Saudi Arabia

La terra di Maometto

Luoghi visitati:

Jeddah, Riyadh, Unaizah, Al Khobar

L'Arabia Saudita è forse il paese che ho visitato maggiormente, negli ultimi tempi ed anche in tempi remoti. Il mio primo viaggio in Arabia Saudita risale a marzo 1985, mentre negli ultimi anni, dal 1997, citerò solo le date dei visti del mio passaporto, che sono le seguenti: 29 ottobre 1997, 12 marzo 1998 con estensione in loco (trasferta di 45 giorni, un'eternità), 24 luglio 1998, 23 ottobre 1998, 30 novembre 1998, 20 luglio 1999, 17 novembre 1999, 13 ottobre 2000, 27 aprile 2001, 11 settembre 2001 (non ancora sfruttato, per motivi di guerra).

Fabbriche visitate: a Jeddah, A.G.M. (Arabian Gulf manufactures, fabbrica di prodotti vari in PVC) , Saudi Cable Corporation (cavi elettrici), Al Tayar (tubi in PVC), Bahlas B.S.Y.F. (Bahlas Syntetic Yarn Factory, produzione di filati sintetici), e a 90 Km verso La Mecca, nel 1985, Al Hamrani (fornace di laterizi). A.G.M. e Saudi Cable visitate più volte con diversi lavori eseguiti in tempi successivi.

A Unayzah, Najd Clay Brick Factories, visitata più volte, fornace per laterizi.

A Riyadh, SAPPCO (Saudi Arabian Plastic Pipes Corporation), fabbrica di tubi in PVC.

A Al Khobar, Gulf Packaging, fabbrica di film di polipropilene, il materiale usato per i confezionamenti più comuni, quali le scatole di biscotti, i pacchetti di sigarette, i sacchetti per le patatine fritte ecc...

Sull'Arabia Saudita ci sarebbero da dire tantissime cose, molte delle quali sono poco piacevoli per gli occidentali a parte gli hotel lussuosi, così come i centri commerciali. In Arabia si scontrano fortissimi contrasti tra ricchezze smisurate e condizioni di degrado e di indigenza profonda. La maggioranza della popolazione non è di origine saudita, bensì si suddivide tra immigrati di origini indiane, pakistane, bangladeshi, thailandesi, filippini, con qualche minoranza di sudanesi, etiopi e somali. Inoltre vivono parecchi egiziani, siriani, libanesi e palestinesi, per lo più rifugiati questi ultimi. Il paese è rigidamente islamico e vi sono regole ferree a cui tutti, compresi i turisti e gli occidentali non mussulmani, devono attenersi. Alcune di queste prevedono il divieto di passeggiare con pantaloni corti, di fumare in pubblico durante il ramadan, periodo in cui è vietato pure mangiare e bere durante il giorno, anche se questi divieti in realtà non li ho quasi mai osservati, rischiando però una ramanzina da parte dei mothaua, che sono una sorta di polizia religiosa o una specie di pseudo preti bacchettoni. Altre restrizioni sono ovviamente le bevande alcoliche e la carne di maiale, assolutamente vietati e introvabili se non al mercato nero (i liquori ed il vino, ovviamente, del maiale non se ne parla proprio, anche se in verità essendo sempre molto caldo non se ne avverte la necessità). E' previsto l'arresto per consumo di alcool, mentre per qualsiasi tipo di droga ad eccezione del caffè, del tè e della nicotina, vi è la pena capitale.Le donne devono essere sempre coperte da una tunica nera da capo a piedi e devono portare il velo che copre loro anche gli occhi. Vi è qualche eccezione per le donne occidentali, che possono girare a viso scoperto ma comunque devono avere i capelli velati con il velo nero, e per qualche donna il cui marito le conceda la possibilità, ma questo solo a Jeddah, che a detta degli arabi stessi, non fa parte dell'Arabia Saudita. Forse perchè Jeddah è la città in cui si arriva da tutto il mondo islamico per recarsi in pellegrinaggio a Medina o alla Mecca. La religione è molto sentita ed influenza pesantemente la vita degli abitanti. Infatti le cinque preghiere al giorno vengono rispettate, anche se vi sono alcune regole un po' strane che a volte si rivelano delle vere e proprie insidie. Infatti se capita, ad esempio, che durante l'orario prestabilito di una preghiera qualcuno sia impossibilitato a farla, per motivi che possono essere ad esempio se si sta guidando magari in mezzo al traffico, oppure magari si è al telefono con persone dall'altra parte del mondo o per altri motivi, è possibile riparare purchè si faccia la preghiera prima della preghiera successiva. Un simpatico siriano che mi faceva da autista e sovente da interprete, lo definiva il Salah Forget, ossia la preghiera dimenticata. Il salah forget dicevo può rivelarsi insidioso, poichè capita ad esempio che lungo un'autostrada un'auto inchiodi i freni ed il conducente si metta a pregare in mezzo alla strada, perchè magari sta per scattare la preghiera successiva e si era dimenticato o non aveva avuto tempo di fare quella precedente, oppure magari capita che ci si trovi davanti ad un ufficio di cambia valute o altro e che l'impiegato sia dietro allo sportello a pregare e non ti consideri minimamente. Normalmente non succede, ossia durante il Salah tutte le attività commerciali si fermano, le serrande vengono abbassate, se stai mangiandoti una pizza e ti devono portare ancora da bere devi uscire e quindi dopo ti finisci la pizza fredda e la bibita calda. Come dicevo, è piuttosto invadente la religiosità estrema. Altro fatto curioso è che le donne non possono guidare, pertanto quelle ricche hanno un autista che le accompagna quando devono ad esempio recarsi a fare la spesa, mentre quelle meno abbienti o vanno a piedi o talvolta a dorso d'asino e nei deserti a cammello. E' comunque abbastanza inusuale, sebbene non espressamente vietato, trovare donne in giro da sole. Sono quasi sempre accompagnate dal marito o da un servitore, che assume anche il compito di guardia del corpo. La servitù è molto diffusa, in quanto l'arabo adora circondarsi di servitori che tratta anche non proprio con dolcezza, assumendo così il ruolo del padrone stile medioevale. Le attività lavorative svolte dagli arabi sauditi sono sempre manageriali, quindi li troveremo solo in uffici o al massimo in negozi, mentre le donne arabe non possono svolgere altri lavori se non quello di fare le mamme a tempo pieno. Tutte le attività legate invece alla produzione o alla distribuzione sono affidate a lavoratori stranieri, come già detto in maggioranza indiani, pakistani e filippini. I lavori tipicamente femminili vengono svolti da manovalanza femminile di immigrazione, per lo più di origine filippina. Un fatto curioso è che i salari dei lavoratori non rispecchiano mai le capacità dei lavoratori stessi, ma vengono elargiti in base al paese di provenienza, con un calcolo che si basa sul costo della vita del paese di provenienza moltiplicato per due. In base a questo calcolo un lavoratore americano può percepire un salario che oscilla tra i 4 e i 5000 dollari al mese, mentre uno del Bangladesh riceverà uno stipendio di circa 25 dollari al mese, per 8 ore di lavoro al giorno 7 giorni su 7. Quello che fa pensare parecchio è che questi lavoratori del terzo mondo riescono ad inviare a casa quasi tutto il loro salario, e vivono nella miseria più profonda, magari alloggiati direttamente in fabbrica sotto a qualche macchinario, bevendo l'acqua refrigerata degliimpianti di raffreddamento, che è di color marrone a causa del particolato di ferro che contiene, e che fa venire una diarrea paurosa a chi non è abituato, e cibandosi di un pò di pane e di qualche scarto recuperato magari dalla spazzatura di qualche ristorante, lottando coi gatti che a loro volta si cibano delle stesse risorse. E' uno spettacolo veramente avvilente, ma nonci possiamo fare nulla. Oltretutto questi uomini sono contenti poichè oltre a sopravvivere loro, riescono a far sopravvivere anche le loro famiglie lontane. Come in tutti i paesi mussulmani, il territorio è sempre molto sporco nonostante che vi sia parecchia gente, vedi bangladeshi e altro, che si occupa di pulire in continuazione dove l'arabo sporca, però per quanto facciano non possono evitare che comunque le cartacce e quant'altro vengano abbandonate ovunque. Infatti è quasi impossibile trovare anche nelle grandi città i cestini per la carta e solo nelle vie più interne si scorge di tanto in tanto qualche contenitore per i rifiuti, rigorosamente semivuoto con in compenso tutti i rifiuti sparsi tutto intorno al contenitore stesso. Quasi come a Bari, insomma. Sempre dal punto di vista del rispetto dell'ambiente, praticamente questo è inesistente, dato che non vi è motivo di non sfruttare gli immensi deseti come pattumiere a cielo aperto, piuttosto che preoccuparsi di uno smaltimento dei rifiuti oculato. Anche per ciò che riguarda le emissioni in atmosfera, non ci si cura affatto di usare filtri particolari alle ciminiere varie delle stazioni di produzione di energia elettrica nè tantomeno di usare benzina verde o addirittura metano o GPL. La benzina è rigorosamente con piombo ed è anche poco raffinata, per cui per le strade si soffoca tranquillamente. Oltretutto, costando pochissimo, viene consumata in grandi quantità, anche perchè moltissime automobili oltre ad essere vecchie sono di grossa cilindrata, quasi mai inferiori ai 2500 cc, pertanto inquinano tantissimo, e a nulla vale il limite di velocità di 120 Km/h, segnalato in tutti i veicoli da un campanellino insistentissimo non appena vengono oltrepassati.

Abbigliamento tipico: Per le donne, tunica nera da capo a piedi, velo nero davanti a tutto il viso, guanti neri. Per gli uomini, tunica bianca lunga fino ai piedi, ad eccezione dei mothaua che la portano lunga fino ai polpacci, quindi copricapo a bianco o a tovaglia di trattoria, bianco e rosso, e cerchio in testa nero per fermare il copricapo, assente nei mothaua. Baffi obbligatori, quasi sempre accompagnati da lunghe barbe. Qualcuno porta la barba senza baffi, ma la barba in questo caso deve essere lunghissima e bianca. Di solito sono mothaua. Altri abbigliamenti diversi sono permessi ai non sauditi, molti dei quali possono comunque essere arabi, però non è permesso ai non sauditi di vestirsi alla saudita. Eccezione per le donne, come già descritto, le quali se diversamente abbigliate potrebbero provocare gli uomini e quindi indurli in tentazione. E' da ricordare, come se ce ne fosse bisogno, che l'adulterio in Arabia Saudita è punito con l'evirazione pubblica, al venerdì mattina in piazza, e nei casi più gravi con la decapitazione, sempre in pubblico. Non credo che esistano eccezioni, anche se ultimamente vi sono possibilità di riparare economicamente se ci si assume la responsabilità e si accetta di prendere in sposa la donna disonorata, anche se di solito chi ci rimette è la donna che viene di norma accusata di istigazione e quindi ripudiata dal marito se è sposata, o esiliata se madre con prole molto giovane e magari vedova, piuttosto che essere decapitata. Almeno, così mi è stato più volte riferito da diverse persone in città ed ambienti diversi, quindi suppongo che sia vero. Non ho mai cercato di saperlo dalle autorità, anzi ho sempre cercato di evitare qualsiasi rapporto che non fosse solo lo stretto indispensabile quale gli uffici ed i controlli aeroportuali eccetera. E' meglio tenersi alla larga da possibili casini, in quanto non si sa mai come ci si può saltare fuori, in certi paesi così poco democratici.

Comunque devo dire che ultimamente la vita sta migliorando, ossia c'è qualche tentativo in più di apertura verso le usanze occidentali, anche per il fatto che ormai vi sono moltissimi rapporti con americani ed europei, che sono alla fine gli unici che riescono a far funzionare le varie fabbriche dell'Arabia Saudita. Infatti qualche anno fa vi fu una sorta di tentativo di distacco dall'europa e dagli stati uniti, nei vari settori aziendali quali capifabbrica, responsabili di produzione e direttori tecnici, affidando questi incarichi a mussulmani di norma egiziani, cercando così di risparmiare un po' sui salari, ma purtroppo per gli imprenditori le manovre si rivelarono un insuccesso quasi completo, ad eccezione di qualche raro caso, per cui hanno dovuto richiamare i tecnici occidentali e così facendo anche gli usi e qualche ventata di occidente di tanto in tanto si può sentire nell'aria, pur se molto nascosta. Esistono circoli privati dove è possibile trasgredire ad alcune delle rigide regole islamiche, ma sono comunque circoli che ricordano un po' le bische clandestine e bisogna fare molta attenzione a non fidarsi del primo venuto, in quanto si potrebbe incappare in grosse fregature.

Come forse potrebbe essersi capito da questa trattazione, a me personalmente l'Arabia Saudita non piace affatto. Quando ci vado è perchè sono costretto, ma non mi ci sono quasi mai trovato bene. E' comunque un paese che si può visitare, attenendosi alle sue regole, e di norma non è rischioso. Conviene comunque non avventurarsi da soli magari nei Suck, i mercati, o in altri luoghi poco illuminati. In genere non capita nulla, ma si deve fare comunque attenzione poichè vi sono parecchi scalmanati, ossia fondamentalisti, i quali sono veramente poco tolleranti con le culture non arabe. Occorre anche fare attenzione a ciò che si mangia ed ancor di più a ciò che si beve, in quanto non vi sono eccessive norme igieniche e l'acqua da bere è possibile solo se imbottigliata e sigillata. Non è raro subire attacchi di dissenteria o anche di stitichezza. Per la dissenteria c'è poco da fare, occorre rivolgersi in farmacia, mentre per la stitichezza vi è un rimedio infallibile, ossia bere un bicchiere di latte di cammella. La reazione è fulminea e dura qualche giorno. Parecchi occidentali ricorrono a questo rimedio, specialmente chi è poco abituato a viaggiare o al cambio di abitudini alimentari.

Alimentazione: Il piatto nazionale, comune a tutti i paesi islamici, si chiama shish kebab e si realizza in questo modo. Viene macinata la carne di agnello, viene aggiunta cipolla tritata e pepe, quindi prezzemolo e viene lasciata marinare in succo di limone ed olio di oliva per circa un giorno, quindi viene rivestito con questo impasto uno spiedino, o meglio una specie di stiletto tagliacarte, quindi il tutto viene grigliato o cotto alla piastra, ed infine servito di solito con riso bollito e gratinato in forno o con patatine fritte. E' molto buono, ma purtroppo è quasi l'unico piatto. Di foggia simile è il shish tahouk, che è costituito da carne di pollo e viene fatto come il shish kebab. Esiste un'altro tipo di kebab, che in Arabia Saudita si shiama Shawarma mentre in Turchia si chiama Donar kebab, che forse è il più tipico, ossia si tratta si una sorta di girarrosto posto in verticale su cui vengono infilzati diversi tipi di fette di carne sovrapposte, quindi viene fatto girare e la carne viene cotta per irraggiamento sfruttando o una serpentina elettrica o una specie di stufa catalitica a gas che parzialmente circonda questo girarrosto. La carne cotta viene grattata via a pezzetti con una specie di rasoio elettrico, o a volte con un coltello molto affilato, e viene servita o in cartocci conici con patatine fritte o a volte nei ristoranto in piatti con fette di pane azzimo e altri contorni. La particolarità è che il grasso cola e cade in una vasca raccoglitrice alla base di questo girarrosto, per cui insaporisce la carne ma in realtà ne viene estratto in buona parte, sicchè la carne risulta gustosa ma magra. Altro alimento principale è senz'altro il riso, che viene usato sia come piatto principale sia come contorno di piatti a base di carne o di pesce. Il pesce che di solitosi trova in Arabia Saudita si chiama Hammour, ed il dubbio è che si tratti di murena, anche se è un dubbio che non sono mai stato capace di sciogliere. Il sapore è variabile, ossia di solito è un pesce non molto saporito, ma in qualche ristorante riescono a farlo buono. Comunque si mangia meglio il pesce sul lato del mar rosso piuttosto che sul golfo persico, forse a causa del petrolio che nel golfo abbonda. Altri pesci buoni sono senz'altro i gamberoni del mar rosso, ma bisogna ricordarsi di mangiarli alla brace, non fritti. Infatti spesso ci si ritrova a consumare piatti fritti. Quasi sempre viene utilizzato per le fritture l'olio di soia, che però è molto saporito e tendenzialmente piuttosto alto dal punto di vista calorico, pertanto si possono avere problemi di digeribilità. Quindi, limitare i fritti, ossia cercare di consumarne il meno possibile. La cosa non è facile, in quanto le cucine orientali prediligono i fritti. Caffè e tè: Il tè è diffusissimo e, come tradizione mussulmana, è facile berne anche sei o sette al giorno in quanto appena ci si incontra con qualcuno ti viene immediatamente offerto il tè, talvolta alla menta. Non preoccupiamocene troppo, viene molto diluito per cui la quantità di caffeina, o teina che dir si voglia, non farà male, al limita farà dormire poco alla notte. Il caffè invece merita una trattazione un po' più dettagliata: I tipi di caffè che si possono bere sono essenzialmente tre, ossia il caffè turco, il caffè espresso e il Nescafè. Esiste anche il caffè americano, bevuto io credo solo dagli americani, ed infine il caffè arabo. Il caffè arabo è molto particolare, in quanto si prepara quasi come il caffè turco ma utilizzando il caffè crudo, ossia non tostato. La tostatura avviene in contemporanea all'infusione e questo crea un aroma molto particolare. Il colore della bevanda è chiarissimo ed è piuttosto amaro, ma è molto buono se consumato con i datteri, che invece sono piuttosto dolci. Diciamo che l'amaro profondo del caffè unito al dolce dei datteri produce una miscela di sapori direi piuttosto gradevole, e sicuramente per gli occidentali poco comune. Io tra tutti di solito bevo il Nescafè.

Alimentazione elettrica: Occorre fare attenzione alle apparecchiature elettriche, in quanto in Arabia Saudita lo standard industriale è 380 V trifase 60 Hz, mentre quello civile può essere 220 V o 110 V sempre a 60 Hz, ovviamente. Questo può portare a qualche inconveniente e occorre prestare molta attenzione quando si esegue un dimensionamento di motori elettrici, in quanto in pratica vi è una sorta di unione dello standard americano con quello europeo. Infatti un motore progettato per 50 Hz, come quelli europei, a 60 Hz ruoterà ad una velocità superiore del 20%, quindi occorrerà dimensionarlo a parità di carico con una potenza anch'essa superiore del 20%. Ovviamente si otterrà una velocità del 20% superiore che in molti casi dovrà essere compensata con diversi rapporti di trasmissione. Inoltre, non tutti i motori possono sopportare velocità superiori, quindi si deve tenere conto anche di questo fatto. Normalmente un motore costruito in europa, con standard europei, può funzionare in Arabia Saudita se dimensionato con circa il 40-50% in più della taglia che dovrebbe avere a seconda dell'uso a cui è destinato. Attenzione anche alle apparecchiature quali alimentatori, rasoi elettrici, personal computer portatili e cos' via. Infatti i trasformatori non hanno problemi a convertire le tensioni di 220 V nelle tensioni di secondario per cui sono costruiti, ma la frequenza di rete differente ne riduce l'efficienza normalmente del 15-20%, quindi non è impossibile che questi si brucino per sovraccarico indotto dalla diminuzione del rendimento. Non vi sono però problemi per gli alimentatori di tipo Switching, in quanto questi si creano la propria corrente alternata indipendentemente dalla frequenza di rete. Si consigliano dunque questi piccoli accorgimenti: Nel caso di personal computer portatili, cercare di posizionare l'alimentatore magari sotto il flusso di uscita di qualche condizionatore d'aria (non ci dovrebbero essere problemi a trovarne, sono ovunque), così dicasi per alimentatori quali carica-batterie per telefonini o altro. Per i rasoi elettrici, è meglio evitarne l'uso, così come per altri apparecchi quali piastre stiracapelli, lampade abbronzanti (non servono, basta il sole) e piccoli elettrodomestici. In casi estremi, quando non è possibile fare diversamente, usare un inverter.

Spettacoli: In Arabia Saudita non esistono nè cinema nè teatri, mentre la stampa è sottoposta a censura specialmente per ciò che riguarda la pornografia, intesa anche fosse solo un seno nudo o una natica troppo scoperta o fotografie con atteggiamenti o pose un po' osè, quindi quasi tutto si riversa nella televisione o su internet. Per la televisione, quasi tutti i programmi sono ricevibili tramite satellite, e qualcuno nelle grandi città anche via cavo. Ovviamente in questo caso la censura non potrà fare dei miracoli, comunque non è facile trovare grandi cose, anche se sono comunque ricevibili quasi ovunque canali quali Movie Channel, Hollywood Channel, Super Movie, Disney Channel e qualche altro. Quelli che sicuramente non mancheranno mai in qualunque hotel sono, oltre a Saudi 1 e Saudi 2, Al Jazeera (Qatar, notiziari in arabo), CNN, BBC, Futura (Libano), Tv egiziana, e qualche altra emittente indiana e filippina, oltre ad altri canali di cui non ho mai ben capito la provenienza, quasi inguardabili. Internet invece è disponibile un po' ovunque, ma occorre fare attenzione poichè qui la censura ci mette il naso. Infatti gli accessi remoti disponibili sono controllati pertanto se si tenta di entrare in qualche sito un po' osè, la connessione si interrompe. Oltretutto c'è anche il caso di ritrovarsi la polizia che ti viene a trovare, risalendo al numero telefonico da cui si è tentata la connessione. Nessun problema con la posta, purchè non contenga immagini proibite, nel qual caso non verrà recapitata. Diciamo che internet va usato solo seriamente, in realtà come dovrebbe sempre essere.

Comunque sia, dopo l'11 settembre, non so se avrò ancora voglia di tornare da quelle parti.

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