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INDICE

DOSSIER AIDS

FAQ HIV/AIDS: risposte alle domande piu' frequenti

 

- Che cosa significa essere sieropositivo per l'HIV?
Significa avere nel proprio sangue gli anticorpi specifici contro l'HIV. Cioe' che l'infezione e' in atto e che e' possibile trasmettere ad altri il virus. Tutte le persone sieropositive possono, se hanno comportamenti a rischio, trasmettere il virus dell'HIV.

- Che cosa e' il "periodo finestra"?
E' il tempo che intercorre dal momento del contagio all'effettiva comparsa degli anticorpi contro l'HIV nel sangue. Questo periodo dura mediamente 4-6 settimane, ma puo' estendersi anche fino a 6/8 mesi. Durante questo periodo anche se la persona risulta sieronegativa, e' in grado di trasmettere l'infezione. Se una persona si trova nella fase finestra puo' sottoporsi al test e risultare negativa pur avendo contratto l'infezione (ed essere in grado di trasmetterla) poiche' il suo organismo non ha ancora sviluppato anticorpi.

- Che cosa si intende per periodo di incubazione?
S'intende il tempo trascorso tra il contagio e le manifestazioni cliniche evidenti della malattia conclamata. L'infezione da HIV e' caratterizzata da un tempo di incubazione molto lungo e molto variabile da persona a persona (anni).

- Quanto vive il virus HIV fuori dall'organismo umano?
L'HIV e' un virus poco resistente: non resiste all'essiccamento, ai raggi ultravioletti del sole, all'alcool e alla varechina. Esposto all'aria aperta muore in 20-30 minuti.

- Con quali modalita' si e' diffuso il virus nel mondo?
Il virus HIV si e' diffuso nelle diverse aree geografiche con modalita' diverse, legate alle differenti realta' sociali. Ad esempio, in alcuni paesi dell'Africa centrale e meridionale, l'infezione si e' propagata velocemente interessando un'ampia parte della popolazione senza differenze tra i due sessi, in quanto il contagio e' avvenuto prevalentemente per via eterosessuale. Negli USA, in Australia e nell'Europa occidentale, invece, la diffusione si e' avuta inizialmente soprattutto tra persone che avevano rapporti con numerosi partner omosessuali maschi e tra gli assuntori di droghe per via endovenosa. Tuttavia le caratteristiche dell'epidemia stanno cambiando ed anche nel mondo occidentale, Italia compresa, sta crescendo la percentuale di persone contagiate attraverso rapporti eterosessuali.

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- Come si trasmette l'infezione da HIV?
Le modalita' di trasmissione dell'infezione sono: - attraverso i rapporti sessuali se uno dei partner e' infetto - attraverso il passaggio di sangue (trasfusioni, condivisione di siringhe contaminate) da una persona infetta ad una sana; - attraverso la linea materno-fetale, durante la gravidanza, il parto o attraverso l'allattamento al seno materno, in una donna sieropositiva (il test di screening per l'HIV dovrebbe essere proposto a tutte le donne in gravidanza); - in casi rari, il trapianto di organi o tessutale, l'inseminazione artificiale con organi, tessuti o sperma proveniente da soggetto HIV.

- Quali liquidi biologici trasmettono il virus?
Il sangue, lo sperma, il liquido pre-eiaculatorio (prostatico), le secrezioni vaginali ed il latte materno. Altri liquidi biologici possono contenere il virus in quantita' infinitesimali o minime. Non sono in grado di trasmettere il virus: le lacrime, il sudore, la saliva, l'urina, le feci, le secrezioni nasali, il vomito. E' importante ricordare, comunque, che in alcune situazioni ci possono essere tracce di sangue nelle feci (ad esempio, in presenza di emorroidi) o nel vomito (ad esempio, in presenza di ulcere) e di conseguenza e' comunque consigliabile utilizzare guanti nell'eventualita' che si rendesse necessario maneggiare tali sostanze. La acquisizione del virus e' legata ad alcuni fattori: la carica virale (cioe' la quantita' di virus contenuta nel liquido), le ripetute esposizioni (che fanno aumentare la probabilita' di acquisizione) e probabilmente alcuni fattori individuali dell'ospite (ad esempio, lesioni ulcerose ai genitali).

- Quali sono le persone piu' esposte al rischio di contagio?
Le persone con comportamenti sessuali promiscui e che hanno rapporti sessuali penetrativi senza profilattico (eterosessuali e omosessuali); i tossicodipendenti che assumono droghe per via endovenosa scambiandosi la siringa; persone che, a causa dell'alcool o altre sostanze stupefacenti (cocaina, amfetamine, ecc.), non sono in grado di valutare lucidamente i propri rischi ed i comportamenti da adottare e hanno rapporti senza profilattico; i soggetti politrasfusi che hanno ricevuto sangue, emoderivati o trapianti di organo prima dell'attivazione dei controlli sulle donazioni. Sono altresi' a rischio i bambini figli di madri portatrici del virus. Negli ultimi anni si e' assistito ad un incremento di infezioni nel gruppo eterosessuale.

- Si puo' contrarre l'infezione da strumenti usati dal dentista?
Ai dentisti e' da sempre consigliato di adottare particolari precauzioni nel caso di tagli che possano determinare lo scambio diretto sangue-sangue con un paziente, eventualita' che aumenta il rischio di infezione da HIV, ma soprattutto - e con maggiori probabilita' - quella da virus dell'epatite B e C il quale ha un potere infettivo maggiore. L'utilizzo di strumenti sterilizzati e di guanti sono norme che ogni operatore odontoiatrico e' tenuto a seguire.

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- Chi puo' trasmettere il virus HIV mostra sempre segni di malattia? Ovviamente no. Lo stato di infezione puo' mantenersi a lungo silente, senza alcun sintomo. Qualunque persona sieropositiva e' in grado di trasmettere il virus pur non essendo "malata".

- E' pericoloso vivere negli stessi ambienti di un malato di AIDS o di una persona portatrice del virus HIV?
Non si e' mai verificato alcun caso di infezione da HIV a seguito di normale condivisione di ambienti di vita. Dopo anni di osservazione in famiglie, case di cura, centri di accoglienza e comunita' terapeutiche che ospitavano persone sieropositive, e' evidente che la semplice convivenza con soggetti portatori del virus non comporta alcun rischio di contagio. Cio' vale per strette di mano, abbracci, carezze, baci e per qualsiasi contatto affettivo, familiare, sociale, esclusi i rapporti sessuali. Ne' l'infezione puo' trasmettersi attraverso starnuti, colpi di tosse, urine, feci, vomito, lacrime, ecc.

- L'HIV puo' penetrare attraverso la pelle intatta?
No. La pelle e' un rivestimento che protegge il nostro organismo anche dai virus. Di conseguenza non si corre alcun rischio se una goccia di sangue infetto viene a contatto con la pelle intatta. Naturalmente in situazioni limite dove e' possibile ferirsi, come in ambiente ospedaliero o in casi di soccorso per incidente stradale, e' bene usare precauzioni (es. guanti) durante le manovre di assistenza, evitando il piu' possibile il contatto con il sangue.

- Si puo' contrarre l'infezione bevendo dallo stesso bicchiere o mangiando nello stesso piatto con persone portatrici del virus?
No. L'infezione non si trasmette attraverso bicchieri, piatti, posate, stoviglie e materiali da cucina. Il virus responsabile dell'AIDS non resiste a lungo al di fuori dell'organismo umano. Comunque, il normale lavaggio con acqua e detersivo dei piatti e delle altre stoviglie e' in grado da solo di eliminarlo, qualora fosse presente. Lo stesso vale per qualsiasi tipo di indumento, capo di biancheria, asciugamani, lenzuola, ecc.

- Si puo' contrarre l'infezione facendo uso di servizi igienici pubblici, rubinetti, telefoni o trasporti pubblici?
No. L'infezione non si trasmette toccando oggetti maneggiati o sui quali abbia respirato una persona portatrice di virus. Non si trasmette attraverso l'aria ne' attraverso l'acqua. Nessun pericolo, dunque, riguarda l'uso in comune di bagni, letti, docce, e gabinetti o la frequentazione di palestre.

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- La piscina puo' essere un tramite per il contagio HIV?
No. Non si sono mai registrati casi di contagio dovuti alla frequentazione di piscine pubbliche. Inoltre, l'ipoclorito di sodio usato per disinfettare le piscine uccide il virus.

- Si puo' contrarre l'infezione mangiando in un ristorante dove lavori una persona portatrice del virus?
No. Non risultano casi nei quali l'infezione sia stata trasmessa attraverso la preparazione o la manipolazione di alimenti.

- Si puo' contrarre l'infezione usando il rasoio o lo spazzolino da denti di altre persone?
Si consiglia di non usare oggetti altrui che possono determinare contatti diretti sangue-sangue, cioe' che possono causare abrasioni , ferite o punture (rasoi, lamette, spazzolini da denti, forbicine, ecc.). L'utilizzo in comune degli strumenti sopraelencati e' in ogni caso, al di la' del virus HIV, sconsigliato. Questa regola generale di semplice igiene e' fondamentale per evitare lo scambio di batteri ed altri agenti che possono determinare diversi tipi di patologia.

- Le zanzare possono trasmettere li virus dell'HIV?
No. Non ci sono prove che questi o altri insetti abbiano mai svolto un ruolo nella trasmissione dell'AIDS. Il virus, infatti, non sopravvive all'interno dell'apparato salivare delle zanzare. Inoltre, la quantita' di sangue che una zanzara riesce a veicolare pungendo una persona infetta e ripungendo, subito dopo, una persona sana non e' sufficiente a determinare l'infezione.

- Perche' gli assuntori di droghe iniettabili sono a rischio per l'infezione da HIV?
Perche' spesso usano aghi non sterili, contaminati, in quanto gia' utilizzati da altra persona infetta (non basta assolutamente lavare la siringa con acqua o passare un'accendino sull'ago per disattivare l'HIV). Il contagio, dunque, e' conseguenza non di qualcosa che e' contenuto nelle droghe, ma degli strumenti impiegati per l'assunzione che, trattenendo una piccola quantita' di sangue, possono determinare una microtrasfusione infetta. Anche il condividere altri oggetti utilizzati per contenere o preparare la dose (cucchiaino, fiala, filtri, ecc.) puo' essere a rischio.

- Le persone gia' contagiate attraverso siringhe possono trasmettere il virus alle persone con cui hanno rapporti sessuali?
Certo. Una persona puo' acquisire l'infezione in un modo e trasmetterla in un altro. Questo puo' verificarsi in quanti adottano piu' tipi di comportamento a rischio, come ad esempio alcuni tossicodipendenti.

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- Come ci si dovrebbe comportare nel caso ci si punga con una siringa abbandonata?
Nel caso di incidente traumatico con una puntura tramite una siringa abbandonata bisogna disinfettare abbondantemente con alcool. E' indispensabile recarsi subito in pronto soccorso per verificare se e' necessaria la profilassi per il tetano e per l'epatite B.

- L'HIV puo' essere trasmesso attraverso un rapporto eterosessuale penetrativo?
Certamente si' se il rapporto avviene senza profilattico. E' noto che anche il rapporto sessuale uomo-donna, in assenza di profilattico, e' a rischio e alcuni studi hanno dimostrato che tale rischio e' maggiore per le donne. Anche le persone che praticano esclusivamente rapporti eterosessuali, dunque, sono a rischio di contagio. A livello mondiale la maggior parte delle persone sieropositive hanno contratto l'infezione da HIV attraverso un contatto di tipo eterosessuale. In Italia una percentuale elevata dei nuovi casi di AIDS segnalati sono registrati tra ragazze non tossicodipendenti che si sono infettate attraverso rapporti eterosessuali.

- Le malattie trasmesse sessualmente possono costituire fattori di incremento del rischio per il contagio?
Si'. Sono cofattori che possono favorire l'acquisizione (o la trasmissione) del virus. Numerosi studi hanno dimostrato che le malattie a trasmissione sessuale, in particolare quelle comportanti ulcerazioni genitali (herpes, sifilide, ulcera molle), aumentano la suscettibilita' all'infezione da HIV. L'uso del preservativo e' efficace nel contrastare non solo l'infezione da HIV, ma anche la maggior parte delle malattie sessualmente trasmesse.

- Perche' si considerano ad alto rischio di infezione i rapporti anali non protetti?
Perche' i rapporti anali sono rapporti sessuali traumatici, possono portare piu' facilmente a contatto liquidi seminali e sangue, o sangue e sangue, e dunque a maggiori probabilita' di contrarre l'infezione. Infatti, l'epitelio del retto e' molto piu' sottile e meno resistente di quello della vagina. Il rapporto anale non protetto, dunque, rappresenta - sia per gli eterosessuali che gli omosessuali - la pratica sessuale a piu' elevato rischio.

- Come si possono ridurre i rischi di contrarre l'infezione da HIV mediante rapporti sessuali?
Per ridurre i rischi di infezione occorre evitare rapporti penetrativi e altre pratiche che possono determinare il contatto diretto tra sangue, sperma e secrezioni vaginali. I rischi possono essere ridotti moltissimo mediante l'uso costante del profilattico che e' la forma di prevenzione piu' semplice ed efficace.

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- In quale misura il profilattico (preservativo) elimina il rischio di contagio?
Il profilattico (preservativo) e' una barriera fisica che elimina quasi totalmente il rischio. Si frappone tra le mucose genitali, evitando il contatto tra queste ed i liquidi biologici attraverso i quali si puo' verificare una trasmissione del virus. La sua efficacia e' legata all'appropriatezza dell'uso che se ne fa: si consiglia pertanto di usarlo costantemente e sin dall'inizio del rapporto.

- Quali sono le cause piu' comuni di fallimento dell'azione preventiva del profilattico?
Diverse ricerche condotte in ambito internazionale hanno individuato tre cause principali alla quale ricondurre il fallimento dell'azione preventiva del profilattico: 1) uso scorretto; 2) rottura; 3) difetti di fabbricazione. Se si esclude l'uso scorretto, che dipende da fattori facilmente modificabili, e non si utilizzano profilattici extrasottili, scaduti o fabbricati con prodotti naturali la percentuale di fallimento e' inferiore al 3%.

- Cosa si intende per uso corretto del preservativo?
a) Devono essere utilizzati profilattici in lattice di gomma in quanto forniscono una maggiore protezione nei confronti delle malattie a trasmissione sessuale. b) Il preservativo deve essere conservato in un luogo fresco e secco. c) I preservativi non devono assolutamente venire a contatto con oggetti acuminati (unghie, anelli, ecc.) d) E' necessario usare il preservativo all'inizio di ogni contatto sessuale di tipo penetrativo e orale, in modo da evitare l'esposizione a liquidi che possono contenere agenti infettivi. e) Indossare il preservativo quando l'erezione del pene e' completa, avendo cura di schiacciare il serbatoio tra l'indice ed il pollice in modo che non ci sia aria al suo interno. f) Srotolare il preservativo lungo tutto il pene avendo cura di arrivare fino alla base, accertandosi che non vi siano bolle d'aria. g) Utilizzare una lubrificazione a base di acqua (gel) nel caso in cui quella contenuta nel preservativo non fosse sufficiente. Evitare assolutamente lubrificanti a base oleosa o grassi che possono sciogliere la gomma del profilattico. h) Subito dopo la eiaculazione e' necessario tenere il profilattico, con l'indice e il pollice, aderente alla base del pene in modo che durante l'estrazione esso non si sfili.

- Si puo' contrarre la malattia praticando solo rapporti orali?
E' sempre consigliabile l'uso del profilattico anche nei rapporti orali in quanto il rischio di trasmissione e' rappresentato dallo sperma, dalle secrezioni vaginali e dalla presenza di sangue.

- Lo scambio di baci profondi con una persona sieropositiva puo' essere rischioso?
Il bacio profondo non e' a rischio in quanto la presenza del virus HIV nella saliva non e' tale da trasmettere il contagio; puo' esserci rischio se le due persone che si scambiano il bacio hanno gengiviti emorragiche o altre lesioni del cavo orale.

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- Alla fine di un rapporto sessuale con una persona sieropositiva, nel togliere il preservativo dopo l'uso, e' rischioso venire a contatto con le mani alle secrezioni presenti all'esterno del preservativo?
La cute delle mani, se integra rappresenta una ottima barriera nei confronti del virus, se invece ci sono lesioni o piccole ferite puo' rappresentare un rischio (anche se non elevato).

- Dopo un incontro sessuale a rischio quando bisogna fare il test e dopo quando la risposta e' attendibile?
Dal momento dell'infezione alla comparsa degli anticorpi, rilevabili con il test, possono trascorrere da 4 a 6 settimane fino a 6 o 8 mesi; quindi il test e' attendibile dopo questo periodo. Il test va effettuato subito dopo l'episodio a rischio e va ripetuto dopo 3 mesi e dopo 6/8 mesi. In questo periodo bisogna considerarsi potenzialmente infettati quindi non donare il sangue, o sperma e praticare sesso con il preservativo. Il test si esegue con un semplice prelievo di sangue e con il consenso dell'interessato.

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1 Dicembre 1999 Giornata mondiale sull'aids

L'argomento e' di quelli importanti ragazzi e non c'e' nulla da inventare... le cifre riportate qui sotto sono molto eloquenti. Friends Island non puo' fare molto, ma puo' partecipare alla campagna di informazione con il suo piccolo contributo, nella speranza che un giorno, non lontano, l'aids venga definitivamente debellato. A fondo pagina troverete degli indirizzi utili dove poter approfondire l'argomento. Se poi voleste approfondirlo anche insieme, vi ricordo che potete usufruire del Forum, proponendo i vostri quesiti o rispondendo a quelli proposti da altri amici. Fatene buon uso e mi raccomando... l'informazione non e' importante solo per evitare l'aids, ma anche per comprendere ed aiutare tutte quelle persone meno fortunate che ogni giorno devono condividere la propria vita con quest'incubo.
Gabriele Ruscitti

Un milione di bambini africani, 40 anni fa, furono vaccinati con un prodotto sperimentale. nel quale, si teme, c'era il virus siv: quello che colpisce le scimmie e da cui proviene l'hiv. Sarebbe nata cosi' l'epidemia.
(
Gianfranco Bangone - Panorama 2 Dicembre 1999)

AIDS: i suoi numeri

1

Per un caso di AIDS n Italia, ci sono oggi da 2 a 4 sieropositivi.

1,1

I milioni di giovani sotto i 15 anni che hanno contratto l'infezione da hiv nel mondo fino ad oggi.

3

I milioni di adolescenti che ogni anno si infettano per trasmissione sessuale negli USA.

3,5

I milioni di africani contagiati nel '98: di cui 2,5 milioni tra i 15 e i 25 anni.

9

Donne sieropositive su 10, nel Terzo Mondo, ignorano di esserlo.

10

Percentuale di incremento delle infezioni da hiv nel mondo, nel 1998.

11

Le persone che ogni minuto, nel mondo, si sono infettate con l'hiv nel 1998.

15

Farmaci a disposizione delle persone sieropositive negli Usa. Sono 13 in Italia

16

Mila persone ogni giorno nel mondo si infettano con il virus dell'Aids.

20

Percentuale dei casi di Aids da contagio eterosessuale in Italia segnalati nel 1998.

27

Milioni di persone nei paesi in via di sviluppo che sono sieropositive senza saperlo.

31

Eta' media delle donne al momento della diagnosi di Aids in Italia. Eta' media:33 anni.

35

Percentuale delle donne incinte che sono sieropositive in Africa.

40

Milioni di persone con hiv e malate di Aids stimate per l'anno 2000.

43

Percentuale di donne tra tutti i sieropositivi nel mondo con piu' di 15 anni.

47,6

La proporzione nel '98, sul totale dei casi di Aids, attribuibile all'uso di stupefacenti in Italia: era del 67,7 nel '91.

61

Bambini ogni mille nati in Sud Africa che si prevede moriranno prima di raggiungere l'anno di vita nel 2005-10.

75

Percentuale di calo di mortalita' per Aids nell'Europa comunitaria dal '94 ad oggi.

95

Percentuale in Italia di bambini con Aids contagiati dalla madre sieropositiva in gravidanza o durante il parto.

590

Mila bambini infettati nel mondo nel '98: tra questi 530 mila erano africani.

660

I casi di Aids pediatrico in Italia dall'inizio dell'epidemia (1982)

1.111

I nuovi casi di Aids notificati nel primo semestre del 1999 al Centro operativo Aids.

1.500

Le nuove infezioni da hiv che si ferificano ogni giorno in Sud Africa, dove l'epidemia e' in forte aumento.

1982

Anno della prima diagnosi di Aids in Italia. Nel maggio 1983 i francesi isolano il virus responsabile.

2.000

I nuovi casi di Aids segnalati oggi in Italia. Erano 5 mila nel 1995 (il picco dell'epidemia).

5.500

I funerali che si celebrano ogni giorno in Africa subsahariana a causa dei morti per Aids.

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E' L'AFRICA LA PIU' COLPITA
Gli effetti sono milioni e i farmaci costano cari.

Mentre alla VI Conferenza sul retrovirus, che si e' tenuta in febbraio del '99 a Chicago, gli esperti hanno parlato di successi ottenuti con i cocktail antivirali, di terapia immunologica, di farmaci meno tossici e piu' potenti capaci di affrontar la resistenza dei nuovi ceppi di hiv, di strategie per eradicare il virus dall'organismo, lo scenario del settembre scorso alla 11a Conrerenza internazionale sull'Aids in Africa, a Lusaka (Zambia), si e' aperto con una catastrofe sanitaria in atto. Quella che si sta compiendo nell'Africa subsahariana e nei paesi in via di sviluppo del Sud del mondo, dov'e' concentrato il 95 per cento delle persone infette da hiv. "Non ci si aspettava questa inarrestabile progressione e ci si illudeva, come avviene per ogni epidemia, che una volta raggiunto il picco si sarebbe stabilizzata. non e' andata cosi': in certe aree dell'Africa il 35 per cento della popolazione e' sieropositivo" dice Stefano Vella, presidente della International aids society. "Il fossato tra il mondo occidentale e loro si amplia giorno dopo giorno. Mentre da noi si assiste a un calo di mortalita' (quasi di due terzi), in quei paesi la catastrofe noon e' solo sanitaria ma anche economica". Come ha ricordato Peter Piot, che dirige l'Unaids: per la popolazione dei nove paesi piu' colpiti dall'infezione in Africa l'aspettativa di vita e' calata di circa 20 anni. Anche nel continente asiatico l'aids suscita un'inquietudine crescente. "Sette milioni di contagiati. Non sono certo le cifre dell'Africa, ma la velocita' di diffusione aumenta. L'india e' uno dei paesi piu' colpiti. E dalle grandi citta' l'infezione si sta diffondendo anche nelle zone rurali" osserva Vella.
Gianna Milano - Panorama 2 Dicembre 1999

AIDS: l'epidemia avanza nel mondo

 

Sieropositivi o malati di aids alla fine del 1998

Nuovi casi di infezione nel 1998

America del Nord 890.000 44.000
Europa occidentale 500.000 30.000
Europa orientale e Asia centrale 270.000 80.000
Asia del sud e sudorientale 6,7 milioni 1,2 milioni
Caraibi 330.000 45.000
America Latina 1,4 milioni 160.000
Africa del Nord e Medio Oriente 210.000 19.000
Africa Subsahariana 22,5 milioni 4 milioni
Australia e Nuova Zelanda 12.000 600
Asia orientale e Pacifico 560.000 200.000

TOTALE

33,4 milioni

5,8 milioni

Fonte: UNAIDS

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TRITERAPIA: funziona, per ora.
Ma non riesce a eliminare il virus dall'organismo

Nel 1996 l'avvento della triterapia aveva alimentato la speranza di poter segnare un punto decisivo nella battaglia contro l'aids. Il cocktail di vecchi antivirali, come l'azt, assieme ai nuovi inibitori della proteasi, che bloccano l'enzima essenziale alla riproduzione del virus all'inizio del suo ciclo vitale nei linfociti, ha mostrato di ridurre la carica virale nell'organismo fino a farne perdere le tracce nel sangue. "E ha comportato un calo della mortalita': se prima in Italia meta' dei malati di aids moriva entro 15 mesi, oggi il 70 per cento e' in vita entro i tre anni" dice Gianni REzza, del Centro operativo aids. "Una riduzione attribuibile ai farmaci di cui oggi disponiamo, ma che non si sa quanto potra' durare". Le prime battute di arresto nella speranza di eradicare il virus si sono registrate quando si e' visto che meta' dei malati sotto triterapia a distanza di un anno dall'inizio aveva un incremento della carica virale. "Le ragioni sono molte: o non avevano preso le molte pastiglie in modo corretto; o la tossicita' dei farmaci aveva costretto a sospendere la terapia; o il visurs aveva sviluppato resistenza. Inoltre, l'idea di eradicare il virus da un organismo infettato e' tramontata, per ora, perche' si e' visto che l'hiv e' capace di annidarsi in linfonodi, cervello e cellule immunitarie a lunga vita, e di risvegliarsi, ricominciando a invadere l'organismo, anche se sembrava scomparso" spiega Stefano Vella, responsabile per la ricerca sull'aids all'Istituto superiore di sanita'. Si chiedono inoltre gli esperti: quando iniziare la triterapia? Prima si pensava che piu' precoce fosse, meglio era. "Cominciare presto significa minore probabilita' che si sviluppi resistenza, perche' l'hiv ha meno probabilita' di replicarsi, dando vita a nuovi ceppi. Pero', visti i problemi di tossicita' della terapia attuale, ci si sta ripensando" dice Vella. 
(G.M.) - Panorama 2 Dicembre 1999

SU INTERNET:

www.unaids.org
Informazioni sull'aids

www.iss.it
Ist. superiore sanita'

www.anlaids.it
Ass.naz.lotta aids

www.arpnet.it/~eanac/100aids.htm
Domande e risposte sull'aids

www.enet.it/paoloanghileri/lila/html/stampa.htm
Lila: Lega italiana lotta aids

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