Galatro:
Don Agostino
Giovinazzo

In Memoria di
Don Agostino Giovinazzo

di Carmelo Cordiani



“Accendete le luci, illuminate la chiesa e gioite, perché la Pasqua è festa di luce e di gioia”.


E’ un frammento del messaggio augurale che ci avete inviato e che il celebrante ci ha letto dopo il Vangelo, parola di Dio, luce di fede, di speranza e di amore. Noi vi abbiamo anche letto la forza della vostra volontà e quell’umana nostalgia di sacerdote che per lunghi anni ci ha formulato a voce gli auguri, invitandoci a portarceli nelle nostre case, a parteciparli ai nostri familiari, a scambiarceli come figli di Dio, riscattati dal sacrificio di Cristo. Ma vi leggevamo   la sofferenza di chi sa di avvicinarsi al suo appuntamento, guardandosi intorno sommerso dai tanti PERCHE’ ? che rimangono muti. In una conversazione per telefono mi avete detto che intendevate lottare con tenacia per vincere la vostra battaglia.
“Ora tocca a me portare la croce” e vi ricordai che in un tempo non lontano era toccato a qualcun altro portarla, nella corsia dello stesso ospedale dove  anche voi siete andato a cercare la speranza. Non avete perso. Nessuno perde la scommessa della propria esistenza quando ha chiara la coscienza di essersi prodigato fino in fondo, fedele al proprio mandato. Sacerdote ed Ostia avete offerto a Dio, che vi ha scelto, la vostra giovane vita, seguendolo sulla via del Calvario.


No avete perso perché avete servito la chiesa e, in essa, la nostra comunità. Avete rigenerato i figli di questa comunità con il sacramento del battesimo. Avete unito in matrimonio tanti giovani, ascoltato le nostre pene nel sacramento della confessione, benedetto quelli che vi hanno preceduto nell'inevitabile appuntamento.


Dies natalis! Così la chiesa ricorda il giorno della morte dei suoi figli. Giorno di nascita alla vera vita, alla Vita che non può avere fine perché Dio è vita eterna.


Ora è il momento di ripeterci l’invito ad accendere le luci per squarciare il mistero e rivedere il vostro volto rinato, non più sofferente; ora è il momento di capire l’invito alla gioia perché voi siete felice in Dio e volete parteciparci l’intensità di luce in cui siete immerso. Ripetete al buon Dio i nomi di quanti avete conosciuto in tanti anni nella nostra comunità. Ogni nome vi appartiene. Continuate il vostro sacerdozio accanto al Sommo Sacerdote offrendo nelle vostre mani consacrate anche le nostre sofferenze, le nostre ansie, pregando il Buon Dio perché ci dia la fede per capire anche un solo sottile tratto del suo misterioso disegno.

Lunedì 20 maggio 2002
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