Memorare

Se Dio mi mette uno vicino, devo trattare con lui:
questa è la regola della prossimità.
Soltanto che chi ci è più vicino è anche più difficile che sia guardato con questo occhio [con carità], anche operativamente.
Perchè?
 O perchè ci sono fattori di attrattiva umana tali che soverchiano il richiamo all'ideale (l'affettività o l'interesse, per esempio) oppure, vivendo vicino, ci sono tali e tanti esempi di limiti dell'altro che diventa veramente difficile sopportarlo.
Ecco allora
il vantaggio di una vicinanza creata non perchè c'è attrattiva, non perchè c'è un interesse: una vicinanza di persone che si accetta proprio come una scuola, una scuola per amare l'altro, per imparare ad amare l'altro, per imparare a vivere una compagnia che ci faccia camminare verso il destino, così che, imparando lì, si torni anche là dove c'è l'attrattiva naturale prevalente (come la famiglia!) o l'antipatia, la seccatura permanente (come la famiglia!) e si impari a guardare all'altro in un modo diverso, attraversando la simpatia e attraversando l'antipatia. , poi, l'esito è che il primo luogo dove uno veramente vive questa carità è la famiglia, è sua moglie o suo marito.
Così che, poi, l'esito è che il primo luogo dove uno veramente vive questa carità è la sua famiglia, è sua moglie o suo marito
della vita

Memorare: «Questa è la regola della prossimità» - Don Luigi Giussani, cit. in LA FRATERNITA' DI COMUNIONE E LIBERAZIONE pag 168 ed. SAN PAOLO - a cura di Pino Mulone

Click qui per tornare indietro