APPUNTI DI SCIENZA DELLE FINANZE E DIRITTO

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DATA: 21 Giugno 2003

Versione : Bozza 8.0

Elaborazione : p.cerioni@tiscalinet.it

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PREMESSA *

RISORSE MONETARIE *

ENTRATE PUBBLICHE TRIBUTARIE *

ENTRATE PUBBLICHE EXTRATRIBUTARIE *

I SOGGETTI DELL’ATTIVITA’ FINANZIARIA PUBBLICA *

STATO APPARATO *

SETTORE PUBBLICO ALLARGATO *

FABBISOGNO PUBBLICO *

EVOLUZIONE E RUOLO DELLA FINANZA PUBBLICA *

FINANZA NEUTRALE *

FINANZA FUNZIONALE *

TEORIA MONETARISTA (Milton Friedman). *

OBIETTIVI DELL’ATTIVITA’ FINANZIARIA PUBBLICA *

BISOGNI PUBBLICI E COLLETTIVI *

SERVIZI SPECIALI *

STABILIZZAZIONE DELLA DOMANDA *

REDISTRIBUZIONE DEL REDDITO *

NATURA DELL’ATTIVITA’ ECONOMICA PUBBLICA *

IL DIRITTO FINANZIARIO *

IL DIRITTO TRIBUTARIO *

CONTABILITA’ DI STATO *

TECNICA DI RAGIONERIA *

NATURA DEL FENOMENO FINANZIARIO(CAPITOLO 2) *

TEORIE ECONOMICHE (le più antiche). *

TEORIE VOLONTARISTICHE *

TEORIE POLITICO SOCIOLOGICHE *

ATTIVITA’ FINANZIARIA PUBBLICA *

LA SPESA PUBBLICA *

SERVIZI GENERALI: *

SERVIZI SPECIALI: *

SERVIZI MISTI *

I SOGGETTI DELLA SP sono: *

AUMENTO DELLA SPESA PUBBLICA *

CAUSE *

CRITERI DI MISURAZIONE *

aumenti reali : intensificazione della S P e questo è il vero aumento. *

aumenti fittizi: sono rigonfiamenti della S P causati dal tasso d’inflazione (aumento generalizzato dei prezzi). *

PROBLEMA DELL’INFLAZIONE *

Il rapporto fra la S P e il PIL… *

EQUILIBRIO DEL SISTEMA ECONOMICO *

KEYNES *

TEORIA DEGLI SBOCCHI *

EFFETTI NEGATIVI DELL’ECCESSIVA FINANZA PUBBLICA *

SPIAZZAMENTO *

SPIAZZAMENTO REALE *

SPIAZZAMENTO FINANZIARIO *

SPINTA INFLAZIONISTICA *

DEFICIT DI BILANCIO *

CLASSIFICAZIONE DELLA S P *

(A) Rispetto agli effetti economici si hanno: *

(B) Rispetto agli effetti giuridici : *

(C) Rispetto al tempo : *

ANALISI COSTI –BENEFICI *

Criterio di efficienza *

I limiti *

LE ENTRATE PUBBLICHE *

CLASSIFICAZIONE DELLE ENTRATE (le fonti di entrate) *

PREZZI è volontario *

I PREZZI SONO ENTRATE ORIGINARIE *

TRIBUTI *

I TRIBUTI SONO ENTRATE DERIVATE *

PRESTITI *

CLASSIFICAZIONE DELLE ENTRATE *

A) Secondo la NATURA ECONOMICA si dividono in: *

B) Secondo la NATURA GIURIDICA si hanno entrate: *

ENTRATE PRIVATE *

ENTRATE PUBBLICHE *

CLASSIFICAZIONE DEL PREZZO *

1) PREZZO PRIVATO *

2) PREZZO QUASI PRIVATO (deriva da una necessità oggettiva) *

3) PREZZO PUBBLICO *

4) PREZZO POLITICO *

5) PREZZO MULTIPLO *

TRIBUTI: sono solo IMPOSTA, TASSA E CONTRIBUTO *

IMPOSTA *

TASSA *

DIFFERENZA TRA PREZZO E TASSA *

TASSE AMMINISTRATIVE *

TASSE GIUDIZIARIE *

TASSE INDUSTRIALI *

DIFFERENZA TRA IMPOSTA E TASSA *

IMPOSTA *

TASSA *

CONTRIBUTO speciale *

PRESSIONE TRIBUTARIA *

PRESSIONE FISCALE GLOBALE *

PRESSIONE FISCALE *

EFFETTI POSITIVI DELLA PRESSIONE FISCALE *

EFFETTI NEGATIVI DELLA PRESSIONE FISCALE *

TRASLAZIONE IN AVANTI *

TRASLAZIONE LATERALE *

L’IMPOSTA *

CAPACITA’ CONTRIBUTIVA *

MANIFESTAZIONI *

PRESUPPOSTO D’IMPOSTA *

IMPOSTE INDIRETTE E reali *

IMPOSTA DI FABBRICAZIONE *

ELEMENTI DELL’IMPOSTA *

4) RICCHEZZA. E' l'intera entità *

6) ALIQUOTA *

7) FONTE *

CLASSIFICAZIONE DELLE IMPOSTE *

IMPOSTE DIRETTE *

A) IMPOSTE SUL REDDITO *

IMPOSTE INDIRETTE *

IMPOSTE PERSONALI *

IMPOSTE GENERALI *

IMPOSTE SPECIALI *

IMPOSTE PROPORZIONALI E PROGRESSIVE *

L'applicazione dell'imposta: *

GLI EFFETTI ECONOMICI DELL'IMPOSTA (cap. 9) *

GLI EFFETTI MACROECONOMICI ED EFFETTI MICROECONOMICI *

EVASIONE *

ELUSIONE *

RIMOZIONE *

TRASLAZIONE *

LE IMPOSTE DIRETTE *

IMPOSTA SUL REDDITO DELLE PERSONE FISICHE (IRPEF) *

Caratteri e presupposto dell'IRPEF *

FORME DI STATO E FORME DI GOVERNO *

STATO ASSOLUTO *

STATO LIBERALE *

LO STATO FASCISTA *

LO STATO DEMOCRATICO *

LO STATO SOCIALISTA *

FORME DI GOVERNO *

FORMA DI GOVERNO PARLAMENTARE *

FORMA DI GOVERNO PRESIDENZIALE *

DIRITTI E DOVERI DEI CITTADINI *

ORIENTAMENTO GARANTISTA *

ORIENTAMENTO SOCIALE *

LIBERTA’ E UGUAGLIANZA *

LIBERTA’ FORMALE *

LIBERTA’ SOSTANZIALE *

UGUAGLIANZA FORMALE *

UGUAGLIANZA SOSTANZIALE *

RISERVA DI LEGGE *

RISERVA DI GIURISDIZIONE *

LIBERTA’ PERSONALE *

CARCERAZIONE PREVENTIVA *

LA SENTENZA DEFINITIVA DI CONDANNA *

IL DOMICILIO (art. 14) *

LIBERTA’ E SEGRETEZZA DELLA CORRISPONDENZA (ART. 15) *

LIBERTA’ DI CIRCOLAZIONE E DISOGGIORNO (ART. 16) *

LIBERTA’ DI RIUNIONE E DI ASSOCIAZIONE (ART. 17/18) *

LA MANIFESTAZIONE DI PENSIERO (ART. 21) *

I LIMITI *

TIPI DI LIMITE *

MEZZI CON I QUALI SI PUO’ MANIFESTARE IL PENSIERO *

STAMPA i principi generali *

DIFFUSIONE RADIOFONICA E TELEVISIVA *

TEATRO *

CINEMA *

LIBERTA’ RELIGIOSA (ART. 19) *

I LIMITI *

ATTEGGIAMENTO DELLO STATO RISPETTO ALLA RELIGIONE *

STATO CONFESSIONALE ( è stato assoluto) *

STATO LAICO *

LA COSTITUZIONE E L’ECONOMIA *

LA FAMIGLIA principi fondamentali *

I PARTITI POLITICI *

GLI ELEMENTI STRUTTURALI DEI PARTITI POLITICI (programma, uomini e mezzi) *

BREVE STORIA *

IL PARTITO DI MASSA *

SISTEMI DI PARTITI *

1) SISTEMA PLURIPARTITICO *

2) SISTEMA BIPARTITICO *

PREGI *

DIFETTI *

EVOLUZIONE STORICA DEI PARTITI POLITICI *

RISULTATI *

RISULTATI *

LE ELEZIONI E LE ALTRE FORME DI PARTECIPAZIONE DEMOCRATICA *

LA DEMOCRAZIA *

DEMOCRAZIA DIRETTA E INDIRETTA *

LE LEGGI ELETTORALI *

DECRETO LEGGE *

DECRETO LEGISLATIVO *

PETIZIONE POPOLARE *

TIPI DI ELEZIONI *

ELEZIONI POLITICHE *

ELEZIONI AMMINISTRATIVE *

ELEZIONI EUROPEE *

IL VOTO *

ARTICOLO 48 DELLA COSTITUZIONE *

SI PERDE IL VOTO *

SISTEMA ELETTORALE *

SEGGIO ELETTORALE *

CIRCOSCRIZIONI ELETTORALI *

DUE SISTEMI ELETTORALI *

A) MAGGIORITARIO A DOPPIO TURNO *

C) SISTEMA PROPORZIONALE CON CLAUSOLA DI SBARRAMENTO *

D) PREMIO DI MAGGIORANZA *

PREGI DEL SISTEMA MAGGIORITARIO *

DIFETTI DEL SISTEMA MAGGIORITARIO *

PREGI DEL SISTEMA PROPORZIONALE *

DIFETTI DEL SISTEMA PROPORZIONALE *

I SISTEMI ELETTORALI IN ITALIA *

IL REFERENDUM ABROGATIVO *

È disciplinato dall’art. 75 della costituzione *

ARTICOLO 75 *

LA CELEBRAZIONE DEL REFERENDUM *

GLI ESITI DEL REFERENDUM *

GLI ORGANI COSTITUZIONALI *

CLASSIFICAZIONE *

A) PARLAMENTO Ha una funzione legislativa. *

B) GOVERNO Ha una funzione esecutiva; ed anche una formativa *

C) PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA *

D) CORTE COSTITUZIONALE *

COMPETENZE. Sono: *

COMPOSIZIONE *

ORGANI DI RILIEVO COSTITUZIONALE *

A) CONSIGLIO SUPREMO DELLA MAGISTRATURA *

B) CONSIGLIO NAZIONALE DELL’ECONIMIA E DEL LAVORO *

C) CONSIGLIO DI STATO *

D) CORTE DEI CONTI *

E) CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA *

IL PARLAMENTO *

STRUTTURA *

MONOCAMERALISMO *

ORIGINE STORICA DEL BICAMERALISMO *

Il Parlamento *

DIFFERENZA TRA SENATO DELLA REPUBBLICA E CAMERA DEI DEPUTATI *

PARLAMENTO IN SEDUTA COMUNE *

STRUTTURA DELLE CAMERE *

DURATA DELLE CAMERE *

LE COMPETENZE DELGI ORGANI *

I GRUPPI PARLAMENTARI *

2) ASSEMBLEA PLENARIA *

I PARLAMENTARI *

La magistratura *

DURATA DELLA LEGISLATURA *

SCIOGLIMENTO DELLE CAMERE: *

FUNZIONE LEGISLATIVA *

TIPOLOGIE DI GOVERNO *

LA COMPOSIZIONE DEL GOVERNO *

Il Presidente del Consiglio dei Ministri *

Il Consiglio dei Ministri *

I Ministri *

I sottosegretari *

ORGANI EVENTUALI *

Il Vice Presidente del Consiglio dei Ministri *

Consiglio di gabinetto *

Vice ministri *

La formazione del governo *

Crisi di governo *

La funzione del governo *

La funzione politica di governo *

La funzione amministrativa di governo *

I principi dell'attività amministrativa sono: *

La funzione normativa *

I decreti legge *

Decreto legislativo *

I regolamenti *

Immunità dei membri del governo *

IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA *

Natura dell'organo *

I requisiti per l'elezione *

Elezione *

Supplenza del Presidente *

POTERI, VERI E PROPRI, DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA *

Rispetto alla funzione legislativa, gli atti sono: *

Rispetto alla funzione esecutiva, gli atti sono: *

Rispetto alla funzione giurisdizionale, gli atti sono: *

Politica *

Penale *

LA CORTE COSTITUZIONALE *

La struttura *

Funzioni *

PREMESSA

La scienza delle finanze riguarda l’attività finanziaria pubblica dello Stato. La legge finanziaria serve a modificare il bilancio dello Stato rispetto all’anno precedente. La scienza delle finanze si occupa di reperire tutti i mezzi monetari necessari per far fronte ai servizi pubblici.

RISORSE MONETARIE

Si dividono in:

ENTRATE PUBBLICHE TRIBUTARIE

ENTRATE PUBBLICHE EXTRATRIBUTARIE

Lo Stato per individuare che costo hanno le entrate e le uscite deve avere degli obbiettivi es. la sanità, la pubblica istruzione, quindi deve attuare delle scelte pubbliche.

Le scelte pubbliche economiche compiute dallo Stato sono COATTIVE, in quanto lo Stato rende obbligatorie queste scelte in base ad una POTESTA’ FINANZIARIA e la potestà finanziaria deve trovare fondamento nel consenso della maggioranza.

La POTESTA’ TRIBUTARIA invece rientra nella finanziaria (art. 2, in quanto lo Stato rende obbligatorie queste scelte in base ad una POTESTA’ FINANZIARIA e la potestà finanziaria deve trovare fondamento nel consenso della maggioranza.

La POTESTA’ TRIBUTARIA invece rientra nella finanziaria (art. 23 della costituzione), per imporre i tributi lo Stato si deve basare a determinate leggi ordinarie.

La scienza delle finanze a anche obbiettivi del tipo:

I SOGGETTI DELL’ATTIVITA’ FINANZIARIA PUBBLICA

I soggetti sono: Stato apparato e il Settore pubblico allargato

STATO APPARATO

Riguarda gli organi dello Stato e sono:

SETTORE PUBBLICO ALLARGATO

Imprese pubbliche ed enti pubblici istituzionali ( INPS, INPDAP,INAIL) ed enti territoriali

FABBISOGNO PUBBLICO

Tutte le risorse economiche di cui lo Stato ha bisogno per soddisfare il fabbisogno pubblico. Lo Stato valuta prima quanto bisogna spendere e poi si valutano le entrate che occorrono.

EVOLUZIONE E RUOLO DELLA FINANZA PUBBLICA

L’attività finanziaria pubblica ha subito nel tempo notevoli sviluppi, fino ad arrivare ai nostri giorni con un ruolo centrale nella vita politica, economica e sociale.

FINANZA NEUTRALE

L’attività finanziaria è neutrale rispetto al sistema economico, cioè non si occupa dell’andamento del sistema economico ma si occupa di erogare i servizi pubblici in modo che le attività dei cittadino potessero svolgersi con tranquillità e sicurezza.

FINANZA FUNZIONALE

Lo Stato deve occuparsi anche del sistema economico e non solo di erogare i servizi pubblici.

Keynes dice che lo Stato deve intervenire nell’equilibrio del sistema economico indirizzando le imprese private non saltuariamente ma in maniera coordinata, regolando il prelievo dei tributi e l’erogazione della spesa. Lui afferma che se si lascia libero spazio al sistema economico gli imprenditori non hanno più interesse ad aumentare la produzione, ma invece la devono aumentare per assorbire la disoccupazione. Il tasso di disoccupazione è una costante nel tempo e si risolve: lo Stato deve aumentare la spesa pubblica e chiedere, imprese, appalti, offerte.

Anche la teoria di Keynes ad un certo punto entra in crisi perché l’eccessivo aumento della spesa pubblica e della pressione tributaria portano ad uno squilibrio del mercato.

TEORIA MONETARISTA (Milton Friedman).

I monetaristi sostengono che la teoria Keynesiana quando interviene produce degli effetti che si verificano in un momento dilazionato oramai non più idoneo. Quindi lo strumento per garantire l’equilibrio economico consiste nel manovrare la quantità di moneta in circolazione (politica monetaria) da accelerare così gli effetti della teoria.

 

OBIETTIVI DELL’ATTIVITA’ FINANZIARIA PUBBLICA

1) Bisogni pubblici e collettivi

  1. Stabilizzazione della domanda
  2. Sviluppo economico
  3. Redistribuzione del reddito

BISOGNI PUBBLICI E COLLETTIVI

Lo Stato eroga dei servizi per i bisogni della collettività e possono essere anche privati.

Classificazione:

SERVIZI GENERALI.

Es. strade, canale d’irrigazione, ordine pubblico, politica estera. Non sono divisibili o frazionabili. Questi servizi non sono diretti ai singoli individui ma alla collettività ed i costi per questi servizi sono coperti attraverso le imposte.

SERVIZI SPECIALI.

Es. INPS, Posta, Scuola, Sanità. Con questo tipo di servizio è possibile sapere che utilità ne traggono i cittadini. Sono divisibili e individualizzabili.

SERVIZI SPECIALI

Perché producono le esternalità in quanto sono utili non solo al singolo individuo ma anche alla collettività. Il loro costo è coperto dalle tasse e in parte dalle imposte. La tassa è pagata da chi chiede il servizio ed è proporzionata ad esso.

STABILIZZAZIONE DELLA DOMANDA

L’obbiettivo è che la domanda di beni e servizi dei cittadini sia più o meno stabile nel tempo. Gli economisti sanno che il sistema economico attraversa fasi di espansione e sviluppo e qualche fase di depressione (si riduce la produzione ecc.)

Keynes a riguardo adottava la teoria del ciclo del economico e diceva "il salario deve aumentare proporzionalmente all’aumentare della produzione. Per stabilizzare la domanda lo Stato usa la LEVA FISCALE (imposte, tributi).

Per aumentare la produzione lo Stato deve abbassare l’imposizione fiscale diminuendo le tasse e aumentando la spesa pubblica. Se la domanda di beni e servizi è eccessiva le industrie aumentano i prezzi e cresce l’inflazione che non è facile da controllare.

 

REDISTRIBUZIONE DEL REDDITO

Tutte le imprese italiane producono beni e servizi e quindi il PNL, nel quale si calcolano i beni finali. Producendo le imprese distribuiscono il reddito. I fattori produttivi sono: capitale, lavoro, manodopera. Il reddito nazionale scaturisce dalla produzione e lo Stato deve far in modo di redistribuire il reddito da chi ne ha più alto a chi ne ha più basso. Lo Stato redistribuisce dopo che le imprese hanno distribuito e redistribuisce per: la funzionalità del sistema economico, se i redditi sono bassi i consumatori non potranno acquistare quello che offre il mercato.

TIPI DI REDISTRIBUZIONE

Settore primario: prime necessità

Settore secondario: industria

Settore terziario: servizi

Settore terziario avanzato: informatica

NATURA DELL’ATTIVITA’ PRIVATA viene regolata dal mercato

NATURA DELL’ATTIVITA’ ECONOMICA PUBBLICA

Gli studiosi dicono che se l’impresa privata tiene conto del mercato, lo Stato che criteri deve seguire? Lo Stato deve compiere un’ANALISI DEI COSTI E BENEFICI. Costi che la collettività deve sostenere, il beneficio è ciò che scaturisce da quello che si è ottenuto con i costi. Quando entrambi si equiparano allora vale la pena che questo servizio continui, se invece i costi sono maggiori allora si torna indietro per rivalutare il servizio. L’analisi lo Stato la deve fare sia per aprire un servizio pubblico e sia per mandarlo avanti.

IL DIRITTO FINANZIARIO

È quel complesso di norme che disciplina tutta l’attività finanziaria dello Stato, tutta la spesa pubblica. Dal diritto finanziario scaturiscono il diritto tributario e la contabilità di Stato.

IL DIRITTO TRIBUTARIO

Incide sui cittadini ed ha per oggetto i tributi istituiti dallo Stato.

L’art. 23 dice che le prestazioni patrimoniali (tributi) e personali possono essere imposte soltanto con legge ordinaria perché la legge ordinaria viene votata dal Parlamento.

L’art. 53 stabilisce:

 

CONTABILITA’ DI STATO

È’ il bilancio dello Stato e di tutte le pubbliche amministrazioni. È’ stata rivoluzionata a metà degli anni 70

TECNICA DI RAGIONERIA

Riguarda i criteri di redazione dei bilanci.

 

NATURA DEL FENOMENO FINANZIARIO(CAPITOLO 2)

Come i diversi economisti nel tempo hanno cercato di spiegare la natura finanziaria dello Stato .

Le TEORIE sono: ( le due più importanti)

  1. TEORIE ECONOMICO VOLONTARISTICHE, perché gli studiosi nelle varie teorie hanno ritenuto che lo Stato è un operatore economico e deve operare per le esigenze della collettività.

2) TEORIE POLITICO SOCIOLOGICHE. -

TEORIE ECONOMICHE (le più antiche).

 

TEORIE VOLONTARISTICHE

Vengono così chiamate perché c’è la volontà dello Stato di erogare i servizi e la volontà dei cittadini ad accettare i servizi.

TEORIE POLITICO SOCIOLOGICHE

Sono teorie estreme perché lo Stato compie la propria attività pubblica per due motivazioni: politiche e sociologiche.

ATTIVITA’ FINANZIARIA PUBBLICA

La scienza delle finanze riguarda l’attività finanziaria pubblica dello Stato. La legge finanziaria serve a modificare il bilancio dello Stato rispetto all’anno precedente. La Scienza delle Finanze si occupa di recepire tutti i mezzi necessari per far fronte ai servizi pubblici.

Le RISORSE MONETARIE sono:

le ENTRATE PUBBLICHE TRIBUTARIE

Le ENTRATE EXTRATRIBUTARIE

 

LA SPESA PUBBLICA

Sono tutti i mezzi monetari che non solo lo Stato ma tutti gli altri enti pubblici impiegano per erogare i servizi pubblici, generali, speciali, misti. Quando si analizza l’entità della S P si deve tener conto dello Stato e degli Enti locali.

SERVIZI GENERALI:

Es. strade, canale d’irrigazione

 

SERVIZI SPECIALI:

Es. posta, scuola, sanità.

Le caratteristiche: sono divisibili e individuabili

SERVIZI MISTI

Perché producono le esternalità utili non solo al singolo individuo ma anche alla collettività. Il loro costo è coperto dalle tasse e in parte dalle imposte. La tassa è pagata da chi chiede il servizio ed è proporzionata ad esso.

I SOGGETTI DELLA SP sono:

lo Stato e il Settore pubblico allargato cioè imprese pubbliche enti pubblici istituzionali (INPS, INPDAP, INAIL) ed enti territoriali.

AUMENTO DELLA SPESA PUBBLICA

Negli ultimi 25 anni si è moltiplicata la spesa pubblica

CAUSE

  1. erogare nuovi servizi: AUMENTI ESTENSIVI
  2. intensificare quelli già esistenti: AUMENTI ESTENSIVI

CRITERI DI MISURAZIONE

Individuare il metodo più idoneo per determinare l’entità degli oneri monetari dello Stato e infine per individuare la spesa pubblica.

Quando lo Stato va a misurare la S P gli incrementi si dividono in due:

aumenti reali : intensificazione della S P e questo è il vero aumento.

aumenti fittizi: sono rigonfiamenti della S P causati dal tasso d’inflazione (aumento generalizzato dei prezzi).

PROBLEMA DELL’INFLAZIONE

Bisogna usare il deflattore dei prezzi che toglie dai prezzi l’aumento causato dall’inflazione. Per confrontare le spese con i periodi precedenti si usa l’indice dei prezzi, cioè la media degli indici mensili.

 

Il rapporto fra la S P e il PIL…

spesso in percentuale, indica quanta parte del reddito nazionale è assorbita dalla S P

PIL tutti i beni e servizi finali prodotti sul territorio nazionale da italiani e non. Ha il vincolo della territorialità.

PNL beni e servizi prodotti da italiani in Italia e all’estero

PNN prodotto nazionale lordo meno gli ammortamenti

PNCF prodotto nazionale al costo dei fattori; prodotto nazionale netto meno le imposte dirette, ci dice quanto gli imprenditori pagano ai soggetti dei fattori della produzione.

REDDITO NAZIONALE LORDO senza togliere le imposte dirette

REDDITO NAZIONALE NETTO è il reddito disponibile impiegabile o per il consumo o per il risparmio

CONTO CONSOLIDATO DI TUTTO IL SETTORE PUBBLICO, qui si tiene conto dei bilanci dello Stato e degli altri enti pubblici.

EQUILIBRIO DEL SISTEMA ECONOMICO

Il sistema economico è in equilibrio quando l’offerta globale è uguale alla domanda globale. L’offerta globale è formata da tutti i beni e servizi prodotti nel paese. La domanda globale è formata da: consumi e investimenti (domanda di beni strumentali atti ad aumentare la produzione.

KEYNES

Dice che il S E non è mai in equilibrio di piena occupazione. Afferma che il motore del S E è il consumo. Lui elabora la teoria della domanda aggregata e nota che il S E raggiunge l’equilibrio se:

CAUSE: Keynes dice che i consumatori ciò che risparmiano lo tengono con se in forma liquida, se li mettono ci vengono messi per breve periodo per:

TEORIA DEGLI SBOCCHI

J B SAY dice che la domanda di beni prodotti sul mercato trova sempre l’offerta. Lo Stato nell’incrocio tra domanda e offerta non deve intervenire anzi la danneggia. Il mancato equilibrio dipende o da retribuzioni troppo alte o tassi di interesse elevati o da prezzi elevati.

MOTIPLICATORE: fare crescere, aumentare.

La spese pubblica fa aumentare la spesa e poi la produzione, questo aumento ha degli effetti ulteriori perché la spesa pubblica fa aumentare tutte le grandezze macroeconomiche del Sistema ( il reddito nazionale, il PNL l’occupazione, il risparmio, la moneta)

ACCELERATORE: è una conseguenza del moltiplicatore; si ha un aumento degli investimenti reali dell’impresa causato dall’aumento della S P. Investimenti reali cioè un aumento della produttività e quindi un rapporto tra i fattori della produzione e il prodotto ottenuto

EFFETTI NEGATIVI DELL’ECCESSIVA FINANZA PUBBLICA

Si suddivide in :

SPIAZZAMENTO

Significa che la Pubblica Amministrazione nel suo complesso sul mercato ( dei capitali e mercato reale cioè delle merci) spiazza tutti gli altri operatori economici perché compie un’attività economica superiore rispetto agli altri (in quantità e qualità).

Ci sono due tipi di spiazzamento

SPIAZZAMENTO REALE

Quando ad un certo punto in paesi che non hanno sistemi di produzione molto sviluppati, la prevalenza della produzione delle imprese private dipende dalla richiesta di beni e servizi della Pubblica Amministrazione. Questo rappresenta un vero monopolio della domanda e sono prevalenti i consumi della Pubblica Amministrazione.

SPIAZZAMENTO FINANZIARIO

Condizioni

Deficit di Bilancio: quando le spese sono maggiori delle entrate allora la Pubblica Amministrazione dovrà:

Un po’ di storia. La ragione per cui non si è potuta convertire la moneta in oro perché c’è stato un aumento vertiginoso della spesa pubblica, in quanto non c’era disponibilità maggiore di oro, così le banche cominciarono a emettere carta moneta. Tutto questo dopo la seconda guerra mondiale.

SPINTA INFLAZIONISTICA

Spinta inflazionistica perché l’aumento della spesa pubblica fa crescere il reddito nazionale, però se ad un aumento delle retribuzioni non segue un aumento della produzione si avrà l’inflazione cioè l’aumento dei prezzi. Le strozzature economiche (colli di bottiglia) causano la spinta inflazionistica; questo vuol dire che: per produrre beni è necessario trovare i fattori della produzione – forza lavoro, materie prime, capitale – e quando ad es. la forza lavoro non è adeguatamente formata o quando qualche altro fattore della produzione non è equilibrato si crea una strozzatura economica.

DEFICIT DI BILANCIO

Un eccessivo aumento della spesa pubblica può causare il deficit di bilancio, per coprire il quale non basta premere sul risparmio ma si deve ricorrere all’emissione di carta moneta. Il deficit di bilancio diventa cronico quando arriva a notevole entità, come per es. per corrispondere gli interessi sui titoli del debito pubblico e quando l’interesse è notevole fa aumentare la spesa pubblica.

Quando il deficit diventa cronico a seguito di spese di parte corrente si va per es. a ridurre il personale per diminuire il disavanzo, ma una scesa brusca di produzione può avere ripercussioni economiche e sociali negative, deve essere sempre una riduzione programmata e moderata.

LA REGOALA è: le diminuzioni di parte corrente devono seguire di pari passo la crescita dell’economia dei privati cioè il lavoro che si perde nel settore pubblico in futuro deve essere sostituito nel settore privato. Se non si verifica questo il disavanzo di parte corrente può portare a situazioni gravissime, tutto ciò comporta il deflattore della spesa pubblica nel senso che la riduzione della spesa pubblica fa diminuire i consumi la produzione ecc.

CLASSIFICAZIONE DELLA S P

(A) Rispetto agli effetti economici si hanno:

  1. quando la pubblica amministrazione – chiede alle imprese private di produrre beni – quando il sistema economico non è molto fiorente lo Stato in prima persona può realizzare le spese cioè i beni. Aumentano le spese di produzione quando il sistema economico non è equilibrato.
  2. lo Stato non produce niente ma redistribuisce i servizi con i sussidi ( es. assegni familiari, buoni per i libri scolastici) per le famiglie e per le imprese. Tutto questo per riequilibrare le sperequazioni.

(A1) SPESE DI PRODUZIONE.

Tutte le spese pubbliche indirizzate alla crescita della produzione.

(A2) SPESE DI TRASFERIMENTO

Servono a riequilibrare il reddito tra i diversi settori della popolazione. Avvengono con elargizioni di denaro senza contropartita, es: assegni familiari.

(A3) SPESE DI PARTE CORRENTE.

Sostenute dallo Stato e da altri enti pubblici

 

(A4) SPESE IN CONTO CAPITALE

Servono per:

sono positive perché quando il disavanzo è causato da queste spese è un disavanzo positivo in quanto aziona il Moltiplicatore

(B) Rispetto agli effetti giuridici :

  1. SPESE OBBLIGATORIE: che normalmente si ripetono in tutti gli esercizi finanziari (gli stipendi del personale, gli interessi del debito pubblico)
  2. SPESE DISCREZIONALI: sono spese non obbligatorie che la pubblica amministrazione decide di effettuare oppure effettuarne un’altra in base al grado di importanza ( es: per finanziare una nuova linea ferroviaria)
  3. SPESE DI GOVERNO: tutte quelle spese sostenute dallo Stato per erogare i servizi generali, speciali, misti.
  4. SPESE D’ORDINE: sostenute dallo Stato per assicurarsi le entrate es, le spese per le riscossioni dei tributi e di accertamento, spese per gli uffici IVA,IRPEG,IRPEF, spese per la guardia di finanza.

 

(C) Rispetto al tempo :

  1. SPESE ORDINARIE o di esercizio economico-finanziario per si applicano ai servizi che lo Stato esplica in modo continuativo
  2. SPESE STRAORDINARIE: non si ripetono in ogni esercizio finanziario ma solo in caso di esigenze eccezionali es. in caso di calamità naturali.

ANALISI COSTI –BENEFICI

Criterio di efficienza

Nell’economia privata per vedere se un prodotto è richiesto si valuta così: se si riduce la domanda di un bene vuol dire che quel bene non è più idoneo. Lo Stato difficilmente chiede ai consumatori che tipo di bene o servizio vogliono allora fa delle analisi dei costi-benefici. Consiste nell’identificare tutti gli aspetti positivi (benefici) e tutti gli aspetti negativi (costi) di una scelta programmata. Alla fine si fa la differenza, se i costi sono maggiori dei benefici si va indietro, se i costi sono minori dei benefici si va avanti.

I limiti

È importante che la valutazione dei costi-benefici è una valutazione di tipo soggettivo, che vada incontro alle esigenze delle persone, quindi una valutazione che non si muove sul piano oggettivo.

ASPETTO POSITIVO. Consente alla pubblica amministrazione di valutare l’idoneità dei servizi che eroga.

 

LE ENTRATE PUBBLICHE

Si intende le sostanze economiche che affluiscono allo Stato per fronteggiare la spesa pubblica, (o per far fronte alle esigenze dell’attività finanziaria) riguardo gli organi centrali dello Stato ma anche gli enti pubblici.

CLASSIFICAZIONE DELLE ENTRATE (le fonti di entrate)

  1. Prezzi (entrata di diritto privato ed extratributaria)
  2. Tributi (entrata di diritto pubblico e tributaria)
  3. Prestiti (entrata di diritto pubblico e tributaria)

PREZZI è volontario

È una controprestazione patrimoniale a cui è tenuto o obbligato il cittadino che usufruisce di un servizio o di un bene offerto da una pubblica amministrazione. Sono entrate di diritto privato perché la pubblica amministrazione ottiene queste entrate dopo aver stipulato contratti con i privati, es. compravendita, locazione, vendita di un terreno contrattando con il privato e la pubblica amministrazione non esercita la sua sovranità perché il cittadino sceglie se comprare il terreno oppure no, biglietto del treno, ticket sanitario, un contratto di somministrazione cioè quando il prenditore (Stato) fornisce dei beni o eroga servizi a favore del bisognatario, es. telefono, gas, acqua.

I PREZZI SONO ENTRATE ORIGINARIE

Perché è lo Stato che compie l’attività economica che da il via all’entrata. È un’attività prodotta dallo Stato e nessuno l’ha prodotta per suo conto.

TRIBUTI

Sono entrate di diritto pubblico perché lo Stato impone ai cittadini di pagare questi tributi e quindi attua un prelievo coattivo. L’art. 23 della Costituzione stabilisce un principio della "riserva di legge" per le prestazioni patrimoniali imposte, cioè solo se c’è una legge che prevede la prestazione di un tributo possono farcelo pagare (legge, decreto legislativo, decreto legge) e quindi non può essere disposta da un provvedimento della pubblica amministrazione

I TRIBUTI SONO ENTRATE DERIVATE

Perché l’attività economica che da luogo a queste entrate non è compiuta dallo Stato ma dal privato, dall’economia del privato.

PRESTITI

Si fa riferimento al deficit di bilancio. Si hanno quando lo Stato con le sue entrate non riesce a far fronte al deficit di bilancio, allora emette titoli del debito pubblico (BOT, CCT)

CLASSIFICAZIONE DELLE ENTRATE

  1. Secondo la NATURA ECONOMICA si dividono in:

  1. originarie, quando è lo Stato che compie l’attività economica
  2. derivate, i tributi perché è un’attività economica compiuta dal contribuente. Es. IRPEG
  3. straordinarie, sono quelle il cui pagamento non avviene mediante il reddito ma riducendo il patrimonio, es. reddito da capitale cioè l’interesse che si paga da quel capitale, l’imposta di bollo.

B) Secondo la NATURA GIURIDICA si hanno entrate:

  1. coattive o coercitive (non volontarie) per es. l’IVA dove c’è il presupposto d’imposta, l’IRPEF. Secondo la natura giuridica perché è imposto un comportamento di legge.
  2. non coattive, non coercitive es. tasse scolastiche perché sono volontarie e vengono pagate se il cittadino sceglie, oppure no, di usufruire del servizio.

ENTRATE PRIVATE

Queste entrate derivano da un contratto che la pubblica amministrazione fa con il privato, non deriva da un’imposizione. I prezzi sono quasi tutte di diritto privato.

ENTRATE PUBBLICHE

Sono regolate da norme di diritto pubblico e spesso imposte ai cittadini, stabilite dallo Stato unilateralmente cioè per conto suo e non interpella nessuno nell’esercizio della sovranità.

  1. Secondo il TEMPO si hanno entrate:

  1. ordinarie, sono entrate che si verificano in tutti gli esercizi, IRPEF, IRPEG, TRIBUTI
  2. straordinarie, sono per es. l’ICI, si verificano solo in un esercizio o in più esercizi per es. sovrattassa per calamità naturali.

CLASSIFICAZIONE DEL PREZZO

  1. PREZZO PRIVATO
  2. Nasce da un libero accordo tra pubblica amministrazione e privato. La pubblica amministrazione fissa questo prezzo attraverso una gestione dell’impresa in libera concorrenza, cioè lo Stato intende vendere dei beni anche mobili sdemanializzati, es. camionetta militari.

  3. PREZZO QUASI PRIVATO (deriva da una necessità oggettiva)
  4. Prezzo quasi privato perché c’è in mezzo un’esigenza pubblica. E’ uguale al prezzo privato, la differenza è che la pubblica amministrazione è costretta a vendere il bene per esigenze pubbliche. Es. foreste demaniali : ogni 10 anni vengono potati gli alberi e, se la legna non è tutta usata dal reparto militare, lo Stato la dovrà vendere per esigenze pubbliche.

  5. PREZZO PUBBLICO

Nel prezzo è lo Stato che compie l’attività economica: entrata originaria

  1. PREZZO POLITICO
  2. È uguale al prezzo pubblico, deriva da un contratto, ed è più basso perché non copre per intero il costo del bene del servizio, in quanto si vuole erogare un servizio alla collettività. Es. ticket sanitari.

  3. PREZZO MULTIPLO

Può essere applicato sia da imprese private che pubbliche, es. biglietto del treno di I e II classe, cioè per lo stesso servizio o bene vengono applicate tariffe differenti e consente anche alle imprese di fare economie (da un lato avvantaggiano chi ha minore disponibilità di reddito), l’impresa facendo pagare di più in un determinato periodo va a finanziare l’economia.

TRIBUTI: sono solo IMPOSTA, TASSA E CONTRIBUTO

IMPOSTA

Prestazione patrimoniale obbligatoria, imposta ai cittadini che sono oggetto di prelievo tributario coattivo, quindi coloro che hanno dei redditi non si possono sottrarre al suo pagamento; è finalizzata a coprire i costi dei servizi generali che sono indivisibili (es. vigili del fuoco, polizia).

Sono:

  1. obbligatorie (coattive)
  2. tutte le imposte sono finalizzate a coprire i costi generali
  3. le imposte, in parte coprono anche i servizi speciali che hanno la cosiddetta esternalità cioè che ne usufruisce tutta la collettività non solo l’individuo.

L’imposta di paga in base alla capacità contributiva. Gli articoli guida sono due: il 23 e il 53

ARTICOLO 23

Stabilisce una riserva di legge, in quanto solo con riserva di legge il Parlamento può far eseguire una prestazione patrimoniale (un’imposta)

ARTICOLO 53

L’imposta deve essere progressiva. I cittadini sono tenuti a pagare l’imposta in base alla loro capacità contributiva

TIPI DI IMPOSTE

Dirette

Indirette

Progressive

Proporzionali

Personali

Reali

TASSA

È una controprestazione per un servizio speciale (tributo di diritto pubblico) es. tassa scolastica per le scuole non obbligatorie. Ha il carattere della VOLONTARIETA’, si paga solo se si chiede il servizio. La funzione della tassa è quella di far si che alla spesa di un servizio contribuiscono in modo particolare gli utenti che ne traggono individualmente vantaggio.

DIFFERENZA TRA PREZZO E TASSA

1) PREZZO

- Viene applicato dalla pubblica amministrazione quando esercita un’attività economica o un’impresa pubblica. - È una controprestazione ed è un atto paritetico. - Deriva da un contratto, mentre la tassa no. Es. biglietto ferroviario, dove il presupposto è un contratto.

2) TASSA

TASSE AMMINISTRATIVE

È una controprestazione per servizio speciale. Sono: tasse scolastiche, tasse civili per richiedere i certificati di matrimonio, tasse per rinnovo patente, per rinnovo carta d’identità.

TASSE GIUDIZIARIE

Sostenute per le spese processuali (processi civili, processi penali)

TASSE INDUSTRIALI

Riguardano il servizio di verifica di determinati prodotti, in particolare per far marcare l’oro.

DIFFERENZA TRA IMPOSTA E TASSA

IMPOSTA

Prelievo coattivo dalle economie dei privati, cioè obbligatorio per coprire i servizi generali ed in parte di quelli speciali perché producono le esternalità. Per coprire i costi di questi servizi si usa l’imposta in base al principio della capacità contributiva (le possibilità economiche del contribuente date dal reddito e dal patrimonio). Quasi tutte le imposte dirette vengono pagate in base a questo principio; per es. l’IVA viene pagata anche da chi non ha la capacità contributiva (ed è un’imposta indiretta). Anche se non si usufruisce di servizi viene pagata l’imposta, per es. il pensionato la paga nonostante non usufruisca del servizio.

TASSA

Controprestazione volontaria per servizio speciale, quindi tasse amministrative, tasse giudiziarie, tasse industriali. Deriva da un organo di una pubblica amministrazione che non è un’impresa. Deriva da servizi essenziali dello Stato cioè gestiti solo dallo Stato e mai da un privato.

L’ordinamento tributario attuale è recente, nato tra il 1972 e il 1975, perché alla fine degli anni ’50 l’Italia aderì alla CEE che richiedeva l’armonizzazione fiscale, cioè tutti i paese aderenti dovevano avere lo stesso ordinamento fiscale. Prima la prevalenza delle entrate tributarie derivavano dalle imposte indirette.

CONTRIBUTO speciale

Prelievo di ricchezza che viene imposto a chi trae vantaggio da un’opera pubblica.

Es.: la concessione edilizia. La legge Bucalossi era una legge per concessione edilizia e stabilisce che: per poter costruire il cittadino deve pagare un contributo, per es. pozzo dell’acqua, conduttori del gas. Ogni comune è dotato di un piano regolatore generale. Per opere di urbanizzazione primaria (strade, rete fognaria, illuminazione), i contributi speciali quindi sono una tantum e sono più coattivi rispetto alla tassa. Opere di urbanizzazione secondaria, es.: un parco pubblico.

PRESSIONE TRIBUTARIA

È un rapporto fra tutti i tributi e il reddito nazionale. Qui ci si riferisce alle imposte dirette e indirette. Ci dice quanta parte della ricchezza dei cittadini viene sottratta per lo Stato; e lo Stato fino a che punto riesce a prelevare.

PRESSIONE FISCALE GLOBALE

È un rapporto tra tutti i tributi (compresi anche le tasse e i contributi), quindi tutte le entrate derivate e il reddito nazionale.

 

 

 

PRESSIONE FISCALE

È data dalla Spesa Pubblica fratto il PIL. Spesa pubblica perché l’ammontare di essa è coperta da tre entrate: tributi, prestiti e prezzi. Quindi dire spesa pubblica significa dire tributi, prezzi, prestiti. Pressione fiscale è la parte di reddito che viene pressata dallo Stato. Costringere il reddito.

EFFETTI POSITIVI DELLA PRESSIONE FISCALE

  1. Contrazione (riduzione) della domanda della quantità di beni e servizi chiesti dai consumatori sul mercato, automaticamente c’è un controllo dell’inflazione. Quando è necessario fare una contrazione della domanda? Quando aumenta la P.F. Se gli imprenditori aumentano i prezzi allora lo Stato fa ridurre la domanda.
  2. Si aziona il Moltiplicatore della spesa e dello sviluppo

EFFETTI NEGATIVI DELLA PRESSIONE FISCALE

  1. Inflazione da costi causata dalla traslazione in avanti delle imposte. Questo perché: se aumentano le imposte aumentano non solo per i lavoratori dipendenti (il lavoratore dipendente ha la cosiddetta rigidità salariale) ma anche per i lavoratori autonomi e quindi gli imprenditori. Quest’ultima categoria ad un aumento delle imposte andranno ad aumentare i prezzi così da trasferire l’imposta ai consumatori finali (traslazione dell’imposta). I prezzi si possono aumentare solo se non si ha la rigidità dei prezzi, come nel caso dei farmaci. Inflazione da costi perché l’imposta è un costo per l’imprenditore. Una pressione fiscale molto alta può generare l’inflazione.
  2. Un altro effetto negativo è la riduzione delle entrate fiscali:

  1. quando aumentano le imposte aumentano le evasioni che fanno ridurre le entrate fiscali
  2. si riduce la produzione per ridurre i costi e si rimuove l’imposta.

 

CURVA DI LAFFER

Economista molto famoso neoploretarista, fece cambiare tendenza all’economia degli Stati Uniti. Pose fine all’economia Keynesiana (che diceva Spesa Pubblica purché sia Spesa Pubblica).

Neoliberista, supply side economy – scuola economica dell’offerta – cioè la necessità di ridurre il carico tributario per favorire lo sviluppo e l’offerta di lungo periodo.

Lui dice che lo sviluppo deve essere garantito dalle imprese

Presupposto

Se lo Stato aumenta troppo le percentuali dei tributi non avrà un incremento delle entrate fiscali, ma le fa ridurre, cioè oltre un certo limite di aumento dei tributi causerà una diminuzione delle entrate fiscali. Laffer sostiene che le entrate che si ottengono con percentuali molto elevate sono uguali alle entrate fiscali che si ottengono con percentuali minori, perché con le aliquote alte si provoca l’evasione, fanno regredire la Pressione Fiscale.

L’aliquota è quella percentuale d’imposta che il contribuente dovrebbe pagare.

Gettito, sono le entrate tributarie effettive che affluiscono allo Stato.

L’aumento della pressione fiscale fa ridurre le entrate, perché a mano a mano che l’aliquota aumenta si ha un incremento della pressione fiscale, fino ad arrivare ad un punto massimo oltre il quale l’aumento della pressione comincia a produrre effetti negativi. Le aliquote più basse danno eguali entrate.

La riduzione delle entrate non si verifica nel breve periodo ma nel lungo periodo

Le imprese debbono adattare le loro economie interne: ridurre la produzione, trasferire le imposte sui prezzi. traslazione in avanti, traslazione laterale.

TRASLAZIONE IN AVANTI

Quando aumenta molto la pressione fiscale, gli imprenditori andranno ad aumentare i prezzi gravando sul consumatore finale.

TRASLAZIONE LATERALE

Avviene per le imposte speciali, sono quelle che colpiscono o soltanto un settore della produzione o un settore dei contribuenti (solo la famiglia o solo gli imprenditori). Gran parte degli imprenditori che operano in un determinato settore, per es. nella produzione di macchine, se vedono aumentare troppo i costi intraprendono in Italia altri settori della produzione.

 

 

L’IMPOSTA

CAPACITA’ CONTRIBUTIVA

  1. Capacità contributiva
  2. Presupposto d’imposta

Sono strettamente legati tra di loro

CAPACITA’ CONTRIBUTIVA

Si applica solo all’imposta, per coprire il costo dei servizi generali (dove non è possibile sapere che utilità ne traggono i cittadini) e in parte di quelli speciali, serve ad individuare i soggetti passivi: art. 23 dice che nessuna prestazione personale o patrimoniale può essere imposta se non in base alla legge, dice quanta imposta deve essere pagata.

La capacità contributiva deve essere evidenziata da elementi oggettivi, che sono 2 il reddito ed il patrimonio. Se il reddito non raggiunge il minimo imponibile non si paga l’imposta.

MANIFESTAZIONI

La manifestazione della capacità contributiva si chiama presupposto d’imposta.

PRESUPPOSTO D’IMPOSTA

I presupposti d’imposta sono tutti quegli atti o quei fatti previsti dalla legge mediante i quali si rivela la capacità contributiva (che individua le possibilità dell'individuo), il fatto che io percepisco lo stipendio è un presupposto .

Quando scatta il presupposto? Nasce tra il contribuente e lo Stato con un vero rapporto giuridico d’imposta.

A seconda di come si manifesta la capacità contributiva le imposte sono dirette e indirette.

IMPOSTE DIRETTE

Ogni mese percepisco una somma di denaro che viene decurtato dall’imposta.

IRPEF imposta reddito sulle persone fisiche. Se percepisco un reddito che raggiunge il minimo imponibile pago l’imposta.

IRPEG imposta reddito sulle persone giuridiche

ICI imposta comunale che colpisce il patrimonio. Il fatto di essere proprietario di una casa è un presupposto, e si evidenzia con l’atto di acquisto di un immobile.

IRAP imposta regionale attività produttive. Qui è necessaria un’attività di produzione e si tiene conto del valore dell’impresa.

Quindi le imposte dirette si manifestano attraverso:

  1. l’esercizio di un’impresa
  2. proprietà di immobili
  3. reddito

IMPOSTE INDIRETTE E reali

L’IVA imposta sul valore aggiunto, grava sul consumatore finale addizionandola al prezzo del bene, quindi è una traslazione legale. In questo caso c’è un atto di consumo. Si ha una manifestazione indiretta di un elemento della capacità contributiva, perché io che consumo ho un reddito.

[imposta reale applicata quando si arriva alla capacità contributiva, imposta personale quando non arriva alla capacità contributiva].

IMPOSTA DI FABBRICAZIONE

È’ nella produzione di determinati beni (vini, liquori, profumi, cosmetici preziosi)

IMPOSTE CATASTALI

Quando acquisto o vendo una casa (compimento di determinati affari, contrazione di debiti, mutui).

IMPOSTE IPOTECARIE

È un diritto reale di garanzia, (compimento di determinati affari, contrazione di debiti, mutui).

IMPOSTE DOGANALI

Oggi all’interno dei Paesi della CEE non si pagano più (acquisti di beni in paesi extracomunitari).

ELEMENTI DELL’IMPOSTA

  1. SOGGETTO ATTIVO. Il soggetto attivo dell’imposta è lo Stato o altro ente pubblico a cui spetta il diritto di accertare, riscuotere e incassare l’imposta. Ad esempio, il soggetto attivo dell’IRPEF è lo Stato, soggetto attivo dell’ICI è il comune, soggetto attivo dell’IRAP è la regione. Quindi lo Stato ha il compito di:

  1. istituire l’imposta, art. 23, e stabilire il presupposto d’imposta. L’istituzione dell’imposta spetta al Parlamento
  2. stabilire le aliquote
  3. stabilire la base imponibile

  1. SOGGETTO PASSIVO (SOSTITUTO D’IMPOSTA) È il contribuente in capo al quale si verifica il presupposto d’imposta. E' quel soggetto che realizza il presupposto d'imposta. Se io sono imprenditore dovrò pagare, liquidare l’imposta e pagarla allo Stato.
  2. SOSTITUTO D'IMPOSTA
  3. Il sostituto d’imposta, che è anch’egli soggetto passivo, è quel soggetto individuato dalla legge che ha l'obbligo di pagare l’imposta in sostituzione del contribuente, per rendere la riscossione più agevole e più sicura. Quando si ha il sostituto d’imposta, si ha un soggetto legale passivo che è datore di lavoro e il soggetto passivo di fatto è il lavoratore dipendente.

  4. RICCHEZZA. E' l'intera entità
  5. È quell'entità patrimoniale sulla quale si applica l'imposta. Se io ho un reddito è oggetto di ricchezza

  6. BASE IMPONIBILE

È' quella parte di ricchezza sulla quale effettivamente si commisura l'imposta es. se io percepisco 500 euro al mese netto, e 700 è lordo (ricchezza), se ho detrazioni che mi riducono il reddito a 650 euro, la base imponibile dove si applica l'imposta è 650 euro.

6) ALIQUOTA

E' quella percentuale della base imponibile destinata al pagamento effettivo dell'imposta, a seconda delle caratteristiche le aliquote connotano le imposte. Oppure: l'aliquota dell'imposta è il rapporto, espresso in percentuale, fra la base imponibile e l'importo dell'imposta.

7) FONTE

In alcuni casi, e nella prevalenza dei casi la fonte coincide con la ricchezza. In altri casi, nelle imposte straordinarie sul patrimonio la fonte non coincide con la ricchezza.

Per fonte bisogna intendere la ricchezza effettiva dalla quale si attinge l'entità monetaria d'imposta. Reddito da lavoro dipendente, quindi imposte sui redditi, si ha sempre la coincidenza con la ricchezza; sulle imposte di successione, non ha la coincidenza con la ricchezza; imposta sul patrimonio, non si ha la coincidenza perché la ricchezza è il reddito, perché la mia casa è un valore; il reddito da lavoro autonomo, ha la coincidenza.

CLASSIFICAZIONE DELLE IMPOSTE

IMPOSTE DIRETTE

Per distinguerle da quelle indirette bisogna tener conto di come il presupposto manifesta la ricchezza. Hanno per oggetto manifestazioni immediate e dirette della capacità contributiva, e sono il :

  1. conseguimento di redditi
  2. possesso di un patrimonio, l'ICI ha per oggetto il possesso del patrimonio

  1. IMPOSTE SUL REDDITO

Il reddito è un flusso corrente di ricchezza percepita periodicamente, il flusso è un patrimonio continuo, uno stock. Il reddito di solito si rinnova ad intervalli più o meno regolari di tempo (rendite, salari, profitti, interessi, sussidi, pensioni ecc.), ma può anche essere conseguito una sola volta (premi, vincite ecc.).

Reddito - prodotto

Secondo alcuni economisti bisogna colpire con l'imposta solo quei redditi che derivano da un'attività produttiva, anche quando lo si ottiene attraverso un affitto, attraverso un lavoro.

Se si colpisce soltanto il reddito prodotto, le plusvalenze patrimoniali non sono colpite da questo criterio perché non è un reddito produttivo. Allora sono reddito d'entrata tutti quei cespiti che rientrano nella disponibilità del contribuente. Possiamo anche dire: un primo significato di reddito è quello di compenso percepito da un soggetto per il contributo dato alla produzione, e si identifica con i proventi e i frutti derivanti da attività o beni produttivi (reddito prodotto); vi rientrano le rendite dei terreni o dei fabbricati, i redditi di lavoro, gli interessi del capitale, i profitti delle imprese.

Reddito consumo Luigi Einaudi

Il reddito che dovrebbe essere colpito è solo quello che è destinato al consumo; e gli impieghi sono il consumo ed il risparmio. Lui dice che se l'imposta si commisura a tutta l'entrata del contribuente, la parte di reddito risparmiata subisce la doppia imposizione fiscale: quando viene percepita e poi nel momento in cui da i suoi frutti. La tassazione del reddito - consumo si potrebbe attuare mediante un imposta diretta, avente per oggetto la differenza tra il reddito percepito e quello risparmiato (accantonato). REDDITO PERCEPITO meno REDDITO RISPARMIATO

Reddito effettivo

È quel reddito che effettivamente viene destinato al risparmio dal contribuente e da cui trae beneficio. Si ottiene con: REDDITO meno I COSTI DI PRODUZIONE

Reddito normale

In alcuni casi si preferisce come base imponibile, non il reddito effettivo, ma il reddito normale, cioè il reddito medio ordinario che, in circostanze normali, si può ottenere da un bene o da un'attività. Gli indici di valutazione che si adottano sono: le condizioni di una famiglia.

Le imposte dirette colpiscono il reddito quando viene prodotto, cioè il soggetto passivo deve pagare l'imposta quando comincia a lavorare. Questo è il reddito prodotto.

Reddito entrata

È una concezione molto più ampia del reddito prodotto, perché si riferisce a tutte le entrate patrimoniali che percepisce il contribuente per l'applicazione delle imposte dirette. Infatti le imposte dirette vanno a colpire il reddito ed il patrimonio, es. ICI, IRAP.

IMPOSTE INDIRETTE

Anche l'imposta di successione era un'imposta indiretta perché colpiva un'entità patrimoniale al momento della successione, ma oggi non c'è più.

Sono anche: le imposte di bollo, le imposte di affari, imposte di registro, imposte ipotecarie (diritto reale di garanzia), imposte catastali. Le imposte indirette sono in genere imposte fisse.

Imposte di fabbricazione, profumi, liquori.

Sulle sigarette viene chiamata imposta privata fiscale perché è lo Stato che impedisce ad altri di fabbricarle, quindi sono in monopolio di Stato.

Si ritiene che l'IRPEF sia un'imposta personale.

IMPOSTE PERSONALI

Sono quelle che tengono conto della capacità contributiva del soggetto passivo, si tiene conto, con il reddito, della situazione patrimoniale del contribuente, es. IRPEF.

IMPOSTE GENERALI

L'imposta diretta è generale quando colpisce tutte le forme di reddito. Più precisamente ne colpisce 6:

l'imposta generale è anche quando pur colpendo diverse categorie di reddito le colpisce in modo diverso. L'IVA è un'imposta diretta e generale perché colpisce tutti gli scambi di beni e servizi.

IMPOSTE SPECIALI

Sono quelle che colpiscono una sola categoria, l'IRAP, cioè colpisce solo la produzione delle imprese nel valore netto. Le imposte di fabbricazione, catastali e ipotecarie, sono speciali e dirette.

 

 

IMPOSTE PROPORZIONALI E PROGRESSIVE

L'imposta proporzionale (es. ICI, IRPEG), è un'imposta che presenta un'aliquota fissa che non varia al variare della base imponibile. Di conseguenza l'importo dell'imposta varia nella stessa proporzione della base imponibile.

Es. se l'aliquota è del 10%, un imponibile pari a 100 subirà un prelievo di 10; un imponibile pari a 200 subirà un prelievo di 20: raddoppiando l'imponibile raddoppia anche l'imposta.

L'imposta progressiva. L'imposta progressiva varia al variare della base imponibile, quindi ha una pluralità di aliquote. La sua finalità è di ridistribuire il reddito tra i vari ceti della popolazione.

Come varia? L'aliquota aumenta in modo più che proporzionale rispetto all'aumento della base imponibile. Quindi, se la base imponibile aumenta di 1 unità, l'aliquota aumenterà più di 1 unità.

Hanno un rapporto più che proporzionale.

Lo stabilisce il legislatore.

Come può essere attuata l'imposta progressiva? Con tre tecniche (anche 4 )

L'applicazione dell'imposta:

  1. progressività per classi;
  2. progressività per scaglioni;
  3. progressività continua;
  4. progressività per detrazioni;

Le prime due sono le principali e applicate nel nostro ordinamento, le ultime due non sono applicate dal nostro ordinamento.

  1. progressività per classi. La classe di reddito. Il legislatore stabilisce a priori delle classi di reddito e sono:

  1. la prima va da 0 a 500;
  2. la seconda va da 501 a 3000;
  3. la terza va da 3001 all'infinito;

I Classe

II Classe

III Classe

2%

5%

10%

Da 0 a 500

Da 501 a 3000

Da 3001all'infinito

 

Le classi di reddito servono per capire a quali di queste tre classi appartiene l'intera base imponibile; dopo che è stata trovata l'aliquota di riferimento, essa si applicherà alla base imponibile. Quindi nella progressione per classi, i redditi vengono suddivisi in classi secondo il loro ammontare.

L'inconveniente del salto: es. Tizio con un reddito di 500 Euro (aliquota 2%), paga un imposta pari a 10 Euro, e rimane con un reddito residuo di 490 Euro. Caio con un reddito di 501 Euro subisce, su tutto il reddito, l'aliquota del 5%: il prelievo sarà di Euro 25.05 (e quindi più del doppio rispetto a quello di Tizio). Infatti per la sola differenza di reddito di 1 Euro si applica l'imposta del 5% provocando così delle sperequazioni. Per questo motivo la progressività per classi non è applicata.

  1. progressività per scaglioni. È il metodo più usato. La base imponibile viene suddivisa in tante parti, chiamate scaglioni, a ognuna delle quali corrisponde una diversa aliquota. Se Tizio ha un reddito di 3002 Euro, su 3000 pagherà l'aliquota del 5% e solo su 2 pagherà l'aliquota del 10%. Ad ogni scaglione si applica l'aliquota di riferimento. Quindi l'aliquota superiore non si applica a tutta la base imponibile, ma soltanto a quella parte che eccede lo scaglione.

 

GLI EFFETTI ECONOMICI DELL'IMPOSTA (cap. 9)

GLI EFFETTI MACROECONOMICI ED EFFETTI MICROECONOMICI

Gli effetti macroeconomici: prendono in considerazione i risultati prodotti non da una singola imposta, ma dalla pressione fiscale nel suo complesso, con riferimento alla produzione e alla distribuzione del reddito nazionale, al volume globale dei consumi e degli investimenti, al livello generale dei prezzi. quindi gli effetti macroeconomici sono le conseguenze che le imposte hanno su tutto il Sistema Economico.

Gli effetti microeconomici: prendono in considerazione gli effetti che, l'introduzione di una singola imposta, può determinare sul comportamento economico delle singole persone. Quindi gli effetti che l'imposta determina sui singoli operatori, es. la famiglia (le conseguenze sulla produzione e sui prezzi nel settore a cui l'imposta si riferisce).

[La famiglia giuridica è tale quando è formata da coniugi che hanno contratto matrimonio; invece la famiglia economica è tale quando è formata da un solo componente].

Vedremo poi:

L'EVASIONE

L'ELUSIONE

LA RIMOZIONE

LA TRASLAZIONE

EVASIONE

L'evasione è un fenomeno illegale. L'evasione fiscale avviene quando il contribuente (o soggetto passivo d'imposta) si sottrae in tutto o in parte all'obbligo del pagamento dell'imposta. Si raggiunge lo scopo dell'evasione sottraendo al controllo del Fisco la materia imponibile, si effettua questo quindi omettendo, in tutto o in parte, la denuncia dell'avvenuto conseguimento di reddito.

Ci sono due tipi di evasione:

  1. totale, quando il contribuente non fornisce agli uffici fiscali le dichiarazioni a cui per legge è tenuto.
  2. Parziale, quando il contribuente pur non omettendo le dichiarazioni fiscali, rivela solo una parte del suo reddito e del suo patrimonio, pagando le imposte solo per la parte dichiarata.

ELUSIONE

L'elusione può essere considerata anche legale. Avviene per es. quando aumenta l'ICI sulla seconda casa; quando si decide di trasformare la società di capitali in società di persone, ma svolgendo lo stesso tipo di attività; o quando una S.p.A. si smembra in un gruppo di società.

Si ha l'elusione quando il contribuente modifica la propria attività produttiva al punto tale di non farla coincidere con il presupposto d'imposta.

È illegale quando nei gruppi di società avvengono dei trasferimenti in denaro.

Gli effetti economici negativi sono:

  1. minori entrate per lo Stato. L'evasione, sia totale sia parziale, produce conseguenze negative sotto il profilo economico. Lo Stato, avendo in tal modo un gettito minore d'imposta, andrà a prelevare da chi non può evadere le imposte;
  2. sperequazione (disuguaglianza) della distribuzione del carico fiscale, cioè l'evasione distorce l'equa distribuzione del carico tributario.

RIMOZIONE

La rimozione avviene quando il contribuente, senza evadere o eludere le disposizioni di legge in materia, modifica le sue scelte rinunciando a svolgere, in tutto o in parte, l'attività economica che potrebbe dar luogo all'applicabilità dell'imposta.

Ci sono due tipi di rimozione:

  1. rimozione positiva. Si ha quando il contribuente per far meglio fronte all'imposta aumenta la sua capacità produttiva (accade raramente). Per es. l'IRPEF oltre un certo limite diventa proporzionale, quindi in questo caso conviene aumentare la produzione;
  2. rimozione negativa. Si ha quando la progressività dell'imposta è troppo accentuata e allora gli imprenditori riducono la produzione per convenienza, questo fenomeno è legale. Lo Stato per far ridurre questi fenomeni di rimozione:

  1. produce norme giuridiche;
  2. distribuisce il carico fiscale in modo equo tra la popolazione e i settori della produzione.

TRASLAZIONE

Si ha quando il contribuente, in questo caso l'imprenditore (soggetto inciso), riesce a trasferire di fatto il peso o l'onere dell'imposta su altri soggetti, chiamati soggetti percossi.

Fondamentalmente il meccanismo della traslazione è proprio delle imposte indirette, ma non sono escluse dalla traslazione le imposte dirette.

In caso di aumento delle imposte sui consumi, l'imprenditore pagherà queste imposte direttamente ma aumenterà i prezzi dei beni prodotti.

I presupposti della traslazione sono:

  1. che avvengano tra imprenditori e consumatori dei contratti di scambio
  2. deve sussistere la flessibilità del prezzo. Nei beni che hanno un regime di prezzi amministrato (prezzi rigidi) non si ha la traslazione, es. le medicine.

Tipi di traslazione.

  1. traslazione in avanti;
  2. traslazione laterale;
  3. traslazione indietro;

  1. la traslazione in avanti, riguarda le imposte indirette, se aumentano le imposte di esportazione, l'imprenditore ne trasferisce il peso sul consumatore finale;
  2. la traslazione indietro può riguardare le imposte dirette e indirette. Avviene quando dal consumatore si trasferisce al venditore, per es. nel caso di uno sconto sui beni acquistati, su un canone di locazione, su autovetture;
  3. la traslazione laterale. Si ha nei confronti delle imposte speciali, quelle che colpiscono alcuni beni o solo alcuni settori della produzione, quindi gli imprenditori spostano, in tutto o in parte, la produzione da un settore all'altro. Questo fenomeno non è illegale.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

LE IMPOSTE DIRETTE

IMPOSTA SUL REDDITO DELLE PERSONE FISICHE (IRPEF)

 

 

L'IRPEF, è l'imposta più importante del nostro ordinamento tributario, è diretta ed è entrata in vigore nel 29 settembre 1973. Colpisce una pluralità di redditi perché la base imponibile di quest'imposta ha più redditi.

 

Caratteri e presupposto dell'IRPEF

L'imposta sul reddito delle persone fisiche è un'imposta progressiva, personale, generale e diretta.

  1. Generale. Perché sono tenuti alla corresponsione tutti i contribuenti che hanno la capacità contributiva.
  2. Personale. Perché è un'imposta che aderisce alla capacità del contribuente e quindi tiene conto delle sue condizioni familiari e della sua condizione economica. Quest'imposta tiene conto del tipo di reddito, nel senso che, tiene conto sia del reddito da lavoro autonomo e reddito da lavoro dipendente. L'IRPEF non è pagata in modo eguale da tutti i contribuenti.
  3. Diretta. E' quella che colpisce il reddito nel momento in cui viene percepito dal contribuente. [L'imposta è indiretta quando colpisce il reddito nel momento in cui viene consumato, quindi in una fase successiva].
  4. Progressiva. È un'imposta che si applica con un ventaglio di aliquote, varia al variare della base imponibile, cioè è più che proporzionale rispetto alla base imponibile.

Vedremo poi:

  1. I soggetti passivi dell'IRPEF.
  2. Presupposto d'imposta.
  3. Diverse categorie.

Soggetti passivi dell'IRPEF

Per quanto riguarda le persone che devono pagare l'imposta, c'è differenza tra coloro che hanno la cittadinanza in Italia cioè che hanno comunque prodotto il reddito all'interno del Paese, e coloro che non hanno la cittadinanza italiana.

I cittadini italiani, devono pagare l'IRPEF per i redditi che hanno prodotto in Italia e all'estero (per tutti i redditi prodotti). Per es. se io ho uno studio legale in Italia e a Parigi, dovrò pagare, in Italia, l'IRPEF per i due redditi prodotti..

Per evitare la doppia imposizione internazionale, si porterà in detrazione l'imposta da pagare in Italia perché è stata pagata già a Parigi.

I residenti. Questi soggetti sono tenuti a pagare l'imposta per il reddito prodotto in Italia.

Un problema per l'IRPEF si pone per quanto riguarda le società di persone, che non hanno la personalità giuridica, e di conseguenza non possono essere soggetti passivi né dell'IRPEF né dell'IRPEG.

Per le società di persone, quindi, sono soggetti passivi i singoli soci in ragione della quota apportata alla società. Sono (le società di persone) soggetti passivi ai fini della dichiarazione del reddito e ai fini dell'accertamento del reddito. Tutto questo vale per le società di persone che sono italiane.

Per le società di persone che non hanno la nazionalità italiana, sono tenute a pagare l'IRPEG pur non avendo la personalità giuridica, e non devono quindi corrispondere il pagamento dell'IRPEF.

 

Presupposto d'imposta

Si diventa soggetto passivo dell'IRPEF quando si acquista la titolarità giuridica del reddito, cioè il reddito deve derivare da un'attività economica del soggetto, che ha quindi prodotto in prima persona.

Fini a 4 o 5 anni fa si pagava l'IRPEF non solo sui reddito prodotti personalmente ma anche su quelli di cui si aveva la disponibilità. Per es. se in una famiglia il figlio effettuava una prestazione lavorativa corrisposta, i genitori erano tenuti a pagare l'IRPEF anche su quel gettito d'entrata. Si è obbligati a dichiarare i redditi dei figli minori su cui si ha l'usufrutto legale.

 

Diverse categorie di reddito

L'art. 6 del Testo Unico sulle Imposte del Reddito (TUIR), che ha subito una modifica nell'86, stabilisce le diverse categorie di reddito:

  1. reddito da lavoro dipendente;
  2. reddito da lavoro autonomo;
  3. reddito d'impresa;
  4. reddito da capitale;
  5. redditi fondiari;
  6. redditi diversi che contengono delle categorie che non rientrano nelle cinque precedenti.

Reddito da lavoro dipendente.

Serve ad individuare il rapporto da lavoro dipendente che da luogo al presupposto. Si ha quando il lavoratore dipendente opera sotto la direzione e la vigilanza del datore di lavoro. In alcuni casi il lavoratore può lavorare nel suo domicilio.

Come si determina l'ammontare del reddito da lavoro dipendente?

Sommando tutte le retribuzioni che il lavoratore consegue nell'arco solare; le retribuzioni normalmente sono in denaro, ma possono essere anche in natura, es. beni prodotti dall'azienda oppure, l'azienda si procura dei beni e li da al dipendente, come nel caso dei buoni pasto.

Questo concetto di lavoro dipendente si è esteso perché ora vengono considerati tali, le collaborazioni coordinate e continuative, quindi vengono assimilati al lavoro dipendente.

Queste collaborazioni vengono considerati redditi da lavoro dipendente sotto il profilo fiscale.

Reddito da lavoro autonomo

Il lavoro è autonomo quando l'attività lavorativa è organizzata esclusivamente dal prestatore dell'attività, e ha ad oggetto l'esercizio di un'arte (pittore, imbianchino), o di una professione.

Come si determina l'ammontare del reddito da lavoro autonomo? Con la differenza tra i Ricavi meno le Spese di produzione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

DIRITTO PUBBLICO

 

 

FORME DI STATO E FORME DI GOVERNO

FORMA DI STATO. Il rapporto che intercorre tra gli organi dello Stato (Stato apparato) e lo Stato comunità. Quando è nato lo Stato? (la parola Stato fu impiegata per la prima volta da Machiavelli nel cinquecento) è nato all’inizio del 1600 quando in Europa si ebbe la fine del Feudalesimo, il quale era una sorta di dominazione dal più forte al più debole.

I primi stati europei si sono configurati come stati assoluti.

STATO ASSOLUTO

Caratteristiche

  1. il monarca è sciolto da qualsiasi vincolo è al di sopra della legge e non è tenuto al rispetto della legge; lo Stato assoluto è la negazione dello Stato di diritto. Il monarca detiene in modo esclusivo il potere politico, ma non è interessato ad entrare totalmente nella vita privata dei cittadini.
  2. Esiste una concentrazione dei poteri nelle mani del sovrano, potere esecutivo e giudiziario.

Nonostante lo Stato assoluto limiti la libertà economica dei privati, non ostacola però la formazione della borghesia con i mercanti, artigiani, banchieri. Tra il Seicento e il Settecento però mentre in Francia e Spagna il potere si concentrava esclusivamente nelle mani del sovrano, in Inghilterra il fenomeno era meno accentuato, in quanto la nobiltà conservava una maggiore autonomia.

Una avariante dello Stato assoluto è:

STATO LIBERALE

Nasce dalla crisi dello Stato assoluto e con l’affermarsi della borghesia diventata sempre più forte economicamente. Si sviluppa successivamente in seguito alla rivoluzione inglese poi alla rivoluzione americana ed infine alla rivoluzione francese.

Lo Stato liberale aveva come obiettivo la tutela delle libertà dei diritti dei cittadini. Non si ha il suffragio universale

I PRINCIPI CARDINI

  1. TRIPARTIZIONE DEI POTERI. È la caratteristica più importante.

Questa tripartizione serve per consentire agli organi principali un controllo reciproco.

  1. E’ UNO STATO DI DIRITTO

  1. E’ UNO STATO SOCIALE RISTRETTO E RAPPRESENTATIVO

  1. E’UNO STATO MINIMO

CRISI DELLO STATO LIBERALE

La crisi dello Stato liberale venne a partire dal 1915, durò circa 5 anni, fu una crisi economica e politica dovuta alla mancanza dei partiti di massa e per l’avvento di uno Stato sociale. La crisi scaturì anche dall’incapacità di affrontare le questioni di ordine sociale, al passo con lo sviluppo dell’industria e della classe operaia.

LO STATO FASCISTA

Alla morte dell’onorevole Matteotti nel 1924 Mussolini varò un pacchetto di leggi che prevedevano:

  1. il venir meno del pluripartitismo e l’istituzione di un partito unico che costituisce la guida del regime fascista.
  2. La fine del pluralismo ideologico, in quanto era contrario all’ideologia fascista
  3. Concentrazione di poteri nelle mani del Governo, nacque un nuovo organo costituzionale " Il Gran Consiglio del Fascismo"
  4. La chiusura definitiva delle camere elettive sostituite dalla camera delle Fasce e delle Corporazioni

LO STATO DEMOCRATICO

Nato dopo la seconda guerra mondiale. La caratteristica fondamentale è quella di reggersi su un compromesso tra le classi sociali, il popolo gode di diritti politici e partecipa alla vita dello Stato.

LO STATO SOCIALISTA

E’ quello che si occupa del benessere di tutti i cittadini, di migliorare le condizioni dei ceti più deboli. Mentre per lo Stato liberale l’idea principale era quella della libertà individuale, per lo Stato socialista è quella dell’eguaglianza economico-sociale.

FORME DI GOVERNO

I rapporti che intercorrono tra gli organi dello Stato apparato. La problematica delle forme di governo è sorta nello Stato democratico, quando per la prima volta a metà del settecento in Inghilterra (dove era presente uno Stato assoluto) in seguito alla rivoluzione, la sovranità dello Stato si suddivise in tre poteri diversi. Si arrivò così ad una tripartizione dei poteri (legislativo, esecutivo e giurisdizionale) e di conseguenza ad una realizzazione di diverse forme di governo.

  1. forma di governo parlamentare
  2. forma di governo presidenziale

FORMA DI GOVERNO PARLAMENTARE

Il parlamento assume funzione centrale (legislativa), ha una funzione elettiva ed ha i seguenti compiti:

Nella Repubblica Parlamentare il parlamento attribuisce la fiducia al governo.

FORMA DI GOVERNO PRESIDENZIALE

  1. Forma di governo presidenziale pura
  2. Forma di governo semipresidenziale

  1. Forma di governo presidenziale pura

  1. Forma di governo semipresidenziale (es. Francia)

 

DIRITTI E DOVERI DEI CITTADINI

La Costituzione

La Costituzione è un diritto fondamentale dei cittadini, non è modificabile e la prima parte riguarda i diritti dei cittadini. La Costituzione è compromissoria per le diverse istanze ideologiche e politiche. È cattolica e socialista

L’Italia ha avuto due tipi di Costituzione: lo Statuto Albertino emanato nel 1848 ed entrato in vigore nel 1861, la Costituzione è votata dall’assemblea costituente ed è entrata in vigore nel 1 gennaio 1948.

Orientamenti fondamentali. (presenti nella costituzione)

L’atteggiamento dello Stato è garantista nei confronti dei cittadini e poi a finalità sociali.

ORIENTAMENTO GARANTISTA

Significa che la nostra Costituzione garantisce i diritti e ne prevede le forme di tutela.

ORIENTAMENTO SOCIALE

Per garantire le condizioni affinchè i cittadini possono effettivamente usufruire dei propri diritti e avvantaggiarsi delle libertà. Lo Stato in questo contesto non si limita a garantire l’esistenza dei diritti e a tutelarli ma deve anche rimuovere le difficoltà che impediscono i diritti ed è consentito a tutti l’accesso alla giustizia.

Gli strumenti che attua lo Stato sono: l’istruzione pubblica obbligatoria e facoltativa.

LIBERTA’ E UGUAGLIANZA

Libertà e uguaglianza sono i principi fondamentali fin dai tempi della rivoluzione francese. La Costituzione tratta questi principi nell’art. 2 dove riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, e nell’art. 3 stabilisce il principio di uguaglianza.

LIBERTA’ FORMALE

Quando il cittadino è libero di compiere certi comportamenti che non siano vietati dallo Stato

LIBERTA’ SOSTANZIALE

Lo Stato non deve limitarsi a non vietare o a "lasciar fare" certi comportamenti ma deve intervenire per poter rendere questi comportamenti accessibili a tutti, per es. non è vietata la pubblicazione di libri o giornali (libertà di stampa), ma occorre possedere di mezzi economici per poter pubblicare libri o giornali.

UGUAGLIANZA FORMALE

Da a tutti i cittadini parità di diritti

UGUAGLIANZA SOSTANZIALE

O uguaglianza economica, attribuisce a tutti la stessa possibilità di esercitarli.

RISERVA DI LEGGE

La Costituzione per i diritti di libertà stabilisce una riserva di legge. Solo con una riserva di legge approvata dal Parlamento si possono limitare i diritti di ogni cittadino.

RISERVA DI GIURISDIZIONE

La Costituzione pone una riserva di giurisdizione. Le libertà dei cittadini possono essere limitate solo nei casi previsti da un giudice.

 

LIBERTA’ PERSONALE

Un soggetto può essere tratto in arresto con provvedimento dell’autorità giudiziaria:

CARCERAZIONE PREVENTIVA

Quando si è sottoposti alla custodia cautelare ed è il tempo massimo in cui un cittadino può essere detenuto prima della procedura penale.

LA SENTENZA DEFINITIVA DI CONDANNA

Avviene quando:

  1. quando sono stati escussi (conclusi) tutti i processi possibili (il primo grado, il secondo, o anche il terzo)
  2. quando si ha la quiescenza, cioè quando si è consolidata la sentenza.

Dopo la sentenza definitiva di condanna c’è la rieducazione e la riabilitazione del condannato .

IL DOMICILIO (art. 14)

E’ inviolabile. È la sede principale dei propri affari può essere diverso dalla dimora (domicilio civilistico) può anche essere una tenda da campeggio

Domicilio pubblico è qualunque ambito in cui opera l’individuo. Può essere violato dalla polizia in caso di:

LIBERTA’ E SEGRETEZZA DELLA CORRISPONDENZA (ART. 15)

È’ una libertà riconosciuta dalla Costituzione, è un aspetto delicato come, la libertà di domicilio, perché riguarda la privacy di qualsiasi cittadino. Nessuno può violare questa segretezza, può avvenire solo con l’autorizzazione dell’ Autorità Giudiziaria.

LIBERTA’ DI CIRCOLAZIONE E DISOGGIORNO (ART. 16)

 

LIBERTA’ DI RIUNIONE E DI ASSOCIAZIONE (ART. 17/18)

RIUNIONE, quando due o più individui che hanno interessi comuni si riuniscono, ma non ha il carattere della permanenza, non è stabile.

L’ASSOCIAZIONE. È una struttura stabile quando due o più persone mediante un contratto si associano, mettono insieme dei mezzi per raggiungere determinati scopi.

I limiti dettati dalla Costituzione

Non può essere segreta (è segreta quando non si conoscono gli scopi, i luoghi d’incontro oppure quando non si conoscono una parte degli associati iscritti).

LA MANIFESTAZIONE DI PENSIERO (ART. 21)

La libertà del pensiero dice che lo Stato non può professare alcuna verità ufficiale, ma deve lasciare la libera circolazione delle opinioni. C’è infatti il pluralismo ideologico: e dice che non si può manifestare la libertà di pensiero e di idee.

 

I LIMITI

  1. del buon costume nella manifestazione. Il buon costume si adatta alle diverse classi sociali, es. la sensibilità collettiva di carattere sessuale.
  2. diritti di tutti gli altri soggetti, cioè non si può essere leso dalla manifestazione propria e altrui, reati di opinione. I reati di opinione possono avvenire mediante i giornali di massa per:

TIPI DI LIMITE

MEZZI CON I QUALI SI PUO’ MANIFESTARE IL PENSIERO

  1. Stampa
  2. Diffusione radiofonica e televisiva
  3. Teatro
  4. Cinema

STAMPA i principi generali

Il titolare delle testate non deve far superare una concentrazione delle testate del 30%

DIFFUSIONE RADIOFONICA E TELEVISIVA

Ha gli stessi limiti della stampa. Il governo concedeva solo alla RAI di trasmettere in TV. Ma nel 76 con l’art. 21 ci fu una sentenza della corte costituzionale e finì il monopolio della RAI. Da qui alcune televisioni cominciarono a trasmettere in zone locali e poi a livello nazionale.

TEATRO

È caduta qualunque forma di censura, che è stata abolita nel 1962

CINEMA

Opera una censura che è preventiva quando il film è contrario al buon costume.

LIBERTA’ RELIGIOSA (ART. 19)

È’ un aspetto della più ampia manifestazione di pensiero.

  1. chiunque può aderire ad una fede religiosa
  2. si può professare ed unirsi per una fede religiosa

I LIMITI

 

 

 

 

 

ATTEGGIAMENTO DELLO STATO RISPETTO ALLA RELIGIONE

STATO CONFESSIONALE ( è stato assoluto)

Riconosce un’unica religione e consente le manifestazioni solo di quella determinata religione mentre tollera le manifestazioni di pensiero delle altre religioni, che non siano contrarie all’ordine pubblico e al buon costume.

Nel febbraio del 1929 (durante il fascismo) Mussolini stipulò un accordo tra Stato e chiesa (Patti Lateranensi), fu sottoscritto dal segretario di Stato Gasparri e il papa dell’epoca era Pio XI. Con questo accordo:

Il concordato del 1929 ha trasformato lo Stato laico in uno Stato confessionale ed è andato avanti così fino al 1984. Nel 1984 ci fu il nuovo concordato:

STATO LAICO

Lo Stato laico si ha quando nessuna religione è considerata ufficiale e quindi le religioni sono alla pari. I rapporti con le altre confessioni religiose: è possibile raggiungere delle intese; per quanto riguarda il matrimonio con le altre religioni si è raggiunta un’intesa e quindi si ha un matrimonio a doppia efficacia, civile e religioso.

LA COSTITUZIONE E L’ECONOMIA

Dall’art. 35 al 46

Lo Stato italiano è interventista perché attraverso gli interventi di politica economica interviene a difesa di chi è più debole.

È uno Stato a economia mista:

  1. riconosce e tutela la proprietà privata
  2. ha le imprese pubbliche dei mezzi di produzione per risollevare la società

Non è diritto dello Stato di garantire il lavoro.

LA FAMIGLIA principi fondamentali

 

 

 

I PARTITI POLITICI

L’art. 1 e 49 della Costituzione

L’ART.1 della costituzione dice che nel nostro paese la sovranità appartiene al popolo, il quale non esercita direttamente questa sovranità, ma secondo le forme previste dalla Costituzione.

L’ART. 49 dice che tutti i cittadini hanno diritto di associarsi in partiti politici per concorrere in modo democratico a determinare la politica nazionale

I partiti politici servono per attuare la politica in diretta, servono a portare avanti le funzioni del popolo. I partiti politici sono associazioni private che non hanno personalità giuridica. La struttura del partito è anche quella di portare avanti gli scopi propri delle persone che ne fanno parte.

  1. La funzione dei partiti politici.
  2. Evoluzione storica dei partiti politici
  3. I partiti politici e la Costituzione
  4. Il finanziamento pubblico dei partiti politici
  5. Il sistema dei partiti politici
  6. Evoluzione de l sistema dei partiti politici

  1. LA FUNZIONE DEI PARTITI POLITICI

  1. i partiti politici hanno il compito di selezionare i candidati presso gli organi politici del paese, e una volta eletti andranno a realizzare il programma politico.
  2. I partiti di maggioranza hanno il compito pubblicistico di gestire il governo dello Stato e ne designano i ministri
  3. I partiti politici di maggioranza hanno il compito di individuare l’indirizzo politico generale dello stato

GLI ELEMENTI STRUTTURALI DEI PARTITI POLITICI (programma, uomini e mezzi)

  1. elemento ideologico vero e proprio è il programma
  2. un organizzazione (uomini) interna che ha delle funzioni strumentali vere e proprie e servono ad attuare il programma
  3. l’art. 49 pone il limite che condiziona anche l’attività interna ed esterna del partito politico, quindi c’è: un metodo democratico, cioè la regola della maggioranza si applica anche all’interno del partito. La costituzione indica che questa struttura interna deve essere voluta dalla maggioranza degli aderenti al partito.

BREVE STORIA

Le forme di Stato in parallelo con i partiti politici. Nello Stato assoluto non esistevano partiti politici perché il monarca concentrava tutti i poteri nelle sue mani. I primi partiti sono nati nello Stato liberale dell’800. Questi partiti furono chiamati PARTITI DEI NOTABILI in quanto si formarono intorno a figure importanti del mondo politico cioè a favore dei nobili.

IL PARTITO DI MASSA

Con l’evoluzione si passò dal partito dei notabili al partito di massa che avvenne alla fine dell’800 e inizio 900 e alla fine dello Stato liberale. Il partito di massa è interclassista e interculturale (a favore della massa) perché nel loro programma hanno per oggetto l’interesse comune. Una volta erano strumento di lotta politica. Il primo partito di massa fu il partito socialista il secondo fu il partito popolare. Nel programma del partito socialista si aveva il voto alle donne, il suffragio universale. Con l’avvento del fascismo si congelò l’evoluzione e da questa fase i partiti si organizzarono all’estero ed i primi furono i comunisti popolari.

Dopo la seconda guerra mondiale tutti i partiti hanno assunto la conformazione di PARTITI DI MASSA. I partiti di centro e di sinistra avevano forti differenze, ma questo divario dopo il 68 di alleggerì e durò fino agli anni 90, anni in cui la democrazia cristiana per consenso con l’inchiesta mani pulite.

Il partito di massa ha avuto una continua trasformazione in:

 

IL FINANZIAMENTO PUBBLICO DEI PARTITI POLITICI

I partiti politici sono finanziati con i tributi dello Stato. Ci si chiedeva in passato se farli finanziare dai privati (entrate private) o dalle entrate pubbliche e si concluse con il finanziamento pubblico, perché i partiti interessano la collettività. Fino al 93 c’era il:

  1. finanziamento ordinario che era corrisposto annualmente
  2. finanziamento straordinario, corrisposto solo in occasione delle elezioni

Nell’85 ci fu un referendum per eliminare il finanziamento ordinario dei partiti ma non raggiunse il quorum. Con il referendum del 93 fu abolito il finanziamento ordinario e rimase quello straordinario che prevede: che tutti i partiti politici ricevono 2 euro per ogni voto ottenuto.

C’è anche il finanziamento privato dei partiti politici:

  1. ogni partito ha l’obbligo di indicare le fonti di finanziamento
  2. ogni candidato deve indicare le fonti di finanziamento. Chi si astiene nel farlo commette reato.

I PARTITI POLITICI E LA COSTITUZIONE

L’art. 49 della Costituzione è l’articolo dei partiti e stabilisce:

  1. la libertà di formazione dei partiti politici senza chiedere autorizzazioni, così che i cittadini possono partecipare alla vita politica del paese
  2. libertà dei cittadini di aderire ad ogni partito politico o aderire a più partiti

Da qui si ricava:

  1. la formazione dei partiti politici è libera
  2. la repubblica si fonda sul pluralismo dei partiti
  3. i partiti hanno la funzione di determinare la politica nazionale
  4. i partiti politici devono rispettare un metodo democratico, cioè i partiti di minoranza devono rispettare le decisioni della maggioranza

I LIMITI

  1. Divieto della ricostituzione del partito fascista.
  2. Divieto di costituzione dei partiti di destabilizzazione contro il partito democratico
  3. Divieto di costituire partiti che hanno finalità segrete

SISTEMI DI PARTITI

Si intende la struttura dei partiti che gestiscono il potere politico del paese ed è un struttura che varia nel tempo. Si sono avuti due tipi di sistemi:

1) SISTEMA PLURIPARTITICO

ha il pregio di un ampio numero di partiti che vedranno i propri candidati nel Parlamento, e un po’ tutte le istanze sociali sono rappresentate in parlamento; è il pregio più importante. Per contro difficilmente si riescono a formare strutture stabili per diversi interessi.

2) SISTEMA BIPARTITICO

Esistono due tipi di bipartitismo

  1. bipartitismo perfetto, quando ci sono due soli partiti nel parlamento che gestiscono il potere politico.
  2. bipolarismo improprio, quando è formato da più partiti che fanno capo a due poli politici contrapposti, ( sistema politico che si sta evolvendo ).

PREGI

Stabilità di governo, e la possibilità di alternanza al potere

DIFETTI

Esistono delle istanze sociali che non sono rappresentate in Parlamento.

EVOLUZIONE STORICA DEI PARTITI POLITICI

  1. dal dopoguerra fino alla fine degli anni 60
  2. dal 68 ai giorni nostri

In Italia dopo la seconda guerra si sono avuti dei governi di coalizione, il I è stato il Pentapartito (di 5 partiti). Dal 46 al 48 i partiti erano composti da opposti schieramenti politici che partecipavano al governo, il partito che aveva rilevanza era il partito Comunista. Dopo il 48 si avviò la guerra fredda e l’Italia aveva bisogno di finanziamenti economici e fu finanziata dall’America. Alcide De Gasperi andò in America e si ruppe il pentapartito, si creò così il partito monocolore cioè la democrazia cristiana. Con le elezioni del 48 la Democrazia Cristiana ottenne la maggioranza assoluta fino al 52. Poco prima del 1952 la DC propose il cosiddetto premio di maggioranza (una modifica della legge elettorale), cioè il partito che aveva la maggioranza dei voti, gli venivano attribuiti la maggioranza dei seggi in Parlamento e l’altra metà dei voti circa il 45%, era distribuita negli altri partiti politici. Questa risultò una legge "truffa" e nelle elezioni successive la DC non conquistò la maggioranza dei voti, probabilmente perché la sinistra si organizzò meglio; De Gasperi fu costretto a dimettersi e sostituito da Amiltore Fanfani. Dal 52 la DC (qui inizia a incrementarsi il PC) dovette così formare governi di coalizione in particolare con il Partito Liberale e il Partito Socialista. Questi governi sono andati avanti fino al 65 ed erano chiamati "partiti quatricentristi". In seguito si cambiano le alleanze e si apre la stagione del centro sinistra, soprattutto del PS con a capo Pietro Nenni (in questi governi si è sempre avuta la conflittualità fra sinistra e destra) dal 1964 al 1974 hanno portato a dei risultati.

RISULTATI

  1. Cassa del mezzogiorno.
  2. Ampliamento della pubblica amministrazione
  3. Estensione del trattamento pensionistico
  4. Statuto dei lavoratori

Dal 64 al 68 ci furono dei governi abbastanza stabili che in seguito cominciarono a perdere stabilità con il declino del PS e la crescita del PC; crescita avuta fini al 74 e nel 76 il PC raggiunse il 30% dei voti. In questi anni si chiuse il centro sinistra.

Negli anni 70 ci fu il compromesso storico, che si basava:

Questi governi durarono dal 75 al 79, fino al rapimento di Moro, perché Moro fu l’artefice del compromesso storico, con la "teoria delle convergenze parallele", la creò perché pensava di far affiancare il PC al governo. Ad un certo punto il calo del PC ha fatto venire meno il compromesso storico.

Definitivamente nell’82 ci furono nuovi risultati.

RISULTATI

  1. Sistema sanitario nazionale (prima c’erano le casse mutue private che si fondavano sui versamenti dei lavoratori
  2. Il Decentramento: si votò per le regioni e per la riforma delle autonomie locali fino a quel momento inesistenti
  3. La giustizia amministrativa: cioè vennero istituiti i TAR (tribunali amministrativi regionali), prima il cittadino poteva subire ingiustizie. Quindi ci fu l’istituzione dei tribunali amministrativi; i TAR annullano gli atti della pubblica amministrazione.

Nell’84 una delle cose più significative è che ci fu il nuovo concordato con l’avvio della privatizzazione delle imprese pubbliche.

I pentapartito sono esistiti fino al 92, fino allo scoppio di mani pulite. Con il 92 i segretari dei partiti si dovettero dimettere e si nominò Buttiglione che sciolse il DC. Con le elezioni del 94 è cambiata la legge elettorale che nel 93 fu abrogata con referendum e dal pluripartitismo si è passati al bipartitismo.

 

LE ELEZIONI E LE ALTRE FORME DI PARTECIPAZIONE DEMOCRATICA

LA DEMOCRAZIA

L’art. 1 della Costituzione dice che l’Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro, la sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme previste nella Costituzione la quale ci indica come il popolo può concorrere all’esercizio.

Democrazia quando il popolo può influire sulle scelte politiche del paese.

DEMOCRAZIA DIRETTA E INDIRETTA

Diretta, (detta anche plebiscitaria) quando le scelte politiche sono adottate direttamente dal popolo cioè ogni scelta politica può essere adottata solo su approvazione del popolo. Il modello Marxista prevedeva una democrazia plebiscitaria e, affermava che doveva cessare il metodo capitalistico.

La vecchia Unione Sovietica era democrazia diretta. Nell’Europa la Svizzera è una democrazia in cui esistono notevoli istituti di democrazia indiretta, dove quasi tutte le leggi devono essere approvate con referendum.

Indiretta, quando le scelte politiche vengono adottate dagli organi politici eletti dal popolo con l’intermediazione dei partiti politici. Qui il popolo non esercita direttamente la sovranità, ma la delega alle assemblee elettive cioè elegge i rappresentanti che decidono le scelte politiche.

In Italia c’è una democrazia indiretta e anche partecipata, perché le scelte politiche sono adottate dal Parlamento, e il popolo non partecipa alle scelte politiche in quanto non è una sua esclusiva.

LE LEGGI ELETTORALI

Definiscono il sistema elettorale. Servono per trasformare i voti in seggi

DECRETO LEGGE

Emesso dal Governo, approvato dal consiglio dei ministri e ha una durata di massimo 60 giorni, entro questo periodo deve diventare legge altrimenti decade

DECRETO LEGISLATIVO

Il Parlamento approva una legge delega cioè i principi generali, i tempi e le materie del decreto legislativo e lo delega al Governo che deve approvarlo. È una legge tecnica.

PETIZIONE POPOLARE

È un documento che uno o più cittadini presentano alle Camere per chiedere provvedimenti legislativi o esporre comuni necessità e il Parlamento deve rispondere a questo documento.

TIPI DI ELEZIONI

  1. Politiche
  2. Amministrative
  3. Europee

ELEZIONI POLITICHE

Servono per eleggere i membri del Parlamento di entrambe le camere

ELEZIONI AMMINISTRATIVE

Servono per eleggere gli amministratori politici locali cioè delle province, si chiamano elezioni amministrative solo per distinguerle da quelle politiche.

Curiosità. (Decentramento amministrativo: quando le attività politiche vengono trasferite dal centro in periferia. Un altro decentramento è quello burocratico, cioè trasferito da organi centrali a organi periferici).

ELEZIONI EUROPEE

Sono elezioni del Parlamento europeo, attualmente è ancora in vigore la legge proporzionale.

IL VOTO

Il corpo elettorale è composto da tutti gli elettori (cittadini) che vanno a votare, cioè ELETTORATO ATTIVO

Mentre i soggetti che vengono eletti fanno parte dell’ELETTORATO PASSIVO.

ARTICOLO 48 DELLA COSTITUZIONE

Sono elettori tutti i cittadini uomini e donne che hanno raggiunto la maggior età. Il voto è personale ed uguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico. La legge stabilisce i requisiti e le modalità per l’esercizio del diritto di voto dei cittadini residenti all’estero e ne assicura l’effettività. A tal fine è istituita una circoscrizione all’estero per l’elezione delle Camere, alla quale sono assegnati seggi del numero stabilito da norma costituzionale e secondo criteri determinati dalla legge.

SI PERDE IL VOTO

  1. Per incapacità civile, es. interdetto
  2. Indennità morali, es. il fallito
  3. Condanna detentiva ad una pena. Nelle carceri si vota solo se chi è detenuto è in custodia cautelare, o se è detenuto per una pena al di sotto di 5 anni.

È un dover civico. Il voto è un diritto politico del cittadino ma è anche un dovere civico, cioè non è obbligatorio ed il mancato voto non comporta sanzione.

FENOMENO DELL’ASTENSIONISMO

Consiste nel fatto che il cittadino non si reca alle urne e quindi non esercita il diritto. Se si vota a scheda bianca o annullata non è considerato astensionismo. Oggi in Italia votano circa il 60 % degli aventi diritto al voto.

 

 

 

SISTEMA ELETTORALE

Un complesso di norme che ci consentono di trasformare i voti dei cittadini in seggi elettorali.

SEGGIO ELETTORALE

Quell’ambito territoriale nel quale si può eleggere un Parlamentare.

CIRCOSCRIZIONI ELETTORALI

Il territorio si divide in circoscrizioni elettorali in genere corrispondono alle regioni. Sono però 26 perché alcune regioni hanno più circoscrizioni:

Lombardia 3

Lazio 2

Campania 2

Venezia 2

Sicilia 2

Ogni circoscrizione in base alla popolazione si divide in collegi elettorali; il totale dei collegi corrispondono al numero dei candidati da eleggere.

DUE SISTEMI ELETTORALI

Maggioritario

  1. Ogni partito presenta un candidato e uno solo, non ci sono liste concorrenti. Per questa ragione si chiama sistema maggioritario uninominale a turno unico; viene chiamato anche unipersonale.
  2. Viene eletto, come deputato, il candidato che ottiene più voti all’interno di ogni collegio. Chi prende di più prende tutto, perché i candidati che hanno preso di meno (quindi della maggioranza) vengono perduti: il parlamento infatti è formato dai candidati usciti vincenti in ciascuno dei collegi uninominali in cui è suddiviso il territorio.

Se per esempio in un collegio si presentano 3 candidati e uno di questi prende il 40% dei voti e gli altri due arrivano a prendere il 30% ciascuno, il primo conquista il seggio di deputato, anche se ha ottenuto meno della metà dei voti. Gli altri due non ottengono nulla. Con questo sistema si penalizza i partiti di piccole dimensioni, perché se un partito presenta una consistente minoranza di voti ma non ha ottenuto il primo posto non avrà nemmeno un rappresentante in parlamento. Nella maggior parte dei paesi che hanno il sistema maggioritario esistono sistemi bipartitici.

Proporzionale

  1. in ogni collegio vengono eletti più candidati, quindi il partito presenta una lista di candidati e non un solo candidato
  2. ad ogni partito vengono attribuiti tanti seggi in relazione alla percentuale di voti riportati. Nel sistema proporzionale non esiste un partito che non ha candidati eletti
  3. i partiti presentano liste di candidati. Queste liste, all’interno dei partiti, debbono avere un numero di candidati che deve raggiungere almeno 1/3 dei candidati eleggibili

 

 

A) MAGGIORITARIO A DOPPIO TURNO

Es. la Francia. In questo sistema le elezioni si svolgono in due turni. Al primo turno i partiti presentano i candidati in ogni collegio uninominale, se uno di essi presenta più del 50% dei voti viene subito eletto. In altri casi invece, nel secondo turno (nel ballottaggio) si dovrà votare solo per quei partiti che nel primo turno hanno preso voti non inferiori al 12,5%.

  1. SISTEMA PROPORZIONALE CON CLAUSOLA DI SBARRAMENTO
  2. Lo sbarramento: cioè l’assegnazione dei seggi viene riportata solo tra quelle liste che hanno preso una percentuale di voti superiore al 4%, questo per evitare la frammentazione della rappresentanza. I partiti che non hanno raggiunto questa percentuale non ottengono nulla.

     

  3. PREMIO DI MAGGIORANZA

Il partito che ha ricevuto più voti vedrà aumentare i propri voti di una certa %, in base ad una distribuzione proporzionale.

PREGI DEL SISTEMA MAGGIORITARIO

  1. stabilità di governo
  2. si riducono i partiti quindi c’è un’aggregazione di partiti politici
  3. favorisce il bipolarismo

DIFETTI DEL SISTEMA MAGGIORITARIO

  1. personalizzazione della politica con l’attenuazione del programma politico. Qui spesso si tende a votare la persona indipendentemente dal partito e le differenze si vengono ad annullare
  2. non favorisce i piccoli partiti, che perdono sempre più importanza e le loro esigenze possono essere penalizzate
  3. disaggregazione dei partiti
  4. favorisce le piccole aggregazioni locali

PREGI DEL SISTEMA PROPORZIONALE

  1. ogni istanza politica è rappresentata in Parlamento, perché tutti i partiti hanno rappresentanti in parlamento in ragione dei voti raggiunti
  2. sono favoriti anche i piccoli partiti
  3. non si personalizza la politica e i candidati sono scelti dai partiti

DIFETTI DEL SISTEMA PROPORZIONALE

  1. aumenta il n° dei partiti e così è più difficile creare delle maggioranze. Instabilità di governo
  2. i partiti si possono alleare nel corso della legislatura ( è il tempo di candidatura). Il Presidente della repubblica può sciogliere le camere solo nel corso della legislatura. (In passato si potevano creare dei cambiamenti di alleanza)
  3. disaggregazione partitica e politica. Non si creano dei poli di attrazione
  4. partitocrazia, cioè i partiti occupano la pubblica amministrazione perché è strumentalizzata dai partiti
  5. scollamento tra candidati e corpo elettorale. I candidati venivano presentati dai partiti ed erano gli stessi partiti che decidevano i candidati da eleggere. Si poteva votare o solo il partito o solo il candidato.

I SISTEMI ELETTORALI IN ITALIA

Il sistema elettorale per la camera dei deputati

In Italia vige un sistema misto (sistema maggioritario e proporzionale)

  1. il 75% viene assegnato al sistema maggioritario. Si vota una persona ed è eletto deputato chi ottiene più voti nell’ambito di ogni singolo collegio.
  2. Il 25% dei seggi viene assegnato con sistema proporzionale

IL SISTEMA PROPORZIONALE, del 25% è un correttivo per garantire le piccole formazioni con il sistema dello scorporo nei deputati

 

IL REFERENDUM ABROGATIVO

È disciplinato dall’art. 75 della costituzione

Definizione: istituto di democrazia diretta perché il popolo con il voto influisce su di un atto politico e quindi su di una legge ordinaria. Serve con il voto del popolo ad abrogare una legge in precedenza approvata dal Parlamento (abrogazione). L’abrogazione opera non solo con referendum abrogativo ma anche con una legge successiva che annulli la precedente. La legge è un atto politico (cioè manifestazione della sovranità), un frutto del programma dei partiti e un atto di democrazia indiretta; nonché serve per abolire una legge ordinaria.

Il referendum abrogativo, previsto dalla costituzione, serve solo per abrogare, privare di efficacia una legge, eliminarla dal mondo giuridico.

Oggetto: la Costituzione dice che il referendum abrogativo può avere in oggetto:

  1. le leggi ordinarie approvate dal Parlamento
  2. gli atti aventi forza di legge, cioè i decreti legge e i decreti legislativi, emanati dal Governo

I soggetti che possono richiedere il referendum:

  1. 500 mila elettori
  2. oppure può essere chiesto da 5 consigli regionali.

Da qui si formerà il comitato promotore che ha sei mesi di tempo per raccogliere le firme. Una volta raccolte le firme, vengono depositate presso la corte di cassazione la quale effettuerà un controllo formale, cioè se tutte le firme sono in regola e gli estremi dei documenti. La corte di cassazione poi trasmette il requisito referendario alla corte costituzionale che deve decidere sull’ammissibilità del referendum; in quanto il secondo comma dell’articolo 75 della Costituzione dice:

 

ARTICOLO 75

II Comma: non è ammesso il referendum per le leggi tributarie e di bilancio, di amnistia e di indulto, di autorizzazione a ratificare i trattati internazionali. Il trattato internazionale è un atto politico approvato dal Governo, ma questo trattato in seguito deve essere approvato (ratificato) dal Parlamento. Il trattato internazionale non può essere sconfessato dall’organo costituzionale.

III Comma: hanno diritto a partecipare al referendum tutti i cittadini chiamati ad eleggere la Camera dei deputati

IV Comma: la proposta soggetta a referendum è approvata se ha partecipato alla votazione la maggioranza degli aventi diritto, e se è raggiunta la maggioranza dei voti validamente espressi.

Ci sono altre ipotesi per cui non si può avere il referendum, ma la Corte Costituzionale non ritiene queste seconde ipotesi tassative.

La corte costituzionale si deve pronunciare entro il 10 febbraio sull’ammissibilità del referendum.

LA CELEBRAZIONE DEL REFERENDUM

  1. La celebrazione del referendum non può avvenire se il Parlamento provvede ad approvare una nuova legge che modifichi quella su cui è stato richiesto il referendum. La corte costituzionale ha stabilito però che questo cambiamento deve essere approfondito e non formale, altrimenti in questo caso il cambiamento avverrà sulla nuova legge.
  2. Non si può celebrare il referendum nell’ultimo anno di legislatura del parlamento (durata del mandato delle camere, che dura 5 anni) e rimane sospeso fino alla fine della successiva legislatura. Questo per impedire che il parlamento, per motivazioni politiche, possa approvare una nuova legge per impedire il referendum, o approvare una nuova legge simile a quella abrogata.

GLI ESITI DEL REFERENDUM

La legge ha stabilito due casi:

  1. tenere conto degli elettori che hanno partecipato al voto. Qui si potranno valutare gli esiti del referendum soltanto se, hanno partecipato al voto almeno la metà + 1 degli aventi diritto. Dai registri elettorali si vede se hanno partecipato la metà + 1, e si va a verificare se sono maggiori i SI oppure i NO.
  2. Il Quorum (cioè il numero dei quali), se sono maggiori i SI, si abroga la legge, se sono maggiori i NO allora la legge non viene abrogata

 

Fino al 1970 non si poteva attuare il referendum, solo con legge del 25 maggio del 1970 si è potuto attuare il referendum

Esistono anche referendum regionali e comunali, e possono anche essere solo consultivi o propositivi, in quanto è possibile chiedere l’opinione del popolo prima di un referendum.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

GLI ORGANI COSTITUZIONALI

Gli organi più importanti dello Stato apparato che concorrono a determinare le scelte politiche, sono gli organi costituzionali, queste scelte sono le più elevate per individuare gli indirizzi delle strategie fondamentali dello Stato e, determinare i criteri in base ai quali lo Stato deve essere eletto. Si dice che queste scelte vengono definite libere nel fine, cioè gli organi proprio perché gestiscono la sovranità sono liberi nel fare le scelte, ma rispondono nella decisione solo al corpo elettorale, quindi al popolo.

CARATTERISTICHE

Questi organi politici si differenziano dalla Pubblica Amministrazione è il vertice più elevato, ed è divisa dagli organi politici. Ha il compito di concretizzare, di mettere in pratica le decisioni prese dagli organi.

Vanno distinti dagli organi giudiziari, che esercitano funzioni giurisdizionali (subordinate alla legge. La legge è un atto di forza politica del Parlamento; il decreto legislativo è del Governo con partecipazione del Parlamento).

CLASSIFICAZIONE

Gli organi costituzionali, si chiamano così perché sono previsti dalla costituzione e sono organi per eccellenza che compiono l’attività politica all’interno dello Stato.

  1. PARLAMENTO Ha una funzione legislativa.
  2. GOVERNO Ha una funzione esecutiva; ed anche una formativa
  3. PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

  1. Viene configurato come capo dello Stato
  2. Rappresenta l’unità nazionale
  3. È un organo che ha il compito di stabilire l’equilibrio tra questi quattro organi. Compie delle attività politiche che si vanno ad insinuare in un po’ tutte le funzioni dello Stato.

  1. CORTE COSTITUZIONALE

È un organo dello Stato.

COMPETENZE. Sono:

  1. annullare tutte le leggi del Parlamento e del Governo che dovessero essere contrarie alla Costituzione. (compito principale);
  2. decidere sull’ammissibilità del referendum abrogativo delle leggi ordinarie;
  3. risolve i conflitti di attribuzione tra gli organi dello Stato. Es.: una legge in materia regionale approvata dal Parlamento che viene annullata dalla Corte Costituzionale;
  4. ha una funzione giurisdizionale, per es.: per giudicare i reati di attentato del Presidente della Repubblica;

In passato le funzioni giurisdizionali giudicavano anche il presidente del Consiglio dei Ministri e i Ministri che commettevano reati.

COMPOSIZIONE

La corte costituzionale è composta da 15 giudici costituzionali che durano in carica 9 anni e non sono rieleggibili.

  1. 5 giudici nominati dal Presidente della Repubblica
  2. 5 giudici nominati dal Parlamento in seduta comune
  3. 3 giudici vengono eletti dalla corte di cassazione; 1 dal consiglio di Stato e 1 dalla corte dei conti (sono supreme magistrature ordinaria e amministrativa)

ORGANI DI RILIEVO COSTITUZIONALE

Questi organi non sono i più importanti perché sono organi che contribuiscono indirettamente alle scelte politiche del paese.

A) CONSIGLIO SUPREMO DELLA MAGISTRATURA

Compiti

Di garantire autonomia e indipendenza dei magistrati, è presieduto dal Presidente della Repubblica, il quale deve operare affinchè la magistratura sia indipendente dal potere politico; è una tematica di estremo interesse. Oggi si parla di diversificazione delle carriere. Abbiamo la magistratura inquirente con il compito di dirigere le indagini, es. la polizia. La magistratura requirente o giudicante invece ha il compito di seguire la fase finale di un processo – il dibattimento – (la fase preliminare di un processo viene eseguita dai giudici inquirenti). Garantisce tutti i passaggi di carriera, stabilisce l’inamovibilità di un giudice.

B) CONSIGLIO NAZIONALE DELL’ECONIMIA E DEL LAVORO

Svolge funzioni delle economie dei lavori e iniziative legislative (cioè di legge) al Parlamento.

C) CONSIGLIO DI STATO

È l’organo più vecchio (fu istituito da Cavour) e nello Stato assoluto funzionava come un vero e proprio governo. Oggi, è un organo di giustizia amministrativa di secondo grado al quale si fa appello le sentenze dei TAR.

D) CORTE DEI CONTI

Ha il compito di controllare il bilancio dello Stato e degli enti locali.

E) CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA

Presieduto dal Presidente della Repubblica, ha il compito di nominare i più alti dirigenti delle forze armate, per garantire l’autonomia di questi corpi speciali dallo Stato. Decide anche tutte le strategie di difesa.

 

 

IL PARLAMENTO

Deriva dall’Inghilterra del 1600. Significa parlare, in quanto la funzione principale del parlamento è legislativa.

  1. funzione legislativa: prima di approvare una legge si parla, si discute su questa legge;
  2. ha la funzione di indirizzo e controllo politico del governo;
  3. funzione elettiva

STRUTTURA

La seconda parte della Costituzione si interessa del Parlamento ed inizia dall’art. 55, questa parte può essere modificata. Il Parlamento può avere una struttura di bicameralismo monocameralismo

Art. 55

Il Parlamento si compone della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica. Il Parlamento si riunisce in seduta comune dei membri delle due Camere nei soli casi stabiliti dalla Costituzione.

Il nostro Parlamento è strutturato con il bicameralismo, cioè composto da due camere: Senato e Deputati.

Il bicameralismo può essere di due tipi:

  1. bicameralismo paritario
  2. Entrambe le camere hanno la stessa funzione perché un provvedimento legislativo deve essere approvato prima da una camera e poi dall’altra camera, ed infine deve essere approvato da entrambe le camere con maggioranza. Se una camera approva la legge, l’altra può modificarla e quindi torna indietro fin che non è approvata da entrambe. Il passaggio continuo delle leggi da una camera all’altra si chiama navetta.

  3. bicameralismo differenziato

significa che le camere hanno funzioni diverse e si possono articolare:

  1. es. quando una camera si limiti a proporre tutti gli articoli di legge e l’altra camera gli approva o li respinge (differenza di procedura)
  2. può riguardare le materie, una camera approva determinate materie differenti dall’altra camera, (differenza di materie)

MONOCAMERALISMO

Quando c’è una sola camera ed ha un numero più ampio di membri e quindi si alza la maggioranza.

ORIGINE STORICA DEL BICAMERALISMO

Secondo un primo modello, sorto in Inghilterra nel corso del XVII secolo con il passaggio dallo stato assoluto alla monarchia costituzionale, aveva lo scopo di contemperare le diverse esigenze dei ceti sociali. Una camera elettiva era formata dalla borghesia, l’altra non elettiva, ma di nomina, rappresentava gli interessi della nobiltà.

In Italia vigeva lo stesso sistema prima dell’avvento della repubblica: la camera dei deputati era elettiva mentre i senatori erano nominati dal re.

Secondo un secondo modello, nato negli Stati Uniti d’America, il bicameralismo era formato: da una camera che rappresenta l’insieme dei cittadini, una seconda camera, invece, rappresenta gli stati membri della federazione. Questo modello in Europa è stato adottato dalla Repubblica Federale di Germania.

Il Parlamento

Il nostro Parlamento è strutturato con il bicameralismo. Si compone di due camere:

  1. Camera dei Deputati, formata da 630 deputati elettivi
  2. Senato della Repubblica, formata da 315 senatori elettivi e da un piccolo numero di senatori a vita.

L’art. 59 della Costituzione dice: è senatore di diritto a vita, salvo rinuncia, chi è stato presidente della Repubblica. Il Presidente della Repubblica può nominare senatori a vita cinque cittadini che hanno illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario.

Le due camere si riuniscono sempre separatamente (tranne per alcuni casi previsti dalla Costituzione). Ogni decisione deve ottenere separatamente l’approvazione di entrambe le camere. Esse hanno le stesse funzioni.

PREGI DEL BICAMERALISMO: c’è una maggiore riflessione sulla formazione delle leggi.

DIFETTI: si allunga il dibattito per l’approvazione delle leggi. C’è una sorta di degenerazione, perché le scelte per l’approvazione di una legge vengono effettuate fuori dalle camere, e quindi dai partiti.

 

In Italia c’è un sistema bicamerale. Quando è stata approvata la Costituzione, c’era un dibattito per decidere su di un parlamento bicamerale o monocamerale. Fu voluto il bicameralismo in quanto la camera dei deputati, più ampia, aveva lo scopo di rappresentare l’unità del paese. Il senato della repubblica avrebbe dovuto rappresentare le regioni (istituite negli anni 70). L’art. 57 prevedeva che il senato dovesse essere eletto su base regionale, ma poi la costituente demandò il regionalismo del senato alle leggi elettorali. La legge elettorale del senato doveva così essere strutturata in modo diverso.

DIFFERENZA TRA SENATO DELLA REPUBBLICA E CAMERA DEI DEPUTATI

Camera dei deputati:

  1. 630 membri elettivi
  2. la maggiore età per l’elettorato attivo, e 25 anni per l’elettorato passivo

Senato della repubblica

  1. 315 membri elettivi
  2. un numero di membri non elettivi sono: a) 5 cittadini nominati dal presidente della repubblica b) tutti gli ex presidenti della repubblica, perché oltre ai 5 membri cittadini possono aggiungersi come senatori anche gli ex presidenti della repubblica, su decisione del presidente in vigore. Negli anni di legislatura di Sandro Pertini, i senatori arrivarono a 8.
  3. Età per l’elettorato attivo è di 25 anni, e per l’elettorato passivo è di 40 anni.

Entrambe le camere hanno il sistema maggioritario con correzione proporzionale, durano in carica 5 anni ed hanno le stesse funzioni.

PARLAMENTO IN SEDUTA COMUNE

Effettua:

  1. elezione del presidente della repubblica
  2. giuramento del presidente della repubblica
  3. messa in stato d’accusa del presidente della repubblica
  4. elezione di cinque giudici della corte costituzionale
  5. elezione di dieci membri del consiglio superiore della magistratura

 

STRUTTURA DELLE CAMERE

È’ uguale per entrambe le camere, con due presidenti. La struttura non è scritta nella Costituzione ma nei regolamenti parlamentari, qui si entra nel diritto parlamentare. Questi regolamenti, sono delle fonti del diritto e si interessano di individuare:

  1. la struttura interna delle camere
  2. individuano i compiti degli organi parlamentari
  3. si occupano del funzionamento delle camere parlamentari.
  4. Questi regolamenti parlamentari vengono approvati a maggioranza assoluta, cioè devono votare a favore la metà più 1 dei componenti e di conseguenza alla discussione, devono partecipare la metà più 1.

Sono dei regolamenti anomali, in quanto i regolamenti, che sono fonti, del diritto sono ordinamenti secondari perché hanno lo scopo di applicare le leggi ordinarie; dopo la costituzione sono la fonte più duratura. Per i regolamenti parlamentari questo principio non vale perché sono delle fonti super primarie equiparate alla costituzione. La loro modifica non potrà mai avvenire con legge ordinaria, ma solo con legge di revisione costituzionale.

 

DURATA DELLE CAMERE

Entrambe durano in carica 5 anni, solo a partire dalla legge, di revisione costituzionale, del 1963; prima di questo anno il senato durava 6 anni, la camera dei deputati 5 anni. Dal 1948 ad oggi, il senato non ha mai durato 6 anni anche se la costituzione lo prevedeva, ed era riportato anche nello statuto albertino

 

LE COMPETENZE DELGI ORGANI

1) IL PRESIDENTE DELLA CAMERA

La costituzione dice che lui esiste, ma non indica le sue competenze, che sono oggetto delle leggi parlamentari. Viene eletto a maggioranza qualificata nei primi tre scrutini e a maggioranza assoluta dal quarto scrutino in poi.

Funzioni :

  1. dirige la discussione
  2. mette in votazione le deliberazioni una volta proclamate le discussioni
  3. proclama i risultati
  4. provvede al buon andamento della camera ed applica il regolamento
  5. nomina i consiglieri RAI
  6. presiede la conferma dei capi gruppo.

Il presidente della Camera presiede la conferma dei capi gruppo.

Il Parlamento è diviso in gruppi parlamentari normalmente coincidono con i partiti politici, ma non è detto, per es. l’Ulivo è un gruppo a se stante. I capi gruppo sono i responsabili dei gruppi parlamentari e sono coloro che esprimono nel Parlamento, le dichiarazioni di voto. I responsabili si riuniscono in un organo collegiale che viene detto conferenza dei capi gruppo, presieduto dal Presidente della Camera e disciplinato dai regolamenti parlamentari.

Il presidente non opera da solo ma coadiuvato (aiutato) da un ufficio di presidenza, composto da 4 vicepresidenti che si alternano al presidente della camera e almeno 2 appartengono all’opposizione.

I GRUPPI PARLAMENTARI

Sono una struttura interna del Parlamento (raggruppano 1 o più partiti) e disciplinati dai regolamenti parlamentari.

2) ASSEMBLEA PLENARIA

Per le questioni più importanti le camere si riuniscono in assemblea plenaria, composta dai rappresentanti di tutti i partiti in proporzione dei membri di ciascun partito. Mentre l’assemblea plenaria è la sede naturale per lo svolgimento dei dibattiti politici più importanti, le commissioni costituiscono una sede specializzata per affrontare le questioni con maggiore approfondimento. In questa assemblea vige il principio della maggioranza, le diverse maggioranze necessarie per approvare i diversi provvedimenti legislativi, sono previsti in parte dalla Costituzione, in parte dai regolamenti parlamentari.

Tre tipologie di maggioranze

  1. maggioranza semplice
  2. maggioranza assoluta
  3. maggioranza qualificata

  1. maggioranza semplice. Si applica per l’approvazione di tutte le leggi ordinarie. Per maggioranza semplice si intende, tutti coloro che hanno votato a favore della legge almeno la maggioranza dei presenti. Per quanto riguarda la presenza dei parlamentari, il regolamento parlamentare dice che per poter discutere e poi votare, è necessario che siano presenti (quorum operativo o costitutivo) la metà più 1 dei componenti. Solo su queste basi il presidente della camera può aprire la discussione. I regolamenti parlamentari dicono anche che la metà più 1 dei presenti si presume sempre esistente, si ha la cosiddetta "presunzione legale del numero dei presenti ", cioè si presume che siano presenti perché il regolamento dice che, il presidente non deve verificare il numero dei presenti per aprire la discussione, questo si chiama quorum virtuale o non effettivo.

ECCEZIONE a questa regola generale:

se solo 1 parlamentare, dopo che il presidente ha considerato aperta la camera, chiede la verifica dei presenti, il presidente deve accertarsi verificando e se mancano i membri, allora dovrà sospendere la discussione e riaggiornarla.

Le ragioni sono:

  1. ragione politica, perché molti parlamentari svolgono altre attività nei collegi di appartenenza
  2. ragione politica, l’attività politica è molto indirizzata dai partiti politici ed è difficile che un parlamentare si oppone all’approvazione di una legge
  3. ragione giuridica, per il principio di continuità di azione politica del paese

 

  1. LE COMMISSIONI PARLAMENTARI sono:

  1. commissioni istruttorie
  2. commissioni bicamerali
  3. commissioni d’inchiesta

  1. le commissioni istruttorie, dette anche permanenti, che sono 14 nella camera e 13 nel senato; "operano nella preparazione e approvazione delle leggi", in questo ambito operano a seconda del compito loro assegnato, in sede referente o deliberante: discutono cioè il progetto in via preliminare e poi lo presentano all’assemblea plenaria. Esse operano in una specifica materia, per es.: esteri, sanità, cultura. I parlamentari sono distribuiti fra di esse in proporzione dei gruppi parlamentari a cui appartengono. In sede redigente
  2. le commissioni bicamerali, sono formate da deputati e senatori, non operano per l’approvazione delle leggi bicamerali, ma si interessano di problematiche particolari dello Stato e della vita politica, come per es.: la commissione di controllo sui servizi segreti, commissione di controllo sui servizi radio televisivi, commissione bicamerale sugli affari regionali e la commissione sugli affari istituzionali per la riforma dello Stato, che nel 1997 ha elaborato la proposta di revisione della seconda parte della costituzione.
  3. Le commissioni di inchiesta, a differenza delle altre non hanno il carattere della permanenza, ma hanno poteri più estesi:

  1. possono chiamare a testimoniare obbligatoriamente i cittadini di fronte a loro
  2. hanno il compito di approvare le leggi
  3. hanno il compito di ricostruire la verità su certi fatti di importanza politica e di farla conoscere al popolo.

 

Alle commissioni di inchiesta appartengono:

  1. ordinarie: commissioni sulla mafia
  2. straordinarie: commissione su corruzione (es. l’assassinio di Aldo Moro)
  3. commissione stragi e terrorismo

 

 

 

 

 

 

I PARLAMENTARI

  1. ELETTORATO ATTIVO E PASSIVO. tutti i cittadini che hanno diritto al voto (stabilito nell'art. 48) possono presentarsi candidati e quindi essere eletti al parlamento. Devono aver compiuto 25 anni per essere eletti deputati e 40 anni per essere eletti senatori.

  1. ART. 67 DIVIETO DEL MANDATO IMPERATIVO. Ogni parlamentare ha la tendenza di fare gli interessi dei gruppi particolari che l'hanno votato piuttosto che gli interessi del suo paese nel suo complesso. Per ovviare a questo la Costituzione ha stabilito, con l'art. 67 il divieto del mandato operativo.
  2. ogni parlamentare rappresenta l'intera nazione e cura gli interessi dell'intera nazione senza vincolo di mandato. In altre parole i parlamentari non sono vincolati dall'incarico ricevuto dagli elettori, perché appunto rappresentano gli interessi della nazione nel suo complesso. Da qui scaturiscono alcune conseguenze:

  1. i parlamentari non sono revocabili dagli elettori;
  2. sono liberi di assumere in parlamento posizioni diverse da quelle sostenute nella campagna
  3. se un parlamentare abbandona suo il partito, rimane comunque membro del parlamento fino al termine del suo mandato. In sostanza il parlamentare non ha alcun vincolo formale rispetto agli elettori, ma ha un vincolo sostanziale rispetto al partito, cioè è fortemente condizionato dal partito di appartenenza e dagli interessi locali che hanno contribuito alla sua elezione.
  4. Se ogni parlamentare viene arrestato si rifanno le elezioni.

  1. Ogni parlamentare non è tenuto ad eseguire le promesse effettuate in campagna elettorale al suo collegio. Non può essere sottoposto a restrizione;
  2. Ogni parlamentare non è tenuto ad attuare il programma del suo partito e nel corso della legislatura può cambiare partito;
  3. Il parlamentare non può essere revocato dal corpo elettorale. (in altri paesi il corpo elettorale può revocare il parlamentare).

  1. LE IMMUNITA' PARLAMENTARI. I cittadini italiani che sono membri del parlamento acquistano una protezione giuridica che non spetta a nessun altro cittadino, cioè a questi parlamentari non si applica la legge. Questo avviene non per dare particolari privilegi ai membri, ma per permettere al parlamento di agire in libertà ed indipendenza da eventuali pressioni del potere esecutivo.

  1. Immunità sostanziale. I membri del parlamento non possono essere chiamanti a rispondere delle opinioni espresse o dei voti dati nell'esercizio delle loro funzioni. I reati di opinione sono: la calunnia e la diffamazione, il parlamentare se commette questi reati non va incontro ad alcun processo. Questo perché i parlamentari essendo i rappresentanti del popolo devono avere la possibilità di dire ciò che ritengono utile, senza temere una sanzione. Le aule parlamentari non sono varcabili dalle forze di polizia. Nessun giudice ha giurisdizione all'interno delle camere del parlamento. Se ci sono dei feriti solo alla fine del mandato parlamentare si può denunciare un membro.
  2. Immunità processuale. Un soggetto non può essere sottoposto a processo penale se commette reati nei 5 anni di legislatura. Con la nuova riformulazione dell'art. 68 2° C introdotta nel 1993, nessun membro del parlamento può essere sottoposto a perquisizione personale o domiciliare, né può essere arrestato o altrimenti privato della libertà personale, o mantenuto in detenzione, salvo che sia colto nell'atto di commettere un delitto, senza autorizzazione della Camera alla quale appartiene.

L'organo giurisdizionale che può iniziare l'azione penale è la Procura della Repubblica presso il Tribunale, quando si accerta che è un'azione penale si invia al reo l'avviso di garanzia e avviene la registrazione presso il registro degli indagati, scritto dal pubblico ministero. Seguitano poi il rinvio a giudizio ed il dibattimento.

Prima del '93, l'immunità parlamentare era totale, qualunque fosse il reato commesso dal parlamentare, il magistrato non poteva iniziare un processo penale a suo carico. Il pubblico ministero poteva solo inviare una richiesta ad una Giunta per l'autorizzazione a procedere e doveva decidere se rinviare il parlamentare all'aula, in quest'ultimo caso l'aula votava a maggioranza.

Con il 1993 ad oggi

Nei confronti di un parlamentare può sempre, senza alcuna autorizzazione, essere iniziato e portato a termine un processo penale.

  1. tutti i magistrati sono sottoponibili ad un giudice ordinario
  2. si possono raccogliere prove

Un parlamentare può essere tratto in arresto

  1. se colto in flagranza di reato
  2. per eseguire una sentenza di condanna definitiva

La magistratura

Può iniziare una sentenza penale, ma non può arrestare il parlamentare, salvo che ne faccia richiesta alle Camere. Il parlamentare non può essere sottoposto a perquisizione domiciliare o personale. Molti giudici in alternativa alla perquisizione, possono porre sotto sequestro la persona.

DURATA DELLA LEGISLATURA

Ogni camera dura in carica 5 anni (periodo di legislatura), dopo questo termine il presidente della repubblica dichiara lo scioglimento delle camere e indice le nuove elezioni che devono avvenire entro 70 giorni dalla fine delle precedenti camere

SCIOGLIMENTO DELLE CAMERE:

  1. ordinario, quando avviene regolarmente ogni 5 anni;
  2. anticipato. Lo scioglimento anticipato è considerato un rimedio eccezionale, perché deve aver luogo soltanto quando il parlamento non è più in grado di esercitare le sue funzioni. Ciò accade quando si presenta l'impossibilità di formare una maggioranza in grado di proporre e sostenere un governo. Negli ultimi 50 anni in Italia si sono avute 8 legislature anticipate su 13.

FUNZIONE LEGISLATIVA

Viene esercitata congiuntamente da entrambe le camere.

NAVETTA. Consiste nella maggioranza per approvare le leggi

PRESUNZIONE DEL NUMERO LEGALE DELLE PRESENZE, SI VERIFICA SOLO SU RICHIESTA

I regolamenti parlamentari dicono che per poter iniziare e proseguire la discussione di una legge, debbono essere presenti la metà +1 dei parlamentari e si presume che ci sia sempre.

[ la presunzione è considerata come quando da un fatto noto, per forza di legge si risale ad un fatto non conosciuto]. Da un fatto noto della pubblicazione della legge si risale al fatto non conosciuto, cioè la legge vera e propria. Un parlamentare può richiedere la verifica del numero, in questo caso il presidente della camera deve provvedere alla verifica.

  1. MAGGIORANZA SEMPLICE: metà più uno dei presenti. La maggioranza delle leggi in Italia vengono approvate con maggioranza semplice, quindi con la metà +1 dei presenti. In questo caso non si verifica il numero legale.
  2. MAGGIORANZA ASSOLUTA: metà più uno dei componenti. Si prescinde dal numero legale. Quindi la maggioranza dei componenti, la metà + 1 che votano a favore, si applica dal quarto scrutinio in poi per l'elezione: del Presidente della Repubblica, del Presidente delle Camere, per l'elezione di 5 giudici della Corte Costituzionale, per eleggere 10 membri del Consiglio Supremo della Magistratura. Si usa per le leggi di revisione costituzionale, per votare la messa in stato di accusa del Presidente della Repubblica (per alto tradimento e attentato alla nazione), per sciogliere le immunità parlamentari.
  3.  

  4. MAGGIORANZA QUALIFICATA: 2/3 dei componenti. 2/3 dei componenti è richiesta nei primi tre scrutini per l'elezione del presidente della repubblica e per le leggi di revisione costituzionale. Cossiga fu eletto al primo scurutinio.

ITER LEGIS (strada della legge)

È' un procedimento di formazione delle leggi ordinarie. Si distinguono in: leggi ordinarie e di revisione costituzionale. Le leggi possono essere approvate con :

PROCEDIMENTO ORDINARIO, che si applica a tutte le leggi ordinarie e si articola in cinque fasi:

  1. iniziativa, l'atto con il quale inizia il cammino del procedimento e la costituzione ne prevede gli organi, che sono: A) ciascun parlamentare con il progetto di legge, B) il governo, qui si parla di disegno di legge; C) C.N.E.L. consiglio nazionale economia e lavoro, solo in materia di economia e lavoro; D) i cittadini, depositando 50.000 firme davanti ad un notaio, cancelliere o segretario comunale; E) a ciascun Consiglio Regionale.
  2. Istruttoria. È' assegnato alle commissioni competenti. È' la fase di preparazione vera e propria della legge, quindi commissione in sede referente (discutono cioè il progetto in via preliminare e poi ne riferiscono alle camere). La commissione quindi: esamina la legge, completa la legge, stila il reticolato della legge e presenta un testo di legge correlato di relazione. I relatori iniziano la fase di discussione, leggono la relazione e può capitare che non tutti siano d'accordo, proprio per questo c'è una relazione di maggioranza e una di minoranza. Questi si chiamano lavori preparatori della legge e vengono tutti conservati. Il ricorso ai lavori preparatori è stabilito dal codice civile.
  3. Discussione e approvazione. Tutti i gruppi politici esprimono la loro volontà, e sono in genere i capi gruppo ad esprimersi e a fare la dichiarazione di voto, però i regolamenti parlamentari concede la facoltà ad un parlamentare di opporsi all'approvazione di una legge. L'approvazione può essere: a) segreta: una volta c'era la regola, o con scrutinio segreto o con votazione con le palline bianche e nere; un'altra forma di scrutinio segreto avveniva, per l'elezione del presidente della repubblica, con palline di piombo che si aprivano; b) palese: avviene per appello nominale e ogni parlamentare viene chiamato per esprimere il suo voto. In genere avviene con procedimento elettronico (scrutinio segreto). Per le leggi di revisione costituzionale, per la famiglia e le persone, avviene con scrutinio segreto. Come avviene l'approvazione? Si vota articolo per articolo e poi si vota la legge nel suo complesso, quando l'approvazione è effettuata da entrambe le camere passa al Presidente della Repubblica e dopo va alla fase della promulgazione.
  4. Promulgazione. Qui il Presidente deve apporre il suo visto sulla legge e:

  1. deve effettuare un controllo di costituzionalità
  2. può rifiutare il visto (solo una volta) e quindi la legge deve ripetere tutto il procedimento.

  1. Pubblicazione ed entrata in vigore. La legge una volta promulgata viene pubblicata:

  1. trasmessa al ministero di grazia e giustizia, vengono apposti i sigilli di Stato, inserita nella raccolta ufficiale delle leggi dello Stato.
  2. Pubblicazione vera e propria sulla Gazzetta Ufficiale
  3. Entra in vigore solo dopo 15 giorni successivi alla pubblicazione, questo tempo è chiamato "vacanza della legge".
  4. Dopo si applica il principio assoluto di conoscenza della legge, a meno che la causa che ha determinato la non conoscenza sia invisibile.

 

IL GOVERNO

 

Il Governo è il più forte organo costituzionale perché concentra in sé molti poteri:

  1. è il vertice della pubblica amministrazione, ciascun ministro è il capo di un settore della pubblica amministrazione;
  2. dispone del comando sulla pubblica amministrazione, e quindi dell'uso della forza pubblica (esercito, polizia);
  3. dispone ed impiega le risorse finanziarie dello Stato (riscuote le imposte ed effettua le spese);
  4. tiene i rapporti con gli altri Stati.

IL PRINCIPIO DI LEGALITA'

I poteri del governo sono limitati dal principio di legalità: in base a questo principio il governo può agire esclusivamente nei limiti previsti dalla legge ed i suo atti possono essere sottoposti al giudizio di un'autorità giudiziaria

IL PRINCIPIO DI LEGITTIMAZIONE DEMOCRATICA

Questo principio è stato risolto in modo diverso nelle forme di governo presidenziali e parlamentari.

Nelle forme di governo presidenziali, il governo gode di una legittimazione democratica propria al pari del parlamento perché esso è eletto dal popolo.

Nelle forme di governo parlamentari, il governo gode di una legittimazione democratica derivata, dovuta da una maggioranza politica che si forma in parlamento; per governare il governo deve ottenere la fiducia e deve dimettersi nel caso questa venisse a mancare.

 

TIPOLOGIE DI GOVERNO

  1. governi eletti. Nei paesi in cui esiste un sistema bipartitico, i risultati delle elezioni per il parlamento determinano automaticamente la formazione del governo. Infatti il partito che vince le elezioni va al governo ed il suo leader ne diventa il presidente. Si può dire, in questi casi, che il governo è "eletto" dagli elettori. Nel corso della legislatura se c'è una crisi di governo il presidente della repubblica può cambiare il capo del governo;
  2. governi contratti. Nei paesi in cui esistono più partiti che da soli non riescono a raggiungere la maggioranza dei seggi in parlamento, e quindi non si riesce a formare un governo, è necessario un accordo tra più partiti, che insieme dispongano almeno della maggioranza. Il risultato delle elezioni, però, non determina direttamente la coalizione che formerà il governo; ma la scelta tra le possibili coalizioni risulterà dalla contrattazione tra i partiti;
  3. governi del premier. In alcune forme di governo parlamentari c'è la figura del premier; ossia il capo del governo, che può avere anche una posizione di assoluta preminenza sui ministri; riceve l'investitura dal parlamento ed ha il potere di scegliere i ministri e revocarli;
  4. governi dei partiti. Nei paesi in cui i governi sono formati da coalizioni tra i partiti, accade che il governo sia composto da esponenti designati da ciascun partito. Qui il premier ha un ruolo più debole, primus inter pares (primo fra pari). La sua funzione è quella di mediare tra le posizioni dei partiti della coalizione.

In Italia, tra il 1948 ed il 1992 i governi sono stati formati da coalizioni contratte tra i partiti, dove la figura del presidente del consiglio è stata quella di primus inter pares.

Instabilità. In questo arco di tempo in Italia i governi hanno avuto una vita molto breve; ci sono stati 45 governi in 44 anni, durando quindi tutti meno di un anno.

Continuità. Nonostante i governi siano sempre cambiati, essi sono stati formati, in via generale, dagli stessi uomini e dagli stessi partiti. Il partito maggiore italiano, la Dc, ha quasi sempre presieduto il governo.

Dopo il 1992, in Italia, la situazione è cambiata, si ha avuto un'alternanza al governo di nuovi partiti e nuovi esponenti politici.

LA COMPOSIZIONE DEL GOVERNO

Il governo è l'unico organo costituzionale complesso, cioè quando è strutturato da una pluralità di organi che cooperano assieme per raggiungere lo scopo finale. Questi organi si dividono in:

  1. il presidente del consiglio;
  2. il consiglio dei ministri;
  3. i ministri
  4. i sottosegretari

  1. vice presidente del consiglio dei ministri, che fu inserito nel periodo del governo Craxi;
  2. vice ministri, inseriti con legge introdotta nel 2001 dal governo Berlusconi;
  3. consiglio di gabinetto, inserito dal governo Craxi disciplinato della legge dell'88 ma da allora non è mai stato applicato.

[ La legge 400/1988, ha individuato le tipologie dei regolamenti governativi]

ORGANI NECESSARI

Il Presidente del Consiglio dei Ministri

Analisi della disciplina formale della presidenza del Consiglio dei Ministri, cioè quello che è previsto dalla norma. La nostra costituzione individua il Presidente del Consiglio dei Ministri come organo e non lo individua come capo del governo ma come "primus inter pares" (primo tra i pari), non è il superiore gerarchico ma è un organo con compiti di:

da qui i ministri hanno il compito di attuare il programma del governo, cioè tutte le attività politiche che sono tracciate dal programma presentato dal presidente del consiglio.

È possibile che un ministro non segua la direttiva, (che può anche essere disattesa dal destinatario). Il presidente del consiglio non ha alcun potere nei confronti dei ministri e se, qualcuno di loro, disattendono la direttiva il presidente deve riprendere la questione.

non è un organo propositivo e deliberativo, ma garantisce l'unità della politica del governo.

Riepilogando, il Presidente del Consiglio:

  1. forma il governo;
  2. dirige la politica generale del governo;
  3. mantiene l'unità dell'indirizzo politico, amministrativo, promuovendo e coordinando l'attività dei ministri;
  4. convoca il consiglio dei ministri e ne stabilisce l'ordine del giorno;
  5. non può dare ordini ai ministri ma impartisce direttive;
  6. può sospendere l'adozione di atti ma, la decisione definitiva spetta al consiglio.

 

Il Consiglio dei Ministri

È l'organo deliberativo. Le sue riunioni non sono pubbliche e non vengono pubblicati i resoconti. Il consiglio definisce la politica generale del governo e adotta tutte le decisioni più importanti:

  1. il programma;
  2. i disegni legge;
  3. i decreti legge;
  4. i decreti legislativi;
  5. i regolamenti governativi;
  6. le nomine dei più alti funzionari dello Stato;
  7. approva il bilancio preventivo e consuntivo dello Stato.

I Ministri

I ministri sono 14 ed hanno una doppia funzione:

  1. con portafoglio
  2. senza portafoglio

  1. Con portafoglio. In questo caso il ministro è al vertice di un Ministero vero e proprio ed ha sotto di lui degli organi sia centrali che periferici (del ministero degli interni) cioè organi amministrativi;
  2. Senza portafoglio. In questo caso non hanno una struttura amministrativa a se stante e sono incarnati nella presidenza del consiglio dei ministri (cioè membri del consiglio dei ministri), hanno sede a palazzo Chigi. Sono organi costituzionali.

Si interessano di:

  1. affari esteri 8) politiche agricole
  2. interno 9) ambiente e tutela del terreno
  3. giustizia 10) infrastrutture e trasporti
  4. difesa 11) lavoro e politica sociale
  5. economia e finanze 12) salute
  6. attività produttive 13) istruzione
  7. comunicazioni 14) beni e attività culturali

I sottosegretari

Ogni ministero ne ha più di uno, collaborano con il ministro nel compimento di una determinata attività del Ministero; possono anche sostituire un ministro, per es. per la delega delle riforme.

  1. sono nominati dal governo;
  2. non partecipano al consiglio;

La legge 400/1988 ha previsto la nuova figura del vice ministro. La differenza tra il vice ministro e il sottosegretario è che, mentre quest'ultimo può sostituire il ministro, l'altro non ha questa facoltà.

ORGANI EVENTUALI

Il Vice Presidente del Consiglio dei Ministri

È una figura molto particolare in quanto non può sostituire completamente il Pres. Cons. Ministri, ma può solo operare su delega del Pres. Cons. Ministri e non lo sostituisce in toto. Non sta nel Gabinetto.

Consiglio di gabinetto

È stato operativo una sola volta. Ne fanno parte:

Questo organo ha dei compiti preparativi, istruttori e non sono del tutto autonomi.

Vice ministri

Non vanno confusi con i sottosegretari, ma operano con loro, operano in aggiunta loro. I vice ministri hanno un compito assai limitato, devono interessarsi di un settore particolare su delega del Ministro. Accordano un po’ tutti i partiti.

La disciplina Costituzionale del Governo, è questa appena descritta. In Italia abbiamo sempre avuto dei governi di coalizioni definiti governi contratti tra i partiti, vengono detti anche non eletti.

Oggi l'orientamento è cambiato, il governo viene eletto perché si vota uno schieramento politico e quello schieramento determinerà l'indirizzo politico.

Vedremo in seguito:

  1. la formazione del governo;
  2. la crisi di governo;
  3. le funzioni del governo;
  4. le garanzie dei membri del governo;

La formazione del governo

Si procede alla formazione di un nuovo governo quando il precedente ha rassegnato le dimissioni, quando cioè si è aperta una crisi di governo. Si ha comunque la formazione di un nuovo governo all'inizio di ogni legislatura.

La Costituzione affida la nomina del nuovo governo al presidente della repubblica, ed ha previsto l'intervento del parlamento in un momento successivo, mediante il voto di fiducia.

Quindi la costituzione dice che: "il presidente della repubblica nomina il presidente del consiglio e, su proposta di questo, i ministri" (art. 92 c. 2).

L'incarico

Il nuovo presidente del consiglio viene nominato dal presidente della repubblica, che in tale scelta non ha una discrezionalità assoluta. Se dalle elezioni è emersa una coalizione vincente e se la coalizione ha un proprio leader, il presidente della repubblica non ha scelta: deve designarlo come presidente del consiglio. In caso contrario, il presidente della repubblica deve individuare una persona che possa raccogliere attorno a se una maggioranza parlamentare.

Una volta ricevuto l'incarico, il presidente del consiglio, dovrebbe, secondo l'art. 92 c. 2, procedere alla scelta dei ministri.

In passato però avveniva che: dopo la nomina del presidente del consiglio, si aprissero le trattative tra i partiti per definire: la formula della coalizione, il programma politico e indicare i nomi dei ministri.

Oggi questa pratica non si usa più, perché finiva per limitare il ruolo del presidente del consiglio e subordinarlo alle trattative dei partiti.

Le nomine

Il nuovo presidente del consiglio sceglie i ministri che vengono a loro volta nominati dal capo dello Stato con proprio decreto. Dopo aver ricevuto la nomina, i ministri prestano giuramento nelle mani del capo dello Stato. Da qui il governo entra in carica e sostituisce il governo precedente.

Il voto di fiducia

Entro 10 giorni dalla sua formazione, il governo deve presentarsi davanti alle due camere per ottenere la fiducia. In queste sedi il presidente del consiglio espone il programma, che sarà oggetto di discussione del parlamento e si concluderà con la votazione della mozione di fiducia.

Può accadere che il parlamento neghi la fiducia la governo (basta ovviamente il voto contrario di una sola camera). In questo caso il governo è costretto a dimettersi e si riapre una crisi di governo.

La durata del governo

Il governo non ha mai una durata temporale, non ha un limite di tempo, quindi viene assunto per un tempo indeterminato.

Crisi di governo

Il governo entra in crisi quando ritiene di non avere più la maggioranza parlamentare. Questo comporta che il presidente del consiglio, deve rassegnare le dimissioni nelle mani del presidente della repubblica e rimane in carica solo per ordinaria amministrazione, fino a quando non otterrà la fiducia il nuovo governo.

Ci sono due tipi di crisi:

  1. Crisi parlamentare: si procede ad essa quando nel parlamento una maggioranza dei parlamentari vota una mozione di sfiducia al governo. Questa è l'unica ragione per la crisi parlamentare. La mozione di sfiducia si ha quando scaturisce da un gruppo di parlamentari e poi votata dalla maggioranza del Parlamento.

Questa crisi parlamentare può avvenire quando: il governo considerando di grande importanza un suo provvedimento (di solito una legge o un decreto - legge) per realizzare il suo programma politico, pone al parlamento la questione di fiducia. Cioè quando il governo vuole far approvare una questione importante, chiede al parlamento la mozione di fiducia, e se il Parlamento boccia quella "legge" il governo si dimette, se invece il parlamento l'approva è come se il governo riceve una nuova fiducia.

Lo scopo del governo, nel porre la questione di fiducia, è quello di mettere il parlamento di fronte a una secca alternativa: o accettare la volontà del governo o provocare la crisi, e quindi di facilitare l'approvazione del provvedimento.

La questione di fiducia si pone:

  1. Crisi di governo extraparlamentare: si ha quando il Presidente del Consiglio dei Ministri rassegna le dimissioni senza che ci sia stata una discussione complessiva del Parlamento sull'operato del governo o da una mozione di sfiducia, ma in base a valutazioni politiche compiute all'esterno del parlamento.

Il governo dimissionario rimane in carica fino alla nomina del governo successivo, e tuttavia le sue funzioni sono limitate all'ordinaria amministrazione. Si esclude cioè che esso possa prendere decisioni molto rilevanti sul piano politico.

La funzione del governo

  1. la funzione politica di governo;
  2. la funzione amministrativa di governo;
  3. la funzione normativa di governo;

La funzione politica di governo

Il governo concorre alla determinazione delle scelte politiche dello Stato per il paese. È proprio il governo che contribuisce ad individuare ed attuare l'indirizzo politico dello Stato. Le scelte politiche sono attuate dal governo attraverso la pubblica amministrazione.

Il governo esegue le scelte politiche, cioè le attua attraverso i Ministeri. Le scelte politiche sono racchiuse nel programma politico di governo.

La funzione amministrativa di governo

Significa che il governo esegue le scelte politiche, è un'attività di tipo strumentale. Per mettere in pratica queste scelte il governo ha il compito di organizzare i servizi pubblici e offrirli ai cittadini.

Tra l'attività politica e amministrativa, c'è l'attività di alta amministrazione, composta da alti dirigenti, che serve per accordare l'attività politica con quella amministrativa vera e propria.

Attività politica: individuazione di criteri.

Attività amministrativa: attuazione di questi criteri.

Da qui deriva che:

a) tutta l'attività amministrativa è subordinata a quella politica;

b) l'attività politica è libera nel fine;

I principi dell'attività amministrativa sono:

L'attività amministrativa ha un vincolo fondamentale ed è: il principio di legalità, è il più importante perché la pubblica amministrazione nello svolgere la sua attività deve attenersi alle leggi.

Il principio di imparzialità a cui si deve ispirare tutta la pubblica amministrazione.

La funzione normativa

Tutti gli atti normativi sono deliberati dal Consiglio dei ministri.

Gli atti normativi sono di 2 tipi:

  1. gli atti di normazione primaria, perché sono equiparati alle leggi e sono anche detti, atti aventi forza di legge nonostante non siano approvati dal Parlamento. Possono modificare le leggi approvate in precedenza dal parlamento.

Il governo, eccezionalmente, può produrre atti di normazione primaria; ma normalmente può produrre atti di normazione secondaria.

Gli atti di normazione primaria sono:

I decreti legge

Sono provvedimenti emanati dal Consiglio dei Ministri, servono a risolvere delle situazioni di eccezionalità e urgenza, es. alluvione, terremoto.

Il decreto legge (chiamato anche atto avente forza di legge) può modificare qualunque tipo di legge ordinaria però non dura in eterno, ma dura 60 giorni, entro questo tempo deve essere convertito in legge altrimenti decade. Una volta approvato è emanato dal presidente della repubblica, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale e dalla mezzanotte del giorno della pubblicazione il decreto entra in vigore. Il giorno successivo alla pubblicazione il governo deve presentarlo al parlamento per convertirlo in legge e, se non ci riesce entro 60 giorni decade completamente, cioè tutti gli effetti che ha prodotto decadono.

Il Parlamento quando converte il decreto legge in legge può anche modificarlo.

I presupposti del decreto legge sono: la necessita e l'urgenza. Riguardo a questo, la Corte Costituzionale può intervenire sul decreto legge perché se non riscontra almeno uno di questi presupposti, lo può annullare.

Decreto legislativo

Per decreto legislativo si intende il trasferimento temporaneo della funzione legislativa dal Parlamento al Governo per materie determinate.

Il presupposto è:

una legge di delegazione (ordinaria) in cui il parlamento deve indicare:

  1. la materia;
  2. i tempi di approvazione;
  3. i principi e criteri direttivi, che devono essere seguiti dal governo nella redazione del decreto legislativo.

Il decreto legislativo è strutturato sulla base di due atti:

  1. la legge delega;
  2. il decreto legislativo vero e proprio.

Una volta approvata la legge delega, il governo predispone il testo del decreto legislativo. La preparazione di questo testo spetta al singolo ministro competente in materia, poi deve passare al consiglio dei ministri per la discussione e approvazione. Il decreto legislativo viene così emanato dal presidente della repubblica e pubblicato sulla Gazzetta ufficiale; entra in vigore, come le leggi, il 15° giorno successivo alla pubblicazione.

I decreti legislativi hanno forza di legge. Possono quindi abrogare leggi preesistenti e sono vincolanti per tutti i cittadini (a differenza della legge delega che vincola solo il governo).

La Corte Costituzionale può pronunciare la illegittimità del decreto legislativo quando: se il governo non si è attenuto ai criteri ed ai principi direttivi si può dichiarare l'incostituzionalità.

Il parlamento con il criterio di delegazione da 24 mesi di tempo per il decreto legislativo e, se prima dei 24 mesi, dovesse approvare una legge ordinaria contraria alla legge delega, allora il governo deve sospendere il procedimento del decreto legislativo.

I regolamenti

Il governo può adottare anche altri atti normativi, chiamati regolamenti, che però non hanno forza di legge (non possono abrogare o modificare leggi preesistenti). Essi sono fonti secondarie del diritto. Il procedimento per la loro emanazione è regolato dalla legge 400/1988. Questi regolamenti vengono approvati dal governo e sono secondari perché devono essere rispettosi della legge quindi non contrari alla costituzione.

Tipologie di regolamenti:

  1. regolamenti governativi deliberati dal consiglio dei ministri ed emanati con decreto dal presidente della repubblica;
  2. regolamenti ministeriali sono deliberati da un solo ministro;
  3. regolamenti del presidente del consiglio dei ministri, emanati dallo stesso.

Sono tutti regolamenti emanati, sempre, con decreto del presidente della repubblica.

La dottrina delle considerazioni effettuate dagli studiosi del diritto hanno fatto una classificazione teorica:

  1. i regolamenti esecutivi o attuativi, non integrano la legge, ma specificano le modalità di attuazione di una legge;
  2. i regolamenti integrativi, sono i più importanti, e sono quelli che integrano le materie non disciplinate dalla legge (completano la disciplina delle leggi);
  3. i regolamenti organizzativi, (presenti in passato), erano quelli che avevano il compito di organizzare gli uffici della pubblica amministrazione (per es. di un ministero), ed erano in grande quantità. La costituzione ha però stabilito che tutti gli uffici della pubblica amministrazione possono essere organizzati solo con legge; oggi non esistono più, ma esistono i regolamenti attuativi.

I regolamenti delegati

Allo scopo di promuovere il processo di delegificazione, la legge 400/1988 ha introdotto i regolamenti delegati. Essi sono emanati dal governo sulla base di una delega operata da una legge del parlamento che autorizza il governo a disciplinare una certa materia con un proprio regolamento e stabilisce che al momento dell'entrata in vigore di tale regolamento saranno abrogate le leggi preesistenti che si occupano di quella materia. Il regolamento delegato serve ad attuare la legificazione, cioè con legge ordinaria il governo indica le materie che possono essere disciplinate dal regolamento. Esso serve a sciogliere la riserva di legge, ed è pubblicato nella Gazzetta ufficiale.

Il regolamento delegato, quando entra in vigore, abroga la legge già esistente (l'abrogazione è la perdita di efficacia della legge a seguito di una legge successiva di pari grado).

Un regolamento se contrario a norme di legge viene chiamato illegittimo, e quando è tale si impugna in tribunale, più precisamente nei T.A.R., (il regolamento è un atto amministrativo che però non produce subito degli effetti perché esso li produce con altri atti amministrativi concreti. Gli atti amministrativi fino agli anni '70 non si potevano impugnare).

Quando il regolamento è illegittimo lede una figura soggettiva particolare. L'interesse legittimo è l'interesse che ha ogni cittadino in un atto amministrativo, che sia conforma alla legge e che sia assente da vizi di legittimità. Questi vizi sono:

  1. eccesso di potere;
  2. violazione di legge;
  3. incompetenza;

Quasi sempre l'interesse legittimo è collegato ad un diritto soggettivo, es. iscrizione scolastica, rilascio di passaporto.

Immunità dei membri del governo

(oggi è stata quasi tolta)

L'immunità dei membri del governo è stata profondamente modificata dal 1993.

Dal 1993 ad oggi. I membri del governo per i reati che commettono nell'esercizio delle loro funzioni, vengono giudicati dal giudice ordinario competente per territorio (locus commissi delitti= è competente a giudicarlo il giudice del luogo dove è successo il fatto).

Quando viene commesso un reato, presso il tribunale competente si costituisce un collegio composto da tre giudici, e si chiama il tribunale dei Ministri.

Questo tribunale si limita a compiere accertamenti istruttori preliminari per verificare se contro il ministro esistono sufficienti indizi di colpevolezza, se si accerta questo il tribunale dei ministri si rivolge alla Camera di appartenenza; se il ministro non dovesse appartenere ad alcuna camera (è comunque coperto da immunità) l'autorizzazione va chiesta al Senato della repubblica, dopo di che la camera di appartenenza decide se concedere alla Procura della Repubblica il via a procedere.

Oggi, con l'attuale riforma, si vuole un'immunità sostanziale (che di fatto è ancora processuale), cioè se un ministro commette un reato è da considerare che non ha fatto niente (si pensa di estendere questa immunità a tutti i membri del parlamento ed anche ai terzi coinvolti nel reato).

 

IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Il presidente della repubblica è un organo necessario, ed è disciplinato nella costituzione dagli articoli che vanno dal n°83 al n°91.

Vedremo:

  1. la natura dell'organo;
  2. i requisiti per l'elezione;
  3. l'elezione;
  4. la carica, il tempo e la durata;
  5. eventuale supplenza del capo dello Stato.

Dopo parleremo dei poteri del presidente della repubblica, cioè tutti gli atti del presidente sono:

  1. atti formalmente presidenziali;
  2. atti sostanzialmente presidenziali;
  3. controfirma ministeriale degli atti presidenziali;
  4. responsabilità e immunità del presidente della repubblica.

Natura dell'organo

Il nostro presidente della repubblica non è titolare di alcun potere e non esercita alcuna funzione, è un organo neutrale, e tutti i compiti del presidente possono essere sintetizzati:

I requisiti per l'elezione

Può essere eletto presidente della repubblica qualunque cittadino che abbia compiuto il 50° anno di età, che goda dei diritti civili e politici e non deve essere un ex parlamentare.

Elezione

Il presidente della repubblica è eletto dalle Camere in seduta comune, la riunione viene tenuta presso la Camera dei deputati e presieduta dal Presidente della Camera. Vi partecipano anche tre rappresentanti regionali, più 1 rappresentante per la Valle D'Aosta.

La Costituzione prevede le maggioranze che devono essere raggiunte e viene effettuato uno scrutinio segreto. Devono votare a favore i 2/3 dei componenti dell'assemblea nei primi tre scrutini, dal quarto in poi devono votare con maggioranza della metà + 1 dei componenti (non dei presenti).

  1. La carica di Presidente è incompatibile con qualsiasi altra carica e comporta un'attività che gode di un appannaggio particolare ( incompatibilità assoluta).
  2. Dura 7 anni in carica, perché così tanto? Perché ha il compito di raccordo ed equilibrio; ed anche perché in passato c'era un regime monarchico

 

Supplenza del Presidente

Quando il presidente della repubblica è assente (fuori del territorio) o quando ha una malattia grave, deve essere sostituito da altri per evitare interruzioni nell'esercizio delle sue competenze. Il suo sostituto è previsto sia il presidente della Camera del Senato.

In caso di morte scatta, immediatamente, la supplenza del presidente del senato, che ha tempo 15 giorni per indire le elezioni del nuovo presidente della repubblica.

In questo contesto il Senato che poteri ha?

Normalmente si limita all'amministrazione ordinaria.

Chi sceglie il supplente? Quando può è il presidente della repubblica, altrimenti avviene automaticamente.

In caso di malattia la corte costituzionale deve accertare la malattia del presidente, poi lo trasmette al parlamento e decade così dalla carica (non è però mai accaduto).

 

POTERI, VERI E PROPRI, DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

I poteri fondamentali del presidente della repubblica si dividono in due categorie, e sono:

  1. poteri sostanziali, (o atti sostanziali). Si chiamano così perché il presidente della repubblica li decide da solo e sono suoi poteri effettivi. Questi atti vengono controfirmati dal governo, ed è un controfirma di controllo.

Con questi atti il presidente del consiglio:

  1. nomina o designa il presidente del consiglio dei ministri;
  2. nomina i 5 senatori a vita;
  3. nomina i 5 giudici della corte costituzionale;
  4. presiede il consiglio superiore della magistratura e il consiglio supremo della difesa;

Sono tutti atti che il presidente svolge in piena autonomia.

  1. poteri formali, (o atti formali). Con questi atti il presidente della repubblica effettua:

  1. lo scioglimento delle camere, e in questo procedimento consulta i partiti e ascolta il governo;
  2. la promulgazione delle leggi;
  3. l'emanazione dei regolamenti, dei decreti legge e decreti legislativi mediante il decreto presidenziale (d.P.R.);
  4. accredita e riceve i diplomatici stranieri;
  5. emana i decreti con i quali vengono nominati i più alti funzionari dello Stato, e quindi li approva solo formalmente.

Anche per i poteri formali viene apposta la controfirma del governo, ma che in questo caso ha un'importanza maggiore perché se ne assume la responsabilità.

Questi poteri si possono riclassificare tenendo conto delle singole funzioni del presidente rispetto alle singole funzioni esercitate all'interno dello Stato da organi separati:

Rispetto alla funzione legislativa, gli atti sono:

  1. promulgazione delle leggi;
  2. scioglie le camere, o ordinariamente o anticipatamente;
  3. convoca la prima volta le camere subito dopo le elezioni;
  4. le camere possono essere convocate straordinariamente;
  5. indice i referendum abrogativi delle leggi ordinarie.
  6. In Italia il Presidente della Repubblica non partecipa mai alle riunioni delle camere. Egli vi partecipa quando viene eletto, dopo l'elezione viene portato dal presidente della camera al Senato e lì presta giuramento. Una volta effettuato il giuramento si recherà alla camera dei deputati, riunita in seduta comune, per effettuare il discorso di insegnamento.

  7. nomina i 5 senatori a vita.

Rispetto alla funzione esecutiva, gli atti sono:

  1. nomina il presidente del consiglio dei ministri e ne accetta le eventuali dimissioni (il governo in teoria è a tempo indeterminato);
  2. nomina i ministri su indicazione del presidente del consiglio;
  3. emana con decreto tutti gli atti normativi del governo;
  4. nomina i più alti funzionari dello Stato sempre su indicazione del governo;
  5. riceve i diplomatici stranieri e accredita quelli italiani all'estero;
  6. ha il comando delle forze armate, e presiede il consiglio supremo di difesa, tenendo conto dei consigli militari.

Rispetto alla funzione giurisdizionale, gli atti sono:

  1. presiede il consiglio superiore della magistratura;
  2. nomina 5 giudici della corte costituzionale (è un organo giurisdizionale).

 

LA RESPONSABILITA' DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

La responsabilità del presidente della repubblica è di due tipi:

  1. politica;
  2. penale.

Politica

Il principio del presidente della repubblica è quello di irresponsabilità politica (ecco perché c'è la controfirma ministeriale), cioè non risponde mai dei suoi atti sotto il profilo politico. Questo comporta che il Capo dello Stato non può essere mai sfiduciato dal Parlamento.

Penale

Il presidente della repubblica ha una limitata responsabilità penale. Può rispondere solo a due tipi di reato e solo durante il periodo della legislatura.

Risponde a:

  1. attentato alla costituzione;
  2. reato di alto tradimento.

Per questi atti deve essere messo in stato d'accusa dal Parlamento in seduta comune. Non viene giudicato da un giudice ordinario ma solo dalla Corte Costituzionale ampliata.

Ampliata perché oltre i 15 giudici di cui si compone deve essere composta anche di 16 cittadini. Questi cittadini vengono presi da un elenco che ogni 3 o 4 anni viene rinnovato.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

LA CORTE COSTITUZIONALE

È un organo costituzionale

La struttura

È' composta da 15 giudici ed una volta nominati durano in carica 9 anni, cioè durano più di tutti gli altri, e sono nominati da organi diversi.

Gli organi per la nomina sono:

  1. 5 membri sono nominati dal Parlamento riunito in seduta comune;
  2. 5 membri sono nominati dal Presidente della Repubblica;
  3. 5 sono nominati dalla Suprema Magistratura, di cui: 2 nominati dalla Corte di Cassazione, 2 nominati dal Consiglio di Stato, 1 nominato dalla Corte dei Conti.
  4. Funzioni

    1) la funzione più importante della corte costituzionale è di giudicare sulla illegittimità costituzionale delle leggi approvate dal Parlamento, cioè se una legge non dovesse essere conforme ai principi costituzionali viene annullata dalla Corte Costituzionale. La corte costituzionale non può mari decidere d'ufficio, perché queste leggi arrivano all'esame della stessa incidentalmente (cioè proprio perché si verifica un incidente). Solo i giudici quando devono approvare una legge, o nel momento che la giudicano risulta non conforme possono bloccare il procedimento.

    (questo è il procedimento principale).

    2) giudica sull'ammissibilità dei referendum abrogativi delle leggi ordinarie;

    3) giudica sugli eventuali conflitti di attribuzione degli organi dello Stato;

  5. la corte costituzionale giudica il presidente della repubblica.

I membri della corte costituzionale godono di una immunità molto forte e durante la loro carica non possono essere sottoposti a giudizio.