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I pedofili messi in crisi dalla gelosia

Ferdinando Camon

Ci sono molti aspetti nuovi nella banda romana di pedofili. Credevamo di
sapere tutto, e invece sapevamo ben poco. Sarà bene piantarci in testa queste scoperte. La prima è il modo in cui la banda è stata trovata. E' stata messa in crisi dalla gelosia. Uno dei componenti, geloso di un ragazzino che era stato agganciato da un altro adulto, e che dunque lui doveva considerare perduto, spifferò tutto alla sua madre. Questa avvertì i carabinieri.


Un 'geloso' che tradisce la banda sta alla banda come un pentito di mafia sta alla cosca. Quando un pentito collabora, la cosca è spacciata. Ma prima nessuno riusciva a entrare nei suoi covi, arsenali, organici. Se non fosse scoppiato questo dramma della gelosia, la banda avrebbe continuato il suo turpe lavoro. Non è dunque vero che una madre, che come tutte le madri sta sempre allerta sui pericoli del figlio, ha avuto un sospetto. Qui, su 130 figlioletti, nessun padre e nessuna madre ha mai sospettato nulla di preciso. Dunque la banda sta più in profondità, è più nascosta, di quanto nessuna famiglia possa mai sospettare. Credevamo che il rapporto adulto-bambino, e cioè cacciatore-preda, fosse un rapporto subdolo, fondato su inganni e astuzie, mirato a creare una dipendenza psicologica.


Pensavamo: è difficile che il bambino parli perché è schizofrenicamente spaccato in due: una parte di lui ammira il seviziatore, e gli vuol bene, come a uno zio che fa regali e carezze. Sì, c'era anche questo. Ma il vademecum con cui il capo-branco istruiva i cacciatori, raccomanda anche l'uso di cordicelle, e spiega a cosa servono: a legare mani e piedi delle vittime. E' la rivelazione più atroce. Il rapporto pedofilo-bambino è un rapporto tra padrone e schiavo.


Come mai bambini, che hanno patito esperienze per le quali sono stati immobilizzati con le corde, in casa stanno zitti? Vuol dire che 'ormai sono sepolti', non stanno sullo stesso piano dei genitori, con cui mangiano e dormono. Un'altra amara scoperta è la cocaina. Serviva a stordire i bambini più recalcitranti.


Con la cocaina, somministrata a scuola (fuori orario), facevano uscire i bambini da questo mondo, gli tagliavano alla base nervi e coscienza. Altro che sottigliezze psicologiche! Queste sono bastonate chimiche. Ma la scoperta che supera tutte le altre sta nel 'chi' faceva queste cose: personale della scuola, della polizia, dei carabinieri. In servizio o ex. Qualcuno già indagato o espulso per altri fattacci del genere.


Finché questo particolare non viene smentito, ci domandiamo: com'è possibile che la polizia espella qualcuno perché lo trova coinvolto in cronache di questo tipo, e poi lo perde di vista? Si dà sempre la colpa alla famiglia, si dice che deve stare più attenta, vegliare di più. Certamente. Mi associo. Ma chiedo: deve vegliare anche sulla polizia? sui bidelli? sui presidi? non può fidarsi neanche della scuola? Se un figlio dice: vado a scuola, la famiglia deve spaventarsi? E che si pretende dalla famiglia, che da sola corregga il mondo? Ultimissima scoperta: questi pedofili preparavano sequestri di magistrati e di preti, e ieri è venuto fuori che preparavano anche inquinamenti chimici e alimentari.


Dunque si sentono 'nemici della società'. Hanno ragione: la pedofilia è sempre violenza e sadismo, chi la difende deve attaccare la società nel suo complesso. La pedofilia è sì anti-famigliare ma anche e soprattutto anti-sociale. Se la banda romana sta in questi termini, nella sua turpitudine ci insegna un sacco di cose.

 

Quotidiano.net,  22 Maggio 2001

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