CRONACA

 

Gagliato in the World

 

 

 

HOME PAGE

 

 

 

 

L’altra Calabria

su

MediaCenter.

Per informazioni,

clicca

sulla

miniatura

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Soriero, il cappotto smarrito
e l'inchiesta sul pettegolezzo

 

Ä «De minimis non curat praetor», dicevano i latini che, bontà loro!, erano un popolo di saggi. Oggigiorno, invece, le cose, ahinoi!, sono cambiate di gran lunga. Siamo nel terzo millennio e ciò che sconcerta, diciamolo subito, è come – a fronte di molti complessi problemi che affliggono l'intera società – qualcuno trovi anche il tempo di impegolarsi nell'assurdo e nel grottesco più totali, a spese di pacifici e onesti professionisti.

I fatti sono i seguenti. Andiamo per ordine. Alla chiusura della campagna elettorale, appena trascorsa, un parlamentare dei DS, Soriero Giuseppe detto «Pino», di Satriano, candidato alla Camera dei Deputati nel collegio uninominale n. 12 (risultato, poi, sconfitto dal candidato della Casa delle Libertà, on. Giancarlo Pittelli), avrebbe partecipato, presso una pizzeria di Gagliato, ad una tavolata con i suoi sostenitori.

Fin qui, dunque, niente di strano. O meglio, l'unica stranezza sarebbe stata rappresentata dal fatto che, nel corso di quella serata, l'ex parlamentare avrebbe smarrito, non si sa come, il proprio cappotto.

Il successivo 13 maggio, giorno in cui si svolgeva la consultazione elettorale, il curioso episodio era sulla bocca di tutti. Nei pressi del seggio, intorno alle 8 di sera, infatti non si faceva che parlare di questo. Ognuno diceva la sua. C'era un via vai di gente, venuta persino da fuori e, all'esterno, non mancavano i soliti capannelli. Finanche un giornalista, che si trovava momentaneamente sul posto (non nell'esercizio delle sue funzioni ma per esercitare il diritto del voto), spinto più che altro dalla curiosità e dal desiderio di capire cosa stava accadendo, si è limitato a chiedere lumi a qualche presente. Tutto sembrava essere finito lì.

 

Thumbs/tn_lc-1s.jpg

 

Il bello di questa storia (che, a dire il vero, ha il sapore della favola!), però, viene adesso. Questo giornalista, ironia della sorte - o, per meglio dire, dell'alchimia politica - si è visto cortesemente invitare (a voce, dai militari dell'Arma) a comparire presso la Stazione Carabinieri di Petrizzi, come «persona informata dei fatti», per deporre una propria testimonianza (badate bene, sotto verbale) in merito ad una piccola indagine scaturita da una querela contro ignoti presentata dall'ex parlamentare diessino. Orbene, se il giornalista in questione fosse stato veramente presente o se avesse sentito qualcosa, avremmo potuto scomodare il Codice di Procedura Penale e più precisamente quel benedetto articolo 200 (da tutti ignorato) che riconosce il segreto professionale a determinate categorie, compresa quella dei giornalisti.

Comunque, volete sapere che cosa avrebbe spinto l'esponente locale della Quercia, peraltro ex sottosegretario ai Trasporti nel governo D'Alema, a fare ricorso alla carta bollata contro ignoti?

È presto detto: il querelante ex deputato si sarebbe si sarebbe sentito offeso dal fatto che qualcuno, badate bene!, alle quattro del mattino di quel 14 maggio 2001, all'interno del seggio elettorale, avrebbe ironizzato sull'episodio, pronunciando frasi più o meno come la seguente: «Come mai Soriero ha perso il cappotto?  Avrà forse alzato il gomito durante la cena di venerdì?».

Direte voi: e in tutto questo il giornalista che c'entra? Niente! il giornalista - ad essere onesti – in questa vicenda c’entra come il cavolo a merenda!

Il suo nome sarebbe stato arbitrariamente tirato in ballo da una iscritta del suo partito che, all'indomani dell'esito elettorale, avrebbe compiuto la sua «buona azione», riferendo telefonicamente all'ex-parlamentare che «anche il giornalista avrebbe sentito pronunciare quelle parole».

I carabinieri della Stazione di Petrizzi, a questo punto, si sono precipitati, sulla base di questo pettegolezzo, a convocarlo.

«È davvero inaudito», commenta il giornalista. «È una storia che ha del fantasioso. Si è arrivato persino a inventare che io fossi presente al seggio in veste di rappresentante di lista per conto di Forza Italia». Ora, non solo non ho mai ricoperto simili incarichi ma non ero neppure presente al seggio alle quattro di mattina di quel 14 maggio. A quell’ora ero a letto e non ho certo il potere della bilocazione! Quello, purtroppo, ce l’hanno solo i santi! Perché mai, dunque, questo deputato diessino non più rieletto, ha deciso di comportarsi così? Sarà stato lo sconforto per la batosta presa nel suo collegio? O cos’altro? Che cosa ha indotto Soriero, alla fine della sua carriera parlamentare, a coprirsi di ridicolo? C’è da dire che non conoscevo questa storiella nei minimi particolari. Per giunta, dal pettegolezzo (o come si direbbe oggi, dal gossip) non sono mai stato attratto. Il pettegolezzo non rappresenta mai la verità: è sempre al di qua o al di là di essa, contiene sempre qualche sgradevolezza o, meglio ancora, se vogliamo dar ragione a certi filologi, qualche sgradevole odore. Insomma, la mania che hanno un po' tutti è quella di forzare l'immaginazione: spettegolare è divenuto uno sport nazionale e forse pure mondiale, ma in certuni diventa addirittura materia prima e forma sostanziale del proprio pensiero».

Questa sortita di Soriero, peraltro, a raccontarla tutt’intera, ha dell’incredibile. Anche perché nessuno, a Gagliato, sarebbe pronto a giurare di averlo visto arrivare intabarrato, in quella calda sera dell’11 maggio del 2001.

Fra l’altro, ora, sarebbe spuntata fuori anche la storiella di una misteriosa agendina, presumibilmente custodita nell’indumento «smarrito».

 

Thumbs/tn_rs-01-s.jpg

 

La curiosa notizia ha velocemente fatto il giro del collegio elettorale (arrivando finanche sui tavoli romani di diversi gruppi parlamentari) e non ha mancato di suscitare ilarità.

Intanto, i carabinieri della Stazione di Petrizzi – che, oltre alle faccende serie, purtroppo devono badare anche a questo genere di cose -, sempre sulla base di quanto Soriero avrebbe riferito nella fantasiosa querela contro ignoti, hanno convocato, come «persona informata dei fatti», pure un componente della segreteria politica dell'on. Giancarlo Pittelli, deputato eletto nel collegio n. 12, dove Soriero era candidato. Si tratta del dott. Domenico Aspro, giovane elettore della Casa delle Libertà e quindi avversario dichiarato del diessino sconfitto.

Proprio l'altro giorno, Aspro si è dovuto recare in caserma per essere sentito (anch'egli sotto verbale) dai militari dell'Arma. Il suo nome sarebbe stato indicato, nella querela, dallo stesso Soriero, dicendo di «averlo visto entrare in pizzeria, quella sera, asseme ad altre otto persone».

«Ma che? Stiamo dando i numeri?», dice Aspro. «Adesso non si può più nemmeno entrare in un locale? Stento ancora a capire perché Soriero si sarebbe permesso di fare il mio nomee non quelli di coloro che aveva al suo fianco. Forse perché sono un suo avversario politico? Lo perdono. Io non nutro risentimenti, non sono per la carta bollata. Preferisco lasciarla agli altri».

Già! Quei famosi vecchi saggi di cui parlavamo all’inizio (saggi che al giorno d’oggi non si trovano più) insegnavano che il ricorso alla carta bollata è un gesto a dir poco infelice!

E la gente continua a chiedersi: «Cosa autorizza Soriero a fare nomi di pacifici cittadini del tutto estranei alle sue vicende e per giunta suoi avversari politici? Forse si crede ancora intoccabile?». Soriero non rappresenta il Vero, non è il Vangelo. Chi ci assicura che non si sia intentato tutto? Ha perso le elezioni, ha perso la scorta, ha perso l'immunità parlamentare, il suo telefonino probabilmente non squilla più come prima. Sono queste le uniche cose certe che ha perso Soriero. L'evidente caduta di «stile», d'altro canto, segnala un disagio profondo! Come diceva Ennio Flaiano, «la situazione è grave ma non seria». Una «storia», in pratica, che lascerebbe il tempo che trova. Ma che resterà nella memoria, s'è vero che ha già lasciato qualche simpatico strascico.

Il curioso episodio starebbe, infatti, interessando qualche autore teatrale, intenzionato a scrivere il copione di una commedia, una sorta di «situation comedy». Con buona pace di... Gaspare e Zuzzurro.

 

(v.p. - Gazzetta del Sud - 1 giugno 2001)

(v.p. - L’altra Calabria - giugno 2001)

 

 

 

Rassegna Stampa

sul

WebSite.

Per visualizzarla,

clicca

sulla

miniatura

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

◄News

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

© Copyright by L’altra Calabria

Registrazione: Tribunale di Catanzaro n° 15/91 del 18 Gennaio 1991

www.laltracalabria.it

All rights reserved International copyright secured

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Home Page►