Un grande religioso e un coraggioso "profeta" della Cultura della Pace

ERNESTO BALDUCCI

 

 

Cenni Biografici

 

Nasce a Santa Fiora (Grosseto) nel 1922, primogenito di 4 figli di una famiglia povera. Nel 1934 entra, senza una particolare vocazione ma soprattutto nella prospettiva di una promozione umana, nel Seminario degli Scolopi ad Empoli. Nel 1937 inizia il noviziato a Finalborgo (Savona). Nel 1944 ar-riva a Firenze, presso l’istituto degli Scolopi di Via Cavour. 1945: ordinazione sacerdotale e iscri-zione alla Facoltà di Lettere. Si laurea nel 1950 con una tesi su Fogazzaro; si distacca dall’area del “cattolicesimo papiniano” fossilizzato sul culto della bella pagina e su riflessioni antimoderniste; nello stesso anno conosce Giorgio La Pira. Nel 1952 fonda “Il Cenacolo”, centro d’impegno cristiano a favore dei poveri: una sorta di particolare “associazione vincenziana” nata sull’onda dei Piccoli Fratelli, dei Preti Operai e dalla lettura di Maritain, Congar, Bernanos. Nel 1957 partecipa alla Missione di Milano, su invito di Montini, con Turoldo, Mazzolari, Barsotti e Dal Piaz. 1958: fonda la Rivista “Testimonianze” (uno dei primi ad abbonarsi fu proprio il futuro pontefice Montini). Nel 1957 il Sant’Uffizio preme per la sua rimozione da Firenze; viene trasferito a Roma (la stessa sorte, ovvero l’esilio, era toccata a tutti i religiosi vicini a La Pira). Nel 1963 è condannato ad 8 mesi per apologia di reato in seguito alla sua difesa dell’Obiezione di Coscienza. Nel 1965 ritorna a Firenze, dopo un colloquio privato con PaoloVI nella Diocesi di Fiesole (alla Badia Fiesolana). Lo stesso anno partecipa alle vicende Dell’Isolotto di don Mazzi. Nel 1970 è eletto Assistente Provinciale degli Scolopi per la Toscana. Nel 1973, durante una predica a Roma, nella chiesa di S.Francesco a Monte Mario, subisce una spedizione punitiva da parte di un gruppo di fascisti romani. 1981-87: convegni promossi da “Testimonianze” dal tema “Se vuoi la pace prepara la pace”. Nel 1986 fonda la Casa Editrice “Edizioni Cultura della Pace” (proprio nell’anno dell’incontro ad Assisi dei rappresentanti di tutte le religioni del pianeta). Nel 1992, pochi mesi dopo la scomparsa del suo amico padre Turoldo, muore in un incidente stradale.

 

Davide Toffoli                             

 

LA TESTIMONIANZA: 

Frasi del "Balducci pensiero" tratte da interviste, scritti, conferenze

 

“La cultura che ancora domina è quella funzionale alla guerra, mentre è già maturo il tempo di una cultura diversa: la cultura della pace. Il primo impedimento alla nascita ed alla diffusione di questa nuova cultura è la rassegnazione al vecchio modo di pensare…”.

 

“Non dimentichiamo mai che il vero cantiere della pace e della guerra siamo noi nel piccolo ambito dei nostri rapporti quotidiani. Noi, come membri della specie umana, non siamo in condizione di continuare il nostro percorso storico se non confrontandoci con la presenza dell’Altro come tale”.

 

“Peraltro mi trovo di fronte a questa contraddizione che è sofferta, non solo pensata: da una parte la Parola di Cristo è liberatrice, messianica, non solo annuncia l'evento del regno, ma lo promuove, lo produce, l’anticipa nella vita presente; dall’altra mi accorgo che sul piano dei fatti avviene l’opposto. Il Vangelo è una parola profetica, una punta di diamante che taglia e recide tutte le situazioni in cui l'abbiamo chiuso. Il luogo in cui lo comprendiamo non è un nuovo concetto, ma è l'uomo: l'uomo che lungo la strada grida e chiede: il mendicante. È nell'amore nostro per l'uomo che la parola evangelica diventa verità, si identifica con la vita. (…) Noi non possiamo più rendere credibile il Vangelo se non ritorniamo alla saldatura fra il dire e il fare. La preoccupazione di fondo del mondo cristiano è l'ortodossia, cioè la coincidenza fra quello che dico e quello che dice l'autorità, e non la coincidenza fra quello che dico e quello che vivo. E allora il cristianesimo si è trasformato. Visto che non si poteva rinnegare il messaggio delle origini, lo abbiamo trasformato in un grande sistema di parole e di principi che stanno a sé, sospesi sul reale. Per cui si parla di pace cristiana, di fraternità cristiana e si dice che se si fosse cristiani saremmo tutti fratelli, senza poveri e ricchi. Questo si dice ma con la preoccupazione che non si mettano in atto le condizioni perché quello che si dice sia vero nei fatti.”

 

“Noi siamo in interdipendenza: noi dipendiamo dal Sud del mondo e il Sud del mondo dipende da noi. Cosa significa questo? Significa che oggi non possiamo avere una coscienza politica in regola con la consapevolezza morale se non ci proponiamo, come obiettivo, il superamento di questo divario. Questo divario non è una cosa astratta, vi assicuro, perché anche la crisi del Golfo Persico nasce da questo divario ed è l'avvio della nostra crisi; avremo cento Saddam Hussein nel futuro e li avremo prodotti noi non solo perché, tutti lo sanno, finché Saddam Hussein è stato nostro amico l'abbiamo caricato di soldi e di armi e poi ci si è rivoltato... Saddam Hussein è un mafioso che ha sgarrato da furbo, fa parte della stessa mafia nostra, niente di più. Ma noi non possiamo vivere in un mondo siffatto senza assumerci la responsabilità del superamento del divario”.

 

“Oggi un sacerdote sa bene che il suo compito non è di fare il direttore spirituale, di curare l'amministrazione del sacro, il self-service dei bisogni spirituali ... toccate un bottone e vi do un sacramento. Un sacerdote è il testimone incomodo del Vangelo, è colui che per statuto rompe le scatole a tutti: agli egoisti, ai ricchi, al potere politico; non colui che fa il cappellano del potere che va dal carcerato e dice: “Sii paziente e buono, in Paradiso ti rifarai ecc.” L'uomo del Vangelo è colui che illumina con luce fredda, direi inesorabile, lo stato di ingiustizia in cui si vive in questo mondo, perché il regno di Dio comincia ora”.

 

“Nel caso di una guerra totale i cattolici avrebbero non dico il diritto ma il dovere di disertare”.

 

 

 

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