Lo spirito
della
democrazia

«Perché Bush parlò di pedofili col Papa»

Sono ancora stupito che lo scandalo dei preti pedofili nella Chiesa cattolica abbia ricevuto così poca copertura nella stampa italiana,
 

 
di Albacete Lorenzo


Sono ancora stupito che lo scandalo dei preti pedofili nella Chiesa cattolica abbia ricevuto così poca copertura nella stampa italiana, tranne quando i cardinali Usa sono stati chiamati a Roma per discutere la situazione col Papa e i prelati vaticani alcune settimane fa. Immagino che in Europa lo scandalo sia visto come l’ennesimo esempio di moralismo americano scosso da rivelazioni circa la debolezza umana, stavolta quella del clero. C’è qualche verità in questa lettura, soprattutto se teniamo presente che il cattolicesimo in quanto tale è sempre stato considerato una stranezza e una minaccia al comune modo di vedere americano.


La “mentalità americana” fa fatica ad apprezzare il ruolo della religione al di là della sua dimensione morale. Perciò anche i più acuti osservatori degli avvenimenti mondiali fanno fatica ad apprezzare, per esempio, il ruolo del papato moderno in America latina, in Europa orientale o in Africa. Giovanni Paolo II, la cui leadership ecclesiale ha giocato un ruolo importante in quelle regioni del mondo, negli Usa è più noto per i suoi insegnamenti “conservatori” nel campo della morale sessuale che per qualunque altra cosa. Anche il cattolico medio americano ha questa percezione. E questo spiega l’attenzione riservata allo scandalo. Niente del genere era mai successo nella storia del cattolicesimo Usa, e gli esiti di questa vicenda determineranno il ruolo della Chiesa cattolica nella vita americana per gli anni a venire.


Gli effetti di questo scandalo sono particolarmente dannosi per quanto riguarda i programmi di quei leader cattolici americani (come p. Richard Neuhaus, George Weigel, Michael Novak, p. Robert Sirico, Robert Royal ed altri) che vedevano quello presente come un “momento cattolico” nella storia americana. Secondo il loro punto di vista, l’emergere di una cultura dominante non più egemonizzata dal protestantesimo forniva alla Chiesa cattolica un’opportunità unica per giocare un ruolo importante nella vita americana, a motivo di un’asserita armonia fra l’insegnamento sociale cattolico e i principali valori americani come la libertà economica, la priorità della creatività e della responsabilità individuali e la sussidiarietà. Questa influenza cattolica sulla cultura americana doveva avere la sua base nell’insegnamento etico e morale della Chiesa fondato sulla “legge naturale”, capace di esercitare attrazione anche su quanti sono privi della fede cattolica.


Questa distinzione fra la Chiesa maestra di moralità e la sua fede, la seconda in qualche modo disgiungibile dalla prima, doveva essere il vantaggio fondamentale del cattolicesimo nel presente momento della storia americana. è per tale motivo che l’attuale scandalo morale è così devastante per il progetto culturale di questi leader cattolici e che essi sono così arrabbiati coi vescovi americani per aver permesso che tutto questo accadesse, in particolare col cardinale di Boston Bernard Law, che consideravano un potente alleato della loro causa. Questi leader cattolici esercitano una forte influenza sull’attuale amministrazione presidenziale, il che spiega perché il presidente Bush abbia parlato dello scandalo durante il suo recente colloquio col Papa. Nessun altro presidente americano avrebbe osato farlo. Purtroppo oggi il “momento cattolico” nella vita americana consiste nel fatto che anche il New York Times dedica un editoriale domenicale alla necessità della riforma morale del clero cattolico!
 

Lo spirito della democrazia: «Perché Bush parlò di pedofili col Papa» di Albacete Lorenzo, New York Times, Tempi, Numero: 24 - 13 Giugno 2002