Lo spirito
della
democrazia

«Cattolici americani sempre dimezzati»

 
di Albacete Lorenzo


Spesso mi si chiede quanto conti per il governo americano l’opposizione della Santa Sede alla guerra in Irak. Temo che la risposta sia: assolutamente nulla. Nella migliore delle ipotesi lo si considera infatti un “problema diplomatico” da risolvere in modo tale da non offendere il Santo Padre. Gli insegnamenti vaticani al proposito non sono certo un fattore determinante nel processo decisionale etico dei politici americani. L’influenza protestante impedisce agli americani di riconoscere l’importanza del Papa e della Santa Sede in questo campo, anche se il protestantesimo continua a perdere terreno a favore di un radicale secolarismo nella politica americana. I vescovi hanno diffuso l’appello del Santo Padre per una soluzione diplomatica della crisi, ma tutti sanno perfettamente che loro stessi sono divisi in merito e, in ogni caso, i cattolici americani non seguiranno automaticamente le direttive della gerarchia. Stando al livello in cui il cattolicesimo li motiva e informa, la loro decisione rimane più un’affermazione di preferenze culturali radicate espresse in determinate attitudini, che un giudizio su avvenimenti concreti. E, in aggiunta a questo, l’autorità morale dei vescovi è stata grandemente compromessa dallo scandalo dell’abuso di minori da parte di così tanti preti cattolici. D’altra parte, l’amministrazione Bush ha un grande interesse politico a non offendere la sensibilità cattolica, dato il suo bisogno del supporto dei cattolici implicati nella battaglia per la vita e, in una certa misura, del voto degli ispanici, fra i quali la cultura cattolica è ancora potente. Riguardo poi alla battaglia contro l’aborto, l’amministrazione sa che gli oppositori dell’aborto non hanno un altro partito a cui appoggiarsi, dal momento che la leadership del partito democratico continua a sostenere fieramente la difesa di un accesso all’aborto facilitato. Il recente trentesimo anniversario dell’affermazione del diritto costituzionale all’aborto da parte della Corte Suprema ha dimostrato come la questione continui a dominare la politica americana, anche se in modo discreto e dietro le scene. Se gli attivisti cattolici a favore della vita sostenessero con entusiasmo gli insegnamenti del Papa su altri argomenti vitali quali la guerra e la pena capitale, la Santa Sede avrebbe veramente il potere di influenzare le decisioni politiche americane. Sfortunatamente, niente porta a pensare che le cose stiano andando in quella direzione. E il presidente Bush con i suoi consiglieri, inclusi molti cattolici, lo sanno alla perfezione.
 
 

Lo spirito della democrazia: «Cattolici americani sempre dimezzati» di Albacete Lorenzo, New York Times - Tempi, Numero: 5 - 30 Gennaio 2003