AFFONDAMENTO

L'ARANDORA STAR e altre

 

  L’Inghilterra, per quanto riguardava gli internamenti di persone "non gradite" non si era discostata dalla linea generale tenuta da altri paesi, commonwealth e non. Tutti o quasi gli italiani, presenti per lavoro in Gran Bretagna, sia che fossero arrivati da poco o da generazioni furono internati. Si salvava chi, avendo già la cittadinanza da anni, era stato chiamato lui o i suoi figli a prestare servizio militare. Ma facendo un passo indietro, possiamo vedere che in Inghilterra come in altri paesi aveva germogliato la pianta della cultura fascista. Avevano un bel da dire gli inglesi che gli italiani erano tutti fascisti, quando anche diversi dei loro (Mosley e altri, si notavano anche membri di casa Reale) andavano in giro con le camicie scure. Ma qui non staremo a fare la storia dei fascisti Inglesi bensì di quello che successe con l’Arandora Star. Diversi Italiani avevano in effetti aderito ad una formazione di stampo fascista. Per loro la Monarchia Italiana significava miseria, dolore ed emigrazione, il Fascismo delle origini una alternativa rivoluzionaria.

Maria Serena Balestracci "Arandora Star - una tragedia dimenticata",  140 pagine che restituiscono la voce alle urla disperate dei nostri emigrati italiani. È stato il suo relatore, il professore gallese Peter Mead, a incoraggiarla a indagare per rimettere insieme i tasselli di un tragico mosaico. Serena quella storia l'aveva già ascoltata da bambina nel paese del padre, Pontremoli. Poi si è imbattuta nella cappella del cimitero di Bardi, unica testimonianza dedicata in Italia a quel luttuoso evento. 

 http://www.joric.com/Conspiracy/Philby.htm http://www.bluestarline.org/arandora.html  

  Durante il fascismo, i flussi migratori si erano attenuati o addirittura invertiti, sia per l'opposizione alla emigrazione che per i rientri (gli Usa della grande depressione). Ce ne erano 20.000 in Inghilterra di emigrati italiani, di recente e vecchia data. La maggior parte concentrati a Clerkenwell, Londra. Chi aderì al fascismo fu solo una piccola parte non più di 1/10, sostenuti per giunta dal Governo Inglese, le cui simpatie per Mussolini negli anni 20 non erano neanche troppo velate. Nel 1934 in Inghilterra si ebbe una svolta; alleanza fra Laburisti e Comunisti. Nelle università si formano in questo periodo vere e proprie cellule di spionaggio russo, con nomi che passeranno alla storia come Kim Philby ( Dal 1936 al 1963 fu un agente inglese doppiogiochista che spiò per l'URSS; dal 1963, anno della sua fuga a Mosca, fino alla morte avvenuta nel 1988, visse in Unione Sovietica dove lavorò come istruttore per il KGB) alias Harold Adrian Russell , Guy Burgess, McLean, Anthony Blunt e un quinto mai scoperto. I fascisti vennero relegati a sorvegliati speciali e dopo il patto d'acciaio con la Germania a potenziali nemici. Caduta la neutralità italiana, nella primavera del 40, non ci furono più dubbi. Una gigantesca retata venne organizzata nei confronti di Italiani e tedeschi. Fra le liste dei sobillatori, da cui prelevare nomi era finita anche quella del partito Laburista (non più al governo), che elencava gli antifascisti.

Prien became famous for his daring 14 October, 1939 sinking of the British battleship HMS Royal Oak in the heavily defended British North Fleet main harbour at Scapa. Prien was the first U-boat commander to win the Knights Cross. http://uboat.net/ops/scapa_flow.htm  

   
  Nel mucchio finirono quindi Ebrei italiani e tedeschi emigrati, Decio Anzani sarto forlivese Segretario della “Lega Italiana per i diritti dell’uomo” di Londra, i figli di Claudio Treves, Paolo e Pietro (questi lavorava a radio Londra) e Umberto Limentani, docente a Cambridge e collaboratore della BBC, (sopravvissuto poi al naufragio). Per liberarsi di queste persone, spedite fuori dai confini, venne noleggiato l’Arandora Star, un Transatlantico di lusso da 15.000 tonnnellate. Nella notte del 30 giugno del 1940 l’Arandora Star, alla fonda nel porto di Liverpool, imbarcò circa 800 prigionieri italiani, 478 tedeschi ed austriaci, 174 uomini d’equipaggio e 200 guardie: destinazione il  Canada. Un allontanamento forzato che purtroppo, anche a causa della mancanza di contrassegni della Croce Rossa sullo scafo (La nave era armata e procedeva zigzagando), fini in tragedia. Alle prime luci dell'alba del 2 luglio, al largo delle coste irlandesi, la nave fu intercettata ed affondata dall'U-Boat 47 del capitano Prien. Causa il panico, le onde gelide del Mar del Nord e gli ostacoli delle stesse strutture carcerarie della nave, persero la vita 446 italiani su 815. 

“Piroscafo colpito, si ferma. Apparentemente piccola falla sul lato di dritta. Lance in mare e sul ponte. Vado a quota venti metri allontanandomi a moto lento. Torno a quota periscopica poi emergo. Nessuna traccia del piroscafo” Cosi disse Prien. 

     

 

Amici, compatrioti
Noi del British Free Corps stiamo combattendo per voi!
Noi stiamo combattendo al fianco della migliore gioventù europea per salvare la civiltà dell'Europa e la nostra comune eredità culturale dalla minaccia del comunismo giudaico. Non ci sono inganni. L’Inghilterra fa parte dell'Europa. Nessun altro paese eccetto la Germania e gli altri suoi alleati vuole salvare il continente dalla minaccia comunista. Noi siamo inglesi. Noi amiamo l'Inghilterra e lottiamo per essa. Molti di noi hanno già combattuto sui campi di battaglia di Francia, Libia, Grecia e d'Italia.
E molti dei nostri migliori camerati in armi si stanno sacrificando per vendicare i giudei. Il conflitto tra l'Inghilterra e la Germania è un suicidio razziale.
Noi dobbiamo unirci per combattere contro il comune nemico. Noi vi esortiamo ad unirvi a noi nella nostra comune lotta. Noi vi esortiamo ad entrare nelle nostre file e combattere fianco a fianco a noi per l'Europa e l'Inghilterra.
Pubblicato a cura del British Free Corps

(fascismo inglese visto dagli ebrei) http://www.morasha.it/tesi/dlcn/dlcn03.html

     

ANCHE australiani e neo zelandesi nell’esercito di Hitler  http://www.diggerhistory.info/pages-conflicts-periods/ww2/british_free.htm www.subnetitalia.it/ articoloempress.htm

  In questa manovra ha perso un’ora e in quell'ora l’Arandora era affondata. I soccorsi arrivarono, ma per molti di loro, giù nelle stive non c’era più nulla da fare. Si erano inabissati con la nave. Il Ministro Eden smentì che a bordo ci fossero civili e solo dopo del tempo Churchill espresse disappunto per una spedizione organizzata così male. Non se ne fecero più.

http://www.scotsitalian.com/arandora.htm

Empress of Canada

   
  One of four ships placed at the disposal of the War Office for the transportation of enemy aliens to Canada. The Arandora Star sailed from Liverpool, without escort, to St. John's, Newfoundland, carrying 473 German male civilians interned when war broke out in 1939, and 717 Italian male civilians interned after Mussolini declared war on June 10, 1940. The vessel carried a crew of 176 and a military guard of some 200 men. Also on board were some Italian internees from internment camps on the Isle of Man, many of whom were genuine refugees mistakenly selected for deportation. The 15,501 ton Arandora Star (Blue Star Line) was torpedoed and sunk by the German U-boat U-47, (Korvkpt. Günther Prien, 1908-1941) seventy five miles off Ireland, at 7.05am. A second explosion, apparently a boiler, broke the ship in two before she finally sank at 7.40am. At about 2.30pm, the Canadian destroyer, HMCS St. Laurent, found the lifeboats and started to take the survivors on board. They reached Greenock in Scotland on Wednesday, July 3, at 8.45am. where the sick and injured were taken to Mearnskirk Hospital in Newton Mearns by a fleet of ambulances. The 813 survivors were later put on another ship, the Dunera, and transported to Australia. A total of 743 persons lost their lives on the Arandora Star: 146 Germans, 453 Italians, and 144 crew and soldiers. (The U-47 went missing on March 7, 1941) In Bardi, a village in northern Italy, a chapel has been built to commemorate the victims of the Arandora Star. This disaster changed British internment policy. From then on, all internees were interned in British camps only. (On a remote cliff on the island of Colansay a memorial was unveiled to commemorate all those who perished and in particular to a Giusseppe Delgrosso whose body was washed ashore near this spot. Near the memorial plaque is a cairn of stones. All visitors are requested to bring a stone and add it to the cairn so that it will continue to grow) Ironically, one of the Italian internees who perished in the Arandora Star was Silvestro d'Ambrosio, a confectioner and restaurateur from Hamilton. Unbelievably, Silvestro lived in Scotland for 42 years, had a son in the British, and another in the Canadian Army. It is also understood that there was a significant number of people of Italian parentage who were actually born in Scotland, yet they too were on board the Arandora Star.

Copertina del Menu a bordo dell'Arandora

  LA SPIA

Un altro strano personaggio a bordo che invece si salvò fu Klaus Fuchs, scienziato nucleare tedesco, destinato all’internamento in Canada. Al momento del siluramento si trovava sul ponte di comando per l'aria e riuscì a calarsi in mare, su una scialuppa, insieme ad alcune decine di prigionieri tedeschi. Lui era stato deportato da civile. Dopo 13 mesi di internamento acquisì la cittadinanza inglese ed entrò a far parte dell’Equipe di Oppenheimer, che stava costruendo la bomba atomica a Los Alamos, deserto del New Mexico. Dieci anni dopo vennero scoperte le sue attività spionistiche a favore della Russia a cui aveva venduto tutti i piani della Bomba Atomica. Dopo 9 anni di prigionia, dei 14 originari, si trasferì nella Germania Est, dove fu nominato vice direttore dell'Istituto centrale di fisica nucleare di Rossendorf, vicino a Dresda. Morì a Berlino il 28 gennaio 1988 un anno prima della caduta del muro.

EMPRESS OF CANADA (March 14, 1943)

http://www.valcenoweb.it/pagina-culturale/galleria/galleria-EMIGRANTE/arandora-star.htm

  Liner of the Canadian Pacific SS Company, 21,516 tons (Capt. George Goold), converted to a troop transport. Referred to as the 'Phantom' by the German U-boat captains because she had escaped U-boat detection for three and a half years. While sailing from Durban, South Africa, to the UK via Takoradi on the Gold Coast, West Africa, she was sunk just after midnight, off Sierra Leone, by the Italian submarine Leonardo Da Vinci whose commander gave Captain Goold half an hour to abandon ship after the first torpedo struck. On board were 1,346 persons including 499 Italian prisoners of war and Greek and Polish refugees. A total of 392 people died including around 90 women and 44 crewmembers. The survivors, who had to endure exposure and vicious shark attacks, were picked up by the destroyers Boreas, Petunia and Crocus and the Ellerman Line vessel Corinthian. One man who did not survive was the naval officer in charge of the Italian prisoners, who failed to pass on the order 'Abandon Ship' to the lower deck thus causing great loss of life among the prisoners.

On hearing this, angry survivors grabbed the officer and threw him overboard to the sharks. No formal action was ever taken over this murder. Da Vinci was later sunk with all hands by the destroyers HMS Active and HMS Ness on 24th of May, 1943, near Cape Finisterre

     

http://www.subnetitalia.it/regiovinci.htm  da vinci 

  Quella volta, nel 1943, l'Empress fa un carico diverso, prigionieri italiani catturati in Africa e trasferiti dal Sud. Africa in Inghilterra dove manca mano d'opera. Il 12 marzo ne carica altri in Ghana e si avvia su una rotta dove è in agguato un sommergibile italiano che non è a conoscenza del carico.
Così un superstite: “Un giorno comunicano a me e ad altri duecento prigionieri italiani che saremmo stati trasferiti, senza conoscere la destinazione. Il 1 marzo 1943 partiamo da Durban, Sud Africa a bordo di quello che una volta era stato un bel transatlantico da crociera, l ‘EMPRESS OF CANADA, l’imperatrice del Canada. A borgo c’erano già altri prigionieri italiani provenienti dall’India, oltre a inglesi, polacchi, francesi. Noi prigionieri italiani eravamo sistemati nella stiva, in condizioni tutt’altro che agevoli ed igieniche. La notte tra il 13 e 14 febbraio 1943 udimmo uno scossone ed un boato terribili che ci svegliarono. Non comprendemmo che cosa fosse successo ma poco dopo ci fecero uscire e cominciarono a farci indossare i giubbotti di salvataggio, formati da due materassini che venivano legati uno davanti e uno dietro. Un siluro aveva colpito la nave che imbarcava acqua. Ci trovavamo tra l’isola di S.Elena e l’isola di Ascension, in pieno oceano Atlantico. Quando la maggior parte di noi si trovava già in acqua, arrivo un secondo siluro che fece colare a picco la nave. Mi salvai perché un’ondata mi portò lontano e non fui investito dallo scoppio e dai detriti. Il sommergibile che ci aveva silurato uscì a pelo d’acqua e il comandante uscì fuori. Scoprimmo che si trattava del LEONARDO DA VINCI, italiano. Prima di rientrare nel sommergibile e reimmergersi, l’equipaggio gridò un “Viva l’Italia” che suonava poco consono al momento. Trovai una scialuppa vuota. In pochissimo tempo la scialuppa fu piena in modo straordinario. Il mare era liscio come l’olio e la barca galleggiava solo per pochi centimetri fuori dall’acqua. Disponevamo di caramelle e poca acqua, trovata sulla scialuppa. Gli squali si aggiravano e divoravano tutto quello che trovavano. Per tre giorni andammo alla deriva, succhiando caramelle. Arrivarono poi dei cacciatorpediniere e raccolsero quelli che erano ancora vivi. Fummo portati in Inghilterra, a Liverpool e in seguito fummo destinati ai campi di concentramento e poi ai campi di lavoro fino al 1946. 
Pietro De Ambrosis
   

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