Pedofilia

 Chiesa e preti pedofili,

di Rino Cammilleri,



Quello che sta passando il cattolicesimo negli Stati Uniti è forse il più brutto quarto d'ora della sua storia. Sì, perché lo scandalo dei preti-pedofili rischia non solo di mettere in ginocchio le finanze di diverse importanti diocesi (per le quali, la parola "finanze" vuol dire scuole, ospedali, orfanotrofi e quant'altro) e perfino quelle vaticane, ma soprattutto di minare la fiducia e la credibilità (che erano) sempre crescenti nel e del "papismo" proprio al centro dell'Impero.


E' relativamente facile, infatti, esporre il petto al plotone d'esecuzione e morire al grido di "Viva Cristo Rey!" come in Messico nel 1929 e in Spagna nel 1936, ma avere addosso l'accusa più infamante del Terzo Millennio (pedofilia!) è letteralmente insopportabile. Infatti, i più fragili non la sopportano, e già si è registrato il suicidio di un prete che, prima ancora del processo, non ha retto alla vergogna di sentirsi oggetto, dall'oggi al domani, di sguardi sospettosi. Qualcuno ha ammesso le proprie colpe e la gerarchia ne ha tratto le conseguenze prendendo le giuste misure. Ma si sa com'è: il fango, quando cala, copre tutti e tutto.


In un Paese dove gli avvocati ti aspettano fuori dal pronto soccorso per convincerti a citare, gratis, taxisti, guidatori d'ambulanza e infermieri, dove ormai si va anche a farsi visitare dal medico sottobraccio al proprio legale e dove i matrimoni li si celebra davanti all'attorney at law, i "ricordi", pure a trent'anni di distanza, riemergono in fila come perle di una collana. Qualche tempo fa gli "abusi" subiti nell'infanzia avevano costituito, negli Usa, praticamente il tempo pieno dei tribunali. Lanciato il primo caso dai media, immediatamente migliaia di persone trovarono la causa dei loro problemi psichici presenti. La cosa andò avanti fino a quando il solito avvocato di provincia, come nei legal thriller hollywoodiani, inaugurò l'inversione di tendenza.


La moda si spostò alle "molestie sessuali" sul lavoro, e anche qui a dire basta intervennero il bestseller (negli Usa tutto diventa denaro) e il film, Rivelazioni (Demi Moore e Michael Douglas). Ora a occupare la scena c'è questa dei preti (cattolici) pedofili. Verissima, per carità, ma golosa per quelle confessioni che, da quelle parti, hanno negli ultimi decenni registrato defezioni epocali ed assistito, complice il successo mediatico di Wojtyla, a un'impennata di adesioni al "papismo" romano. Il quale, grazie anche al progressivo incremento demografico dei latinos, costituisce ormai un buon quarto dei voti yankees. Il papa ha ammesso e deplorato, non nascondendosi dietro un dito né tergiversando; la giustizia farà il suo corso e i colpevoli, anche dopo decenni, pagheranno com'è giusto. Ci vorrà molto di più per spalare via il fango, specialmente in un luogo dove la sensibilità moralista è morbosa e il cinismo dei media fa scuola.


La Chiesa supererà anche questa, ne ha viste ben altre nella storia. Solo che, alla fine di tutto, rimane un'amara riflessione, quasi da vecchio barbogio: dove andremo a finire? Mi spiego: l'altro giorno ho visto un signore offrire un gelato a un piccolo mendicante zingaro e la prima cosa che ho pensato è vergognosa, nel senso che poi mi sono vergognato ad averla pensata.
La pressione continua a cui siamo sottoposti, tutti, con le prime pagine, i film, i tiggì sempre occupati da madri che uccidono i figli e figli che uccidono i padri, educatori e capuffici che molestano, genitori che abusano e via disgustando, ci sta creando, anzi ci ha già creato un clima di sospetto e diffidenza che isola e divide. E ingrassa gli psichiatri. Ripeto: dove andremo a finire?

di Rino Cammilleri,
Il Giornale, martedì 9 aprile 2002
Click qui per tornare indietro