. Mentre parlavamo il Fiduciario si rivolgeva all’alunno e gli chiedeva : “ L’hai trovata? “. L’alunno sembrava smarrito. “Guarda in alto a sinistra”, suggeriva, mentre continuava a parlare con me. “Non la trovo”, rispondeva l’alunno. “ Ti ho detto in alto a sinistra; dove vai con quella canna?”. Fu allora che mi girai verso l’alunno e mi resi conto che qualcuno aveva sostituito la carta d’Europa con quella dell’Asia. Il Fiduciario continuava a ripetere: “In alto a sinistra”. Poi, accortosi dello scambio, commentò: “Ha ragione; come poteva trovare la Normandia in Asia”.

 Qualche anno prima di andare in pensione, conobbe l’umiliazione della visita fiscale presso l’ospedale militare di Messina. Non se lo meritava. Ma tant’è! Spesso, i caporali dimenticano di essere stati pessimi soldati. In quella circostanza doveva stare molto tranquillo, sia per l’onore accumulato durante il lungo periodo di servizio, sia perché aveva modo di far andare la montagna a Maometto, come si dice. Eppure, ligio al dovere, molto amareggiato, con qualche lacrima dietro gli occhiali, si sottopose a visita, come un giovane maestro. Ebbe confermata la prognosi, naturalmente. Quando commentavamo insieme l’episodio, mi diceva “Ricordatevi che, nella vita, le amarezze vengono o dagli amici o dagli ignoranti che comandano”.

 Il momento di lasciare la scuola fu particolarmente doloroso per il Fiduciario. “Sono nato prima, diceva, ed è giusto che me ne vada”.

 Con tanto rispetto, qualche giorno fa, ho riaperto il suo fascicolo. Ho voluto cercare, tra le note informative, un giudizio espresso da qualche direttore non appartenente ai pessimi soldati. Non me ne vorrà se ne riporto uno che risale alla fine degli anni sessanta. Eccolo:

 “ QUALE FIDUCIARIO, IL MAESTRO NON SOLO ARRIVA PRIMO AL PLESSO E VA VIA PER ULTIMO, MA TRASCORRE NELLA SCUOLA GRAN PARTE DEL SUO TEMPO LIBERO”. E più avanti:

 “SERIO, INTELLIGENTE, DIGNITOSO E RISPETTOSO, HA PRECISO IL SENSO DEL DOVERE E DELLA RESPONSABILITA’. LA COLLABORAZIONE CHE DA' ALLA DIREZIONE, CON METICOLOSA PRECISIONE, CARATTERIZZA IL SUO ATTACCAMENTO ALLA SCUOLA. GODE GENERALE STIMA E SIMPATIA”.

 Tra gli aggettivi “serio, intelligente, dignitoso e rispettoso” io , come già accennato ci avrei messo “testardo”: e fu proprio questa dote che gli ha dato il coraggio di affrontare il male che lo ha spento.

 Vicini nel lavoro per tanti anni, abbiamo anche attigue le cappelle al cimitero. Quando ci vado, purtroppo spesso!, non manco di soffermarmi un minuto a rileggere quanto scritto sotto la sua fotografia :
 

“HO COMBATTUTO LA BUONA BATTAGLIA

SONO ARRIVATO AL TERMINE DELLA MIA CORSA

E HO CONSERVATO LA FEDE”.

 

No comment.

 
 

Vedi anche Il mio Natale - 'U ‘ncantatu d’a stija - di Umberto Di Stilo


Galatro ed i suoi Personaggi: «Il Fiduciario (Il Maestro Rocco Marazzita)», Carmelo Cordiani, Galatro, Ottobre 1998

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