Cinema

«Bacchettate per Magdalene»
 


Un giornalista inglese smonta lo scandalo del film di Peter Mullan: in tutte le istituzioni educative dell’Impero le punizioni corporali erano la norma fino agli anni Sessanta

di Newbury Richard



«Il passato è un mondo diverso; là si fanno le cose diversamente», ci ricorda lo scrittore L .P.Hartley. Spesso capita che siano i tempi più recenti quelli che sentiamo più lontani dalla nostra sensibilità.


Questo week-end la Bbc ha mandato in onda una replica del film di Lindsay Anderson del 1960 che racconta di una rivolta di ragazzi in una tipica scuola pubblica inglese. è stato girato nell’università frequentata da Anderson, Aldenham college vicino a Londra. Il direttore divenne più tardi un mio amico. Era stato uno dei 4 sopravvissuti di un battaglione Gurkha di 800 uomini in Birmania nel 1941. Dopo la guerra fu premiato per aver mantenuto l’ordine tra i Greci e i Turchi nella scuola inglese di Cipro, aggirandosi per la scuola (di cui era direttore) con una pistola carica.


Altri tempi, ma egli era molto simile alla maggior parte dei professori che a scuola mi insegnavano e mi bacchettavano. La riforma liberale quando ero a scuola consisteva nel chiedere il permesso da parte dei ragazzi dell’ultimo anno - i capoclasse -, prima di colpire un ragazzo di una classe inferiore. Tutti i miei coetanei nelle varie scuole pubbliche -anglicane, cattoliche o metodiste - ricordano di essere stati fatti oggetto di punizioni corporali per “atteggiamento complessivo”, un’accusa difficile da giustificare in base alla Dichiarazione europea dei diritti umani.


Lo scopo era sicuramente quello di prepararci a governare un impero. A partire dal 1963, con la rapida decadenza dell’impero, i suoi simboli divennero accessori per la moda in King’s Road. Io stesso fui espulso da scuola per essermi rifiutato di sottopormi a una punizione corporale da parte del direttore del mio collegio, che mi aveva visto parlare con una ragazza - all’età di 18 anni. L’abitudine di picchiare era naturalmente molto diffusa anche nelle scuole statali, specialmente in Scozia. Era la punizione usuale per la pigrizia e per il ritardo.


Peter Mullan, che viene dalla scuola cinematografica di Glasgow (la stessa che ci ha dato Trainspotting), sembra credere nella sua superiorità morale e la giuria a Venezia si è compiaciuta di lui e di se stessa. Comunque questa incursione filmica nella storia ci dice qualcosa riguardo alla nostra società, che ha ribaltato le attitudini sociali circa le sigarette e la sodomia. Oggi quasi la metà dei matrimoni finisce in divorzio ed un terzo dei bambini nascono fuori dal legame coniugale. Negli anni Sessanta tutte le confessioni cristiane avevano istituzioni per mamme e bambini dove le ragazze “rimaste incinte” potevano partorire ed i loro figli, il più delle volte, venivano adottati ed educati lontano da sguardi indiscreti e questo per loro significava avere una seconda possibilità.


Certamente l’Irlanda di quel periodo rispecchiava l’immagine di una duplice “città di Dio”: il 95% della popolazione - sia cattolici che protestanti - andava in chiesa la domenica. Nella diaspora dei cattolici irlandesi in Scozia - Mullan è un nome irlandese - e Inghilterra (che costituisce il 10% della popolazione britannica) la Chiesa cattolica era il centro sociale e religioso della vita degli operai di origine irlandese, insieme alle squadre di calcio del Celtic e del Liverpool. Magdalene rappresenta un desiderio edipico di uccidere i padri tribali ora che non c’è più pericolo nel farlo - almeno non per le reazioni di una banda di scaricatori di porto irlandesi di Liverpool, Glasgow o Londra. Il film deve ancora uscire nel Regno Unito, ma è improbabile che faccia discutere. è un “dramma di costume”, nel doppio significato della parola costume: usanza, ma anche quello che Oscar Wilde dice:
«La storia è l’arte di scrivere bene ciò che non è mai successo».

Cinema: «Bacchettate per Magdalene» di Newbury Richard, Tempi   Numero: 39 - 26 Settembre 2002

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