Pace

Si stia facendo un’altra “guerra del Vietnam” in Irak?

Non ci sono più baby-killers in Irak
 

 
di Albacete Lorenzo,


Gli attacchi terroristici contro le truppe inglesi e americane in Irak hanno spinto molti a chiedersi se non si stia facendo un’altra “guerra del Vietnam”. Uno tra i confronti più interessanti consiste nella grande differenza della composizione sociologica, razziale, sessuale ed etica delle truppe combattenti. La causa maggiore di questa diversità è il fatto che l’esercito americano oggi è composto da volontari, mentre trent’anni fa il servizio militare era obbligatorio. Il risultato è che oggi l’esercito non è rappresentativo di tutta la popolazione come lo era allora. Infatti, non ci sono soldati che provengano dalla classe più agiata o dagli strati più poveri della popolazione. Sia Harvard che i neri del ghetto che il barrio spagnolo sono assenti da questa guerra. La maggior parte dei soldati viene dal sud e dall’ovest del paese. I quartieri periferici di Birmingham, Alabama, o di Biloxi nel Mississippi, sono un background molto più “tipico” del soldato americano che non Boston o New York. Mentre di solito tre soldati su cinque sono bianchi, nelle truppe di oggi c’è un numero sempre maggiore di uomini e donne di colore. Se i bianchi costituiscono il 70% sul totale della popolazione civile fra i 18 e i 44 anni, solo il 58% dell’esercito, il 62% della marina, il 65% dell’aeronautica e il 67% dei marines è bianco. Il caso più interessante è quello delle donne di colore: sul totale di membri registrati sono donne nell’esercito il 16%, il 14% nella marina, il 19% nella forza aeronautica e il 6% nei marines. Di queste, il numero delle donne di pelle nera è molto più alto di quello di donne bianche. Cioè, se sul totale della popolazione il 14% sono donne di colore, la percentuale sotto le armi è il 46% nell’esercito regolare, il 19% nella marina, il 16% nell’aeronautica e il 23% nei marines. Gli opinionisti si domandano se stiamo assistendo all’emergere di una “classe guerriera” o di una “casta” con un profilo politico e culturale diverso dal resto della popolazione. I sondaggi rivelano che fra gli ufficiali sono sensibilmente già molti di più i conservatori che nel passato. Il diverso profilo può essere spiegato dal fatto che, a differenza della guerra in Vietnam, anche i più forti oppositori di questa guerra hanno sentito il bisogno di insistere sul fatto che non fossero “contro le truppe”, ma contro il governo che le mandava in guerra. La situazione di adesso è davvero diversa da quella di trent’anni fa, quando molti dei soldati che tornavano a casa venivano anche chiamati baby-killers, ed ancora oggi lo sono. I veterani del Vietnam sono convinti che la Nazione non abbia mai apprezzato i loro sacrifici.
 
 

Pace: «Non ci sono più baby-killers in Irak»,  di Albacete Lorenzo, New York Times - Tempi, Numero: 14 - 3 Aprile 2003

 

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