Prima esercitazione

 

"Dal punto di vista simbolico, la trasparenza -che attribuisce al suo ideale fascismo- si deve scontrare con l'uso del materiale lapideo; monumentalità e linguaggio architettonico moderno erano, almeno sino a quel momento, antitetici. L'edificio(...) traccia una sua strada solitaria, imprevedibile in partenza e non duplicabile successivamente, nella sua interezza, neanche dall'autore."

Antonino Saggio, Giuseppe terragni Vita e opere.

Concept

Da piccola giocavo spesso a fare origami, mi affascinava il modo in cui un semplice foglio potesse acquisire una terza dimensione, un aspetto solido.Mi è chiaro (grazie agli studi di fisica) come un materiale trasparente possa diventare opaco a causa del suo spessore, ma creare un cubo di vetro col marmo è un' operazione poetica così alta che mi sfugge. Dopo cinque anni nella Caput non riuscivo a comprendere l'eccezionalità di un'opera così piccola (penso alla casa delle armi, al quartiere olimpico...) se non contestualizzandola. Ma quando l'ho vista in un angolo dello schermo della mia macchina fotografica, mentre inquadravo il duomo ho avuto un senso di sbandamento, come se un vortice mi avesse portata nella piazza antistante la Casa del fascio. E quando dal terrazzo ho visto il duomo ho capito che quel delicato equilibrio tra i due si rispecchia nella perfetta armonia dei materiali, come le proporzioni esattamente umane che noi studenti ricerchiamo disperatamente nell'ergonomia, ma non li troviamo! Ora capisco come un'anima possa abitare in un corpo fisico senza esserne contenuta. La pioggia in quel momento è stata una rivelazione: ho cercato spesso di farla entrare negli edifici che ho "progettato" ma non così a fondo. Non ho mai sentito parlare di questo e non sò se fosse nelle intenzioni del Maestro, ma io ho il mare nel cuore e lui il lago (credo), e quando il cielo si unisce alla terra ci sentiamo più protetti, rassicurati. Acqua nell'aria, acqua nell'acqua, acqua nella terra...Vetro nel legno, vetro nel vetro, vetro nel marmo.

Gaia Romeo