APPUNTI DI SCIENZA DELLE FINANZE E DIRITTO
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DATA: 21 Giugno 2003
Versione : Bozza 8.0
Elaborazione :
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PREMESSA
*RISORSE MONETARIE
*ENTRATE PUBBLICHE TRIBUTARIE
*ENTRATE PUBBLICHE EXTRATRIBUTARIE
*I SOGGETTI DELL’ATTIVITA’ FINANZIARIA PUBBLICA
*STATO APPARATO
*SETTORE PUBBLICO ALLARGATO
*FABBISOGNO PUBBLICO
*EVOLUZIONE E RUOLO DELLA FINANZA PUBBLICA
*FINANZA NEUTRALE
*FINANZA FUNZIONALE
*TEORIA MONETARISTA (Milton Friedman).
*OBIETTIVI DELL’ATTIVITA’ FINANZIARIA PUBBLICA
*BISOGNI PUBBLICI E COLLETTIVI
*SERVIZI SPECIALI
*STABILIZZAZIONE DELLA DOMANDA
*REDISTRIBUZIONE DEL REDDITO
*NATURA DELL’ATTIVITA’ ECONOMICA PUBBLICA
*IL DIRITTO FINANZIARIO
*IL DIRITTO TRIBUTARIO
*CONTABILITA’ DI STATO
*TECNICA DI RAGIONERIA
*NATURA DEL FENOMENO FINANZIARIO(CAPITOLO 2)
*TEORIE ECONOMICHE (le più antiche).
*TEORIE VOLONTARISTICHE
*TEORIE POLITICO SOCIOLOGICHE
*ATTIVITA’ FINANZIARIA PUBBLICA
*LA SPESA PUBBLICA
*SERVIZI GENERALI:
*SERVIZI SPECIALI:
*SERVIZI MISTI
*I SOGGETTI DELLA SP sono:
*AUMENTO DELLA SPESA PUBBLICA
*CAUSE
*CRITERI DI MISURAZIONE
*aumenti reali :
intensificazione della S P e questo è il vero aumento. *aumenti fittizi:
sono rigonfiamenti della S P causati dal tasso d’inflazione (aumento generalizzato dei prezzi). *PROBLEMA DELL’INFLAZIONE
*Il rapporto fra la S P e il PIL…
*EQUILIBRIO DEL SISTEMA ECONOMICO
*KEYNES
*TEORIA DEGLI SBOCCHI
*EFFETTI NEGATIVI DELL’ECCESSIVA FINANZA PUBBLICA
*SPIAZZAMENTO
*SPIAZZAMENTO REALE
*SPIAZZAMENTO FINANZIARIO
*SPINTA INFLAZIONISTICA
*DEFICIT DI BILANCIO
*CLASSIFICAZIONE DELLA S P
*(A) Rispetto agli effetti economici si hanno:
*(B) Rispetto agli effetti giuridici :
*(C) Rispetto al tempo :
*ANALISI COSTI –BENEFICI
*Criterio di efficienza
*I limiti
*LE ENTRATE PUBBLICHE
*CLASSIFICAZIONE DELLE ENTRATE (le fonti di entrate)
*PREZZI è volontario
*I PREZZI SONO ENTRATE ORIGINARIE
*TRIBUTI
*I TRIBUTI SONO ENTRATE DERIVATE
*PRESTITI
*CLASSIFICAZIONE DELLE ENTRATE
*A) Secondo la NATURA ECONOMICA si dividono in:
*B) Secondo la NATURA GIURIDICA si hanno entrate:
*ENTRATE PRIVATE
*ENTRATE PUBBLICHE
*CLASSIFICAZIONE DEL PREZZO
*1) PREZZO PRIVATO
*2) PREZZO QUASI PRIVATO (deriva da una necessità oggettiva)
*3) PREZZO PUBBLICO
*4) PREZZO POLITICO
*5) PREZZO MULTIPLO
*TRIBUTI: sono solo IMPOSTA, TASSA E CONTRIBUTO
*IMPOSTA
*TASSA
*DIFFERENZA TRA PREZZO E TASSA
*TASSE AMMINISTRATIVE
*TASSE GIUDIZIARIE
*TASSE INDUSTRIALI
*DIFFERENZA TRA IMPOSTA E TASSA
*IMPOSTA
*TASSA
*CONTRIBUTO speciale
*PRESSIONE TRIBUTARIA
*PRESSIONE FISCALE GLOBALE
*PRESSIONE FISCALE
*EFFETTI POSITIVI DELLA PRESSIONE FISCALE
*EFFETTI NEGATIVI DELLA PRESSIONE FISCALE
*TRASLAZIONE IN AVANTI
*TRASLAZIONE LATERALE
*L’IMPOSTA
*CAPACITA’ CONTRIBUTIVA
*MANIFESTAZIONI
*PRESUPPOSTO D’IMPOSTA
*IMPOSTE INDIRETTE E reali
*IMPOSTA DI FABBRICAZIONE
*ELEMENTI DELL’IMPOSTA
*4) RICCHEZZA. E' l'intera entità
*6) ALIQUOTA
*7) FONTE
*CLASSIFICAZIONE DELLE IMPOSTE
*IMPOSTE DIRETTE
*A) IMPOSTE SUL REDDITO
*IMPOSTE INDIRETTE
*IMPOSTE PERSONALI
*IMPOSTE GENERALI
*IMPOSTE SPECIALI
*IMPOSTE PROPORZIONALI E PROGRESSIVE
*L'applicazione dell'imposta:
*GLI EFFETTI ECONOMICI DELL'IMPOSTA (cap. 9)
*GLI EFFETTI MACROECONOMICI ED EFFETTI MICROECONOMICI
*EVASIONE
*ELUSIONE
*RIMOZIONE
*TRASLAZIONE
*LE IMPOSTE DIRETTE
*IMPOSTA SUL REDDITO DELLE PERSONE FISICHE (IRPEF)
*Caratteri e presupposto dell'IRPEF
*FORME DI STATO E FORME DI GOVERNO
*STATO ASSOLUTO
*STATO LIBERALE
*LO STATO FASCISTA
*LO STATO DEMOCRATICO
*LO STATO SOCIALISTA
*FORME DI GOVERNO
*FORMA DI GOVERNO PARLAMENTARE
*FORMA DI GOVERNO PRESIDENZIALE
*DIRITTI E DOVERI DEI CITTADINI
*ORIENTAMENTO GARANTISTA
*ORIENTAMENTO SOCIALE
*LIBERTA’ E UGUAGLIANZA
*LIBERTA’ FORMALE
*LIBERTA’ SOSTANZIALE
*UGUAGLIANZA FORMALE
*UGUAGLIANZA SOSTANZIALE
*RISERVA DI LEGGE
*RISERVA DI GIURISDIZIONE
*LIBERTA’ PERSONALE
*CARCERAZIONE PREVENTIVA
*LA SENTENZA DEFINITIVA DI CONDANNA
*IL DOMICILIO (art. 14)
*LIBERTA’ E SEGRETEZZA DELLA CORRISPONDENZA (ART. 15)
*LIBERTA’ DI CIRCOLAZIONE E DISOGGIORNO (ART. 16)
*LIBERTA’ DI RIUNIONE E DI ASSOCIAZIONE (ART. 17/18)
*LA MANIFESTAZIONE DI PENSIERO (ART. 21)
*I LIMITI
*TIPI DI LIMITE
*MEZZI CON I QUALI SI PUO’ MANIFESTARE IL PENSIERO
*STAMPA i principi generali
*DIFFUSIONE RADIOFONICA E TELEVISIVA
*TEATRO
*CINEMA
*LIBERTA’ RELIGIOSA (ART. 19)
*I LIMITI
*ATTEGGIAMENTO DELLO STATO RISPETTO ALLA RELIGIONE
*STATO CONFESSIONALE ( è stato assoluto)
*STATO LAICO
*LA COSTITUZIONE E L’ECONOMIA
*LA FAMIGLIA principi fondamentali
*I PARTITI POLITICI
*GLI ELEMENTI STRUTTURALI DEI PARTITI POLITICI (programma, uomini e mezzi)
*BREVE STORIA
*IL PARTITO DI MASSA
*SISTEMI DI PARTITI
*1) SISTEMA PLURIPARTITICO
*2) SISTEMA BIPARTITICO
*PREGI
*DIFETTI
*EVOLUZIONE STORICA DEI PARTITI POLITICI
*RISULTATI
*RISULTATI
*LE ELEZIONI E LE ALTRE FORME DI PARTECIPAZIONE DEMOCRATICA
*LA DEMOCRAZIA
*DEMOCRAZIA DIRETTA E INDIRETTA
*LE LEGGI ELETTORALI
*DECRETO LEGGE
*DECRETO LEGISLATIVO
*PETIZIONE POPOLARE
*TIPI DI ELEZIONI
*ELEZIONI POLITICHE
*ELEZIONI AMMINISTRATIVE
*ELEZIONI EUROPEE
*IL VOTO
*ARTICOLO 48 DELLA COSTITUZIONE
*SI PERDE IL VOTO
*SISTEMA ELETTORALE
*SEGGIO ELETTORALE
*CIRCOSCRIZIONI ELETTORALI
*DUE SISTEMI ELETTORALI
*A) MAGGIORITARIO A DOPPIO TURNO
*C) SISTEMA PROPORZIONALE CON CLAUSOLA DI SBARRAMENTO
*D) PREMIO DI MAGGIORANZA
*PREGI DEL SISTEMA MAGGIORITARIO
*DIFETTI DEL SISTEMA MAGGIORITARIO
*PREGI DEL SISTEMA PROPORZIONALE
*DIFETTI DEL SISTEMA PROPORZIONALE
*I SISTEMI ELETTORALI IN ITALIA
*IL REFERENDUM ABROGATIVO
*È disciplinato dall’art. 75 della costituzione
*ARTICOLO 75
*LA CELEBRAZIONE DEL REFERENDUM
*GLI ESITI DEL REFERENDUM
*GLI ORGANI COSTITUZIONALI
*CLASSIFICAZIONE
*A) PARLAMENTO Ha una funzione legislativa.
*B) GOVERNO Ha una funzione esecutiva; ed anche una formativa
*C) PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
*D) CORTE COSTITUZIONALE
*COMPETENZE. Sono:
*COMPOSIZIONE
*ORGANI DI RILIEVO COSTITUZIONALE
*A) CONSIGLIO SUPREMO DELLA MAGISTRATURA
*B) CONSIGLIO NAZIONALE DELL’ECONIMIA E DEL LAVORO
*C) CONSIGLIO DI STATO
*D) CORTE DEI CONTI
*E) CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA
*IL PARLAMENTO
*STRUTTURA
*MONOCAMERALISMO
*ORIGINE STORICA DEL BICAMERALISMO
*Il Parlamento
*DIFFERENZA TRA SENATO DELLA REPUBBLICA E CAMERA DEI DEPUTATI
*PARLAMENTO IN SEDUTA COMUNE
*STRUTTURA DELLE CAMERE
*DURATA DELLE CAMERE
*LE COMPETENZE DELGI ORGANI
*I GRUPPI PARLAMENTARI
*2) ASSEMBLEA PLENARIA
*I PARLAMENTARI
*La magistratura
*DURATA DELLA LEGISLATURA
*SCIOGLIMENTO DELLE CAMERE:
*FUNZIONE LEGISLATIVA
*TIPOLOGIE DI GOVERNO
*LA COMPOSIZIONE DEL GOVERNO
*Il Presidente del Consiglio dei Ministri
*Il Consiglio dei Ministri
*I Ministri
*I sottosegretari
*ORGANI EVENTUALI
*Il Vice Presidente del Consiglio dei Ministri
*Consiglio di gabinetto
*Vice ministri
*La formazione del governo
*Crisi di governo
*La funzione del governo
*La funzione politica di governo
*La funzione amministrativa di governo
*I principi dell'attività amministrativa sono:
*La funzione normativa
*I decreti legge
*Decreto legislativo
*I regolamenti
*Immunità dei membri del governo
*IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
*Natura dell'organo
*I requisiti per l'elezione
*Elezione
*Supplenza del Presidente
*POTERI, VERI E PROPRI, DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
*Rispetto alla funzione legislativa
, gli atti sono: *Rispetto alla funzione esecutiva
, gli atti sono: *Rispetto alla funzione giurisdizionale
, gli atti sono: *Politica
*Penale
*LA CORTE COSTITUZIONALE
*La struttura
*Funzioni
*La scienza delle finanze riguarda l’attività finanziaria pubblica dello Stato. La legge finanziaria serve a modificare il bilancio dello Stato rispetto all’anno precedente. La scienza delle finanze si occupa di reperire tutti i mezzi monetari necessari per far fronte ai servizi pubblici.
Si dividono in:
ENTRATE PUBBLICHE EXTRATRIBUTARIE
Lo Stato per individuare che costo hanno le entrate e le uscite deve avere degli obbiettivi es. la sanità, la pubblica istruzione, quindi deve attuare delle scelte pubbliche.
Le scelte pubbliche economiche compiute dallo Stato sono COATTIVE, in quanto lo Stato rende obbligatorie queste scelte in base ad una POTESTA’ FINANZIARIA e la potestà finanziaria deve trovare fondamento nel consenso della maggioranza.
La POTESTA’ TRIBUTARIA invece rientra nella finanziaria (art. 2, in quanto lo Stato rende obbligatorie queste scelte in base ad una POTESTA’ FINANZIARIA e la potestà finanziaria deve trovare fondamento nel consenso della maggioranza.
La POTESTA’ TRIBUTARIA invece rientra nella finanziaria (art. 23 della costituzione), per imporre i tributi lo Stato si deve basare a determinate leggi ordinarie.
La scienza delle finanze a anche obbiettivi del tipo:
I SOGGETTI DELL’ATTIVITA’ FINANZIARIA PUBBLICA
I soggetti sono: Stato apparato e il Settore pubblico allargato
Riguarda gli organi dello Stato e sono:
Imprese pubbliche ed enti pubblici istituzionali ( INPS, INPDAP,INAIL) ed enti territoriali
Tutte le risorse economiche di cui lo Stato ha bisogno per soddisfare il fabbisogno pubblico. Lo Stato valuta prima quanto bisogna spendere e poi si valutano le entrate che occorrono.
EVOLUZIONE E RUOLO DELLA FINANZA PUBBLICA
L’attività finanziaria pubblica ha subito nel tempo notevoli sviluppi, fino ad arrivare ai nostri giorni con un ruolo centrale nella vita politica, economica e sociale.
L’attività finanziaria è neutrale rispetto al sistema economico, cioè non si occupa dell’andamento del sistema economico ma si occupa di erogare i servizi pubblici in modo che le attività dei cittadino potessero svolgersi con tranquillità e sicurezza.
Lo Stato deve occuparsi anche del sistema economico e non solo di erogare i servizi pubblici.
Keynes dice che lo Stato deve intervenire nell’equilibrio del sistema economico indirizzando le imprese private non saltuariamente ma in maniera coordinata, regolando il prelievo dei tributi e l’erogazione della spesa. Lui afferma che se si lascia libero spazio al sistema economico gli imprenditori non hanno più interesse ad aumentare la produzione, ma invece la devono aumentare per assorbire la disoccupazione. Il tasso di disoccupazione è una costante nel tempo e si risolve: lo Stato deve aumentare la spesa pubblica e chiedere, imprese, appalti, offerte.
Anche la teoria di Keynes ad un certo punto entra in crisi perché l’eccessivo aumento della spesa pubblica e della pressione tributaria portano ad uno squilibrio del mercato.
TEORIA MONETARISTA (Milton Friedman).
I monetaristi sostengono che la teoria Keynesiana quando interviene produce degli effetti che si verificano in un momento dilazionato oramai non più idoneo. Quindi lo strumento per garantire l’equilibrio economico consiste nel manovrare la quantità di moneta in circolazione (politica monetaria) da accelerare così gli effetti della teoria.
OBIETTIVI DELL’ATTIVITA’ FINANZIARIA PUBBLICA
1) Bisogni pubblici e collettivi
Lo Stato eroga dei servizi per i bisogni della collettività e possono essere anche privati.
Classificazione:
SERVIZI GENERALI.
Es. strade, canale d’irrigazione, ordine pubblico, politica estera. Non sono divisibili o frazionabili. Questi servizi non sono diretti ai singoli individui ma alla collettività ed i costi per questi servizi sono coperti attraverso le imposte.
SERVIZI SPECIALI.
Es. INPS, Posta, Scuola, Sanità. Con questo tipo di servizio è possibile sapere che utilità ne traggono i cittadini. Sono divisibili e individualizzabili.
Perché producono le esternalità in quanto sono utili non solo al singolo individuo ma anche alla collettività. Il loro costo è coperto dalle tasse e in parte dalle imposte. La tassa è pagata da chi chiede il servizio ed è proporzionata ad esso.
L’obbiettivo è che la domanda di beni e servizi dei cittadini sia più o meno stabile nel tempo. Gli economisti sanno che il sistema economico attraversa fasi di espansione e sviluppo e qualche fase di depressione (si riduce la produzione ecc.)
Keynes a riguardo adottava la teoria del ciclo del economico e diceva "il salario deve aumentare proporzionalmente all’aumentare della produzione. Per stabilizzare la domanda lo Stato usa la LEVA FISCALE (imposte, tributi).
Per aumentare la produzione lo Stato deve abbassare l’imposizione fiscale diminuendo le tasse e aumentando la spesa pubblica. Se la domanda di beni e servizi è eccessiva le industrie aumentano i prezzi e cresce l’inflazione che non è facile da controllare.
Tutte le imprese italiane producono beni e servizi e quindi il PNL, nel quale si calcolano i beni finali. Producendo le imprese distribuiscono il reddito. I fattori produttivi sono: capitale, lavoro, manodopera. Il reddito nazionale scaturisce dalla produzione e lo Stato deve far in modo di redistribuire il reddito da chi ne ha più alto a chi ne ha più basso. Lo Stato redistribuisce dopo che le imprese hanno distribuito e redistribuisce per: la funzionalità del sistema economico, se i redditi sono bassi i consumatori non potranno acquistare quello che offre il mercato.
TIPI DI REDISTRIBUZIONE
Settore primario: prime necessità
Settore secondario: industria
Settore terziario: servizi
Settore terziario avanzato: informatica
NATURA DELL’ATTIVITA’ PRIVATA viene regolata dal mercato
NATURA DELL’ATTIVITA’ ECONOMICA PUBBLICA
Gli studiosi dicono che se l’impresa privata tiene conto del mercato, lo Stato che criteri deve seguire? Lo Stato deve compiere un’ANALISI DEI COSTI E BENEFICI. Costi che la collettività deve sostenere, il beneficio è ciò che scaturisce da quello che si è ottenuto con i costi. Quando entrambi si equiparano allora vale la pena che questo servizio continui, se invece i costi sono maggiori allora si torna indietro per rivalutare il servizio. L’analisi lo Stato la deve fare sia per aprire un servizio pubblico e sia per mandarlo avanti.
È quel complesso di norme che disciplina tutta l’attività finanziaria dello Stato, tutta la spesa pubblica. Dal diritto finanziario scaturiscono il diritto tributario e la contabilità di Stato.
Incide sui cittadini ed ha per oggetto i tributi istituiti dallo Stato.
L’art. 23 dice che le prestazioni patrimoniali (tributi) e personali possono essere imposte soltanto con legge ordinaria perché la legge ordinaria viene votata dal Parlamento.
L’art. 53 stabilisce:
È’ il bilancio dello Stato e di tutte le pubbliche amministrazioni. È’ stata rivoluzionata a metà degli anni 70
Riguarda i criteri di redazione dei bilanci.
NATURA DEL FENOMENO FINANZIARIO(CAPITOLO 2)
Come i diversi economisti nel tempo hanno cercato di spiegare la natura finanziaria dello Stato .
Le TEORIE sono: ( le due più importanti)
2) TEORIE POLITICO SOCIOLOGICHE. -
TEORIE ECONOMICHE (le più antiche).
Vengono così chiamate perché c’è la volontà dello Stato di erogare i servizi e la volontà dei cittadini ad accettare i servizi.
Sono teorie estreme perché lo Stato compie la propria attività pubblica per due motivazioni: politiche e sociologiche.
ATTIVITA’ FINANZIARIA PUBBLICA
La scienza delle finanze riguarda l’attività finanziaria pubblica dello Stato. La legge finanziaria serve a modificare il bilancio dello Stato rispetto all’anno precedente. La Scienza delle Finanze si occupa di recepire tutti i mezzi necessari per far fronte ai servizi pubblici.
Le RISORSE MONETARIE sono:
le ENTRATE PUBBLICHE TRIBUTARIE
Le ENTRATE EXTRATRIBUTARIE
Sono tutti i mezzi monetari che non solo lo Stato ma tutti gli altri enti pubblici impiegano per erogare i servizi pubblici, generali, speciali, misti. Quando si analizza l’entità della S P si deve tener conto dello Stato e degli Enti locali.
Es. strade, canale d’irrigazione
Es. posta, scuola, sanità.
Le caratteristiche: sono divisibili e individuabili
Perché producono le esternalità utili non solo al singolo individuo ma anche alla collettività. Il loro costo è coperto dalle tasse e in parte dalle imposte. La tassa è pagata da chi chiede il servizio ed è proporzionata ad esso.
lo Stato e il Settore pubblico allargato cioè imprese pubbliche enti pubblici istituzionali (INPS, INPDAP, INAIL) ed enti territoriali.
Negli ultimi 25 anni si è moltiplicata la spesa pubblica
Individuare il metodo più idoneo per determinare l’entità degli oneri monetari dello Stato e infine per individuare la spesa pubblica.
Quando lo Stato va a misurare la S P gli incrementi si dividono in due:
aumenti reali : intensificazione della S P e questo è il vero aumento.
Bisogna usare il deflattore dei prezzi che toglie dai prezzi l’aumento causato dall’inflazione. Per confrontare le spese con i periodi precedenti si usa l’indice dei prezzi, cioè la media degli indici mensili.
Il rapporto fra la S P e il PIL…
spesso in percentuale, indica quanta parte del reddito nazionale è assorbita dalla S P
PIL tutti i beni e servizi finali prodotti sul territorio nazionale da italiani e non. Ha il vincolo della territorialità.
PNL beni e servizi prodotti da italiani in Italia e all’estero
PNN prodotto nazionale lordo meno gli ammortamenti
PNCF prodotto nazionale al costo dei fattori; prodotto nazionale netto meno le imposte dirette, ci dice quanto gli imprenditori pagano ai soggetti dei fattori della produzione.
REDDITO NAZIONALE LORDO senza togliere le imposte dirette
REDDITO NAZIONALE NETTO è il reddito disponibile impiegabile o per il consumo o per il risparmio
CONTO CONSOLIDATO DI TUTTO IL SETTORE PUBBLICO, qui si tiene conto dei bilanci dello Stato e degli altri enti pubblici.
EQUILIBRIO DEL SISTEMA ECONOMICO
Il sistema economico è in equilibrio quando l’offerta globale è uguale alla domanda globale. L’offerta globale è formata da tutti i beni e servizi prodotti nel paese. La domanda globale è formata da: consumi e investimenti (domanda di beni strumentali atti ad aumentare la produzione.
Dice che il S E non è mai in equilibrio di piena occupazione. Afferma che il motore del S E è il consumo. Lui elabora la teoria della domanda aggregata e nota che il S E raggiunge l’equilibrio se:
CAUSE: Keynes dice che i consumatori ciò che risparmiano lo tengono con se in forma liquida, se li mettono ci vengono messi per breve periodo per:
J B SAY dice che la domanda di beni prodotti sul mercato trova sempre l’offerta. Lo Stato nell’incrocio tra domanda e offerta non deve intervenire anzi la danneggia. Il mancato equilibrio dipende o da retribuzioni troppo alte o tassi di interesse elevati o da prezzi elevati.
MOTIPLICATORE: fare crescere, aumentare.
La spese pubblica fa aumentare la spesa e poi la produzione, questo aumento ha degli effetti ulteriori perché la spesa pubblica fa aumentare tutte le grandezze macroeconomiche del Sistema ( il reddito nazionale, il PNL l’occupazione, il risparmio, la moneta)
ACCELERATORE: è una conseguenza del moltiplicatore; si ha un aumento degli investimenti reali dell’impresa causato dall’aumento della S P. Investimenti reali cioè un aumento della produttività e quindi un rapporto tra i fattori della produzione e il prodotto ottenuto
EFFETTI NEGATIVI DELL’ECCESSIVA FINANZA PUBBLICA
Si suddivide in :
Significa che la Pubblica Amministrazione nel suo complesso sul mercato ( dei capitali e mercato reale cioè delle merci) spiazza tutti gli altri operatori economici perché compie un’attività economica superiore rispetto agli altri (in quantità e qualità).
Ci sono due tipi di spiazzamento
Quando ad un certo punto in paesi che non hanno sistemi di produzione molto sviluppati, la prevalenza della produzione delle imprese private dipende dalla richiesta di beni e servizi della Pubblica Amministrazione. Questo rappresenta un vero monopolio della domanda e sono prevalenti i consumi della Pubblica Amministrazione.
Condizioni
Deficit di Bilancio: quando le spese sono maggiori delle entrate allora la Pubblica Amministrazione dovrà:
Un po’ di storia. La ragione per cui non si è potuta convertire la moneta in oro perché c’è stato un aumento vertiginoso della spesa pubblica, in quanto non c’era disponibilità maggiore di oro, così le banche cominciarono a emettere carta moneta. Tutto questo dopo la seconda guerra mondiale.
Spinta inflazionistica perché l’aumento della spesa pubblica fa crescere il reddito nazionale, però se ad un aumento delle retribuzioni non segue un aumento della produzione si avrà l’inflazione cioè l’aumento dei prezzi. Le strozzature economiche (colli di bottiglia) causano la spinta inflazionistica; questo vuol dire che: per produrre beni è necessario trovare i fattori della produzione – forza lavoro, materie prime, capitale – e quando ad es. la forza lavoro non è adeguatamente formata o quando qualche altro fattore della produzione non è equilibrato si crea una strozzatura economica.
Un eccessivo aumento della spesa pubblica può causare il deficit di bilancio, per coprire il quale non basta premere sul risparmio ma si deve ricorrere all’emissione di carta moneta. Il deficit di bilancio diventa cronico quando arriva a notevole entità, come per es. per corrispondere gli interessi sui titoli del debito pubblico e quando l’interesse è notevole fa aumentare la spesa pubblica.
Quando il deficit diventa cronico a seguito di spese di parte corrente si va per es. a ridurre il personale per diminuire il disavanzo, ma una scesa brusca di produzione può avere ripercussioni economiche e sociali negative, deve essere sempre una riduzione programmata e moderata.
LA REGOALA è: le diminuzioni di parte corrente devono seguire di pari passo la crescita dell’economia dei privati cioè il lavoro che si perde nel settore pubblico in futuro deve essere sostituito nel settore privato. Se non si verifica questo il disavanzo di parte corrente può portare a situazioni gravissime, tutto ciò comporta il deflattore della spesa pubblica nel senso che la riduzione della spesa pubblica fa diminuire i consumi la produzione ecc.
(A) Rispetto agli effetti economici si hanno:
(A1) SPESE DI PRODUZIONE.
Tutte le spese pubbliche indirizzate alla crescita della produzione.
(A2) SPESE DI TRASFERIMENTO
Servono a riequilibrare il reddito tra i diversi settori della popolazione. Avvengono con elargizioni di denaro senza contropartita, es: assegni familiari.
(A3) SPESE DI PARTE CORRENTE.
Sostenute dallo Stato e da altri enti pubblici
(A4) SPESE IN CONTO CAPITALE
Servono per:
sono positive perché quando il disavanzo è causato da queste spese è un disavanzo positivo in quanto aziona il Moltiplicatore
(B) Rispetto agli effetti giuridici :
Nell’economia privata per vedere se un prodotto è richiesto si valuta così: se si riduce la domanda di un bene vuol dire che quel bene non è più idoneo. Lo Stato difficilmente chiede ai consumatori che tipo di bene o servizio vogliono allora fa delle analisi dei costi-benefici. Consiste nell’identificare tutti gli aspetti positivi (benefici) e tutti gli aspetti negativi (costi) di una scelta programmata. Alla fine si fa la differenza, se i costi sono maggiori dei benefici si va indietro, se i costi sono minori dei benefici si va avanti.
È importante che la valutazione dei costi-benefici è una valutazione di tipo soggettivo, che vada incontro alle esigenze delle persone, quindi una valutazione che non si muove sul piano oggettivo.
ASPETTO POSITIVO. Consente alla pubblica amministrazione di valutare l’idoneità dei servizi che eroga.
Si intende le sostanze economiche che affluiscono allo Stato per fronteggiare la spesa pubblica, (o per far fronte alle esigenze dell’attività finanziaria) riguardo gli organi centrali dello Stato ma anche gli enti pubblici.
CLASSIFICAZIONE DELLE ENTRATE (le fonti di entrate)
È una controprestazione patrimoniale a cui è tenuto o obbligato il cittadino che usufruisce di un servizio o di un bene offerto da una pubblica amministrazione. Sono entrate di diritto privato perché la pubblica amministrazione ottiene queste entrate dopo aver stipulato contratti con i privati, es. compravendita, locazione, vendita di un terreno contrattando con il privato e la pubblica amministrazione non esercita la sua sovranità perché il cittadino sceglie se comprare il terreno oppure no, biglietto del treno, ticket sanitario, un contratto di somministrazione cioè quando il prenditore (Stato) fornisce dei beni o eroga servizi a favore del bisognatario, es. telefono, gas, acqua.
I PREZZI SONO ENTRATE ORIGINARIE
Perché è lo Stato che compie l’attività economica che da il via all’entrata. È un’attività prodotta dallo Stato e nessuno l’ha prodotta per suo conto.
Sono entrate di diritto pubblico perché lo Stato impone ai cittadini di pagare questi tributi e quindi attua un prelievo coattivo. L’art. 23 della Costituzione stabilisce un principio della "riserva di legge" per le prestazioni patrimoniali imposte, cioè solo se c’è una legge che prevede la prestazione di un tributo possono farcelo pagare (legge, decreto legislativo, decreto legge) e quindi non può essere disposta da un provvedimento della pubblica amministrazione
I TRIBUTI SONO ENTRATE DERIVATE
Perché l’attività economica che da luogo a queste entrate non è compiuta dallo Stato ma dal privato, dall’economia del privato.
Si fa riferimento al deficit di bilancio. Si hanno quando lo Stato con le sue entrate non riesce a far fronte al deficit di bilancio, allora emette titoli del debito pubblico (BOT, CCT)
B) Secondo la NATURA GIURIDICA si hanno entrate:
Queste entrate derivano da un contratto che la pubblica amministrazione fa con il privato, non deriva da un’imposizione. I prezzi sono quasi tutte di diritto privato.
Sono regolate da norme di diritto pubblico e spesso imposte ai cittadini, stabilite dallo Stato unilateralmente cioè per conto suo e non interpella nessuno nell’esercizio della sovranità.
Nasce da un libero accordo tra pubblica amministrazione e privato. La pubblica amministrazione fissa questo prezzo attraverso una gestione dell’impresa in libera concorrenza, cioè lo Stato intende vendere dei beni anche mobili sdemanializzati, es. camionetta militari.
Prezzo quasi privato perché c’è in mezzo un’esigenza pubblica. E’ uguale al prezzo privato, la differenza è che la pubblica amministrazione è costretta a vendere il bene per esigenze pubbliche. Es. foreste demaniali : ogni 10 anni vengono potati gli alberi e, se la legna non è tutta usata dal reparto militare, lo Stato la dovrà vendere per esigenze pubbliche.
Nel prezzo è lo Stato che compie l’attività economica: entrata originaria
È uguale al prezzo pubblico, deriva da un contratto, ed è più basso perché non copre per intero il costo del bene del servizio, in quanto si vuole erogare un servizio alla collettività. Es. ticket sanitari.
Può essere applicato sia da imprese private che pubbliche, es. biglietto del treno di I e II classe, cioè per lo stesso servizio o bene vengono applicate tariffe differenti e consente anche alle imprese di fare economie (da un lato avvantaggiano chi ha minore disponibilità di reddito), l’impresa facendo pagare di più in un determinato periodo va a finanziare l’economia.
TRIBUTI: sono solo IMPOSTA, TASSA E CONTRIBUTO
Prestazione patrimoniale obbligatoria, imposta ai cittadini che sono oggetto di prelievo tributario coattivo, quindi coloro che hanno dei redditi non si possono sottrarre al suo pagamento; è finalizzata a coprire i costi dei servizi generali che sono indivisibili (es. vigili del fuoco, polizia).
Sono:
L’imposta di paga in base alla capacità contributiva. Gli articoli guida sono due: il 23 e il 53
ARTICOLO 23
Stabilisce una riserva di legge, in quanto solo con riserva di legge il Parlamento può far eseguire una prestazione patrimoniale (un’imposta)
ARTICOLO 53
L’imposta deve essere progressiva. I cittadini sono tenuti a pagare l’imposta in base alla loro capacità contributiva
TIPI DI IMPOSTE
Dirette
Indirette
Progressive
Proporzionali
Personali
Reali
È una controprestazione per un servizio speciale (tributo di diritto pubblico) es. tassa scolastica per le scuole non obbligatorie. Ha il carattere della VOLONTARIETA’, si paga solo se si chiede il servizio. La funzione della tassa è quella di far si che alla spesa di un servizio contribuiscono in modo particolare gli utenti che ne traggono individualmente vantaggio.
1) PREZZO
- Viene applicato dalla pubblica amministrazione quando esercita un’attività economica o un’impresa pubblica. - È una controprestazione ed è un atto paritetico. - Deriva da un contratto, mentre la tassa no. Es. biglietto ferroviario, dove il presupposto è un contratto.
2) TASSA
È una controprestazione per servizio speciale. Sono: tasse scolastiche, tasse civili per richiedere i certificati di matrimonio, tasse per rinnovo patente, per rinnovo carta d’identità.
Sostenute per le spese processuali (processi civili, processi penali)
Riguardano il servizio di verifica di determinati prodotti, in particolare per far marcare l’oro.
DIFFERENZA TRA IMPOSTA E TASSA
Prelievo coattivo dalle economie dei privati, cioè obbligatorio per coprire i servizi generali ed in parte di quelli speciali perché producono le esternalità. Per coprire i costi di questi servizi si usa l’imposta in base al principio della capacità contributiva (le possibilità economiche del contribuente date dal reddito e dal patrimonio). Quasi tutte le imposte dirette vengono pagate in base a questo principio; per es. l’IVA viene pagata anche da chi non ha la capacità contributiva (ed è un’imposta indiretta). Anche se non si usufruisce di servizi viene pagata l’imposta, per es. il pensionato la paga nonostante non usufruisca del servizio.
Controprestazione volontaria per servizio speciale, quindi tasse amministrative, tasse giudiziarie, tasse industriali. Deriva da un organo di una pubblica amministrazione che non è un’impresa. Deriva da servizi essenziali dello Stato cioè gestiti solo dallo Stato e mai da un privato.
L’ordinamento tributario attuale è recente, nato tra il 1972 e il 1975, perché alla fine degli anni ’50 l’Italia aderì alla CEE che richiedeva l’armonizzazione fiscale, cioè tutti i paese aderenti dovevano avere lo stesso ordinamento fiscale. Prima la prevalenza delle entrate tributarie derivavano dalle imposte indirette.
Prelievo di ricchezza che viene imposto a chi trae vantaggio da un’opera pubblica.
Es.: la concessione edilizia. La legge Bucalossi era una legge per concessione edilizia e stabilisce che: per poter costruire il cittadino deve pagare un contributo, per es. pozzo dell’acqua, conduttori del gas. Ogni comune è dotato di un piano regolatore generale. Per opere di urbanizzazione primaria (strade, rete fognaria, illuminazione), i contributi speciali quindi sono una tantum e sono più coattivi rispetto alla tassa. Opere di urbanizzazione secondaria, es.: un parco pubblico.
È un rapporto fra tutti i tributi e il reddito nazionale. Qui ci si riferisce alle imposte dirette e indirette. Ci dice quanta parte della ricchezza dei cittadini viene sottratta per lo Stato; e lo Stato fino a che punto riesce a prelevare.
È un rapporto tra tutti i tributi (compresi anche le tasse e i contributi), quindi tutte le entrate derivate e il reddito nazionale.
È data dalla Spesa Pubblica fratto il PIL. Spesa pubblica perché l’ammontare di essa è coperta da tre entrate: tributi, prestiti e prezzi. Quindi dire spesa pubblica significa dire tributi, prezzi, prestiti. Pressione fiscale è la parte di reddito che viene pressata dallo Stato. Costringere il reddito.
EFFETTI POSITIVI DELLA PRESSIONE FISCALE
EFFETTI NEGATIVI DELLA PRESSIONE FISCALE
CURVA DI LAFFER
Economista molto famoso neoploretarista, fece cambiare tendenza all’economia degli Stati Uniti. Pose fine all’economia Keynesiana (che diceva Spesa Pubblica purché sia Spesa Pubblica).
Neoliberista, supply side economy – scuola economica dell’offerta – cioè la necessità di ridurre il carico tributario per favorire lo sviluppo e l’offerta di lungo periodo.
Lui dice che lo sviluppo deve essere garantito dalle imprese
Presupposto
Se lo Stato aumenta troppo le percentuali dei tributi non avrà un incremento delle entrate fiscali, ma le fa ridurre, cioè oltre un certo limite di aumento dei tributi causerà una diminuzione delle entrate fiscali. Laffer sostiene che le entrate che si ottengono con percentuali molto elevate sono uguali alle entrate fiscali che si ottengono con percentuali minori, perché con le aliquote alte si provoca l’evasione, fanno regredire la Pressione Fiscale.
L’aliquota è quella percentuale d’imposta che il contribuente dovrebbe pagare.
Gettito, sono le entrate tributarie effettive che affluiscono allo Stato.
L’aumento della pressione fiscale fa ridurre le entrate, perché a mano a mano che l’aliquota aumenta si ha un incremento della pressione fiscale, fino ad arrivare ad un punto massimo oltre il quale l’aumento della pressione comincia a produrre effetti negativi. Le aliquote più basse danno eguali entrate.
La riduzione delle entrate non si verifica nel breve periodo ma nel lungo periodo
Le imprese debbono adattare le loro economie interne: ridurre la produzione, trasferire le imposte sui prezzi. traslazione in avanti, traslazione laterale.
Quando aumenta molto la pressione fiscale, gli imprenditori andranno ad aumentare i prezzi gravando sul consumatore finale.
Avviene per le imposte speciali, sono quelle che colpiscono o soltanto un settore della produzione o un settore dei contribuenti (solo la famiglia o solo gli imprenditori). Gran parte degli imprenditori che operano in un determinato settore, per es. nella produzione di macchine, se vedono aumentare troppo i costi intraprendono in Italia altri settori della produzione.
Sono strettamente legati tra di loro
CAPACITA’ CONTRIBUTIVA
Si applica solo all’imposta, per coprire il costo dei servizi generali (dove non è possibile sapere che utilità ne traggono i cittadini) e in parte di quelli speciali, serve ad individuare i soggetti passivi: art. 23 dice che nessuna prestazione personale o patrimoniale può essere imposta se non in base alla legge, dice quanta imposta deve essere pagata.
La capacità contributiva deve essere evidenziata da elementi oggettivi, che sono 2 il reddito ed il patrimonio. Se il reddito non raggiunge il minimo imponibile non si paga l’imposta.
La manifestazione della capacità contributiva si chiama presupposto d’imposta.
I presupposti d’imposta sono tutti quegli atti o quei fatti previsti dalla legge mediante i quali si rivela la capacità contributiva (che individua le possibilità dell'individuo), il fatto che io percepisco lo stipendio è un presupposto .
Quando scatta il presupposto? Nasce tra il contribuente e lo Stato con un vero rapporto giuridico d’imposta.
A seconda di come si manifesta la capacità contributiva le imposte sono dirette e indirette.
IMPOSTE DIRETTE
Ogni mese percepisco una somma di denaro che viene decurtato dall’imposta.
IRPEF imposta reddito sulle persone fisiche. Se percepisco un reddito che raggiunge il minimo imponibile pago l’imposta.
IRPEG imposta reddito sulle persone giuridiche
ICI imposta comunale che colpisce il patrimonio. Il fatto di essere proprietario di una casa è un presupposto, e si evidenzia con l’atto di acquisto di un immobile.
IRAP imposta regionale attività produttive. Qui è necessaria un’attività di produzione e si tiene conto del valore dell’impresa.
Quindi le imposte dirette si manifestano attraverso:
L’IVA imposta sul valore aggiunto, grava sul consumatore finale addizionandola al prezzo del bene, quindi è una traslazione legale. In questo caso c’è un atto di consumo. Si ha una manifestazione indiretta di un elemento della capacità contributiva, perché io che consumo ho un reddito.
[imposta reale applicata quando si arriva alla capacità contributiva, imposta personale quando non arriva alla capacità contributiva].
È’ nella produzione di determinati beni (vini, liquori, profumi, cosmetici preziosi)
IMPOSTE CATASTALI
Quando acquisto o vendo una casa (compimento di determinati affari, contrazione di debiti, mutui).
IMPOSTE IPOTECARIE
È un diritto reale di garanzia, (compimento di determinati affari, contrazione di debiti, mutui).
IMPOSTE DOGANALI
Oggi all’interno dei Paesi della CEE non si pagano più (acquisti di beni in paesi extracomunitari).
Il sostituto d’imposta, che è anch’egli soggetto passivo, è quel soggetto individuato dalla legge che ha l'obbligo di pagare l’imposta in sostituzione del contribuente, per rendere la riscossione più agevole e più sicura. Quando si ha il sostituto d’imposta, si ha un soggetto legale passivo che è datore di lavoro e il soggetto passivo di fatto è il lavoratore dipendente.
È quell'entità patrimoniale sulla quale si applica l'imposta. Se io ho un reddito è oggetto di ricchezza
È' quella parte di ricchezza sulla quale effettivamente si commisura l'imposta es. se io percepisco 500 euro al mese netto, e 700 è lordo (ricchezza), se ho detrazioni che mi riducono il reddito a 650 euro, la base imponibile dove si applica l'imposta è 650 euro.
E' quella percentuale della base imponibile destinata al pagamento effettivo dell'imposta, a seconda delle caratteristiche le aliquote connotano le imposte. Oppure: l'aliquota dell'imposta è il rapporto, espresso in percentuale, fra la base imponibile e l'importo dell'imposta.
In alcuni casi, e nella prevalenza dei casi la fonte coincide con la ricchezza. In altri casi, nelle imposte straordinarie sul patrimonio la fonte non coincide con la ricchezza.
Per fonte bisogna intendere la ricchezza effettiva dalla quale si attinge l'entità monetaria d'imposta. Reddito da lavoro dipendente, quindi imposte sui redditi, si ha sempre la coincidenza con la ricchezza; sulle imposte di successione, non ha la coincidenza con la ricchezza; imposta sul patrimonio, non si ha la coincidenza perché la ricchezza è il reddito, perché la mia casa è un valore; il reddito da lavoro autonomo, ha la coincidenza.
Per distinguerle da quelle indirette bisogna tener conto di come il presupposto manifesta la ricchezza. Hanno per oggetto manifestazioni immediate e dirette della capacità contributiva, e sono il :
Il reddito è un flusso corrente di ricchezza percepita periodicamente, il flusso è un patrimonio continuo, uno stock. Il reddito di solito si rinnova ad intervalli più o meno regolari di tempo (rendite, salari, profitti, interessi, sussidi, pensioni ecc.), ma può anche essere conseguito una sola volta (premi, vincite ecc.).
Reddito - prodotto
Secondo alcuni economisti bisogna colpire con l'imposta solo quei redditi che derivano da un'attività produttiva, anche quando lo si ottiene attraverso un affitto, attraverso un lavoro.
Se si colpisce soltanto il reddito prodotto, le plusvalenze patrimoniali non sono colpite da questo criterio perché non è un reddito produttivo. Allora sono reddito d'entrata tutti quei cespiti che rientrano nella disponibilità del contribuente. Possiamo anche dire: un primo significato di reddito è quello di compenso percepito da un soggetto per il contributo dato alla produzione, e si identifica con i proventi e i frutti derivanti da attività o beni produttivi (reddito prodotto); vi rientrano le rendite dei terreni o dei fabbricati, i redditi di lavoro, gli interessi del capitale, i profitti delle imprese.
Reddito consumo Luigi Einaudi
Il reddito che dovrebbe essere colpito è solo quello che è destinato al consumo; e gli impieghi sono il consumo ed il risparmio. Lui dice che se l'imposta si commisura a tutta l'entrata del contribuente, la parte di reddito risparmiata subisce la doppia imposizione fiscale: quando viene percepita e poi nel momento in cui da i suoi frutti. La tassazione del reddito - consumo si potrebbe attuare mediante un imposta diretta, avente per oggetto la differenza tra il reddito percepito e quello risparmiato (accantonato). REDDITO PERCEPITO meno REDDITO RISPARMIATO
Reddito effettivo
È quel reddito che effettivamente viene destinato al risparmio dal contribuente e da cui trae beneficio. Si ottiene con: REDDITO meno I COSTI DI PRODUZIONE
Reddito normale
In alcuni casi si preferisce come base imponibile, non il reddito effettivo, ma il reddito normale, cioè il reddito medio ordinario che, in circostanze normali, si può ottenere da un bene o da un'attività. Gli indici di valutazione che si adottano sono: le condizioni di una famiglia.
Le imposte dirette colpiscono il reddito quando viene prodotto, cioè il soggetto passivo deve pagare l'imposta quando comincia a lavorare. Questo è il reddito prodotto.
Reddito entrata
È una concezione molto più ampia del reddito prodotto, perché si riferisce a tutte le entrate patrimoniali che percepisce il contribuente per l'applicazione delle imposte dirette. Infatti le imposte dirette vanno a colpire il reddito ed il patrimonio, es. ICI, IRAP.
Anche l'imposta di successione era un'imposta indiretta perché colpiva un'entità patrimoniale al momento della successione, ma oggi non c'è più.
Sono anche: le imposte di bollo, le imposte di affari, imposte di registro, imposte ipotecarie (diritto reale di garanzia), imposte catastali. Le imposte indirette sono in genere imposte fisse.
Imposte di fabbricazione, profumi, liquori.
Sulle sigarette viene chiamata imposta privata fiscale perché è lo Stato che impedisce ad altri di fabbricarle, quindi sono in monopolio di Stato.
Si ritiene che l'IRPEF sia un'imposta personale.
Sono quelle che tengono conto della capacità contributiva del soggetto passivo, si tiene conto, con il reddito, della situazione patrimoniale del contribuente, es. IRPEF.
L'imposta diretta è generale quando colpisce tutte le forme di reddito. Più precisamente ne colpisce 6:
l'imposta generale è anche quando pur colpendo diverse categorie di reddito le colpisce in modo diverso. L'IVA è un'imposta diretta e generale perché colpisce tutti gli scambi di beni e servizi.
Sono quelle che colpiscono una sola categoria, l'IRAP, cioè colpisce solo la produzione delle imprese nel valore netto. Le imposte di fabbricazione, catastali e ipotecarie, sono speciali e dirette.
IMPOSTE PROPORZIONALI E PROGRESSIVE
L'imposta proporzionale (es. ICI, IRPEG), è un'imposta che presenta un'aliquota fissa che non varia al variare della base imponibile. Di conseguenza l'importo dell'imposta varia nella stessa proporzione della base imponibile.
Es. se l'aliquota è del 10%, un imponibile pari a 100 subirà un prelievo di 10; un imponibile pari a 200 subirà un prelievo di 20: raddoppiando l'imponibile raddoppia anche l'imposta.
L'imposta progressiva. L'imposta progressiva varia al variare della base imponibile, quindi ha una pluralità di aliquote. La sua finalità è di ridistribuire il reddito tra i vari ceti della popolazione.
Come varia? L'aliquota aumenta in modo più che proporzionale rispetto all'aumento della base imponibile. Quindi, se la base imponibile aumenta di 1 unità, l'aliquota aumenterà più di 1 unità.
Hanno un rapporto più che proporzionale.
Lo stabilisce il legislatore.
Come può essere attuata l'imposta progressiva? Con tre tecniche (anche 4 )
Le prime due sono le principali e applicate nel nostro ordinamento, le ultime due non sono applicate dal nostro ordinamento.
I Classe |
II Classe |
III Classe |
2% |
5% |
10% |
Da 0 a 500 |
Da 501 a 3000 |
Da 3001all'infinito |
Le classi di reddito servono per capire a quali di queste tre classi appartiene l'intera base imponibile; dopo che è stata trovata l'aliquota di riferimento, essa si applicherà alla base imponibile. Quindi nella progressione per classi, i redditi vengono suddivisi in classi secondo il loro ammontare.
L'inconveniente del salto: es. Tizio con un reddito di 500 Euro (aliquota 2%), paga un imposta pari a 10 Euro, e rimane con un reddito residuo di 490 Euro. Caio con un reddito di 501 Euro subisce, su tutto il reddito, l'aliquota del 5%: il prelievo sarà di Euro 25.05 (e quindi più del doppio rispetto a quello di Tizio). Infatti per la sola differenza di reddito di 1 Euro si applica l'imposta del 5% provocando così delle sperequazioni. Per questo motivo la progressività per classi non è applicata.
GLI EFFETTI ECONOMICI DELL'IMPOSTA (cap. 9)
GLI EFFETTI MACROECONOMICI ED EFFETTI MICROECONOMICI
Gli effetti macroeconomici: prendono in considerazione i risultati prodotti non da una singola imposta, ma dalla pressione fiscale nel suo complesso, con riferimento alla produzione e alla distribuzione del reddito nazionale, al volume globale dei consumi e degli investimenti, al livello generale dei prezzi. quindi gli effetti macroeconomici sono le conseguenze che le imposte hanno su tutto il Sistema Economico.
Gli effetti microeconomici: prendono in considerazione gli effetti che, l'introduzione di una singola imposta, può determinare sul comportamento economico delle singole persone. Quindi gli effetti che l'imposta determina sui singoli operatori, es. la famiglia (le conseguenze sulla produzione e sui prezzi nel settore a cui l'imposta si riferisce).
[La famiglia giuridica è tale quando è formata da coniugi che hanno contratto matrimonio; invece la famiglia economica è tale quando è formata da un solo componente].
Vedremo poi:
L'EVASIONE
L'ELUSIONE
LA RIMOZIONE
LA TRASLAZIONE
L'evasione è un fenomeno illegale. L'evasione fiscale avviene quando il contribuente (o soggetto passivo d'imposta) si sottrae in tutto o in parte all'obbligo del pagamento dell'imposta. Si raggiunge lo scopo dell'evasione sottraendo al controllo del Fisco la materia imponibile, si effettua questo quindi omettendo, in tutto o in parte, la denuncia dell'avvenuto conseguimento di reddito.
Ci sono due tipi di evasione:
L'elusione può essere considerata anche legale. Avviene per es. quando aumenta l'ICI sulla seconda casa; quando si decide di trasformare la società di capitali in società di persone, ma svolgendo lo stesso tipo di attività; o quando una S.p.A. si smembra in un gruppo di società.
Si ha l'elusione quando il contribuente modifica la propria attività produttiva al punto tale di non farla coincidere con il presupposto d'imposta.
È illegale quando nei gruppi di società avvengono dei trasferimenti in denaro.
Gli effetti economici negativi sono:
La rimozione avviene quando il contribuente, senza evadere o eludere le disposizioni di legge in materia, modifica le sue scelte rinunciando a svolgere, in tutto o in parte, l'attività economica che potrebbe dar luogo all'applicabilità dell'imposta.
Ci sono due tipi di rimozione:
Si ha quando il contribuente, in questo caso l'imprenditore (soggetto inciso), riesce a trasferire di fatto il peso o l'onere dell'imposta su altri soggetti, chiamati soggetti percossi.
Fondamentalmente il meccanismo della traslazione è proprio delle imposte indirette, ma non sono escluse dalla traslazione le imposte dirette.
In caso di aumento delle imposte sui consumi, l'imprenditore pagherà queste imposte direttamente ma aumenterà i prezzi dei beni prodotti.
I presupposti della traslazione sono:
Tipi di traslazione.
IMPOSTA SUL REDDITO DELLE PERSONE FISICHE (IRPEF)
L'IRPEF, è l'imposta più importante del nostro ordinamento tributario, è diretta ed è entrata in vigore nel 29 settembre 1973. Colpisce una pluralità di redditi perché la base imponibile di quest'imposta ha più redditi.
Caratteri e presupposto dell'IRPEF
L'imposta sul reddito delle persone fisiche è un'imposta progressiva, personale, generale e diretta.
Vedremo poi:
Soggetti passivi dell'IRPEF
Per quanto riguarda le persone che devono pagare l'imposta, c'è differenza tra coloro che hanno la cittadinanza in Italia cioè che hanno comunque prodotto il reddito all'interno del Paese, e coloro che non hanno la cittadinanza italiana.
I cittadini italiani, devono pagare l'IRPEF per i redditi che hanno prodotto in Italia e all'estero (per tutti i redditi prodotti). Per es. se io ho uno studio legale in Italia e a Parigi, dovrò pagare, in Italia, l'IRPEF per i due redditi prodotti..
Per evitare la doppia imposizione internazionale, si porterà in detrazione l'imposta da pagare in Italia perché è stata pagata già a Parigi.
I residenti. Questi soggetti sono tenuti a pagare l'imposta per il reddito prodotto in Italia.
Un problema per l'IRPEF si pone per quanto riguarda le società di persone, che non hanno la personalità giuridica, e di conseguenza non possono essere soggetti passivi né dell'IRPEF né dell'IRPEG.
Per le società di persone, quindi, sono soggetti passivi i singoli soci in ragione della quota apportata alla società. Sono (le società di persone) soggetti passivi ai fini della dichiarazione del reddito e ai fini dell'accertamento del reddito. Tutto questo vale per le società di persone che sono italiane.
Per le società di persone che non hanno la nazionalità italiana, sono tenute a pagare l'IRPEG pur non avendo la personalità giuridica, e non devono quindi corrispondere il pagamento dell'IRPEF.
Presupposto d'imposta
Si diventa soggetto passivo dell'IRPEF quando si acquista la titolarità giuridica del reddito, cioè il reddito deve derivare da un'attività economica del soggetto, che ha quindi prodotto in prima persona.
Fini a 4 o 5 anni fa si pagava l'IRPEF non solo sui reddito prodotti personalmente ma anche su quelli di cui si aveva la disponibilità. Per es. se in una famiglia il figlio effettuava una prestazione lavorativa corrisposta, i genitori erano tenuti a pagare l'IRPEF anche su quel gettito d'entrata. Si è obbligati a dichiarare i redditi dei figli minori su cui si ha l'usufrutto legale.
Diverse categorie di reddito
L'art. 6 del Testo Unico sulle Imposte del Reddito (TUIR), che ha subito una modifica nell'86, stabilisce le diverse categorie di reddito:
Reddito da lavoro dipendente.
Serve ad individuare il rapporto da lavoro dipendente che da luogo al presupposto. Si ha quando il lavoratore dipendente opera sotto la direzione e la vigilanza del datore di lavoro. In alcuni casi il lavoratore può lavorare nel suo domicilio.
Come si determina l'ammontare del reddito da lavoro dipendente?
Sommando tutte le retribuzioni che il lavoratore consegue nell'arco solare; le retribuzioni normalmente sono in denaro, ma possono essere anche in natura, es. beni prodotti dall'azienda oppure, l'azienda si procura dei beni e li da al dipendente, come nel caso dei buoni pasto.
Questo concetto di lavoro dipendente si è esteso perché ora vengono considerati tali, le collaborazioni coordinate e continuative, quindi vengono assimilati al lavoro dipendente.
Queste collaborazioni vengono considerati redditi da lavoro dipendente sotto il profilo fiscale.
Reddito da lavoro autonomo
Il lavoro è autonomo quando l'attività lavorativa è organizzata esclusivamente dal prestatore dell'attività, e ha ad oggetto l'esercizio di un'arte (pittore, imbianchino), o di una professione.
Come si determina l'ammontare del reddito da lavoro autonomo? Con la differenza tra i Ricavi meno le Spese di produzione.
DIRITTO PUBBLICO
FORME DI STATO E FORME DI GOVERNO
FORMA DI STATO. Il rapporto che intercorre tra gli organi dello Stato (Stato apparato) e lo Stato comunità. Quando è nato lo Stato? (la parola Stato fu impiegata per la prima volta da Machiavelli nel cinquecento) è nato all’inizio del 1600 quando in Europa si ebbe la fine del Feudalesimo, il quale era una sorta di dominazione dal più forte al più debole.
I primi stati europei si sono configurati come stati assoluti.
Caratteristiche
Nonostante lo Stato assoluto limiti la libertà economica dei privati, non ostacola però la formazione della borghesia con i mercanti, artigiani, banchieri. Tra il Seicento e il Settecento però mentre in Francia e Spagna il potere si concentrava esclusivamente nelle mani del sovrano, in Inghilterra il fenomeno era meno accentuato, in quanto la nobiltà conservava una maggiore autonomia.
Una avariante dello Stato assoluto è:
Nasce dalla crisi dello Stato assoluto e con l’affermarsi della borghesia diventata sempre più forte economicamente. Si sviluppa successivamente in seguito alla rivoluzione inglese poi alla rivoluzione americana ed infine alla rivoluzione francese.
Lo Stato liberale aveva come obiettivo la tutela delle libertà dei diritti dei cittadini. Non si ha il suffragio universale
I PRINCIPI CARDINI
Questa tripartizione serve per consentire agli organi principali un controllo reciproco.
CRISI DELLO STATO LIBERALE
La crisi dello Stato liberale venne a partire dal 1915, durò circa 5 anni, fu una crisi economica e politica dovuta alla mancanza dei partiti di massa e per l’avvento di uno Stato sociale. La crisi scaturì anche dall’incapacità di affrontare le questioni di ordine sociale, al passo con lo sviluppo dell’industria e della classe operaia.
Alla morte dell’onorevole Matteotti nel 1924 Mussolini varò un pacchetto di leggi che prevedevano:
Nato dopo la seconda guerra mondiale. La caratteristica fondamentale è quella di reggersi su un compromesso tra le classi sociali, il popolo gode di diritti politici e partecipa alla vita dello Stato.
E’ quello che si occupa del benessere di tutti i cittadini, di migliorare le condizioni dei ceti più deboli. Mentre per lo Stato liberale l’idea principale era quella della libertà individuale, per lo Stato socialista è quella dell’eguaglianza economico-sociale.
I rapporti che intercorrono tra gli organi dello Stato apparato. La problematica delle forme di governo è sorta nello Stato democratico, quando per la prima volta a metà del settecento in Inghilterra (dove era presente uno Stato assoluto) in seguito alla rivoluzione, la sovranità dello Stato si suddivise in tre poteri diversi. Si arrivò così ad una tripartizione dei poteri (legislativo, esecutivo e giurisdizionale) e di conseguenza ad una realizzazione di diverse forme di governo.
Il parlamento assume funzione centrale (legislativa), ha una funzione elettiva ed ha i seguenti compiti:
Nella Repubblica Parlamentare il parlamento attribuisce la fiducia al governo.
FORMA DI GOVERNO PRESIDENZIALE
DIRITTI E DOVERI DEI CITTADINI
La Costituzione
La Costituzione è un diritto fondamentale dei cittadini, non è modificabile e la prima parte riguarda i diritti dei cittadini. La Costituzione è compromissoria per le diverse istanze ideologiche e politiche. È cattolica e socialista
L’Italia ha avuto due tipi di Costituzione: lo Statuto Albertino emanato nel 1848 ed entrato in vigore nel 1861, la Costituzione è votata dall’assemblea costituente ed è entrata in vigore nel 1 gennaio 1948.
Orientamenti fondamentali. (presenti nella costituzione)
L’atteggiamento dello Stato è garantista nei confronti dei cittadini e poi a finalità sociali.
Significa che la nostra Costituzione garantisce i diritti e ne prevede le forme di tutela.
Per garantire le condizioni affinchè i cittadini possono effettivamente usufruire dei propri diritti e avvantaggiarsi delle libertà. Lo Stato in questo contesto non si limita a garantire l’esistenza dei diritti e a tutelarli ma deve anche rimuovere le difficoltà che impediscono i diritti ed è consentito a tutti l’accesso alla giustizia.
Gli strumenti che attua lo Stato sono: l’istruzione pubblica obbligatoria e facoltativa.
Libertà e uguaglianza sono i principi fondamentali fin dai tempi della rivoluzione francese. La Costituzione tratta questi principi nell’art. 2 dove riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, e nell’art. 3 stabilisce il principio di uguaglianza.
Quando il cittadino è libero di compiere certi comportamenti che non siano vietati dallo Stato
Lo Stato non deve limitarsi a non vietare o a "lasciar fare" certi comportamenti ma deve intervenire per poter rendere questi comportamenti accessibili a tutti, per es. non è vietata la pubblicazione di libri o giornali (libertà di stampa), ma occorre possedere di mezzi economici per poter pubblicare libri o giornali.
Da a tutti i cittadini parità di diritti
O uguaglianza economica, attribuisce a tutti la stessa possibilità di esercitarli.
La Costituzione per i diritti di libertà stabilisce una riserva di legge. Solo con una riserva di legge approvata dal Parlamento si possono limitare i diritti di ogni cittadino.
La Costituzione pone una riserva di giurisdizione. Le libertà dei cittadini possono essere limitate solo nei casi previsti da un giudice.
Un soggetto può essere tratto in arresto con provvedimento dell’autorità giudiziaria:
Quando si è sottoposti alla custodia cautelare ed è il tempo massimo in cui un cittadino può essere detenuto prima della procedura penale.
LA SENTENZA DEFINITIVA DI CONDANNA
Avviene quando:
Dopo la sentenza definitiva di condanna c’è la rieducazione e la riabilitazione del condannato .
E’ inviolabile. È la sede principale dei propri affari può essere diverso dalla dimora (domicilio civilistico) può anche essere una tenda da campeggio
Domicilio pubblico è qualunque ambito in cui opera l’individuo. Può essere violato dalla polizia in caso di:
LIBERTA’ E SEGRETEZZA DELLA CORRISPONDENZA (ART. 15)
È’ una libertà riconosciuta dalla Costituzione, è un aspetto delicato come, la libertà di domicilio, perché riguarda la privacy di qualsiasi cittadino. Nessuno può violare questa segretezza, può avvenire solo con l’autorizzazione dell’ Autorità Giudiziaria.
LIBERTA’ DI CIRCOLAZIONE E DISOGGIORNO (ART. 16)
LIBERTA’ DI RIUNIONE E DI ASSOCIAZIONE (ART. 17/18)
RIUNIONE, quando due o più individui che hanno interessi comuni si riuniscono, ma non ha il carattere della permanenza, non è stabile.
L’ASSOCIAZIONE. È una struttura stabile quando due o più persone mediante un contratto si associano, mettono insieme dei mezzi per raggiungere determinati scopi.
I limiti dettati dalla Costituzione
Non può essere segreta (è segreta quando non si conoscono gli scopi, i luoghi d’incontro oppure quando non si conoscono una parte degli associati iscritti).
LA MANIFESTAZIONE DI PENSIERO (ART. 21)
La libertà del pensiero dice che lo Stato non può professare alcuna verità ufficiale, ma deve lasciare la libera circolazione delle opinioni. C’è infatti il pluralismo ideologico: e dice che non si può manifestare la libertà di pensiero e di idee.
MEZZI CON I QUALI SI PUO’ MANIFESTARE IL PENSIERO
Il titolare delle testate non deve far superare una concentrazione delle testate del 30%
DIFFUSIONE RADIOFONICA E TELEVISIVA
Ha gli stessi limiti della stampa. Il governo concedeva solo alla RAI di trasmettere in TV. Ma nel 76 con l’art. 21 ci fu una sentenza della corte costituzionale e finì il monopolio della RAI. Da qui alcune televisioni cominciarono a trasmettere in zone locali e poi a livello nazionale.
È caduta qualunque forma di censura, che è stata abolita nel 1962
Opera una censura che è preventiva quando il film è contrario al buon costume.
È’ un aspetto della più ampia manifestazione di pensiero.
ATTEGGIAMENTO DELLO STATO RISPETTO ALLA RELIGIONE
STATO CONFESSIONALE ( è stato assoluto)
Riconosce un’unica religione e consente le manifestazioni solo di quella determinata religione mentre tollera le manifestazioni di pensiero delle altre religioni, che non siano contrarie all’ordine pubblico e al buon costume.
Nel febbraio del 1929 (durante il fascismo) Mussolini stipulò un accordo tra Stato e chiesa (Patti Lateranensi), fu sottoscritto dal segretario di Stato Gasparri e il papa dell’epoca era Pio XI. Con questo accordo:
Il concordato del 1929 ha trasformato lo Stato laico in uno Stato confessionale ed è andato avanti così fino al 1984. Nel 1984 ci fu il nuovo concordato:
Lo Stato laico si ha quando nessuna religione è considerata ufficiale e quindi le religioni sono alla pari. I rapporti con le altre confessioni religiose: è possibile raggiungere delle intese; per quanto riguarda il matrimonio con le altre religioni si è raggiunta un’intesa e quindi si ha un matrimonio a doppia efficacia, civile e religioso.
Dall’art. 35 al 46
Lo Stato italiano è interventista perché attraverso gli interventi di politica economica interviene a difesa di chi è più debole.
È uno Stato a economia mista:
Non è diritto dello Stato di garantire il lavoro.
LA FAMIGLIA principi fondamentali
L’art. 1 e 49 della Costituzione
L’ART.1 della costituzione dice che nel nostro paese la sovranità appartiene al popolo, il quale non esercita direttamente questa sovranità, ma secondo le forme previste dalla Costituzione.
L’ART. 49 dice che tutti i cittadini hanno diritto di associarsi in partiti politici per concorrere in modo democratico a determinare la politica nazionale
I partiti politici servono per attuare la politica in diretta, servono a portare avanti le funzioni del popolo. I partiti politici sono associazioni private che non hanno personalità giuridica. La struttura del partito è anche quella di portare avanti gli scopi propri delle persone che ne fanno parte.
GLI ELEMENTI STRUTTURALI DEI PARTITI POLITICI (programma, uomini e mezzi)
Le forme di Stato in parallelo con i partiti politici. Nello Stato assoluto non esistevano partiti politici perché il monarca concentrava tutti i poteri nelle sue mani. I primi partiti sono nati nello Stato liberale dell’800. Questi partiti furono chiamati PARTITI DEI NOTABILI in quanto si formarono intorno a figure importanti del mondo politico cioè a favore dei nobili.
Con l’evoluzione si passò dal partito dei notabili al partito di massa che avvenne alla fine dell’800 e inizio 900 e alla fine dello Stato liberale. Il partito di massa è interclassista e interculturale (a favore della massa) perché nel loro programma hanno per oggetto l’interesse comune. Una volta erano strumento di lotta politica. Il primo partito di massa fu il partito socialista il secondo fu il partito popolare. Nel programma del partito socialista si aveva il voto alle donne, il suffragio universale. Con l’avvento del fascismo si congelò l’evoluzione e da questa fase i partiti si organizzarono all’estero ed i primi furono i comunisti popolari.
Dopo la seconda guerra mondiale tutti i partiti hanno assunto la conformazione di PARTITI DI MASSA. I partiti di centro e di sinistra avevano forti differenze, ma questo divario dopo il 68 di alleggerì e durò fino agli anni 90, anni in cui la democrazia cristiana per consenso con l’inchiesta mani pulite.
Il partito di massa ha avuto una continua trasformazione in:
IL FINANZIAMENTO PUBBLICO DEI PARTITI POLITICI
I partiti politici sono finanziati con i tributi dello Stato. Ci si chiedeva in passato se farli finanziare dai privati (entrate private) o dalle entrate pubbliche e si concluse con il finanziamento pubblico, perché i partiti interessano la collettività. Fino al 93 c’era il:
Nell’85 ci fu un referendum per eliminare il finanziamento ordinario dei partiti ma non raggiunse il quorum. Con il referendum del 93 fu abolito il finanziamento ordinario e rimase quello straordinario che prevede: che tutti i partiti politici ricevono 2 euro per ogni voto ottenuto.
C’è anche il finanziamento privato dei partiti politici:
I PARTITI POLITICI E LA COSTITUZIONE
L’art. 49 della Costituzione è l’articolo dei partiti e stabilisce:
Da qui si ricava:
I LIMITI
Si intende la struttura dei partiti che gestiscono il potere politico del paese ed è un struttura che varia nel tempo. Si sono avuti due tipi di sistemi:
ha il pregio di un ampio numero di partiti che vedranno i propri candidati nel Parlamento, e un po’ tutte le istanze sociali sono rappresentate in parlamento; è il pregio più importante. Per contro difficilmente si riescono a formare strutture stabili per diversi interessi.
Esistono due tipi di bipartitismo
Stabilità di governo, e la possibilità di alternanza al potere
Esistono delle istanze sociali che non sono rappresentate in Parlamento.
EVOLUZIONE STORICA DEI PARTITI POLITICI
In Italia dopo la seconda guerra si sono avuti dei governi di coalizione, il I è stato il Pentapartito (di 5 partiti). Dal 46 al 48 i partiti erano composti da opposti schieramenti politici che partecipavano al governo, il partito che aveva rilevanza era il partito Comunista. Dopo il 48 si avviò la guerra fredda e l’Italia aveva bisogno di finanziamenti economici e fu finanziata dall’America. Alcide De Gasperi andò in America e si ruppe il pentapartito, si creò così il partito monocolore cioè la democrazia cristiana. Con le elezioni del 48 la Democrazia Cristiana ottenne la maggioranza assoluta fino al 52. Poco prima del 1952 la DC propose il cosiddetto premio di maggioranza (una modifica della legge elettorale), cioè il partito che aveva la maggioranza dei voti, gli venivano attribuiti la maggioranza dei seggi in Parlamento e l’altra metà dei voti circa il 45%, era distribuita negli altri partiti politici. Questa risultò una legge "truffa" e nelle elezioni successive la DC non conquistò la maggioranza dei voti, probabilmente perché la sinistra si organizzò meglio; De Gasperi fu costretto a dimettersi e sostituito da Amiltore Fanfani. Dal 52 la DC (qui inizia a incrementarsi il PC) dovette così formare governi di coalizione in particolare con il Partito Liberale e il Partito Socialista. Questi governi sono andati avanti fino al 65 ed erano chiamati "partiti quatricentristi". In seguito si cambiano le alleanze e si apre la stagione del centro sinistra, soprattutto del PS con a capo Pietro Nenni (in questi governi si è sempre avuta la conflittualità fra sinistra e destra) dal 1964 al 1974 hanno portato a dei risultati.
Dal 64 al 68 ci furono dei governi abbastanza stabili che in seguito cominciarono a perdere stabilità con il declino del PS e la crescita del PC; crescita avuta fini al 74 e nel 76 il PC raggiunse il 30% dei voti. In questi anni si chiuse il centro sinistra.
Negli anni 70 ci fu il compromesso storico, che si basava:
Questi governi durarono dal 75 al 79, fino al rapimento di Moro, perché Moro fu l’artefice del compromesso storico, con la "teoria delle convergenze parallele", la creò perché pensava di far affiancare il PC al governo. Ad un certo punto il calo del PC ha fatto venire meno il compromesso storico.
Definitivamente nell’82 ci furono nuovi risultati.
Nell’84 una delle cose più significative è che ci fu il nuovo concordato con l’avvio della privatizzazione delle imprese pubbliche.
I pentapartito sono esistiti fino al 92, fino allo scoppio di mani pulite. Con il 92 i segretari dei partiti si dovettero dimettere e si nominò Buttiglione che sciolse il DC. Con le elezioni del 94 è cambiata la legge elettorale che nel 93 fu abrogata con referendum e dal pluripartitismo si è passati al bipartitismo.
LE ELEZIONI E LE ALTRE FORME DI PARTECIPAZIONE DEMOCRATICA
L’art. 1 della Costituzione dice che l’Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro, la sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme previste nella Costituzione la quale ci indica come il popolo può concorrere all’esercizio.
Democrazia quando il popolo può influire sulle scelte politiche del paese.
DEMOCRAZIA DIRETTA E INDIRETTA
Diretta, (detta anche plebiscitaria) quando le scelte politiche sono adottate direttamente dal popolo cioè ogni scelta politica può essere adottata solo su approvazione del popolo. Il modello Marxista prevedeva una democrazia plebiscitaria e, affermava che doveva cessare il metodo capitalistico.
La vecchia Unione Sovietica era democrazia diretta. Nell’Europa la Svizzera è una democrazia in cui esistono notevoli istituti di democrazia indiretta, dove quasi tutte le leggi devono essere approvate con referendum.
Indiretta, quando le scelte politiche vengono adottate dagli organi politici eletti dal popolo con l’intermediazione dei partiti politici. Qui il popolo non esercita direttamente la sovranità, ma la delega alle assemblee elettive cioè elegge i rappresentanti che decidono le scelte politiche.
In Italia c’è una democrazia indiretta e anche partecipata, perché le scelte politiche sono adottate dal Parlamento, e il popolo non partecipa alle scelte politiche in quanto non è una sua esclusiva.
Definiscono il sistema elettorale. Servono per trasformare i voti in seggi
Emesso dal Governo, approvato dal consiglio dei ministri e ha una durata di massimo 60 giorni, entro questo periodo deve diventare legge altrimenti decade
Il Parlamento approva una legge delega cioè i principi generali, i tempi e le materie del decreto legislativo e lo delega al Governo che deve approvarlo. È una legge tecnica.
È un documento che uno o più cittadini presentano alle Camere per chiedere provvedimenti legislativi o esporre comuni necessità e il Parlamento deve rispondere a questo documento.
Servono per eleggere i membri del Parlamento di entrambe le camere
Servono per eleggere gli amministratori politici locali cioè delle province, si chiamano elezioni amministrative solo per distinguerle da quelle politiche.
Curiosità. (Decentramento amministrativo: quando le attività politiche vengono trasferite dal centro in periferia. Un altro decentramento è quello burocratico, cioè trasferito da organi centrali a organi periferici).
Sono elezioni del Parlamento europeo, attualmente è ancora in vigore la legge proporzionale.
Il corpo elettorale è composto da tutti gli elettori (cittadini) che vanno a votare, cioè ELETTORATO ATTIVO
Mentre i soggetti che vengono eletti fanno parte dell’ELETTORATO PASSIVO.
ARTICOLO 48 DELLA COSTITUZIONE
Sono elettori tutti i cittadini uomini e donne che hanno raggiunto la maggior età. Il voto è personale ed uguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico. La legge stabilisce i requisiti e le modalità per l’esercizio del diritto di voto dei cittadini residenti all’estero e ne assicura l’effettività. A tal fine è istituita una circoscrizione all’estero per l’elezione delle Camere, alla quale sono assegnati seggi del numero stabilito da norma costituzionale e secondo criteri determinati dalla legge.
È un dover civico. Il voto è un diritto politico del cittadino ma è anche un dovere civico, cioè non è obbligatorio ed il mancato voto non comporta sanzione.
FENOMENO DELL’ASTENSIONISMO
Consiste nel fatto che il cittadino non si reca alle urne e quindi non esercita il diritto. Se si vota a scheda bianca o annullata non è considerato astensionismo. Oggi in Italia votano circa il 60 % degli aventi diritto al voto.
Un complesso di norme che ci consentono di trasformare i voti dei cittadini in seggi elettorali.
Quell’ambito territoriale nel quale si può eleggere un Parlamentare.
Il territorio si divide in circoscrizioni elettorali in genere corrispondono alle regioni. Sono però 26 perché alcune regioni hanno più circoscrizioni:
Lombardia 3
Lazio 2
Campania 2
Venezia 2
Sicilia 2
Ogni circoscrizione in base alla popolazione si divide in collegi elettorali; il totale dei collegi corrispondono al numero dei candidati da eleggere.
Maggioritario
Se per esempio in un collegio si presentano 3 candidati e uno di questi prende il 40% dei voti e gli altri due arrivano a prendere il 30% ciascuno, il primo conquista il seggio di deputato, anche se ha ottenuto meno della metà dei voti. Gli altri due non ottengono nulla. Con questo sistema si penalizza i partiti di piccole dimensioni, perché se un partito presenta una consistente minoranza di voti ma non ha ottenuto il primo posto non avrà nemmeno un rappresentante in parlamento. Nella maggior parte dei paesi che hanno il sistema maggioritario esistono sistemi bipartitici.
Proporzionale
A) MAGGIORITARIO A DOPPIO TURNO
Es. la Francia. In questo sistema le elezioni si svolgono in due turni. Al primo turno i partiti presentano i candidati in ogni collegio uninominale, se uno di essi presenta più del 50% dei voti viene subito eletto. In altri casi invece, nel secondo turno (nel ballottaggio) si dovrà votare solo per quei partiti che nel primo turno hanno preso voti non inferiori al 12,5%.
Lo sbarramento: cioè l’assegnazione dei seggi viene riportata solo tra quelle liste che hanno preso una percentuale di voti superiore al 4%, questo per evitare la frammentazione della rappresentanza. I partiti che non hanno raggiunto questa percentuale non ottengono nulla.
Il partito che ha ricevuto più voti vedrà aumentare i propri voti di una certa %, in base ad una distribuzione proporzionale.
PREGI DEL SISTEMA MAGGIORITARIO
DIFETTI DEL SISTEMA MAGGIORITARIO
PREGI DEL SISTEMA PROPORZIONALE
DIFETTI DEL SISTEMA PROPORZIONALE
I SISTEMI ELETTORALI IN ITALIA
Il sistema elettorale per la camera dei deputati
In Italia vige un sistema misto (sistema maggioritario e proporzionale)
IL SISTEMA PROPORZIONALE, del 25% è un correttivo per garantire le piccole formazioni con il sistema dello scorporo nei deputati
È disciplinato dall’art. 75 della costituzione
Definizione: istituto di democrazia diretta perché il popolo con il voto influisce su di un atto politico e quindi su di una legge ordinaria. Serve con il voto del popolo ad abrogare una legge in precedenza approvata dal Parlamento (abrogazione). L’abrogazione opera non solo con referendum abrogativo ma anche con una legge successiva che annulli la precedente. La legge è un atto politico (cioè manifestazione della sovranità), un frutto del programma dei partiti e un atto di democrazia indiretta; nonché serve per abolire una legge ordinaria.
Il referendum abrogativo, previsto dalla costituzione, serve solo per abrogare, privare di efficacia una legge, eliminarla dal mondo giuridico.
Oggetto: la Costituzione dice che il referendum abrogativo può avere in oggetto:
I soggetti che possono richiedere il referendum:
Da qui si formerà il comitato promotore che ha sei mesi di tempo per raccogliere le firme. Una volta raccolte le firme, vengono depositate presso la corte di cassazione la quale effettuerà un controllo formale, cioè se tutte le firme sono in regola e gli estremi dei documenti. La corte di cassazione poi trasmette il requisito referendario alla corte costituzionale che deve decidere sull’ammissibilità del referendum; in quanto il secondo comma dell’articolo 75 della Costituzione dice:
II Comma: non è ammesso il referendum per le leggi tributarie e di bilancio, di amnistia e di indulto, di autorizzazione a ratificare i trattati internazionali. Il trattato internazionale è un atto politico approvato dal Governo, ma questo trattato in seguito deve essere approvato (ratificato) dal Parlamento. Il trattato internazionale non può essere sconfessato dall’organo costituzionale.
III Comma: hanno diritto a partecipare al referendum tutti i cittadini chiamati ad eleggere la Camera dei deputati
IV Comma: la proposta soggetta a referendum è approvata se ha partecipato alla votazione la maggioranza degli aventi diritto, e se è raggiunta la maggioranza dei voti validamente espressi.
Ci sono altre ipotesi per cui non si può avere il referendum, ma la Corte Costituzionale non ritiene queste seconde ipotesi tassative.
La corte costituzionale si deve pronunciare entro il 10 febbraio sull’ammissibilità del referendum.
LA CELEBRAZIONE DEL REFERENDUM
La legge ha stabilito due casi:
Fino al 1970 non si poteva attuare il referendum, solo con legge del 25 maggio del 1970 si è potuto attuare il referendum
Esistono anche referendum regionali e comunali, e possono anche essere solo consultivi o propositivi, in quanto è possibile chiedere l’opinione del popolo prima di un referendum.
Gli organi più importanti dello Stato apparato che concorrono a determinare le scelte politiche, sono gli organi costituzionali, queste scelte sono le più elevate per individuare gli indirizzi delle strategie fondamentali dello Stato e, determinare i criteri in base ai quali lo Stato deve essere eletto. Si dice che queste scelte vengono definite libere nel fine, cioè gli organi proprio perché gestiscono la sovranità sono liberi nel fare le scelte, ma rispondono nella decisione solo al corpo elettorale, quindi al popolo.
CARATTERISTICHE
Questi organi politici si differenziano dalla Pubblica Amministrazione è il vertice più elevato, ed è divisa dagli organi politici. Ha il compito di concretizzare, di mettere in pratica le decisioni prese dagli organi.
Vanno distinti dagli organi giudiziari, che esercitano funzioni giurisdizionali (subordinate alla legge. La legge è un atto di forza politica del Parlamento; il decreto legislativo è del Governo con partecipazione del Parlamento).
Gli organi costituzionali, si chiamano così perché sono previsti dalla costituzione e sono organi per eccellenza che compiono l’attività politica all’interno dello Stato.
È un organo dello Stato.
In passato le funzioni giurisdizionali giudicavano anche il presidente del Consiglio dei Ministri e i Ministri che commettevano reati.
La corte costituzionale è composta da 15 giudici costituzionali che durano in carica 9 anni e non sono rieleggibili.
ORGANI DI RILIEVO COSTITUZIONALE
Questi organi non sono i più importanti perché sono organi che contribuiscono indirettamente alle scelte politiche del paese.
A) CONSIGLIO SUPREMO DELLA MAGISTRATURA
Compiti
Di garantire autonomia e indipendenza dei magistrati, è presieduto dal Presidente della Repubblica, il quale deve operare affinchè la magistratura sia indipendente dal potere politico; è una tematica di estremo interesse. Oggi si parla di diversificazione delle carriere. Abbiamo la magistratura inquirente con il compito di dirigere le indagini, es. la polizia. La magistratura requirente o giudicante invece ha il compito di seguire la fase finale di un processo – il dibattimento – (la fase preliminare di un processo viene eseguita dai giudici inquirenti). Garantisce tutti i passaggi di carriera, stabilisce l’inamovibilità di un giudice.
B) CONSIGLIO NAZIONALE DELL’ECONIMIA E DEL LAVORO
Svolge funzioni delle economie dei lavori e iniziative legislative (cioè di legge) al Parlamento.
È l’organo più vecchio (fu istituito da Cavour) e nello Stato assoluto funzionava come un vero e proprio governo. Oggi, è un organo di giustizia amministrativa di secondo grado al quale si fa appello le sentenze dei TAR.
Ha il compito di controllare il bilancio dello Stato e degli enti locali.
E) CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA
Presieduto dal Presidente della Repubblica, ha il compito di nominare i più alti dirigenti delle forze armate, per garantire l’autonomia di questi corpi speciali dallo Stato. Decide anche tutte le strategie di difesa.
Deriva dall’Inghilterra del 1600. Significa parlare, in quanto la funzione principale del parlamento è legislativa.
La seconda parte della Costituzione si interessa del Parlamento ed inizia dall’art. 55, questa parte può essere modificata. Il Parlamento può avere una struttura di bicameralismo monocameralismo
Art. 55
Il Parlamento si compone della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica. Il Parlamento si riunisce in seduta comune dei membri delle due Camere nei soli casi stabiliti dalla Costituzione.
Il nostro Parlamento è strutturato con il bicameralismo, cioè composto da due camere: Senato e Deputati.
Il bicameralismo può essere di due tipi:
Entrambe le camere hanno la stessa funzione perché un provvedimento legislativo deve essere approvato prima da una camera e poi dall’altra camera, ed infine deve essere approvato da entrambe le camere con maggioranza. Se una camera approva la legge, l’altra può modificarla e quindi torna indietro fin che non è approvata da entrambe. Il passaggio continuo delle leggi da una camera all’altra si chiama navetta.
significa che le camere hanno funzioni diverse e si possono articolare:
Quando c’è una sola camera ed ha un numero più ampio di membri e quindi si alza la maggioranza.
ORIGINE STORICA DEL BICAMERALISMO
Secondo un primo modello, sorto in Inghilterra nel corso del XVII secolo con il passaggio dallo stato assoluto alla monarchia costituzionale, aveva lo scopo di contemperare le diverse esigenze dei ceti sociali. Una camera elettiva era formata dalla borghesia, l’altra non elettiva, ma di nomina, rappresentava gli interessi della nobiltà.
In Italia vigeva lo stesso sistema prima dell’avvento della repubblica: la camera dei deputati era elettiva mentre i senatori erano nominati dal re.
Secondo un secondo modello, nato negli Stati Uniti d’America, il bicameralismo era formato: da una camera che rappresenta l’insieme dei cittadini, una seconda camera, invece, rappresenta gli stati membri della federazione. Questo modello in Europa è stato adottato dalla Repubblica Federale di Germania.
Il nostro Parlamento è strutturato con il bicameralismo. Si compone di due camere:
L’art. 59 della Costituzione dice: è senatore di diritto a vita, salvo rinuncia, chi è stato presidente della Repubblica. Il Presidente della Repubblica può nominare senatori a vita cinque cittadini che hanno illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario.
Le due camere si riuniscono sempre separatamente (tranne per alcuni casi previsti dalla Costituzione). Ogni decisione deve ottenere separatamente l’approvazione di entrambe le camere. Esse hanno le stesse funzioni.
PREGI DEL BICAMERALISMO: c’è una maggiore riflessione sulla formazione delle leggi.
DIFETTI: si allunga il dibattito per l’approvazione delle leggi. C’è una sorta di degenerazione, perché le scelte per l’approvazione di una legge vengono effettuate fuori dalle camere, e quindi dai partiti.
In Italia c’è un sistema bicamerale. Quando è stata approvata la Costituzione, c’era un dibattito per decidere su di un parlamento bicamerale o monocamerale. Fu voluto il bicameralismo in quanto la camera dei deputati, più ampia, aveva lo scopo di rappresentare l’unità del paese. Il senato della repubblica avrebbe dovuto rappresentare le regioni (istituite negli anni 70). L’art. 57 prevedeva che il senato dovesse essere eletto su base regionale, ma poi la costituente demandò il regionalismo del senato alle leggi elettorali. La legge elettorale del senato doveva così essere strutturata in modo diverso.
DIFFERENZA TRA SENATO DELLA REPUBBLICA E CAMERA DEI DEPUTATI
Camera dei deputati:
Senato della repubblica
Entrambe le camere hanno il sistema maggioritario con correzione proporzionale, durano in carica 5 anni ed hanno le stesse funzioni.
Effettua:
È’ uguale per entrambe le camere, con due presidenti. La struttura non è scritta nella Costituzione ma nei regolamenti parlamentari, qui si entra nel diritto parlamentare. Questi regolamenti, sono delle fonti del diritto e si interessano di individuare:
Sono dei regolamenti anomali, in quanto i regolamenti, che sono fonti, del diritto sono ordinamenti secondari perché hanno lo scopo di applicare le leggi ordinarie; dopo la costituzione sono la fonte più duratura. Per i regolamenti parlamentari questo principio non vale perché sono delle fonti super primarie equiparate alla costituzione. La loro modifica non potrà mai avvenire con legge ordinaria, ma solo con legge di revisione costituzionale.
Entrambe durano in carica 5 anni, solo a partire dalla legge, di revisione costituzionale, del 1963; prima di questo anno il senato durava 6 anni, la camera dei deputati 5 anni. Dal 1948 ad oggi, il senato non ha mai durato 6 anni anche se la costituzione lo prevedeva, ed era riportato anche nello statuto albertino
1) IL PRESIDENTE DELLA CAMERA
La costituzione dice che lui esiste, ma non indica le sue competenze, che sono oggetto delle leggi parlamentari. Viene eletto a maggioranza qualificata nei primi tre scrutini e a maggioranza assoluta dal quarto scrutino in poi.
Funzioni :
Il presidente della Camera presiede la conferma dei capi gruppo.
Il Parlamento è diviso in gruppi parlamentari normalmente coincidono con i partiti politici, ma non è detto, per es. l’Ulivo è un gruppo a se stante. I capi gruppo sono i responsabili dei gruppi parlamentari e sono coloro che esprimono nel Parlamento, le dichiarazioni di voto. I responsabili si riuniscono in un organo collegiale che viene detto conferenza dei capi gruppo, presieduto dal Presidente della Camera e disciplinato dai regolamenti parlamentari.
Il presidente non opera da solo ma coadiuvato (aiutato) da un ufficio di presidenza, composto da 4 vicepresidenti che si alternano al presidente della camera e almeno 2 appartengono all’opposizione.
Sono una struttura interna del Parlamento (raggruppano 1 o più partiti) e disciplinati dai regolamenti parlamentari.
Per le questioni più importanti le camere si riuniscono in assemblea plenaria, composta dai rappresentanti di tutti i partiti in proporzione dei membri di ciascun partito. Mentre l’assemblea plenaria è la sede naturale per lo svolgimento dei dibattiti politici più importanti, le commissioni costituiscono una sede specializzata per affrontare le questioni con maggiore approfondimento. In questa assemblea vige il principio della maggioranza, le diverse maggioranze necessarie per approvare i diversi provvedimenti legislativi, sono previsti in parte dalla Costituzione, in parte dai regolamenti parlamentari.
Tre tipologie di maggioranze
ECCEZIONE a questa regola generale:
se solo 1 parlamentare, dopo che il presidente ha considerato aperta la camera, chiede la verifica dei presenti, il presidente deve accertarsi verificando e se mancano i membri, allora dovrà sospendere la discussione e riaggiornarla.
Le ragioni sono:
Alle commissioni di inchiesta appartengono:
L'organo giurisdizionale che può iniziare l'azione penale è la Procura della Repubblica presso il Tribunale, quando si accerta che è un'azione penale si invia al reo l'avviso di garanzia e avviene la registrazione presso il registro degli indagati, scritto dal pubblico ministero. Seguitano poi il rinvio a giudizio ed il dibattimento.
Prima del '93, l'immunità parlamentare era totale, qualunque fosse il reato commesso dal parlamentare, il magistrato non poteva iniziare un processo penale a suo carico. Il pubblico ministero poteva solo inviare una richiesta ad una Giunta per l'autorizzazione a procedere e doveva decidere se rinviare il parlamentare all'aula, in quest'ultimo caso l'aula votava a maggioranza.
Con il 1993 ad oggi
Nei confronti di un parlamentare può sempre, senza alcuna autorizzazione, essere iniziato e portato a termine un processo penale.
Un parlamentare può essere tratto in arresto
Può iniziare una sentenza penale, ma non può arrestare il parlamentare, salvo che ne faccia richiesta alle Camere. Il parlamentare non può essere sottoposto a perquisizione domiciliare o personale. Molti giudici in alternativa alla perquisizione, possono porre sotto sequestro la persona.
Ogni camera dura in carica 5 anni (periodo di legislatura), dopo questo termine il presidente della repubblica dichiara lo scioglimento delle camere e indice le nuove elezioni che devono avvenire entro 70 giorni dalla fine delle precedenti camere
Viene esercitata congiuntamente da entrambe le camere.
NAVETTA. Consiste nella maggioranza per approvare le leggi
PRESUNZIONE DEL NUMERO LEGALE DELLE PRESENZE, SI VERIFICA SOLO SU RICHIESTA
I regolamenti parlamentari dicono che per poter iniziare e proseguire la discussione di una legge, debbono essere presenti la metà +1 dei parlamentari e si presume che ci sia sempre.
[ la presunzione è considerata come quando da un fatto noto, per forza di legge si risale ad un fatto non conosciuto]. Da un fatto noto della pubblicazione della legge si risale al fatto non conosciuto, cioè la legge vera e propria. Un parlamentare può richiedere la verifica del numero, in questo caso il presidente della camera deve provvedere alla verifica.
ITER LEGIS (strada della legge)
È' un procedimento di formazione delle leggi ordinarie. Si distinguono in: leggi ordinarie e di revisione costituzionale. Le leggi possono essere approvate con :
PROCEDIMENTO ORDINARIO, che si applica a tutte le leggi ordinarie e si articola in cinque fasi:
IL GOVERNO
Il Governo è il più forte organo costituzionale perché concentra in sé molti poteri:
IL PRINCIPIO DI LEGALITA'
I poteri del governo sono limitati dal principio di legalità: in base a questo principio il governo può agire esclusivamente nei limiti previsti dalla legge ed i suo atti possono essere sottoposti al giudizio di un'autorità giudiziaria
IL PRINCIPIO DI LEGITTIMAZIONE DEMOCRATICA
Questo principio è stato risolto in modo diverso nelle forme di governo presidenziali e parlamentari.
Nelle forme di governo presidenziali, il governo gode di una legittimazione democratica propria al pari del parlamento perché esso è eletto dal popolo.
Nelle forme di governo parlamentari, il governo gode di una legittimazione democratica derivata, dovuta da una maggioranza politica che si forma in parlamento; per governare il governo deve ottenere la fiducia e deve dimettersi nel caso questa venisse a mancare.
In Italia, tra il 1948 ed il 1992 i governi sono stati formati da coalizioni contratte tra i partiti, dove la figura del presidente del consiglio è stata quella di primus inter pares.
Instabilità. In questo arco di tempo in Italia i governi hanno avuto una vita molto breve; ci sono stati 45 governi in 44 anni, durando quindi tutti meno di un anno.
Continuità. Nonostante i governi siano sempre cambiati, essi sono stati formati, in via generale, dagli stessi uomini e dagli stessi partiti. Il partito maggiore italiano, la Dc, ha quasi sempre presieduto il governo.
Dopo il 1992, in Italia, la situazione è cambiata, si ha avuto un'alternanza al governo di nuovi partiti e nuovi esponenti politici.
Il governo è l'unico organo costituzionale complesso, cioè quando è strutturato da una pluralità di organi che cooperano assieme per raggiungere lo scopo finale. Questi organi si dividono in:
[ La legge 400/1988, ha individuato le tipologie dei regolamenti governativi]
ORGANI NECESSARI
Il Presidente del Consiglio dei Ministri
Analisi della disciplina formale della presidenza del Consiglio dei Ministri, cioè quello che è previsto dalla norma. La nostra costituzione individua il Presidente del Consiglio dei Ministri come organo e non lo individua come capo del governo ma come "primus inter pares" (primo tra i pari), non è il superiore gerarchico ma è un organo con compiti di:
da qui i ministri hanno il compito di attuare il programma del governo, cioè tutte le attività politiche che sono tracciate dal programma presentato dal presidente del consiglio.
È possibile che un ministro non segua la direttiva, (che può anche essere disattesa dal destinatario). Il presidente del consiglio non ha alcun potere nei confronti dei ministri e se, qualcuno di loro, disattendono la direttiva il presidente deve riprendere la questione.
non è un organo propositivo e deliberativo, ma garantisce l'unità della politica del governo.
Riepilogando, il Presidente del Consiglio:
È l'organo deliberativo. Le sue riunioni non sono pubbliche e non vengono pubblicati i resoconti. Il consiglio definisce la politica generale del governo e adotta tutte le decisioni più importanti:
I ministri sono 14 ed hanno una doppia funzione:
Si interessano di:
Ogni ministero ne ha più di uno, collaborano con il ministro nel compimento di una determinata attività del Ministero; possono anche sostituire un ministro, per es. per la delega delle riforme.
La legge 400/1988 ha previsto la nuova figura del vice ministro. La differenza tra il vice ministro e il sottosegretario è che, mentre quest'ultimo può sostituire il ministro, l'altro non ha questa facoltà.
Il Vice Presidente del Consiglio dei Ministri
È una figura molto particolare in quanto non può sostituire completamente il Pres. Cons. Ministri, ma può solo operare su delega del Pres. Cons. Ministri e non lo sostituisce in toto. Non sta nel Gabinetto.
È stato operativo una sola volta. Ne fanno parte:
Questo organo ha dei compiti preparativi, istruttori e non sono del tutto autonomi.
Non vanno confusi con i sottosegretari, ma operano con loro, operano in aggiunta loro. I vice ministri hanno un compito assai limitato, devono interessarsi di un settore particolare su delega del Ministro. Accordano un po’ tutti i partiti.
La disciplina Costituzionale del Governo, è questa appena descritta. In Italia abbiamo sempre avuto dei governi di coalizioni definiti governi contratti tra i partiti, vengono detti anche non eletti.
Oggi l'orientamento è cambiato, il governo viene eletto perché si vota uno schieramento politico e quello schieramento determinerà l'indirizzo politico.
Vedremo in seguito:
Si procede alla formazione di un nuovo governo quando il precedente ha rassegnato le dimissioni, quando cioè si è aperta una crisi di governo. Si ha comunque la formazione di un nuovo governo all'inizio di ogni legislatura.
La Costituzione affida la nomina del nuovo governo al presidente della repubblica, ed ha previsto l'intervento del parlamento in un momento successivo, mediante il voto di fiducia.
Quindi la costituzione dice che: "il presidente della repubblica nomina il presidente del consiglio e, su proposta di questo, i ministri" (art. 92 c. 2).
L'incarico
Il nuovo presidente del consiglio viene nominato dal presidente della repubblica, che in tale scelta non ha una discrezionalità assoluta. Se dalle elezioni è emersa una coalizione vincente e se la coalizione ha un proprio leader, il presidente della repubblica non ha scelta: deve designarlo come presidente del consiglio. In caso contrario, il presidente della repubblica deve individuare una persona che possa raccogliere attorno a se una maggioranza parlamentare.
Una volta ricevuto l'incarico, il presidente del consiglio, dovrebbe, secondo l'art. 92 c. 2, procedere alla scelta dei ministri.
In passato però avveniva che: dopo la nomina del presidente del consiglio, si aprissero le trattative tra i partiti per definire: la formula della coalizione, il programma politico e indicare i nomi dei ministri.
Oggi questa pratica non si usa più, perché finiva per limitare il ruolo del presidente del consiglio e subordinarlo alle trattative dei partiti.
Le nomine
Il nuovo presidente del consiglio sceglie i ministri che vengono a loro volta nominati dal capo dello Stato con proprio decreto. Dopo aver ricevuto la nomina, i ministri prestano giuramento nelle mani del capo dello Stato. Da qui il governo entra in carica e sostituisce il governo precedente.
Il voto di fiducia
Entro 10 giorni dalla sua formazione, il governo deve presentarsi davanti alle due camere per ottenere la fiducia. In queste sedi il presidente del consiglio espone il programma, che sarà oggetto di discussione del parlamento e si concluderà con la votazione della mozione di fiducia.
Può accadere che il parlamento neghi la fiducia la governo (basta ovviamente il voto contrario di una sola camera). In questo caso il governo è costretto a dimettersi e si riapre una crisi di governo.
La durata del governo
Il governo non ha mai una durata temporale, non ha un limite di tempo, quindi viene assunto per un tempo indeterminato.
Il governo entra in crisi quando ritiene di non avere più la maggioranza parlamentare. Questo comporta che il presidente del consiglio, deve rassegnare le dimissioni nelle mani del presidente della repubblica e rimane in carica solo per ordinaria amministrazione, fino a quando non otterrà la fiducia il nuovo governo.
Ci sono due tipi di crisi:
Questa crisi parlamentare può avvenire quando: il governo considerando di grande importanza un suo provvedimento (di solito una legge o un decreto - legge) per realizzare il suo programma politico, pone al parlamento la questione di fiducia. Cioè quando il governo vuole far approvare una questione importante, chiede al parlamento la mozione di fiducia, e se il Parlamento boccia quella "legge" il governo si dimette, se invece il parlamento l'approva è come se il governo riceve una nuova fiducia.
Lo scopo del governo, nel porre la questione di fiducia, è quello di mettere il parlamento di fronte a una secca alternativa: o accettare la volontà del governo o provocare la crisi, e quindi di facilitare l'approvazione del provvedimento.
La questione di fiducia si pone:
Il governo dimissionario rimane in carica fino alla nomina del governo successivo, e tuttavia le sue funzioni sono limitate all'ordinaria amministrazione. Si esclude cioè che esso possa prendere decisioni molto rilevanti sul piano politico.
La funzione politica di governo
Il governo concorre alla determinazione delle scelte politiche dello Stato per il paese. È proprio il governo che contribuisce ad individuare ed attuare l'indirizzo politico dello Stato. Le scelte politiche sono attuate dal governo attraverso la pubblica amministrazione.
Il governo esegue le scelte politiche, cioè le attua attraverso i Ministeri. Le scelte politiche sono racchiuse nel programma politico di governo.
La funzione amministrativa di governo
Significa che il governo esegue le scelte politiche, è un'attività di tipo strumentale. Per mettere in pratica queste scelte il governo ha il compito di organizzare i servizi pubblici e offrirli ai cittadini.
Tra l'attività politica e amministrativa, c'è l'attività di alta amministrazione, composta da alti dirigenti, che serve per accordare l'attività politica con quella amministrativa vera e propria.
Attività politica: individuazione di criteri.
Attività amministrativa: attuazione di questi criteri.
Da qui deriva che:
a) tutta l'attività amministrativa è subordinata a quella politica;
b) l'attività politica è libera nel fine;
I principi dell'attività amministrativa sono:
L'attività amministrativa ha un vincolo fondamentale ed è: il principio di legalità, è il più importante perché la pubblica amministrazione nello svolgere la sua attività deve attenersi alle leggi.
Il principio di imparzialità a cui si deve ispirare tutta la pubblica amministrazione.
Tutti gli atti normativi sono deliberati dal Consiglio dei ministri.
Gli atti normativi sono di 2 tipi:
Il governo, eccezionalmente, può produrre atti di normazione primaria; ma normalmente può produrre atti di normazione secondaria.
Gli atti di normazione primaria sono:
Sono provvedimenti emanati dal Consiglio dei Ministri, servono a risolvere delle situazioni di eccezionalità e urgenza, es. alluvione, terremoto.
Il decreto legge (chiamato anche atto avente forza di legge) può modificare qualunque tipo di legge ordinaria però non dura in eterno, ma dura 60 giorni, entro questo tempo deve essere convertito in legge altrimenti decade. Una volta approvato è emanato dal presidente della repubblica, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale e dalla mezzanotte del giorno della pubblicazione il decreto entra in vigore. Il giorno successivo alla pubblicazione il governo deve presentarlo al parlamento per convertirlo in legge e, se non ci riesce entro 60 giorni decade completamente, cioè tutti gli effetti che ha prodotto decadono.
Il Parlamento quando converte il decreto legge in legge può anche modificarlo.
I presupposti del decreto legge sono: la necessita e l'urgenza. Riguardo a questo, la Corte Costituzionale può intervenire sul decreto legge perché se non riscontra almeno uno di questi presupposti, lo può annullare.
Per decreto legislativo si intende il trasferimento temporaneo della funzione legislativa dal Parlamento al Governo per materie determinate.
Il presupposto è:
una legge di delegazione (ordinaria) in cui il parlamento deve indicare:
Il decreto legislativo è strutturato sulla base di due atti:
Una volta approvata la legge delega, il governo predispone il testo del decreto legislativo. La preparazione di questo testo spetta al singolo ministro competente in materia, poi deve passare al consiglio dei ministri per la discussione e approvazione. Il decreto legislativo viene così emanato dal presidente della repubblica e pubblicato sulla Gazzetta ufficiale; entra in vigore, come le leggi, il 15° giorno successivo alla pubblicazione.
I decreti legislativi hanno forza di legge. Possono quindi abrogare leggi preesistenti e sono vincolanti per tutti i cittadini (a differenza della legge delega che vincola solo il governo).
La Corte Costituzionale può pronunciare la illegittimità del decreto legislativo quando: se il governo non si è attenuto ai criteri ed ai principi direttivi si può dichiarare l'incostituzionalità.
Il parlamento con il criterio di delegazione da 24 mesi di tempo per il decreto legislativo e, se prima dei 24 mesi, dovesse approvare una legge ordinaria contraria alla legge delega, allora il governo deve sospendere il procedimento del decreto legislativo.
Il governo può adottare anche altri atti normativi, chiamati regolamenti, che però non hanno forza di legge (non possono abrogare o modificare leggi preesistenti). Essi sono fonti secondarie del diritto. Il procedimento per la loro emanazione è regolato dalla legge 400/1988. Questi regolamenti vengono approvati dal governo e sono secondari perché devono essere rispettosi della legge quindi non contrari alla costituzione.
Tipologie di regolamenti:
Sono tutti regolamenti emanati, sempre, con decreto del presidente della repubblica.
La dottrina delle considerazioni effettuate dagli studiosi del diritto hanno fatto una classificazione teorica:
I regolamenti delegati
Allo scopo di promuovere il processo di delegificazione, la legge 400/1988 ha introdotto i regolamenti delegati. Essi sono emanati dal governo sulla base di una delega operata da una legge del parlamento che autorizza il governo a disciplinare una certa materia con un proprio regolamento e stabilisce che al momento dell'entrata in vigore di tale regolamento saranno abrogate le leggi preesistenti che si occupano di quella materia. Il regolamento delegato serve ad attuare la legificazione, cioè con legge ordinaria il governo indica le materie che possono essere disciplinate dal regolamento. Esso serve a sciogliere la riserva di legge, ed è pubblicato nella Gazzetta ufficiale.
Il regolamento delegato, quando entra in vigore, abroga la legge già esistente (l'abrogazione è la perdita di efficacia della legge a seguito di una legge successiva di pari grado).
Un regolamento se contrario a norme di legge viene chiamato illegittimo, e quando è tale si impugna in tribunale, più precisamente nei T.A.R., (il regolamento è un atto amministrativo che però non produce subito degli effetti perché esso li produce con altri atti amministrativi concreti. Gli atti amministrativi fino agli anni '70 non si potevano impugnare).
Quando il regolamento è illegittimo lede una figura soggettiva particolare. L'interesse legittimo è l'interesse che ha ogni cittadino in un atto amministrativo, che sia conforma alla legge e che sia assente da vizi di legittimità. Questi vizi sono:
Quasi sempre l'interesse legittimo è collegato ad un diritto soggettivo, es. iscrizione scolastica, rilascio di passaporto.
Immunità dei membri del governo
(oggi è stata quasi tolta)
L'immunità dei membri del governo è stata profondamente modificata dal 1993.
Dal 1993 ad oggi. I membri del governo per i reati che commettono nell'esercizio delle loro funzioni, vengono giudicati dal giudice ordinario competente per territorio (locus commissi delitti= è competente a giudicarlo il giudice del luogo dove è successo il fatto).
Quando viene commesso un reato, presso il tribunale competente si costituisce un collegio composto da tre giudici, e si chiama il tribunale dei Ministri.
Questo tribunale si limita a compiere accertamenti istruttori preliminari per verificare se contro il ministro esistono sufficienti indizi di colpevolezza, se si accerta questo il tribunale dei ministri si rivolge alla Camera di appartenenza; se il ministro non dovesse appartenere ad alcuna camera (è comunque coperto da immunità) l'autorizzazione va chiesta al Senato della repubblica, dopo di che la camera di appartenenza decide se concedere alla Procura della Repubblica il via a procedere.
Oggi, con l'attuale riforma, si vuole un'immunità sostanziale (che di fatto è ancora processuale), cioè se un ministro commette un reato è da considerare che non ha fatto niente (si pensa di estendere questa immunità a tutti i membri del parlamento ed anche ai terzi coinvolti nel reato).
IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Il presidente della repubblica è un organo necessario, ed è disciplinato nella costituzione dagli articoli che vanno dal n°83 al n°91.
Vedremo:
Dopo parleremo dei poteri del presidente della repubblica, cioè tutti gli atti del presidente sono:
Il nostro presidente della repubblica non è titolare di alcun potere e non esercita alcuna funzione, è un organo neutrale, e tutti i compiti del presidente possono essere sintetizzati:
Può essere eletto presidente della repubblica qualunque cittadino che abbia compiuto il 50° anno di età, che goda dei diritti civili e politici e non deve essere un ex parlamentare.
Il presidente della repubblica è eletto dalle Camere in seduta comune, la riunione viene tenuta presso la Camera dei deputati e presieduta dal Presidente della Camera. Vi partecipano anche tre rappresentanti regionali, più 1 rappresentante per la Valle D'Aosta.
La Costituzione prevede le maggioranze che devono essere raggiunte e viene effettuato uno scrutinio segreto. Devono votare a favore i 2/3 dei componenti dell'assemblea nei primi tre scrutini, dal quarto in poi devono votare con maggioranza della metà + 1 dei componenti (non dei presenti).
Quando il presidente della repubblica è assente (fuori del territorio) o quando ha una malattia grave, deve essere sostituito da altri per evitare interruzioni nell'esercizio delle sue competenze. Il suo sostituto è previsto sia il presidente della Camera del Senato.
In caso di morte scatta, immediatamente, la supplenza del presidente del senato, che ha tempo 15 giorni per indire le elezioni del nuovo presidente della repubblica.
In questo contesto il Senato che poteri ha?
Normalmente si limita all'amministrazione ordinaria.
Chi sceglie il supplente? Quando può è il presidente della repubblica, altrimenti avviene automaticamente.
In caso di malattia la corte costituzionale deve accertare la malattia del presidente, poi lo trasmette al parlamento e decade così dalla carica (non è però mai accaduto).
POTERI, VERI E PROPRI, DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
I poteri fondamentali del presidente della repubblica si dividono in due categorie, e sono:
Con questi atti il presidente del consiglio:
Sono tutti atti che il presidente svolge in piena autonomia.
Anche per i poteri formali viene apposta la controfirma del governo, ma che in questo caso ha un'importanza maggiore perché se ne assume la responsabilità.
Questi poteri si possono riclassificare tenendo conto delle singole funzioni del presidente rispetto alle singole funzioni esercitate all'interno dello Stato da organi separati:
Rispetto alla funzione legislativa, gli atti sono:
In Italia il Presidente della Repubblica non partecipa mai alle riunioni delle camere. Egli vi partecipa quando viene eletto, dopo l'elezione viene portato dal presidente della camera al Senato e lì presta giuramento. Una volta effettuato il giuramento si recherà alla camera dei deputati, riunita in seduta comune, per effettuare il discorso di insegnamento.
Rispetto alla funzione esecutiva, gli atti sono:
Rispetto alla funzione giurisdizionale, gli atti sono:
LA RESPONSABILITA' DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
La responsabilità del presidente della repubblica è di due tipi:
Il principio del presidente della repubblica è quello di irresponsabilità politica (ecco perché c'è la controfirma ministeriale), cioè non risponde mai dei suoi atti sotto il profilo politico. Questo comporta che il Capo dello Stato non può essere mai sfiduciato dal Parlamento.
Il presidente della repubblica ha una limitata responsabilità penale. Può rispondere solo a due tipi di reato e solo durante il periodo della legislatura.
Risponde a:
Per questi atti deve essere messo in stato d'accusa dal Parlamento in seduta comune. Non viene giudicato da un giudice ordinario ma solo dalla Corte Costituzionale ampliata.
Ampliata perché oltre i 15 giudici di cui si compone deve essere composta anche di 16 cittadini. Questi cittadini vengono presi da un elenco che ogni 3 o 4 anni viene rinnovato.
È un organo costituzionale
È' composta da 15 giudici ed una volta nominati durano in carica 9 anni, cioè durano più di tutti gli altri, e sono nominati da organi diversi.
Gli organi per la nomina sono:
1) la funzione più importante della corte costituzionale è di giudicare sulla illegittimità costituzionale delle leggi approvate dal Parlamento, cioè se una legge non dovesse essere conforme ai principi costituzionali viene annullata dalla Corte Costituzionale. La corte costituzionale non può mari decidere d'ufficio, perché queste leggi arrivano all'esame della stessa incidentalmente (cioè proprio perché si verifica un incidente). Solo i giudici quando devono approvare una legge, o nel momento che la giudicano risulta non conforme possono bloccare il procedimento.
(questo è il procedimento principale).
2) giudica sull'ammissibilità dei referendum abrogativi delle leggi ordinarie;
3) giudica sugli eventuali conflitti di attribuzione degli organi dello Stato;
I membri della corte costituzionale godono di una immunità molto forte e durante la loro carica non possono essere sottoposti a giudizio.