Lo spirito
della
democrazia

«Mid Term: avanti i vecchietti»

 
di Albacete Lorenzo


Una delle mie prime esperienze traumatiche nell’invecchiare è stata quando mi sono accorto che il presidente degli Stati Uniti era più giovane di me. Naturalmente ora ci sono abituato, ma per un momento la scorsa settimana ho potuto ricordare di sentirmi di nuovo giovane. Il presidente è ancora più giovane di me, ma due dei più discussi candidati per il Senato nelle recenti elezioni erano più vecchi, e cioè i candidati del partito Democratico per il Minnesota e il New Jersey. Costoro erano uomini scelti all’ultimo minuto dal partito Democratico per evitare la possibile perdita della sua maggioranza al Senato. Il candidato del Minnesota era nientedimeno che Walter F. Mondale, ex vice-presidente, senatore e candidato per la stessa presidenza. Mondale ha 74 anni. Quando il senatore candidato per la rielezione è morto in un incidente aereo, Mondale è stato richiamato dalla pensione per tentare di frenare la probabile vittoria dell’avversario Repubblicano (che è più giovane di me). È stato magnifico vederlo proporsi per il più lungo mandato elettivo del Paese (6 anni). Il candidato democratico prescelto per il New Jersey era addirittura più vecchio. Quando il precedente senatore è stato chiamato in causa per episodi di corruzione, costui si è ritirato dalla candidatura per un altro mandato e i Democratici hanno tirato fuori un ex senatore, che ora ha 78 anni, e l’hanno designato come loro candidato. Scrivo questo pezzo prima dell’elezione, così non so se uno dei due ce l’ha fatta. È stato molto divertente sentirmi ancora giovane. Le previsioni erano che i repubblicani mantenessero la maggioranza alla Camera, così è lo scontro per il Senato (che il partito Democratico domina per un solo seggio), che è stato considerato l’oggetto più importante di questa elezione. Il partito che controlla il Senato ha l’ultima parola sull’approvazione o il rifiuto delle migliaia di nomine proposte dal presidente, decide quali delle proposte legislative del presidente possano essere prese in esame e votate, e seleziona chi va a presiedere tutte le sue fondamentali commissioni. Un Senato dominato da un partito diverso da quello del presidente può pertanto frapporre grandi ostacoli al successo del suo programma interno. Al di là di ciò, le questioni che decidono chi viene eletto sono principalmente quelle locali. È interessante notare come non vi sia alcuna previsione che la grande popolarità di cui gode il presidente Bush come conseguenza della sua leadership in seguito all’11 settembre 2001 si traducesse in voti per il partito Repubblicano. In termini di politica interna, i cittadini americani continuano a essere divisi come l’ultima elezione presidenziale ha indicato. Attualmente molti sono preoccupati della situazione economica e confusi per le implicazioni della “guerra contro il terrorismo”. La possibile guerra contro l’Irak non gode di un grande sostegno popolare, e non si è ritenuto che fosse il tema dominante in questa elezione, eccetto nella misura in cui contribuisce all’incertezza circa il futuro che prova, secondo i sondaggi, la maggior parte degli americani. Forse i democratici hanno pensato che questi candidati di 74 e 78 anni potrebbero far leva sulla nostalgia di giorni migliori!
 
 

Lo spirito della democrazia: «Mid Term: avanti i vecchietti» di Albacete Lorenzo, New York Times - Tempi, Numero: 45 - 7 Novembre 2002