UN ASSEDIO PER TENERCI IMMOBILI

Forse mai come di questi tempi si è parlato tanto della questione dell’informazione. Forse mai come di questi tempi si è avvertito, forte, il bisogno di parlarne. E’ per questo che abbiamo scelto di parlarne anche noi, limitandoci ad una analisi del mondo della tv: per un’ansia di riflettere su quello che quotidianamente accade intorno a noi (nel nostro quartiere, nella nostra città, nel nostro Paese, ma anche nel resto del mondo) e su quello che quotidianamente la tv ci propone. Siamo tutti sottoposti ad un bombardamento di immagini che ci raccontano per lo più di violenze al limite della follia, di scandali, di disgrazie che spesso ci trasmettono soltanto un grosso senso di impotenza. E spesso la tragedia si arricchisce degli “avvoltoi”, giornalisti o (permettetecelo) pseudo tali che si infilano nelle pieghe del dramma e riescono a farne “preziosa merce da vendere” in vista di ascolti record  sempre in grado di giustificare ogni violazione della dignità umana.

Non dimentichiamo poi le “tribune politiche” dedicate al mondo del Calcio: rifiutiamo persino di chiamarlo sport, nonostante la profonda passione che ad esso ci lega, perché quello che la tv ci fa vedere si è trasformato in qualcosa di riprovevole e funesto. E pensare che solo una decina di anni fa, scorrendo i canali, potevamo “crescere” osservando memorabili partite, i più importanti tornei di Tennis, gare di Sci… Ora si vede sport quasi esclusivamente sulla Pay TV; sì, perché ciò che del campionato di Calcio riusciamo a vedere sugli schermi sono soltanto i dibattiti e le inutili e deprimenti polemiche a gioco fermo. Quasi si dimentica che il mondo va avanti poggiando su cose ben più serie. Si ha la sensazione che, mai come adesso, l’informazione si occupi esclusivamente di determinate cose (ed in determinati periodi). C’è forse qualcuno che sa la reale situazione attuale in Afghanistan? C’è forse qualcuno che ha sentito parlare delle “valanghe” di morti causate dalle guerre “politiche” in Africa? C’è qualcuno che ha letto il testo integrale della risoluzione dell’ONU all’Iraq? E’ mai possibile che nel nostro Paese si debba parlare solo del delitto di Cogne o dei malanni al polpaccio di Totti?

Informare vuol dire, prima di ogni altra cosa, mettere qualcuno nelle condizioni di farsi un’opinione propria su ciò che accade ogni giorno. Per essere informati, per crescere, abbiamo bisogno di ascoltare sempre vari punti di vista, ma non è giusto che ciò accada solo per le tragedie come Cogne o per i malanni dei nostri calciatori. E’ necessario che si faccia informazione anche su qualcosa che segnerà il mondo che lasceremo ai nostri figli. E’ per questo che ci sentiamo quantomeno perplessi e preoccupati ogniqualvolta che, girando tra i vari canali, ci sentiamo ripetere ovunque la stessa cosa ed il medesimo punto di vista (a volte cambia davvero soltanto la violenza delle affermazioni). E’ opportuno che la TV torni a regalare “punti di vista” e a ricordarci che ognuno di noi è diverso ma, proprio in quanto tale, rappresenta per l’altro una splendida opportunità di crescere.

 

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