PER RIFLETTERE

A TE CHE NASCI

 

Nel silenzio senza rumori,

questo mio tempo

in suoni intimi.

Nei detriti frantumati

della memoria,

i ricordi agitano

il mio mare

sommerso.

Odissee inenarrabili,

rigurgitano onde

impetuose,

che gridano

di credere.

A chi e per cosa?

Se l’universo cosmico

ha perduto

il suo tempo, il suo spazio.

Ma Tu nasci!

Per chi e per cosa?

Nella mia bestemmia

la condanna

alla condanna.

Poi trovo la forza

di pensare a Te,

che nasci e già ami.

Pensando a Te,

riesco persino

a ritrovare la mia arte,

e se mai sarà arte

maledetta,

la parola

mia scritta,

o vissuta,

chiedo a Te perdono, 

che nasci e muori,

anche per me.

 

Vincenzo Andraous        

 

Vincenzo Andraous ci ha spedito questa poesia per condividere con noi un momento di riflessione sul Natale che viene: è l’uomo al cospetto dell’Uomo che nasce, destinato a morire per la salvezza di tutti. Un mistero che attraversa i secoli, gli attimi, i silenzi, che si apre un varco tra le umanissime paure di chi, vivendo, si chiede un senso che continua a sottrarsi e a sfuggire. Qualcuno, nascendo, ci riesce a toccare ancora, però…

La Redazione      

 

Indice                  Home