Bloc-notes

Ritornando a Lourdes
 

 

Carmelo Cordiani
 

 

Ventotto settembre, ore dieci, appuntamento alla stazione di Gioita Tauro. Quanta gente! Il triplo di due anni fa, quando per la prima volta decidemmo di partire per Lourdes. Un treno lunghissimo, quattordici vagoni, il tutto organizzato puntualmente dall’ UNITALSI. Ognuno il suo posto predisposto, con l’indicazione dello scomparto. Ad ognuno il talloncino con nome e cognome e albergo a Lourdes. Una regia impeccabile.

 

Lourdes! Un richiamo categorico, inspiegabile. Andarci una volta significa ritornarci. Impossibile resistere al richiamo della Bella Signora. Impossibile rinunciare al clima di spiritualità che avvolge il Mistero della Grotta, che invade la gente inginocchiata, assorta, che interroga ognuno con lo sguardo rivolto alla Madonna. Quanti pensieri, quante sofferenze, quante speranze! Intorno silenzio e raccoglimento, quasi un timore di interrompere il continuo a tu per tu con la Vergine. “Io sono l’Immacolata Concezione”! Bernadette non ne conosceva il valore. Ripeté la dichiarazione della Bella Signora rompendo, finalmente, la barriera di incredulità diffusa sui suoi continui incontri con la Madonna.

 

 
A Pisa ci attendeva Domenico, sofferente, indeciso se ricoverarsi in ospedale, alle 22 del ventotto settembre, o attendere il treno che aveva accumulato un’ora di ritardo. “Sentivo una voce che mi diceva di resistere, di sopportare il dolore lancinante all’addome e di raggiungere Lourdes ad ogni costo”. Il cognato insisteva di raggiungere il vicino ospedale, ma Domenico rispose deciso: “Devo raggiungere Lourdes, vivo o morto”.

Salì sul treno alle 23.15. I medici, instancabili operatori di bene, accolsero Domenico come un fratello. Lo sistemarono tra i barellati dedicandogli ogni attenzione, prodigandosi per alleviargli il dolore perché, dicevano, "deve compiere il suo pellegrinaggio". Ci sono riusciti. Ma la sorpresa arrivò mattina del primo ottobre. Domenico alle cinque era già in piedi. Si reca alla Grotta e vi resta per più di un’ora , in silenzio con se stesso e con la Madonna. Poi decide di farsi il bagno. Va alle piscine e si presenta come volontario. Fa il bagno ed aiuta tanti altri  pellegrini a compiere il loro rito purificatorio. Il dolore era completamente sparito, con meraviglia degli stessi medici che, la sera prima, temevano un blocco intestinale. Poi partecipò alla processione Eucaristica, alla fiaccolata nella sotterranea di S. Pio X, per la pioggia sottile ed un vento gelido che penetrava nelle ossa.

 

   
 

Centocinquantesimo dall’Apparizione, anno giubilare. Il percorso lungo, anche faticoso, scandito dalle preghiere che ognuno recitava con fede. Nessuna stanchezza, tanto che, alla fine, dopo più di tre ore, rimanemmo a lungo davanti alla Grotta per chiedere alla Vergine di intercedere con Cristo, suo Figlio, perché accettasse benevolmente la nostra volontà di rigenerarci, di avvicinarci alla Sua Parola, di portare sempre nel cuore il suo messaggio di amore. Ancora fresche le tracce del pellegrino Benedetto Sedicesimo, anche Lui, successore di Pietro, attratto dal Mistero per  trovarci la forza per sopportare il peso della Chiesa. Anche Lui inginocchiato alla Grotta, con lo sguardo rivolto alla Bella Signora ed il cuore aperto alla Speranza. La Chiesa era anche lì, tra migliaia di anime provenienti da ogni angolo del mondo e si sentiva il Pastore, partecipando alle ansie ed alle aspettative di ognuno, leggendo nei loro cuori ogni parola rivolta alla Vergine.

 

 

 

 

Lourdes!

Un mistero che ti prende e nel quale vuoi restare. Un mistero in cui passi in rassegna la tua vita, il bene ed il male, le ore serene e il tormento, la speranza ed il dubbio, il tuo egoismo ed il desiderio di essere aperto agli altri, disponibile.

Questo si agita dentro al ritorno. Le lunghe ore, il monotono rumore del treno, non ti distraggono da questo dramma che si svolge dentro di te e ti senti il cuore gonfio. Perché Lourdes è anche questo: Ritornare migliori, voglia di  ricostruirsi dentro, pensando a quella Grotta dalla quale non puoi più separarti.

 

 

Domenico ritornò con noi, non più nel vagone dei barellati. “Se la Madonna vuole, ritornerò come volontario”, ci diceva. Certo che vuole. Ha già voluto che facesse il suo pellegrinaggio, che partecipasse alla processione Eucaristica, alla fiaccolata, alla recita del Santo Rosario. Ha voluto che si intrattenesse davanti alla Grotta fino alle due di notte, per raccontarLe la sua vita, le sue sofferenze, lui così giovane. Poi, ritirandosi, ha voluto che bevesse l’acqua.

“Sentivo tanta sete e ho bevuto più volte. Ma, dopo poco, ho sentito un freddo, un freddo così intenso che sono rientrato in albergo e mi sono messo subito a letto. Non avevo mai sentito tanto freddo”.

Che sia  stato un segno? Lourdes è anche questo. 

 

   

 

Bloc-notes: «Ritornando a Lourdes», di Carmelo Cordiani, 28 Settembre 2008
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